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Con Confartigianato Cuneo la musica e la danza entrano nelle imprese

Le musiche di Vivaldi, Handel e Zimmer hanno accompagnato, lo scorso 26 giugno, i talentuosi Virna Toppi, prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano, e il collega Gioacchino Starace, esibitisi presso i Laboratori delle Segherie Chiapella di Fossano nell’ambito della rassegna “Esperienze Artigiane sul Palco”, l’iniziativa, varata da Confartigianato Cuneo per proseguire nel solco dei Creatori di Eccellenza le attività promozionali del comparto artigiano cuneese.

Oltre a loro, con le coreografie di Damiano Artale, Gianluca Schiavoni e Fabio Liberti, hanno danzato davanti a un pubblico di oltre 250 persone anche i ballerini solisti Fiammetta Gotta, Agnese Biavati, Giorgia Bevilacqua, Asja Marabotti, Filippo Ferrari, Marco Prete, Tiziano Pilloni, Cecilia Napoli, Gaia Tracca, Francesca Raballo.

In questa edizione il progetto si arricchisce di ulteriori contenuti, andando ad aggiungere alle molteplici iniziative in programma – partecipazione a fiere ed eventi e l’ormai tradizionale “guida” edita da Nino Aragno Editore – un calendario di eventi realizzati direttamente nelle imprese, durante i quali arte e musica si coniugheranno ad un tema di stretta attualità sul nostro territorio: la sicurezza sul lavoro.

Nella filosofia del progetto, le Esperienze Artigiane salgono “sul palco” per intrattenere ed ammaliare il pubblico con le note di grandi musicisti e i passi sinuosi di famosi ballerini, fornendo inoltre l’opportunità di visitare direttamente le imprese ospitanti e di apprezzarne l’impegno nel garantire la massima sicurezza nelle fasi lavorative.
A Fossano, dopo i saluti istituzionali di Federico Borgna, all’ultima apparizione ufficiale come Sindaco di Cuneo, Dario Tallone, Sindaco di Fossano, Mauro Gola, presidente CCIAA Cuneo, Enrico Collidà, vicepresidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione CRC, Daniela Salvestrin, direttore ATL del Cuneese, Paolo Chiapella in rappresentanza della famiglia proprietaria della segheria, gli interventi di Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Cuneo e Luca Crosetto, presidente provinciale di Confartigianato Cuneo – presente all’evento con il vicepresidente provinciale Michele Quaglia e il vicepresidente nazionale Domenico Massimino – hanno dato il via allo spettacolo.
Durante le applaudite esibizioni gli artisti si sono cimentati in coinvolgenti esibizioni dall’alto livello tecnico, con performance che hanno miscelato musica classica e contemporanea, su un suggestivo palco attorniato da cataste di legno di varie essenze, materia prima lavorata, appunto, dalla Segherie Chiapella.

L’iniziativa, organizzata da Confartigianato in collaborazione con l’associazione musicale “La Croma” e “Ad eventi”, ha ottenuto il sostegno della Camera di commercio di Cuneo e della Fondazione CRC e il patrocinio di Ministero della Cultura, Provincia di Cuneo, Inail-Direzione regionale Piemonte, Ufficio Scolastico provinciale, ASL CN1 e ASL CN2, Atl del Cuneese e Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero. Media partner del progetto il quotidiano La Stampa. Direttore artistico Maestro Giacomo Loprieno.
Successivi appuntamenti. Il Grande Jazz – 19 settembre 2022 – Birrificio Baladin (Piozzo) – Paolo Fresu (Tromba) e Dino Rubino (Pianoforte). Dieci Dita – 2 ottobre 2022 – Officina delle Carpenterie Dronero (Dronero) – Danilo Rea (Pianoforte).

«Con questo progetto desideriamo aprire le porte del nostro mondo artigiano – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – e invitare il pubblico non soltanto a seguire in un contesto insolito le esibizioni di importanti star internazionali, ma a conoscere le nostre imprese al loro interno, per comprenderne direttamente le dinamiche produttive e apprezzarne quell’atmosfera di valori umani e di attenzione alle regole che da sempre contraddistingue l’artigianato del nostro territorio. L’arte fin dall’antichità è sempre stata molto vicina al modus operandi dell’artigiano; arte e artigianato sono parenti stretti, e non soltanto nella radice etimologica».




Il futuro delle gallerie d’arte torinesi

Le gallerie d’arte private, che a Torino vantano una feconda tradizione a partire dal secondo dopoguerra, guardano al futuro dopo il lungo lockdown.

Giuseppe Filippo Biasutti, delegato territoriale dell’ANGAMC (Associazione nazionale gallerie arte moderna e contemporanea) e direttore, con il padre e la sorella, della galleria Biasutti & Biasutti di Torino, risponde a qualche domanda sul “sistema arte” e sul ruolo che hanno svolto-svolgeranno le gallerie private.

1. Non molto tempo fa l’assessore regionale alla Cultura, Turismo, Commercio, Vittoria Poggio, ha definito la cultura “portatrice sana di ricchezza”, quindi bene di assoluta importanza, da tutelare. A Torino, dove l’offerta d’iniziative artistico-culturali non è mai stata carente, le gallerie d’arte (private) hanno ancora una missione culturale, come era stato in passato (penso a gallerie storiche come Notizie, La Bussola, Galatea, etc…) o predominano maggiormente logiche commerciali? La cultura, riferita al nostro ambito, equivale ad una struttura della quale fanno parte artisti, curatori, musei, fiere e gallerie. Queste ultime sono un tassello importante all’interno di un sistema in cui cultura ed economia vanno di pari passo. Quelle sopra riportate rappresentano momenti significativi dell’arte a Torino, potremmo citarne altre come Martano e Narciso ma tutte, con scelte diverse, hanno fatto conoscere gli artisti e creato interesse educativo. Basti pensare a quando, tra gli anni ’80 e il 1993 la GAM, Galleria d’Arte Moderna, era chiusa; le gallerie non volevano sostituirsi ad un importante museo, ma erano il luogo dove si respirava cultura.

2. Com’è cambiato il mercato dell’arte torinese da quando dirige la galleria sino ai giorni prima del lockdown?
Il mercato dell’arte è cambiato, così come i suoi protagonisti, non solo a Torino, ma in tutto il mondo. Più recentemente, dal mio punto di vista, anche l’affluenza in galleria si era ridotta. Penso che la causa sia da attribuire alle troppe trasformazioni che ha subito il nostro settore in un breve arco di tempo: momenti storici difficili, crisi economiche e più interpreti nello stesso ambiente.

