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Allasia: “E’ necessario rivedere a 360 gradi il regolamento dell’assemblea legislativa”

Credo che sia necessario un nuovo regolamento del Consiglio regionale in modo che ci siano tempi certi nel processo legislativo.

L’attuale Regolamento è anacronistico e non concede alla maggioranza di governare con tempi certi. Chi ha vinto le elezioni invece deve potersi assumere la responsabilità di portare avanti il suo progetto, e deve poterlo fare in tempi che non siano infiniti.

Non è possibile che un solo consigliere possa bloccare  l’intera attività d’aula,  questo è inconcepibile in una democrazia moderna. Non si tratta di mettere il bavaglio alle minoranze, ma di avere tempi certi e chiari nelle discussioni. Chi vince le elezioni deve avere la possibilità di governare senza il continuo compromesso con le opposizioni.




Riccardo Lanzo (Lega) presidente della Commissione Autonomia

Si è insediata oggi 30 luglio la Settima Commissione Autonomia, istituita dal Consiglio regionale del Piemonte il 7 luglio. Nella sua prima riunione, la Commissione ha eletto l’ufficio di presidenza: presidente Riccardo Lanzo (Lega, 21 voti), vicepresidenti Domenico Ravetti (Pd, 10 voti) e Davide Nicco (Fdi, 12 voti).

Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha spiegato che lo scopo è quello di rendere il Piemonte una Regione più autonoma, con maggiori competenze: il percorso non sarà semplice ma Allasia si è detto certo servirà a garantire migliori condizioni di benessere ed efficienza a tutti i piemontesi, nel segno della sussidiarietà.

Per il neo presidente della Settima Lanzo, non solo si tratta, ai sensi della Costituzione, di portare avanti le istanze di autonomia differenziata nei confronti del governo centrale. Nel lavoro della “Autonomia”, si opererà anche nei confronti degli Enti locali piemontesi, per un maggiore e migliore raccordo tra le loro attività e quelle della Regione.




CCIAA di Torino e Inail Piemonte insieme per la sicurezza sul lavoro

Un’intesa di durata triennale per sostenere le imprese nel garantire la sicurezza sul lavoro attraverso iniziative comuni con finalità di prevenzione e l’individuazione di buone prassi e soluzioni tecnologiche che possano migliorare il livello di tutela dei lavoratori: è questo il contenuto del protocollo firmato ieri dalla Camera di commercio di Torino e dall’Inail Piemonte.

 

L’accordo consolida la collaborazione tra la Camera di commercio di Torino e l’Inail Piemonte, già avviata con un protocollo del 2015, rinnovato l’anno scorso, nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro e per il collegamento del sistema formativo e del sistema imprenditoriale.

 

In questo delicato periodo la sicurezza sul lavoro è un obiettivo ancora più urgente per tutte le imprese, dalla grande industria al piccolo commercio e artigianato: in questo contesto si colloca per noi l’accordo appena stipulato con l’Inail Piemonte, che ci spinge a realizzare numerose iniziative di supporto e di formazione per imprenditori e lavoratori – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – In passato abbiamo investito molto per aumentare la cultura della sicurezza nell’ambito delle iniziative di alternanza scuola lavoro, e più recentemente abbiamo contribuito a redigere decaloghi operativi di presidio al rischio COVID su misura per tutti i tipi di impresa. Oggi, per monitorare puntualmente la situazione, abbiamo inserito nelle nostre indagini domande specifiche relative alle soluzioni di sicurezza adottate dalle aziende e in futuro orienteremo ancora di più il nostro impegno su questi temi, con seminari e azioni formative ad hoc”.

 

Aggiunge il Direttore regionale Inail, Giovanni Asaro “In questo periodo di difficoltà, a pochi mesi dal lockdown dovuto alla pandemia, il protocollo appena sottoscritto risponde alle nuove e inattese esigenze di sicurezza nei luoghi di lavoro alle quali possiamo rispondere solo attraverso una stretta collaborazione tra tutti gli attori coinvolti: imprese, lavoratori, soggetti che a vario titolo si occupano della sicurezza nonché enti di formazione e ricerca come il Politecnico e l’Università degli Studi di Torino con i quali abbiamo recentemente stipulato degli accordi in tal senso. In particolare, grazie al protocollo siglato oggi con la Camera di commercio – prosegue Asaro – ci impegniamo a creare un canale privilegiato per le imprese del territorio, per garantire loro un ulteriore supporto il cui valore aggiunto è rappresentato dalle specifiche competenze e dal patrimonio di informazioni dell’Istituto e della Camera di commercio, essenziale per realizzare interventi il più possibile mirati, in grado di rendere fabbriche e uffici realmente protetti.

