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E-commerce, CCIAA Torino: una guida digitale per tutte le imprese

Da oggi è online il nuovo sito ecommerceguide.to.camcom.it, realizzato dal Punto Impresa Digitale della Camera di commercio di Torino, in collaborazione con il Laboratorio Chimico camerale, per le imprese che desiderano avvicinarsi al mondo del commercio digitale o che vogliono migliorare le proprie performance sul web.

 

Le imprese torinesi che vendono on line sono cresciute del 68% negli ultimi 5 anni e del 25% in quest’ultimo anno pandemico – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Con questo nuovo portale e con gli appuntamenti formativi che abbiamo costantemente in programma vogliamo fornire strumenti concreti alle nostre aziende che devono scegliere il digitale non solo come una risposta all’emergenza, ma come una strategia irrinunciabile di crescita”.

 

Il nuovo portale

Il sito propone una guida completamente digitale pensata per le imprese che:

– vogliono vendere online, ma non conoscono gli adempimenti e la normativa di riferimento

– intendono approfondire le strategie di vendita in Italia e all’estero

– pur facendo già commercio digitale, sentono la necessità di migliorare le loro prestazioni e di tenersi aggiornate sulle ultime novità.

 

Il sito raccoglie le indicazioni e gli approfondimenti di esperti (sotto forma di schede, presentazioni, video e podcast) utili ad aiutare qualunque tipologia di utente: dalla PMI che si affaccia timidamente al mondo del digitale al player con significativa esperienza commerciale sul web.

 

Guidato da un sistema ad alberatura di immediata interpretazione e di facile utilizzo, l’utente, rispondendo alle domande proposte e scegliendo tra gli step consigliati, troverà le indicazioni per orientarsi tra gli aspetti produttivi, legali, organizzativi e di digital marketing. Il tutto con il tutoraggio del Punto Impresa Digitale della Camera di commercio di Torino, i cui servizi gratuiti potranno essere raggiunti da qualunque pagina del sito e prenotati con un click.

 

 

La formazione

Oltre al nuovo portale, le imprese torinesi avranno a disposizione un ricco calendario di appuntamenti formativi gratuiti e on line.

 

Si parte lunedì 7 giugno 2021 con il webinar da titolo “eCommerce a portata di mano”, per proseguire tutto il mese con diversi appuntamenti su temi specifici:

  • Giovedì 10 giugno 2021

Vendite on-line sicure. Etichette corrette per elettrodomestici affidabili

Etichettatura, imballaggio, indicazioni energetiche obbligatorie per chi fabbrica e per chi vende.

 

  • Martedì 22 giugno 2021

Marketing del vino

Dagli errori più comuni alle indicazioni fondamentali per comunicare con successo su Facebook e Instagram la propria etichetta.

 

  • Martedì 29 giugno 2021

Storytelling & storyselling

Le potenzialità dello storytelling come tecnica di marketing e di comunicazione per ottenere visibilità, interazioni online e nuove vendite.

Il programma dei seminari, in costante aggiornamento è su www.to.camcom.it/ecommerce-impresa40

 

 

E-commerce tra le imprese torinesi

Al primo trimestre 2021, le imprese torinesi attive nel commercio al dettaglio on line risultano essere 1.069. Nell’ultimo quinquennio hanno registrato un aumento del 68,6% a fronte di un andamento negativo dell’intero comparto del commercio al dettaglio che, nello stesso periodo, ha visto diminuire la consistenza del -9,8%.

Se si considera il solo periodo pandemico la variazione dello stock rispetto al primo trimestre 2020 è stata del +25%, evidenziando come la scelta di puntare sull’online abbia permesso alle attività commerciali di superare le limitazioni settoriali e di mobilità vigenti durante l’emergenza sanitaria.

Inoltre, se al mondo delle imprese attive che svolgono le vendite su internet come loro attività primaria o prevalente, si aggiungono quelle che presentano l’e-commerce come attività secondaria, il numero triplica, raggiungendo le 3.500 unità (3.561).

