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CNA Piemonte – Bonus edilizi: dal Governo un colpo durissimo a tutto il comparto edilizia

La disordinata exit strategy dal Superbonus rischia di gettare nuovamente il settore delle costruzioni in una crisi ancora più grave.

L’esecutivo continua a produrre norme restrittive nei confronti del settore delle costruzioni, generando caos e incertezza per le imprese e i committenti oltre che per i cittadini. La nuova stretta avrà pesanti effetti sul settore che si stava adeguando alle residue opportunità previste nell’ultima Legge di Bilancio. In mancanza del testo del provvedimento è impossibile conoscere se, a esempio, contratti già firmati potranno continuare a utilizzare l’opzione della cessione del credito.

Il provvedimento inoltre va a colpire gli interventi che riguardano gli enti del terzo settore e quelli di ricostruzione nelle zone colpite da terremoti. Si tratta di lavori che hanno un elevato valore sociale e un limitato impatto sui conti pubblici, per cui è incomprensibile la decisione del Consiglio dei ministri.

La decisione presa dal Governo rappresenta un ostacolo significativo per il nostro settore, mettendo a rischio non solo la stabilità economica delle imprese costruttrici ma anche il benessere di innumerevoli famiglie italiane. L’incertezza generata da queste normative restrittive minaccia seriamente la ripresa del settore delle costruzioni, appena iniziata dopo anni di difficoltà. È fondamentale che il Governo riconsideri la sua posizione, prendendo in considerazione l’importanza vitale dei bonus edilizi per la ripresa economica del paese e per il miglioramento dell’efficienza energetica e della sicurezza sismica delle nostre abitazioni. Da parte nostra, siamo pronti a collaborare per trovare soluzioni eque che salvaguardino il futuro del settore edilizio e contribuiscano positivamente all’economia nazionale” afferma Andrea Talaia, Presidente di CNA Costruzioni Piemonte




Caporalato, Confagricoltura Asti: “La nostra organizzazione è da sempre impegnata a questo fenomeno”

La stragrande maggioranza del tessuto produttivo agricolo astigiano è costituito da imprese sane, che nulla hanno a che fare con il fenomeno del caporalato”. Lo chiarisce subito Gabriele Baldipresidente della Confagricoltura di Asti.

L’imprenditore agricolo” afferma Baldi “spesso si trova pressato da un lato dal mercato che scandisce tempi, regole e prezzi, dall’altro dai cicli biologici naturali che dettano i tempi delle lavorazioni agricole. Questo può metterlo in difficoltà nel




Scuola di politica per giovani cittadini” ed è completamente gratuito

La Città metropolitana di Torino – con il contributo di Compagnia di San Paolo – organizza un percorso di formazione rivolto a 50 giovani interessati a conoscere ed approfondire alcune nozioni utili per intraprendere un’azione politica attiva e consapevole. 

Il corso si chiama “Politikè. Scuola di politica per giovani cittadini” ed è completamente gratuito.

La presentazione domani sabato 23 marzo a partire dalle ore 9 nella sede di Città metropolitana di Torino in corso Inghilterra 7 

“La formazione parlerà di parità di genere, impegno civile, ambiente, cittadinanza europea, sociale e comunicare in pubblico” spiega Valentina Cera, consigliera metropolitana delegata alle politiche giovanili, che ha voluto avviare questo progetto con una presentazione ufficiale nella quale illustra anche le tappe già previste: un incontro al prossimo Salone internazionale del Libro di Torino il 13 maggio, preceduto in aprile da una passeggiata sui sentieri resistenti del Colle del Lys, e infine uno stage residenziale presso la Certosa 1515 di Avigliana.
Il corso principalmente è rivolto a giovani fino ai 40 anni che stanno già svolgendo un ruolo politico amministrativo (assessore comunale, consigliere comunale), ma anche a chi sta frequentando corsi universitari a tema, a chi svolge o a chi è interessato a svolgere attività politica. In autunno si terranno lezioni frontali con esperti, mentre al termine del percorso i partecipanti elaboreranno un documento di azione politica.