 

Nell’arco dei tre anni previsti per la durata del protocollo appena firmato è prevista la conclusione di specifici accordi operativi per sviluppare iniziative a sostegno della prevenzione a partire dai seguenti punti qualificanti dell’intesa:

  •  attuazione di progetti e programmi in comune e di eventi con finalità prevenzionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro (conferenze, seminari, etc.)
  • individuazione e diffusione di buone pratiche e di soluzioni tecnologiche relative all’organizzazione del lavoro che possano migliorare il livello di tutela del lavoratore
  • iniziative finalizzate a migliorare la conoscenza dei rischi nello svolgimento delle attività lavorative con particolare riguardo alle piccole e medie imprese
  • condivisione di prodotti informativi per settore o figura aziendale da diffondere anche con l‘organizzazione di workshop e seminari tematici
  • proposte condivise volte alla semplificazione degli adempimenti amministrativi
  • scambio di informazioni su materie di reciproco interesse, nel rispetto della normativa di cui al GDPR 25/05/2018 Regolamento Europeo per la protezione dei Dati Personali, per la realizzazione di studi e analisi volti ad indirizzare politiche efficaci di prevenzione.

  

 

 




Una legge per contenere il numero di cinghiali

Contenere il numero dei cinghiali: per farlo il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato a maggioranza la proposta di legge 41, che mira al loro contenimento.

Si prevede l’utilizzo di mezzi motorizzati su strade comunali e vicinali non solo ai soggetti incaricati ad esercitare operazioni di controllo faunistico e al prelievo venatorio ma anche ai cacciatori privati. Tecnicamente si è modificata la legge regionale 2 novembre 1982, numero 32, che regola la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale, che impediva appunto l’accesso a queste particolari strade da parte di chi esercita attività venatoria.

Il Gruppo di Forza Italia, che ha presentato la proposta di legge, ha ricordato la necessità di un contenimento degli ungulati, in particolare dei cinghiali, che stanno causando gravi problemi sull’intero territorio piemontese. Tra i comparti maggiormente colpiti c’è quello agricolo. Ma viene compromessa anche la circolazione stradale, con incidenti anche mortali, provocati sia dall’elevato numero di animali, sia dalle carenze di organico delle guardie venatorie. Ogni anno in Italia 10mila incidenti stradali sono causati da animali selvatici, in Piemonte sono 1200, con tendenza ad aumentare.

L’anno scorso ammontano a quasi un milione di euro i danni arrecati alle coltivazioni nella sola provincia di Cuneo.

I gruppi di Minoranza, in particolare Luv, M5s e Pd, hanno  presentato una sessantina di emendamenti che sono stati tutti respinti. Il M5s si è detto contrario alle modifiche richieste poiché la legge era già stata modificata la scorsa legislatura proprio per contenere l’attività venatoria, mentre oggi di fatto si crea una facilitazione a favore dei cacciatori.  Il Pd invece, ha rimarcato l’aspetto di carattere ambientale del provvedimento e non venatorio, mentre Luv ha messo in guardia dal rischio di favorire il bracconaggio. Contrarietà alla proposta di legge è stata espressa anche da Chiamparino per il Piemonte – Monviso che ha parlato di contraddizioni, mentre a sostegno si sono schierati FdI (che rimarcato come il provvedimento sia stato fortemente richiesto dai territori) e Lega.

Collegato alla Pdl è poi stato approvato l’Ordine del giorno del Gruppo M5s per attivare i programmi di sperimentazione che permettano l’allontanamento e il contenimento degli ungulati con metodi innovativi non cruenti.

