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Covid-19: CEF Publishing lancia il corso Salute e sicurezza per tutti

Vivere l’emergenza Covid-19 nel modo più responsabile in famiglia e negli ambienti sociali e di lavoro e prepararsi alla gestione di eventuali future problematiche derivanti da contagio a causa di eventi virali: nasce con questo obiettivo il prodotto editoriale e didattico “Salute e sicurezza per tutti” promosso da CEF Publishing-Centro Europeo di Formazione, leader italiano della formazione a distanza, con la supervisione scientifica del virologo Fabrizio Pregliasco.

Il corso, rivolto a famiglie e professionisti, rappresenta un ulteriore tassello dell’offerta di  Cef Publishing, società del Gruppo Ebano leader di mercato in Italia nella progettazione, realizzazione ed erogazione di corsi professionali attraverso modalità Fad (Formazione a distanza) ed e-learning.

Il corso prevede un cofanetto rigido con 2 volumi illustrati a colori, risorse multimediali su piattaforma e-learning, con aggiornamenti sulle nuove normative e best practice, test di verifica ed un attestato finale di certificazione Cef.

Cef Publishing, è una delle 9 società controllate dal  Gruppo Ebano, è un B-Corp ed è certificata dal programma Elite di Borsa Italiana per i requisiti di affidabilità e trasparenza richiesti dai principali investitori istituzionali.

“Il Covid-19,- dichiara il direttore generale del Gruppo Ebano Silvano Mottura – con il distanziamento tra persone e l’isolamento sociale, ha modificato anche il nostro modo di relazionarci e di lavorare: l’adozione di strategie di adattamento per fronteggiare stati d’animo contrastanti, tra cui l’apprensione per la salute propria e altrui o lo sgomento per il senso di impotenza e di isolamento, hanno richiesto e richiederanno un grandissimo sforzo mentale, anche in considerazione delle nuove misure di sicurezza che tutti (cittadini, lavoratori e aziende) devono rispettare.

Da oggi in poi niente sarà più come prima. In questo corso in modalità FAD (Formazione A Distanza) si affronta in modo completo la prevenzione e la profilassi per la corretta gestione delle relazioni sociali e delle attività professionali.




Alimentare, esperti di arte bianca: al via il nuovo corso di Cef Publishing

Durante questo anno e mezzo di pandemia e di conseguenti lockdown, gli italiani hanno cercato ristoro in cucina, dove hanno imparato a mettere letteralmente le mani in pasta, dedicandosi sempre più spesso alla produzione di pane, focacce e dolci fatti in casa. Nel 2020 infatti gli italiani si sono scoperti, giocoforza, come chef domestici e lo hanno fatto anche con piacere e soddisfazione, un trend destinato a crescere anche nei prossimi anni nonostante le riaperture di ristoranti e bar.

In questo scenario favorevole al “fare”, all’acquisizione delle necessarie competenze tecniche e all’attenzione alle materie prime, al benessere e all’educazione alimentare, si inserisce il corso per Esperti di Arte Bianca proposto da Cef Publishing , corso che arricchisce il catalogo di offerte formative a distanza nell’area Food, per incontrare l’interesse di chi, anche partendo da una semplice passione, si veda proiettato in una dimensione professionale in questo ambito.
Cef è una società del Gruppo Ebano  fondato e guidato dal Presidente di Piccola Industria e Vice Presidente nazionale di Confindustria Carlo Robiglio. Il Gruppo, con 9 società controllate, 15 partnership produttive, più di 250 dipendenti e collaboratori, tramite la controllata Cef Publishing, è anche certificata dal programma Elite di Borsa Italiana per i requisiti di affidabilità e trasparenza richiesti dai principali investitori istituzionali. Ha vinto per la seconda volta consecutiva il “Best Managed Companies”, iniziativa promossa da Deloitte per supportare e premiare le aziende italiane eccellenti per capacità organizzativa.

