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Nelle farmacie piemontesi tamponi a 25 euro

I farmacisti piemontesi effettueranno i tamponi per lo screening del Covid19 a un prezzo calmierato di 25 euro.

Il costo salirà a 30 euro se il tampone sarà effettuato in presenza di un medico. L’intesa tra Regione Piemonte, Federfarma e Assofarma è stata raggiunta oggi. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi in aula rispondendo a un question time di Silvio Magliano (Moderati) che la scorsa settimana aveva sollevato il tema del prezzo concordato dei tamponi in farmacia in un’analoga interrogazione a risposta immediata.

L’assessore Icardi ha inoltre affermato la volontà della Regione di estendere anche alle scuole superiori il progetto “Scuola sicura”, avviato in Piemonte tra gli studenti di seconda e terza media, come richiesto nell’interrogazione odierna del capogruppo dei Moderati.
“Il progetto, che prevede uno screening su base volontaria con cadenza mensile, si propone di prevenire i focolai, data la presenza in quelle fasce di età di molti asintomatici”, ha spiegato Magliano nella sua interrogazione, sottolineando che l’effettuazione dei tamponi solo negli hotspot delle Asl non ha finora aiutato lo sviluppo del progetto. “Chiedo all’assessore di estenderlo agli studenti delle scuole superiori, per consentire un più efficace monitoraggio di quelle fasce di età, sensibilizzandoli anche sull’importanza delle misure di sicurezza come l’uso delle mascherine e il distanziamento”.

Icardi, confermando la volontà regionale di estenderlo alle scuole superiori, ha parlato di un progetto “di importanza strategica per gli studenti. Per questo ho chiesto al servizio di epidemiologia di studiarne le modalità di estensione ad altre fasce d’età”. Per superare le difficoltà di attuazione del progetto, “stiamo verificando la possibilità dello screening per ‘Scuola sicura’ nelle farmacie, con un intervento della Regione per ridurne i costi, in modo da rendere tutta la pratica più appetibile sia da un punto di vista logistico, data la vicinanza delle farmacie a ogni famiglia, sia dal punto di vista economico”.

Durante il Question time sono state discusse anche le interrogazioni di Domenico Rossi (Pd) su “Data della somministrazione del vaccino al momento della prenotazione”; Alberto Avetta (Pd) su “A Quincinetto la frana accelera. Urge una soluzione definitiva in tempi certi”; di Ivano Martinetti (M5s) su “Difficoltà per i lavoratori transfrontalieri della Provincia di Cuneo e la Valle Roya. Necessario urgente intervento di potenziamento dei servizi ferroviari”; di Marco Grimaldi (Luv) su “Forti diseguaglianze di genere nelle nomine regionali”.




Cnvv: Analisi trimestrale dell’export delle province di Novara e di Vercelli

Il quarto trimestre del 2020 è stato caratterizzato dall’introduzione di nuove misure restrittive a causa dell’arrivo della seconda ondata pandemica che ha coinvolto non solo il nostro Paese, ma tutta l’Europa e l’America, sia del Nord che del Sud. Nonostante ciò le performance descrittein questo Rapporto non si discostano di molto rispetto al trimestre precedente, con l’eccezione del comparto del tessileabbigliamento, che ha sofferto maggiormente.

1.La dinamica dell’export complessivo e manifatturiero delle province di Novara e Vercelli globalmente considerateNel quartotrimestre del 2020 le esportazioni complessivedelle province di Novara e Vercelli sono diminuite nel loro insieme del 1,1% tendenziale, quelle nazionali del1,8%. Il dato relativo all’intero anno 2020evidenzia un calo tendenziale del 9,5% a livello delle due province globalmente considerate, e un calo sostanzialmente analogo a livello nazionale, pari al 9,7%. Considerando le sole esportazioni manifatturieredelle province di Novara e Vercelli, nel 2020 risultate pari a 7miliardi di euro,essehanno registrato un calo tendenziale pari al 9,7%.

La flessione ha interessato tutti i comparti, con le sole eccezioni degli articoli farmaceutici che, al contrario,hanno registrato una forte crescita in conseguenza dell’emergenza sanitaria in atto (+23,8%)e del piccolo comparto dellegno, carta e stampa (+1,7%).

Quanto agli altri settori, partendo dalle performance peggiori, i prodotti petroliferi raffinatisono calati del 53,5%; i mezzi di trasporto del 35,9%;i computer e prodotti ottici del 16,1%. L’aggregato “prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori” si è ridotto del 15,2%,con al suo interno il comparto dei prodotti tessili che ha registratoun calodel 28,9% e quello più grande degli articoli di abbigliamento che è calato del 15,3%.

L’export articoli in gomma e materie plastichesi è contratto del15,9%; quello dei metalli e prodotti in metallo del 11,3%; i macchinari ed apparecchi hanno registrato un 10,6%,con al loro interno le macchine di impiego generale che si sono ridottedi un analogo10,6%; l’export di apparecchi elettriciha subito una flessionedel 1,5%, quello dei prodotti alimentari, bevande e tabacco del 1,3%; quello delle sostanze e prodotti chimici del 0,9%.Per quanto riguarda la ripartizione geografica dell’export, nel2020 si osserva un calo delle venditedel7,9% verso l’Unione europeae del 11,7%verso i Paesi extraUe 27.

