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Riaprono 7 cantieri su 10 ma il calo di fatturato è stato del 70%

Parola d’ordine ripartire. Ora, però, le imprese artigiane, comprese quelle edili, si devono confrontare con problematiche relative all’osservanza delle linee guida sulla sicurezza, alla mancanza di liquidità e alla ripartenza ricca di incognite.

 

Secondo Confartigianato Imprese Piemonte hanno riaperto otto cantieri su dieci, con una flessione di fatturato, spalmato nei mesi di marzo, aprile e maggio, di circa il 70%.

 

Le imprese delle costruzioni del Piemonte tentano di andare oltre la crisi e si stanno strutturando per lavorare seguendo i protocolli sulla sicurezza. Ed è proprio su questa spinta che Confartigianato Imprese Piemonte ha voluto porre le basi per pianificare la ripresa del comparto, che mette insieme in Piemonte 49mila imprese artigiane edili con 150mila addetti mentre a Torino e provincia se ne contano circa 24mila.

 

Ricordiamo che la sospensione delle attività produttive non essenziali in contrasto alla diffusione del virus, prevista dal primo DPCM del 22 marzo (e il successivo DM Mise del 25 marzo), ha riguardato anche i cantieri e l’edilizia privata.

 

“L’effetto Covid si fa sentire pesantemente sulle imprese artigiane, anche su quelle che sono ripartite prima. – commenta Luciano Gandolfo, Presidente Confartigianato Piemonte Costruzioni– L’edilizia è ferma al palo e su di essa grava anche un decennio di crisi durissima che le ha decimate. Inoltre, l’effetto psicologico di paura rallenta tutti gli investimenti e la progettualità. Lo sblocco del lockdown non ha significato per l’edilizia la ripresa appieno dell’attività, pesa ancora sul comparto l’insicurezza e la confusione”.

 

«Ora che abbiamo riaperto i cantieri – continua Gandolfo – intravediamo i contorni di una crisi senza uguali. I timori sul futuro sono concreti e preoccupanti. Una crisi epocale richiede provvedimenti straordinari. Il momento è delicato e serve un’iniezione di liquidità che rianimi il mercato edilizio».

 

Dalle imprese edili del territorio emergono numerose difficoltà nella gestione dei cantieri. La principale è la copertura dei costi aggiuntivi per la sicurezza dei lavoratori e per il tempo impiegato quotidianamente a sanificare locali e servizi. Si valuta che l’8% dei ricavi di un appalto venga destinato alla sanificazione del luogo di lavoro.

 

“Non sempre è facile reperire i dispositivi di protezione, inoltre lavorare con le mascherine sotto il sole è un disagio – conclude Gandolfo – Ogni mattina viene misurata la temperatura a tutti i dipendenti, ma, per la privacy, la legge non obbliga a redigere un verbale, quindi se un dipendente si dovesse ammalare di covid-19 il datore di lavoro potrebbe essere civilmente e penalmente responsabile. Anche se recentemente l’INAIl ha fatto in parte retromarcia rispetto alla responsabilità del datore di lavoro, occorre un atto legislativo superiore, ovvero una legge, per normare con precisione la materia”.

 

Fra le richieste prioritarie dalle imprese edili: il 65% ha segnalato la rimozione degli ostacoli burocratici e il restante campione lo snellimento degli appalti.

 

 




“Riparti Piemonte”, nel Ddl gli aiuti all’edilizia

Velocizzare per ripartire, sono i criteri che ispirano le norme su edilizia e urbanistica contenute nel disegno di legge “Riparti Piemonte”, illustrate dal vicepresidente della Giunta, Fabio Carosso, in prima Commissione (presidente Carlo Riva Vercellotti).