I ragazzi e le ragazze interessati possono ancora iscriversi qui online https://bit.ly/3ThRsF




Previsioni occupazionali: 29.690 le assunzioni previste dalle imprese piemontesi per marzo 2024

Sono circa 29.690 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per marzo 2024, valore che sale a 87.330 se si considera l’intero trimestre marzo-maggio 2024.

Il trend appare positivo sia a livello mensile (+1.870 entrate rispetto a marzo 2023, per una variazione tendenziale del +6,7%), sia su base trimestrale (+7.120 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), in analogia rispetto a quanto avviene a livello complessivo nazionale (+7,1% su marzo 2023 e +8,7% rispetto a marzo-maggio 2023).

 

Le entrate ipotizzate in Piemonte a marzo 2024 rappresentano il 21,6% delle 137.700 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 6,6% del totale di quelle nazionali (447mila circa).

Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 29 gennaio-12 febbraio 2024.

Il 75,7% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente, il 14,9% lavoratori somministrati (in netta diminuzione rispetto alle previsioni di febbraio 2024), l’1,8% collaboratori e il 7,6% altri lavoratori non alle dipendenze.

La domanda di lavoro anche a marzo 2024 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 59% delle entrate programmate (in linea rispetto al mese precedente), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 31% dei casi (in crescita di un punto rispetto a febbraio 2024). L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 8% delle entrate (in debole diminuzione), mentre gli altri contratti detengono una quota residuale del 2% del totale complessivo regionale.

Delle 29.690 entrate previste in Piemonte nel mese di marzo 2024 il 16% è costituito da laureatiil 28% da diplomati, le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 35% e il 19%.

Considerando i dati del trimestre marzo-maggio 2024 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 57.500 entrateil 65,8% del totale (5.290 unità in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 29.830 entrate, generando il 34,2% della domanda totale e segnando un aumento di circa 1.820 unità rispetto al periodo marzo-maggio 2023.

Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 87.330 entrate previste nel trimestre marzo-maggio 2024 è il turismo (servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici), con 12.420 ingressi (14,2% del totale), seguito dal commercio, con 11.940 entrate e una quota del 13,7% del totale e dai servizi alle persone, per cui le imprese intervistate presumono di dover effettuare 11.010 assunzioni (il 12,9%).

All’interno del comparto industriale si distinguono il settore edile, con 8.270 entrate previste nel periodo in esame, e le industrie meccaniche ed elettroniche, con 6.820 assunzioni nel trimestre e una quota del 7,8% del totale.

Il 24% delle entrate previste a marzo 2024 nella nostra regione sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 21% a dirigenti, specialisti e tecnici. Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 31% delle entrate e solo il 10% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici costituiranno il 14% delle assunzioni del mese.

Circa un’assunzione su tre (33%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 20% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

Per il 63,5% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 25,6% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 14,7% coordinerà altre persone.

Il 45% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio, il 17% nelle aree commerciali e della vendita, il 15% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà L’11% circa delle assunzioni programmate per il mese di febbraio 2024, l’area amministrativa e quella direzionale genereranno entrambe una quota del 6%.

Appare ancora elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro: a marzo infatti, la quota di assunzioni di difficile reperimento è pari al 49,9%, sostanzialmente in linea sia con il dato del mese precedente (49,5%), sia con quello di un anno fa (a marzo del 2023 la difficoltà di reperimento riguardava il 49,6% delle assunzioni). A livello nazionale la quota di entrate di difficile reperimento è del 47,8%.

Le difficoltà sono legate in primo luogo alla mancanza di candidati (32,4%, in lieve aumento rispetto a febbraio 2024), cui segue l’inadeguata preparazione degli stessi (13,3%, in lieve calo rispetto al mese precedente).

 

Le professioni più difficili da reperire in Piemonte nel mese di marzo 2024

 

Entrate previste

di cui difficoltà di reperimento

Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica

810

83,7

Tecnici della distribuzione commerciale

130

80,6

Operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni

790

80,5

Fabbri ferrai costruttori di utensili

790

80,4

Tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni

550

78,6

Meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili

890

76,8

Totale

29.690

49,9

Fonte: Unioncamere – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior, 2024

Scendendo nel dettaglio delle singole figure professionali, si segnalano difficoltà di reperimento particolarmente elevate per fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica, per cui le imprese segnalano criticità nella ricerca dell’83,7% delle 810 unità previste in entrata. La ricerca di tecnici della distribuzione commerciale (80,6%), operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (80,5%) e fabbri ferrai costruttori di utensili (80,4%) risulta problematica per una quota prossima agli 80 punti percentuale. Le imprese segnalano complessità superiori alla media anche nel reperimento di tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (78,6%), oltre che di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse/mobili (76,8%).