Il corso offre la possibilità di acquisire le competenze necessarie per operare in una varietà ampia di realtà professionali: dalle aziende artigianali o industriali (dalle piccole panetterie ai grandi panifici), ai reparti panetteria e pasticceria di un supermercato, fino alle caffetterie e ai locali iperspecializzati in menù creativi che fanno del pane e dei prodotti da forno il proprio alimento centrale. E ancora aziende alimentari che producono e distribuiscono pane confezionato a lunga conservazione oppure prodotti da forno freschi o  precotti e infine pizzerie dove mettere a frutto la propria capacità come pizzaioli.
Partendo dall’analisi delle materie prime legate alla panificazione e al loro corretto uso, si arriva a padroneggiare le metodologie di impasto e lievitazione, le tecniche di produzione e cottura fino alla realizzazione di ricette tradizionali e innovative europee ed extra europee, per diventare esperti di Arte Bianca, competenti anche nella gestione di un’attività in proprio, grazie a moduli formativi sul food costing, strategie di marketing e digital marketing e a quelli per l’Haccp e per la Sicurezza sui luoghi di lavoro.
Composto da 12 unità didattiche, il corso si sviluppa sulla piattaforma Social Learning Cef, accessibile anche tramite app per mobile, per studiare in modo interattivo, inserendo  segnalibri, video e commenti per condividerli con la comunità di apprendimento, svolgendo online esercizi di autovalutazione, eseguendo verifiche con puntuale feedback da parte dei docenti, confrontandosi con loro e con tutor di supporto. In più, il corso si avvale di contenuti video in realtà aumentata Ar fruibili attraverso l’app New learning Cef disponibile su Google play e Apple Store. Si tratta di video di approfondimento sulla didattica, messi a punto con la collaborazione preziosa di due nomi d’eccellenza nel campo della panificazione, autori dei testi e consulenti scientifici di tutto il corso:  Piergiorgio Giorilli, autore di pubblicazione sul tema oltre che, tra gli altri titoli, fondatore e responsabile italiano della sezione Ambassadeurs du Pain Italia e Michela Giorilli, tecnico di laboratorio chimico biologico, docente ed esperta di prodotti da forno, membro fondatore e segretario della sezione Ambassadeurs du Pain Italia.


Inoltre videoricette realizzate per Corsicef da Sara Moalli. Food influencer, vincitrice dell’ottava edizione di Bake Off Italia, laureata in interior design a Milano coltiva da sempre la passione per la cucina e oltre a una spiccata dote per la realizzazione di dolci e biscotti, ama mettere le “mani in pasta” e i lievitati per lei non hanno segreti.  E per facilitare il corsista nella comprensione dei processi che stanno alla base della panificazione (fondamentali anche per la buona riuscita dei prodotti) si aggiungono videoclip con la partecipazione di Antonio Colasanto, dottorando in chimica degli alimenti all’Università del Piemonte Orientale e finalista nella decima edizione 2021 di Masterchef Italia.

Il programma che viene proposto dal Centro Europeo di Formazione garantisce la massima sicurezza e libertà di gestione dei tempi per i corsisti che possono organizzare lo studio parallelamente a eventuali impegni lavorativi. Sono infatti molti gli iscritti ai Corsi Cef che conciliano lo studio con il lavoro in prospettiva di un cambiamento professionale o di una scelta di aggiornamento continuo che possa pertanto migliorarne la posizione lavorativa.
Un’ulteriore opportunità di formazione quindi che, in linea con le reali richieste del mercato del lavoro, si rivolge sia a coloro che vogliono scegliere una opzione formativa altamente professionalizzante ottimizzando i tempi di apprendimento e mettere subito in pratica le competenze acquisite, sia per chi è un semplice appassionato della materia, ma desidera ugualmente approfondire le proprie conoscenze.




Settimana del lavoro 2020. “Formazione: costruire il futuro” eventi online

Ritorna l’appuntamento con la Settimana del Lavoro organizzato da ISMEL, Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro, dell’Impresa e dei Diritti Sociali, con il sostegno di Fondazione CRT e Polo del 900, quest’anno sul tema Formazione: costruire il futuro 

Tra gli ospiti la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, il Presidente dell’INPS Pasquale Tridico, l’esperto di scienze previsionali Alessandro Vespignani

Obiettivo dell’evento è prendere atto delle esigenze relative alla qualità dei processi di apprendimento – anche aggravate dalle misure di contenimento della pandemia – nelle scuole e nei contesti formativi rivolti ai lavoratori, per far fronte al rischio di ulteriori divari culturali connessi alle nuove forme di didattica e alle nuove tecnologie

Il termine formazione riguarda tutti le fasi di crescita delle persone nel corso della loro vita. Su questi aspetti la Settimana del Lavoro intende analizzare il nesso tra il lavoro e la formazione, un legame complesso perché entrambi sono ambiti in profonda e rapida trasformazione.  

6 giorni di incontri, tavole rotonde, presentazioni online con oltre 60 ospiti animano gli eventi di Formazione: costruire il futuro per fare il punto sull’istruzione e l’educazione, la formazione continua e quella permanente, la formazione formale e quella informale. Docenti, formatori, professionisti, imprenditori e artigiani mettono in comune esperienze e richieste di approfondimento per costruire un laboratorio di idee utile a orientare le scelte formative che possono influenzare il futuro di tutti.

Tutti gli incontri sono fruibili on line gratuitamente con accesso dal sito  e si rivolgono a un ampio pubblico di cittadini, specialisti e studiosi, insegnanti, studenti universitari e degli ultimi anni delle scuole superiori, operatori politici e istituzionali, dirigenti sindacali e d’impresa. 

La registrazione degli eventi andrà ad arricchire la libreria di documentazione che ISMEL ha creato negli ultimi mesi attraverso le testimonianze di più di 100 docenti di tutti i livelli per focalizzare la radicale rivoluzione delle modalità didattiche attualmente in atto. Tutte le testimonianze sono fruibili al link Frammenti di innovazione | Riprendere a fare scuola.

