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Sono tante ancora le incertezze cui deve far fronte il comparto edile piemontese

Il volano che dovrebbe far ripartire il mattone grazie ai fondi stanziati dallo Stato, con il supporto delle banche, si chiama Superbonus 110%.

Ma ad oggi sono tante, troppe, ancora le incertezze cui deve far fronte il comparto edile piemontese rappresentato da 49mila imprese edili artigiane che impiegano 150mila addetti.

A partire dalla burocrazia, e la totale assunzione di responsabilità finanziaria, che non piace in primis alle imprese e ai tecnici che con loro lavorano. E per sciogliere dubbi di certo non basterà leggere, e applicare, i decreti su “Requisiti tecnici” e “Asseverazioni”, pubblicati giorni fa.

Basti pensare che se un piccolo immobile unifamiliare da ristrutturare avesse tutti i documenti in ordine, ovvero nessuna difformità edile od urbanistica, gli atti da presentare per la cessione del credito verso gli Istituti sarebbero mediamente 36. Al contrario, se un medio condominio dovesse presentare irregolarità nelle parti comuni o semplicemente la necessità di “ricostruire” o ricercare documenti mancanti, gli interventi da parte dei tecnici potrebbero arrivare anche a 90.

“Il mondo delle costruzioni sta dando prova di grande resilienza e di forza di volontà per emergere dalla crisi che sta investendo il mattone – commenta Enzo Tanino, Presidente Confartigianato edilizia Piemonte – però subissare i tecnici e le imprese con una tale quantità di burocrazia ci sembra francamente esagerato in un periodo dove c’è necessità di snellezza e rapidità”.

Senza contare come il “110%” sia in fase di evoluzione, e quindi in costante modifica, giorno dopo giorno, con passaggi che cambiano, norme che vengono interpretate e scadenze che dovrebbero allungarsi consentendo maggior tempo per fruire del bonus.

Oltre a tutto questo c’è poi il rischio dato dai controlli postumi dell’Agenzia delle Entrate: infatti l’Ente, successivamente ai lavori e al loro pagamento tramite cessione del credito fiscale, ha 5 anni per verificare l’idoneità dell’intervento. Quindi, se le pratiche non vengono redatte bene, c’è il rischio di una stangata a scoppio ritardato ovvero, se qualcosa dovesse andare storto, i beneficiari in primis, ed a catena gli altri soggetti coinvolti, si potrebbero trovare nella condizione di dover restituire gli importi goduti, gravati dalle pesanti sanzioni previste.

 

“Questa del 110% è una misura importante, se non fondamentale, per il comparto piemontese delle costruzioni – continua Taninouna delle poche previste nei vari decreti, che non fa rima con assistenzialismo. Il superbonus 110 % è l’occasione per dar vita ad un piano di messa in sicurezza e di efficientamento degli edifici, contribuendo a dare un importante input all’economia in generale. Voglio ricordare che ogni euro investito in costruzioni viene triplicato grazie alla lunga filiera coinvolta. Auspico, quindi, che il superbonus possa dar vita  all’atteso incremento delle commesse al quale dovrà corrispondere prontezza ed adeguatezza di risposta da parte delle nostre imprese. Speriamo però che la domanda non venga paralizzata dall’iter burocratico e dall’incertezza normativa, che potrebbe ridurre la “potenza di fuoco” del provvedimento già limitata rispetto alle sfide, straordinarie e senza precedenti, poste dalla crisi Covid-19.”

 

Abbiamo tante richieste, e siamo pronti a soddisfarle tutte, ma ad oggi di fatto siamo ancora fermi. – prosegue Tanino – È necessario che le imprese e tecnici studino a fondo, e con calma, le norme, per evitare errori che poi potrebbero portare gravi conseguenze dal punto di vista fiscale e, conseguentemente, finanziario”.

“È certamente una misura migliorabile – prosegue il Presidente – ad esempio anticipando i tempi di una possibile fruizione diretta del credito d’imposta da parte dell’impresa e trovando un modo per non perdere quanto non integralmente utilizzato nel periodo di competenza. Senza una modifica in tal senso diventa praticamente obbligatoria la richiesta di un prestito bancario per portare a compimento l’operazione.”