Le esportazioni di manufatti dirette verso i 27 Paesi Ue, pari a 3,9miliardi di euro, hanno rappresentato nel2020 il 55,0% dell’export manifatturiero delle province di Novara e Vercelli considerate insieme; quelle dirette verso i mercati extraUe, pari a 3,1miliardi di euro, sono equivalseal 45,0% dell’export manifatturiero delle due province.

Quanto ai singoli mercati di sbocco, nel 2020 l’elemento più evidente, oltre allacontrazione dell’export manifatturiero delle due province verso gran parte deiprincipali Paesi di destinazione, è la forte crescita delle esportazioni verso la Cina (+23,4%), unitamente a quella più contenuta verso il Belgio (+6,5%) e a quella minima verso la Polonia (+0,5%). Quanto agli altri Paesi, le contrazioni dell’export vanno da quelle più lievi verso i Paesi Bassi (0,2%), la Germania (4,9%) e la Francia (6,5%) a quelle più sostenute verso gli Stati Uniti (11,4%), la Spagna (14,9%), il Regno Unito (15,9%) e la Svizzera (19,0%).

In questo contesto, GermaniaeFranciasi confermano nell’ordine i primi 2 Paesi di destinazione dell’export manifatturiero provinciale, abbondantemente davanti a Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito.

Nel complesso questi 5 Paesi assorbono il 49,2% dell’export manifatturiero delle due province, in calo del 10,1% rispetto al 2019. Si osserva inoltre, rispetto al Rapporto precedente, il ritorno al terzo posto da parte degli Stati Uniti con la Svizzera che si riposiziona quarta; il Regno Unito conserva la quinta; la Cina si posiziona sesta scalzando la Spagna che diviene settima. Paesi Bassi, Polonia e Belgio mantengono rispettivamente l’ottava, la nona e la decima posizione.

Sul fronte delle importazioni manifatturiere nel 2020 si registra un calo dell’import da tutti i principali mercati di approvvigionamento, fatta eccezione per la Cina, dalla quale le due province di Novara e Vercelli registrano un significativo incremento delle importazioni pari al +23,4%, e il Belgio,che registra una crescita del +6,5%.

Quanto agli altri principali Paesi di provenienza dell’import manifatturiero si osserva invece un caloa due cifre per il RegnoUnito (15,9%), la Spagna (14,9%), la Tunisia (11,8%) e gli Stati Uniti (11,4%). Più contenuta la flessione da Francia (6,5%), Germania (4,9%), Giappone (0,6%) e Paesi Bassi (0,2%). I principali mercati di approvvigionamento delle due province si confermano, nell’ordine, Germania, Cina, Francia, Stati Uniti: da questi soli 4 Paesi proviene il 56,6% dell’import manifatturiero delle province di Novara e Vercelli, risultato in calo del 8,1%rispetto al 2019. Completano laclassifica, nell’ordine, il Belgio che si posiziona quinto al posto dei Paesi Bassi che divengono sesti, la Spagna, il Regno Unito, la Tunisia e il Giappone.

2.Provincia di Novara

Osservatorio Macchine di impiego generaleNel quarto trimestre 2020 le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteriavalvolame)confermano l’inversione di tendenza osservata nel trimestre precedente, mettendo a segno una crescita del+4,2% tendenziale, mentre sul piano nazionale si è registrata una ulterioreflessione, per quanto lieve,pari al1,0%; il dato relativo al 2020 evidenzia una contrazionedell’export del 5,6% per la provincia di Novara e un calo del 13,2% a livello nazionale. Per quanto riguarda ledestinazioni dell’export,Belgio, Paesi Bassi e Svizzera sono gli unici Paesi tra i principali mercati di sbocco verso i quali nel2020 si è registrata una crescita, nella misura del +11,3%, +10,6% e +8,6% rispettivamente.

L’export verso tutti gli altri principali mercati di sboccoè risultato invece in flessione, particolarmente sostenuta per la Russia (21,9%), il Regno Unito (17,1%) e la Germania (11,1%); più contenuta verso la Grecia (9,3%), gli Stati Uniti (5,0%), la Francia (4,2%) e la Spagna(2,8%).Nel 2020i principali mercati di sbocco si confermano, nell’ordine,Francia,Germania,Stati Uniti e Regno Unito: la quota complessiva di export diretta verso questi 4 Paesi è pari al 44,6%, in calo del 8,8% rispetto al 2019.

Nella classifica si confermano inoltre, nell’ordine, le posizioni di Spagna, Paesi Bassi e Belgio; la Grecia si posiziona ottava al posto della Svizzera, che diviene nona; la Russia si conferma al decimo posto.