“Con questi interventi – ha spiegato Carosso – vogliamo agevolare imprese e cittadini per far ripartire un’economia profondamente in crisi. Semplifichiamo le procedure, accorciamo le tempistiche e aiutiamo privati e imprese che vogliono costruire o ristrutturare”.
La Regione stanzierà 50 milioni di euro a copertura parziale o totale degli oneri di urbanizzazione legati ai permessi di costruzione che vengono pagati ai Comuni, destinando fino a 50 mila euro ai privati e 100 mila alle imprese.

Bar e ristoranti potranno ampliare i dehor per rispettare le norme di distanziamento previste a livello nazionale, senza oneri e con la sola comunicazione al Comune.
“Una norma che abbiamo scritto dopo il confronto con Anci, Uncem e altre organizzazioni di rappresentanza”, ha sottolineato Carosso.

Tra le disposizioni principali, la possibilità di ristrutturare gli immobili nei centri storici, anche con sagoma diversa dall’esistente, in deroga ai piani urbanistici in vigore.
Infine i Comuni avranno maggiore responsabilità nelle decisioni e vedranno incrementati i contributi da 25 mila a 35 mila euro per adeguare i piani regolatori.
Tutti i provvedimenti su edilizia e urbanistica avranno durata limitata al 31 gennaio 2022.

Le opposizioni sono intervenute su alcuni punti critici.
Per i consiglieri del Pd, Alberto Avetta, Monica Canalis, Sergio Chiamparino, Raffaele Gallo e Daniele Valle “c’è il rischio di snaturare i nostri borghi antichi. Inoltre non vogliamo che l’eccessiva semplificazione apra la porta a infiltrazioni e illegalità. C’è anche un problema di contenzioso, se scriviamo norme in contrasto con quelle nazionali, rischiamo ricorsi che rallenteranno le imprese invece di aiutarle. Attenzione a non danneggiare i paesaggi Unesco che ci hanno garantito un grande balzo turistico”.

Critici sull’impatto paesaggistico anche i consiglieri 5 Stelle Ivano Martinetti, Giorgio Bertola, Francesca Frediani e Sean Sacco: “Vediamo ombre immense in questo provvedimento, per nessuna materia è prevista una tale deregolamentazione. Volete smantellare la legge urbanistica regionale usando la scusa del Covid. Torniamo indietro di decenni sulla tutela del paesaggio. Con i nostri emendamenti cercheremo di bloccare in ogni modo gli aspetti negativi di queste norme”.

Sulla stessa linea Marco Grimaldi (Lev): “Abbiamo già espresso le nostre critiche in queste settimane. Questi interventi non c’entrano nulla con il “Riparti Piemonte”, sono invece un omnibus con il quale state cercando di smantellare la legge urbanistica. Il Ddl deve essere strettamente collegato a cosa fare per ripartire, per questo il nostro lavoro sarà soppressivo e non emendato”.

Dalla Lega l’invito a procedere celermente: “La direzione è giusta, il Ddl deve andare in porto nel più breve tempo possibile – ha dichiarato Valter Marin – è indispensabile accelerare tutte le procedure, le imprese non possono aspettare un anno e mezzo le autorizzazioni. È giusto tutelare i territori, ma in questa situazione non possiamo avere tempi lunghissimi che in altri paesi sarebbero incomprensibili”.

Per il capogruppo di Forza Italia, Paolo Ruzzola, “50 milioni di euro per gli oneri di urbanizzazione sono una cifra importante. Durante la discussione presenteremo un emendamento per aggiungere anche la possibilità di detrarre gli interventi in edilizia”.
Da Fratelli d’Italia, per voce del consigliere Davide Nicco l’apprezzamento “per l’importante opera di sburocratizzazione che si vuole portare avanti”.

In conclusione sono arrivate le rassicurazioni del vicepresidente Carosso: “In questi giorni ci siamo consultati con numerosi soggetti e siamo arrivati a una buona sintesi, avremo una legge che andrà bene e ridarà ossigeno alla nostra regione. Non vogliamo stravolgere il piano paesaggistico, sappiamo l’importanza dei territori Unesco, cercheremo di accogliere tutti i suggerimenti”.




