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Fondo di garanzia, estensione automatica garanzia per finanziamenti oggetto di moratoria

Il Fondo di garanzia per le PMI estende la garanzia già concessa sui finanziamenti in essere al 31 gennaio 2020 che rientrano nell’applicazione dell’Addendum all’Accordo per il Credito 2019 sottoscritto, in data 6 marzo 2020, dall’ABI e dalle Associazioni imprenditoriali in considerazione dell’emergenza COVID-19.

Per i finanziamenti per i quali sia comunicata dalle banche o dai confidi la variazione in aumento del piano di rientro del debito, connessa alla sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti a medio e lungo termine o all’allungamento della durata ai sensi di quanto previsto dall’Accordo per il Credito, sarà, pertanto, confermata d’ufficio la garanzia del Fondo senza una nuova valutazione del merito di credito delle PMI e dei professionisti beneficiari.

La medesima procedura sarà applicata anche ai finanziamenti cui siano riconosciute condizioni di maggior favore per le imprese rispetto a quelle previste nell’Accordo per il credito, ovvero per i quali la sospensione o l’allungamento della durata sia accordata da soggetti non firmatari del predetto Accordo.




Nasce ALPIFIDI: approvata la fusione tra Confartigianato Fidi Cuneo S.C. e Valfidi S.C di Aosta

Il 5 ed il 6 ottobre sono state due date fondamentali per il futuro della Confartigianato Fidi Cuneo, le Assemblee dei Soci di Valfidi S.C di Aosta e della Cooperativa di Cuneo hanno infatti approvato, all’unanimità, la fusione tra i due Confidi, che porterà alla creazione di un Confidi che opererà nel territorio del Nord Ovest d’Italia, dalla Valle d’Aosta alla Liguria.

La denominazione scelta per la nuova realtà è ALPIFIDI, un nome che simbolicamente unisce i territori su cui operano i due Confidi che si sono uniti, dal Monte Bianco al Mar Ligure; il nuovo Confidi sarà sottoposto alla vigilanza diretta della Banca d’Italia e quindi un vero e proprio Ente finanziario, in grado di mettere in campo a favore dei propri soci, oltre alla garanzia, anche strumenti diversi e innovativi, una consulenza finanziaria in senso lato e l’erogazione diretta di credito.

Il Presidente di Confartigianato Fidi Cuneo, Roberto Ganzinelli, nel suo discorso introduttivo all’Assemblea di Cuneo del 6 Ottobre, ha ripercorso le tappe del progetto, ricordato gli studi e le discussioni che hanno portato a scegliere questa soluzione, nell’intento di far progredire la Cooperativa di Cuneo, di investire per produrre lavoro e ricchezza, di onorare le intenzione dei fondatori, gli 80 artigiani lungimiranti che nel 1969 hanno fondato la Confartigianato Fidi Cuneo.

Ganzinelli ha evidenziato come i dodici consiglieri che compongono il Consiglio di Amministrazione si sono impegnati nel diffondere il messaggio e nel recepire le istanze delle imprese associate, promuovendo momenti di confronto in cui sono stati valutati vantaggi, svantaggi e le alternative esistenti.

Il Presidente ha dato risalto al fatto che le quote sociali detenute dai soci di Cuneo avranno la stessa valenza di quelli di Aosta, essendo la fusione strutturata sul valore nominale.
Il Segretario verbalizzante, il Notaio Vincenzo Pitino di Carrù, ha poi illustrato le modalità previste per lo svolgimento delle prossime Assemblee, che si terranno in modalità separata, una per il territorio cuneese, Piemonte Sud e Liguria e una per la Valle d’Aosta ed il Piemonte Nord, in modo da assicurare la massima rappresentatività dei territori.

Nel corso dell’evento è stato anche riferito che la Banca d’Italia, il severo organo di controllo con cui il nuovo Confidi dovrà confrontarsi nei prossimi anni, ha già formalmente approvato il progetto, fornendo suggerimenti concreti per migliorarlo e renderlo pienamente conforme alle stringenti normative cui sono sottoposti gli Enti finanziari.

Al termine dell’Assemblea di Cuneo è intervenuto il Presidente di Valfidi, Laurent Vicquéry, che ha espresso la sua personale soddisfazione, e degli amministratori e dei soci del Confidi di Aosta, per il risultato raggiunto, che va a creare una stretta sinergia tra due strutture sane e organizzate, pur mantenendo le necessarie autonomie sui rispettivi territori, a livello di governance e di rappresentatività; un nuovo Confidi che, fatto non secondario, permette di mantenere inalterati i livelli occupazionali nelle attuali sedi, a Cuneo ed Aosta, grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche.