 

Secondo l’indagine sulle spese delle famiglie torinesi 2020, risulta che nell’ultimo anno si è acquistato on line nel 12,5% dei casi a fronte del 7,9% dell’anno precedente. Gli acquisti si riferiscono principalmente a generi non alimentari, in primis giochi, giocattoli e videogiochi (25%), arredamento (20%) e abbigliamento e calzature (19%). Ma crescono anche le spese on-line in generi alimentari: nel 6% l’e-commerce rappresenta la scelta d’acquisto preferita.

 

             




Digitale, Unioncamere: Al via l’Atlante i4.0 per le imprese

Atlante i4.0 è il primo portale nazionale, nato dalla collaborazione tra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico, per far conoscere alle imprese e agli altri soggetti del territorio le strutture nazionali che operano a supporto dei processi di trasferimento tecnologico e trasformazione digitale.

Sono quasi 600 le strutture italiane che offrono servizi e tecnologie per l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese.

Più in dettaglio l’Atlante fornisce informazioni su:

  • 8 Competence Center (CC) – i Centri di Competenza ad alta specializzazione
  • 263 Digital Innovation Hub (DIH) e Ecosistema Digitale per l’Innovazione (EDI) delle Associazioni di categoria
  • 88 Punti Impresa Digitale (PID) delle Camere di Commercio
  • 27 Centri di Trasferimento Tecnologico (CTT) certificati da Unioncamere
  • 161 FabLAB per la manifattura additiva
  • 38 Incubatori Certificati per le startup innovative
  • 104 Istituti Tecnici Superiori (ITS).



La banda larga è arrivata in cinque rifugi alpini delle Valli di Lanzo

Dall’inizio della settimana cinque rifugi dei territori dell’Unione Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone e dell’Unione Montana Alpi Graie usufruiscono di connessioni veloci ad Internet, grazie ad un contributo di 41.000 euro della Città metropolitana di Torino, che rientra in un più complessivo progetto per la riduzione del digital divideBeneficiano della connessione a banda larga il rifugio Paolo Daviso di Groscavallo a quota 2.280 metri, il “Bartolomeo Gastaldi” di Balme a 2659 metri, il “Luigi Cibrario” di Usseglio a quota 2616, il rifugio Ernesto Tazzetti di Usseglio a 2642 metri e il “Vulpot” che sorge ai 1805 metri del Lago di Malciaussia.

La connessione è stata resa possibile dalla riattivazione della dorsale in fibra ottica lungo la tratta ferroviaria Torino-Ceres, di proprietà dell’Unione Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, per un costo complessivo di poco superiore a 50.000 euro, di cui appunto 41.000 a carico della Città metropolitana e per la restante parte dell’Unione Montana. “Da anni il nostro Ente lavora per la riduzione del digital divide. – sottolinea la Consigliera metropolitana Sonia Cambursano, delegata allo sviluppo economico, alle attività produttive e al turismo – Fra i principali interventi realizzati da ricordare il progetto banda larga Patti Territoriali, finanziato attraverso la rimodulazione delle risorse del Patti Territoriali del Canavese, del Pinerolese, del Sangone e della Stura; ma anche il recente intervento per servire con le indispensabili connessioni veloci la zona industriale di Riva presso Chieri. Nell’ambito del percorso partecipativo per l’elaborazione del Piano strategico metropolitano abbiamo promosso una ricognizione in tutti i Comuni del territorio, raccogliendo segnalazioni puntuali di aree non coperte dal servizio Internet a banda larga. Ci sono state segnalate anche esigenze e criticità nell’erogazione dei servizi di connessione, in particolare rispetto ai presìdi territoriali come Municipi, scuole, strutture sanitarie e alle attività produttive”.

La Consigliera Cambursano sottolinea inoltre che “nelle zone montane a forte frequentazione turistica la connessione veloce è fondamentale sia per gli imprenditori locali che per gli utenti, perché la banda larga agevola il rapporto con la clientela ma assicura anche l’efficienza e la tempestività dei servizi sanitari e delle operazioni di soccorso in quota”.