3. Se il modello tradizionale di galleria d’arte da tempo è messo in discussione a favore di attività commerciali “nomadi” tra fiere, aste e vendite online, sino al lockdown c’era ancora chi frequentava le gallerie d’arte e andava ai vernissage?
La galleria d’arte come era concepita fino a vent’anni fa e ancor prima, forse, è una rarità. A me piace pensarla così, con una visione romantica, ma con la consapevolezza che ci sono altre situazioni da considerare. La tecnologia, l’on – line, nel nostro lavoro sono utili e in questo momento un valido aiuto, ma ci va sempre equilibrio. Non posso credere che le gallerie vengano meno ad essere il luogo di incontro di artisti, critici, collezionisti come nel recente passato. Il virtuale non può sostituire un rapporto umano. Forse ognuno di noi è un po’ prigioniero del proprio trascorso e io anche.

4. Il Presidente di ANGAMC, Mauro Stefanini, qualche tempo fa ha scritto un appello al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini. Nella lettera si legge di quanto le gallerie abbiano risentito duramente della recente situazione. Nel richiedere quindi una qualche azione a supporto di queste attività, pena la loro definitiva chiusura con tutti gli annessi e connessi in termini di perdita culturale, sociale ed economica, viene sottolineata la crisi in cui si trova l’intera filiera lavorativa del settore.

Cosa mi dice in qualità di delegato territoriale dell’ANGAMC?
La nostra associazione, unica di categoria, ha inviato una lettera al ministro Franceschini per richiedere un provvedimento indispensabile per far fronte ad una criticità straordinaria. Un sostegno per i sacrifici che dovranno fare in molti, me compreso.

5. Sempre nella lettera di Stefanini si riprendono i temi dell’Art Bonus, dell’IVA primo mercato, dell’IVA importazioni, della SIAE/diritto di seguito, ritenuti fondamentali per porre le basi per il rilancio futuro del sistema Arte. Se dovesse scegliere una di queste voci, quale pensa debba essere di imminente revisione e perché? Ognuna è importante.

6. In uno scenario ancora così incerto per la salute pubblica, anche Torino dal 19 maggio stanno gradualmente riaprendo le istituzioni museali. Quale, secondo lei, la risposta dei suoi concittadini? Difficile fare previsioni. La riapertura di musei e gallerie è necessaria e fondamentale. Bisogna ripartire creando i presupposti per tutelare la salute e la sicurezza di tutti.

7. Stessa domanda ma riferita alle gallerie: quale immagina possa essere la risposta del pubblico alla vostra riapertura? E’ un momento senza precedenti ed è inevitabile pensare a cosa si facesse prima (le inaugurazioni, la condivisione di emozioni…). Tutto ciò che era semplice poco tempo fa è difficile oggi. Dobbiamo fare tesoro delle esperienze passate, essere consapevoli che il momento attuale va vissuto cercando di arginare la tensione e stare uniti per affrontare un futuro, adesso, incerto.




“Esperienze Artigiane sul Palco”. Laura Morante si è esibita al Teatro Sociale di Alba

ProsLa voce e la presenza scenica di Laura Morante hanno reso unico il quinto appuntamento di “Esperienze Artigiane sul Palco”, svoltosi lo scorso 12 novembre presso il Teatro Sociale “Giorgio Busca” di Alba.

L’iniziativa, varata da Confartigianato Cuneo per proseguire nel solco dei Creatori di Eccellenza le attività promozionali del comparto artigiano cuneese, in questa edizione si è arricchita di ulteriori contenuti, andando ad aggiungere alle molteplici iniziative in programma – partecipazione a fiere ed eventi e l’ormai tradizionale “guida” edita da Nino Aragno Editore – un calendario di eventi realizzati direttamente nelle imprese, durante i quali arte e musica si sono coniugate ad un tema di stretta attualità sul nostro territorio: la sicurezza sul lavoro. Si sono così susseguiti gli spettacoli presso le Fonti di Acqua S.Bernardo a Garessio, Segherie Chiapella a Fossano, Birrificio artigianale Baladin a Piozzo e Dronero Carpenterie a Dronero.

Ad Alba, dopo i saluti del presidente di Zona Daniele Casetta, presente insieme ai vice Fabio Lora e Claudio Piazza, e del sindaco di Alba Carlo Bo, si sono susseguiti gli interventi di Mariano Rabino, presidente Ente Turismo Langhe Roero e Monferrato, e di Francesco Capello, vicepresidente Fondazione CRC. La chiosa di Daniela Balestra, vicepresidente territoriale vicaria, intervenuta con il vicepresidente territoriale Michele Quaglia, ha dato il via allo spettacolo nel quale la celebre artista ha declamato racconti e interludi “spalancati come finestre spazzate da venti umorali su un mondo di relazioni e affetti, attraversato da una quotidiana violenza, piccola o grande”.

Nell’evento albese, un omaggio artistico a conclusione della rassegna che ha sempre riscontrato un ottimo successo in termini di partecipazione e consensi, allo spettacolo di Laura Morante si è anche aggiunto un omaggio per celebrare il centenario della nascita di Beppe Fenoglio.
Durante la manifestazione inserita nei festeggiamenti ufficiali e che ha visto la partecipazione di Margherita Fenoglio, del presidente del Centro Studi Riccardo Corino e della direttrice Bianca Roagna, Laura Morante ha recitato alcuni brani tratti da “I ventitre giorni della città di Alba”, celebre raccolta di racconti, pubblicata nel 1952, che ha segnato l’esordio letterario del celebre scrittore albese.

Momento centrale della serata, la Cerimonia di Consegna dei Riconoscimenti della Fedeltà Associativa della Zona di Alba, il tradizionale appuntamento ideato dalla Confartigianato Cuneo per sottolineare il valore dell’imprenditoria locale sul territorio ed il senso di appartenenza all’Associazione da parte del mondo produttivo locale.