Il programma proposto dalla Settimana del Lavoro promuove una riflessione articolata in più assi culturali: l’inclusione nella formazione come condizione di libertà e di uguaglianza, il policentrismo delle organizzazioni formative, l’integrazione dei saperi, l’innovazione nella formazione come condizione di cittadinanza e vettore di sviluppo, la permanenza della formazione in tutto l’arco di vita delle persone.

Così illustra il progetto da cui è scaturito il programma di Formazione: costruire il futuro il presidente ISMEL Giovanni Ferrero: “Lo scenario sociale ed economico in cui si contestualizzano Istruzione e Formazione sono cambiati bruscamente con il contesto di vita, di lavoro e di studio imposto dall’attuale situazione pandemica. L’obiettivo di questo ciclo di incontri è prendere atto delle esigenze già presenti e aggravate, in forma anche nuova, dalle misure di contenimento della pandemia che riguardano la qualità dei processi di apprendimento, nelle scuole, ma anche nei contesti formativi rivolti ai lavoratori occupati, ai disoccupati per far fronte al rischio di creare divari culturali connessi anche all’accesso alle reti informatiche.”

IL PROGRAMMA

Lunedì 19 ottobre Inclusione/esclusione nei processi formativi

Si valuta quali politiche possono essere adottate per creare maggiore uguaglianza nelle opportunità di accesso all’istruzione e maggiore equità e qualità nei risultati finali. Il Presidente INPS Pasquale Tridico interviene sull’importanza della formazione come motore di sviluppo. 

Martedì 20 ottobre Istruzione tecnica per una società in trasformazione

Si espongono le esperienze di imprenditori, Università e docenti sul mismatch tra le competenze dei giovani e le richieste dal sistema produttivo.

Mercoledì 21 ottobre Dalla pietra all’algoritmo: il lavoro artigiano e la formazione 

Si affrontano le problematiche della educazione al “saper fare” ai tempi della competenza digitale, così come lo hanno realizzato artigiani, professionisti del web, scuole professionali.

Giovedì 22 ottobre Nuove tecnologie della formazione

Spazio alle testimonianze sulle nuove tecnologie applicate nei processi di istruzione e nelle attività di formazione che stanno trasformando l’apprendimento. Invitato speciale Alessandro Vespignani, l’esperto di scienze previsionali.

Venerdì 23 ottobre Idee e pratiche innovative di inclusione scolastica. Un dialogo a più voci

Si riflette sulle esperienze di innovazione didattica messe in pratica per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione di una scuola dell’inclusione per i giovani portatori di disabilità e su come recuperare le perdite di apprendimento dovute al lockdown e alla DAD.

A seguire, insegnanti e studenti si raccolgono attorno alla Ministra Lucia Azzolina in un approfondito dialogo su istruzione e formazione.

Venerdì 23 ottobre La formazione nel prisma del lavoro 

Si esplorano quali politiche, metodi e strumenti consentono alle imprese e alle pubbliche amministrazioni di elaborare iniziative formative e ai lavoratori di partecipare a percorsi che li abilitino sia nelle organizzazioni che nel mercato del lavoro. 

La Settimana del Lavoro 2020 è organizzata da ISMEL Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro, dell’Impresa e dei Diritti Sociali, con il sostegno di Fondazione CRT e Polo del ‘900 e il patrocinio di Città di Torino, Regione Piemonte e Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte

La Settimana del Lavoro è stata progettata e curata da un Comitato di Coordinamento formato da Gian Carlo Cerruti, Aldo Enrietti, Giovanni Ferrero.




UPO: tablet e “saponette” wi-fi per gli studenti

Per rispondere nel modo più efficace possibile ai bisogni delle studentesse e degli studenti per seguire l’attività didattica online, l’UPO ha condotto un’indagine sulla loro dotazione tecnologica.

I professori Maurizio Lana, Roberto Barbato e Davide Porporato hanno somministrato un questionario cui ha risposto oltre il 30% dei destinatari, una percentuale molto alta, che consente di prendere le misure necessarie per risolvere i problemi.

La quasi totalità degli iscritti (82,6%) riesce a collegarsi alle lezioni e agli esami online; solo una piccola parte (3,5%) non vi riesce in alcun modo, soprattutto perché non dispone di una connessione alla rete. Di norma ci si connette da casa, cosa che comporta la condivisione della connessione con altri familiari (talvolta con tre, anche con quattro altre persone). Solo il 12% degli studenti e delle studentesse ha una connessione tutta per sé. Usano di solito un pc o un notebook; solo il 14% utilizza uno smartphone o un tablet.

Più della metà degli utenti si connette con ADSL, che regge con difficoltà molteplici sessioni video contemporanee; il 26% si connette con fibra ottica; il 15% attraverso lo smartphone. Complessivamente si dichiarano soddisfatti della connessione usata; si lamentano soprattutto della sua instabilità e della difficoltà a riprenderla una volta che è caduta.  Su coloro che hanno risposto al questionario, il 43% è soddisfatto delle videolezioni, il 38% abbastanza, il 19% è insoddisfatto.