Il Presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, Luca Crosetto, ha evidenziato che il progetto chiude un ciclo glorioso del Confidi di Cuneo, ha fatto i complimenti ai Consiglieri di Amministrazione per il risultato raggiunto ed ha formulato i suoi migliori auguri, auspicando che con il nuovo Confidi prosegua la storica collaborazione con l’Associazione.




Accordo tra Regione Piemonte e banca Sella per anticipo cassa integrazione ai lavoratori

Regione Piemonte, Banca Sella e Cgil, Cisl e Uil hanno siglato oggi nella sede di Banca Sella di piazza Gaudenzio Sella 1 a Biella, l’accordo per l’anticipo delle indennità di cassa integrazione straordinaria ai lavoratori delle aziende piemontesi in difficoltà residenti nella regione. Il provvedimento è già attivo e sarà valido fino al 31 dicembre 2020 e non comporterà alcun costo per i lavoratori che ne beneficeranno.

L’Istituto di credito biellese è il secondo ad aderire all’iniziativa lanciata dalla Regione Piemonte, dopo l’accordo siglato nei mesi scorsi con Intesa Sanpaolo.

Tutti i dipendenti di imprese per le quali è stata richiesta la concessione del trattamento per ristrutturazione, riorganizzazione, crisi aziendale, cessazione di attività produttiva, contratto di solidarietà, anche nei periodi di fruizione del Fondo di integrazione salariale, potranno richiedere l’anticipo della cassa integrazione in tutte le filiali piemontesi di Banca Sella.

L’accordo garantisce ai lavoratori una copertura economica nel corso dei sette mesi che l’Inps potrebbe impiegare per corrispondere le indennità di cassa integrazione, nei casi in cui l’impresa non sia in grado di provvedere direttamente. Banca Sella, infatti, provvederà all’anticipo della retribuzione netta mensile fino a 874 euro, per un periodo massimo di sette mesi e con un tetto massimo di 6.500 euro, senza alcun interesse o spesa aggiuntiva.

La Regione Piemonte, che ha promosso e coordina l’iniziativa, si farà carico del pagamento degli interessi correlati all’apertura del conto corrente sul quale sarà versato l’anticipo della cassa integrazione. Cgil, Cisl e Uil supporteranno i richiedenti offrendo loro assistenza per la richiesta dell’anticipo.

L’anticipo della cassa integrazione ai lavoratori in difficoltà è stata la prima misura messa in campo dalla nostra giunta, appena insediati – sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio -. Sono felice che anche una realtà importante come Banca Sella abbia deciso di aderire, perché è un modo concreto per aiutarci a sostenere tante famiglie in un momento difficile”.

Spiega l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino: “Il protocollo di intesa per l’anticipo della Cassa integrazione per i lavoratori piemontesi, siglato oggi a Biella con l’Ad di Banca Sella, Claudio Musiari e i con i rappresentanti delle parti sociali, rappresenta un momento molto importante, in quanto interessa potenzialmente 20mila lavoratori che, a causa della cronica dilatazione dei tempi dovuta alla lavorazione delle pratiche – che spesso arriva anche a 6 o 7 mesi – avranno la possibilità, a costo zero, di poter accedere immediatamente all’ammortizzatore sociale, fondamentale per la loro sopravvivenza quotidiana e soprattutto per salvaguardare la loro dignità di persone e di lavoratori. Un aiuto concreto, quindi, per chi si trova a dover subire questo grave disagio e che non può permettersi di arrivare alla fine del mese senza percepire alcun reddito: oggi queste persone possono tirare un sospiro di sollievo”.

La Regione – prosegue Chiorino – è e sarà sempre a sostegno dei lavoratori, promuovendo politiche attive e proattive, al contrario di chi, come i governi che si sono succeduti in questi mesi, si limita a rifugiarsi in mere misure di stampo assistenzialistico come il reddito di cittadinanza: provvedimenti sterili, che non creano occupazione, ma che, paradossalmente, la disincentivano. Al contrario, noi vogliamo puntare con determinazione su politiche attive in grado di favorire davvero la nascita di nuovi posti di lavoro, anche nell’ottica del sostegno alla famiglia e alla natalità, aspetti fondamentali per favorire la competitività. Noi ce la stiamo mettendo tutta e ringraziamo chi, come Banca Sella e Intesa Sanpaolo hanno compreso i nostri obiettivi dimostrando, con i fatti, una condivisione degli stessi concreta e tangibile e augurandoci che altri Istituti di credito dimostrino, in futuro, la stessa sensibilità e visione”.