 

 




Le principali misure finanziarie a sostegno dell’impresa del Decreto Rilancio convertito in Legge

Di seguito le principali misure finanziarie a sostegno dell’impresa del Decreto Rilancio convertito in Legge

Misure di sostegno finanziario alle imprese, la legge ha:

  • rifinanziato con 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023 il fondo di sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali previsto nell’ambito della strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne (art. 65-ter della legge 27 dicembre 2017, n. 205) al fine di realizzare interventi di sostegno alle popolazioni residenti nei comuni svantaggiati. Tra tali interventi è anche espressamente citata la “concessione di contributi per l’avvio delle attività commerciali, artigianali e agricole”;
  • in tema di esportazioni e internazionalizzazione, si incrementa il cap.2515/MISE di 5 milioni di euro per il 2020 al fine di sviluppare, in stretto collegamento con le comunità di affari residenti all’estero e nei limiti delle risorse disponibili, i servizi di informazione, l’export management e la promozione di contatti commerciali per le PMI, anche attraverso piattaforme digitali, da parte delle Camere di commercio italiane all’estero (art.48, c.3-bis, introdotto nel corso dell’esame in sede referente);
  • si consente alle imprese colpite dall’emergenza COVID-19 di richiedere, a determinate condizioni, di poter beneficiare, in relazione ai finanziamenti agevolati loro concessi a valere sulle risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca, di cui all’articolo 1, comma 354, della L. n. 311/2004, e in relazione ai finanziamenti bancari associati, della rinegoziazione del piano di ammortamento sia del finanziamento agevolato del Fondo rotativo, sia di quello bancario associato, sino alla durata massima complessiva di 25 anni (art.52-bis);
  • si prevede la definizione dei codici ATECO per le attività del commercio, della ristorazione e delle strutture ricettive nelle aree ad alta densità turistica (art. 182, comma 2- duodecies); comma 3-bis);
  • si prevede l’estensione delle misure agevolative disposte in favore delle microimprese e delle piccole e medie imprese dall’articolo 56 del D.L. n. 18/2020 (L. n. 27/2020) anche ai finanziamenti agevolati garantiti dallo Stato e concessi alle imprese a seguito degli eventi sismici del 2012 e del 2016 per il pagamento di tributi, contributi e premi già sospesi o ancora da versare alla data di entrata in vigore della rispettiva disciplina agevolativa (art. 26-ter);
  • l’istituzione di un Fondo, con una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2021, volto a compensare parzialmente i costi sostenuti dagli esercenti per le commissioni fino al 31 dicembre 2020 sui pagamenti con carte di credito o di debito (art. 30-bis);
  • l’eliminazione del limite massimo alla concessione di altre forme di finanziamento da parte dei confidi iscritti all’albo di cui all’articolo 106 del TUB (art. 31-bis);
  • il posticipo ai bilanci relativi al 2021 dell’obbligo per le società a responsabilità̀ limitata e per le società cooperative di effettuare la prima nomina del revisore o degli organi di controllo (art.51-bis).



Dimitri Buzio è il nuovo presidente di Legacoop Piemonte

La Direzione regionale lo ha eletto al posto del dimissionario Giancarlo Gonella Il nuovo presidente, 45 anni, biellese, ha già ricoperto importanti incarichi nell’associazione La Direzione regionale di Legacoop Piemonte, riunita questa mattinaa Torino, ha proclamato per acclamazione Dimitri Buzio come nuovo presidente dell’associazionedelle cooperative.

Buzio sostituisce il dimissionario Giancarlo Gonella, in carica dal 2006. Il neopresidente Dimitri Buzioha ringraziato chi lo ha preceduto in questo ruolo e il gruppo dirigente di Legacoop Piemonte “che ha sempre avuto il coraggio di una visione prospettica”.

“Mi auguro che la cooperazione possa essere sempre più protagonista. –ha affermato il nuovo presidente -. Non bisogna pensare alla cooperativa come a una forma imprenditoriale residuale rispetto ad altri modelli di impresa perché,dove è presente,arricchisce l’offerta.

Le nostre cooperative svolgono ruoli fondamentali sul territorio per quanto riguarda i servizi, la grande distribuzione,l’abitazione,l’assistenza agli anziani e alle fasce più deboli della popolazione.