In base a queste risposte, l’Ateneo ha deciso di impiegare il fondo stanziato dal Ministero in diverse forme. Innanzitutto si acquisteranno tablet e modem portatili wi-fi (le cosiddette “saponette”), da destinare a tutti coloro che si trovano in fasce deboli di reddito. Sarà ampliato il contratto con Google per fornire migliori servizi di videolezione; in particolare si proverà un nuovo sistema basato su tecnologie Kaltura/Zoom. Si cercherà anche di attrezzare le aule principali di tutte le sedi per gestire professionalmente la teledidattica. Infine si acquisterà un software per la prenotazione e per la gestione delle lezioni in presenza, nonché per lo smaltimento delle code.

«Come abbiamo già dichiarato», commenta il rettore, prof. Gian Carlo Avanzi, «abbiamo intenzione di iniziare l’anno accademico a fine settembre con lezioni in presenza, da trasmettere in streaming o da registrare e caricare sulle piattaforme del Web. Per questo è necessario mettere ogni studente nelle condizioni ottimali per fruire della didattica in presenza o in remoto e garantire il diritto a seguire le lezioni. Al contempo, nella malaugurata ipotesi in cui si dovessero verificare nuove emergenze, saremo pronti ed efficaci a fronteggiarla nuovamente. Lo studente è sempre il primo dei nostri pensieri».

 

 




3mila euro a impresa da investire in formazione

Approvato dalla Giunta della Camera di commercio di Torino uno stanziamento di 160mila euro dedicato a supportare le aziende torinesi negli investimenti in formazione, proprio in un periodo di profonda trasformazione delle modalità di fare business in tutti i settori.

 

Incoraggiamo le imprese a investire in formazione – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina perché la formazione è uno strumento importante e concreto per iniziare fin da ora a programmare il futuro. Solo persone adeguatamente preparate, infatti, saranno in grado di gestire il cambiamento e di rendere efficaci i nuovi modelli gestionali e organizzativi che questo periodo sta già richiedendo”.

 

I contributi, sotto forma di voucher per un massimo di 3mila euro ad azienda, possono essere richiesti alla Camera di commercio esclusivamente attraverso il servizio telematico Webtelemaco a partire dalle ore 9 di lunedì 12 ottobre fino alle ore 12 di lunedì 19 ottobre. L’istruttoria delle domande avverrà in ordine cronologico, fino ad esaurimento fondi disponibili.

 

Chi può richiedere il voucher

Tutte le micro o piccole o medie imprese di qualunque settore, attive con sede e/o unità locali nella città metropolitana di Torino, in regola con l’iscrizione al Registro delle Imprese e con il pagamento del diritto annuale.

 

Le spese ammissibili

Devono riguardare interventi delle aziende nell’ambito della formazione su questi specifici temi:

  1. Sicurezza, per la crescita delle competenze in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, anche in riferimento al post emergenza
  2. Smart working
  3. Competenze strategiche post emergenza, ad esempio marketing digitale, nuovi canali commerciali on line, utilizzo di strumenti di gestione finanziaria
  4. Formazione e certificazione di competenze digitali.

I servizi di formazione dovranno essere erogati all’impresa a partire dal primo gennaio 2020 fino al 31 marzo 2021. L’entità massima dell’agevolazione non potrà superare il 70% dei costi ammissibili.

 

 

 

 

 

 




Lettera aperta della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile

Questo momento di grande difficoltà, che ha ormai assunto estensione mondiale, sta palesando la fragilità del modello di sviluppo adottato da anni a livello globale.

Allo stesso tempo, è sempre più evidente che per trovare soluzioni a problemi complessi sia necessaria una reale collaborazione di tutte le comunità e istituzioni, ad ogni livello: individuale, locale, nazionale ed internazionale.

In tale contesto, ora più che mai, sono fondamentali politiche e azioni in grado di delineare strategie nazionali di ricostruzione sul medio e lungo periodo orientate ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

La strada da percorrere per uscire dall’emergenza può assumere una duplice prospettiva: da un lato vi è la possibilità di cominciare un percorso virtuoso che metta insieme le istanze economiche del post-emergenza con il progetto del Green Deal Europeo allo scopo di accelerare la transizione verso un modello sostenibile di sviluppo; dall’altro vi è il rischio che per uscire dall’emergenza si lasci eccessiva libertà d’azione, dando addirittura una spinta in senso contrario rispetto allo sviluppo sostenibile.

In questo snodo così delicato della storia del Paese e del mondo, la Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) vuole mettere a disposizione le proprie competenze per promuovere e avviare un percorso virtuoso verso la sostenibilità del Paese.

Oggi più che in passato, le Università hanno il compito, e il dovere, di promuovere una cultura nuova, di essere da modello e da stimolo per i contesti sociali e territoriali, affinché tutti possano comprendere che la sostenibilità non è un “lusso” che coinvolge e impatta su pochi ma che può e deve divenire opportunità per la promozione umana e sociale, veicolo essenziale attraverso il quale possano essere perseguiti e garantiti a tutti diritti, capabilities, inclusione, futuro.

