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A 25 anni dall’alluvione: ricordare per cambiare

Ciò che è accaduto 25 anni fa e che sfortunatamente continua ad accadere deve spronare tutti noi verso una più ampia consapevolezza dei rischi del territorio, affinché si mettano in atto tutte le misure adeguate di previsione e di prevenzione per una politica di sviluppo e gestione contro la violenza degli elementi naturali, così da scongiurare altri eventi luttuosi”.

Così ha dichiarato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale dando inizio alla seduta straordinaria aperta che si è svolta martedì, 5 novembre, presso il Centro Congressi dell’Unione industriale di Torino, dedicata alla commemorazione della tragica alluvione che colpì duramente gran parte del Piemonte nel 1994, causando 70 morti, 2.226 sfollati e ingenti danni in tanti comuni delle province di Cuneo, Asti, Alessandria, oltre che nel Torinese e nel Biellese.

Alla proiezione di un filmato Rai su quei drammatici giorni, con l’esondazione del Po, del Tanaro e di molti loro affluenti, è seguita la lettura dei nomi delle vittime da parte del giornalista Rai Gianmario Ricciardi, che ha ricordato la grande emozione di raccontare in presa diretta quel caos “che ci era capitato addosso così in fretta da non permetterci di prendere coscienza della sua gravità”, ma anche “la mobilitazione generale della gente, dei piemontesi che nella tragedia hanno saputo dare il meglio di sé”.

“Questa celebrazione vuole essere un modo per stringerci vicino a chi ha subìto un lutto, ma come amministratori dobbiamo anche impegnarci a cambiare le cose”, ha dichiarato il presidente della Giunta regionale Alberto Cirio.

“In tal senso abbiamo chiesto al governo una maggiore autonomia nel poter certificare l’esistenza di una calamità naturale e lo stato di emergenza, ciò aiuterebbe per una questione di tempestività e quindi di giustizia nel riconoscimento del danno.

Gli eventi alluvionali dei giorni scorsi nell’Alessandrino ci hanno permesso di verificare che i grandi invasi hanno tenuto. Le opere compiute hanno reso il Piemonte più sicuro, ma rimane il problema dei rii, dei piccoli torrenti e degli impianti fognari delle città. Nella tutela ambientale, poi, dobbiamo affrontare il problema senza pregiudizio ideologico ma con buon senso, senza denunciare un sindaco che ha fatto tagliare un albero in un rio per evitare un disastro. Ecco perché al governo chiediamo anche di autorizzare un vademecum per intervenire in caso di disastro ambientale, per non lasciare soli gli amministratori locali nella gestione del rischio e per rendere il Piemonte più sicuro”.

“La piena dei fiumi fu terribile ma la gestione dei soccorsi fu un esempio di organizzazione e di capacità di reagire propria di noi piemontesi”, ha affermato Paolo Demarchi (Lega) che ha ribadito come “non sia sufficiente saper ricostruire ma occorra soprattutto saper prevenire, ciò che è accaduto deve spronare verso la consapevolezza del rischio idrogeologico”. Paolo Bongioanni (Fdi) citando ad esempio l’allora sindaco di Piozzo, ha sottolineato l’importanza del lavoro e del coraggio degli amministratori locali, di quei sindaci che si rimboccarono le maniche, compirono anche gesti eroici e che talvolta ebbero vicissitudini giudiziarie solo perché si assunsero la responsabilità di prendere decisioni in emergenza.

“A prescindere dal colore politico delle amministrazioni rimane oggi un problema drammatico”, ha dichiarato l’assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale, Roberto Rosso, “quello della pulizia dei fiumi e la gestione dell’idrografia minore. È un impegno che dobbiamo assumerci per creare le condizioni affinché non si debbano più piangere morti, i rischi non sono ancora stati del tutto eliminati”.

“La sicurezza del territorio è ancora un’idea per il futuro e non del presente, perché da troppo tempo continuiamo a lavorare in emergenza”, ha commentato il capogruppo Pd Domenico Ravetti. “In Italia nel 2018 sono stati sottratti 51 chilometri quadrati di verde a causa della cementificazione, che cresce nonostante si riducano Pil e occupazione. Servono politiche nuove per evitare i cambiamenti climatici, la perdita delle biodiversità e per condividere nuove traiettorie rispetto al modello di crescita economica che ha generato forti diseguaglianze”.

Maurizio Marello (Pd) ha citato tre eredità positive emerse dall’alluvione del 1994: “la cultura della Protezione civile e il suo metodo di pianificazione, il sentimento dei piemontesi che hanno dato prova di fierezza, solidarietà e rara laboriosità e infine le opere compiute in seguito, grazie a risorse spese bene”.

