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Le misure del MiSE approvate dal Consiglio dei Ministri per sostenere le imprese

Il Consiglio dei Ministri riunito ieri sera ha approvato il decreto legge nel quale è stato inserito, su iniziativa del Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, il primo pacchetto di misure che hanno l’obiettivo di sostenere tutte le imprese nelle zone rosse. Si tratta di misure frutto del continuo confronto portato avanti dal MiSE in questi giorni con le categorie produttive del Paese.

Il Ministro Patuanelli è già impegnato a definire, insieme con tutto il Governo, un secondo pacchetto di misure che verrà approvato prossimamente e che conterrà nuovi interventi per fronteggiare l’impatto economico, diretto e indiretto, del sistema imprenditoriale e delle filiere coinvolte da questa emergenza.

Di seguito le misure approvate:

  • rafforzamento dell’intervento del Fondo di garanzia per le PMI: potenziamo il fondo portandolo fino a 750 milioni di euro e diamo priorità automatica di accesso alle imprese site all’interno della zona rossa, riconoscendo il massimo della garanzia concedibile (80%) e prevedendo la gratuità degli oneri della pratica. La misura si applicherà anche alle PMI ubicate in aree limitrofe alla zona rossa ovvero a quelle appartenenti ad una filiera produttiva particolarmente colpita dall’emergenza;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 dei pagamenti dei premi assicurativi;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 dei pagamenti di bollette elettriche, idriche, gas e dei rifiuti;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 del diritto annuale e delle sanzioni amministrative dovuti alla Camera di Commercio;
  • proroga fino al 15 febbraio 2021 dell’entrata in vigore delle procedure di allerta stabilite dal Codice delle crisi d’impresa per tutte le PMI;
  • sospensione fino al 31 dicembre 2020 dei pagamenti dei mutui agevolati concessi da Invitalia, relativi soprattutto a imprenditoria giovanile e femminile;
  • proroga di tutti i bandi aperti per l’accesso alle misure incentivanti del Ministero dello Sviluppo Economico.



Cgia: ecco le stime dell’impatto coronavirus sull’economia

Se l’emergenza coronavirus dovesse diffondersi a dismisura in tutte le regioni del Nord e durasse qualche mese, come hanno ipotizzato molti esperti di virologia, il rischio che una buona parte dell’economia nazionale si fermi è alquanto probabile.

Dall’Ufficio studi della CGIA segnalano che in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria viene “generata” la metà del Pil nazionale e del gettito fiscale che finisce nelle casse dell’erario; vi lavorano oltre 9 milioni di addetti occupati nelle imprese private (pari al 53 per cento del totale nazionale); da questi territori partono per l’estero i 2/3 delle esportazioni italiane e si concentra il 53 per cento circa degli investimenti fissi lordi (vedi Tab. 1).

Rifinanziare Cigo e Cigs, ridare credito alle Pmi e la PA paghi i suoi debiti

Oltre alle misure urgenti che interessano le attività e i contribuenti che rientrano nei Comuni ubicati nella cosiddetta zona rossa è altresì necessario che l’Esecutivo metta a punto una misura strutturale che interessi tutta l’economia.

“Il danno di immagine provocato al nostro Paese dal coronavirus è alquanto pesante. Molti settori produttivi – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – sono già allo stremo, per questo chiediamo al governo di approvare subito un intervento di medio- lungo termine che preveda il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e l’estensione degli stessi ai settori che oggi ne sono sprovvisti, si rafforzino le misure di accesso al credito delle Pmi e la Pubblica Amministrazione paghi tutti i debiti che ha contratto con i propri fornitori”.

Bisogna rilanciare gli investimenti pubblici
Oltre a questo, la CGIA chiede di rilanciare anche gli investimenti pubblici. Afferma il segretario, Renato Mason:

“Nei giorni scorsi il Commissario Europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha annunciato che Bruxelles, così come ha già fatto in passato quando abbiamo affrontato altre importanti emergenze come il terremoto nel centro Italia e l’arrivo in massa dei migranti nei porti del Sud, ci riconoscerà una dose di flessibilità che ci consentirà di non rispettare gli impegni assunti in merito al rapporto deficit/Pil. Risorse che, a nostro avviso, devono essere spese per la rilanciare gli investimenti pubblici, per ammodernare questo Paese, in altre parole per ridare fiato ad una economia che, altrimenti, rischia di entrare in recessione”.

La crisi ci costerà 7 miliardi di euro ?