Nel 2019 le 446 cooperative associate di Legacoop Piemonte hanno fatto registrare un valore di produzione di quasi 3 miliardi di euro (2.852.200.000) pari al 2,6 per cento del Pilpiemontese.Esse contano 688.500 soci e 30mila occupati.E ciò deve essere chiaro a noi per primi, ma anche ai nostri interlocutori nel mondo politico e produttivo.

In tal senso l’Alleanza delle Cooperative rappresenta un punto di semplificazione della rappresentanza ma non può esaurire l’agire politico della nostra Associazione”.

Buzio ha affrontato anche le tematiche legate all’attualità e alla fase post lockdown: “Quella che stiamo vivendo è una fase di grande incertezza. La pandemia ha avuto ripercussioni sul mondo economico e produttivo e non sappiamo cosa ci aspetti nei prossimi mesi. I dati statistici parlano di un’economia piemontese tornata indietro di 12 anni, al pieno della crisi economica.La geografia ci può dare una mano per il rilancio del Piemonte in quanto la nostra regione è un polo fondamentale nello sviluppo infrastrutturale dei prossimi decenni. Penso all’Alta Velocità, il Tav Torino-Lione di cui c’è da auspicare una rapida prosecuzione dei lavori senza più sé né ma.

Il retroporto di Genova,che avrà come sua principale area di sviluppo il territorio alessandrino. Il “Piemonte Orientale” sempre più anello di congiunzione tra Torino e Milano.

E la Asti-Cuneo necessaria per rafforzare lo sviluppo della filiera agricola di quei territori. Progetti a cui mi sento di dire il mio si convinto”. Infine, un passaggio sulle nuove sfide per il mondo cooperativo: “Legacoop non deve dimenticare l’eredità del nostro passato,ma dobbiamo spogliarci dei panni del ‘900 e reinterpretare il nostro ruolo secondo nuovi schemi che sappiano parlare alla realtà del nuovo millennio.

Da sempre l’impresa cooperativa mette al centro le persone, coniugando le necessità del proprio sviluppo con la tutela e il rispetto dei soci. Guardiamo con coraggio al futuro”, ha concluso Buzio.

Giancarlo Gonella lascia quindi la presidenza di Legacoop Piemonte dopo 14 anni: “Una scelta per il rinnovamento generazionale della classe dirigente e per avviare nuovi percorsi per lo sviluppo della cooperazione in Piemonte per i prossimi anni”.“In questi anni–ha aggiunto -da presidente di Legacoop Piemonte mi sono dato tre parole d’ordine che vorrei consigliare anche a chi mi succede. Unità, perché come ufficio di presidenza abbiamo lavorato in squadra con i vari settori.

Autonomia rispetto al mondo istituzionale e politico: un modo di essere che credo Legacoop debba mantenere come in tutti questi anni in cui ci siamo rapportati con giunte di orientamento diverso.E attenzione al mercato intercooperativo: sviluppare il mercato tra imprese cooperative è importante.

È un modo,per il nostro sistema,di autotutelarsi e crescere.”“Posso dire con soddisfazione che le nostre cooperative hanno retto bene alla sfida del Coronavirus. Penso a Novacoop per il settore della grande distribuzione: ha saputo mantenere i supermercati aperti con un’ottima gestione organizzativa, tutelando sia la salute dei clienti siadei lavoratori.

Allo stesso modo le cooperative di servizi che operano con disabili e persone anziane, quindi in contesti di alto rischio, hanno fatto registrare numeri contenuti di contagi, segno della grandecapacità professionale dei soci.Sono questi i segni positivi da cui ripartire per il futuro e per un rilancio della competitività.

”Il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, presente alla Direzione, ha così commentato l’avvicendamento al vertice di Legacoop Piemonte: “Un grazie di cuore a Giancarlo Gonella, cui mi lega un lungo rapporto di sincera amicizia, per la passione e l’intelligenza con le quali ha guidato Legacoop Piemonte rafforzandone il ruolo e l’autorevolezza.