«È un appuntamento importante – ha dichiarato il presidente zonale Daniele Casetta – che ad ogni edizione sottolinea l’operosità e la capacità dei nostri artigiani. È stato anche un’occasione per richiamare l’attenzione su tematiche più che mai attuali e con le nuove generazioni lanciare uno sguardo speranzoso verso il futuro. Non dimentichiamo, infine, che questo evento ha rappresentato anche un piacevole momento di convivialità, dopo due anni di ristrettezze sociali dovute al Covid, e un gesto di riconoscimento all’impegno dei nostri artigiani associati della zona. Particolarmente significativa la nostra volontà non sono di premiare le imprese associate da 35 e 50 anni, ma anche le “start-up” nate nell’ultimo anno, a indicare un segnale di visione verso il futuro».

L’iniziativa “Esperienze Artigiane sul Palco” è organizzata da Confartigianato in collaborazione con l’associazione musicale “La Croma” e “Ad eventi” e ha ottenuto il sostegno della Camera di commercio di Cuneo, il patrocinio di Ministero della Cultura, Provincia di Cuneo, Inail-Direzione regionale Piemonte, Ufficio Scolastico provinciale, ASL CN1 e ASL CN2, Atl del Cuneese e Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero. Media partner del progetto il quotidiano La Stampa. Direttore artistico il Maestro Giacomo Loprieno.

«A conclusione della prima edizione di “Esperienze Artigiane sul Palco” – ha commentato la vicepresidente Daniela Balestra – non possiamo che essere molto soddisfatti. Innanzitutto, per la riuscita degli eventi e per gli artisti che siamo riusciti a coinvolgere, e che ringraziamo per aver condiviso con noi la sfida di esibirsi in location decisamente insolite, le nostre aziende. Come musicisti, attori e ballerini, anche i nostri imprenditori sono protagonisti di uno spettacolo unico: il “fare impresa”. Che nel nostro Paese assume una connotazione particolare e, soprattutto grazie all’artigianato, vede nel “made in Italy” un tratto distintivo. Ma c’è di più: oltre alla promozione delle eccellenze e dei prodotti, che con una visione verso un sempre più marcato “turismo esperienziale” si lega anche al nostro meraviglioso territorio. Fondamentale è infatti l’aspetto culturale, nel quale abbiamo messo “sotto i riflettori” il tema della sicurezza sul lavoro – per noi imprenditori centrale e imprescindibile. Già stiamo pensando al prossimo anno, per proseguire, nel solco del “valore artigiano” questa splendida avventura!».

«Con questo progetto abbiamo aperto le porte del nostro mondo artigiano – aggiunge Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – e invitato il pubblico non soltanto a seguire in un contesto insolito le esibizioni di importanti star internazionali, ma a conoscere le nostre imprese al loro interno, per comprenderne direttamente le dinamiche produttive e apprezzarne quell’atmosfera di valori umani e di attenzione alle regole che da sempre contraddistingue l’artigianato del nostro territorio. L’arte fin dall’antichità è sempre stata molto vicina al modus operandi dell’artigiano; arte e artigianato sono parenti stretti, e non soltanto nella radice etimologica».




San Giovanni 2020 “Al cubo”: Torino, Genova e Firenze unite in una unica piazza virtuale

Il prossimo 24 giugno i festeggiamenti di San Giovanni, a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria Covid-19, non saranno organizzati in modo tradizionale, come nelle passate edizioni, bensì come un vero e proprio palinsesto TV e digitale su scala nazionale.

Le celebrazioni dedicate al patrono, infatti, si triplicano coinvolgendo tre tra le più belle città d’Italia: Torino, Genova e Firenze.

Nel rispetto del distanziamento sociale e del divieto di assembramento, gli spettacoli saranno fruibili attraverso TV e web e grazie a una piattaforma dedicata per coprire capillarmente tutte le iniziative delle città.

San Giovanni al cubo potrà contare anche sulla media partnership con la RAI.
L’evento vedrà per la prima volta insieme, in un’unica piazza virtuale, le tre città unite dallo stesso santo protettore e rappresentate dai loro personaggi culturali, musicali e istituzionali.

I cardini di San Giovanni ‘al cubo’ saranno festa, cultura e innovazione. La regia è affidata una firma eccellente a livello nazionale, Duccio Forzano, già autore di programmi e spettacoli di assoluto valore. A lui spetterà rendere armonico il ricco programma che toccherà alcuni tra i luoghi più iconici delle tre città. A Torino la Mole Antonelliana – sede del Museo Nazionale del Cinema e luogo di riferimento della manifestazione ‘Torino Città del Cinema 2020’ – e il Lingotto; a Genova i Palazzi dei Rolli – già patrimonio UNESCO – e il teatro Carlo Felice e a Firenze il Palazzo Vecchio – Salone dei Cinquecento – e l’Abbazia di San Miniato.

“Nonostante gli ostacoli legati alle particolari contingenze, abbiamo voluto condividere gli sforzi per disegnare un modo nuovo di celebrare il Santo Patrono – dichiarano la Sindaca di Torino, Chiara Appendino e l’Assessore all’Innovazione, Marco Pironti –. Abbiamo voluto trasformare i limiti indotti da questa emergenza in opportunità per valorizzare il patrimonio culturale e artistico torinese, facendo leva sulla vocazione innovativa che caratterizza da anni la nostra città. Siamo convinti che andare oltre la fisicità dei luoghi simbolo, cambiando prospettive e modalità di partecipazione, amplierà l’identità culturale e il senso di appartenenza dei cittadini.”

“Genova negli ultimi anni si è ritrovata spesso in piazza a festeggiare eventi di diversa origine e natura – affermano Marco Bucci, Sindaco e Barbara Grosso, Assessore alla Cultura -. A San Giovanni non potremo celebrare le nostre ricorrenze in maniera tradizionale ma unirsi a Torino e Firenze con in progetto multimediale darà un nuovo valore ad una giornata importante. Sarà un modo di mostrarci pubblicamente al Paese intero grazie anche alla collaborazione con la Rai. Un momento di grande livello che ci auguriamo possa essere ripetuto già il prossimo anno con il coinvolgimento delle persone nelle piazze. Un ringraziamento sincero ai sindaci e assessori di Torino e Firenze per aver collaborato con noi a questo progetto innovativo!”

“Una bella occasione per festeggiare San Giovanni unendo le nostre tre città nel segno della ripartenza e della rinascita – dicono il Sindaco di Firenze Dario Nardella e gli assessori alla Cultura Tommaso Sacchi e al Turismo Cecilia Del Re -. Un modo per rinnovare la tradizione attraverso l’innovazione, superando gli ostacoli legati alla pandemia e le sue limitazioni sociali, ma anche per vivere eventi live di assoluto valore attraverso i nuovi canali digitali. Un viaggio tra i simboli di Firenze e le sue evoluzioni per rilanciare una stagione duramente colpita, ma che può e deve riportare tradizioni e cultura al centro della vita cittadina”.