Nella consapevolezza che l’attenzione all’emergenza sanitaria non cancella la severa crisi ambientale e sociale globale ma anzi l’aggrava, la RUS considera l’Agenda 2030 una bussola capace di indicare chiaramente la direzione da seguire per una ripresa che permetta di rafforzare la resilienza delle persone, delle comunità e dei territori.

Per far fronte all’emergenza e assicurare continuità alla didattica e alle altre attività universitarie, gli Atenei hanno fatto un balzo tecnologico e organizzativo senza precedenti in pochi giorni, fornendo una straordinaria dimostrazione di resilienza e di capacità di trasformazione che sarebbe auspicabile non andassero perdute: gli Atenei devono essere capaci di cambiare e di adattarsi pur mantenendo la loro natura e identità.

Questa crisi, infatti, sta insegnando a tutti i componenti della comunità universitaria (docenti, personale tecnico e amministrativo, studenti e studentesse…) come sia necessario andare oltre i rigidi steccati disciplinari per accogliere e valorizzare l’approccio transdisciplinare, in grado di immaginare e porre in essere percorsi educativi, didattici e di ricerca olistici e integrati.

Le conoscenze settoriali, da sole, non bastano per decifrare e comprendere la complessità attuale; al contrario, serve un approccio sistemico, che coinvolga e che ponga in dialogo generativo tutti i settori della conoscenza e della società civile (pubblica amministrazione, mondo del lavoro, mondo dell’impresa, terzo settore, istituzioni educative…), con un’attenzione a garantire equilibrio tra i diversi aspetti ambientali, economici e sociali.

Gli obiettivi

Consapevoli di tali premesse ed esigenze, la RUS intende mettere a disposizione del Paese la propria caratteristica e forza principale, l’essere Rete per:

  • sostenere insieme una visione di futuro che abbia al centro uno sviluppo autenticamente sostenibile, supportato dalle competenze che il sistema universitario può fornire al Paese, e non solo; in questo contesto fare rete significa anche mettere a sistema competenze e servizi di terza missione in grado di promuovere politiche di riconversione produttiva;
  • promuovere un processo di trasformazione culturale che, ad ogni livello, possa accompagnare a ripensare gli attuali stili di vita, di produzione e di consumo; a ridefinire delle politiche attente all’ambiente e alle persone; a limitare le disuguaglianze intra e intergenerazionali; a contrastare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. L’educazione è, come la stessa Agenda 2030 sottolinea, il principale strumento affinché tale trasformazione possa divenire concreta;
  • ripensare i processi formativi, valorizzando il capitale umano e l’importanza dell’apprendimento per tutti e per tutta la vita. Si dovranno rivedere i metodi, gli strumenti, i tempi e la valutazione degli stessi processi educativi. Bisognerà fare in modo che tutte le istituzioni formative italiane (scuole, università, accademie, enti di formazione…) riscoprano il loro valore e la loro missione educativa, puntando sullo sviluppo delle competenze, anche di quelle trasversali, e non tanto o solo sul trasferimento delle conoscenze e dei saperi;
  • abilitare le persone a futuri diversi rispetto a quello verso il quale ci stiamo dirigendo. Un approccio olistico, trasversale e inter e transdisciplinare

dovrà, negli opportuni tempi e modi, divenire la norma e non l’eccezione alla formazione.

Le proposte

La RUS, accogliendo il modello della civic university e facendo leva sui principi della Terza Missione e sulle competenze di cui è portatrice, si propone di:

  1. diventare un Think tank per la resilienza del Paese, un organismo indipendente che sia di supporto alla politica e agli amministratori nella definizione di interventi e di azioni locali e regionali a sostegno della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e dell’Agenda 2030. Il Piano nazionale di attuazione del Manifesto che i Rettori hanno firmato a Udine lo scorso maggio 2019 e che sarà pubblicato nel Rapporto 2020 della Rete, continene già molte indicazioni su come il processo di transizione sia attuabile, affinché, come la stessa Agenda 2030 recita, “nessuno venga lasciato indietro”;
  2. collaborare ai tavoli di lavoro nazionali, attraverso l’attività dei propri Gruppi di Lavoro (Cambiamenti Climatici, Cibo, Educazione, Energia, Inclusione e Giustizia Sociale, Mobilità, Rifiuti), facilitando la definizione e l’attuazione di progetti sostenibili in campo ambientale, tecnologico, economico, sociale e di governance. I materiali che ciascuno dei Gruppi di Lavoro ha elaborato possono offrire alle altre Istituzioni, Enti e Associazioni locali e nazionali un supporto scientifico e relazionale a vantaggio della crescita sostenibile dei territori;
  3. dar vita ad “unità locali di resilienza” e trasformazione a partire dalle quali le Università potranno fornire il supporto tecnico-scientifico e culturale necessario per effettuare analisi prospettiche di tipo ex-ante, attività di monitoraggio e di valutazione ex-post dei progetti e delle politiche implementate, mettendo a sistema quanto attuato e armonizzandolo con i target dell’Agenda 2030 e con gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile che impattano maggiormente sulla vita del Paese e dei cittadini;
  4. contribuire alla creazione di spin-off accademici o/e all’istituzione di corsi di studi avanzati, supportando sia le amministrazioni pubbliche che il mondo dell’impresa e del lavoro nella individuazione di quelle conoscenze, sia teoriche che pratiche, basate sui principi della sostenibilità, necessarie per poter affrontare i cambiamenti culturali, tecnologici ed organizzativi che la società e l’economia italiana dovranno gestire nei prossimi mesi ed anni, per uscire dall’attuale crisi e prevenirne di nuove;
  5. contribuire alla costruzione di un laboratorio a rete per offrire servizi integrati di qualificazione di nuovi prodotti/processi a supporto della fase di post-COVID-19, anche con l’obiettivo di scambiarsi le esperienze

