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Fondazione Gimbe: crescono ancora nuovi casi, ricoveri e terapie intensive

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 24-30 novembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (86.412 vs 69.060) (figura 1) e un aumento dei decessi (498 vs 437). Crescono anche i casi attualmente positivi (194.270 vs 154.510), le persone in isolamento domiciliare (188.360 vs 149.353), i ricoveri con sintomi (5.227 vs 4.597) e le terapie intensive (683 vs 560) . In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 498 (+14%), di cui 14 riferiti a periodi precedenti
  • Terapia intensiva: +123 (+22%)
  • Ricoverati con sintomi: +630 (+13,7%)
  • Isolamento domiciliare: +39.007 (+26,1%)
  • Nuovi casi: 86.412 (+25,1%)
  • Casi attualmente positivi: +39.760 (+25,7%)

«Da sei settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare a livello nazionale i nuovi casi settimanali (+22%) con una media mobile a 7 giorni più che quintuplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 12.345 il 30 novembre» (figura 4). L’aumentata circolazione virale è documentata dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 17,1%) , sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 7,2%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,38%) .

In tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 3,2% di Abruzzo e Umbria al 39% delle Marche . In 98 Province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e in 16 Regioni tutte le Province superano tale soglia: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. In 32 Province si registrano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (635), Bolzano (552), Gorizia (496), Rimini (362), Treviso (342), Forlì-Cesena (321), Padova (321), Venezia (300), Vicenza (298), Aosta (286), Pordenone (252), Ravenna (245), Ascoli Piceno (234), Imperia (233), Udine (219), Bologna (213), Rovigo (213), Belluno (209), Pesaro e Urbino (203), Fermo (200), Ferrara (192), Trento (188), Verona (184), Viterbo (177), Varese (176), Verbano-Cusio-Ossola (164), Cremona (164), Roma (161), Genova (160), Monza e Brianza (157), Ancona (155) e Como (151) .

In aumento i decessi: 498 negli ultimi 7 giorni (di cui 14 riferiti a periodi precedenti), con una media di 71 al giorno rispetto ai 62 della settimana precedente.

«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +13,7% in area medica e +22% in terapia intensiva». A livello nazionale, al 23 novembre, il tasso di occupazione è del 9% in area medica e dell’8% in area critica, con notevoli differenze regionali: la soglia del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate nella Provincia Autonoma di Bolzano (rispettivamente 20% per l’area medica e 11% per l’area critica) e in Friuli-Venezia Giulia (rispettivamente 23% per l’area medica e 14% per l’area critica); inoltre, in area medica si colloca sopra soglia la Valle D’Aosta (21%), mentre per l’area critica superano la soglia Lazio (10,3%) e Umbria (13%). «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare: la media mobile a 7 giorni è passata da 48 ingressi/die della settimana precedente a 56» .

Vaccini: forniture. Al 1° dicembre (aggiornamento ore 06.15) risultano consegnate 102.127.530 dosi. «Considerato che le forniture degli ultimi 7 giorni ammontano solo a 433mila dosi – commenta Mosti – l’attuale ritmo delle somministrazioni di terze dosi ha ridotto le scorte di vaccini a mRNA a quota 6,1 milioni».

Vaccini: somministrazioni. Al 1° dicembre (aggiornamento ore 06.15) il 79,7% della popolazione (n. 47.226.119) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+297.415 rispetto alla settimana precedente) e il 77,1% (n. 45.683.073) ha completato il ciclo vaccinale (+247.367 rispetto alla settimana precedente) . Cresce nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.984.561) con una media mobile a 7 giorni di 306.445 somministrazioni/die: decollano finalmente le terze dosi (+52,5% rispetto alla settimana precedente), affiancate da prime dosi di nuovo in crescita (+34,7% rispetto alla settimana precedente)

Rispetto ai target definiti dalla struttura commissariale per il periodo 1-12 dicembre, l’obiettivo per i giorni feriali (400-450 mila dosi dal lunedì al venerdì e 350 mila il sabato) appare realistico considerato che dal 24 novembre le somministrazioni giornaliere feriali si attestano stabilmente oltre quota 300.000. Meno probabile raggiungere 300.000 somministrazioni nei giorni festivi: durante l’ultimo mese, infatti, la domenica le somministrazioni non hanno mai raggiunto quota 100 mila, eccetto il 28 novembre in cui le somministrazioni sono state poco più di 150 mil

Vaccini: nuovi vaccinati. Dopo due settimane di stabilizzazione intorno a quota 127 mila, nell’ultima settimana il numero dei nuovi vaccinati è salito a 168.377 (+31,5%) . Tuttavia, dei 6,8 milioni di persone non vaccinate crescono troppo lentamente due fasce che preoccupano: da un lato 2,57 milioni di over50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall’altro 1,16 milioni nella fascia 12-19 che influiscono negativamente sulla sicurezza delle scuole .

Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 97,4% degli over 80 al 76,6% della fascia 12-19). Lo stesso si registra sul fronte delle coperture con terza dose, che negli over 80 hanno raggiunto il 52,1%, mentre si attestano ancora al 20,2% nella fascia 70-79 e al 16% in quella 60-69 anni .

Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità confermano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 6 mesi dal completamento del ciclo primario, confermando la necessità del richiamo. In dettaglio:

  • l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 72,5% per i vaccinati entro 6 mesi al 40,1% per i vaccinati da più di 6 mesi;
  • l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 91,6% per i vaccinati entro 6 mesi all’80,9% per i vaccinati da più di 6 mesi.

Vaccini: terza dose. Al 1° dicembre (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 6.543.004 terze dosi con una media mobile a 7 giorni che supera le 250 mila somministrazioni al giorno .

Sul repository ufficiale del Commissario Straordinario il 1° dicembre la platea per la terza dose (n. 20.548.124) è stata aggiornata sommando tutte le persone vaccinabili (con dose aggiuntiva o booster) secondo le indicazioni delle Circolari ministeriali dell’8 ottobre, 3 novembre, 11 novembre e 25 novembre. Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le terze dosi calcolato sulla platea ufficiale è del 31,8% con nette differenze regionali: dal 21,6% del Friuli-Venezia Giulia al 44,5% del Molise .

Variante Omicron. Alla variante B.1.1.529 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha assegnato con il nome di Omicron, classificandola come variante di preoccupazione, per le numerose mutazioni presenti. Tuttavia, ad oggi i dati disponibili non permettono di sapere se, rispetto alla Delta, la variante Omicron è più trasmissibile, causa una malattia più severa, se è più probabile reinfettarsi e se può ridurre la risposta immunitaria ai vaccini.

«In questa fase d’incertezza – conclude Cartabellotta – bisogna potenziare tutti gli interventi, seguendo il principio della massima precauzione. In particolare, incrementare le attività di sequenziamento condividendo i risultati nel database GISAID, potenziare il tracciamento dei casi e monitorare attentamente le aree con rapido aumento di incidenza. Per la popolazione rimangono fondamentali i comportamenti già noti: vaccinarsi e sottoporsi alla terza dose quando indicata – con massima priorità per anziani e fragili, utilizzare la mascherina negli ambienti chiusi, possibilmente FFP2 se affollati, rispettare il distanziamento sociale e ventilare frequentemente i locali».




Covid, in Piemonte terapie intensive in aumento

“Sono 651 i posti letto di terapia intensiva al momento presenti in Piemonte e oltre un centinaio verrà attivato al più tardi entro un anno”. Lo ha dichiarato il coordinatore dell’Area sanitaria dell’Unità di crisi Emilpaolo Manno nel corso della seduta della Commissione Sanità dedicata a un approfondimento sull’argomento.

“Alle 327 terapie intensive ‘storiche’ – ha spiegato Manno – si sono in questi mesi aggiunti 164 posti letto quiescenti che non derivano da riconversioni ma dalla quota letti prevista nel Piano Arcuri (che ne prevede complessivamente 299) e da letti allestiti e non occupati nei vari ospedali, nonché da 160 posti letto funzionali predisposti e finanziati con fondi regionali. Un numero che dovrebbe permettere di affrontare con relativa tranquillità la quarta ondata di pandemia, dal momento che al 31 marzo 2020 (prima ondata) i posti occupati erano 459, al 22 novembre 2020 (seconda ondata) 414 e al 22 marzo 2021 (terza ondata) 364”.

“Dei pazienti Covid attualmente ricoverati in degenza ordinaria – ha aggiunto – il 67% non è vaccinato o ha ricevuto una sola dose, mentre il 33% ha ricevuto la vaccinazione completa; di quelli in terapia intensiva, invece, il 70% non è vaccinato o ha una sola dose e il 30% lo è, ma si tratta di pazienti con patologie pregresse”.