 

Uno dei punti cruciali del bonus è che, per adesso, la sua scadenza è al 31 dicembre del prossimo anno. “A livello nazionale abbiamo chiesto la proroga almeno fino al 2023, per consentire gli interventi con tempi un po’ più adeguati – conclude Tanino”.

 

 




Nasce “Saluzzo Casa”- Rete di imprese e professionisti pronti a seguire i clienti a 360°

È stata recentemente costituita la Rete di imprese e professionisti “Saluzzo Casa”, compagine di aziende e tecnici specializzati nel comparto costruzioni, impiantistica elettrica e idraulica, legno, progettazioni e certificazioni.

L’obiettivo? Seguire i clienti a 360° in tutte le fasi e le procedure relative al “Superbonus 110%” e in generale ai numerosi “bonus casa” che oggigiorno rappresentano un’interessante opportunità di risparmio per tanti consumatori.

Da numerosi mesi, infatti, grande attenzione sta suscitando nei settori dell’edilizia e dell’installazione di impianti il Superbonus 110% varato con il cosiddetto “Decreto Rilancio”. A livello nazionale, interessa una vasta platea costituita da 1 milione di imprese del sistema della casa – di cui 500 mila nelle costruzioni, 238 mila nelle attività immobiliari e 196 mila studi di architettura, di ingegneria e tecnici – con 2,3 milioni di addetti, di cui 2 milioni, pari all’87,6%, nelle micro e piccole imprese.

E così, con il supporto tecnico degli uffici della Confartigianato Cuneo, 14 tra aziende del settore e professionisti hanno dato vita a “Saluzzo Casa”.
Questi i componenti:
Service 900 srl – Lagnasco
Electric Power – srl Lagnasco
Tolin Parquets snc – Torre San Giorgio
Elettrotec snc di Chiabrando Pier Felice e C. – Saluzzo
E.DI.COM di Forgia Mattia, Aurelio, Alberto snc – Saluzzo
Millone Serramenti di Millone Gianni Battista & C. sas – Moretta
Cavallera snc di Cavallera Gianfranco e Paolo – Lagnasco
Moriondo Pier Giorgio & C. sas – Manta
Barra Romano – Sampeyre
Edil Costruzioni srl – Lagnasco
Studio Sting Associato di Ingegneria – Saluzzo
Geometra Boglio Claudio – Saluzzo
Perito industriale Vallome Walter – Verzuolo
Ingegnere Bertola Raffaele – Saluzzo
Aziende e professionisti sono pronti a mettere a fattor comune il loro pluriennale know-how nel settore che, abbinato a competenza, conoscenza di tecniche e materiali, professionalità nell’esecuzione dei lavori e nell’espletamento delle pratiche burocratiche, si trasforma in un completo pacchetto “chiavi in mano” per chiunque voglia ristrutturare o efficientare la propria abitazione.




Feneal Uil Torino e Piemonte: il settore edile è ancora in sofferenza

Il 2020 è stato un anno ancora complicato per il settore edile piemontese. In base ai dati dell’Ente Bilaterale, a Torino, da ottobre 2019 a settembre 2020, il totale dei salari erogati ai lavoratori del comparto è calato dell’8,8%, le ore lavorate sono scese del 9,4% e il totale delle imprese, nonostante il blocco dei licenziamenti, si è ridotto dell’1,2%, passando da 2.481 a 2.452 unità.

“Il settore edile torinese – commenta Claudio Papa, segretario della FENEAL UIL Torino – sta cercando di risollevarsi dopo l’uragano pandemico, ma come emerge dai dati l’anno edile è stato all’insegna della sofferenza e i dati di ottobre confermano che il comparto fatica a riprendersi. In questo contesto, il nuovo ‘semi lockdown’ sta creando notevoli disagi”.

“A livello regionale la situazione non è migliore – dichiara il Segretario Organizzativo FENEAL UIL Piemonte Tiziana Del Bello – nel perido compreso tra ottobre 2019 e settembre 2020, il totale dei salari erogati si è contratto del 10%, le ore lavorate sono scese di 10,81 punti percentuali e il numero delle imprese è calato del 3,57%, passando da 6.152 a 5.932 unità”.