A quanto potrebbero ammontare gli effetti del coronavirus sulla nostra economia ? Secondo l’Ufficio studi della CGIA è molto difficile quantificare economicamente l’impatto, anche perché molto dipenderà dalla durata temporale di questa fase emergenziale. Tuttavia, si segnala che nelle settimane scorse il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha ipotizzato una “perdita” di qualche decimale di Pil. Se, ad esempio, la ricchezza prodotta dovesse scendere di 0,4 punti percentuali, così come prevedono alcuni istituti di ricerca, il danno economico ammonterebbe a circa 7 miliardi di euro. Una cifra, comunque, puramente indicativa che, è bene sottolinearlo, non è supportata da alcun riscontro statistico.

Nell’ultimo anno le banche hanno tagliato i prestiti di 33 miliardi e la PA deve 53 miliardi ai fornitori

Le richieste rivolte dalla CGIA al Governo appaiono più che giustificate, visto che i dipendenti del settore del turismo e tutto il comparto delle microimprese, inclusi i titolari di queste ultime, non beneficiano di alcuna misura di sostegno al reddito in caso di crisi aziendale.

La stretta creditizia, purtroppo, è proseguita anche nell’ultimo anno. Tra il dicembre del 2019 e lo stesso mese del 2018 (ultimi dati disponibili), gli impieghi vivi alle imprese (prestiti bancari al netto delle sofferenze, ovvero prestiti in bonis) sono diminuiti di ben 33 miliardi di euro (-4,9 per cento).

Questa contrazione, che ormai dura ininterrottamente dal 2011, sta mettendo a dura prova la tenuta finanziaria di moltissime piccole e piccolissime attività che da sempre sono a corto di liquidità e sottocapitalizzate.

Anche a seguito della sentenza di condanna inflittaci nel mese scorso dalla Corte di giustizia europea, la nostra Pubblica Amministrazione deve pagare i debiti commerciali contratti con i propri fornitori.

Secondo le stime elaborate dalla Banca d’Italia, il debito ammonterebbe a 53 miliardi di euro, metà del quale sarebbe imputabile alla violazione dei tempi di pagamento che, secondo la Direttiva europea 2011/7/UE, impone alle Amministrazioni pubbliche termini di pagamento non superiori a 30 e 60 giorni (in quest’ultimo caso solo per il settore sanitario).




Confartigianato Cuneo: “Il Covid 19 sta mettendo in ginocchio il comparto artigiano”

L’emergenza Coronavirus sta facendo rallentare drasticamente l’economia del nostro Paese. Le Borse sono in affanno, le imprese iniziano a rimandare la produzione per mancanza di materiali, saltano gli eventi, vengono annullati i viaggi e gli spostamenti. Secondo le prime stime, l’impatto del coronavirus sul prodotto interno dell’Italia può arrivare fino allo 0,4 per cento per il 2020, il che equivale in termini assoluti a 5-7 miliardi di euro di ricchezza in meno.

Proprio non ci voleva in un momento ancora di forte incertezza, in cui l’onda lunga degli effetti di un decennio di crisi e gli scenari internazionali in continuo mutamento, non garantiscono quella stabilità dei mercati necessaria ad una vera ripresa.

Se sulle grandi aziende il vero contraccolpo della situazione lo si avvertirà tra qualche mese, a farne le spese nell’immediato sono invece le migliaia di piccole e microimprese che si ritrovano improvvisamente con l’attività in stallo e con prospettive di riavvio molto confuse.

In particolare, il comparto artigiano che nel Cuneese rappresenta uno dei pilastri dell’economia locale, sta risentendo pesantemente sia dello stato di ansia generato dalle notizie sulla diffusione del coronavirus e del conseguente periodo di “sospensione” delle attività collettive e pubbliche, che di fatto hanno interrotto bruscamente i flussi di lavoro e di consumo, di spesa e di ricavi.

«Gli effetti di questa situazione – spiega Bruno Tardivo, presidente della zona di Cuneo di Confartigianato e contitolare della CBT Italia, azienda leader nella produzione di biciclette da corsa e telai in carbonio – si avvertiranno più chiaramente tra qualche settimana, quando i componenti tecnologici che arrivano dal continente asiatico cominceranno a scarseggiare. Già in questi giorni abbiamo registrato un rallentamento nelle consegne, nonostante il materiale in arrivo fosse stato spedito prevalentemente via mare a gennaio. Il panorama si preannuncia quindi assai critico e, considerato che la Cina non lavora su magazzino, ma su commessa, prevediamo un contraccolpo pesante per le nostre produzioni già nei prossimi mesi, soprattutto per quanto riguarda la contrazione dei flussi finanziari».