#ripartipiemonte, anche il settore delle costruzioni è ripartito in regolarità

La fase 2 è cominciata ed anche il SETTORE DELLE COSTRUZIONI si è messo in movimento,  in Italia alcuni cantieri pubblici erano già ripartiti ed ad oggi sono circa il 50 % dichiara il Segretario Generale Feneal Uil Piemonte, GIUSEPPE MANTA.

 

In Piemonte sono ripartiti i cantieri del Terzo Valico dei Giovi con tutte le precauzioni e con l’insediamento del Comitato Aziendale della Sicurezza come previsto dal protocollo all’interno dell’accordo Interconfederale del 24 aprile 2020 firmato da CGIL CISL UIL, Mit, Ministero del Lavoro, Stazioni Appalti Pubblici e Parti.

 

In tutte le province come FENEALUIL FILLEA CGIL FILCA CISL Piemonte abbiamo chiesto l’istituzione urgente dei Comitati Territoriali per andare incontro alla ripresa con la certezza che la sicurezza sia applicata su tutti i cantieri sia pubblici che privati.

 

Si presume che entro il 18 maggio quasi il 100% delle imprese sopravvissute riprendano il lavoro. Le difficoltà sono dovute al reperimento dei DPI quali mascherine, guanti ecc..

Tramite gli Enti Bilaterali del Settore si è cercato di provvedere aiutando imprese e lavoratori purtroppo i tempi di consegna sono lunghi e non tutti sono riusciti a reperirli.

 

La ripresa dovrà essere monitorata su molti aspetti, non si può mettere a repentaglio la salute dei lavoratori per il profitto e nello stesso tempo bisogna salvaguardare le imprese regolari e sane dalla concorrenza sleale da parte di imprese irrispettose delle regole che possono trovare terreno fertile.

Dalle organizzazioni nazionali è arrivato un monito al settore attraverso un comunicato stampa in cui i tre Segretari Nazionali Panzarella (FENEAL UIL) Genovesi (FILLEA) e Turri (FILCA) dichiarano:  “Ai tanti che oggi dichiarano di voler combattere il lavoro nero, consigliamo una semplice ed efficace operazione: vincolare tutti gli incentivi per risparmio energetico, sisma bonus, ristrutturazioni al possesso del Durc di Congruità. Cioè alla documentazione emessa dalle Casse Edili che certifica che i lavori per cui lo Stato ci mette praticamente l’intero importo, sono stati svolti da un numero congruo di lavoratori, e che è stato applicato correttamente il Contratto Collettivo edile”.

Purtroppo sembra che la Regione Piemonte voglia proseguire per altre strade che rischiano di creare notevoli problemi sia dal punto di vista della regolarità che dalle infiltrazioni mafiose.

Nel disegno di Legge Regionale n.95 presentata il 5 maggio 2020 al Titolo 5 , Art 65 e 66 affronta questi due argomenti lasciando le maglie troppo larghe per quanto riguarda la regolarità in nome di una ripartenza a tutti i costi mettendo le regole in secondo piano.

Nel Settore Edile che è uno dei settori più colpiti dal problema delle infiltrazioni mafiose e malavitose non esigere immediatamente da parte delle imprese il certificato antimafia può essere controproducente e soprattutto la proroga del durc al 31 gennaio 2021 rischia di essere devastante.

Si dà modo alle imprese irregolari di non esibire il Documento di Regolarità Contributiva per oltre un anno con danno ai lavoratori ed alle imprese serie e regolari.

Queste imprese possono permettersi per un anno di non pagare contribuzione INAIL INPS e CASSA EDILE e in un anno come Sindacato delle Costruzioni abbiamo visto nascere moltissime imprese che incassati i soldi dei SAL (Stato Avanzamento Lavori),  non hanno pagato i lavoratori, i fornitori ed i contributi, hanno dichiarato la chiusura.