Ai componenti del gruppo Pd Manno ha risposto che “si auspica, con la quarta ondata, di non creare nuovi Covid Hospital ma s’intende tutelare le attività ad alta specializzazione di ogni Azienda per non bloccare ulteriormente le liste d’attesa”.

Al capogruppo di Luv ha espresso la necessità di “prestare attenzione alle fasce più giovani della popolazione per cercare di evitare il più possibile che vengano ricoverati in ospedale”.

Al presidente della Commissione (Lega) e al M5s ha spiegato che “la disponibilità di terapie intensive consentirà, anche dopo la pandemia, di fare un’analisi dei bisogni regionali e potrà consentire, sugli esempi israeliano e svedese, di mantenere posti perfettamente funzionali da attivare celermente in caso di bisogno”.

La Commissione ha poi iniziato l’esame delle Proposte di legge su prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare, presentate rispettivamente dai gruppi Pd e Moderati.

Su proposta dei primi firmatari si è stabilito di procedere alla costituzione di un gruppo di lavoro – presieduto dal presidente della Commissione e a cui prenderà parte anche l’Assessorato alla Sanità – per affrontare i nodi critici rilevati da associazioni ed enti interessati nel corso delle consultazioni on line che consenta di arrivare a un testo condiviso da tutte le forze politiche.




Vaccini in azienda Pronto l’hub di Confindustria ad Asti

Sarà inaugurato il prossimo 3 giugno il punto straordinario di vaccinazione nei luoghi di lavoro allestito da ELA srl su iniziativa dell’Unione Industriale della provincia di Asti.

Per cercare di andare incontro alle numerose imprese che vogliono sostenere la campagna di immunizzazione, ma non hanno la possibilità di allestire un hub interno ai locali aziendali, l’associazione Confindustriale astigiana si è fatta promotrice di una Convenzione con ELA srl, struttura sanitaria con sede in Asti che opera nel settore della medicina del lavoro ed in possesso dei requisiti per la vaccinazione.

“Tante aziende ci hanno interpellato per vaccinare dipendenti e famigliari: il percorso che abbiamo individuato crediamo possa essere un valido strumento per sostenere e contribuire a velocizzare il piano vaccinale della Regione Piemonte”, commenta Andrea Amalberto, Presidente dell’Unione Industriale astigiana e titolare di ELA srl.

“Anche se indubbiamente il sistema sanitario pubblico astigiano si sta dimostrando impeccabile nella gestione della somministrazione dei vaccini con performance di altissimo livello, il mondo industriale ha ritenuto di dover fornire il proprio contributo alla vaccinazione dei propri dipendenti e famigliari; il nostro hub eviterà costi di allestimento alle aziende e garantirà un’alta qualità del servizio e velocità nella somministrazione che potrà arrivare a 200/300 vaccini al giorno, ovviamente compatibilmente con la disponibilità di vaccini che ci saranno forniti dal S.S.N.”, continua il Presidente Amalberto.

“Questa modalità scelta dall’Unione Industriale punta alla ricerca della formula più efficiente dal punto di vista organizzativo e sanitario, nonché a circoscrivere le responsabilità in capo all’azienda” ha evidenziato il direttore dell’Unione Industriale, Maurizio Spandonaro.
In sostanza la Convenzione consente ad ogni singola azienda associata di appaltare la vaccinazione anti Covid alla struttura sanitaria privata avente gli specifici requisiti richiesti dalla regione Piemonte, assumendone i costi, eccetto quello per i vaccini, ma esonerandosi da qualsiasi onere e responsabilità.

Nella convenzione si prevede che ELA srl, oltre a tutta l’attrezzatura sanitaria e al personale medico, paramedico e amministrativo necessario, metta a disposizione delle aziende interessate il proprio Punto vaccinale ubicato in Strada Toasso ad Asti.

 

 




Covid19. Giorgio Felici (presidente Confartigianato Piemonte): “Feste ed assembramenti, la pandemia è finita?

Di fronte alle trentamila persone accalcate in piazza Duomo a Milano per i festeggiamenti dello scudetto, i rave party e gli assembramenti che hanno caratterizzato questo ultimo fine settimana, dobbiamo trarre la logica conseguenza che la pandemia è finita. Per tutti, ma non per ristoratori, baristi, commercianti, artigiani e pubblici esercenti, per i quali valgono rigorosi limiti e restrizioni.