Tra le tante manifestazioni cadute sotto la scure dei provvedimenti regionali di contenimento del covid19, c’è anche la Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano, trasferita a metà aprile, una delle vetrine più prestigiose a livello nazionale del settore della meccanica applicata all’agricoltura.

«Naturalmente comprendiamo l’allarme per la salute – commenta Ivano Fissore, contitolare dell’azienda omonima di Cavallermaggiore produttrice di macchine agricole e consigliere di Arproma (Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole) – tuttavia riteniamo che siano stati sottovalutati gli effetti economici generati da questa emergenza sanitaria. In questo frangente è decisamente più difficile gestire i contatti e la promozione dei prodotti italiani, in particolare per aziende come la nostra, che orientano il loro mercato prevalentemente verso l’export».

La batosta di questa emergenza non sta risparmiando nessuno. Ci sono alcune attività artigianali, in particolare quelle che si svolgono a stretto contatto con le persone, come l’estetica e l’acconciatura, che stanno registrando un calo superiore al 50% del fatturato. Per l’autotrasporto, settore già duramente provato, è ancora peggio: in questo caso si registra un calo del 70%, legato al fatto che molti autotrasportatori lavorano con la Lombardia e quindi sono bloccati.

«L’Autotrasporto è ormai stremato. – sottolinea Aldo Caranta, rappresentante provinciale, regionale e vicepresidente nazionale degli Autotrasportatori di Confartigianato – Dopo la lunga crisi, le difficoltà di una burocrazia sempre più pesante, i problemi cronici dei collegamenti infrastrutturali, adesso si è aggiunta anche la complessità dei trasporti da e per le zone “rosse”: tempi che si allungano, controlli sempre più stringenti e ulteriori complicazioni nella consegna delle merci. Una vera “via Crucis”».

«Il nostro Paese – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo e vicepresidente di SME United – sta in questi giorni affrontando una situazione di forte criticità a causa della diffusione del Coronavirus. Ciò impone a noi Parti sociali, al Governo, alle Regioni, a tutte le autorità e agli esponenti della società civile di lavorare insieme, mettendo a fattor comune gli sforzi e agendo in maniera coordinata per consentire al nostro Paese di superare questa fase in maniera rapida ed efficace. Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo».

«Oltre alle misure urgenti – conclude Crosetto – che il Governo ha adottato, o si appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura. Un ruolo importante dovrà essere svolto anche dalle Istituzioni europee, per creare le migliori condizioni per un rilancio economico dell’Italia nell’interesse della stessa Unione europea».

 




CCIAA Torino: da lunedì 2 marzo riaprono gli uffici al pubblico

Per tutelare la salute di tutti si ricorda che la prevenzione è lo strumento più efficace per contenere la diffusione della malattia.

È importante dunque attenersi ai dieci comportamenti diffusi dal Ministero della Salute e in particolare, allo sportello, si prega di mantenere la distanza di almeno un metro dalle persone.

Per informazioni e aggiornamenti a livello nazionale è possibile consultare:

 

Per tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Piemonte è possibile seguire:

  • la pagina dedicata su Piemonte Informa
  • la pagina ufficiale su Facebook della Regione Piemonte
  • gli account ufficiali su Twitter @piemonteinforma e @regionepiemonte.

 

 




Fondamentale tutela salute, ma ora si pensi alla ripartenza della nostra economia

“Fondamentale tutelare la salute della popolazione, ma ora si pensi alla ripartenza della nostra economia”, così il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli nel commentare l’atteso ritorno alla normalità nella nostra regione dopo l’emergenza Coronavirus.

“Sono stati giorni molto complicati che hanno inciso fortemente sul tessuto economico, in tutti i comparti, dalla produzione al turismo, dalla cultura al settore artigiano e la conta dei danni in termini di perdite di fatturato, calo degli ordini, sospensione o persino annullamento di eventi, business e non, rischia di esasperare una situazione già segnata da tassi di crescita inferiori al resto del Nord.

Ora occorre ripartire, certo con senso di responsabilità e rispetto delle indicazioni sanitarie, ma concentrando gli sforzi per recuperare il terreno perduto e sostenendo i comparti maggiormente penalizzati.