Passando ai titoli di studio, la ricerca di personale laureato sarà difficoltosa per una quota superiore a quella media regionale (51,8%, a fronte del 49,9%). Nel dettaglio, le criticità maggiori riguarderanno il reperimento di laureati negli indirizzi di scienze matematiche, fisiche e informatiche (74,5%), sanitario e paramedico (72,5%), ingegneria civile ed architettura (67,1%) e chimico-farmaceutico (63,0%).

Le imprese lamentano difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 72,7%, in forte aumento rispetto al mese di febbraio 2024 – 62,0%-).

livello secondario si riscontrano nel complesso problematicità nel reperimento di candidati di poco inferiori rispetto alla media regionale (47,7%); le imprese segnalano, tuttavia, difficoltà elevate nella ricerca di diplomati negli indirizzi produzione e manutenzione industriale e artigianale (69,7%), meccanica, meccatronica ed energia (67,8%) e informatica e telecomunicazioni (67,5%).

Per quanto riguarda, infine, la qualifica di formazione o diploma professionale (la difficoltà di reperimento media del titolo di studio è del 52,3%), i problemi maggiori si segnalano per gli indirizzi impianti termoidraulici (84,1%), elettrico (81,0%) e riparazione dei veicoli a motore (73,9%).




Confartigianato Cuneo ha presentato studio fattibilità di Comunità Energetica Rinnovabile

Le Comunità Energetiche sono un tema di visione, grazie alle quali sarà possibile raggiungere grandi risultati in termini di sostenibilità ambientale attraverso la condivisione dell’energia. È necessario quindi far crescere in ognuno dei soggetti coinvolti – cittadini, imprese, associazioni ed istituzioni – una piena consapevolezza del bisogno di “prendersi cura” del Pianeta, creando i presupposti necessari a garantire il futuro per le nuove generazioni.

Questo il senso dell’incontro, organizzato dall’organizzazione di Categoria lo scorso 20 marzo nei suoi uffici di Cuneo per presentare lo studio attuato con lo scopo di simulare la fattibilità di costituzione di una CER – Comunità Energetica.

Confartigianato Cuneo ha infatti recentemente attivato sul territorio provinciale un progetto sulle cabine primarie site nei Comuni di Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Mondovì e Savigliano. L’iniziativa, realizzata con il contributo della Camera di Commercio di Cuneo, si articola, dopo la fase di studio e analisi, attraverso un percorso informativo al quale si affianca la valutazione per la realizzazione di alcune Comunità con il coinvolgimento di partner qualificati e competenti in materia (Environment Park, parco scientifico e tecnologico per l’ambiente) e il convinto sostengo di istituzioni e stakeholder (Amministrazioni comunali coinvolte e Fondazione CRC).

Ai lavori, condotti da Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Cuneo, ha partecipato l’Arch. Stefano Dotta di Environment Park.

«Con le Comunità energetiche – commentano da Confartigianato Cuneo – si dà vita ad un importante progetto etico che pone cittadini e imprenditori al centro, fornendogli una maggiore consapevolezza del sistema di produzione ed erogazione dell’energia. Grazie a tale conoscenza, coniugando i ruoli di consumatore a quello di produttore, si rafforza anche la sensibilità ambientale dei soggetti coinvolti. In questo contesto la collaborazione è sicuramente la chiave di volta per avviare una seria ed efficace programmazione a sostegno di pensieri e azioni comuni finalizzate ad un futuro più green».