Delle due l’una: o si sbagliavano prima o si stanno sbagliando adesso. O prima hanno esagerato con le chiusure, oppure ora stanno favorendo un irresponsabile ‘liberi tutti’, tranne che per alcune categorie imprenditoriali e professionali trattate come untori.

Guardando le immagini di Milano di domenica pomeriggio ci sarebbe da domandarci che fine abbiano fatto le muscolari promesse di rigorosi controlli a suo tempo fatte dalla ministra Lamorgese. Oppure, perché chi qualche mese fa invocava pattuglie di inquisitori per controllare e sanzionare commercianti ed imprenditori oggi invece taccia. Se non si è in grado di evitare scene annunciate come quelle di domenica, allora si lascino artigiani, commercianti ed imprenditori liberi di fare il loro lavoro, anziché persistere in ridicolaggini come il divieto di prendere il caffè al bancone. Per mesi e mesi i nostri imprenditori hanno subito il prezzo dell’apri-e-chiudi senza preavviso e programmazione, si sono sobbarcati i costi delle misure di contenimento (igienizzazione, plexiglass, ecc.), e oggi ci sentono umiliati ed offesi da uno Stato che tollera le feste scudettate e le folle in vie e piazze e si accanisce solo con chi lavora. “

 

 




Da lunedì 26 aprile Piemonte in giallo tranne Cuneo

Il Piemonte tornerà in zona gialla da lunedì 26 aprile. La nuova classificazione varrà per tutte le province tranne Cuneo.

La Granda diventerà gialla da giovedì 29 aprile, in modo da completare il periodo di permanenza in arancione di 14 giorni previsto dalle indicazioni nazionali.

Sul ritorno a scuola del 70% degli studenti delle superiori deciso dal Governo al posto del 60% chiesto dalle Regioni, l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi afferma che “faremo il massimo sforzo, ma diciamo apertamente che non è la situazione migliore e che potrebbero esserci disagi che non sono dovuti all’inefficienza o all’incapacità di programmare, ma al fatto che in un giorno è complicato mettere in pista scelte differenti”.

“Abbiamo dei piani approvati al 75% già a gennaio, che prevedono il doppio turno a scuola, ma è evidente che questo in un giorno non si può attivare e bisogna anche pensare al fatto se sia opportuno farlo nell’ultimo mese e mezzo, quando c’è un meccanismo in corso anche per gli esami – aggiunge Gabusi – Noi assicuriamo il nostro impegno e lo sforzo massimo delle aziende di trasporto, chiedendo alle persone di rispettare le regole, perché naturalmente vogliamo garantire ai nostri studenti di andare a scuola in sicurezza. I primi giorni ci serviranno anche per ritarare i servizi e mettere a disposizione tutti i mezzi che abbiamo, che non sono infiniti così come non sono infiniti gli autisti”.




Vaccinazione nelle aziende, Confindustria avvia mappatura degli spazi disponibili

Parte oggi per concludersi venerdì 19 marzo la mappatura degli spazi che le imprese potranno mettere a disposizione per incrementare la rete dei luoghi dove svolgere le pratiche vaccinali.

Le informazioni vengono raccolte attraverso un questionario aperto anche alle imprese non associate a Confindustria e saranno poi condivise con le autorità competenti.

«Un segno tangibile del contributo che il mondo produttivo vuole dare per rafforzare la campagna vaccinale nazionale in questa delicata fase di emergenza – commenta Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte. In questi mesi abbiamo più volte manifestato la massima disponibilità delle nostre imprese e dei medici del lavoro che operano in azienda.  Siamo certi che il territorio non mancherà all’appello».

L’indagine predisposta da Confindustria a livello nazionale nasce nell’ambito del dialogo avviato con il Commissario Straordinario per la gestione dell’emergenza Gen. Francesco Paolo Figliuolo, con cui si sta lavorando a un protocollo che consenta di vaccinare anche sui luoghi di lavoro.

«Credo sia inoltre necessario – conclude Gay – promuovere una campagna di arruolamento straordinaria che coinvolga tutte le figure professionali capaci di effettuare i vaccini, affinché si possa immaginare un ritorno alla normalità in tempi il più possibile ragionevoli».

 




9782 vaccinati contro il covid in Piemonte

Sono 9.782, tra cui 6.514 ultraottantenni, le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate oggi all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 17.35). A 240 è stata somministrata la seconda dose.