La festa sarà un grande spettacolo che si trasformerà in un abbraccio virtuale ‘al cubo’, mettendo insieme i contenuti artistici delle tre città che si potranno seguire attraverso un unico collegamento via streaming nel rispetto delle misure di sicurezza anti Covid-19.
Il programma completo sarà presentato nei prossimi giorni in una conferenza stampa dedicata.




le “Esperienze Artigiane” dei primi ballerini dell’Opera di Parigi

I giovani e talentuosi Clara Mousseigne e Nicola di Vico, primi ballerini dell’Opera di Parigi, sono stati gli applauditi protagonisti dell’appuntamento di “Esperienze Artigiane sul Palco” svoltosi lo scorso 1° ottobre presso la falegnameria RBB Mobili di Brossasco.

L’iniziativa, varata da Confartigianato Cuneo per proseguire nel solco dei Creatori di Eccellenza le attività promozionali del comparto artigiano cuneese, in questa edizione si arricchisce di ulteriori contenuti, andando ad aggiungere alle molteplici iniziative in programma – partecipazione a fiere ed eventi e l’ormai tradizionale “guida” edita da Nino Aragno Editore – un calendario di eventi realizzati direttamente nelle imprese, durante i quali arte e musica si coniugano ad un tema di stretta attualità sul nostro territorio: la sicurezza sul lavoro.

Domenica 1° ottobre, ancora una volta, le Esperienze Artigiane sono quindi salite “sul palco” per intrattenere ed ammaliare il pubblico, fornendo inoltre l’opportunità di visitare direttamente l’impresa ospitante e di apprezzarne l’impegno nel garantire la massima sicurezza nelle fasi lavorative.

Hanno aperto lo spettacolo, introdotti da Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Cuneo, i saluti di Luca Crosetto, presidente provinciale (presente con i vicepresidenti Daniela Balestra e Michele Quaglia); Corrado Bastonero, titolare della RBB; Daniela Minetti, presidente della Zona di Saluzzo; Paolo Amorisco, Sindaco di Brossasco; Mauro Bernardi, presidente ATL Azienda Turistica Locale del Cuneese; On. Monica Ciaburro.

Nello spettacolo, svolto sotto la direzione dei coreografi Francesco Gammino, Damiano Artale, Alessia Gatta, Marius Petipa e Luis Milan, si sono anche esibiti i ballerini Vittoria Pennacchi, Paolo Giovanni Grosso, Giacomo Pio Greco, Mattia Marzi, Marek Brafa, Vanessa Guidolin, Viola Pantano, Daniele Toti.

Da “Guacamayo” a “Le carnaval de Venise”, da “6 gradi di separazione” a“Mirroring” passando per “Don Quichotte”: l’ensemble si è esibita dinanzi a oltre 250 persone su un apposito palco allestito in piena sicurezza nello stabilimento produttivo della falegnameria della Valle Varaita.

La rassegna, organizzata da Confartigianato in collaborazione con l’associazione musicale “La Croma” e “Ad eventi”, ha ottenuto il sostegno della Camera di commercio di Cuneo, della Fondazione CRC e della Fondazione CR Saluzzo e il patrocinio di Ministero della Cultura, Ministero del Turismo, Provincia di Cuneo, Inail-Direzione regionale Piemonte, Ufficio Scolastico provinciale, ASL CN1 e ASL CN2, Atl del Cuneese e Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero.

«Con questo progetto desideriamo aprire le porte del nostro mondo artigiano – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – e invitare il pubblico non soltanto a seguire in un contesto insolito le esibizioni di importanti star internazionali, ma a conoscere le nostre imprese al loro interno, per comprenderne direttamente le dinamiche produttive e apprezzarne quell’atmosfera di valori umani e di attenzione alle regole che da sempre contraddistingue l’artigianato del nostro territorio».




Il cinema vive alla Mole Antonelliana grazie ad uno spettacolo di video mapping

La Mole Antonelliana, sede del Museo Nazionale del Cinema, dal 24 giugno al 20 luglio 2020 diventa per la prima volta un cinema a cielo aperto, grazie a uno spettacolo di videomapping altamente innovativo, rivolto al grande pubblico e di livello internazionale.

 

Tutti i giorni, dalle 21:00 alle 23:30, i quattro lati della cupola della Mole si animano contemporaneamente con uno spettacolo, della durata di 20 minuti, che non ha eguali; un omaggio alla Torino cinematografica, al cinema italiano e alle grandi star internazionali di tutti i tempi, in un montaggio serrato e visionario realizzato da Donato Sansone grazie al supporto tecnico di Iren, sponsor dell’evento.

 

Entrano così nel vivo i festeggiamenti per celebrare i 20 anni del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana e di Film Commission Torino Piemonte, un doppio compleanno che ribadisce la vocazione cinematografica di Torino, culla degli albori della Settima arte, solidamente ancorata alla propria vocazione ma da sempre aperta alla sperimentazione dei nuovi linguaggi audiovisivi.

 

A partire dal giorno dedicato a San Giovanni, patrono della città, la Mole, gioiello architettonico progettato da Alessandro Antonelli, una sorta di “archistar” ante litteram, diventa una torre cinematografica, un inusuale faro luminoso, e grazie al contributo del Gruppo Iren per la prima volta si trasforma in uno schermo multimediale per proiettare immagini in movimento.

 

“È uno spettacolo studiato come momento perfetto per comunicare la ripartenza della cultura e delle idee innovative e per promuovere Torino come città del cinema – sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. È allo studio un sistema di diffusione della musica, e un’apposita campagna social e web, con fotografie e riprese con i droni, diffonderanno e promuoveranno a livello internazionale le immagini di una Torino ‘cinematografica’. Inoltre, il progetto entrerà a far parte, come “opera” audiovisiva, del patrimonio del Museo e potrà in futuro essere aggiornata e riproposta insieme ad altre opere di videomapping create da grandi registi ma anche giovani artisti”.