Per questo è stato condotto uno studio di fattibilità, in collaborazione con il CSI Piemonte, grazie al quale è stata stilata una lista degli interventi. Nel 2021 è stato stanziato un primo contributo di 500.000 euro, a cui ne è seguito un secondo per 200.000 euro nel 2022, per l’erogazione di contributi in conto capitale ai Comuni per un ulteriore potenziamento infrastrutturale del collegamento alla banda larga. Per i prossimi contributi, per i quali la Città metropolitana sta attivando una serie di accordi quadro con i Comuni, verrà mantenuta alta l’attenzione alle zone montane.




Opere pubbliche: al via l’archivio informatico

Prende il via l’AINOP, l’Archivio informatico nazionale delle Opere pubbliche per il monitoraggio delle opere in Italia e l’interoperabilità delle amministrazioni coinvolte.

È stato firmato in data 8 ottobre dalla Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola de Micheli il decreto attuativo del decreto Genova per la condivisione dei dati e delle informazioni relative alle opere pubbliche in Italia.

La firma costituisce un decisivo passo in avanti verso una gestione razionale, coordinata e condivisa delle opere a cui saranno chiamati tutti coloro che a vario titolo, gestiranno, manuterranno, controlleranno e supervisioneranno lo stato di salute delle opere stesse.

L’AINOP permetterà di censire l’ingente patrimonio di opere pubbliche presenti sull’intero territorio nazionale di competenza degli Enti e delle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, delle Regioni, delle autonomie locali e di tutti i Comuni.

Attraverso un’unica piattaforma sarà possibile identificare un’opera e la sua collocazione nel contesto territoriale, visualizzarne i dati, le informazioni e i documenti per un monitoraggio tecnico dell’opera che ne prevenga anche le criticità.
Impostare quindi un flusso di lavoro che renda efficiente la creazione, la manutenzione, la gestione e la cessazione dell’opera.

All’archivio sarà affiancato inoltre un Tavolo tecnico permanente, istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ne regolerà lo svolgimento e assicurerà il rispetto delle tempistiche previste.

Una vera rivoluzione in tema di gestione delle opere pubbliche che grazie a un monitoraggio continuo e la programmazione degli interventi, ne assicurerà sicurezza e risparmio.




Il CSI Piemonte è partner di biennale tecnologia, due gli eventi all’interno della manifestazione

Il futuro in anticipo: nuovi modi di vivere e lavorare” e Una sanità per le persone: dai dati all’intelligenza artificiale”.

Sono questi i due eventi che il CSI propone all’interno di Biennale Tecnologia, la rassegna del Politecnico di Torino, che offre alla cittadinanza una riflessione sul ruolo decisivo che la tecnologia ha assunto in tutti gli ambiti della vita umana, dalla salute all’ambiente, dai rapporti personali alla stessa democrazia.

Il CSI è a fianco dell’Ateneo in qualità di partner dell’iniziativa e organizza due eventi che saranno trasmessi gratuitamente on line sul sito di Biennale Tecnologia.

Il primo appuntamento intitolato “Il futuro in anticipo: nuovi modi di vivere e lavorare” si terrà venerdì 13 novembre alle ore 14.30. In un mondo dove servizi digitali e smart working sono parte del nostro modo di vivere e lavorare, l’irrompere dell’emergenza sanitaria ha accelerato l’utilizzo delle tecnologie nella vita quotidiana, determinando anche nella pubblica amministrazione cambiamenti significativi.

Gli ospiti faranno il punto sui diversi aspetti di questa piccola rivoluzione. Apre l’incontro Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI, dialogano Massimo Temporelli, divulgatore appassionato di innovazione, Ernesto Belisario, avvocato, gli assessori all’innovazione Matteo Marnati per la Regione Piemonte e Marco Pironti per la Città di Torino, e il Ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone.

Si potranno seguire i lavori collegandosi all’indirizzo

Il secondo appuntamento è dedicato a “Una sanità per le persone: dai dati all’intelligenza artificiale” si terrà sabato 14 novembre alle ore 11. La tecnologia aiuta a realizzare servizi sanitari semplici, sicuri e vicini alle persone. Dati e informazioni disponibili e utilizzabili da chi ne ha bisogno, nel formato adeguato e nei tempi richiesti sono un diritto dei cittadini e dei professionisti sanitari. Gli ospiti approfondiranno i progressi della genomica legati all’uso dell’intelligenza artificiale e i programmi per la sanità digitale piemontese. Apre i lavori Letizia Maria Ferraris, Presidente del CSI. La giornalista Milena Boccadoro modera l’incontro con Antonio Amoroso, Direttore del Centro Regionale Trapianti, Dario Roccatello, Direttore del Centro di Ricerche lmmunopatologia e Documentazione su Malattie Rare, Carla Gaveglio, Direttore Sanità digitale del CSI. Chiuderà i lavori l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi.