Osservatorio Prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamentoNel quartotrimestre 2020 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamentodella provincia di Novara sono calate del 13,2% tendenziale (a fronte del 4,1% registrato nel terzo trimestre), quelle nazionali del 14,0% (a fronte del 9,8% del terzotrimestre). Il dato relativo al 2020 indicaun calo del 11,7%per l’export novarese, e unodel 18,7% per l’export italiano del settore.

Quanto ai principali mercati di sbocco, nel 2020 si osserva un calo generalizzato dell’export verso tutti i principali Paesi di destinazione dei prodotti tessili e abbigliamento della provincia di Novara, con lesoleeccezionidella Svizzera che cresce del +2,2% (a fronte tuttavia del +12,4% registrato nei primi 9 mesi del 2020) edella Corea del Sud che, grazie al forte incremento registrato nel quarto trimestre (+123,9%), si porta in territorio positivo mettendo a segno un incremento del +4,9%.Le flessioni registrate dalle altre principali destinazioni dell’export sono particolarmente sostenute verso Stati Uniti (44,0%), Regno Unito (23,0%), Germania (20,7%), Spagna (18,9%) e Francia (17,7%).

Più contenute verso Tunisia (9,6%), Giappone (6,7%) e Polonia (2,9%).La Svizzera si conferma nettamente il principale mercato di sbocco, verso il quale si dirige il 49% dell’exportsettoriale della provincia di Novara, in crescita del +2,2% rispetto al 2019. Quanto agli altri Paesi la classifica rimane immutatarispetto all’Osservatorio precedente, con la sola variazione della Germania che si posiziona quarta al posto del Giappone, chediviene quinto. Francia e Regno Unito mantengono rispettivamente la seconda e la terza posizione; mentre dal sesto posto si confermano, nell’ordine, Spagna, Stati Uniti, Tunisia, Corea del Sud e Polonia.

3.Provincia di Vercelli

Osservatorio Macchine di impiego generaleNel quarto trimestre 2020 le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteriavalvolame)della provincia di Vercelli sono calate del 20,0%, quelle italiane del 1,0%.

Il dato relativo al 2020 evidenzia un calo del 22,6% a livello provinciale e uno del 13,2% a livello nazionale. Nel 2020 l’export flette verso tutti i principali Paesi di destinazione dell’export vercellese di rubinetteria e valvolame, fatta eccezione per la Svizzera, che registra una crescita pari al+6,2%, la Germaniache ne mette a segno una del +8,3%e il Belgio (+51,0%) che, grazie al forte incremento del quarto trimestre (171,6%), si inserisce nella classifica dei principali mercati di sbocco della provincia di Vercelli, scalzando l’Ungheria, chene fuoriesce.

Quanto agli altri Paesi, si registrano forti flessioni verso la Spagna (61%) e la Francia (43,7%); consistenti anche le contrazioni verso Regno Unito e Stati Uniti (entrambi 19,5%), Svezia (13%) e Paesi Bassi (11,9%); più contenuta quella verso l’Arabia Saudita (3,1%).Germania e Francia si confermano i principali mercati di sbocco dell’export settoriale provinciale: i soli due Paesi considerati hanno assorbito nel 2020 il 30,1% dell’export, in flessione del 14,7% rispetto al 2019. Rispetto al Rapporto precedente, l’ordinedella classificarimane immutato fino all’ottavaposizioneed è il seguente: Germania, Francia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito,Arabia SauditaePaesi Bassi. Al nono posto si inserisce il Belgio, mentre la Svezia conferma la sua decima posizione.

Osservatorio Prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamentoNel quarto trimestre 2020 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamentodella provincia di Vercelli sono calate del 10,9% tendenziale (a fronte del 4,1% del terzo trimestre); quelle nazionali si sono ridotte del 14,0% (a fronte del 9,8% del terzo trimestre).

Nel complesso del 2020 l’export provinciale si è ridotto del25,2%, quello nazionale del18,7%.Quanto ai principalimercati di sbocco, nel2020 si è registratala contrazione dell’export verso tutti i primi 10 Paesi di destinazione delle esportazioni vercellesi di tessileabbigliamento, fatta eccezione per quelle dirette in Cina (+17,5%) e in Svizzera (+1,0%).Riguardoagli altri Paesi, le contrazioni dell’export sono a due cifre: Hong Kong 53,3%; Stati Uniti 40,5%; Giappone 36,1%; Francia 31,7%; Corea del Sud 27,2%; Regno Unito 25,4%; Germania 21,4%; Russia 12,2%. Rispetto al precedente Rapporto, la classificaha subìto alcunevariazioni in termini di posizionamenti: la Cina sale in vetta alla classifica, scalzando gli Stati Uniti che scivolano al secondo posto.

Dal terzo al sesto posto si confermano, nell’ordine, Francia, Regno Unito, Hong Kong e Russia. La Svizzera dal nono posto si porta al settimo, invertendo la posizione con la Germania che diviene nona; la Corea del Sud si conferma ottava e il Giappone decimo. Quanto alla concentrazione dei principali mercati di sbocco, i primi 4 Paesi assorbono il 47,6% dell’export settoriale provinciale, in calo del 23,1% rispetto al 2019

 

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Da lunedì 26 aprile Piemonte in giallo tranne Cuneo

Il Piemonte tornerà in zona gialla da lunedì 26 aprile. La nuova classificazione varrà per tutte le province tranne Cuneo.

