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Torino. Lo smart work per il settore elettrico ai tempi della pandemia

L’emergenza sanitaria ha imposto alle imprese nuove modalità di lavoro da casa, per altro impiegato per periodi prolungati di tempo. Ma il cosiddetto smar work, o lavoro agile, non è una modalità lavorativa del tutto nuova, anche se prima del Covid era in Italia ancora poco applicata.

Oggi, come sono cambiate le logiche del ricorso allo smart work nel nostro Paese? Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino ha condotto per Utilitalia,Elettricità Futura e Terna una delle prime ricerche basate su casi di studio, con l’obiettivo di illustrare come la pandemia e i relativi lockdown abbiano cambiato le logiche di ricorso allo smart work.

Con un focus sulle interdipendenze tra organizzazione del lavoro e ruolo delle tecnologie digitali nel favorire comunicazione e collaborazione tra le persone, la ricerca evidenzia diverse implicazioni collegate all’evoluzione dello smart work da strumento di welfare a “nuova normalità” per i lavori di ufficio. “Le evidenze raccolte nel settore elettrico per questo studio possono essere generalizzate a tutti i settori dei servizi e, ancora più in generale, nei lavori di ufficio”, ha dichiarato Paolo Neirotti, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione e responsabile scientifico della ricerca.

Nello specifico, la ricerca ha evidenziato che prima della pandemia lo smart work riguardava in generale un solo giorno a settimana in cui veniva concentrato il lavoro di tipo individuale e tendeva a coinvolgere ruoli dove il risultato del lavoro è più facilmente misurabile e non incide particolarmente sulla prestazione complessiva dell’impresa. Il professor Neirotti sottolinea invece come, anche al di fuori dei periodi di lockdown, nel 2020 lo smart work sia stato allargato alla quasi totalità dei lavori di ufficio e all’intera settimana lavorativa. Questa normalizzazione dello smart work richiede un generale snellimento dell’impianto normativo che regola in Italia l’adozione di questa modalità di lavoro e sta portando le imprese a rivedere i sistemi di controllo dei risultati, le competenze di leadership del middle management, oltre che l’insieme delle competenze soft, delle norme sociali e del sistema dei valori che regolano il lavoro delle persone.

In generale, il management e le Relazioni Industriali sono chiamate ad affrontare tre tipi di sfide che hanno implicazioni sistemiche per le politiche del lavoro in Italia. In primo luogo, è necessario rivedere il sistema di controllo del lavoro, sfida che è collegata alla revisione dei sistemi di remunerazione delle persone e alle modalità con cui queste sono regolate nei contratti collettivi nazionali. Il controllo del lavoro si deve infatti spostare dalla quantità di tempo lavorato ai risultati conseguiti.

C’è poi il tema della gestione del rischio di isolamento, nel momento in cui le persone lavorano da remoto e sono distribuite e quasi “esiliate” nelle loro abitazioni. Occorrono nuovi approcci alla condivisione della conoscenza necessaria per gestire i processi di lavoro, ma anche per far crescere le persone sul posto di lavoro e fornire loro equità nei sistemi di controllo e valutazione.

Il terzo aspetto riguarda l’utilizzo dei diversi strumenti digitali per costruire nuove pratiche di collaborazione, comunicazione e condivisione di esperienze.

Questi aspetti mettono in luce come il ricorso allo smart work generalizzato iniziato con la pandemia possa avviare, se non amplificare, il divario legato a quanto imprese e persone sono pronte da un punto di vista tecnologico e di organizzazione del lavoro a impostare parte della settimana lavorativa da remoto senza che le tecnologie digitali producano particolari disagi e svantaggi.




Previsioni occupazionali: 33.920 assunzioni previste dalle imprese piemontesi a luglio

Sono circa 33.920 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per luglio 2023, valore che sale a 93.650 se consideriamo l’intero trimestre luglio-settembre 2023. Il trend appare espansivo sia a livello mensile (+2.930 entrate rispetto a luglio 2022, per una variazione tendenziale del +9,5%), sia su base trimestrale (+6.700 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) in analogia a quanto avviene a livello complessivo nazionale (+15,8% su luglio 2022 e +15,1% rispetto a luglio-settembre 2022).