Stanziamento di 55 milioni per il personale sanitario

Il presidente Alberto Cirio ha rivelato durante la videoconferenza che il primo articolo del disegno di legge conterrà “uno stanziamento di 55 milioni per il personale sanitario.

Un indennizzo straordinario per chi in queste settimane ha combattuto in prima linea il Coronavirus. Lo Stato ha messo 18 milioni, noi li portiamo a 55 usando fondi europei. Non credo che siano sufficienti per ringraziarli, ma è un segnale che volevamo dare. Giovedì avremo un incontro con i sindacati di categoria per stabilire le modalità attuative”.




CNVV: “Imprese e accesso al credito: il nuovo paradigma ESG”

Mercoledì 22 novembre 2023, alle 16, nell’auditorium “Gaudenzio Cattaneo” dell’Università del Piemonte Orientale, in Via Perrone 18 a Novara, Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), in collaborazione con Banco BPM, H&D Esg, Studio Notarile Auteri e M Investigation, organizza il convegno “Imprese e accesso al credito: il nuovo paradigma ESG”. Nel corso dei lavori, che saranno introdotti dai saluti del rettore, Giancarlo Avanzi, del presidente di Cnvv, Gianni Filippa, e del presidente della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, Fabio Ravanelli, verrà fatto il punto sulla crescente rilevanza dell’impegno per la sostenibilità all’interno dei parametri di definizione del merito di credito per le aziende, in particolare per le Pmi che devono fare fronte alle richieste sempre più vincolanti da parte dei grandi clienti e delle filiere di appartenenza.
L’acronimo ESG (Environment, Social, Governance) individua gli indicatori di natura non finanziaria che misurano l’impatto ambientale (E), il rispetto dei valori sociali (S) e gli aspetti di buona gestione (G) di una organizzazione, che rappresentano una percentuale crescente di quello che viene considerato, anche dai mercati finanziari, il “valore aziendale” futuro. I fattori Esg sono un elemento di analisi sempre più importante per la valutazione del merito creditizio e costituiscono elementi di rating sempre più precisi per le imprese, anche per effetto delle nuove direttive europee Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive) e Csdd (Corporate Sustainability Due Diligence Directive).
La prima parte del convegno sarà caratterizzata dagli interventi di Davide Maggi (Università del Piemonte Orientale), sul tema “ESG e transizione sostenibile: una sfida per le imprese”, di Massimo Pasquali (responsabile Aziende Banco BPM), sul tema “Politiche creditizie interne, richieste BCE, prodotti finanziari Green, rating ESG, KPI di performance”, e di Massimo Nissoli e Rubens Bernascone, rispettivamente Amministratore unico e Sustainability Strategist di H&D ESG, che spiegheranno “Come definire un percorso di sostenibilità concreto e misurabile per rispondere alle nuove richieste in ambito ESG da parte di clienti e mondo finanziario”.
La seconda parte dei lavori, coordinata da Fabio Auteri (Studio Notarile Auteri), sarà dedicata alle testimonianze dirette di alcune Pmi del territorio, che presenteranno i loro “business case”: per il settore moda Silvia Vaona, amministratore delegato di Sylvie srl, relazionerà sul tema “Misurare e dimostrare il proprio impegno nella riduzione delle emissioni di CO2”; per il settore alimenti e bevande Roberto Francoli, amministratore delegato di Distillerie Fratelli Francoli Spa, parlerà di “Sostenibilità: un percorso iniziato 35 anni fa”; per il settore stampaggio materie plastiche Giorgio Baldini, Ceo di Setvis Fisat srl, illustrerà “Sostenibilità finanziaria ed economia circolare come leve di competitività di mercato”; per il settore rubinetteria e valvolame Filippo Medana e Leonardo Visca (Medana e Visca srl), spiegheranno “Cosa vuol dire essere un “fornitore premium” di un grande gruppo e quali sono le richieste in ambito ESG”.
La partecipazione all’incontro è libera, ma è necessario iscriversi inviando una mail con i propri recapiti a esg@cnvv.it



Le imprese che delocalizzano dovranno restituire i contributi regionali

Le imprese beneficiarie di contributi regionali avranno l’obbligo di restituirli in caso di delocalizzazione fuori dal Piemonte o di mancata applicazione delle norme sulla sicurezza sul luogo di lavoro e di legislazione ambientale. È questo l’obiettivo principale della legge anti delocalizzazione, a prima firma Francesca Frediani (M5s), illustrata oggi in Terza Commissione, presieduta da Claudio Leone.