Sarà possibile seguire la diretta dell’evento da questo link

 




Confindustria Piemonte: il digital divide ulteriore freno all’economia

Coronavirus, se lo stop all’attività deriva dalla mancanza di Internet. Il delegato per l’Agenda Digitale di Confindustria Piemonte, Fabrizio Gea: i ritardi del nostro territorio aggravano una situazione già critica. Le proposte del sistema industriale piemontese, per imprese e territori.

“In questa drammatica circostanza in cui le aziende devono fermare la loro produzione, per decreto o per prudenza o per l’interruzione della loro filiera a monte o a valle, l’importanza dell’utilizzo delle tecnologie digitali e di conseguenza dell’infrastruttura di connessione alla rete è emersa in tutta la sua grandezza”.

È questo l’allarme lanciato da Fabrizio Gea, imprenditore ICT e delegato di Confindustria Piemonte per l’Agenda Digitale.

“Internet è un’infrastruttura di base – come strade, autostrade, ferrovie, come la TAV e il Terzo Valico – irrinunciabile per la trasformazione digitale e oggi, paradossalmente, questa crisi ha improvvisamente portato tutti alla piena consapevolezza: adesso abbiamo davanti un problema che possiamo trasformare in un’opportunità”.

Lo smart working sarebbe infatti una soluzione efficace, oltreché lecita e sicura, per svolgere importanti attività aziendali, dalle vendite al marketing, dall’amministrazione all’ingegneria, dall’R&I alla formazione. Ma non è possibile, per diversi motivi, affidarsi alla connessione domestica del collaboratore: occorre dotarlo di apparati idonei (router) che, da un lato, garantiscano un agile traffico dati e, dall’altra, consentano di configurare la postazione domestica con le medesime protezioni (in tema di privacy e di Cybersecurity) e prestazioni (in termini di applicativi) della rete aziendale.

Una soluzione a questo aspetto viene direttamente dal mercato: gli operatori delle telecomunicazioni stanno già proponendo soluzioni specifiche, le quali però, per quanto offerte a tariffe “dedicate” al contesto, rappresentano pur sempre un onere aggiuntivo che si aggiunge alle difficoltà economiche che le nostre aziende sono chiamate ad affrontare nel prossimo futuro. In molti casi, inoltre, è anche necessario formare il lavoratore a questa modalità operativa, che purtroppo non è ancora molto diffusa tra le aziende.

Vi sono poi ancora ampie zone del territorio che non dispongono di una adeguata copertura di rete, fissa o mobile. Molte aziende operano purtroppo in zone tuttora non raggiunte dalle infrastrutture in banda ultralarga e per questo aspetto scontano un grave impatto negativo in termini di competitività.

Il sistema economico, infine, non è fatto solo di imprese: operatori turistici e commerciali sono ovunque, anche in quella quota importante del territorio del Piemonte che sono le valli, e lì spesso – come fortemente e più volte denunciato da ANCI e UNCEM – manca addirittura la copertura mobile.

Quindi, in una situazione di emergenza, per tramutare il problema in un’opportunità ecco le prime due proposte di Confindustria Piemonte: la prima per le imprese, la seconda per i territori.

“Per le imprese chiediamo alla Regione un sostegno economico, ad esempio in forma di voucher, affinché le aziende possano attivare contratti di servizio abilitanti lo smart working per i propri dipendenti, sostenendo anche i necessari fabbisogni di formazione necessari a superare l’eventuale “analfabetismo digitale”.