Il Gruppo Giovani Imprenditori di Cnvv dona una saldatrice alle scuole

Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) ha donato una nuova saldatrice per le classi dell’Ipia “Lombardi” e dell’Iti “Faccio” di Vercelli. Lo strumento, fornito dalla vercellese Giacoletti Saldatura, consente di effettuare saldature in atmosfera gassosa e andrà ad ampliare l’offerta formativa, migliorando l’operatività del laboratorio.
«Con questa donazione – spiega il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Cnvv, Marco Brugo Ceriotti – abbiamo cercato di dare un contributo concreto per colmare il gap formativo tra scuola e mondo del lavoro che sempre più spesso impedisce a molte aziende del territorio di reperire la manodopera di cui hanno bisogno. I mondi della scuola e dell’impresa devono continuare a interfacciarsi e a dialogare più possibile per cercare di colmare questo divario, nell’interesse di tutto il sistema sociale».



Mercato lavoro Piemonte: il 2023 si chiude con debole crescita occupati

Il tasso di occupazione sale al 67,1%, quello di disoccupazione scende al 6,2%

Il biennio 2022-23 è stato caratterizzato da una sostenuta crescita della domanda di lavoro accompagnata da un miglioramento della qualità dei rapporti di lavoro. Nella fase più recente si è, infatti, osservato un aumento significativo dei contratti a tempo indeterminato.

Nella media del 2023 l’occupazione ha continuato a manifestare un trend positivo e i tassi di disoccupazione si sono riportati al di sotto dei livelli pre-pandemici nonostante i segnali di frenata evidenziati dall’economia.

Questi dati evidenziano una tendenza positiva nel mercato del lavoro piemontese nel 2023, con segnali di crescita e stabilità che indicano una ripresa significativa dopo la fase di difficoltà legate alla pandemia. Questo periodo è stato caratterizzato da un aumento significativo dei contratti a tempo indeterminato, riflettendo un clima di fiducia crescente nel mercato del lavoro regionale. Un buon risultato, quindi, che ci parla di un Piemonte con un tasso di disoccupazione inferiore alla media nazionale. Rimane però ancora un ultimo miglio da guadagnare, quello sul divario di genere: le donne continuano ad affrontare sfide che limitano il loro accesso e il loro avanzamento professionale” commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

 

Il numero medio di occupati in Piemonte nel 2023 si è attestato a 1.801 mila, lo 0,8% in più rispetto alla media 2022. Il 55,6% è rappresentato da soggetti di genere maschile contro il 44,4% di genere femminile.

L’incremento del numero di occupati, pari a 16mila unità, è riconducibile a un aumento registrato dal comparto industriale (+6,0%) e dal commercio e turismo (+2,7%). Una flessione di debole entità ha caratterizzato, invece, le altre attività dei servizi (-0,9%). Contrazioni più marcate hanno colpito l’agricoltura (-3,3%) e le costruzioni (-7,6%).

Nel 2023 l’occupazione dipendente è cresciuta del 2%, mentre per quella indipendente si è registrata una contrazione del 3%. L’incremento occupazionale ha interessato in particolare gli occupati a tempo pieno (+1,1%), mentre quelli a tempo parziale hanno evidenziato una sostanziale stazionarietà.

Nel 2023 sono stati i titoli di studio meno qualificati a segnare una flessione elevata (-6,7%). Sono apparsi, invece, in aumento gli occupati con diploma (+3,5%) e con laurea e post-laurea (+5,6%).

 

Sul fronte dei disoccupati nel 2023 si rileva un calo di 4mila unità rispetto al 2022, parallelamente sono diminuiti anche gli inattivi (coloro che non hanno un lavoro, ma non lo cercano nemmeno). Il contenitore ’a fisarmonica’ delle non forze di lavoro è calato, infatti, di 41mila unità rispetto al 2022 (-3,6%).

Analizzando il tasso di occupazione appare evidente la crescita registrata sia dal Piemonte, che passa dal 66,3% del 2022 al 67,1% del 2023, sia dell’Italia che guadagna circa un punto e mezzo, attestandosi al 61,5%.

Permane anche nel 2022 in Piemonte il noto divario di genere, circa 14,3 punti separano il tasso di occupazione maschile (74,3%) da quello femminile (60,0%). Il dato piemontese è tuttavia migliore rispetto a quello medio nazionale, in Italia il gap  tra tasso di occupazione maschile e femminile è, infatti, di circa 18 punti.