della gestione della crisi e mettere a fattor comune i benefici e i risultati conseguibili a livello regionale.

In conclusione

Siamo convinti che l’esperienza maturata dalle Università in questo periodo di difficoltà e di emergenza rappresenti un bagaglio prezioso, un esempio di laboratorio trasformativo, fondamentale per affrontare le sfide future con sguardo positivo e costruttivo, in linea con gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Per poter traghettare i territori verso scenari di sviluppo sostenibile, le Università devono essere messe in grado di rafforzare il proprio impegno in termini di didattica, ricerca, technology transfer, public and social engagement e human resource development sui temi dell’Agenda 2030. Solo accrescendo e rendendo sistemiche e sistematiche le conoscenze, le competenze e le best practice e mettendo a disposizione del Paese e dei suoi territori le competenze trasversali di cui le Università sono portatrici e custodi

f.to la Presidente, il Comitato di Coordinamento, i Coordinatori dei Gruppi di Lavoro della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile

 




Scuola di politica per giovani cittadini” ed è completamente gratuito

La Città metropolitana di Torino – con il contributo di Compagnia di San Paolo – organizza un percorso di formazione rivolto a 50 giovani interessati a conoscere ed approfondire alcune nozioni utili per intraprendere un’azione politica attiva e consapevole. 

Il corso si chiama “Politikè. Scuola di politica per giovani cittadini” ed è completamente gratuito.

La presentazione domani sabato 23 marzo a partire dalle ore 9 nella sede di Città metropolitana di Torino in corso Inghilterra 7 

“La formazione parlerà di parità di genere, impegno civile, ambiente, cittadinanza europea, sociale e comunicare in pubblico” spiega Valentina Cera, consigliera metropolitana delegata alle politiche giovanili, che ha voluto avviare questo progetto con una presentazione ufficiale nella quale illustra anche le tappe già previste: un incontro al prossimo Salone internazionale del Libro di Torino il 13 maggio, preceduto in aprile da una passeggiata sui sentieri resistenti del Colle del Lys, e infine uno stage residenziale presso la Certosa 1515 di Avigliana.
Il corso principalmente è rivolto a giovani fino ai 40 anni che stanno già svolgendo un ruolo politico amministrativo (assessore comunale, consigliere comunale), ma anche a chi sta frequentando corsi universitari a tema, a chi svolge o a chi è interessato a svolgere attività politica. In autunno si terranno lezioni frontali con esperti, mentre al termine del percorso i partecipanti elaboreranno un documento di azione politica.

I ragazzi e le ragazze interessati possono ancora iscriversi qui online https://bit.ly/3ThRsF




Orientarsi, formarsi e trovare occupazione con il Fondo sociale europeo

Sempre più vicino ai giovani, a chi cerca lavoro, alle imprese: il Fondo sociale europeo in Piemonte è uno dei programmi più efficaci nella lotta alla disoccupazione e nella formazione delle competenze richieste dal mercato del lavoro.

Le opportunità formative finanziate dal Fondo sociale europeo sono gratuite e consentono ai giovani di accedere in tempi brevi a impieghi coerenti con il proprio profilo professionale. Ampia è l’offerta di corsi gratuiti. Per saperne di più, consulta le pagine dedicate Una delle opportunità è quella dei tecnici superiori, che lavorano nelle imprese già nel periodo di formazione: gli IFTS (percorsi di Istruzione e formazione tecnica superiore) offrono 800 ore di formazione specialistica. Sono undici i corsi in Piemonte. Scopri il tuo

Grazie al Fondo sociale europeo, sono nati i servizi di orientamento dedicati ai ragazzi dagli 11 ai 22 anni, per accompagnarli nelle scelte più importanti della loro vita. Il sistema Obiettivo Orientamento Piemonte nel 2019 ha raggiunto 40 mila ragazzi, sostenendoli con colloqui individuali e di gruppo, per individuare i percorsi scolastici e formativi più adatti.