E un augurio di buon lavoro a Dimitri Buzio, che, ne sono certo, affronterà il nuovo incarico con tutto l’impegno che la fase attuale richiede. Il Paese sta lentamente imboccando la via della ripresa e va accompagnato e sostenuto. Da questo punto di vista, è molto importante l’accordo raggiunto al Consiglio Europeo, che mette a disposizione dell’Italia risorse ingenti. Adesso si tratterà di utilizzarle bene per assicurare una robusta ripresa della nostra economia, definendo un piano di rilancio che puntiad avviare un percorso di sviluppo inclusivo e sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale.

Un obiettivo che abbiamo indicato al Governo e per il quale siamo pronti a dare il nostro contributo”.Gonella, che il 12 agosto prossimo compirà 66 anni, era stato eletto presidente di Legacoop Piemonte per la prima volta nel giugno del 2006, l’anno delle Olimpiadi invernali a Torino, che vide il movimento cooperativo protagonista nella realizzazione di oltre il 50% delle opere e degli impianti sportivi.

Nel settembre successivo è stato eletto presidente dell’Associazione regionale delle cooperative di consumo. Successivamente,membro del Consiglio di amministrazione di Novacoop e membro della Direzione nazionale di Legacoop.




Il Piemonte pronto ad intensificare i rapporti di cooperazione con Cuba

Nuove iniziative di cooperazione in campo medico, ma anche in ambito commerciale e culturale: il vicepresidente del Consiglio regionale, Mauro Salizzoni, e il presidente della Regione Alberto Cirio hanno salutato a Palazzo Lascaris l’ambasciatore della Repubblica di Cuba in Italia Josè Carlos Rodriguez Ruiz, che a breve rientrerà a Roma, con l’impegno ad intensificare i rapporti tra la nostra Regione e il paese sudamericano dopo la positiva esperienza vissuta nei mesi scorsi con la brigata Henry Reeve nella cura dei malati di Covid.

“Studieremo future collaborazioni tra medici – ha detto il vicepresidente del Consiglio Salizzoni -. Cuba ospita ogni anno un importante congresso chirurgico e sarà un’occasione di studio e di confronto importante per lo sviluppo dell’attività trapiantologica, di cui Cuba è un’eccellenza ad esempio in campo nefrologico”.

Il presidente Cirio ha espresso riconoscenza da parte di tutta la regione per la generosità del popolo cubano: “In un momento molto difficile per il Piemonte – ha sottolineato – siete stati di grande supporto, affiancando i nostri medici con competenza e senso di partecipzione. Dalla collaborazione di questi mesi sono nati spunti per intensificare i rapporti anche commerciali con il vostro Paese, con l’idea di rafforzare sempre di più il concetto di reponsabilità sociale d’impresa”.

L’ambasciatore ha ringraziato ancora una volta le istituzioni, il personale sanitario e i piemontesi per l’accoglienza ricevuta dai medici cubani: “L’esperienza vissuta – ha detto – ha creato un rapporto di fratellanza ma anche un modello di collaborazione concreta, abbiamo capito che lavorare insieme con rigore e senso di responsabilità è possibile e porta risultati”.




Giancarlo Gonella, dopo 14 anni lascia la presidenza di Legacoop Piemonte

Giancarlo Gonella lascia la presidenza di Legacoop Piemonte dopo 14 anni:

“Una scelta per il rinnovamento generazionale della classe dirigenteeper avviare nuovi percorsi per lo sviluppo della cooperazione in Piemonte per i prossimi anni”.

Gonella, che il 12 agosto prossimo compirà 66 anni, era stato eletto presidente di Legacoop Piemonte per la prima volta nel giugno del 2006, l’anno delle Olimpiadi invernali a Torino, che vide il movimento cooperativo protagonista nella realizzazione di oltre il 50% delle opere e degli impianti sportivi.

Nel settembre successivo è stato eletto presidente dell’Associazione regionale delle cooperative di consumo.

Successivamente,membro del Consiglio di amministrazione di Novacoop e membro della Direzione nazionale di Legacoop.Venerdì 24 luglio2020,presso l’Environment Park, Sala Kyoto, in Via Livorno 60 a Torino, la Direzione regionale,sentita la relazione del Coordinatore della Commissione per le candidature, procederà all’elezione del nuovo Presidente.