Il tasso disoccupazione della nostra regione si mantiene su livelli nettamente inferiori rispetto a quelli medi nazionali. Il Piemonte nel 2023 ha conseguito un tasso di disoccupazione del 6,2%, lievemente migliore rispetto a quanto evidenziato nel 2022 (6,5%). L’Italia ha segnato un lieve calo, passando dall’8,1% al 7,7% del 2023.

Anche per quanto concerne il tasso di disoccupazione esiste in Piemonte un evidente scarto di genere, quello maschile nel 2023 si attesta al 5,4% e quello femminile al 7,1%

Sul fronte della disoccupazione giovanile (15-24 anni), infine, il dato piemontese (20,3%) relativo al 2023 continua ad essere marcatamente maggiore alla media europea (14,5%), ma inferiore rispetto al risultato nazionale (22,7%).




Confartigianato Cuneo ha presentato a Mondovì

Le Comunità Energetiche sono un tema di visione, grazie alle quali sarà possibile raggiungere grandi risultati in termini di sostenibilità ambientale attraverso la condivisione dell’energia. È necessario quindi far crescere in ognuno dei soggetti coinvolti – cittadini, imprese, associazioni ed istituzioni – una piena consapevolezza del bisogno di “prendersi cura” del Pianeta, creando i presupposti necessari a garantire il futuro per le nuove generazioni.

Questo il senso dell’incontro, organizzato dall’organizzazione di Categoria lo scorso 13 marzo nei suoi uffici di Mondovì per presentare lo studio attuato con lo scopo di simulare la fattibilità di costituzione di una CER – Comunità Energetica.

Confartigianato Cuneo ha infatti recentemente attivato sul territorio provinciale un progetto sulle cabine primarie site nei Comuni di Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Mondovì e Savigliano. L’iniziativa, realizzata con il contributo della Camera di Commercio di Cuneo, si articola, dopo la fase di studio e analisi, attraverso un percorso informativo al quale si affianca la valutazione per la realizzazione di alcune Comunità con il coinvolgimento di partner qualificati e competenti in materia (Environment Park, parco scientifico e tecnologico per l’ambiente) e il convinto sostengo di istituzioni e stakeholder (Amministrazioni comunali coinvolte e Fondazione CRC).

Ai lavori, condotti da Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Cuneo, ha partecipato l’Arch. Stefano Dotta di Environment Park. Presenti all’incontro anche Davide Sciandra, presidente della Zona di Mondovì, Michele Quaglia, vicepresidente provinciale Confartigianato Cuneo, Franco Roagna, componente di Giunta di Confartigianato Cuneo, e Davide Merlino, componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione CRC.

«Con le Comunità energetiche – commentano da Confartigianato Cuneo – si dà vita ad un importante progetto etico che pone cittadini e imprenditori al centro, fornendogli una maggiore consapevolezza del sistema di produzione ed erogazione dell’energia. Grazie a tale conoscenza, coniugando i ruoli di consumatore a quello di produttore, si rafforza anche la sensibilità ambientale dei soggetti coinvolti. In questo contesto la collaborazione è sicuramente la chiave di volta per avviare una seria ed efficace programmazione a sostegno di pensieri e azioni comuni finalizzate ad un futuro più green».

sempre Sul tema delle Comunità Energetiche Confartigianato Cuneo organizzerà un ulteriore incontro martedì 19 marzo 2024, alle ore 18.00, presso la Sede provinciale di Cuneo (Via XXVIII Aprile, 24 – Cuneo)




CNA Cinema e audiovisivo Piemonte: grande preoccupazione per il futuro dell’industria cinematografica

Il 3 luglio 2023, CNA Cinema e Audiovisivo ha presentato al Ministero dell’Industria e del Made in Italy e al Ministero della Cultura la propria posizione riguardante la “Consultazione pubblica sullo schema di Decreto legislativo di correzione del Decreto legislativo 8 novembre 2021 n. 208”.

Già in quell’occasione, CNA aveva espresso il proprio punto di vista sulla definizione di “produttore indipendente” e sul tema delle quote di investimento.

