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Consiglio regionale, Icardi: “L’obiettivo è ridurre i ricoveri”

È importante contenere il numero di ricoveri, perché l’elemento più critico dell’attuale fase pandemica è “il fatto che con questo incremento nessun sistema sanitario al mondo, non dico il Piemonte, può reggere”. Per questo, ha spiegato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi nel corso della sua informativa in Consiglio regionale, “dobbiamo cercare di curare a domicilio tutti coloro per i quali è possibile”.

La seduta si è svolta in videoconferenza con la presidenza di Stefano Allasia.

“Si fanno molti ricoveri – ha detto l’assessore – e i tecnici ritengono che molti casi potrebbero però essere trattati a domicilio. Il Veneto ha addirittura fatto un’ordinanza in questo senso: noi abbiamo l’accordo integrativo con i medici”. Come esempio da seguire, Icardi ha citato quello di Ovada (Al) dove “il progetto Covid-Home prevede che all’accesso al pronto soccorso si facciano approfonditi esami e chi può viene rimandato a casa, quindi seguito dalla medicina territoriale e dalle Usca. “In questo modo si è registrato una diminuzione dei ricoveri del 50 per cento”. Oggi “Sulla base delle curve di contagio e delle proiezioni a sette giorni, in Piemonte emerge che ogni 100 sintomatici in più si devono attendere entro pochi giorni 16 ricoveri ordinari, e ogni 100 ricoveri ordinari ce ne sono 16 in terapia intensiva”.

Sempre in quest’ottica l’assessore ha ricordato appunto che “il 13 maggio è stato siglato l’accordo con i medici di medicina generale, che ha moltiplicato capillarmente la possibilità di intercettare il virus sul territorio. Abbiamo messo diversi milioni su questo contratto integrativo”.

Il carico degli ospedali alla data di ieri ha fatto registrare “3187 posti occupati per il Covid su una disponibilità di 5580. L’incremento nelle TI è lineare. Non si sta assistendo a un incremento rapido, ma a una costanza di aumento. Tuttavia con questi numeri nessun sistema sanitario al mondo può dare una risposta certa per lungo tempo”. Icardi ha anche spiegato che rispetto alla prima ondata, oggi abbiamo pressione sui posti ordinari e meno su quelli di terapia intensiva.

“L’andamento dei ricoveri ordinari mostra incremento dal 16 agosto. Sino a quel punto eravamo a 2 posti letto occupati. Nel periodo estivo i casi erano in maggioranza importati (il 59 percento), cioè avvenuti altrove. Dal 14 settembre è ricominciato l’aumento esponenziale”.

Icardi, nel corso della sua informativa, ha anche ripercorso nel dettaglio tutte le iniziative intraprese dalla Regione Piemonte per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, a partire dal febbraio scorso. Ha rifiutato le critiche che accusano la Sanità piemontese di navigare a vista, descrivendo in modo dettagliato le decisioni prese e le direttive impartite alle Asl, chiarendo anche come i protocolli prevedano particolareggiatamente le azioni da intraprendere secondo i parametri registrati e i report settimanali che tutte le Regioni inviano al Ministero.




Una piattaforma informatica per la gestione dell’emergenza

Si chiama “Piattaforma Covid-19” il nuovo strumento voluto dalla Regione Piemonte con la collaborazione del CSI che consente all’Unità di Crisi di affrontare con maggiore efficacia l’emergenza Coronavirus: permette di monitorare in tempo reale i processi di analisi dei tamponi, la presa in carico dei pazienti in ospedale, le loro dimissioni e i trasferimenti a domicilio o in altre strutture per il post ricovero, le acquisizioni straordinarie di personale, i servizi e presidi medici, lo stato di occupazione dei letti suddivisi per ogni struttura tra terapia intensiva, subintensiva e ordinaria.

Un sistema gestionale completo e flessibile, con soluzioni tecnologiche open source in cui le informazioni sono fruibili facilmente anche in mobilità e con dispositivi diversi.

La battaglia si combatte anche con i dati, fondamentali per fornire all’Unità di Crisi informazioni cliniche ed epidemiologiche condivise e in tempo reale indispensabili per poter analizzare e decidere in tempi stretti, in un contesto in continua e rapidissima evoluzione – ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, presentando l’iniziativa durante una conferenza stampa telematica – Con il CSI si è riusciti a mettere in piedi in pochi giorni un sistema di dialogo tra tutte le Asl che fino ad un momento prima sembrava molto laborioso, se non impossibile da realizzare. Un modello che sarà certamente di estrema utilità per la sanità piemontese, anche dopo questa emergenza, che siamo la prima Regione in Italia a creare e che metteremo a disposizione gratuitamente delle Regioni che ce lo chiederanno”.

Ad utilizzare questa piattaforma sono tutti gli attori coinvolti dall’emergenza: Unità di Crisi, aziende sanitarie regionali, laboratori di analisi pubblici e privati convenzionati. Distribuite finora le credenziali di accesso a circa 700 operatori sanitari, 1181 sindaci e oltre 90 rappresentanti delle forze dell’ordine.

Un aspetto importante dello strumento è il supporto offerto ai sindaci nella gestione delle quarantene: per ognuno di essi viene messo a disposizione l’elenco delle persone del proprio comune che le aziende sanitarie decidono di mettere in isolamento.

Il protocollo con i sindaci

Sul piano operativo l’accesso alla piattaforma è stato definito con un protocollo che l’Unità di Crisi ha siglato con le rappresentanze degli enti locali (Anci Piemonte in rappresentanza di Anci e Upi, Anpci, Uncem Piemonte e Ali Piemonte),

“Il protocollo – afferma il vicepresidente e assessore regionale agli Enti Locali, Fabio Carosso – offre ai sindaci strumenti importanti per lo svolgimento del loro ruolo di primi referenti della pubblica autorità sul territorio, cui i cittadini mai come ora, si rivolgono per avere informazioni, rassicurazioni, indicazioni, chiarimenti”.

“Grazie alla convergenza di tutti i soggetti interpellati possiamo ora contare su una gestione dell’emergenza più sicura e più fluida da parte dei Comuni nel territorio di loro competenza – commenta l’assessore regionale alla Protezione civile, Marco Gabusi – Un territorio che i sindaci conoscono benissimo e su cui hanno una sensibilità specifica: come Protezione civile stiamo implementando per loro strumenti utili per conoscere l’andamento dell’epidemia a livello locale, stiamo distribuendo le mascherine per chi ne ha necessità e stiamo rafforzando le relazioni e i contatti utili”.