 

“Con questo evento la Mole Antonelliana diventa il tempio del cinema sia all’interno, con il suo spettacolare museo, che all’esterno, con il videomapping visibile da tutta la città – afferma Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. 20 anni sono un traguardo importante, che festeggiamo consapevoli che le sfide da affrontare sono ancora tante, ma forti del sistema cinema che caratterizza Torino. La coincidenza con un momento storico non facile e assolutamente non previsto ci rende ancora più determinati nel rendere questo museo sempre più partecipativo e innovativo, vicino agli oltre 10 milioni di visitatori che in questi 20 anni hanno varcato la soglia della Mole Antonelliana per lasciarsi incantare dall’affascinante mondo della Settima Arte”.

 

Il presidente di Film Commission Torino Piemonte Paolo Damilano aggiunge che “oggi è ancora più importante valorizzare la storica vocazione del cinema torinese e mostrare al contempo il ruolo chiave che questo settore ricopre per il rilancio dell’industria culturale del nostro territorio. Ci congratuliamo con il Museo Nazionale del Cinema per l’ideazione di questo spettacolo che dà il via ad una serie di progetti che ci vedranno collaborare in vista del week-end del 20 luglio, quando le rispettive 20 candeline verranno spente”.

 

Il Gruppo Iren, da sempre attento al sostegno del patrimonio artistico e culturale dei territori in cui opera, ha voluto dare il proprio contributo per celebrare questo importante traguardo del Museo del Cinema” dichiara il presidente di Iren, Renato Boero. “In questo particolare momento storico inoltre la capacità di adattarsi ed evolversi attraverso lo sviluppo di nuove ed innovative tecnologie digitali risulta un’opportunità vincente per arricchire tutte le iniziative di carattere culturale offerte dal territorio, consentendo nello stesso tempo una fruizione diffusa delle stesse ed un’ulteriore valorizzazione del patrimonio artistico collettivo”.

 

Lo spettacolo

Il videomapping è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte e si avvale della regia e del genio creativo di Donato Sansone. Sponsor dell’evento è Iren.

Le proiezioni alternano diversi elementi e vari materiali, molti dei quali appartenenti alle ricche e prestigiose collezioni del Museo Nazionale del Cinema: foto, manifesti e oggetti si avvicendano a sequenze e elementi di computer grafica, in un crescendo emozionale che coinvolge fino all’ultimo frame.

Si parte dall’omaggio al cinema torinese e italiano, per poi arrivare alle grandi star. Le fotografie animate dei volti bellissimi delle attrici e degli attori noti al grande pubblico – da Sophia Loren a Marcello Mastroianni, da Claudia Cardinale a Vittorio Gassman, da Massimo Troisi a Ornella Muti, da Ugo Tognazzi a Monica Bellucci – si incontrano con i manifesti che hanno scandito la storia del cinema italiano: la bellezza dei loro sguardi si interseca con il tributo al regista italiano più visionario, Federico Fellini, nell’anno del centenario della sua nascita.

A questi si aggiungono memorabili sequenze di film girati a Torino, da Cabiria a The Italian Job, fino alla sezione dedicata alle icone cinematografiche internazionali: da King Kong a Spiderman, dall’agente 007 a Indiana Jones, da Vito Corleone al perfido Darth Vader.

Un altro omaggio a Torino viene raccontato dagli elementi chiave che la connotano: l’acqua che riempie la Mole trasformandola in acquario è un omaggio al fiume Po, in cui nuotano personaggi ironici e legati all’immaginario infantile, le automobili che si inseguono in maniera rocambolesca attorno alla Mole e infine il volo con le sequenze più vertiginose che contraddistinguono i film d’avventura.

Non poteva mancare l’amore romantico, con i più bei baci della storia del cinema, e i momenti di festa, in omaggio al doppio compleanno, con proiezione di fuochi d’artificio.

 

Si tratta di uno spettacolo tecnologicamente avanzato, che prevede l’utilizzo di 8 videoproiettori a led posizionati sui palazzi adiacenti che proiettano simultaneamente sui 4 lati della cupola; la sincronizzazione delle immagini che partono dalle quattro postazioni avviene con dei trasmettitori wireless che dalla Mole Antonelliana diffondono il segnale via radio e, grazie alla mappatura architettonica dell’edificio – mai fatta prima –, sarà possibile assistere a inediti giochi di luci e colori.

 

La proiezione sincronizzata delle immagini video è possibile grazie all’investimento tecnico di Iren, basato sull’installazione di 8 video proiettori da 20 mila Ansi Lumen, con tecnologica 3 chip DLP con lampada allo Xenon da 3000 watt. Nello specifico, ad ogni lato della cupola della Mole sono dedicati due proiettori, in grado di lavorare in stack, ossia in contemporanea, le immagini video per permettere maggiore visibilità e nitidezza delle immagini stesse.

I proiettori sono stati posizionati a coppie sul balcone dell’Istituto Madre Cabrini delle Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, sulla sommità del palazzo della Rai, sulla sommità di Palazzo Nuovo – Università degli Studi di Torino e su un balcone di una casa privata con affaccio sulla Mole Antonelliana.

 

Sono stati installati, inoltre, 4 media player Dataton, ossia 4 server in grado di fornire multi-uscite video per permettere la riproduzione sincronizzata dei contenuti multimediali e una regia workstation posizionata all’interno della Mole. Infine, la sincronizzazione effettiva avverrà tramite l’utilizzo di 4 router LTE che, mediante una connessione a bassa latenza che permette una velocità di comunicazione superiore allo standard e un controllo in diretta dei 4 proiettori, farà comunicare tutte le macchine all’interno dello stesso network, per poter lavorare in modo sincronizzato.

 

L’iniziativa fa parte di ‘Torino Città del Cinema 2020’, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino, partner Intesa Sanpaolo, media partner Rai.




Impresa&Cultura, intervista a Dario Gallina Presidente dell’Unione Industriale e della Camera di Commercio di Torino




La candidatura di Torino a capitale europea della cultura 2033

I lavori di Torino Capitale Europea della Cultura 2033 entrano nel vivo.

L’Italia (che ospiterà la capitale della cultura insieme ai Paesi Bassi) inviterà le città a presentare le proposte nel 2027, sei anni prima dell’anno prefissato. Dopo una prima scrematura operata da una giuria di esperti indipendenti, la capitale italiana verrà ufficializzata nel 2029. Un percorso per il quale è fondamentale prepararsi.

Le Capitali europee della cultura mirano a promuovere la ricchezza e la diversità delle culture e a incoraggiare il senso di appartenenza dei cittadini a un’area comune.