Secondo trimestre 2020: attesa e preoccupazione tra gli imprenditori torinesi

Sono stati resi noti  i dati relativi alla dinamica imprenditoriale torinese nel secondo trimestre 2020, che vede un totale di 218.611 imprese registrate, con 2.350 nuove iscrizioni e 1.386 cancellazioni, e un tasso di crescita pari al +0,44% rispetto al primo trimestre.

“Gli ultimi dati di natimortalità imprenditoriale non mostrano ancora la temuta drastica diminuzione del numero di imprese, quanto piuttosto una situazione di stabilità, con poche aperture e poche chiusure, in un clima generale di prudenza e attesa – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio Dario Gallina. – L’indagine che abbiamo realizzato, tuttavia, ci mostra già con grande evidenza le preoccupazioni dei nostri imprenditori, alle prese con mancanza di liquidità e cali generalizzati nelle vendite. Il 43% delle imprese intervistate prevede pesanti ricadute economiche, mentre un ulteriore 35% si considera addirittura a rischio di chiusura definitiva”.

Natimortalità imprenditoriale torinese nel secondo trimestre 2020

Nel secondo trimestre 2020, profondamente segnato dalle misure messe in atto a seguito dell’emergenza Covid-19, la dinamica imprenditoriale torinese, analogamente a quanto avvenuto a livello nazionale e piemontese, ha registrato un complessivo e prevedibile rallentamento. Sono nate meno imprese rispetto allo stesso trimestre degli anni precedenti, ma ne sono cessate anche meno, a seguito di un atteggiamento attendista che con tutta probabilità ha riguardato sia chi aveva in progetto nuove iniziative imprenditoriali, sia chi già si trovava (o vi è giunto a causa dell’emergenza) in una fase di sofferenza.

 

Le iscrizioni, che fra aprile e giugno 2020 si sono fermate a 2.350, sono calate di 1.546 unità a confronto con il II trimestre 2019 (-39,7%), mentre le cessazioni, pari a 1.386 sono 1.368 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-49,7%). Nel corso dell’ultimo decennio, caratterizzato da un costante ridimensionamento del tessuto imprenditoriale, è il primo anno in cui il secondo trimestre rileva una frenata così importante delle nuove iscrizioni, che sono scese ben sotto quota 3.000.

Tale dinamica si riflette anche nel saldo fra iscrizioni e cessazioni, che resta pur sempre positivo, ma si riduce di valore (+964). A fronte delle dinamiche descritte, il tasso di crescita torinese per il II trimestre del 2020 – rispetto al I trimestre dell’anno – risulta pari a +0,44%, con un totale di 218.611 imprese registrate.

Natura giuridica

Anche in un trimestre di forte stasi, si replicano le dinamiche di crescita rilevate negli ultimi anni. Ad eccezione delle società di persone, il cui tasso di crescita resta negativo (-0,09%), le altre tipologie mantengono un tasso di crescita positivo: nel caso delle imprese individuali, il tasso (0,63%) non si allontana da quello rilevato nello stesso periodo del 2019 (0,68%), mentre nel caso di società di capitale (0,60% a fronte dell’1,02%) e delle altre forme (0,23% anziché 0,54%), la riduzione è decisamente più importante.

Dinamica imprenditoriale al II trimestre 2020

Valori assoluti e tassi di crescita rispetto al trimestre precedente

Imprese
registrate al Peso %

30.06.2020

Cessazioni Saldo Iscrizioni (non d’ufficio) trimestrale

(iscr – cess)

Tasso di crescita II trim 2020

Tasso di crescita II trim 2019

SOCIETA’ DI CAPITALE SOCIETA’ DI PERSONE IMPRESE INDIVIDUALI ALTRE FORME

46.123 21,1%

439 162

277

0,60% -0,09% 0,63% 0,23%

1,02% -0,22% 0,68% 0,54%

51.976 23,8%

108 156

-48

115.749 52,9%

1.779 1.055

724

4.763 2,2%

24 13

11

TOTALE

218.611 100%

2.350 1.386

964

0,44%

0,52%

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati InfoCamere

Indagine monitoraggio degli effetti di COVID-19

La Camera di commercio, nel suo ruolo istituzionale di osservatore dell’economia del territorio e di Antenna territoriale del progetto S.I.S.PR.IN.T, ha avviato un’indagine per monitorare la delicata fase congiunturale a seguito dell’emergenza legata al virus Covid-19. L’indagine, partita in concomitanza con l’avvio della fase 2 (fine del lockdown) e conclusa a metà giugno, è stata somministrata a un campione rappresentativo di imprese della città metropolitana di Torino (circa 6.000), appartenenti a tutti i settori merceologici. Hanno risposto all’indagine 611 imprese, 454 appartenenti al campione e 157 che hanno preso parte al monitoraggio accedendo dal sito dell’ente camerale.