Mattia Puleo, Presidente di CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte afferma che: “Questo intervento va a disincentivare gli investimenti di televisioni e piattaforme sul prodotto europeo e in particolar modo italiano, con il rischio di acuire maggiormente la crisi che il settore sta vivendo nel post-covid. Dopo una prima crescita di investimenti sul settore purtroppo stiamo assistendo ad una grave contrazione delle commesse e da un cambio di regolamentazione sul tax credit che sta creando una notevole confusione. Ci auguriamo che il Governo faccia un passo indietro”

In considerazione della riforma del Testo Unico dei servizi di media audiovisivi (Tusma), attualmente in fase di discussione in Parlamento, CNA Cinema e Audiovisivo piemonte nutre forti preoccupazioni riguardo al futuro dell’industria cinematografica e audiovisiva indipendente italiana. Tale riforma prevede una revisione del sistema delle quote di investimento e di programmazione per film, serie e documentari italiani, imponendo agli emittenti televisivi e alle piattaforme di destinare una parte della loro programmazione alla produzione indipendente italiana. Questo risulta essere in linea con l’eliminazione di norme che avevano lo scopo di correggere le disuguaglianze contrattuali tra produttori indipendenti e grandi emittenti televisive e player globali. Tale scenario comporta il rischio concreto di esporre i produttori italiani a una situazione di vulnerabilità contrattuale, a detrimento della diversità culturale dell’industria italiana.

Il dibattito in atto in Parlamento, così come il parere espresso dal Consiglio di Stato, sembrano propendere per una riduzione delle quote di investimento obbligatorio a favore della produzione indipendente.

In sintonia con l’appello rivolto dallo European Producers Club al Ministro della Cultura e al Parlamento italiano, e al fine di promuovere nuove fonti di produzione, la creazione di piccole e medie imprese e l’offerta di nuove opportunità ai talenti creativi, CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte propone che la revisione del Tusma preveda una quota di investimento obbligatorio a favore della produzione indipendente europea e italiana, non inferiore al 20% per i fornitori lineari e non lineari, da aumentare progressivamente al 25% entro due anni. Inoltre, si chiede l’obbligo di investire in opere cinematografiche di origine italiana prodotte da produttori indipendenti (nota come “quota cinema”), seguendo il recente esempio adottato in Germania, e una quota di investimento dedicata alla produzione di opere animate di produttori indipendenti, non inferiore all’1%, così come una quota di investimento dedicata alla produzione di documentari di produttori indipendenti, anch’essa non inferiore all’1%.

È quindi imperativo respingere con fermezza le richieste avanzate dalle piattaforme in Parlamento per una drastica riduzione delle quote di investimento e programmazione, poiché ciò metterebbe seriamente a rischio la produzione indipendente italiana.

È altrettanto cruciale ripristinare l’attuale articolo 57, comma 3, del Tusma, in cui si stabilisce che gli obblighi di investimento devono essere adempiuti attraverso pre-acquisti, acquisti e licenze, escludendo i contratti di appalto o di buyout di tutti i diritti, nonché limitando temporalmente i diritti dei servizi di media audiovisivi a richiedere e acquisire contenuti.

Infine, CNA Cinema e Audiovisivo sottolinea che la regolamentazione volta a garantire condizioni di contrattazione eque tra grandi emittenti televisive e player globali da una parte e produttori indipendenti dall’altra, è essenziale non solo per favorire una crescita strutturata dell’industria culturale italiana, ma anche per preservare il valore dei diritti e della proprietà intellettuale nel paese. Queste regole non solo devono essere mantenute all’interno del Tusma, ma devono anche essere attentamente coordinate con la regolamentazione relativa al tax credit, la cui attuazione può essere ritardata attraverso un decreto interministeriale, al fine di garantire coerenza e semplificazione nel sistema normativo.




Transizione energetica per le PMI, presentato il modello da Fondirigenti e Piemonte Innova

Le imprese, di qualunque dimensione e settore, sono chiamate a giocare un ruolo cruciale nella transizione verso un futuro energetico sostenibile: è questo il messaggio chiave che emerge dal progetto DC4ET – “Digitale e Competenze per la Transizione Energetica”, l’iniziativa strategica di Fondirigenti che ha affrontato il tema della doppia transizione – digitale e sostenibile – dal punto di vista delle aziende e dei loro dirigenti.