La Pdl era stata presentata nella passata legislatura: la commissione aveva concordato sull’opportunità di non ripetere le consultazioni già effettuate.

“Si tratta di uno strumento utile per arginare, almeno in parte, casi fin troppo frequenti in Italia e nella nostra regione dove aziende in piena salute, dopo aver beneficiato di contributi pubblici, spostano la produzione in paesi in cui il costo del lavoro è più basso” ha sottolineato Frediani.

Il testo prevede anche l’istituzione dell’Osservatorio per il controllo sulle delocalizzazioni produttive con il compito di acquisire e di monitorare i dati e le informazioni relativi al fenomeno delle delocalizzazioni, nonché di avanzare proposte che neutralizzino le incidenze negative del fenomeno.

Si prevede inoltre la stipula di “Contratti di insediamento” tra le imprese e la Regione Piemonte attraverso i quali si impegnano le imprese al mantenimento dell’attività per almeno sette anni dall’erogazione del contributo regionale.

Dopo l’illustrazione, sono intervenuti per chiarimenti i consiglieri Mauro Fava e Angelo Dago (entrambi della Lega), Raffaele Gallo (Pd) e Sean Sacco (M5s).

 




CCIAA Novara: risorse per oltre due milioni alle imprese novaresi

Ammontano a 2,3 milioni di euro le risorse messe a disposizione dalla Camera di Commercio di Novara per supportare l’economia del territorio nel 2020, di cui 1,5 milioni sono stati stanziati appositamente come sostegno alle imprese nella difficile ripartenza dopo il ​lockdown​.

«​La chiusura positiva del bilancio 2019 ha spinto il Consiglio camerale a voler rafforzare gli interventi a favore delle imprese, già previsti per l’anno corrente nella misura di oltre 750mila euro, andando sostanzialmente a triplicarli»​ spiega ​Maurizio Comoli​, presidente dell’Ente Camerale.

«​La priorità per gli imprenditori è poter contare su aiuti immediati, ma con una visione d’insieme: la Camera di Commercio ha messo in campo tutte le risorse a sua disposizione, che verranno erogate sotto forma di servizi e contributi, puntando in particolare su aspetti strategici quali export e digitale​».

La parte più corposa dello stanziamento sarà infatti destinata ad uno specifico bando di contributo, in via di ultimazione, che verrà pubblicato nel mese di giugno. Sono inoltre previste collaborazioni per iniziative di livello regionale e locale, come ad esempio il supporto alla campagna promozionale “Ripartiamo insieme”, già avviata con le associazioni di categoria FIMAA e FIAIP in favore del sistema immobiliare locale.

Per quanto riguarda il bilancio consuntivo 2019 dell’Ente, si è chiuso con un avanzo di parte corrente di poco meno di 80mila euro, che salgono a 495mila considerando anche la gestione straordinaria. A fronte di poco meno di 4,5 milioni di proventi netti, derivanti in massima parte dal diritto annuale camerale (62%) e dai diritti di segreteria (31%), la Camera di Commercio ne ha destinati circa 825mila, poco meno di un quinto del totale, a interventi per lo sviluppo del sistema imprenditoriale locale.

Gli interventi 2019 sono stati finalizzati prevalentemente all’accrescimento della competitività e allo sviluppo delle imprese e del territorio (453mila euro), all’internazionalizzazione (198mila euro), attraverso l’attività dell’Azienda speciale E.V.A.E.T., nonché all’orientamento al lavoro e all’imprenditorialità, che ha assorbito 159mila euro, consentendo di avviare importanti iniziative di innovazione della didattica, sul fronte della cultura imprenditoriale e su quello della robotica. Circa 14mila euro sono stati poi destinati alla regolazione del mercato, volta a garantire la sicurezza dei prodotti e a promuovere le soluzioni extragiudiziarie di risoluzione delle controversie (arbitrato e mediazione).