“Per i territori, pur condividendo gli sforzi della Regione per accelerare il piano BUL per la posa della fibra, riteniamo che la rete mobile sia oggi quella che offre maggiori prospettive, consentendo l’impiego immediato dei router domestici basati su SIM. Ma poiché essa stessa non è ancora sufficiente in termini di copertura, sarebbe auspicabile una ricognizione, sotto coordinamento regionale, di tutte le opzioni che potrebbero portare all’installazione del più alto numero possibile, nel minor tempo possibile – come ad esempio è stato fatto per servire il nuovissimo ospedale di Verduno – di antenne cellulari temporanee”.
Queste le proposte del sistema industriale piemontese, nelle parole di Fabrizio Gea.
“Insieme ce la possiamo fare: insieme ce la faremo”.




Imprese e trasformazione digitale. Il 67,2% delle attività produttive ha puntato sulle nuove tecnologie

Nell’anno appena concluso, circa 7 imprese piemontesi su 10 hanno investito nel miglioramento e nella trasformazione digitale per contrastare gli effetti della pandemia.

Nel 2019, infatti, le attività produttive piemontesi che avevano puntato sulle nuove tecnologie erano state il 56,2 mentre nel 2020, con un balzo in avanti dell’ 11%, sono state il 67,2%, risultato che consente al Piemonte di posizionarsi al quarto posto nella classifica delle regioni. Infatti, l’utilizzo delle nuove tecnologie limita le differenze tra piccole e medio-grandi aziende, contribuisce a sostenere la governance delle imprese manifatturiere a conduzione familiare, agevola il recupero delle aziende dei servizi, più tartassate dal Covid.

 

I dati arrivano dal dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato che ha analizzato e rielaborato i dati  sulla trasformazione digitale delle imprese  tra il 2019 e il 2020.

 

“La pandemia da Covid-19, e le relative restrizioni applicate alle attività produttive, hanno dimostrato quanto sia importante che le imprese intensifichino gli investimenti nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione digitale, per restare competitive anche in periodi di eccezionale crisi ed emergenza, come quello che stiamo attraversando – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – dobbiamo anche ricordarci come il Next Generation EU indirizzerà ben il 21% dei 209 miliardi destinati all’Italia in investimenti per la transizione digitale. Un’opportunità grandissima anche per le imprese del territorio, che hanno bisogno di investire in tale settore al fine di aumentare la propria capacità competitiva, rafforzare i processi di produzione e gestione aziendale, e sostenere la crescita dimensionale, stimolando così la domanda di investimenti in beni sia strumentali (ammodernamento di macchinari, efficientamento produttivo, ecc) sia digitali per la comunicazione e il marketing, così come indicato nel Recovery Plan”.

 

Dall’analisi di Confartigianato emerge come la crisi sanitaria nella nostra regione abbia portato a un intenso utilizzo delle tecnologie digitali, soprattutto tra le MPI. Tra queste in primis si è potuta osservare una significativa diversificazione dei canali di vendita e l’intensificazione dell’uso della strumentazione digitale.

 

In relazione alla comunicazione interna all’impresa, l’utilizzo di applicazioni di messaggistica e di video-conferenza è addirittura triplicato: dal 10,6% di micro e piccole imprese nella fase pre-Covid si è arrivati al 30,7%.

Si è fortemente intensificata anche la comunicazione con la clientela attraverso i social media: già presente nel 21,9% delle micro e piccole imprese (3-49 addetti), è stata introdotta, migliorata o ne è prevista l’implementazione il prossimo anno da un ulteriore 17%, portando al 38,9% la quota di MPI attive su questo canale.

I servizi digitali, come newsletter, tutorial, webinar, corsi, che erano forniti dal 7,7% delle imprese, registrano un rafforzamento, con l’introduzione da parte del 13,2% di micro piccole imprese e resi disponibili dopo l’emergenza dal 20,9% delle MPI.

Significativo ampliamento anche degli investimenti tecnologici finalizzati a migliorare la qualità e l’efficacia del sito web – quali SEO, utilizzo di web analytics, paid search, ecc. – che erano presenti prima dell’emergenza nel 10,7% delle micro-piccole imprese, sono divenuti pratica comune per un altro 12,4%, portando al 23,1% la quota di micro e piccole imprese attivate.

