Si è tenuto oggi presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali Torino, il IX Workshop della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, associazione di 40 aziende, fondata nel 1987 e presieduta da Giorgio Marsiaj, che guida al contempo l’Unione Industriali.

Intitolato “L’Investimento in Cultura: asset identitario delle Imprese di qualità. La cultura d’impresa e la responsabilità sociale”, l’incontro ha sviluppato il tema attraverso gli interventi di primari esponenti di istituzioni e imprese accomunate e unite dall’impegno e dall’investimento nel comparto culturale.

Come ha evidenziato il presidente Giorgio Marsiaj “noi soci della Consulta siamo imprenditori, creiamo lavoro e crediamo nella cultura quale leva economica e inclusiva, che aumenta l’attrattività del territorio e genera benessere per la comunità dove le nostre aziende sono radicate ed operano. Investire in cultura significa investire nel bene comune, creare valore per chi riceve l’effetto dell’investimento e al contempo per chi investe. Una scelta produttiva e competitiva che va oltre le logiche del mecenatismo etico e si nutre di rispetto e amore per il proprio territorio e per il futuro del nostro Paese”.

Con questo spirito è stata pensata e opera la Consulta che ogni anno investe sul territorio piemontese un milione di euro, portando avanti un progetto di lungo termine nell’ottica di un patto fra generazioni: preservare l’eredità culturale per le generazioni future.

“Oggi – ha poi concluso Marsiaj – è sempre più evidente come il sostegno dei privati alla valorizzazione del patrimonio storico artistico sia irrinunciabile e proprio per questo chiediamo alle istituzioni che la preziosa leva fiscale dell’Art Bonus venga semplificata e ampliata”.

Un appello ribadito dal vicepresidente dell’Unione Industriali Torino e presidente Museimpresa, Antonio Calabrò: “Come imprese e come soggetti privati rivendichiamo un miglior uso della leva fiscale: riteniamo pertanto necessaria una diversa, più qualificata e più accorta applicazione dell’art bonus, come asset fondamentale di finanziamento e di attenzione del sistema industriale nei confronti dei beni e delle attività culturali. Perché tutto ciò che facciamo, anche investendo sul rapporto fra il nostro essere competitivi e il nostro ruolo di attori culturali, incide sulla qualità complessiva del sistema Paese. Nel perseguire la fondamentale partnership tra pubblico e privato, l’art bonus deve divenire un vero e proprio bonus cultura che aiuti le imprese a investire nel comparto e a intervenire sul patrimonio pubblico”.

image_pdfStampa il PDFimage_printStampa l'articolo