C’era già stata la proroga a livello nazionale sino al 15 giugno 2020 e come OO.SS. non eravamo soddisfatte, questa ulteriore proroga chiesta dalla regione Piemonte è inconcepibile.

Il Settore ha bisogno di imprese sane ed in regola che non vengano messe in difficoltà da imprenditori da quattro soldi che approfittano di falle nel sistema dei controlli, i lavoratori hanno bisogno di avere certezze della retribuzione, della contribuzione e dei versamenti in Cassa Edile, se per un anno non hanno versamenti in cassa edile ma l’impresa continua il lavoro impunemente rischiano di non ricevere la Gratifica Natalizia, le Ferie, l’Anzianità Professionale oltre al TFR ed i contributi pensionistici.

RIPARTI PIEMONTE deve avvenire in regolarità non deve prevedere norme che inficiano la regolarità già difficoltosa del settore che conta a livello nazionale oltre 400 mila lavoratori irregolari.

INDAGINE NUMERI EDILIZIA E CIG FENEALUIL PIEMONTE

 




Confargianato: in Piemonte 49mila imprese 150mila addetti pronti a ripartire

Riprogrammare, ripartire, riqualificare. Le imprese delle costruzioni di Torino e del territorio vanno oltre la crisi e pensano già alla riapertura dei cantieri. Ed è proprio su questa spinta che Confartigianato Edilizia Torino ha voluto porre le basi per pianificare la ripresa del comparto, che mette insieme in Piemonte 49mila imprese artigiane edili con 150mila addetti mentre a Torino e provincia se ne contano circa 24mila.

La sospensione delle attività produttive non essenziali in contrasto alla diffusione del virus, prevista dal primo DPCM del 22 marzo (e il successivo DM Mise del 25 marzo), ha riguardato anche i cantieri e l’edilizia privata.

“Si mettano subito in atto misure per garantire la sopravvivenza delle imprese artigiane edili e venga adottato un Piano di opere pubbliche e di incentivi per sostenere l’edilizia privata. Servono, con urgenza, immediate misure ad hoc per le costruzioni – afferma Stefano Vanzini, referente area edilizia di Confartigianato Torino – Il rilancio del settore dovrà svilupparsi parallelamente sul piano nazionale e su quello locale.

Nel primo caso è necessario portare al 100%, per almeno 2 anni, la detrazione per gli interventi di ristrutturazione e risparmio energetico, compresi quelli per la progettazione, l’impiantistica, l’arredamento e il “verde”, mentre nel secondo caso sono necessari fondi locali (regionali) per un piano di riqualificazione delle strutture turistico-ricettive, delle scuole, per ri-incentivare il recupero e l’ammodernamento degli immobili privati, e per l’ammodernamento delle infrastrutture pubbliche locali.

Chiediamo, inoltre al Comune di abbuonare la tariffa di occupazione del suolo pubblico per i cantieri bloccati dall’emergenza sanitaria e di non pagare l’Imu per i capannoni che in questo momento non sono produttivi. Di contro migliaia e migliaia di piccole imprese edili rischiano di chiudere definitivamente”.

Gli effetti negativi del Coronavirus, come era purtroppo prevedibile, hanno colpito duramente il comparto delle costruzioni del Piemonte e di Torino. A oggi i cantieri chiusi, pubblici e privati, interessano circa 49mila imprese artigiane che hanno lasciato a casa circa 150mila addetti.

“Per battere paura e virus – continua Vanzini – occorre estendere, almeno per i prossimi 2 anni, le agevolazioni previste per il bonus facciate a tutti gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli immobili. Questo consentirebbe ai proprietari di avere un incentivo fiscale di grande interesse per effettuare interventi che altrimenti avrebbero posticipato.”