La Granda diventerà gialla da giovedì 29 aprile, in modo da completare il periodo di permanenza in arancione di 14 giorni previsto dalle indicazioni nazionali.

Sul ritorno a scuola del 70% degli studenti delle superiori deciso dal Governo al posto del 60% chiesto dalle Regioni, l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi afferma che “faremo il massimo sforzo, ma diciamo apertamente che non è la situazione migliore e che potrebbero esserci disagi che non sono dovuti all’inefficienza o all’incapacità di programmare, ma al fatto che in un giorno è complicato mettere in pista scelte differenti”.

“Abbiamo dei piani approvati al 75% già a gennaio, che prevedono il doppio turno a scuola, ma è evidente che questo in un giorno non si può attivare e bisogna anche pensare al fatto se sia opportuno farlo nell’ultimo mese e mezzo, quando c’è un meccanismo in corso anche per gli esami – aggiunge Gabusi – Noi assicuriamo il nostro impegno e lo sforzo massimo delle aziende di trasporto, chiedendo alle persone di rispettare le regole, perché naturalmente vogliamo garantire ai nostri studenti di andare a scuola in sicurezza. I primi giorni ci serviranno anche per ritarare i servizi e mettere a disposizione tutti i mezzi che abbiamo, che non sono infiniti così come non sono infiniti gli autisti”.




CCIAA Torino: L’anno del Covid frena la spesa

Nel 2020 si contraggono i consumi delle famiglie torinesi, concentrati soprattutto su beni di prima necessità, come alimentare e abitazione.
Viaggi e vacanze ai minimi storici. Si preferisce il supermercato e il discount, ma cresce l’e-commerce. Aumentano le famiglie risparmiatrici, ma molte (40%) denunciano perdita di potere di acquisto.

Presentati oggi i dati della tradizionale indagine della Camera di commercio di Torino sulle spese delle famiglie torinesi, arrivata quest’anno alla 24° edizione. Anche nel 2020 sono state indagate complessivamente 240 famiglie residenti a Torino città o nella prima cintura attraverso la compilazione di questionari che analizzano le diverse tipologie di spesa, più o meno ricorrenti, le abitudini e i luoghi di acquisto preferiti.

Una spesa più sobria e limitata alle cose essenziali. Questa è stata la scelta quotidiana per le famiglie torinesi alle prese con un 2020 in cui si rinuncia al superfluo: il non alimentare registra il calo più significativo degli ultimi 10 anni – commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Cresce il numero delle famiglie che risparmiano, anche in conseguenza delle minori occasioni di spesa, ma allo stesso tempo raddoppiano le famiglie che lamentano perdita di potere d’acquisto”.

 

I dati dell’indagine

A fine 2020 la spesa media mensile delle famiglie torinesi si è fermata a 2.430 euro, in calo rispetto al 2019 del -4,8% (-123 euro), di poco al di sotto dei livelli raggiunti nel 2016.

 

 

Nel 2020 sono state le spese non alimentari a determinare l’arretramento dei consumi: con 2.016 euro registrano infatti un calo del –6,3% rispetto al 2019. Si tratta in assoluto della flessione più consistente registrata negli ultimi 10 anni. Continuano a crescere, invece, le spese alimentari (+3,2%), arrivando a rappresentare il 17% del totale della spesa (era il 15,7% nel 2019).

 

Nel 2020 si conferma dunque la modifica del paniere delle famiglie torinesi: i consumi vedono una crescita forzata solo nei beni essenziali, a scapito di quasi tutte le spese voluttuarie. La crisi ha colpito indistintamente tutte le famiglie torinesi, a prescindere dalla tipologia o dalla condizione economica: a far registrare la frenata più importante, però, le famiglie con figli (-10,6% rispetto al 2019).

 

Le spese alimentari

La spesa alimentare nel 2020 è pari a 414 euro (+3,2% rispetto al 2019; +13 euro). Le prime tre categorie di spesa rappresentano poco meno della metà del paniere complessivo: carni e salumi, il 21,4%, si collocano al primo posto; seguono latte e formaggi e pane e cereali.

L’aumento più significativo è però da registrarsi nei cibi pronti e da asporto con un +34%, +5 euro.

 

Le spese non alimentari

La spesa non alimentare mensile si attesta a 2.016 euro (-6,3%; -136 euro rispetto al 2019). In un calo generalizzato delle spese voluttuarie, a crescere sono quasi esclusivamente voci di prima necessità.

 

Voci di spesa in aumento

L’abitazione, a cui si sommano anche le utenze domestiche, continua ad essere la componente principale della spesa non alimentare: nel 2020 rappresenta il 49,6% delle spese non alimentari, ed è in crescita del +3,1% rispetto al 2019 (+31 euro).