Le entrate ipotizzate in Piemonte a luglio 2023 rappresentano il 22,6% delle 150.400 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 5,8% del totale di quelle nazionali (585mila circa).

Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 15 maggio-31 maggio 2023.

Il 77,7% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente, il 16,8% lavoratori somministrati, l’1,9% collaboratori e il 3,7% altri lavoratori non alle dipendenze.

 

La domanda di lavoro a luglio 2023 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 64% delle entrate programmate, seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 22% dei casi. L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 9% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota del 5% del totale complessivo regionale.

 

Delle 33.920 entrate previste in Piemonte nel mese di luglio 2023 il 12% è costituito da laureatiil 27% da diplomati, le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 26% e il 33%.

Considerando i dati del trimestre luglio-settembre 2023 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 62.690 entrateil 66,9% del totale (3.850 unità in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 30.970 entrate, generando il 33,9% della domanda totale e segnando un aumento – circa 2.850 unità- rispetto al periodo luglio-settembre 2022.

 

Tra i servizi, il comparto che assorbirà la quota più rilevante delle 93.650 entrate previste nel trimestre luglio-settembre 2023 è quello dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con 16.550 ingressi (17,7% del totale), seguito dai servizi alle persone, con 12.560 entrate e una quota del 13,4% del totale e dal commercio, per cui le imprese intervistate presumono di dover effettuare 11.700 assunzioni (12,5%). I servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio richiederanno 6.280 nuove entrate nel trimestre impattando con una quota del 6,7% sulle assunzioni previste nel periodo.

All’interno del comparto industriale si distingue il settore edile (8.790 assunzioni nel trimestre, con una quota del 9,4% del totale).

Il 31% delle entrate previste a luglio 2023 in Piemonte sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 17% a dirigenti, specialisti e tecnici.

Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 31% delle entrate e solo il 7% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici costituiranno il 14% delle assunzioni del mese.

Il 36,3% delle assunzioni interesserà giovani con meno di 30 anni, quota che sale al 50,1% per le aree commerciali e della vendita e scende al 28,8% per la logistica. Nel 21% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

Per il 60% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 20,5% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, l’11,4% coordinerà altre persone.

 

Il 50,2% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio, il 15,9% nelle aree commerciali e della vendita, il 13,6% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà il 12% circa delle assunzioni programmate per il mese di luglio 2023, l’area amministrativa e quella direzionale rispettivamente il 4,3% e 4,1%.

Anche per il mese di luglio 2023 la difficoltà di reperimento si conferma una tematica di rilievo nel panorama regionale. In oltre 1 caso su 2 (52,0%) le imprese prevedono, infatti, di incontrare ostacoli nel reperire i profili desiderati, quota in aumento tanto rispetto al mese precedente (50,5%), quanto soprattutto nel confronto di lungo periodo: a luglio 2022 le difficoltà di reperimento riguardavano, infatti, solo il 44,1% delle entrate programmate. Ancora una volta, il dato piemontese è, inoltre, più elevato rispetto a quello medio nazionale (47,9%). Il mismatch è legato in primo luogo alla mancanza di candidati (35,6%, a fronte del 28,0% di un anno fa), seguita da un’inadeguata preparazione degli aspiranti neo-assunti (11,9%, quota stabile rispetto a luglio 2022).

 

Le professioni più difficili da reperire in Piemonte nel mese di luglio 2023

 

Entrate previste

di cui difficoltà di reperimento

Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali

830

81,2%

Conduttori di veicoli a motore e a trazione animale

1.310

79,5%

Operai specializ. installaz./manutenzione attrezzature elettriche/elettroniche

480

77,1%

Tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni

620

75,8%

Meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili

750

75,4%

Fabbri ferrai costruttori di utensili

470

67,0%

Totale

33.920

52,0%

Fonte: Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2023

Nel dettaglio delle singole professioni, si segnalano criticità per le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali che risultano di difficile reperimento nell’81,2% dei casi, seguiti dai conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (79,5%), operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche (77,1%), tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (75,8%) e meccanici artigianali (75,4%).