 

 




Confargianato: in Piemonte 49mila imprese 150mila addetti pronti a ripartire

Riprogrammare, ripartire, riqualificare. Le imprese delle costruzioni di Torino e del territorio vanno oltre la crisi e pensano già alla riapertura dei cantieri. Ed è proprio su questa spinta che Confartigianato Edilizia Torino ha voluto porre le basi per pianificare la ripresa del comparto, che mette insieme in Piemonte 49mila imprese artigiane edili con 150mila addetti mentre a Torino e provincia se ne contano circa 24mila.

La sospensione delle attività produttive non essenziali in contrasto alla diffusione del virus, prevista dal primo DPCM del 22 marzo (e il successivo DM Mise del 25 marzo), ha riguardato anche i cantieri e l’edilizia privata.

“Si mettano subito in atto misure per garantire la sopravvivenza delle imprese artigiane edili e venga adottato un Piano di opere pubbliche e di incentivi per sostenere l’edilizia privata. Servono, con urgenza, immediate misure ad hoc per le costruzioni – afferma Stefano Vanzini, referente area edilizia di Confartigianato Torino – Il rilancio del settore dovrà svilupparsi parallelamente sul piano nazionale e su quello locale.

Nel primo caso è necessario portare al 100%, per almeno 2 anni, la detrazione per gli interventi di ristrutturazione e risparmio energetico, compresi quelli per la progettazione, l’impiantistica, l’arredamento e il “verde”, mentre nel secondo caso sono necessari fondi locali (regionali) per un piano di riqualificazione delle strutture turistico-ricettive, delle scuole, per ri-incentivare il recupero e l’ammodernamento degli immobili privati, e per l’ammodernamento delle infrastrutture pubbliche locali.

Chiediamo, inoltre al Comune di abbuonare la tariffa di occupazione del suolo pubblico per i cantieri bloccati dall’emergenza sanitaria e di non pagare l’Imu per i capannoni che in questo momento non sono produttivi. Di contro migliaia e migliaia di piccole imprese edili rischiano di chiudere definitivamente”.

Gli effetti negativi del Coronavirus, come era purtroppo prevedibile, hanno colpito duramente il comparto delle costruzioni del Piemonte e di Torino. A oggi i cantieri chiusi, pubblici e privati, interessano circa 49mila imprese artigiane che hanno lasciato a casa circa 150mila addetti.

“Per battere paura e virus – continua Vanzini – occorre estendere, almeno per i prossimi 2 anni, le agevolazioni previste per il bonus facciate a tutti gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli immobili. Questo consentirebbe ai proprietari di avere un incentivo fiscale di grande interesse per effettuare interventi che altrimenti avrebbero posticipato.”

“Inoltre il cambiamento dei comportamenti e delle abitudini post Coronavirus – conclude Vanzini – imporrà interventi che consentano di conformarsi alle nuove regole relative alle distanze sociali alla privacy per meglio garantire la salute di tutti.”

“I costruttori artigiani post lockdown – afferma Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – puntano anche sul rilancio dei lavori pubblici. La crescita del nostro territorio passa imprescindibilmente da una adeguata dotazione di infrastrutture pubbliche, per questo crediamo sia urgente reperire fondi pubblici, snellire le procedure, dotare le Amministrazioni Locali di risorse per accantierare le opere e favorire le imprese locali nella realizzazione degli interventi, tutte azioni che potrebbero sostenere l’impresa e l’occupazione e lasciare un territorio meglio infrastrutturato e dotato di tutte le utilities necessarie a renderlo fruibile sia dal punto di vista turistico sia dei servizi per i residenti”.

Per le imprese, inoltre, è fondamentale derogare alle regole sugli appalti pubblici e cercare di velocizzare le opere e quindi affidare i lavori a imprese che abbiano effettivamente la capacità di realizzarli secondo prezzi sostenibili e non con il criterio di aggiudicazione del massimo ribasso a imprese che passano solo in subappalto speculando sul lavoro dei subappaltatori.

“Ovviamente – conclude De Santis – la ripartenza dovrà essere condizionata da tutte le misure di protezione della salute dei dipendenti. Siamo stati i primi e anche adesso continiamo a sostenere come la tutela dei lavoratori non sia subordinabile ad alcun interesse economico. Siamo certi che ripresa e attività in sicurezza saranno compatibili”.