Dall’inizio della campagna si è quindi proceduto all’inoculazione di 392.228 dosi (delle quali 138.124 come seconda), corrispondenti all’81,7% delle 480.150 finora disponibili per il Piemonte.

 




In Piemonte 243mila vaccini, di cui 102mila seconde dosi

Fino a ieri le dosi di vaccino somministrate sono state circa 243 mila e di queste oltre 102 mila sono state seconde dosi, corrispondenti a più del 42% del totale somministrato. Si tratta quindi di oltre il 96% delle 252.580 dosi (247.780 della ditta Pfizer e 4.800 Moderna) di vaccino consegnate alla Regione al 2 febbraio.

Il dato inserisce il Piemonte al terzo posto in Italia dopo Lombardia ed Emilia Romagna e davanti a regioni con una popolazione più numerosa.

Queste le cifre esposte dall’assessore Luigi Icardi nel corso della seduta in videoconferenza della quarta Commissione, presieduta dal vicepresidente Domenico Rossi.

Dopo questa prima fase incentrata sulla copertura del personale sanitario, degli ospiti e del personale delle Rsa, dal 21 febbraio è prevista la partenza della vaccinazione per gli over 80 che, in Piemonte, sono quasi 374 mila (compresi gli oltre 15 mila già vaccinati nelle Rsa). I medici di famiglia definiranno gli elenchi degli over 80 secondo le priorità e li caricheranno sulla piattaforma regionale. Le Asl comunicheranno l’appuntamento al paziente e al medico di famiglia (compresa la data e il luogo del richiamo). Le persone inabili alla mobilità riceveranno il vaccino a domicilio.

L’8 febbraio è fissato l’inizio delle vaccinazioni per le forze dell’ordine e, il 15 febbraio, è previsto l’avvio della campagna vaccinale per il personale scolastico.

Per questa fase, al momento, sono stati individuati 60 punti per la somministrazione dei vaccini sul territorio piemontese ma si sta operando per ampliarne il numero. Nella prima fase gli oltre 500 punti di somministrazione approntati in Piemonte lo mettevano al primo posto in Italia.

La comunicazione è stata anche stimolata dalle domande di alcuni consiglieri, Sarah Disabato (M5s), Daniele Valle (Pd), Silvio Magliano (Moderati), Francesca Frediani (Misto – M4o), Marco Grimaldi (Luv), Diego Sarno (Pd) e dello stesso vicepresidente Rossi.

Tra le varie risposte, l’assessore ha assicurato sulla continuità nella vigilanza nelle Rsa, rispetto alla necessità di garantire la vaccinazione ai nuovi degenti e al personale subentrante per il turn over. Vi è anche l’impegno nei confronti di coloro che devono assistere malati gravi, disabili, anziani e minori presso le strutture ospedaliere e sociosanitarie. È stato chiarito che sul tema delle priorità da assegnare alle varie categorie ed ai diversi tipi di pazienti e le loro fragilità, come sulla questione dei volontari e della scuola ci si deve rifare alle decisioni prese a livello nazionale.

Entro marzo dovranno arrivare in Italia 5,3 milioni di dosi del preparato di Astra Zeneca e, di queste, il  7,22% arriverà in Piemonte.




Covid-19, Filippa (Cnv): le nostre aziende disponibili per vaccinare collaboratori e loro familiari

Utilizziamo le strutture e i medici delle aziende per vaccinare i nostri collaboratori e i loro familiari. In questo modo saremo utili alla comunità, miglioreremo la competitività del sistema economico e velocizzeremo la campagna di messa in sicurezza della popolazione».

Lo dice il presidente Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, proponendo di implementare la campagna vaccinale di contrasto al Coronavirus grazie alla collaborazione dei medici aziendali in appositi spazi da ricavare all’interno degli stabilimenti. «Se iniziamo a organizzarci da subito – spiega – potremo essere operativi appena le forniture di vaccini saranno a regime, accelerando in modo notevole l’iter della campagna e fornendo una dimostrazione concreta dei risultati positivi che possono dare le sinergie tra sistema sanitario e aziende quando siano condivisi obiettivi, metodi e strumenti».

«Per le nostre imprese – prosegue Filippa – è indispensabile avere collaboratori con il maggior livello possibile di difesa dal Covid-19; questo sia per garantire la continuità produttiva negli impianti sia per riattivare al meglio le strutture commerciali e quelle di assistenza diretta all’estero. A causa delle limitazioni agli spostamenti imposte dalla pandemia, infatti, è ancora complicato inviare squadre di tecnici per realizzare nuovi impianti o per effettuare riparazioni in molti Paesi, solo per fare un esempio, e i nostri competitor cinesi ci stanno battendo sui tempi anche da questo punto di vista. Non possiamo perdere competitività anche su questi aspetti».