Per quanto riguarda i titoli di studio, a livello universitario la difficoltà maggiore si riscontra nel reperire laureati nell’indirizzo di scienze matematiche, fisiche ed informatiche (82,5% di difficile reperimento – a conferma di quanto rilevato per il mese di giugno 2023-) e in quello di indirizzo medico e odontoiatrico (80,5%).

Le imprese lamentano difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 79,9%) e, a livello secondario, per l’indirizzo socio-sanitario (il 69,2% delle assunzioni programmate è di difficile reperimento). Per quanto riguarda la qualifica di formazione o diploma professionale, le problematiche maggiori si riscontrano per l’indirizzo dei servizi di promozione e accoglienza (78,9%).

 

Sono circa 33.920 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per luglio 2023, valore che sale a 93.650 se consideriamo l’intero trimestre luglio-settembre 2023. Il trend appare espansivo sia a livello mensile (+2.930 entrate rispetto a luglio 2022, per una variazione tendenziale del +9,5%), sia su base trimestrale (+6.700 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) in analogia a quanto avviene a livello complessivo nazionale (+15,8% su luglio 2022 e +15,1% rispetto a luglio-settembre 2022).

Le entrate ipotizzate in Piemonte a luglio 2023 rappresentano il 22,6% delle 150.400 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 5,8% del totale di quelle nazionali (585mila circa).

Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 15 maggio-31 maggio 2023.

Il 77,7% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente, il 16,8% lavoratori somministrati, l’1,9% collaboratori e il 3,7% altri lavoratori non alle dipendenze.

 

La domanda di lavoro a luglio 2023 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 64% delle entrate programmate, seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 22% dei casi. L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 9% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota del 5% del totale complessivo regionale.

 

Delle 33.920 entrate previste in Piemonte nel mese di luglio 2023 il 12% è costituito da laureatiil 27% da diplomati, le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 26% e il 33%.

Considerando i dati del trimestre luglio-settembre 2023 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 62.690 entrateil 66,9% del totale (3.850 unità in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 30.970 entrate, generando il 33,9% della domanda totale e segnando un aumento – circa 2.850 unità- rispetto al periodo luglio-settembre 2022.

 

Tra i servizi, il comparto che assorbirà la quota più rilevante delle 93.650 entrate previste nel trimestre luglio-settembre 2023 è quello dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con 16.550 ingressi (17,7% del totale), seguito dai servizi alle persone, con 12.560 entrate e una quota del 13,4% del totale e dal commercio, per cui le imprese intervistate presumono di dover effettuare 11.700 assunzioni (12,5%). I servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio richiederanno 6.280 nuove entrate nel trimestre impattando con una quota del 6,7% sulle assunzioni previste nel periodo.

All’interno del comparto industriale si distingue il settore edile (8.790 assunzioni nel trimestre, con una quota del 9,4% del totale).

Il 31% delle entrate previste a luglio 2023 in Piemonte sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 17% a dirigenti, specialisti e tecnici.

Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 31% delle entrate e solo il 7% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici costituiranno il 14% delle assunzioni del mese.

Il 36,3% delle assunzioni interesserà giovani con meno di 30 anni, quota che sale al 50,1% per le aree commerciali e della vendita e scende al 28,8% per la logistica. Nel 21% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

Per il 60% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 20,5% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, l’11,4% coordinerà altre persone.

 

Il 50,2% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio, il 15,9% nelle aree commerciali e della vendita, il 13,6% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà il 12% circa delle assunzioni programmate per il mese di luglio 2023, l’area amministrativa e quella direzionale rispettivamente il 4,3% e 4,1%.

Anche per il mese di luglio 2023 la difficoltà di reperimento si conferma una tematica di rilievo nel panorama regionale. In oltre 1 caso su 2 (52,0%) le imprese prevedono, infatti, di incontrare ostacoli nel reperire i profili desiderati, quota in aumento tanto rispetto al mese precedente (50,5%), quanto soprattutto nel confronto di lungo periodo: a luglio 2022 le difficoltà di reperimento riguardavano, infatti, solo il 44,1% delle entrate programmate. Ancora una volta, il dato piemontese è, inoltre, più elevato rispetto a quello medio nazionale (47,9%). Il mismatch è legato in primo luogo alla mancanza di candidati (35,6%, a fronte del 28,0% di un anno fa), seguita da un’inadeguata preparazione degli aspiranti neo-assunti (11,9%, quota stabile rispetto a luglio 2022).