Riaprono 7 cantieri su 10 ma il calo di fatturato è stato del 70%

Parola d’ordine ripartire. Ora, però, le imprese artigiane, comprese quelle edili, si devono confrontare con problematiche relative all’osservanza delle linee guida sulla sicurezza, alla mancanza di liquidità e alla ripartenza ricca di incognite.

 

Secondo Confartigianato Imprese Piemonte hanno riaperto otto cantieri su dieci, con una flessione di fatturato, spalmato nei mesi di marzo, aprile e maggio, di circa il 70%.

 

Le imprese delle costruzioni del Piemonte tentano di andare oltre la crisi e si stanno strutturando per lavorare seguendo i protocolli sulla sicurezza. Ed è proprio su questa spinta che Confartigianato Imprese Piemonte ha voluto porre le basi per pianificare la ripresa del comparto, che mette insieme in Piemonte 49mila imprese artigiane edili con 150mila addetti mentre a Torino e provincia se ne contano circa 24mila.

 

Ricordiamo che la sospensione delle attività produttive non essenziali in contrasto alla diffusione del virus, prevista dal primo DPCM del 22 marzo (e il successivo DM Mise del 25 marzo), ha riguardato anche i cantieri e l’edilizia privata.

 

“L’effetto Covid si fa sentire pesantemente sulle imprese artigiane, anche su quelle che sono ripartite prima. – commenta Luciano Gandolfo, Presidente Confartigianato Piemonte Costruzioni– L’edilizia è ferma al palo e su di essa grava anche un decennio di crisi durissima che le ha decimate. Inoltre, l’effetto psicologico di paura rallenta tutti gli investimenti e la progettualità. Lo sblocco del lockdown non ha significato per l’edilizia la ripresa appieno dell’attività, pesa ancora sul comparto l’insicurezza e la confusione”.

 

«Ora che abbiamo riaperto i cantieri – continua Gandolfo – intravediamo i contorni di una crisi senza uguali. I timori sul futuro sono concreti e preoccupanti. Una crisi epocale richiede provvedimenti straordinari. Il momento è delicato e serve un’iniezione di liquidità che rianimi il mercato edilizio».

 

Dalle imprese edili del territorio emergono numerose difficoltà nella gestione dei cantieri. La principale è la copertura dei costi aggiuntivi per la sicurezza dei lavoratori e per il tempo impiegato quotidianamente a sanificare locali e servizi. Si valuta che l’8% dei ricavi di un appalto venga destinato alla sanificazione del luogo di lavoro.

 

“Non sempre è facile reperire i dispositivi di protezione, inoltre lavorare con le mascherine sotto il sole è un disagio – conclude Gandolfo – Ogni mattina viene misurata la temperatura a tutti i dipendenti, ma, per la privacy, la legge non obbliga a redigere un verbale, quindi se un dipendente si dovesse ammalare di covid-19 il datore di lavoro potrebbe essere civilmente e penalmente responsabile. Anche se recentemente l’INAIl ha fatto in parte retromarcia rispetto alla responsabilità del datore di lavoro, occorre un atto legislativo superiore, ovvero una legge, per normare con precisione la materia”.

 

Fra le richieste prioritarie dalle imprese edili: il 65% ha segnalato la rimozione degli ostacoli burocratici e il restante campione lo snellimento degli appalti.

 

 




Il nuovo Codice dei contratti pubblici: semplificazione e digitalizzazione le chiavi del nuovo strumento

Imprenditori e stazioni appaltanti si sono confrontati sull’applicazione del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36 in GU n. 77 del 31-3-2023 – Suppl. Ordinario n. 12) in vigore dal 1° luglio 2023 che riorganizza sistematicamente la materia, estende la digitalizzazione all’intero ciclo di vita dell’appalto, abbandona le linee guida Anac e realizza una delle milestones previste dalla normativa sul PNRR.

Il nuovo Codice si muove in una logica di semplificazione ed in tal senso estende la possibilità di esperire procedure negoziate fino alla soglia europea.

È dunque essenziale che siano garantite la pubblicità e la trasparenza delle risultanze delle aggiudicazioni, rendendo accessibile a tutti gli operatori economici l’elenco delle imprese invitate (ammesse ed escluse), oltre alle offerte pervenute con i rispettivi ribassi.

