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Consiglio reginale: Via libera dall’Aula ai 44,5 milioni per le Rsa

Gli aiuti di 44,5 milioni alle Rsa in difficoltà economica per il Covid sono legge. Il Consiglio regionale ha infatti approvato il Disegno di legge 128, “Misure urgenti per la continuità delle prestazioni residenziali di carattere sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale per anziani, persone con disabilità, minori, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche”, licenziato ieri dalla Commissione Sanità e approvato oggi a maggioranza, con la non partecipazione al voto dell’opposizione.

Il provvedimento, presentato per la Giunta dall’assessore al Welfare Chiara Caucino, stanzia oltre 44,5 milioni di euro per ristori alle Rsa. Si tratta, in particolare, di 30 milioni per integrare le maggiori spese sostenute dalle strutture per sanificare gli ambienti, acquistare Dpi, pagare il personale, smaltire i rifiuti speciali, mettere in sicurezza gli ospiti e gli operatori e migliorare la qualità dell’assistenza; 10,1 milioni ai titolari di autorizzazione al funzionamento non convenzionati con il Sistema sociosanitario regionale delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali; 1,5 milioni per i fornitori accreditati di prestazioni domiciliari sociali e sanitarie e 3 milioni complessivi (uno, rispettivamente, per gli anni 2021, 2022 e 2023) per esentare dall’Irap le Aziende pubbliche di servizi alla persona.

Il disegno di legge è stato illustrato in Aula dai relatori di maggioranza Sara Zambaia (Lega) e di minoranza Monica Canalis (Pd), Marco Grimaldi (Luv) e Sean Sacco (M5s).

“Un provvedimento importante – ha sottolineato Zambaia, dettagliando le somme stanziate – che dimostra la grande sensibilità e attenzione della Giunta e del Consiglio nei confronti delle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali che in questo periodo di pandemia hanno sofferto tantissimo. Una dotazione importante non solo per quanto le strutture hanno sopportato in questi duri mesi ma anche per la consapevolezza che ancora una volta è la Regione a sopperire ai danni economici provocati dalla pandemia”.

“Il provvedimento era molto atteso e necessario – ha dichiarato Canalis, annunciando la non partecipazione del proprio gruppo al voto – soprattutto in una regione come la nostra, caratterizzata da una maggioranza di strutture piccole e medio piccole, legate al terzo settore no profit, ma si rivela invece per molti versi tardivo, insufficiente, iniquo e non risolutivo”. “Noi pensiamo che non siano si debbano rimborsare le strutture convenzionate appartenenti a società con interessi economici in altre regioni o nazioni e fatturati consistenti – ha detto Grimaldi – così come quelle che durante l’emergenza non abbiano rispettato i protocolli regionali e dello Stato”. Secondo Sacco, poi, “la pandemia ci ha dimostrato che le grandi strutture con grandi concentrazioni di ospiti non sono il massimo. Il benessere dei nostri anziani deve essere la nostra principale fonte d’ispirazione e l’obiettivo cui tendere”.

Nella discussione generale sono intervenuti i consiglieri Silvio Magliano (Moderati), Daniele ValleMaurizio Marello (Pd), Mario Giaccone (Monviso) e Francesca Frediani (Misto – 4 ottobre).

Il capogruppo della Lega Alberto Preioni si è detto soddisfatto “per il risultato e per il lavoro svolto dalla Giunta e dal Consiglio e felice per l’aiuto alle Rsa, comparto che ha pagato molto in questa battaglia. Gli aiuti serviranno a coprire i buchi di bilancio e per un adeguato sviluppo dopo l’emergenza Covid”.

Anche il capogeruppo di Fdi Paolo Bongioanni ha espresso soddisfazione per il fatto che la Regione abbia “recepito il grido d’allarme giunto dalle Rsa piemontesi: la Regione si è fatta interprete di un obbligo morale, sociale e umano fornendo una boccata d’ossigeno a un settore molto provato”.

Anche Silvio Magliano (Moderati), annunciando la non partecipazione al voto, ha sottolineato che il provvedimento rappresenta “un gesto di vicinanza della Giunta per ristorare un settore che necessita di essere riprogrammato anche alla luce dei dati sull’invecchiamento della popolazione”.

Per Alessandra Biletta (Fi) “quanto messo in campo per le Rsa è uno sforzo economico importante per sostenere un intero comparto e per continuare a erogare servizi ai cittadini attraverso le 1.800 strutture che operano in Piemonte”.

Nel corso della discussione sull’articolato l’Aula ha anche esaminato otto emendamenti, tre presentati rispettivamente da Canalis (Pd) e Grimaldi (Luv) e due da Sacco (M5s), senza approvarne nessuno. Ha inoltre respinto i due ordini del giorno collegati, presentati dalla prima firmataria Canalis (Pd), per l’attivazione di nuovi inserimenti in convenzione nelle Rsa piemontesi e per la piena applicazione della legge regionale 10/2010 per i servizi domiciliari alle persone non autosufficienti.