 

Le professioni più difficili da reperire in Piemonte nel mese di luglio 2023

 

Entrate previste

di cui difficoltà di reperimento

Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali

830

81,2%

Conduttori di veicoli a motore e a trazione animale

1.310

79,5%

Operai specializ. installaz./manutenzione attrezzature elettriche/elettroniche

480

77,1%

Tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni

620

75,8%

Meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili

750

75,4%

Fabbri ferrai costruttori di utensili

470

67,0%

Totale

33.920

52,0%

Fonte: Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2023

Nel dettaglio delle singole professioni, si segnalano criticità per le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali che risultano di difficile reperimento nell’81,2% dei casi, seguiti dai conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (79,5%), operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche (77,1%), tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (75,8%) e meccanici artigianali (75,4%).

Per quanto riguarda i titoli di studio, a livello universitario la difficoltà maggiore si riscontra nel reperire laureati nell’indirizzo di scienze matematiche, fisiche ed informatiche (82,5% di difficile reperimento – a conferma di quanto rilevato per il mese di giugno 2023-) e in quello di indirizzo medico e odontoiatrico (80,5%).

Le imprese lamentano difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 79,9%) e, a livello secondario, per l’indirizzo socio-sanitario (il 69,2% delle assunzioni programmate è di difficile reperimento). Per quanto riguarda la qualifica di formazione o diploma professionale, le problematiche maggiori si riscontrano per l’indirizzo dei servizi di promozione e accoglienza (78,9%).

 




La Regione Piemonte riaprirà le assunzioni di personale

La Regione Piemonte riaprirà le assunzioni di personale, fino a 350 nuovi assunti in tre anni, per fare fronte al calo di addetti, provocato dai molti pensionamenti.

Lo ha annunciato in Prima commissione l’assessore regionale competente, nella presentazione del Defr.  I primi concorsi dovrebbero essere banditi in primavera.

Le risorse per le nuove assunzioni verranno reperite dai risparmi derivanti dai pensionamenti.

In precedenza la commissione si era occupata delle prime determinazioni sulla proposta di legge presentata dalla Lega che intendeva modificare la composizione degli uffici di comunicazione di Giunta e Consiglio e l’indennità dei componenti della Giunta. Su quest’ultimo punto la Lega ha subito annunciato un emendamento soppressivo, in vista di una riflessione successiva sul tema.

Il provvedimento è stato motivato dalla volontà di superare lo squilibrio tra le indennità dei consiglieri e quelle degli assessori, a vantaggio dei primi, riconoscendo così le maggiori responsabilità in capo all’esecutivo.

Elementi questi ultimi condivisi anche da alcuni intervenuti tra le minoranze, che hanno però chiesto di ridiscutere nel suo complesso il riequilibrio delle indennità e la composizione degli uffici di comunicazione, evitando un aumento dei costi totali. La sollecitazione è stata fatta propria dai proponenti, che rilanceranno su questi temi il confronto con il resto del Consiglio.




PNRR, l’ allarme di Province piemontesi e Città metropolitana di Torino a Regione Piemonte

Un allarme dalle Province piemontesi e Città metropolitana di Torino nei confronti di Regione Piemonte in materia di assegnazione di risorse umane e professionali per dare attuazione al PNRR.

Il direttivo dell’UPI Piemonte – oggi pomeriggio lunedi 18 ottobre – durante la riunione dell’Osservatorio regionale Enti Locali ha rivendicato con forza il ruolo degli Enti di area vasta nella programmazione e gestione di fondi e risorse professionali che arriveranno dal piano nazionale di ripresa e resilienza.