Ringraziamo la Regione Piemonte per gli interventi annunciati – moratoria sui mutui e stanziamento di 1 milione di euro – mentre attendiamo di conoscere le misure di sostegno alle imprese che il Governo sta mettendo a punto.

Il Piemonte non rientra nelle zone rosse, ma le forti interconnessioni con il sistema produttivo delle regioni più coinvolte così come gli impatti subiti per il rallentamento a livello mondiale richiedono provvedimenti straordinari. Siamo comunque fiduciosi nella capacità di ripresa del nostro territorio”.




Coronavirus: Gallina chiede interventi eccezionali a sostegno dell’economia

In questi giorni la nostra Regione sta affrontando una situazione di criticità a causa della diffusione del Coronavirus. È fondamentale che noi parti sociali, le Istituzioni e gli esponenti della società civile lavoriamo insieme, agendo in maniera coordinata ed efficace, affinché il nostro territorio possa superare rapidamente questa fase.

Le misure tempestivamente assunte hanno consentito di contenere il rischio sanitario. Grazie all’incessante lavoro degli esperti e del nostro sistema sanitario, siamo a conoscenza dei rischi del virus e delle corrette prassi necessarie per gestire questa situazione: comportamenti che tutti siamo tenuti a rispettare nell’interesse della società.

Tuttavia, dopo i primi giorni di emergenza, si rende fondamentale valutare, con equilibrio e lucidità, la situazione e il suo impatto. Il nostro territorio, infatti – che già versava in una condizione di criticità dal punto di vista economico e occupazionale – rischia ora di uscire da un’emergenza e ritrovarsi in uno scenario di gravissima crisi.

Ora dopo ora, stiamo ricevendo allarmate segnalazioni da parte di aziende che vedono precipitare le loro attività. Si parla di eventi annullati, commesse perse, personale che non viene più ricevuto dai clienti internazionali. Il nostro settore dell’accoglienza ha visto una caduta dell’80% delle prenotazioni alberghiere, e notizie altrettanto disastrose ci pervengono dal settore culturale e da quello dei servizi. Rischiamo di ritrovarci in ginocchio.

Chiediamo, dunque, che nei provvedimenti che verranno assunti dalla Regione nelle prossime ore si tenga conto – sempre nel massimo rispetto della salvaguardia della salute pubblica – della necessità di tutelare le attività economiche, che non possono essere bloccate. Proprio ora che stiamo procedendo verso una normalizzazione, dobbiamo consentire che imprese e lavoratori possano ricominciare a operare, a beneficio del nostro territorio e del Paese. E a tal proposito, abbiamo bisogno di istruzioni molto specifiche per i datori di lavoro, per garantire la sicurezza dei lavoratori. Non possiamo permetterci di bloccare l’Italia o di comprometterne ulteriormente l’immagine internazionale, i danni sarebbero incalcolabili.

Affinché questo succeda, è fondamentale cooperare perché sui mezzi di informazione e nella percezione pubblica non sia veicolata un’immagine angosciosa e non corrispondente alla realtà, che – anche nei confronti dei partner internazionali – sta rischiando di danneggiare consistentemente il nostro Made in Italy, la nostra offerta culturale e tutta la nostra accoglienza.

L’Unione Industriale è in contatto con Confindustria per chiedere al Governo degli interventi eccezionali a sostegno dell’economia, per far fronte a quella che potrebbe rivelarsi un’emergenza senza pari. Oltre al necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, infatti, sarà fondamentale costruire un importante piano di rilancio degli investimenti nel Paese, che contempli misure forti per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura.




Servizi digitali: la modulistica online di Città metropolitana per non recarsi agli sportelli

L’allarme coronovirus è l’occasione per ricordare agli utenti di consultare online tutte le modalità per scaricare documentazione senza recarsi agli sportelli, utilizzando dove possibile la modalità di trasmissione telematica dei documenti.

Molta modulistica è infatti disponibile online nei canali del sito dedicati ed e in molti casi è possibile l’inoltro via e-mail o pec (posta elettronica certificata).

Gli utenti sono invitati a contattare gli uffici telefonicamente o tramite email per verificare questa possibilità e valutare insieme l’eventuale necessità di recarsi fisicamente presso gli sportelli.

La sintesi della modulistica è consultabile qui https://bit.ly/39gwHlr

Si va dalle autorizzazioni ambientali alle concessioni stradali e trasporti eccezionali, dalle idoneità per autoscuole alle istanze per l’accesso agli atti: i documenti disponibili online sono diverse decine e riguardano tutti i servizi dell’Ente.




