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Con la seduta di martedì 14 luglio il Consiglio regionale torna a riunirsi in presenza, nel rispetto delle norme sanitarie e sul distanziamento.

In avvio il presidente Stefano Allasia ha ricordato i 50 anni dalla prima seduta dell’Assemblea.

“Quella di ieri è stata una data importante per la vita della nostra comunità regionale. Cinquant’anni fa, nel pomeriggio del 13 luglio 1970, si riuniva per la prima volta il Consiglio regionale del Piemonte nell’aula del Consiglio Provinciale di Torino, a Palazzo delle Segreterie.

Erano da poco trascorse le 17.00 quando l’avvocato Gianni Oberto, in qualità di Consigliere più anziano d’età, dopo aver assunto la Presidenza provvisoria del Consiglio regionale, dichiarò che da quel momento la Regione Piemonte, costituita in ente autonomo, esercitava i propri poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

Si apriva una pagina nuova per la vita democratica del Piemonte e della nazione, concludendo un percorso difficile e sofferto lungo due decenni,rispettando ciò che prevedeva la Costituzione.

Si avviava così la prima legislatura regionale che impegnò l’assemblea  nella fase costituente dedicata all’elaborazione dello Statuto e alle gestione delle competenze trasferite dallo Stato.

Era la prova di un  forte e concreto impegno al servizio della comunità piemontese che affondava le sue radici nella storia di una regione tra le più importanti d’Italia, protagonista del cammino risorgimentale che portò all’unità nazionale nel 1861 con Torino prima capitale del Regno e del “secondo Risorgimento” italiano che attraverso l’antifascismo portò alla Repubblica e alla Costituzione.

Il nostro contributo all’evoluzione del concetto di regionalismo, adeguando e innovando l’articolazione istituzionale dello Stato risulta essere stato tra i più importanti e significativi nel corso di questi decenni.

In mezzo secolo è stato compiuto un lungo cammino da parte della nostra comunità regionale e l’istituzione che mi onoro di rappresentare è stata protagonista di questo percorso che ha rafforzato il legame tra i piemontesi e la Regione.
Basterebbe uno sguardo ai provvedimenti più importanti che sono stati varati in cinquant’anni per renderci conto del lavoro svolto nel corso delle undici legislature da una classe dirigente di amministratori e legislatori appartenenti alle diverse forze politiche alternatesi al governo della Regione.

Voglio ricordare che quest’anno noi celebriamo un’altra ricorrenza. Accanto al 50° anniversario della nascita dell’Ente ricordiamo i quindici dall’approvazione del nuovo Statuto.

Infatti nel 2005, durante la VII legislatura, venne ridefinito il profilo istituzionale della Regione nell’ottica dell’autonomia e della partecipazione, della devoluzione dei poteri e della sussidiarietà, innovando lo storico testo approvato nel tardo autunno del 1970.
Una doppia ricorrenza che si accompagna all’auspicio che si possa quanto prima portare a compimento l’attuazione dell’autonomia regionale, come previsto dalla stessa Costituzione, ampliandone l’orizzonte di autodeterminazione, portando effettivamente le decisioni al livello di governo più efficace, nell’ interesse del sistema istituzionale e dei cittadini”.

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