Un ruolo a vantaggio soprattutto dei Comuni, in particolare quelli piccoli e medi (che in Piemonte sono la stragrande maggioranza) privi di personale e risorse tecniche.

Il presidente di UPI Piemonte Paolo Lanfranco, presidente della Provincia di Asti, ha ribadito come gli enti di area vasta siano pronti a mettersi in gioco sui progetti territoriali “sui quali – ha detto – mettiamo la faccia a livello locale, a condizione che Regione Piemonte ci riconosca un ruolo. Non vogliamo che da Regione Piemonte arrivino super consulenti strapagati, dei quali non sentiamo affatto la necessità: vorremo insomma poter condividere procedure e fabbisogni. Le Province piemontesi e Città metropolitana di Torino  hanno bisogno di integrare ed affiancare il proprio personale in modo stabile e continuativo. I piccoli e medi Comuni in particolare vedono negli Enti di area vasta delle realtà di riferimento e l’occasione di lavorare al PNRR è imperdibile per il nostri territori. Se le Province e Città metropolitana non saranno ritenute da Regione Piemonte il braccio operativo per vincere la sfida del PNRR, perdiamo una grande opportunità”.

 

 

 




Chieri, al via “Workhieri”: dal Comune 20mila euro per tirocini

Il Comune di Chieri, in collaborazione con Agenzia Piemonte Lavoro-Centro per l’impiego di Chieri, ha approvato e finanziato con 20.220 euro il progetto «WORKHIERI», iniziativa finalizzata a favorire l’inserimento al lavoro di cittadini chieresi inoccupati o disoccupati, di età compresa tra i 18 e i 45 anni, attraverso l’attivazione di tirocini da scolgersi presso aziende del chierese.

«WorKhieri è un intervento di politica attiva del lavoro finalizzato ad incrementare l’occupabilità dei nostri cittadini attraverso l’attivazione di 12 tirocini. L’indennità mensile di partecipazione al tirocinio sarà di 600 euro per i tirocini full-time di 40 ore settimanali e di 300 euro per quelli part-time di 20 ore settimanali. Come amministrazione comunale finanzieremo le indennità per i primi 3 mesi, mentre saranno le aziende a finanziare gli eventuali ulteriori 3 mesi. Il Comune finanzierà poi la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso un corso di quattro ore», spiega l’assessore alle Politiche del lavoro e alle Politiche sociali Raffaela VIRELLI.

«Purtroppo, inizialmente al progetto avevano aderito 17 aziende ma dopo l’emergenza sanitaria si sono ridotte a sette-aggiunge l’assessore Raffaela VIRELLI-Alcune hanno personale in cassa integrazione, quindi non possono avviare tirocini, altre hanno chiuso. Anche questo è un segnale della grande difficoltà del tessuto produttivo locale, che ci fa temere il peggio per l’autunno».

 

Per partecipare occorre

  • prendere visione delle attività offerte sul sito del Comune di Chieri

(oppure presso lo Sportello Unico del Comune di Chieri o il Centro per l’Impiego di Chieri in via Vittorio Emanuele II, n. 1);

  • presentare domanda entro il 25 agosto 2020 al Centro per l’impiego di Chieri, tramite posta elettronica, al seguente indirizzo candidature.cpi.chieri@agenziapiemontelavoro.it, utilizzando l’apposito modulo.

Saranno le aziende aderenti a scegliere tra i candidati.

I tirocini verranno avviati alla fine del mese di settembre 2020.

 




Accordo Regione Piemonte/Sindacati sui lavoratori precari del servizio sanitario regionale

La UIL Piemonte prende atto con soddisfazione del primo risultato positivo raggiunto oggi sul fronte dei precari del Servizio Sanitario Regionale con uno specifico accordo tra Regione e Categorie dei lavoratori della sanità.

La strada è ancora lunga e costellata di rischi. Bisogna prorogare i rapporti di lavoro e stabilizzare, alla maturazione dei requisiti previsti, tutto il personale di ruolo sanitario che ha contribuito a fronteggiare l’epidemia da COVID-19. Ora tale personale va utilizzato anche per ridurre le liste di attesa per ottenere le prestazioni sanitarie, che rappresentano un dramma per molte migliaia di cittadini piemontesi che non hanno la possibilità di ricorrere a prestazioni private. Vigileremo sul rispetto degli impegni assunti dalla Regione e sugli interventi ancora necessari”.