Consiglio regionale Piemonte, Allasia: “Informatevi solo attraverso i canali ufficiali”

Dall’incontro di ieri con il presidente della Giunta presso l’unità di crisi della Protezione civile è emersa una situazione sotto controllo, senza nessun nuovo caso positivo, oltre ai tre già segnalati nei giorni scorsi. Il monitoraggio proseguirà e continueremo a fornire aggiornamenti costanti.

Il mio appello a tutti i cittadini piemontesi è quello di acquisire notizie solo attraverso i canali istituzionali, in particolare il sito della Giunta, del Consiglio regionale e della Protezione civile, senza affidarsi a fonti non ufficiali, frequenti sui social network, che rischiano di alimentare disinformazione, preoccupazione e talvolta anche truffe.

Così il presidente del Consiglio regionale si è rivolto ai piemontesi per aggiornarli sulla gestione dell’emergenza Coronavirus.

“Tutti coloro che hanno il dubbio di aver contratto il virus possono contattare il numero verde  800.19.20.20, per ottenere una prima assistenza telefonica che, attraverso una sorta di pre-triage, indica al paziente che cosa fare o dove recarsi per ottenere la risposta assistenziale più appropriata.

Il servizio è stato organizzato per alleggerire i numeri dedicati normalmente all’emergenza dal grande flusso di chiamate che in queste ore stanno intasando i centralini del 112 e 118, con il rischio di rallentare i soccorsi. Per informazioni generiche di carattere sanitario sul coronavirus e sui comportamenti di prevenzione si può contattare il 1500, numero verde del Ministero della Salute”.

“La modalità costruttiva con cui si sta affrontando in Piemonte l’emergenza è il frutto dell’ottimo lavoro di squadra che coinvolge numerosi operatori. A loro va il mio sentito ringraziamento per lo spirito di sacrificio e la professionalità in un lavoro che li vede impegnati da sabato, senza sosta” – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale-. “Penso in particolare al personale sanitario, a quello della Protezione civile, ai numerosi volontari che stanno prestando assistenza così come ai funzionari dell’amministrazione che supportano a livello informativo i cittadini”.




Per il turismo quasi 76 milioni di euro

Il turismo piemontese potrà contare su circa sessanta milioni di euro per il triennio 2020-2021, ai quali entro pochi mesi se ne aggiungeranno circa 17 provenienti dalla rimodulazione del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr): è questa la disponibilità finanziaria annunciata in Terza commissione dall’assessore illustrando il Bilancio di previsione.

Tra i principali obiettivi figura il sostegno all’offerta turistica attraverso il potenziamento e la qualificazione delle strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere. L’assessore ha poi anche sottolineato che si punterà a sostenere le piccole e medie imprese che erogano i servizi turistici e che ci saranno specifici investimenti per la promozione dei territori.

Sono intervenuti esponenti di M5, Pd e Lega, che hanno espresso forti preoccupazioni per le possibili ricadute negative all’ intero comparto turistico piemontese causate dall’emergenza del Coronavirus.

In particolare il Pd, attraverso il suo capogruppo, ha auspicato di incominciare un’analisi della situazione al fine di individuare le priorità prima dell’approvazione in Aula del Bilancio, in maniera tale da poter apportare le necessarie modifiche dettate dalla contingenza. E per fare ripartire a pieno regime l’intera macchina del turismo piemontese una volta superata l’emergenza, la Lega ha chiesto particolare attenzione alla comunicazione.

La Commissione ha poi espresso parere favorevole a maggioranza per il Defr e per il Bilancio di previsione.




Coronavirus, a Novara un nuovo laboratorio per effettuare i test

Da oggi mercoledì 26 febbraio, sarà attivo all’ospedale di Novara il laboratorio in cui si potranno eseguire i test per verificare eventuali casi di positività al coronavirus.

Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi durante la conferenza stampa convocata martedì 25 febbraio, nella sala operativa della Protezione civile.
Oltre a Novara, sarà possibile eseguire i test anche a Cuneo e Alessandria.

E’ stato inoltre comunicato il nuovo numero verde regionale, attivo 24 ore su 24, dedicato alle informazioni sanitarie sul coronavirus: 800192020. Il nuovo numero verde, ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi “può essere usato solo dai piemontesi per avere informazioni sanitarie sul virus”.