L’importanza dello stanziamento di fondi che, a seguito di quei tragici eventi, sono stati ben impiegati è stata ricordata anche dal consigliere Ivano Martinetti (M5s): “I lavori compiuti nel 2016 hanno permesso di scongiurare un nuovo disastro nell’albese, un’ulteriore prova del fatto che manutenzione e prevenzione devono essere la parola d’ordine e la strada tracciata è quella del Piano Proteggi Italia del primo governo Conte che interviene in tal senso con quasi 11 miliardi”.

“L’Italia è il Paese dei campanili ma di fronte a immani tragedie sappiamo fare squadra e ripartire”, ha affermato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi. “Oltre al lavoro straordinario dei sindaci e dei volontari l’intero sistema paese funzionò con il contributo di tutti, dalla Guardia di finanza ai Carabinieri, dai Vigili del fuoco agli Alpini e anche il governo centrale fu ben presente sul territorio”.

Durante il dibattito generale sono intervenuti con testimonianze e riflessioni anche: Dario Gallina, presidente Unione Industriale Torino,Paolo Lanzavecchia, sindaco di Canelli, Claudio Castello, sindaco di Chivasso, Paolo Borasio, assessore comunale di Alessandria, Carlo Vietti, sindaco di Druento, Simone Gallo, sindaco di Feisoglio, Luigi Gallareto, sindaco di Monastero Bormida, Federico Gregorio, sindaco di Narzole, Mariacristina Capra, sindaco di Santo Stefano Belbo, Giovanni Franchino, sindaco di Tavagnasco, Eraldo Botta, sindaco di Varallo Sesia, Marco Marocco, vicesindaco Città metropolitana di Torino, Marco Bussone presidente Uncem Piemonte, Vincenzo Bennardo del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Cuneo, Michele Franzé, Generale dei Carabinieri in carica nel 1994, Giacomo Verda, Comandante I° reggimento artiglieria terrestre da montagna in carica nel 1994, Luigi Cinaglia, Generale Regione militare nord ovest in carica nel 1994, Franco Cravarezza, comandante II reggimento alpini in carica nel 1994, Ugo Cavallera, assessore regionale all’Urbanistica, Trasporti e Viabilità nel 1994, Emilia Bergoglio, assessore regionale all’agricoltura nel 1994, Vincenzo Coccolo, dirigente regionale del settore opere pubbliche e difesa del suolo nell’anno 1994, Estella Gatti, dirigente regionale nel 1994, Mauro Gola, presidente Unione industriali Provincia di Cuneo, Mauro Casucci, Unione italiana lavoratori, Silvia Marchetti, Unione Generale del lavoro, Gabriella Semeraro, Confederazione Generale del lavoro, Roberto Bertone del Coordinamento volontariato della Protezione civile,Sergio Pirone, Corpo volontari antincendi boschivi e Giovanni Capulli, presidente Ordine dei geologi del Piemonte.

In conclusione dei lavori è intervenuto l’assessore regionale alle Opere pubbliche, Difesa del suolo e Protezione civile, Marco Gabusi, che ha dichiarato: “Accanto all’evitare che il buon intento dei legislatori nel trovare i soldi si areni nei meandri della burocrazia, occorre sviluppare un percorso culturale e ripartire dalla conoscenza storica dei fiumi e del sapere dei geologi e dei tecnici. La materia non è semplice, ma abbiamo la forza delle conoscenze acquisite a cui dobbiamo aggiungere un po’ di praticità, sfruttando al meglio i fondi per dare una prospettiva nuova al nostro Piemonte. Ci stiamo impegnando coinvolgendo tutte le intelligenze che abbiamo, incluso il Consiglio regionale”.




Al via Garanzia Giovani in Piemonte; nuove chances per avvicinare i giovani al mondo del lavoro

Riparte Garanzia Giovani in Piemonte, il programma dedicato ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, che potranno accedere ai servizi di politica attiva erogati da Centri per l’impiego e Agenzie per il lavoro accreditate con la Regione. L’iniziativa europea volta a favorire l’occupazione giovanile si avvia in Piemonte con un investimento complessivo di 37 milioni di euro.

Diverse le attività previste per avvicinare gli under 30 al mondo del lavoro: orientamento specialistico (colloqui individuali e laboratori di gruppo), servizi di identificazione e validazione delle competenze, accompagnamento al lavoro e tirocini extracurricolari della durata di sei mesi a tempo pieno.