Flc cgil-Cisl-Uil scuola: “I più deboli non siano gli ultimi”

Da tempo in ogni occasione di incontri istituzionale e ancora in ultimo il 16 dicembre scorso con una lettera all’ USR Piemonte, FLC CGIL – CISL SCUOLA e UIL SCUOLA PIEMONTE segnalano i ritardi nei pagamenti degli stipendi del personale precario della scuola e di quello dei c.d. “contratti Covid”.

Siamo arrivati al 20 gennaio e purtroppo decine di persone, che sono state chiamate per supplenze sui posti Docenti e ATA con contratto “covid”, non hanno ricevuto lo stipendio persino dal mese di settembre.

Questi lavoratori stanno vivendo una situazione davvero difficile e in qualche caso drammatica.

E’ un fatto di notevole gravità che lo Stato come datore di lavoro si mostri a questo modo inadempiente verso categorie fragili.

Vi sono famiglie messe allo stremo delle loro condizioni economiche, lavoratrici e lavoratori che con grandi sacrifici si sono trasferiti qui con spese a carico per riuscire ad avere un lavoro se pur temporaneo e che non stanno percependo alcuna retribuzione per il lavoro svolto.

Non si può non convenire insieme che siamo davanti a una situazione inverosimile, insostenibile e intollerabile.

Una situazione che non può non trovare una soluzione nei prossimi giorni.

Pertanto i SEGRETARI GENERALI dei SINDACATI SCUOLA di CGIL, CISL e UIL, nel denunciare ancora una volta questa inaccettabile situazione, chiedono l’interessamento e l’intervento di tutti i rappresentanti delle Istituzioni del Piemonte affinché nei modi più idonei si possa giungere a una soluzione a breve di questa dolorosa situazione e sia data garanzia che la previsione di un’ulteriore emissione speciale per il 25 gennaio sia risolutiva per tutti gli interessati e pongano le basi affinché tali situazioni non abbiano più a ripetersi.

 




PA perchè no? il valore del lavoro pubblico: opportunità e carriera nella PA

La Pubblica Amministrazione e le persone che ne fanno parte sono state individuate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come un asset strategico fondamentale per l’attuazione e il raggiungimento degli obiettivi del PNRR.

Oggi le P.A. hanno l’opportunità di tornare a investire nel proprio capitale umano, anche attraverso il reclutamento di giovani laureate e laureati con il loro bagaglio formativo per rafforzare le amministrazioni pubbliche con nuove competenze e rinnovata energia.

In questa prospettiva l’Università del Piemonte Orientale ha deciso di mettere in contatto alcune rilevanti amministrazioni pubbliche del territorio con le studentesse e gli studenti iscritti agli ultimi anni dei corsi di studio dell’Ateneo, organizzando l’incontro “PA perché no?” che si svolgerà venerdì 13 ottobre dalle ore 11 alle ore 13, presso l’Auditorium “Gaudenzio Cattaneo” di Novara.

L’evento sarà aperto dalla professoressa Chiara Morelli, delegata del Rettore per Orientamento, Tutorato e Job Placement e dai saluti registrati del Rettore prof. Gian Carlo Avanzi e del Ministro per la Pubblica Amministrazione dott. Paolo Zangrillo.

A seguire interverranno: il Prefetto di Novara dott. Francesco Garsia; il Questore di Novara dott.ssa Alessandra Faranda Cordella; il Presidente della Corte d’Appello di Torino dott. Edoardo Barelli Innocenti; il Direttore Generale del Comune di Novara dott. Roberto Moriondo; il Direttore Generale dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara dott. Gianfranco Zulian; la Direttrice Generale dell’Università del Piemonte Orientale dott.ssa Loredana Segreto. Invierà inoltre un contributo video il dott. Sauro Angeletti, Direttore dell’Ufficio per l’innovazione amministrativa, la formazione e lo sviluppo delle competenze del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sarà un’occasione per far conoscere le opportunità, la valenza e la varietà di lavoro presenti nella PA, le modalità per l’accesso al pubblico impiego e le possibilità di carriera tipiche di ogni amministrazione




A febbraio 2020 rallenta la domanda di lavoro delle imprese piemontesi

Sono circa 23.810 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per febbraio 2020, 2.100 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-8,1%). L’81% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre solo il 19% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze.