Nei prossimi mesi sarà necessario verificare come i principi previsti dal Codice verranno effettivamente attuati.

“Il Codice dei Contratti va sicuramente nel senso della semplificazione della digitalizzazione: non possiamo che esserne contenti – dichiara il presidente ANCE Torino Antonio Mattio -. Le imprese associate in questo momento ci chiedono però chiarimenti sulle procedure, sappiamo che i primi tempi sarà importante confrontarsi e occasioni come quella di oggi ci permettono di offrire strumenti per destreggiarsi tra le novità. Tra gli aspetti positivi del Codice, una serie di principi importanti, tra i quali quello della fiducia e del diritto alla rinegoziazione contrattuale. La norma ripristina inoltre un istituto che da vent’anni non esisteva più, quella della revisione prezzi e introduce l’obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti: sono tutti segnali di apertura e di miglioramento.”

“L’Unione Industriali Torino è in prima fila – commenta il presidente Giorgio Marsiaj – per aiutare le nostre imprese a comprendere e ad affrontare l’impianto normativo del nuovo Codice dei Contratti Pubblici. Esso risulta sotto molti aspetti estremamente diverso dal precedente e sancisce una novità di tutto rilievo: una maggiore responsabilizzazione della pubblica amministrazione, sulla base di principi iniziali forti come la buona fede e la fiducia reciproca tra le parti.”

Tra le richieste emerge la necessità di un regolamento ad hoc per i lavori, agile e di facile applicazione, e vanno eliminate le cause di esclusione che non siano ancorate a provvedimenti definitivi.

Il registro delle piattaforme elettroniche previsto dal Codice va reso inoltre accessibile agli operatori economici, così come l’Anagrafe Unica delle Stazioni appaltanti, esistente presso l’ANAC: solo così l’operatore economico potrà conoscere i propri committenti e le piattaforme da questi utilizzate.




Cciaa Cuneo: pubblicato il prezzario opere edili e impiantistiche

L‘ente camerale cuneese ha pubblicato sul proprio sito internet alla pagina  la 18ma edizione del Prezzario delle opere edili e impiantistiche in provincia di Cuneo,realizzato dal comitato tecnico omonimo, i cui esperti sono designati da Regione, Provincia, Ordini e collegi professionali e associazioni di categoria.

Con l’edizione 2020 del volume, si è consolidato l’ampliamento della sezione dedicata all’edilizia sostenibile, che ha introdotto, a partire dall’edizione 2018, le voci e i prezzi di prodotti e materiali eco-sostenibili, nel rispetto dei nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) e nell’ambito del progetto europeo Italia Francia Alcotra Eco-Bati.

Per l’edizione 2020, la categoria “Edilizia sostenibile” è stata rivista, con opportune integrazioni di nuove voci, dal gruppo di esperti del Comitato tecnico preposto a lavorare su questa parte.

Sono stati aggiornati tutti i prezzi dei prodotti CAM per adeguarli e allinearli a quelli del Prezzario regionale, in osservanza delle misure disposte dalle condizioni emergenziali connesse con il Covid-19. Tali aggiornamenti, con il supporto di Environment Park, sono stati condivisi con la Regione Piemonte e inseriti nel Prezzario regionale e sono confluiti nell’aggiornamento nel Catalogo regionale dei prodotti edilizi con certificazione ambientale.

La pubblicazione, edita nel formato digitale, rappresenta la sintesi del lavoro svolto da ciascuno dei componenti, che provvede all’aggiornamento e alla revisione delle parti di propria competenza, intervenendo in un continuo confronto dialettico. La coerenza dei prezzi pubblicati con l’andamento del mercato viene garantita attraverso l’introduzione di nuove voci e l’eliminazione di quelle ormai obsolete.

“Ogni anno la realizzazione del Prezzario rappresenta un traguardo importante, un contributo alla trasparenza nei lavori del settore edile e impiantistico che, grazie all’impegnativo lavoro del Comitato tecnico, l’ente camerale mette a disposizione di imprenditori, professionisti e privati, per le contrattazioni e la risoluzione di controversie – ha sottolineato Mauro Gola presidente della Camera di commercio cuneese – Ricordo che la redazione e l’aggiornamento del Prezzario sono svolti da una vera e propria squadra di esperti preposta a rilevare, sotto l’egida dell’istituzione camerale, gli oltre 12.650 prezzi che sono il riferimento per settori determinanti del nostro tessuto provinciale, con quasi 9mila imprese.