Nell’ambito delle risorse sopra indicate, 280mila euro sono inoltre ritornati alle imprese del territorio sotto forma di contributi, finalizzati essenzialmente alla digitalizzazione e all’accoglienza di studenti delle scuole secondarie di secondo grado in percorsi di alternanza scuola lavoro.




900 milioni di euro per sostenere il Piemonte e farlo ripartire

Dopo la riunione in teleconferenza con i capigruppo in Regione svoltasi, giovedì 12 marzo – dichiara il presidente del Gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – sono orgoglioso di potervi informare degli interventi economici che abbiamo già messo in atto per il Piemonte:

  • 1 miliardo come annunciato dal Presidente Cirio per l’emergenza Corona virus;
  • 200 milioni per anticipare i tempi di erogazione dei contributi e dei finanziamenti dovuti agli Enti e alle Associazioni;
  • 110 milioni per la sospensione del pagamento delle rate dei mutui che 1000 aziende piemontesi hanno in corso con Finpiemonte;
  • 54 milioni, disponibili da venerdì 13 marzo, quando si potrà ricorrere al Fondo di garanzia per aiutare le piccole e medie imprese in difficoltà a pagare gli interessi che hanno nei confronti delle banche e ad accedere a nuove forme di credito che potranno servire, per esempio, a pagare gli stipendi dei dipendenti.
  • 550 milioni di fondi invece previsti nel Piano della Competitività predisposto dalla Giunta.

Sommando tutto questo superiamo i 900 milioni di euro a disposizione del Piemonte per sostenerlo e farlo ripartire.

Il Gruppo della Lega in Regione lavora instancabilmente per cercare nuove soluzioni. Vogliamo assolutamente ridurre l’impatto economico dell’#emergenzacoronavirus sulle attività lavorative, altri provvedimenti sono allo studio a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle grandi e piccole imprese”.

Così in una nota il Presidente del Gruppo Lega Salvini Piemonte, Alberto Preioni.




Recovery Fund: “Forse Roma lo gestirà in modo centralizzato”

Circa le richieste piemontesi sul Recovery Fund, l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano ha spiegato che rimangono ancora ampie incognite sulla modalità di gestione delle risorse, che potrebbe avvenire in modo centralizzato a livello nazionale.

È quanto emerso nel corso della Prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, dove è proseguita la discussione sul tema del Recovery Fund e sulle principali linee di intervento formulate dalla Giunta.

Oggi, ha chiarito Tronzano, entrare nel dettaglio delle schede dei singoli interventi sarebbe prematuro in quanto “Un vincolo che ci pone il Recovery Fund è quello di inserire progetti immediatamente cantierabili ed è su quelli che ci siamo concentrati all’interno delle singole schede. Si tratta però ancora di un lavoro provvisorio, perché rimane da capire come il Governo ripartirà le risorse e se, una volta definite le macroaree, le Regioni avranno libertà di manovra nel dettaglio o se la gestione sarà centralizzata da parte del Governo”.

Sanità e ambiente costituiscono le principali macroaree sulle quali si sono concentrate le numerose richieste di approfondimento da parte delle opposizioni, che hanno criticato invece un’eccessiva genericità dell’impostazione delle proposte. Il Pd, con Sergio Chiamparino, ha richiesto risorse specifiche per finanziare il settore strategico della ricerca sulle scienze della vita.

Sul tema della mobilità e dello sviluppo sostenibile, i bus green, la qualità dell’aria, le bonifiche ambientali sono intervenuti vari consiglieri di M5s, mentre per lo stesso gruppo Francesca Frediani ha posto l’attenzione sull’urgenza di intervenire sulla didattica a distanza per guardare oltre all’emergenza e farla diventare uno strumento di accompagnamento e supporto alla didattica tradizionale.

La riconversione del patrimonio edilizio delle Atc e il rinnovo della flotta di bus e tram di Torino sono due delle priorità messe al centro della discussione da Marco Grimaldi (Luv), mentre sempre dal gruppo Pd sono emerse riflessioni riguardo agli investimenti nella logistica, alla conversione “green” dei cicli produttivi, alla necessità di rafforzamento dei collegamenti infrastrutturali fra Piemonte e Lombardia e alla digitalizzazione della sanità.

Per la maggioranza il capogruppo della Lega, Alberto Preioni, ha sollecitato l’inserimento della problematica dell’alluvione dell’ottobre scorso nell’ambito degli interventi previsti sul rischio e il dissesto idrogeologico.