«Il fenomeno dei cosiddetti NEET, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano, non è da sottovalutare ma, al contrario, da comprendere a fondo e da affrontare con misure efficaci e produttive, ma anche con un’importante azione “culturale” – spiega l’assessore regionale al Lavoro, Elena ChiorinoSecondo i dati Istat aggiornati al 2016 in Piemonte i NEET in età compresa fra i 15 e i 34 anni erano 185mila, poco meno di un quinto dei giovani della stessa età: la percentuale più alta fra le regioni industrializzate del centro Nord e noi non possiamo accettarlo.

Per prima cosa dobbiamo far comprendere alle famiglie e a quei ragazzi che, in molti casi – non tutti ovviamente – decidono di non lavorare per scelta e non per mancanza di un’offerta, troppe volte ritenuta inadeguata alle loro aspettative, che soltanto partendo “dal basso” o perfezionandosi negli studi con fatica e dedizione si può imboccare la strada per arrivare al successo, alla realizzazione dei propri sogni e delle proprie legittime ambizioni». «Sappiamo bene – prosegue Chiorino – che, in Italia, il più importante ammortizzatore sociale è rappresentato dalle famiglie.

Ma quanto può durare, nel lungo periodo, questa situazione? Bisogna pensare al futuro e non adagiarsi su un presente senza reali prospettive. Occorre quindi evitare qualsiasi misura di stampo assistenzialista e puntare sulle politiche attive, proprio come Garanzia Giovani Piemonte, rafforzando e rendendo ancora più efficace, come stiamo facendo, l’orientamento scolastico, la formazione e l’apprendistato, in modo da poter offrire a questi ragazzi la possibilità di inserirsi virtuosamente nel sistema produttivo. Dobbiamo fare in modo – conclude Chiorino – che per i giovani piemontesi il futuro non rappresenti più un’incognita che spaventa, ma un’opportunità da vivere da protagonisti».

Per aderire alle attività proposte, il giovane deve iscriversi al portale nazionale Garanzia Giovani, completare la registrazione su un portale regionale dedicato e prendere appuntamento con il proprio centro per l’impiego, dove viene preso in carico e riceve un primo orientamento; può quindi scegliere l’operatore accreditato che erogherà le misure di orientamento specialistico e di politica attiva del lavoro. Il primo passo per accedere, però, è il possesso delle credenziali SPID.

La precedente edizione di Garanzia Giovani ha permesso la presa in carico di 88.317 giovani, l’85% dei quali ha avuto almeno un avviamento in impresa, nel 68% dei casi con un contratto di almeno tre mesi (in particolare: 22.762 sono stati inseriti con contratto di apprendistato; 16.611 con contratto a tempo determinato di durata 3-6 mesi; 15.401 con contratto a tempo indeterminato; 15.516 con contratto a tempo determinato di durata superiore a 6 mesi; 43.410 in tirocinio).

 




Il 21 ottobre un worksop dedicato alla digitalizzazione delle PMI

Si chiama #digitalizzazione #pmi – dai voucher ai nuovi servizi per la trasformazione digitale il workshop organizzato dalla Fondazione Torino Wireless con la collaborazione di Regione Piemonte, Camera di Commercio e InfoCamere al Centro congressi Torino Incontra

Quali sono le risorse disponibili per sostenere gli investimenti nel digitale? Che cosa significa acquisire un “digital mindset”? Esistono buone prassi a cui ispirarsi? Sono queste alcune delle domande intorno alle quali verterà il workshop #digitalizzazione #pmi – dai voucher ai nuovi servizi per la trasformazione digitale, organizzato lunedì 21 ottobre presso il Centro congressi Torino Incontra (via Nino Costa 8).

Al mattino il programma prevede un seminario aperto alle PMI che hanno avviato un percorso di digitalizzazione, con particolare focus sulle imprese che hanno ricevuto o richiesto i Voucher digitali Impresa 4.0; a seguire un pranzo di networking e, nel pomeriggio, una sessione di lavoro a numero chiuso – massimo 60 aziende – per fare il punto su cybersecurity e applicazione del GDPR.

Durante il workshop sarà possibile ricevere il supporto all’accesso ai documenti e informazioni della tua impresa, grazie al Cassetto digitale dell’imprenditore. Porta con te uno degli strumenti di autenticazione: Firma digitale, CNS, tessera sanitaria con PIN o SPID per aprire il tuo cassetto digitale.




Innovazione, un seminario della Regione Piemonte a Bruxelles

L’assessore all’Innovazione della Regione Piemonte, Matteo Marnati, martedì 8 ottobre a Bruxelles nell’ambito della “Settimana europea delle Regioni e delle Città”, ha aperto il seminario “Politiche costruite sulla fiducia nell’era digitale – il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali intelligenti”.