Salgono poi del +29,5% alcune spese legate alla cura e all’igiene personale (+13 euro) probabilmente per l’acquisto intensivo di alcuni articoli sanitari come mascherine o gel disinfettanti.

Dopo un calo nei primi sei mesi, dall’estate in avanti riprendono gli acquisti per articoli sportivi ed il tempo libero che crescono del 13,5% (+6 euro) a livello annuo. In aumento anche le spese in istruzione pari a 36 euro (+4 euro).

 

Voci di spesa in diminuzione

Il calo più significativo, con un -18,3% e -57 euro, è da imputare alla macro voce degli “altri beni e servizi” che complessivamente scende a 256 euro; qui il tempo libero rappresenta la voce più significativa includendo le spese per viaggi e vacanze (-54 euro) e i pasti fuori casa (-30 euro). Le spese per viaggi nel 2020 sono in assoluto le più basse registrate negli ultimi dieci anni.

 

 

Con 69 euro medi mensili (-25 euro), in calo del -26,2%, le famiglie torinesi destinano a vestiario e calzature il 3,4% delle spese non alimentari. In questo caso però la diminuzione non è imputabile solo al Covid, ma prosegue un andamento già evidenziato in passato: questa voce infatti è in calo per il terzo anno consecutivo.

 

Nella voce trasporti e comunicazione (-24 euro; il 13,8%) la flessione del 7,8% è dovuta principalmente alla macro categoria dei trasporti (-18 euro), dove si registra un calo delle spese in benzina, gasolio e in acquisto di biglietti per i mezzi pubblici, treni e aerei. Diminuiscono, anche se meno marcatamente, le comunicazioni (-5 euro), dove il calo si è registrato nelle spese connesse alla telefonia come acquisto, bollette, internet     (-5 euro), categoria che nei primi mesi del 2020 aveva visto un significativo incremento.

 

In calo del 7,9% (-10 euro) la spesa in ricreazione, spettacolo e cultura dove com’è noto crollano gli acquisti di biglietti per cinema, teatro, spettacoli e sport e per gli abbonamenti in palestre e piscine. In flessione anche le spese per giornali, libri non scolastici e cancelleria.

 

Anche se in ripresa nella seconda parte dell’anno, scendono complessivamente su base annua le spese destinate a visite mediche specialistiche e analisi, anche a causa dell’emergenza sanitaria che ha imposto lo stop delle visite mediche/cure non urgenti. Calano poi contemporaneamente le spese per i servizi di assistenza alla persona soprattutto per quanto riguarda asili nido, baby sitter. Stabili invece le spese per assistenza ad anziani e disabili.

 

Il risparmio nelle famiglie

 

Crescono le famiglie che nell’anno della pandemia sono riuscite a risparmiare: il 28% degli intervistati contro il 25% del 2019. Rispetto all’anno pre-emergenza, aumentano soprattutto le famiglie risparmiatrici in condizione economica di autosufficienza (passate dall’8% al 14%) e quelle in fascia media (il 30% nel 2019 e il 34% nel 2020). Sale la quota di reddito risparmiata, passata dal 4% del 2019, al 4,7% del 2020.

 

In generale le famiglie torinesi hanno percepito un ridimensionamento del proprio potere d’acquisto. Raddoppiano infatti le famiglie che dichiarano un calo delle proprie possibilità di spesa rispetto all’anno precedente, passando dal 19,2% al 40%.

 

I principali luoghi di acquisto

Il 2020 ha registrato anche alcuni cambiamenti importanti sulle scelte dei luoghi e dei canali di acquisto. Prosegue il trend, già avviato negli anni precedenti, a favore di strutture di vendita medio–grandi: su super e ipermercati converge, infatti, oltre il 45% delle scelte dei consumatori (con un balzo in avanti di oltre 5 punti percentuale rispetto a un anno prima), e crescono anche i discount passando dal 10,4% al 12,5%. In calo il negozio tradizionale (dal 26,7% al 22%) e il mercato rionale (dal 7,9% al 6,6%).

Anche la scelta di Internet come luogo “virtuale” di acquisto ha ottenuto un’attesa e significativa diffusione, salendo dal 3,8% delle preferenze del 2019 al 5,2% del 2020.

 

I comportamenti durante l’emergenza

Quasi il 77,8% delle famiglie ha dichiarato di aver “speso meno del solito” rispetto al 2019, riducendo o eliminando principalmente gli acquisti di beni considerati superflui. A dettare questo tipo di scelta, sia le minori occasioni di spesa verificatesi durante la pandemia per il 68,8%, ma anche la riduzione del reddito familiare (21,3%). Ma per affrontare il periodo il 31,3% dei nuclei famigliari ha dovuto intaccare i risparmi accantonati.