Il programma e gli investimenti legati a questa candidatura possono contribuire con forza alla rigenerazione e alla crescita sostenibile della città nel lungo periodo.

A partire dal novembre 2019 la commissione V del Comune di Torino ha avviato un percorso che ha visto la partecipazione di assessori, di rappresentanti delle istituzioni culturali e di altri soggetti qualificati con l’intento di costruire un tavolo di lavoro che elabori un percorso comune.

Questa mattina durante la commissione consiliare si è parlato della possibilità di costruire una partership con TEDxTorino perché sia partner con cui ragionare sul progetto che condurrà alla candidatura.

Da quattro anni TEDxTorino è uno dei tanti protagonisti della cultura torinese capace di portare in città, direttamente dalla Silicon Valley, il modello TED e di riunire su un palco, tre o quattro volte all’anno, personalità interessanti che possano raccontare al pubblico le proprie idee.

Migliaia di persone note e meno note come la sceneggiatrice della Disney Pixar Leasly Iwerks, la campionessa Surya Bonaly, la venture capitalist LK Shelley e ancora Christian Greco, Luca Mercalli, Michela Murgia, Rita Guarino, Josefa Idem, Mauro Berruto e Massimo Temporelli hanno ascoltato, in diretta e in streaming, i talk dedicati a cultura, libri, sport, musica, tecnologia, medicina, economia circolare di ospiti arrivati da tutto il mondo.
Nel periodo di lockdown, per 5 settimane 60 ospiti divisi in 5 tavoli virtuali (ognuno formato da 12 persone) si sono incontrati, rigorosamente on line sulla piattaforma TED, per discutere del futuro della cultura a Torino e in Italia. Ogni tavolo è stato gestito da Enrico Gentina, curatore di TEDxTorino, con l’idea di considerare l’argomento affrontato da differenti punti di vista per creare una conversazione globale che proprio nella diversità sa trovare la propria ricchezza.

 

La domanda centrale – pensata insieme al Comune di Torino – è stata ‘quali conclusioni possiamo trarre dalle nostre esperienze e come applicarle al lavoro culturale che, nonostante la pandemia e le sue conseguenze, tentiamo di gestire tutti i giorni? L’idea è stata quella di considerare l’argomento “Cultura” da differenti punti di vista. Dal teatro al cinema, dai musei ai concerti, dallo sport all’entertainment, la cultura nella sua accezione più ampia si è seduta ai tavoli di TEDxTorino per dialogare e ascoltare altri punti di vista. I partecipanti sono stati invitati a contribuire su temi non strettamente legati ai loro ambiti d’azione quotidiani, allo scopo di far emergere processi, dinamiche e prassi da poter estendere successivamente in modo trasversale e modulare in altri contesti. Un contesto informale dove poter condividere serenamente il proprio punto di vista così da permettere agli altri di aggiungere valore in libertà.

Sintesi per macroambiti delle posizioni emerse durante gli incontri:

Spazio pubblico
Il pensiero emerso dagli incontri è stato quello di non ridurre la cultura ai luoghi ‘preposti’, ma di utilizzare tutti i luoghi pubblici come luoghi vuoti, di tutti. Lo spazio pubblico non è solo un contenitore di emozioni, ma le fa risuonare, incoraggiando nuovi modi di pensare e di agire. Lo spazio pubblico deve svolgere il ruolo di orientare e di incoraggiare incontri attraverso le attività culturali. Deve essere percepito come una tela bianca, di proprietà della collettività dove si incrociano diverse professionalità e, questo messaggio, è possibile solo attraverso una visione innovativa da parte del settore pubblico. Al momento tanti chiedono spazio ma pochi lo ottengono e questo meccanismo deve necessariamente invertirsi perché si generi una riappropriazione degli spazi pubblici. Il settore pubblico non ha il compito solo di avere una visione inclusiva e innovativa della gestione degli spazi, ma deve presidiarli in prima persona: un presidio democratico ed educativo. Lo spazio pubblico ha il ruolo di catalizzare le iniziative culturali dal basso e di far recuperare il senso civico alle persone e la consapevolezza di essere agenti del cambiamento. Dall’appartenenza a un luogo e alle attività che lì si svolgono, nasce l’appartenenza a un movimento culturale e a una comunità.

Accessibilità
Si è discusso delle molte declinazioni dell’accessibilità per sottolineare che, per quanto l’accessibilità al digitale non sia scontata, il dibattito culturale di questi mesi non può fermarsi lì. Il diritto di tutti di vivere la cultura dal vivo, nell’ambito della democrazia, è un aspetto imprescindibile per approcciarsi alla discussione. Mentre la cross-medialità è sicuramente una soluzione in un momento di emergenza, non può essere l’unica. È certamente vero che il digitale ha reso più semplice la fruizione della cultura a persone con alcune disabilità, ma non si deve dare per scontato che sia (per loro o per altri)un’esperienza completa o la più completa cui si possa ambire. L’accessibilità alla cultura ha due lati, uno dei quali è la produzione di contenuti culturali. Per favorirla e tutelare il tessuto culturale in questo ambito avrebbe senso riformare le modalità di accesso ai fondi pubblici e cambiare le regole del rapporto tra privati e cultura, anche fiscalmente.

Inoltre, senza nulla togliere al valore dei grandi eventi, si è frammentata ulteriormente in universi che non dialogano, anziché in un’unione di piccole iniziative ben targettizzate pensate all’interno di una visione complessiva da chi si occupa delle politiche culturali del territorio. La progettazione dal basso si sviluppa quando viene creato un clima adatto a farla germogliare.

Inclusione
Se l’emergenza esige intervento, il futuro chiede progettazione. Questo è il tempo dell’ascolto, della visione a medio-lungo termine che considera l’inclusione come un’espressione della democrazia. Una visione incoraggiata da istituzioni, operatori, industria e accademia per valorizzare il desiderio di attivismo delle persone. Ancora una volta è importante sottolineare che la co-progettazione dal basso nasce quando c’è terreno fertile e questo è un effetto di una politica culturale sul territorio che non si limita a costruire rampe per disabili a lato delle scale nelle nuove costruzioni, ma che progetta universalmente, includendo persone disabili nell’ideazione. La cultura è accrescimento del patrimonio cognitivo di ogni individuo. Non deve essere calata dall’alto, ma nascere dalla partecipazione e dalla comunità. Ciò che dall’alto dipende è l’ecosistema ideale per permettere la cultura: scambi, incontri e luoghi condivisi che facilitino il processo collettivo. Le iniziative culturali devono acquisire degli indici di valutazione nuovi, diversi dalla quantità di pubblico e devono essere concentrate meno sull’informazione e più sull’approfondimento.