«Sono orgoglioso – ha detto l’assessore Marnati – di aprire questo evento ufficiale che è parte della Settimana europea delle Regioni, qui nella nostra sede regionale di Bruxelles. Il Piemonte torna protagonista nelle politiche digitali in Europa. Oggigiorno la decisione politica deve essere necessariamente basata su dati affidabili e verificabili dai cittadini. Questo può avvenire solo grazie al supporto di tecnologie digitali che permettono l’osservazione di fenomeni complessi, garantendo una partecipazione inclusiva dei cittadini».

Le soluzioni basate sui dati offrono l’opportunità di progettare strategie locali efficaci. Nel corso del seminario sono stati illustrati i benefici nell’uso di piattaforme intelligenti, come la pianificazione dello spazio o la modellazione dei social network.

Il seminario è proseguito con i contributi della Regione Piemonte, agenzie della Commissione europea, progetti Ue, startup e centri di ricerca. Fra gli altri, anche TOP-IX (TOrino Piemonte Internet eXchange), un consorzio senza fini di lucro nato nel 2002 con lo scopo di creare e gestire un Internet Exchange (IX) per lo scambio del traffico Internet nell’area del Nord ovest.

Il presidente del consorzio TOP-IX, Davide Calonico, ha concluso l’incontro sostenendo che «infrastruttura ed elaborazione dei dati sono ormai cruciali per il governo della conoscenza. Grazie all’interconnessione fra questi tre elementi, supportiamo la Regione Piemonte nell’affrontare le sfide complesse in ambito territoriale ed europeo».




Imprese, fino al 22 ottobre è possibile aderire a Piemonte Fabbriche Aperte

L’edizione 2019 di Piemonte Fabbriche Aperte è prevista per il 7 e 8 novembre, e sarà gemellata con il Festival della tecnologia organizzato dal Politecnico di Torino.

Anche quest’anno la Regione Piemonte organizza Piemonte Fabbriche Aperte, l’iniziativa che permette al grande pubblico di visitare i luoghi della produzione industriale piemontese aperti per l’occasione, e di apprezzare le eccellenze imprenditoriali del territorio.

Nei giorni 7 e 8 novembre, le imprese possono proporre dei percorsi di visita nel loro stabilimento (sede di processo produttivo manifatturiero in Piemonte), organizzati e gestiti sulla base delle loro esigenze e disponibilità. Le visite dovranno essere gratuite e potranno essere un’occasione per i partecipanti di conoscere le aziende e la loro propensione all’innovazione tecnologica, capire l’organizzazione della produzione e le fasi dei processi che portano sul mercato prodotti di eccellenza, simbolo della grande tradizione manifatturiera del territorio.

Le imprese interessate devono compilare entro il 22 ottobre 2019 il modulo disponibile online. Dopo una verifica dei requisiti e della coerenza con gli obiettivi della iniziativa, le imprese saranno inserite nel programma di Piemonte Fabbriche Aperte. Sarà cura della segreteria organizzativa della manifestazione contattare ogni impresa per definire i dettagli della partecipazione.

L’iniziativa rientra fra le attività di comunicazione istituzionale del programma operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2014-2020.




Apicoltura: approvato il bando per il Credito di Conduzione

La Regione Piemonte con la Determina 909 del 30/09/2019 ha approvato il Programma Regionale per la concessione di contributi negli interessi sui prestiti per la conduzione aziendale.
Beneficiari
Le aziende apistiche con sede in Piemonte in possesso di partita IVA, fascicolo aziendale, iscrizione in Camera di Commercio e regolarmente denunciati in Anagrafe Apistica Nazionale.
Spesa ammissibile a prestito da 5.000 € a 80.000 € che sarà calcolata moltiplicando il numero di alveari inseriti nel fascicolo aziendale e in Anagrafe Apistica per 150,00 €. Il contributo regionale è fissato nell’1% per le aziende di pianura o collina e a nel 1,5% in quelle di montagna. Le domande vanno presentate sul portale.
Il Bando scade il 31/10/2019.



300 cantieri aperti per la posa della banda ultra larga

Sono 223 i cantieri aperti per la posa della banda ultra larga (Bul) in fibra e 78 per onde radio in Piemonte.

Questi gli ultimi dati relativi al piano per l’infrastrutturazione digitale in Regione, diffusi oggi dall’assessore all’Innovazione Matteo Marnati a Gattinara (VC) nel corso del Roadshow per la rappresentazione dello stato dell’arte dell’agenda digitale e del piano Bul per la Regione Piemonte e per i territori delle province di Novara e Vercelli.