“Inoltre il cambiamento dei comportamenti e delle abitudini post Coronavirus – conclude Vanzini – imporrà interventi che consentano di conformarsi alle nuove regole relative alle distanze sociali alla privacy per meglio garantire la salute di tutti.”

“I costruttori artigiani post lockdown – afferma Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – puntano anche sul rilancio dei lavori pubblici. La crescita del nostro territorio passa imprescindibilmente da una adeguata dotazione di infrastrutture pubbliche, per questo crediamo sia urgente reperire fondi pubblici, snellire le procedure, dotare le Amministrazioni Locali di risorse per accantierare le opere e favorire le imprese locali nella realizzazione degli interventi, tutte azioni che potrebbero sostenere l’impresa e l’occupazione e lasciare un territorio meglio infrastrutturato e dotato di tutte le utilities necessarie a renderlo fruibile sia dal punto di vista turistico sia dei servizi per i residenti”.

Per le imprese, inoltre, è fondamentale derogare alle regole sugli appalti pubblici e cercare di velocizzare le opere e quindi affidare i lavori a imprese che abbiano effettivamente la capacità di realizzarli secondo prezzi sostenibili e non con il criterio di aggiudicazione del massimo ribasso a imprese che passano solo in subappalto speculando sul lavoro dei subappaltatori.

“Ovviamente – conclude De Santis – la ripartenza dovrà essere condizionata da tutte le misure di protezione della salute dei dipendenti. Siamo stati i primi e anche adesso continiamo a sostenere come la tutela dei lavoratori non sia subordinabile ad alcun interesse economico. Siamo certi che ripresa e attività in sicurezza saranno compatibili”.




Accesso gratuito per i Comuni al Modulo unico per l’edilizia

Regione Piemonte e CSI consentono a tutti i Comuni piemontesi di attivare gratuitamente per tutto il 2020 Mude Piemonte, il Modello unico digitale per l’edilizia.

“La decisione – annota l’assessore ai Servizi digitali, Matteo Marnati – è sulla scia delle recenti disposizioni per contrastare il Coronavirus e per incentivare la Pubblica amministrazione a utilizzare soluzioni informatiche a fornire servizi on line a cittadini, professionisti e imprese, evitando così ogni spostamento non necessario.

Stiamo usando tutti gli strumenti possibili per aiutare imprese e professionisti ad accorciare la filiera della burocrazia, in questo caso anche economico perché il servizio sarà gratuito”. “L’emergenza sanitaria come quella che stiamo affrontando – aggiunge l’assessore all’urbanistica, Fabio Carosso – necessita di un grande impegno da parte di tutti e la tecnologia può darci una grande mano in questo momento”.




Torino: 1,5 mln di Euro per la manutenzione del Palazzo del Ghiaccio

Questa mattina la Giunta Comunale ha approvato, su proposta degli assessori Finardi e Iaria, la delibera relativa agli interventi di manutenzione straordinaria alle piste 1 e 2 del Palazzo del Ghiaccio di corso Tazzoli.

Con una comunicazione del 30 maggio 2019 la Fondazione 20 marzo 2006 ha individuato il quarto stralcio del piano complessivo degli interventi, suddiviso per Comuni, dando contestuale avvio all’iter dei procedimenti elencati nel medesimo tra i quali sono inseriti quelli delle due piste dell’impianto di via Sanremo 67, per una copertura finanziaria totale di 1.500.000,00 euro.

Alla pista 1 sarà rifatto l’impianto di raffreddamento tramite la sostituzione della CO2, mentre alla pista 2 saranno impermeabilizzati i torrini ascensori del piano terra.

Con una nota del 19 novembre 2019 la Fondazione ha autorizzato la SCR Piemonte a procedere alla progettazione e alla realizzazione delle opere. Considerati i tempi di necessari alla realizzazione del progetto e allo svolgimento della procedura di gara per l’affidamento degli progettazione e esecuzione delle opere si presume che i lavori saranno eseguiti dall’estate 2021 a quella del 2022.