Gli effetti dell’emergenza

A seguito del lockdown il 62% delle imprese (380) ha dovuto sospendere completamente l’attività. Si è trattato soprattutto di attività dei servizi alle persone (l’83% del settore), seguite dal turismo (il 76%) e commercio (il 65%). La sospensione ha riguardato soprattutto le imprese individuali (il 72% delle imprese con tale forma giuridica) e con meno di 10 addetti (il 67% delle micro imprese).

L’emergenza sanitaria ha portato in primis un deterioramento della liquidità (criticità rilevata dal 74% delle rispondenti), cui segue il calo/cancellazione delle vendite e degli ordinativi (il 64%). Più distanziate seguono le problematiche connesse alla perdita dei principali mercati di riferimento o dei principali clienti, che ha coinvolto il 36% delle imprese, e la difficoltà nel tornare a lavorare «in sicurezza» nel difficile contesto di riferimento (il 19%).

Il deterioramento della liquidità vede maggiormente coinvolte le imprese del turismo e delle costruzioni (rispettivamente l’87% e l’81% dei rispettivi settori), mentre il calo degli ordinativi, dopo il commercio (il 69% delle imprese del settore), ha toccato l’industria manifatturiera (il 67%).

 

Deterioramento liquidità

Quali sono le principali esigenze di liquidità delle imprese? Chiaramente si tratta in primo luogo di motivazioni connesse alla sopravvivenza dell’impresa: l’imposizione fiscale in primis (citata dal 73% delle rispondenti), seguita dalla necessità di sostenere i costi fissi (61%), dal pagamento di forniture (39%) e dalla retribuzione del personale (34%). Si rileva, tuttavia, che un 13% di rispondenti indica necessaria la liquidità per investire in innovazione di prodotto/processo nonostante il periodo di difficoltà.

Variazioni di fatturato – ordinativi – occupazione

Per valutare l’impatto economico della crisi sanitaria, è stato chiesto alle imprese di stimare la variazione di fatturato, ordinativi e di occupazione (intesa come ore lavorate) registrata tra marzo e aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel complesso, nove imprese su dieci hanno manifestato una diminuzione più o meno marcata del fatturato; oltre otto su dieci degli ordinativi e dell’occupazione. Guardando ai singoli settori di attività, tutti i comparti registrano diminuzioni; ad aver registrato un’erosione più marcata delle tre variabili economiche- sono però le attività dei servizi di alloggio e ristorazione che nel 100% dei casi hanno dichiarato una diminuzione di tutte e tre le componenti.

Previsioni per il futuro Con l’avvio della Fase 2 il 43% delle imprese ha dichiarato che ci sarebbero state ricadute economiche negative importanti sull’attività.A questa percentuale si aggiunge un ulteriore 35% di imprese che hanno dichiarato di avere un’attività a rischio chiusura: l’analisi per settori economici vede, tra queste, al primo posto quelle turistiche (il 71,1% delle imprese del settore) – soprattutto i bar-, le imprese del commercio (in primis negozi al dettaglio di abbigliamento e scarpe) e i servizi alle persone (parrucchieri ed estetisti).

Sul fronte opposto, solo il 4,9% ha dichiarato che non ci sarà nessun impatto rilevante. Ovviamente la dimensione aziendale rappresenta un fattore determinante: tra le imprese con classe dimensionale tra gli 0 e i 19 addetti la percentuale di rispondenti che ha dichiarato il rischio chiusura attività è più elevata che nelle imprese oltre 20 addetti. Al contrario, le ricadute minime sono maggiormente concentrate nelle imprese più grandi (il 36,4% oltre 20 addetti).