 




Minacce al consigliere Sarno, la solidarietà di Stefano Allasia

Desidero esprime a nome dell’Assemblea legislativa solidarietà e vicinanza al consigliere regionale Diego Sarno per la vile minaccia ricevuta nella serata di ieri su un social network. Sono gesti inaccettabili che vanno condannati affinché venga fermata ogni forma di intimidazione nel rispetto della democrazia. E’ inammissibile che si debbano subire minacce solo perché si decide di intraprendere un determinato percorso, la contrapposizione  e il confronto delle idee non devono mai sfociare nell’intolleranza. L’aula di Palazzo Lascaris sarà sempre un luogo di dibattito democratico..




Consiglio regionale: In dirittura d’arrivo la legge di stabilità

Possibilità per le gestioni associate di sospendere fino al 30 settembre prossimo il canone demaniale per i gestori delle attività che operano sui laghi.

Allungamento di un anno dell’esenzione triennale dal bollo prevista nella passata legge di stabilità per alcune categorie di auto, ed esenzione Irap per il quarto anno per le aziende che stabilizzano le assunzioni.

Niente più tassa da 83 euro annui per i circa 800 veterinari piemontesi. Sono questi i contenuti principali della legge di stabilità 2021 di cui è cominciata la discussione oggi nel Consiglio regionale.

Un provvedimento di esclusiva natura tributaria e fiscale, per l’assessore al bilancio Andrea Tronzano, che ha respinto insieme con la maggioranza le richieste di emendamento venute dalla minoranza, a parte l’allungamento delle esenzioni già votate in Commissione su proposta di Marco Grimaldi (Luv).

“Un’occasione mancata”, secondo le opposizioni, in particolare Pd e Luv che avevano presentato emendamenti per esentare dall’Irap settori del commercio e imprese ricapitalizzate (Raffaele Gallo, Pd), o incrementare l’addizionale Irap per le imprese che dalla pandemia hanno avuto un forte incremento degli utili: commercio online, grande distribuzione, logistica, case farmaceutiche (Grimaldi).

L’assessore Tronzano ha difeso il provvedimento, respingendo le accuse di immobilismo avanzate dalle minoranze. “”Nel 2020 – ha detto Tronzano – abbiamo messo in campo azioni concrete importanti, una manovra fiscale su bollo auto e addizionale Irap, favorendo chi inquina di meno, le imprese che si insediano in Piemonte e quelle che fanno nuove assunzioni, ma anche investimenti che sono effettivamente serviti alle imprese. Sono manovre tutt’ora valide e lo saranno anche negli anni futuri”.
In aula sono intervenuti il relatore di maggioranza Davide Nicco (Fdi), quello di minoranza, insieme con Grimaldi, Diego Sarno (Pd), Maurizio Marello (Pd), Sean Sacco (M5s), Silvio Magliano (Moderati), Mario Giaccone (Lista Monviso). La discussione continuerà domani in Consiglio.

In precedenza parere favorevole sulla legge di stabilità era stato dato dal Consiglio delle autonomie locali (Cal), che ha ritenuto condivisibili le modifiche e le semplificazioni proposte, ma ha anche espresso “preoccupazione per alcune criticità relative all’impianto complessivo della manovra di bilancio regionale, in particolare per i tagli operati nei confronti degli enti locali, del trasporto pubblico e dei contributi per l’adeguamento della strumentazione urbanistica dei Comuni, nonché per la riduzione delle risorse sul welfare e sulla montagna”.

L’assemblea ha ribadito quindi la necessità di aprire un tavolo permanente per concordare con la Regione un percorso condiviso con le autonomie locali, anche alla luce dei fondi europei che saranno da investire sul territorio per lo sviluppo locale.




Confagricoltura a Cirio: piena collaborazione per sostenere la ripresa del Piemonte

Il presidente regionale di Confagricoltura Enrico Allasia è intervenuto ieri pomeriggio (25 marzo) alla videoconferenza presieduta dal governatore del Piemonte Alberto Cirio per una valutazione generale con le categorie economiche sulle proposte che il Piemonte presenterà al Governo in materia di interventi da adottare nell’ambito del cosiddetto Recovery Plan, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“Nel suo intervento Allasia ha ricordato al presidente Cirio la stagione di profondi cambiamenti che sta vivendo la nostra agricoltura, anche per effetto della pandemia; le difficoltà del settore provato dalla crisi, acuita dalla situazione contingente che si è innestata su un sistema economico già strutturalmente debole e la necessità di interventi urgenti per migliorare competitività, innovazione e sostenibilità del nostro sistema produttivo” hanno commentato per conto di Confagricoltura Alessandria il presidente Luca Brondelli ed il direttore Cristina Bagnasco.

Per Confagricoltura è necessario mettere in campo interventi per colmare le lacune legate al ritardo organizzativo e tecnologico del Piemonte; rafforzare le nostre filiere produttive; potenziare le infrastrutture logistiche e digitali; efficientare il sistema delle risorse idriche; riformare la Pubblica Amministrazione; sostenere la multifunzionalità dell’agricoltura nell’ottica della transizione ecologica ed energetica grazie al riutilizzo dei sottoprodotti per fini energetici, quali biogas, biometano ed idrogeno, sostenere le produzioni integrate e biologiche; contrastare il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico e  sensibilizzare l’opinione pubblica per favorire la consapevolezza dei consumatori e valorizzare il ruolo dell’agricoltura. “Manifestiamo il  pieno impegno di Confagricoltura a collaborare – hanno concluso Brondelli e Bagnasco – e chiediamo alla Regione di essere coinvolti in modo attivo nella definizione degli impegni e nella realizzazione delle azioni progettate”.