Dedicati a chi cerca lavoro, i servizi regionali di politica attiva del lavoro: il buono servizi lavoroha l’obiettivo di accompagnare il disoccupato in un percorso personalizzato, gratuito: dall’orientamento al sostegno per la ricerca attiva di lavoro, fino all’inserimento in azienda in tirocinio o con contratti di più lunga durata. Percorsi specifici sono dedicati alle persone con disabilità e alle categorie più svantaggiate.

Sei un giovane tra i 15 e i 29 anni? Se non sei inserito in alcun percorso di studio, formazione o di lavoro, aderisci a Garanzia Giovani in Piemonte: una rete di operatori pubblici e privati ti aiuterà a trovare il percorso più adatto per inserirti nel mondo del lavoro. Con servizi di orientamento specialistico, certificazione delle competenze, incrocio tra domanda e offerta e opportunità di tirocinio, Garanzia Giovani vuole accompagnarti in un percorso di crescita professionale e lavorativa. Scopri come aderire.




Politecnico di Torino e European University Institute insieme per sviluppo istruzione superiore e ricerca

 

Si rafforza la collaborazione tra il Politecnico di Torino e la Florence School of Regulation  dello European University Institute, grazie a un’iniziativa che prevede un accordo quinquennale volto a facilitare la collaborazione nei campi dell’istruzione superiore e della ricercain particolare nelle scienze politiche e sociali, nell’economia, nel diritto, nella storia, nelle scienze tecnologiche e ingegneristiche, nel design architettonico e industriale.

Insieme, le due istituzioni intendono realizzare una serie di offerte formative congiunte a beneficio di docenti, studenti, ricercatori e personale. Le attività comprendono la creazione di opportunità di insegnamento per i dottorandi dell’EUI e del Politecnico di Torino; l’organizzazione di un programma di scambio per ricercatori a livello di dottorato e post-dottorato; la promozione di corsi di formazione congiunti per dirigenti, conferenze, progetti di ricerca collaborativi, anni sabbatici e borse di studio.

L’accordo di partenariato sarà ratificato nell’ambito di un simposio internazionale che il Politecnico di Torino organizzerà e ospiterà nel prossimo mese di settembre.

 

“Il Politecnico di Torino mira a far crescere la sua attività di supporto ai decisori politici attraverso un approccio integrato basato sulla scienza per guidare le decisioni strategiche e operative delle istituzioni pubbliche e private – commenta il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco – In questa prospettiva, il Politecnico ha recentemente istituito un ‘Ufficio Foresight and Strategic Planning’ con l’obiettivo di migliorare e rafforzare i rapporti con le principali istituzioni partner esterne.  In questo quadro, l’attività con l’EUI è fondamentale per integrare le nostre competenze: lavorando insieme, possiamo integrare il nostro approccio interdisciplinare tecnico e ingegneristico con conoscenze finanziarie, legali e sociali, fornendo un’interpretazione globale di questioni sociali complesse”.

 

Lo European University Institute è un’organizzazione internazionale, istituita nel 1972 con la “Convenzione che crea un Istituto Universitario Europeo” (Gazzetta ufficiale della CE, 19 n° C 29, 9/2/1976), per operare nei settori dell’istruzione superiore e della ricerca. L’IUE ha un mandato a tre pilastri: fornire ai ricercatori di dottorato e post-dottorato una formazione accademica avanzata; promuovere la ricerca e l’analisi relative al processo di integrazione europea e ai cambiamenti nella politica in Europa e nel mondo; offrire una formazione post-laurea ed esecutiva sulla governance transnazionale, principalmente attraverso la sua Scuola di governance transnazionale.

L’IUE ha 23 Stati membri e ospita una comunità internazionale di oltre 1.100 membri, tra studenti di master, ricercatori agli inizi, professori e personale accademico e amministrativo. L’EUI è anche sede degli Archivi storici dell’Unione europea, che forniscono una visione senza precedenti del processo di integrazione dell’UE.

Il Politecnico di Torino è stato fondato nel 1906 e trae origine dalla Scuola di Applicazione per gli Ingegneri sorta nel 1859. È accreditata dai ranking internazionali come una delle principali università tecniche in Europa, con circa 39.000 studenti, il 19% dei quali internazionali, provenienti da 120 paesi.

Il Politecnico si propone come un centro di eccellenza per la formazione e ricerca in Ingegneria, Architettura, Design e Pianificazione con strette relazioni e collaborazioni con il sistema socio-economico.

È infatti una Research University a tutto tondo, dove formazione e ricerca si integrano e fanno sistema per fornire una risposta concreta alle esigenze dell’economia, del territorio e soprattutto degli studenti  in un’ottica di forte internazionalizzazione delle attività didattiche, di ricerca e di trasferimento tecnologico, con collaborazioni con le migliori università e centri di ricerca nel mondo e accordi e contratti con i grandi gruppi industriali internazionali, ma anche con le aziende del territorio, dove si propone come punto di riferimento per l’innovazione.