Nel 40% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 37% a gennaio 2019), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 60% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre febbraio-aprile 2020 le entrate stimate raggiungeranno le 67.420 unità, circa 9mila unità in meno rispetto a quanto previsto nello stesso periodo del 2019.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Delle 23.810 entrate previste in Piemonte nel mese di febbraio 2020 il 16% è costituito da laureati (in crescita rispetto al 18% di gennaio 2019) e il 34% da diplomati; le qualifiche professionali rappresentato il 32% mentre il 19% è riservato alla scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda la dinamica settoriale sono, ancora una volta, i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (69%, con una lieve crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), in particolare il commercio, il turismo e i servizi alle persone.

Il comparto manifatturiero, che genera il 23% della domanda di febbraio 2020, registra un calo di 1.510 unità rispetto a febbraio 2019. In diminuzione anche le entrate programmate dalle imprese delle costruzioni, che passano da 1.830 di febbraio 2019 a 1.760.

Il 21% delle entrate previste per febbraio 2020 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (20%) e analoga a quanto previsto nel febbraio 2019 a livello regionale (21%), il 31% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 37% riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei servizi e l’11% professioni non qualificate.

Il nuovo anno prosegue, inoltre, all’insegna di una più elevata difficoltà di reperimento del personale. In 30 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, a febbraio 2019 incontrava difficoltà di reperimento il 29% delle aziende. Le professioni più difficili da trovare nel periodo considerato, sono gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, le professioni specifiche nei servizi di sicurezza, vigilanza e custodia e gli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta.

 




Cassa integrazione, Uil Piemonte: protetti 173.369 lavoratori al mese

In Piemonte, da aprile 2020 a settembre 2021, come evidenziano i dati del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL Nazionale, sono state autorizzate 530.508.781 ore di cassa integrazione (280.473.952 ordinaria, 147.532.117 fondi di solidarietà, 102.502.712 in deroga). A livello nazionale, nello stesso periodo, sono state autorizzate 6.383.583.489 ore. I lavoratori piemontesi tutelati sono stati, in media mensile, 173.369.

Il Piemonte è al quinto posto in Italia per ore richieste, preceduto da Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna.

 

DICHIARA IL SEGRETARIO GENERALE UIL PIEMONTE GIANNI CORTESE:

“Nella valutazione di un periodo molto critico dal punto di vista sanitario, economico e sociale, possiamo sostenere, a ragion veduta, che la cassa integrazione con causale Covid-19 e il blocco dei licenziamenti hanno garantito la conservazione del posto di lavoro ad un’ampia platea di lavoratrici e lavoratori piemontesi.

Nel lasso di tempo preso in considerazione sono state complessivamente autorizzate a livello regionale oltre 530 milioni di ore di cassa integrazione Covid-19, che hanno salvaguardato, in media mensile, circa 173.000 lavoratrici e lavoratori. Nell’ultimo anno hanno perso il lavoro oltre 50.000 persone, impiegate per lo più con forme contrattuali precarie e a tempo determinato, alle quali non è stato rinnovato il contratto.

Ѐ inconcepibile parlare seriamente di ripresa senza il perseguimento dell’obiettivo di una occupazione stabile e senza mettere in campo efficaci azioni legate alle politiche attive. La rinascita del Piemonte sarà possibile solo con investimenti adeguati, con la valorizzazione del lavoro, la creazione di posti di qualità, politiche formative efficaci, una gamma di ammortizzatori e misure di sostegno al reddito adeguatamente riformati e applicabili a tutti i settori. Diversamente, si continuerà a parlare di crescita del PIL, peraltro ancora distante dai livelli precovid, realizzato senza ricadute positive sull’occupazione, in particolare giovanile”.