Regione Piemonte: Pronto il bando per i contributi a sostegno delle PMI

E’ stato approvato con determina n. 74 del 3 marzo 2021 il bando che riguarda i “Contributi a sostegno della capitalizzazione delle piccole e medie imprese”. La misura, attivata con delibera di Giunta a seguito di confronto con la terza commissione consigliare, vedrà l’avvio dello sportello il prossimo 29 marzo alle ore 9.

L’intervento, finanziato complessivamente con un milione di euro per una potenziale platea di circa 30 imprese beneficiarie, è rivolto alle aziende del settore manifatturiero, delle costruzioni e dell’informatica.

Sono previsti contributi a fondo perduto di valore massimo pari a 62.500 euro per l’aumento di capitale delle società che effettueranno un’operazione di aumento di capitale (da un minimo di 50.000 euro fino ad un massimo di 250.000).  Lo strumento di sostegno prevede il 30% di contributo per aumenti di capitale compresi tra 50.000 e 150.000 euro, il 25% per aumenti di capitale compresi tra 151.000 e 250.000.

Possono accedere alla misura le pmi piemontesi in possesso di alcuni requisiti, tra i quali: essere imprese di capitali, essere costituite da almeno un anno e con un bilancio chiuso e approvato, avere la sede di investimento attiva e operativa in Piemonte.

“L’intervento – conferma l’Assessore alle attività economiche e produttive Andrea Tronzano – è volto a dare un sostegno alle Pmi che in questo modo operano per la prosecuzione e il rilancio dell’attività di impresa puntando su investimenti, sviluppo e consolidamenti”.




Disposizioni antismog, Confagricoltura chiede alla Regione un confronto tecnico

Con la D.G.R n. 9-2916 del 26 febbraio scorso – ricorda Confagricoltura – sono state infatti approvate una serie di disposizioni straordinarie per la tutela della qualità dell’aria, che per il settore agricolo si traducono essenzialmente in divieti, applicati nei periodi di superamento delle soglie di inquinamento, riguardanti la combustione all’aperto di paglie e residui colturali e la distribuzione in campo di tutte le matrici fertilizzanti contenenti azoto (reflui e digestati, sia palabili, sia  non palabili, concimi minerali, ammendanti e correttivi). Data l’urgenza del provvedimento, le misure sono state adottate praticamente senza possibilità di confronto e discussione.

Confagricoltura Piemonte ritiene che non siano stati considerati in modo adeguato alcuni aspetti tecnico-agronomici fondamentali, in particolare per quanto riguarda la fertilizzazione. Infatti, nell’estendere l’obbligo di interramento immediato a tutti i concimi azotati non si è tenuto conto del fatto che questa operazione risulti agronomicamente impossibile qualora vi sia già una coltura in atto (per esempio grano o orzo) e che, a questo punto della stagione, non sia neanche possibile cambiare il piano di concimazione già impostato e in parte realizzato, ricorrendo, per esempio, a concimi a lento rilascio. Anche la letamazione dei prati in primavera, pratica agronomica non solo consigliata, ma raccomandata per quanto riguarda le coltivazioni biologiche, risulterebbe irrealizzabile, oltre che distruttiva per il cotico erboso, se il letame dovesse essere interrato.

Inoltre le misure straordinarie per la qualità dell’aria, come è stato più volte affermato, dovrebbero essere applicate in modo uniforme in tutte le Regioni del Bacino Padano per poter rispondere in modo adeguato sia alle esigenze di carattere ambientale, sia agli obblighi derivanti dalla procedura di inflazione.

Esaminando i provvedimenti adottati dalle altre Regioni – fa rilevare Confagricoltura – si può notare che il quadro non è omogeneo.

La Regione Lombardia prevede il divieto di spandimento degli effluenti di allevamento, delle acque reflue, dei digestati, dei fertilizzanti e dei fanghi di depurazione in tutti i casi di superamento dei limiti di inquinamento dell’aria.  Sono però state definite con precisione le matrici fertilizzanti soggette alle limitazioni, tra l’altro con esclusione dei letami, e consentite numerose modalità di applicazione al terreno oltre all’iniezione e interramento immediato, tra le quali la distribuzione localizzata su colture in atto.

L’Emilia-Romagna, pur estendendo territorialmente le misure come Piemonte e Lombardia, ha limitato il divieto allo spandimento dei liquami, facendo salva l’applicazione con interramento immediato o iniezione diretta.

Il Veneto infine a tutt’oggi non ha ancora approvato alcuna delibera che tratti le misure straordinaria per la qualità dell’aria.