Nell’ultimo decennio il settore delle costruzioni è stato coinvolto da una crisi perdurante, aggravata con l’emergenza Covid 19, ma resta un settore vitale del tessuto economico e proprio per questo necessita di più attenzione da parte delle istituzioni che debbono riportare in alto gli investimenti facendo ripartire le grandi opere infrastrutturali di cui Paese ed il nostro territorio hanno bisogno”.




Torino: 1,5 mln di Euro per la manutenzione del Palazzo del Ghiaccio

Questa mattina la Giunta Comunale ha approvato, su proposta degli assessori Finardi e Iaria, la delibera relativa agli interventi di manutenzione straordinaria alle piste 1 e 2 del Palazzo del Ghiaccio di corso Tazzoli.

Con una comunicazione del 30 maggio 2019 la Fondazione 20 marzo 2006 ha individuato il quarto stralcio del piano complessivo degli interventi, suddiviso per Comuni, dando contestuale avvio all’iter dei procedimenti elencati nel medesimo tra i quali sono inseriti quelli delle due piste dell’impianto di via Sanremo 67, per una copertura finanziaria totale di 1.500.000,00 euro.

Alla pista 1 sarà rifatto l’impianto di raffreddamento tramite la sostituzione della CO2, mentre alla pista 2 saranno impermeabilizzati i torrini ascensori del piano terra.

Con una nota del 19 novembre 2019 la Fondazione ha autorizzato la SCR Piemonte a procedere alla progettazione e alla realizzazione delle opere. Considerati i tempi di necessari alla realizzazione del progetto e allo svolgimento della procedura di gara per l’affidamento degli progettazione e esecuzione delle opere si presume che i lavori saranno eseguiti dall’estate 2021 a quella del 2022.




“Riparti Piemonte”, nel Ddl gli aiuti all’edilizia

Velocizzare per ripartire, sono i criteri che ispirano le norme su edilizia e urbanistica contenute nel disegno di legge “Riparti Piemonte”, illustrate dal vicepresidente della Giunta, Fabio Carosso, in prima Commissione (presidente Carlo Riva Vercellotti).

“Con questi interventi – ha spiegato Carosso – vogliamo agevolare imprese e cittadini per far ripartire un’economia profondamente in crisi. Semplifichiamo le procedure, accorciamo le tempistiche e aiutiamo privati e imprese che vogliono costruire o ristrutturare”.
La Regione stanzierà 50 milioni di euro a copertura parziale o totale degli oneri di urbanizzazione legati ai permessi di costruzione che vengono pagati ai Comuni, destinando fino a 50 mila euro ai privati e 100 mila alle imprese.

Bar e ristoranti potranno ampliare i dehor per rispettare le norme di distanziamento previste a livello nazionale, senza oneri e con la sola comunicazione al Comune.
“Una norma che abbiamo scritto dopo il confronto con Anci, Uncem e altre organizzazioni di rappresentanza”, ha sottolineato Carosso.

Tra le disposizioni principali, la possibilità di ristrutturare gli immobili nei centri storici, anche con sagoma diversa dall’esistente, in deroga ai piani urbanistici in vigore.
Infine i Comuni avranno maggiore responsabilità nelle decisioni e vedranno incrementati i contributi da 25 mila a 35 mila euro per adeguare i piani regolatori.
Tutti i provvedimenti su edilizia e urbanistica avranno durata limitata al 31 gennaio 2022.

Le opposizioni sono intervenute su alcuni punti critici.
Per i consiglieri del Pd, Alberto Avetta, Monica Canalis, Sergio Chiamparino, Raffaele Gallo e Daniele Valle “c’è il rischio di snaturare i nostri borghi antichi. Inoltre non vogliamo che l’eccessiva semplificazione apra la porta a infiltrazioni e illegalità. C’è anche un problema di contenzioso, se scriviamo norme in contrasto con quelle nazionali, rischiamo ricorsi che rallenteranno le imprese invece di aiutarle. Attenzione a non danneggiare i paesaggi Unesco che ci hanno garantito un grande balzo turistico”.