Un protocollo per la riapertura delle Scuole dalla task force coordinata dal PoliTo

Numeri ridotti di alunni in ciascuna classe, alternanza di didattica in presenza e a distanza, potenziamento della teledidattica intesa come opportunità formativa.

Sono alcune delle principali misure suggerite dal Rapporto “Scuole aperte, Società protetta” pubblicato questa mattina dal gruppo di lavoro coordinato dal Politecnico di Torino nell’ambito del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti”, che ha fornito le prime indicazioni per una ripresa di servizi e attività produttive nella Fase 2 e che si sta ora arricchendo di approfondimenti tematici sui diversi settori della società per i quali dovranno essere scritte nuove regole nei prossimi mesi.

Il Rapporto è stato redatto con il contributo di Città di Torino, Città Metropolitana, Regione Piemonte, Ufficio Scolastico Regionale, Ordine degli Ingegneri e di numerose associazioni e istituzioni che operano nel settore dell’educazione e della scuola.

 

“La scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono altrettanto cruciali delle attività produttive per la ripresa del Paese e il sistema educativo risponde a problemi di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori, ma soprattutto ai diritti costituzionali dei bambini e ragazzi a ricevere un’istruzione e ad avere accesso alle risorse per il pieno sviluppo delle proprie capacità”, commenta il Rettore Guido Saracco, che prosegue: “Esigenze e diritti che sono stati, forse inevitabilmente, compressi in queste settimane con conseguenze negative che hanno allargato le disuguaglianze sociali tra bambini”.

 

Il tema della riapertura delle scuole è, quindi, tanto complesso quanto importante da affrontare, anche per i numeri di soggetti che coinvolge: la scuola statale italiana conta oltre 8 milioni di studenti e 1,2 milioni di operatori, a cui si aggiungono i dati relativi alle scuole paritarie (circa 950.000 studenti e 200.000 docenti) e dei centri di formazione professionali (con un bacino di oltre 140.000 studenti e 20.000 formatori).  A queste cifre si sommano quelle proprie di Nidi e Scuole dell’Infanzia.

 

Il Rapporto prende dunque in considerazione queste dimensioni, oltre ad affrontare sotto il profilo tecnico-scientifico la prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da SARS-CoV-2 nell’ambito del sistema scolastico dell’obbligo ma anche nel sistema educativo per la fascia 0-6 anni, che ormai fa parte a pieno titolo del sistema istruzione anche a livello normativo.

 

I 23 estensori del documento partono dai principi del rapporto “Imprese aperte, lavoratori protetti” per approfondire il tema del rientro in aula. L’analisi prende avvio dalla definizione della possibilità di applicazione dei principi di distanziamento sociale, igiene personale e degli ambienti e utilizzo dei dispositivi di protezione nei contesti scolastici. Ne consegue una prima indicazione, quella della necessità di ridurre la numerosità delle classi, a partire dai nidi e fino ad arrivare alle scuole superiori. Anche i layout delle aule e degli spazi comuni dovranno cambiare, per garantire percorsi unidirezionali e il distanziamento necessario a limitare il contagio.

 

Punto fondamentale, la necessità di prevedere turnazioni nelle classi, a partire dalla scuola primaria, per assicurare numeri contenuti in aula, mentre un’altra parte di alunni segue le lezioni da casa, ma garantendo comunque a tutti i bambini e i ragazzi la possibilità di vivere anche l’esperienza della scuola in presenza. La letteratura internazionale è infatti unanime nel sottolineare l’importanza per tutti i bambini, ma soprattutto per i più svantaggiati economicamente e socialmente, o con qualche disabilità, di esperienze educative extra familiari precoci.

 

Anche nelle fasi 2 e 3 sarà comunque importante la didattica online, integrata con quella in presenza e garantita per tutti grazie ad investimenti in tablet e pc per tutti. Si propone nel Rapporto di potenziare anche la figura dell’animatore digitale, che può svolgere il ruolo fondamentale nel supporto tecnico a docenti e famiglie sull’uso di piattaforme e device.

 

Per tornare alla presenza in aula il Rapporto definisce come “necessaria la definizione di un Protocollo nazionale, analogo a quelli redatti per la ripartenza delle attività produttive, che dovrà trovare concretezza, declinazione specifica ed operatività nelle singole diverse realtà scolastiche, attraverso la stipula di “Protocolli di sicurezza anti-contagio” ad hoc per le istituzioni scolastiche e formative e per i servizi educativi”. Proprio in questa direzione, il gruppo di lavoro coordinato dal Politecnico è in contatto con la task force del Ministero dell’Istruzione coordinata da Patrizio Bianchi e nelle prossime settimane potrà contribuire alla definizione delle linee guida nazionali che si avvarrà dell’esperienza che verrà maturata con un piano di analisi di dettaglio di alcuni istituti scolastici, scuole dell’infanzia e asili nido selezionati dagli organismi competenti cittadini e regionali come beta-tester.