Riaprire o no? Delle 380 imprese che hanno sospeso completamente l’attività nella FASE 1 dell’emergenza sanitaria, il 47,6% ha dichiarato che avrebbe continuato a stare chiusa anche con l’avvio della FASE 2 ed il 22,9% che avrebbe aperto solo parzialmente l’attività.

Tra i principali motivi per la mancata apertura completa, al primo posto con il 43,3% delle imprese si colloca la sostenibilità economica (p.e. troppi costi fissi). Il 35,4% vede una difficoltà a rispettare le misure per la riapertura in sicurezza e un 25,7% delle imprese dichiara di avere rischi imprenditoriali eccessivi rispetto alla situazione di incertezza. Ritorno alla normalità Le imprese che hanno dichiarato di poter riprendere i normali ritmi produttivi, seppur non prima di un anno rappresentano il 44% delle rispondenti: di queste (144; il 54%) prevede di farlo con l’adozione di alcuni cambiamenti.

Non sono tuttavia da sottovalutare le percentuali relative alle imprese che difficilmente ritengono possibile un ritorno ai livelli pre crisi (il 33%) e quante ritengono sarà necessaria una profonda riorganizzazione aziendale per sopravvivere alla crisi (il 29%).




SACE e Confindustria Piemonte con l’appuntamento “Il credito per ripartire: dinamiche ed esigenze del territorio”

La tappa di oggi, organizzata in collaborazione con Confindustria Piemonte, è il quarto appuntamento di un percorso che ha già toccato la Campania, il Veneto e l’Emilia Romagna e che, nei prossimi giorni, arriverà anche in Friuli Venezia Giulia, nel Lazio e in Sicilia.

Un confronto per un’auspicata ripartenza economica e le soluzioni che sono già disponibili per aziende e banche.

Questi i principali temi al centro della nuova iniziativa, lanciata recentemente da SACE in collaborazione con le associazioni confindustriali regionali, che ha riunito oggi in un webinar i Direttori Territoriali delle banche attive nella regione e i Presidenti delle Associazioni Confindustriali del Piemonte.

L’obiettivo è stato condividere le reciproche esperienze e individuare soluzioni concrete per far fronte al momento complesso che stanno affrontando le aziende e le loro filiere a causa degli impatti negativi del Covid-19 sulle attività economiche della regione.

Oltre a ciò, SACE ha presentato ai partecipanti i benefici di Garanzia Italia, lo strumento messo in campo con il Decreto “Liquidità” per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19.

“Quest’iniziativa – ha dichiarato Mario Bruni, Responsabile Mid Corporate di SACE – rappresenta un’ottima occasione di condivisione e confronto per individuare, assieme alle banche, alle aziende e alle istituzioni, delle linee guida comuni per andare tutti nella stessa direzione e affrontare l’attuale fase di ripartenza dell’economia italiana e piemontese. Le imprese di un territorio che, come il Piemonte, si impegna a guardare avanti e a pianificare il proprio futuro, possono trovare in Garanzia Italia uno strumento utile ed efficace per vincere le sfide del presente. Inoltre, con SACE, che conferma il proprio ruolo come motore dell’export italiano, le aziende piemontesi possono estendere i confini della loro crescita futura anche all’estero”.

Giancarlo Somà, coordinatore Area Credito di Confindustria Piemonte e responsabile servizio economico Unione Industriale di Torino, ha dichiarato:

”La condivisione tra sistema di rappresentanza delle imprese e operatori finanziari sull’efficacia degli strumenti messi a disposizione dal Decreto Liquidita è sicuramente un’opportunità, dettata anche dalla novità circa il ruolo della garanzia Sace, riconosciuta attraverso tale Decreto. È evidente che dal lato impresa, l’esigenza è quella di una celerità nell’erogazione dei finanziamenti e, dopo gli iniziali necessari aggiustamenti operativi e delle procedure, nelle ultime settimane si è concretamente vista una sensibile accelerazione”.

Dopo l’appuntamento di oggi, seguiranno i webinar per il Friuli Venezia Giulia (20 luglio), il Lazio (22 luglio) e la Sicilia (28 luglio).