Nonostante i problemi burocratici, il piano per la posa della banda larga va avanti.

«La banda ultra larga – ha detto l’assessore Matteo Marnatinon è soltanto utile, ma fondamentale per lo sviluppo tecnologico ed economico regionale soprattutto a sostegno del mondo imprenditoriale. Porteremo tutti i servizi regionali in digitale con lo scopo di semplificare ed agevolare le pratiche sia per i cittadini che per le aziende».

L’agenda digitale della Regione Piemonte procede spedita con il piano di finanziamenti previsto dal Programma operativo regionale (Por), del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) Por 2014-2020.

Si registra l’implementazione dello Spid, il Sistema pubblico di identità digitale, che ha una dote finanziaria di 1 milione e 620 mila euro; la realizzazione del Polo regionale dei pagamenti (PagoPa) Piemonte pay, integrato con la piattaforma nazionale, al fine di offrire ai cittadini il Fascicolo del contribuente, con dotazione di 2 milioni 880 mila euro.

Da segnalare anche il fascicolo sanitario elettronico e i relativi servizi online: informatizzazione dell’area clinico-sanitaria, dematerializzazione dei documenti, accessibilità, ritiro referti online o cambio medico, con 17 milioni e 900 mila euro a disposizione; i servizi per l’agricoltura digitale attraverso il Siap, sistema informativo agricolo piemontese, con 1 milione 800 mila euro; il supporto agli enti intermediati dalla Regione Piemonte aderenti a Piemonte pay per 1 milione e 500 mila euro.

C’è poi il “Bip 4 Maas”, biglietto integrato piemonte per Mobility as a service, ovvero l’accesso tramite smartphone ai servizi di mobilità, per 950 mila euro. E ancora, la dematerializzazione dei procedimenti territoriali, come ad esempio delle concessioni e delle riscossioni dei canoni del demanio idrico, della rilevazione delle istanze per la trasformazione del bosco in altra destinazione d’uso, con 700 mila euro disponibili; il cloud computing per la Pa piemontese, per 5 milioni di euro, e la valorizzazione dei dati pubblici attraverso gli open data, con una dotazione di 4 milioni 100 mila euro.




PSR, più spazio ai giovani piemontesi

L’assessore all’agricoltura Marco Protopapa nell’ultima riunione della Giunta Regionale guidata dal presidente Alberto Cirio si è fatto promotore della proposta di una serie di importanti modifiche al Programma di sviluppo rurale 2014 – 2020.

In attesa del varo del nuovo ciclo di programmazione 2021 – 2027 abbiamo deciso di apporre una serie di modifiche al Psr attualmente in vigore per favorire le attività imprenditoriali dei giovani agricoltori piemontesi – spiega l’assessore Protopapa.

In pratica abbiamo incrementato la dotazione finanziaria relativa alla misura 6.1 riguardante l’insediamento giovani agricoltori per un ammontare di un milione e 550 mila euro.

Per i giovani agricoltori di età compresa tra i 18 e 41 anni che decideranno di dare vita a nuove aziende agricole nel territorio regionale, verrà data la possibilità di ottenere il relativo contributo d’insediamento in un arco temporale di 24 mesi dall’attivazione dell’azienda stessa invece del termine perentorio attuale che è fissato in 12 mesi.

La nostra attenzione è stata rivolta anche all’agricoltura di montagna dove operano molti giovani, con l’apporto di nuove risorse che permetterà di aumentare la dotazione dell’indennità compensativa per le zone montane per un ammontare complessivo di 15 milioni di euro per il bando 2019 – conclude Protopapa”.

Le proposte approvate dalla Giunta Regionale sono state inviate ai competenti servizi della Commissione Europea per l’approvazione definitiva.

Per quanto riguarda più in generale l’andamento complessivo del Programma di sviluppo rurale 2014 – 2020 vi è da registrare che nell’ultima riunione del Comitato di sorveglianza è stata approvata la relazione annuale relativa all’anno 2018, dalla quale emerge il raggiungimento degli obiettivi di pagamento ed allo stesso tempo anche dell’obbiettivo di performance, che prevedeva il soddisfacimento di diversi target di tipo finanziari e fisici, tra i quali il numero delle aziende beneficiarie ed il numero di ettari coperti.

Tale raggiungimento di performance ha permesso di sbloccare la riserva prevista che ammonta a 64 milioni di euro che verrà quindi messa nuovamente a disposizione per ulteriori bandi a favore degli agricoltori piemontesi.