«Come sistema confindustriale – conclude Filippa – abbiamo già avviato un’interlocuzione con la Regione per verificare la possibilità e le modalità di un coordinamento tra le Asl e i medici delle aziende. Riteniamo che si tratti di un’iniziativa realizzabile senza alcun costo per il sistema sanitario e che, una volta avviata, consentirà di gestire nel modo migliore le dosi che saranno a disposizione e abbreviare notevolmente i tempi della campagna vaccinale alla popolazione».




Nati-mortalità imprese: l’anno della pandemia paralizza il tessuto imprenditoriale piemontese

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel 2020 siano nate 20.942 aziende in Piemonte, il 19,4% in meno rispetto alle 25.972 nuove iscrizioni registrate nel corso del 2019. Al netto delle 21.913 cessazioni (il 20,3% in meno rispetto alle 27.489 del 2019), il saldo appare ancora una volta negativo (-917 unità), fenomeno che alimenta la lenta e continua erosione del tessuto imprenditoriale locale.

 

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 426.314 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

 

“Il tessuto imprenditoriale piemontese è paralizzato dall’incertezza perché l’andamento della pandemia non permette di programmare il futuro. Da un lato gli imprenditori non possono scommettere su nuove aperture e su nuove attività, dall’altro non hanno garanzie e certezze sulla durata dei provvedimenti istituzionali in tema di lavoro e dei ristori messi in campo dal Governo. A regnare sono il dubbio e la paura che fanno male a qualunque sistema economico. Le istituzioni, come le Camere di commercio, non possono che continuare a sostenere i loro imprenditori, fornendo tutto il supporto per creare, far crescere e tutelare la propria attività. Le strade che dobbiamo percorrere sono quelle dell’innovazione e del digitale: solo così potremmo decidere il nostro futuro” commenta Gian Paolo, Presidente Unioncamere Piemonte.

 

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,23%, lievemente migliore rispetto al dato registrato nel 2019 (-0,35%), e ancora in controtendenza rispetto alla media italiana (+0,32%) del 2020.

 

Per stabilire l’entità degli effetti prodotti nel 2020 dalla crisi pandemica sul tessuto imprenditoriale, sarà però necessario attendere le risultanze del primo trimestre dell’anno in corso. Tradizionalmente, infatti, le comunicazioni di chiusura dell’attività pervenute al Registro delle Imprese a fine anno vengono statisticamente conteggiate nel nuovo anno.

 

A livello di forma giuridica si evidenzia una sostenuta espansione delle società di capitale (+2,28%), una tenuta delle altre forme (categoria all’interno della quale troviamo le cooperative) e un calo delle realtà meno strutturate: imprese individuali (-0,43%) e società di persone (-1,87%).

 

La forte contrazione dei flussi di iscrizioni e cancellazioni delle imprese suggerisce cautela nella quantificazione delle conseguenze del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici.

 

Analizzando i risultati del 2020 a livello settoriale si intravedono, infatti, dinamiche influenzate dalla diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia e da un’altrettanta diffusa attesa riguardo al prodursi degli effetti previsti dai provvedimenti di ristoro messi in campo dalle istituzioni.

 

Alla luce di questa premessa vanno letti i tassi segnati dai principali settori dell’economia locale. Gli altri servizi registrano un +0,98%, seguono il turismo (+0,74%) e le costruzioni (+0,83%). Per quest’ultimo settore va considerata anche la spinta fornita dalle nuove detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.

 

Il commercio segna un tasso del -1,04%. Industria in senso stretto e agricoltura mostrano flessioni più consistenti, rispettivamente pari a -1,46% e -1,47%.

 

La contrazione registrata a livello medio regionale è scaturita dagli andamenti negativi rilevati nella quasi totalità delle realtà territoriali. Solo Torino segna una sostanziale stabilità (+0,16%). Il nord est patisce di più del resto della regione. Le flessioni più significative si registrano a Vercelli (-0,85%), Alessandria (-0,84%), Verbania (-0,80%) e Biella (-0,77%). A Cuneo il tasso si attesta al -0,61% e ad Asti al -0,51%. Novara mostra, infine, una flessione più ridotta (-0,26%)