Sembrano quindi potersi aprire degli spazi – sostiene Confagricoltura – per una parziale revisione della delibera del Piemonte o comunque per la definizione di indicazioni operative più dettagliate riguardo alle fertilizzazioni.

Confagricoltura Piemonte ritiene che si possa anche prendere in considerazione, quale modalità non dannosa per l’ambiente, la distribuzione controllata dei concimi minerali in prossimità di eventi piovosi, previsti dal Servizio meteo regionale; la loro distribuzione con pressoché immediata infiltrazione negli strati superficiali del terreno contribuirebbe a migliorare la qualità dell’aria e consentirebbe un assorbimento più veloce dell’azoto con limitate dispersioni in atmosfera.

 

 

 

 




Qualità dell’aria: Tavolo di coordinamento in aiuto ai Comuni

L’incontro di oggi ha messo ancora una volta in luce l’obbligo per tutte le amministrazioni locali di affrontare l’argomento inquinamento in modo unitario, all’interno di un clima di grande collaborazione.

Il lavoro di coordinamento portato avanti dalla Città metropolitana è fondamentale rispetto alle decisioni appena varate con la recente delibera della Giunta regionale e al ruolo dei sindaci che devono in tempi brevissimi emettere le ordinanze contenenti le limitazioni per la circolazione degli autoveicoli, intervenire nei settori del riscaldamento ed in agricoltura. Sarà nostra cura inviare a tutti i comuni un modello di ordinanza, un documento aggiornato per facilitare il lavoro di tecnici e amministratori che hanno il compito di informare i loro cittadini sulle nuove restrizioni.

Ordinanze che dovranno essere simili il più possibile fra loro per evitare troppe differenze tra un comune e l’altro, in particolare fra quelli confinanti, in particolar modo rispetto agli spostamenti di auto e mezzi commerciali”.

In sintesi, come spiega la consigliera delegata all’ambiente della Città metropolitana di Torino Barbara Azzarà, è quanto emerso dai lavori del Tavolo di coordinamento sulla qualità dell’aria che si è riunito questa mattina in modalità on line.

Dopo l’annuncio delle disposizioni da parte della Regione Piemonte sulle nuove misure antismog, a partire della gestione del semaforo che regola i blocchi del traffico, la consigliera ha convocato sindaci e assessori all’ambiente e ai trasporti dei comuni di Alpignano, Avigliana, Baldissero Torinese, Beinasco, Borgaro Torinese, Cambiano, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Caselle Torinese, Chieri, Chivasso, Cirie’, Collegno, Druento, Giaveno, Grugliasco, Ivrea, La Loggia, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pecetto Torinese, Pianezza, Pinerolo, Pino Torinese, Piobesi Torinese, Piossasco, Poirino, Rivalta di Torino, Rivarolo Canavese, Rivoli, San Maurizio Canavese, San Mauro Torinese, Santena, Settimo Torinese, Torino, Trofarello, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano. Sono inoltre intervenuti i dirigenti regionali dell’assessorato all’ambiente ed i vertici di Arpa Piemonte, Anci e Agenzia Mobilità Piemontese.

Al centro della discussione, una novantina i partecipanti, le disposizioni straordinarie in materia di tutela della qualità dell’aria e la definizione delle modalità applicative sul territorio metropolitano.


Nei giorni precedenti all’incontro la consigliera Azzarà aveva inviato all’assessore regionale all’ambiente Marnati una lettera per confermare il ruolo di coordinamento del Tavolo metropolitano ma soprattutto per chiedere chiarimenti in merito alla predisposizione delle ordinanze che tutti i comuni dovranno emettere in tempi brevissimi per avvisare i cittadini sulle nuove misure entrate in vigore, dalle limitazioni alla circolazione degli autoveicoli, alla gestione degli impianti di riscaldamento, alle attività agricole e sulle varie deroghe.
La regione ha fornito indicazioni sui principali quesiti utili proprio per fornire “una linea di applicazione omogenea ed evitare, come già avvenuto in passato, situazioni di difformità che rendono ancora più complessa l’applicazione e la comprensione da parte dei cittadini di questi provvedimenti”.

Così si è proceduto ad illustrare le modifiche al modello di ordinanza con l’inserimento delle nuove decisioni a partire dalla revisione della tempistica per le misure emergenziali estese dal 15 settembre al 15 aprile, al blocco delle auto a benzina fino ad euro 2 , fino ai divieti di abbruciamento e alle limitazioni sull’utilizzo dei fertilizzanti in agricoltura, agli spandimenti di liquami, alla disciplina riguardante gli impianti di riscaldamento. Il tutto considerando il nuovo sistema messo in atto da Arpa Piemonte per la gestione del semaforo che disciplina l’attivazione delle misure emergenziali ora su tre giorni di controllo settimanali e in funzione delle previsioni di inquinamento.

Presto verrà riconvocato il tavolo per approfondire ulteriori argomenti legati alle nuove disposizioni oltre al tavolo tecnico al quale partecipano i rappresentanti della Polizia locale che tratterà gli aspetti riguardanti le modalità di controllo coordinato.