L’intensificazione del lavoro a distanza ha generato anche una domanda di relative infrastrutture: i server cloud e le postazioni di lavoro virtuali, già disponibili nel 9,5% delle MPI, dopo l’emergenza riguardano il 26,0% (+16,5 punti), mentre le apparecchiature informatiche fornite ai dipendenti, azione intrapresa dal 10,0% delle MPI prima dell’emergenza, sono state oggetto di investimento per un ulteriore 17,3%, portando la quota al 27,3%. Anche per le applicazioni software più specialistiche per la gestione condivisa di progetti, utilizzate in precedenza da una quota limitata (5,7%) di MPI, risulta triplicata la loro diffusione, che arriva al 18,2% (+12,5 punti percentuali).

Per le imprese più piccole l’adozione dello smart working è stato un fattore essenziale per incentivare l’acquisizione di tecnologie di comunicazione digitali: le micro imprese (3-9 addetti) orientate allo smart working, che prima della crisi avevano adottato tecnologie di comunicazione digitale nel 28,7% dei casi, hanno raggiunto il 76% a seguito degli investimenti indotti dall’emergenza.

E’ anche raddoppiata la quota di imprese attive nell‘e-commerce ed è salita quella relativa alle vendite tramite comunicazioni dirette. Le vendite il proprio sito web, già presente nel 9% delle MPI prima dell’emergenza, sono utilizzate dal 17,2% delle MPI (+8,2 punti percentuali tra miglioramenti e nuova introduzione entro il prossimo anno). Prossima al raddoppio anche la quota di MPI attive nella vendita mediante comunicazioni dirette (es. e-mail, moduli online, Facebook, Instagram, ecc.) che salgono dal 15,6% pre emergenza, al 27,8% (+12,2 punti, sempre includendo le unità che hanno adottato miglioramenti, hanno introdotto lo strumento o lo implementano nei processi aziendali il prossimo anno).

La straordinaria intensificazione delle vendite tramite la Rete traina la distribuzione delle imprese che gestiscono vendite on line con consegne in proprio, quota che passa dal 5,5% pre emergenza ad un 14,2% (+8,6 punti).

 

In ogni caso, però, c’è ancora molta strada da fare: solo il 26% delle imprese italiane è a conoscenza del Piano Impresa 4.0 e, tra queste, il 9%, pur conoscendolo, comunque non investe. Per il resto, vale a dire per i due terzi della manifattura italiana, gli strumenti messi in campo e le grandi opportunità offerte dalle tecnologie non sono (ancora) all’ordine del giorno.

 

“E’ proprio nel PNRR che le imprese avranno l’opportunità di ripartire a rafforzarsi – continua De Santis – puntando sull’innovazione e sul lavoro con l’inserimento dei giovani, certamente pronti a trasferire questo know-how a tutti gli addetti di qualsiasi filiera produttiva. Tutte queste opportunità potranno essere il miglior investimento e non hanno una durata a tempo rispetto i sostegni”.

 

“Proprio la formazione e la competenza – conclude De Santis – si collocano tra gli impegni nodali di questo tempo: trasferire conoscenze per accrescere le competenze digitali degli artigiani per venire incontro alle loro esigenze, prev




Mobile Health (mHealth) e Covid-19, l’uso di dispositivi mobili per la medicina in caso di pandemia

Monitorare i pazienti Covid-19 e prevedere l’escalation dei sintomi con un intervento precoce grazie a un dispositivo indossabile che raccoglie dati e li trasmette ai sanitari. Si tratta di una possibilità concreta, come ha stabilito la ricerca condotta da un team internazionale di 60 scienziati coordinato dal Motion Analysis Laboratory dello Spaulding Rehabilitation Hospital di Boston.

Il Politecnico di Torino, unico istituto italiano che ha partecipato a questo studio, ha contribuito con il lavoro del professor Danilo Demarchi del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni.

Lo studio, intitolato “Can mHealth Technology Help Mitigate the Effects of the COVID 19 Pandemic?”, è stato pubblicato sull’ultimo numero dell’IEEE Open Journal of Engineering in Medicine and Biology.