Tronzano ha anche specificato come la tutela dell’ambiente, in un’ottica di sviluppo e il rilancio della competitività del sistema produttivo piemontese sia la linea d’azione perseguita dalla Giunta. “Per dare sostanza a questa visione, oltre al Recovery Fund c’è però la programmazione dei fondi europei 2021-2027 e ritengo sarebbe proficua una discussione in merito, peraltro strettamente connessa anche al bilancio”, ha continuato Tronzano. Un tema quest’ultimo sul quale anche le opposizioni hanno manifestato disponibilità e interesse al confronto.

L’assessore ha infine proposto di verificare la disponibilità degli altri assessori competenti per un approfondimento, in primis su infrastrutture e ambiente all’interno del Recovery Fund, da svolgere nell’ambito dei lavori della Prima Commissione di questa settimana.




Per le PMI si sono allungati i tempi di pagamento

Una piccola azienda su 2, denuncia la CGIA, segnala che i tempi di pagamento dei committenti privati si sono allungati a dismisura e questo sta mettendo a rischio la tenuta finanziaria di tantissimi autotrasportatori, produttori di imballaggi  e di una parte di  attività metalmeccaniche che, in questo periodo di lockdown, hanno comunque lavorato.
Realtà, fa sapere la CGIA, che anche in condizioni di normalità economica sono spesso a corto di liquidità e sottocapitalizzate. Dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo:
“La questione liquidità per le piccole imprese è dirimente. Se anche coloro che hanno lavorato faticano ad incassare le proprie spettanze, è evidente che bisogna cambiare registro. Ovvero, stop a prestiti bancari a tassi comunque non proprio prossimi allo zero, che costringono le attività ad indebitarsi ulteriormente. Sì, invece, a contributi a fondo perduto. Se con troppi debiti le piccole imprese sono destinate a saltare, lo Stato, invece, anche con un debito pubblico maggiore, può reggere, grazie anche alle misure che la Bce e l’Unione Europea  metteranno  in campo nei prossimi mesi”.
A sostegno della  tesi che le aziende vanno aiutate con trasferimenti aggiuntivi a fondo perduto, la CGIA segnala il report presentato nei giorni scorsi dai ricercatori della Banca d’Italia Giorgio Gobbi, Francesco Palazzo e Anatoli Segura . Non solo. Gli artigiani mestrini guardano con interesse all’esperienza maturata in Germania in queste ultime settimane. Per sostenere le piccole imprese, infatti, il governo e i länder tedeschi hanno erogato, alle realtà con meno di 15 addetti, fino a 15 mila euro a fondo perduto.
Il problema liquidità, ovviamente, riguarda anche le imprese dei servizi alla persona che, a differenza degli autotrasportatori o di tante aziende metalmeccaniche, in queste ultime settimane sono state costrette alla chiusura. Molte hanno cominciato a “recuperare” flussi di cassa non pagando alcune scadenze. Segnala il segretario Renato Mason:
“Non sono pochi gli artigiani e i piccoli commercianti che hanno deciso di mitigare  il forte calo dei flussi di cassa registrato in questo ultimo mese e mezzo non pagando le bollette di acqua, luce, gas, l’affitto o le spese condominiali. E’ il caso di tanti calzolai, tappezzieri, orafi, gelatieri, pasticceri, sartorie, fiorerie, barbieri, parrucchieri, estetiste, bar, ristoranti e negozi vari che per legge hanno dovuto tenere chiuso l’esercizio. Anche chi ha potuto tenere aperto – come i fotografi, gli ottici e le pulitintolavanderie – ricavi ne ha fatti molto pochi e sta riflettendo se con la fine del lockdown avrà comunque senso continuare l’attività. Per questo, oltre a dare liquidità a fondo perduto a queste piccole attività, è necessario anche un taglio fiscale importante sin da subito”.
In merito alla cosiddetta “fase 2”, la CGIA auspica che le attività possano aprire quanto prima, decisione, ovviamente, che deve essere avvallata dalla comunità scientifica, in quanto la salute dei cittadini e dei lavoratori autonomi/dipendenti deve essere posta sempre al primo posto. Tuttavia, ciò che sorprende e che non si parli per nulla della cosiddetta “fase 3”, vale a dire quella del rilancio economico. In altre parole, il Governo non sembra avere  un piano di rilancio, un progetto, un’idea sul futuro del Paese. Un’azione che sarebbe indispensabile, anche per dettare la linea a tanti imprenditori che dopo questa esperienza si sentono disorientati e confusi.