Critici sull’impatto paesaggistico anche i consiglieri 5 Stelle Ivano Martinetti, Giorgio Bertola, Francesca Frediani e Sean Sacco: “Vediamo ombre immense in questo provvedimento, per nessuna materia è prevista una tale deregolamentazione. Volete smantellare la legge urbanistica regionale usando la scusa del Covid. Torniamo indietro di decenni sulla tutela del paesaggio. Con i nostri emendamenti cercheremo di bloccare in ogni modo gli aspetti negativi di queste norme”.

Sulla stessa linea Marco Grimaldi (Lev): “Abbiamo già espresso le nostre critiche in queste settimane. Questi interventi non c’entrano nulla con il “Riparti Piemonte”, sono invece un omnibus con il quale state cercando di smantellare la legge urbanistica. Il Ddl deve essere strettamente collegato a cosa fare per ripartire, per questo il nostro lavoro sarà soppressivo e non emendato”.

Dalla Lega l’invito a procedere celermente: “La direzione è giusta, il Ddl deve andare in porto nel più breve tempo possibile – ha dichiarato Valter Marin – è indispensabile accelerare tutte le procedure, le imprese non possono aspettare un anno e mezzo le autorizzazioni. È giusto tutelare i territori, ma in questa situazione non possiamo avere tempi lunghissimi che in altri paesi sarebbero incomprensibili”.

Per il capogruppo di Forza Italia, Paolo Ruzzola, “50 milioni di euro per gli oneri di urbanizzazione sono una cifra importante. Durante la discussione presenteremo un emendamento per aggiungere anche la possibilità di detrarre gli interventi in edilizia”.
Da Fratelli d’Italia, per voce del consigliere Davide Nicco l’apprezzamento “per l’importante opera di sburocratizzazione che si vuole portare avanti”.

In conclusione sono arrivate le rassicurazioni del vicepresidente Carosso: “In questi giorni ci siamo consultati con numerosi soggetti e siamo arrivati a una buona sintesi, avremo una legge che andrà bene e ridarà ossigeno alla nostra regione. Non vogliamo stravolgere il piano paesaggistico, sappiamo l’importanza dei territori Unesco, cercheremo di accogliere tutti i suggerimenti”.




Edilizia e innovazione: connubio vincente Confartigianato Cuneo ne parla in un webinar

Confartigianato Cuneo prosegue la serie di webinar dedicati al mondo dell’edilizia e delle costruzioni. Dopo i due seguitissimi appuntamenti in cui si è approfondito il “Superbonus 110%”, martedì 22 settembre, alle ore 19.00, avrà luogo un webinar video online nel quale verranno illustrate le potenzialità che le nuove tecnologie offrono al “comparto casa”.

In particolare, FabLab Cuneo spiegherà come i nuovi strumenti tecnologici possono apportare benefici e vantaggi alle imprese del settore, permettendo un miglioramento dei processi costruttivi e dei materiali impiegati.

FabLab Cuneo è un’officina/laboratorio – aderente al circuito ufficiale della prestigiosa università statunitense MIT di Boston – che offre competenze tecniche ed una serie di macchinari/strumenti di lavoro in grado di realizzare in maniera flessibile e semi-automatica un’ampia gamma di oggetti e lavorazioni.

Nel corso del webinar online saranno approfondite le seguenti tematiche: Stampa 3D; Plotter verticali; sistemi di taglio CNC polistirolo; scanner e fotogrammetria; taglio laser.
«Si tratta – commentano Luca Crosetto e Joseph Meineri, presidente e direttore generale di Confartigianato Cuneo – di un ulteriore impegno della nostra Associazione per essere vicini alle imprese, evidenziando in questo contesto la naturale e storica propensione dell’artigianato ad “innovare” e a sfruttare le opportunità delle nuove tecnologie.

Attraverso il nostro FabLab, accreditato alla rete dei Digital Innovation Hub presso il Ministero dello Sviluppo Economico, possiamo affiancare e supportare le imprese, portandole ad essere sempre più competitive».

Per assistere ai lavori clicca qui