Lo scopo dell’indagine è stato quello di analizzare le tecnologie del cosiddetto mHealth, cioè l’utilizzo di dispositivi mobili per la medicina, ed esplorare la loro applicazione per monitorare e mitigare gli effetti della pandemia da Covid-19. Il gruppo di lavoro ha identificato le tecnologie che potrebbero essere utilizzate in risposta alla diffusione del contagio da Covid-19 e che sarebbero probabilmente adatte a future pandemie.

Il professor Paolo Bonato, già studente magistrale e di Dottorato del Politecnico di Torino, ora Direttore dello Spaulding Motion Analysis Lab a Boston e docente presso la Harvard Medical School, è stato il coordinatore dello studio. “Essere in grado di attivare un gruppo eterogeneo di esperti con un focus così singolare testimonia l’impegno che l’intera comunità scientifica ha nell’affrontare questa pandemia. Il nostro obiettivo è ottenere rapidamente importanti scoperte per la comunità clinica, in modo da fornire interventi efficaci nella prevenzione e la cura di malattie”, ha affermato il professor Bonato.

Il contributo del professor Demarchi e di alcuni giovani ex studenti del Politecnico, Stefano Sapienza e Benito Pugliese, ora ricercatori presso la Harvard Medical School nel gruppo di Bonato, è stato principalmente nella sezione dello studio titolata “Remote Monitoring of Patients with COVID-19 and Frontline Healthcare Workers Using Mobile Health Technologies”.

“L’utilizzo delle tecnologie di Mobile Health è una delle frontiere più interessanti per le future applicazioni cliniche, soprattutto per il monitoraggio dell’evoluzione di malattie e per la relativa efficacia delle terapie”, commenta Demarchi: “Si aprono scenari interessantissimi per quella che viene chiamata Home Care, cioè la possibilità di trasferire il monitoraggio e le terapie direttamente a casa dei pazienti, i quali potranno essere seguiti con continuità e nella loro quotidianità. In particolare, un intelligente utilizzo di queste soluzioni permetterà di evitare i trasferimenti presso le strutture ospedaliere, riducendo così drasticamente i costi sanitari. Sarà inoltre possibile ridurre la congestione degli ospedali, verificatasi purtroppo durante la pandemia, ottimizzando così le risorse e diminuendo i contatti, sempre particolarmente critici durante le situazioni pandemiche”.

I dispositivi indossabili, propri dalla Mobile Health, offrono un’opportunità significativa per la raccolta dei dati. Possono essere utilizzati per monitorare i pazienti positivi al Covid-19 con sintomi lievi. A questi pazienti viene in genere imposta una auto-quarantena a casa o vengono sottoposti a monitoraggio presso centri di trattamento. Tuttavia, una parte di loro alla fine sperimenta un’esacerbazione, vale a dire l’improvvisa comparsa di sintomi gravi, e richiede il ricovero in ospedale. In questo contesto, la tecnologia mHealth consente la diagnosi precoce di tali esacerbazioni, permettendo ai medici di fornire gli interventi necessari in modo tempestivo.

Il documento prodotto dal gruppo di lavoro ha concluso che le applicazioni per smartphone che abilitano auto-segnalazioni, unitamente a sensori indossabili che consentono la raccolta di dati fisiologici, potrebbero essere utilizzate per monitorare non solo i pazienti, ma anche il personale clinico, rilevando i primi segni di un’epidemia nelle strutture sanitarie. La diagnosi precoce dei casi di Covid-19 potrebbe essere ottenuta basandosi su studi precedenti che hanno dimostrato che, utilizzando sensori indossabili per acquisire la frequenza cardiaca a riposo e la durata del sonno è possibile prevedere i tassi di malattia simil-influenzale, così come sono le tendenze epidemiche del Covid-19.