Innovazione
Troppo spesso questo termine è stato sinonimo di “governo della tecnica” mentre, in realtà, l’innovazione dovrebbe parlare il linguaggio della cooperazione. Innovazione è coinvolgimento non solo dei fruitori nella progettazione, ma di tutte le persone che, anche trasversalmente, vivono l’esperienza culturale. Innovazione è ascoltare e stimolare, senza canalizzare: è saper catalizzare le creatività altrui e incoraggiarle, altrimenti non può essere “buona” innovazione. Innovazione è inclusione perché dagli incontri nascono nuove idee. Non è dire “abbiamo un’idea”, ma “creiamo insieme l’idea che vogliamo”. Incoraggiare questo tipo di cooperazione nel concreto potrebbe voler dire non garantire finanziamenti al singolo progetto ma a ecosistemi che si uniscono per un obiettivo comune.




Nasce a Torino una nuova galleria a cielo aperto sotto i portici della città

Si è inaugurato, in via Po, nel tratto da via Rossini a via Sant’Ottavio, “Spazio Portici – Percorsi Creativi”, un progetto di Città di Torino, Fondazione Contrada Torino Onlus e Torino Creativa, realizzato con il sostegno di Iren e Lavazza.
L’obiettivo è avviare degli spazi di espressione artistica sotto i portici della città di Torino valorizzando la creatività giovanile.

Lungo i 12 chilometri di portici, partendo da via Po, si svilupperanno nel tempo installazioni, esposizioni, mostre temporanee e happening artistici al fine di creare un percorso visivo itinerante che contribuirà a dare nuova vita alle arcate.
Spazio Portici – Percorsi Creativi oltre a essere una nuova dimensione di espressione artistica é anche una proiezione del futuro dell’arte, integrata con gli spazi urbani in modo non convenzionale.

La galleria a cielo aperto è voluta fortemente dall’assessorato ai Diritti, Giovani e Creatività della Città di Torino. L’assessore Marco Alessandro Giusta infatti dichiara:

“Una città che vuole crescere collabora e mette insieme in modo sinergico l’amministrazione pubblica, soggetti privati, giovani professionisti, commercianti, fondazioni e altri stakeholders del territorio, creando nuove reti sociali, connessioni tra centro e periferia,  immaginando ambiti di sviluppo.

Spazio Portici nasce da questa visione d’insieme e porta con sé un valore più ampio. Non è una semplice galleria ma un progetto di trasformazione urbana che valorizza la professione creativa e che mette al centro i giovani e le giovani, la loro visione del mondo, i temi ambientali e sociali che affrontano. I portici sono, oggi come nel passato, teatro di scritte, messaggi politici, amorosi, che rappresentano forme di espressività, manifestazione di conflitti e di protesta. Sono convinto dell’importanza di uscire dalla retorica del decoro e affrontare il tema dello spontaneismo valorizzandone la componente artistica e dandole la possibilità di avere spazi di  espressione riconosciuti, anche a vantaggio del commercio e del turismo.

L’arte è frattura, è visione, è libertà. Ce lo ha dimostrato Saype la scorsa settimana con la sua opera. Così come Toward 2030, Beyond Walls, Campus Diffuso, ToNite, Casa Bottega, progetti realizzati in partenariato pubblico privato, Spazio Portici è un tassello importante che riconosce la creatività giovanile e le politiche destinate ai giovani come elementi imprescindibili di sviluppo, costruendo percorsi di crescita e di scambio con il resto del mondo, creando occasioni di incontro tra i soggetti della cultura e dell’arte torinese e i giovani professionisti, offrendo alla cittadinanza la capacità di (ri)lettura del quotidiano che l’arte e lo spettacolo nello spazio pubblico rappresentano e, ultimo, ma non ultimo, riconoscendo le professionalità e il lavoro delle e degli artisti a servizio della valorizzazione della città, delle comunità che la abitano e del turismo. Circa un anno fa, su richiesta della Sindaca, la Fondazione Contrada Torino, insieme all’associazione Commercianti di via Po, ha ideato e progettato un piano straordinario in tre fasi per il recupero dei portici.

Straordinario in quanto la pulizia e il mantenimento dei portici sono normalmente a carico dei proprietari degli stabili. La spinta propulsiva, caratterizzata dal recupero della bellezza dei portici e nell’allestimento di questa galleria a cielo aperto, è stata sostenuta da Iren e Lavazza, e vuole diventare un modello da applicare anche agli altri portici torinesi, a iniziare da via Nizza, via Sacchi e via Cernaia già coinvolte nel processo. Sono quindi felice di inaugurare oggi una nuova galleria pubblica cittadina, Spazio Portici, dove il contemporaneo, l’arte e la creatività giovanile trovano la loro collocazione all’interno di uno spazio di bellezza storica.”

Il progetto è organizzato e gestito da Fondazione Contrada Torino, già impegnata da molti anni nella valorizzazione dei portici della città e che ha da poco coordinato la pulizia di via Po, via Nizza, via Sacchi e via Cernaia.

“Parte oggi una nuova ed entusiasmante sfida per valorizzare i portici di Torino. Portare l’arte sotto i 12 chilometri di arcate che costituiscono uno dei patrimoni culturali più rilevanti della città – Dichiara Germano Tagliasacchi, Direttore della Fondazione Contrada Torino Onlus – . Nella logica prosecuzione delle varie attività condotte in dieci anni dalla Fondazione Contrada Torino sul tema della conservazione dei beni culturali e dell’arte pubblica si materializza, con ‘Spazio Portici – percorsi creativi’, una proficua congiunzione di intenti.

Promuovere un uso insolito di questa galleria urbana, unica in Italia, grazie alla creatività di giovani talenti e con essa sostenere , in un momento così delicato, lo spazio pubblico e le sue funzioni principali: la socialità, l’inclusione, la trasmissione di saperi, il miglioramento della percezione della qualità urbana. Inizia un itinerario che porterà nel tempo,  nei diversi contesti porticati, suggestioni artistiche che dovranno aumentare l’attrattività dei singoli percorsi a vantaggio dell’intero sistema.