Quello della transizione energetica è, infatti, un tema di grande attualità e di importanza strategica per le imprese, come dimostra la recente approvazione del decreto attuativo del Piano Transizione 5.0 relativo agli incentivi per gli investimenti in tecnologie digitali e verdi.

Per questo, Fondirigenti ha deciso di affidare uno specifico progetto di approfondimento a Fondazione Piemonte Innova che, in collaborazione con Federmanager Torino, Unione Industriali Torino, Environment Park e Fondazione Links, ha coinvolto 20 imprese piemontesi nella sperimentazione. I manager e dirigenti nell’arco di otto mesi hanno partecipato a focus group e tavoli di lavoro, per confrontarsi su criticità, aggiornarsi su elementi normativi, condividere buone pratiche, ragionare su strumenti concreti e tecnologie digitali utili alla transizione.

Il risultato è stato un vero e proprio percorso, fatto di indicazioni strategiche e strumenti concreti, per fare in modo che  le imprese, in particolare le medio e piccole, possano integrare in azienda pratiche più sostenibili, imparando a gestire con maggior efficacia il rischio legato alle oscillazioni dei mercati; ma anche, introdurre tecnologie innovative che consentono importanti risparmi energetici, per monitorare meglio i consumi e ottimizzarli; o, ancora, per facilitare la partecipazione delle aziende alle Comunità Energetiche Rinnovabili o addirittura per costituirle.

Tuttavia, il modello non si limita a questo aspetto: delineando i passi necessari che le imprese devono intraprendere nel medio periodo per giungere al proprio posizionamento energetico ottimale, mette in luce il ruolo essenziale delle competenze e delle figure professionali coinvolte o richieste per compiere con successo ogni passo. Un elemento fondamentale per affrontare questa sfida in modo efficace è, infatti, il capitale umano e la creazione di una cultura aziendale improntata alla gestione energetica sostenibile.

I risultati del progetto DC4ET sono stati presentati in anteprima a Torino, giovedì 14 marzo alle ore 16.00, presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali. Tutte le imprese interessate possono visionare il modello “Digitale e Competenze per la Transizione Energetica” sul sito di Fondazione Piemonte Innova piemonteinnova.it/portfolio-articoli/dc4et

“Il mondo economico e produttivo sta attraversando profonde trasformazioni in chiave digitale e sostenibile, che richiedono al management un deciso cambiamento nel modo di lavorare. Per questo con Fondirigenti abbiamo da tempo posto al centro della nostra azione la crescita delle competenze su questi temi – spiega il direttore generale Massimo Sabatini – Con questa iniziativa intendiamo supportare le imprese e i dirigenti, in particolare nelle PMI, verso una maggiore consapevolezza sugli aspetti che caratterizzano la transizione energetica e ambientale, contribuendo ad individuare e, potenzialmente, a trasferire le skills necessarie ad affrontare questa sfida, tenendo conto delle crescenti difficoltà nel  reperire sul mercato profili manageriali adeguati. Abbiamo presentato un vero e proprio modello di intervento, che, come sempre, viene messo a disposizione delle imprese su tutto il territorio nazionale”.

“Sostenibilità sarà sempre di più sinonimo di competitività – ha dichiarato Laura Morgagni, CEO di Fondazione Piemonte Innova. La transizione verso un futuro energetico sostenibile richiede un approccio olistico che vada oltre l’implementazione di tecnologie verdi. La creazione di una cultura aziendale improntata alla gestione sostenibile, supportata da una formazione continua e competenze specializzate, diventa fondamentale per affrontare le sfide e cogliere le opportunità future. Altrettanto cruciale sarà per le imprese saper attivare in modo creativo e flessibile competenze provenienti da diversi settori e collaborazioni con altre imprese. Saper conoscere e attivare i cosiddetti “ecosistemi di innovazione”, di cui Fondazione Piemonte Innova è un esempio, è una vera e propria “meta-competenza”, che potrà fare la differenza per le imprese tra il restare o uscire dal mercato, in un contesto in cui esse saranno scelte dai clienti anche in base agli impatti generati in termini di sostenibilità ambientale e di transizione energetica.”