Il 21 ottobre un worksop dedicato alla digitalizzazione delle PMI

Si chiama #digitalizzazione #pmi – dai voucher ai nuovi servizi per la trasformazione digitale il workshop organizzato dalla Fondazione Torino Wireless con la collaborazione di Regione Piemonte, Camera di Commercio e InfoCamere al Centro congressi Torino Incontra

Quali sono le risorse disponibili per sostenere gli investimenti nel digitale? Che cosa significa acquisire un “digital mindset”? Esistono buone prassi a cui ispirarsi? Sono queste alcune delle domande intorno alle quali verterà il workshop #digitalizzazione #pmi – dai voucher ai nuovi servizi per la trasformazione digitale, organizzato lunedì 21 ottobre presso il Centro congressi Torino Incontra (via Nino Costa 8).

Al mattino il programma prevede un seminario aperto alle PMI che hanno avviato un percorso di digitalizzazione, con particolare focus sulle imprese che hanno ricevuto o richiesto i Voucher digitali Impresa 4.0; a seguire un pranzo di networking e, nel pomeriggio, una sessione di lavoro a numero chiuso – massimo 60 aziende – per fare il punto su cybersecurity e applicazione del GDPR.

Durante il workshop sarà possibile ricevere il supporto all’accesso ai documenti e informazioni della tua impresa, grazie al Cassetto digitale dell’imprenditore. Porta con te uno degli strumenti di autenticazione: Firma digitale, CNS, tessera sanitaria con PIN o SPID per aprire il tuo cassetto digitale.




Con le applicazioni della robotica il futuro nei vigneti sarà più agevole e sicuro

Confagricoltura Piemonte segue con interesse e collabora con l’Università di Torino alla realizzazione del Progetto Horizon BACCHUS – Mobile Robotic Platforms for Active Inspection and Harvesting in Vineyard Areas (Piattaforma robotizzata per l’ispezione attiva e la raccolta del prodotto nelle aree viticole).

In un meeting on-line che si è svolto mercoledì 11 novembre un qualificato gruppo di produttori e tecnici vitivinicoli di Confagricoltura Piemonte ha discusso,  sotto la guida dei professori Remigio Berruto e Mario Tamagnone del Disafa – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, delle prospettive dell’incorporazione della robotica nella produzione di uva, che potenzialmente potrebbe migliorare sensibilmente le condizioni di lavoro degli imprenditori e degli operai agricoli; i sistemi intelligenti, infatti, stanno diventando la soluzione per indirizzare le produzioni verso l’agricoltura di precisione.

La georeferenziazione dei vigneti – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemontecon la possibilità di effettuare ispezioni agrometeorologiche e anche visive sullo stato sanitario delle coltivazioni e la raccolta intelligente e dunque non solo meccanizzata, automatizzata e selettiva, in particolare, possono già, per alcuni aspetti,  fornire un notevole miglioramento al prodotto raccolto”.

Il progetto si pone l’obiettivo di migliorare le prestazioni dei robot per contenere la diffusione delle malattie con minori trattamenti, controllare lo sviluppo dei funghi con raggi UV sulla fila (in collaborazione con l’azienda norvegese Sagarobotics), controllare meccanicamente le infestanti sulla fila, diradare i grappoli ammuffiti, selezionare e diradare i grappoli in vendemmia prelevando solo il prodotto con un certo grado di maturazione e sanità.

Tuttavia, per raggiungere questo tipo di automazione, sono necessari progressi significativi per quanto riguarda le capacità cognitive e meccatroniche dei robot.  Il sistema robotico mobile intelligente BACCHUS – spiega il professor Remigio Berruto dell’Università di Torinosi pone anche l’obiettivo di riprodurre le operazioni di raccolta a mano, operando in modo autonomo in quattro diversi livelli: eseguire la navigazione robotizzata con garanzia di qualità delle prestazioni al fine di ispezionare le colture e raccogliere dati dalla zona agricola attraverso un sistema di analisi della maturazione; eseguire operazioni di raccolta bi-manuale con la necessaria “finezza”, utilizzando una piattaforma robotica modulare; adattare la pinza robot alla geometria delle diverse colture; presentare capacità cognitive avanzate e capacità decisionali”.

Il sistema previsto sarà dimostrato e valutato nell’ambiente di vigneto ispezionando diversi tipi di vite e vendemmiando grappoli d’uva di diverse varietà.

Confagricoltura sta lavorando con l’Università di Torino per presentare e valutare l’applicazione in Piemonte, già nel prossimo anno.