Il prologo è particolarmente interessante in quanto la comunità degli urban artists si presenta alla collettività con una modalità differente rispetto alle loro performance nello spazio pubblico. Interventi che hanno contribuito a rendere Torino una delle capitali europee della street art. Questa caratteristica pone in evidenza il loro impegno a sostenere concetti e attitudini a pieno diritto ricomprese nelle migliori espressioni delle arti visive contemporanee e, non ultimo, a marcare la evidente differenza corrente tra spontaneismo e professionalità.”

Torino da più decenni è interessata allo sviluppo della cultura del graffiti-writing e alla sua evoluzione che segue varie declinazioni. Ne sono esempio le numerose opere, sparse sui muri della città, di artisti nazionali e internazionali. È proprio per questo che Spazio Portici – Percorsi Creativi inaugurerà con la dirompente creatività degli urban artists, torinesi e italiani, coordinati dalla curatela di Roberto Mastroianni, Critico d’arte e Curatore, in collaborazione con le associazioni culturali torinesi “Il Cerchio e le Gocce” e “Monkeys Evolution” che si sono occupate della selezione degli artisti.

“Nel ventennale del progetto ‘MurArte’ e nel decennale di ‘PicTurin- Mural Art Festival’, che hanno permesso a Torino di diventare – prima tra le città italiane ed europee – un laboratorio di istituzionalizzazione del Graffiti-Writing e una delle capitali europee della Street Art e della Urban Art, si dà vita alla prima galleria a cielo aperto di arte e creatività urbana: ‘Spazio Portici – Percorsi Creativi’.

All’interno di un contesto architettonico e culturale tra i più rilevanti del tessuto metropolitano,  trova collocazione una sequenza di banner, sui quali una restituzione fotografica di opere di Street Artist e muralisti torinesi e italiani viene esposta in una mostra temporanea dal carattere museale – Spiega Roberto Mastroianni, Critico d’arte e Curatore del percorso espositivo – .Torino è attraversata da una galleria a cielo aperto di ‘pezzi’ che rappresentano la Graffiti-Street-Urban Art nella sua evoluzione da fenomeno contro-culturale a espressione globalizzata dell’arte contemporanea.

Se le molte opere site specific sparse per la città, prodotte da quelli che una volta erano i ‘terribili kids’ del graffitismo e che oggi sono artisti o designer di rilevanza internazionale, rappresentano un’esposizione che ha preso forma attraverso processi di istituzionalizzazione (‘MurArte’), festival internazionali (‘PicTurin’) o progetti di comunicazione sociale realizzati in sinergia tra enti pubblici o privati (ex. ‘Toward2030. What are you doing?’), ‘Spazio Portici – Percorsi creativi’ rappresenta invece il luogo i cui linguaggi nascono nella strada, incarnando creatività giovanile e metropolitana, per diventare autonome opere d’arte. Questa mostra temporanea mette infatti in scena una selezione di lavori, realizzati dalle tre crew storiche (Truly-Urban Artist, Monkeys Evolution e Il cerchio e le gocce) e da alcuni loro compagni di strada che operano in altri contesti urbani.

Nello stesso tempo dialoga con altre due Temporary Exhibition (‘TOward2030’ e ‘Beyond Walls’) ospitate negli spazi dei Musei Reali Torino e con l’opera site specific di Land-Street Art di Saype nei giardini della Porta Palatina. Stili, linguaggi, forme e colori delle immagini collocate sulla parte superiore delle arcate rapiscono lo sguardo, costringendo il passante a soffermarsi su una parte di questo immaginario urbano, ormai diventato estetica diffusa, spingendolo a rintracciare nella continuità e nella ricorrenza di stilemi e codici un’aria di famiglia caratteristica di ‘una scuola torinese’ dell’Urban Art nata nella strada, nutrita dalla contro-cultura e oggi diventata parte integrante del nostro immaginario globale.”

Il progetto, a partire da via Po, avvia un percorso che, grazie ai prossimi contributi delle arti visive e performative, animerà progressivamente i portici di via Nizza, via Sacchi per estendersi a tutti i 12 km di portici della città di Torino.

Gli artisti che per primi vedranno le loro opere allestite in questa nuova galleria a cielo aperto sono: 108, Abel, Andrea Casciu, Aris, Bans, Br1, Camilla Falsini, Corn79, CT, Diego Federico, Droufla, Encs, Fabio Petani, Geometric Bang, Giorgio Bartocci, Howlers, Kiki Skipi, Livio Ninni, Luca Font, Mach505, Mauro149, Moneyless, Mr Fijodor, Nice and the fox, Ninja1, Rems182, Sea Creative, Shekoo, Supe, Truly design Crew, Vesod, Viola Gesmundo, Wasp, Wat, Wens, Wubik.

Dagli urban artists in poi le arcate non rimarranno vuote. Le opere diventeranno itineranti e al loro posto verranno presentati altri percorsi creativi: artisti dell’Accademia Albertina, designers e grafici come i protagonisti di Graphic Days o delle settimane del Design.




Un passaporto per “essere umani”. Otto parole d’ordine per promuovere la cultura dell’empatia e dell’inclusione tra i giovani

Un ‘lasciapassare’ per promuovere una cultura all’insegna dell’inclusione, della mediazione e della gentilezza tra le giovani generazioni, per far sì ché fin dalla più tenera età imparino a ispirare le proprie azioni ai principi di rispetto, empatia e ascolto”.

Con queste parole la garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza Ylenia Serra definisce il “Passaporto Essere Umani”, in distribuzione negli Istituti scolastici piemontesi e nelle sedi degli Urp regionali dislocate nelle otto province del Piemonte.

Realizzato dall’Ente EssereUmani, il Passaporto propone e illustra otto “ingredienti magici” che – se usati con intelligenza e consapevolezza – sono in grado di costruire ponti e abbattere i muri che dividono le persone. I loro nomi sono: empatia, mediazione, lentezza, bellezza, perdono, rispetto, resilienza e ascolto. I testimoni dei loro incredibili poteri spaziano da Papa Francesco a Nelson Mandela, da Peppino Impastato a Pablo Picasso, da William Shakespeare a Michael Jordan…

“Un sussidio – sottolinea il presidente dell’Ente Juri Nervo – che nasce dall’esigenza di gettare i semi per una società più aperta all’incontro e al dialogo a partire dalle giovani generazioni, che sono soprattutto il nostro presente oltre che le sentinelle del futuro e può contribuire a un ideale percorso di educazione civica”.