All’economia montana un aiuto da 20,5 milioni di euro

L’Assemblea di Palazzo Lascaris ha ratificato la decisione della Giunta regionale di destinare oltre 20,5 milioni di euro alla economia montana e agli esercizi commerciali che hanno subito le restrizioni più penalizzanti a causa della pandemia da COVID-19, come la mancata apertura degli impianti sciistici. Si tratta di ristori una tantum a fondo perduto, in concorso con quelli previsti a livello nazionale, gestiti attraverso Finpiemonte.

La ratifica è passata con il voto favorevole della maggioranza, mentre i consiglieri delle opposizioni hanno garantito la loro presenza in Aula.

L’assessore Vittoria Poggio ha illustrato in Aula il provvedimento, definito una “delibera contenitore” approvata urgentemente per approfittare tempestivamente del meccanismo del Decreto legge 157/2020, per ristorare le categorie (individuate al momento con codici Ateco generali) più duramente colpite dalle chiusure derivanti dalla lotta alla pandemia da Covid 19. Per definire l’ammontare è necessario relazionarsi alle compensazioni economiche che il Governo intende mettere in atto per determinare, da parte piemontese, ristori adeguati alle reali situazioni. Un lavoro da condividere in Commissione con i rappresentanti politici di maggioranza e opposizione.

Tali misure sono destinate ai gestori degli impianti di risalita o fondo che garantiscano l’eventuale riapertura degli impianti qualora possibile; agli esercizi commerciali di vendita al dettaglio di abbigliamento; alle attività di noleggio e leasing di articoli sportivi e per il tempo libero; ai ristoranti e alle attività di ristorazione mobile; alle agenzie di viaggio e tour operator ed ai Club sportivi iscritti alla Federazione italiana sport invernali.

Vengono anche ristorate le guide alpine e naturalistiche; i maestri di sci, oltre alle attività ricettive alberghiere ed extra-alberghiere ed ai negozi all’interno dei centri commerciali soggetti a chiusura, le attività ricreative e di trasporto turistico.

Nel corso dei lavori sono intervenuti diversi consiglieri di maggioranza ed opposizione che hanno apprezzato il lavoro dell’assessore e la volontà di condivisione del provvedimento.

Per le opposizioni sono intervenuti: Daniele Valle (Pd), Sarah Di Sabato (M5s), Silvio Magliano (Moderati), Mario Giaccone (Monviso), Marco Grimaldi (Luv), Francesca Frediani (Gruppo misto – 4 ottobre). Le minoranze nei loro interventi hanno apprezzato la volontà di condivisione dell’assessore e la scelta delle categorie che operano nei territori montani, ricordando che tutto il mondo dello sport e non solo quello della neve hanno avuto gravi danni economici dalla pandemia. Evidenziata la diffusa fragilità contrattuale comune tra i lavoratori della montagna, del suo indotto e del comparto sportivo. Anche perché la montagna con le sue popolazioni devono essere supportate tutto l’anno, perché rappresentano il fondamentale presidio del territorio che per il Piemonte è anche un importante aspetto sociale ed identitario. Apprezzata, inoltre, la scelta del Governo che ha consentito alla Regione di predisporre la delibera con i ristori.

Sono anche stati presentati due emendamenti, con primo firmatario Grimaldi, per inserire le edicole tra le categorie da ristorare, che sono stati respinti dalla maggioranza su indicazione dell’assessore Andrea Tronzano. L’assessore ha motivato spiegando che, nella prossima deliberazione di Giunta si potranno ampliare le categorie e che, in quella sede, l’Esecutivo valuterà la proposta emendativa a favore delle edicole.

Numerosi anche i consiglieri di maggioranza che hanno preso la parola: Paolo Bongioanni (Fdi), Alberto Preioni e Valter Marin (Lega), Paolo Ruzzola e Carlo Riva Vercellotti (Fi) che hanno appoggiato l’azione dell’assessore Poggio. Tra le loro osservazioni, anche quella della necessità che il Governo centrale agisca rapidamente per consentire a sua volta la determinazione da parte regionale dei ristori. Rilevata anche la continuità della azione delle Giunta piemontese rispetto ai bonus già erogati a sostegno delle varie attività economiche. E’ stata rimarcata pure la concretezza, l’efficacia e la rapidità di azione dell’Esecutivo e l’importanza dell’aiuto per un comparto particolarmente importante in Piemonte, non solo nei termini della sua notevole incidenza sul Pil. Migliaia di lavoratori e partite Iva da aiutare (sono tremila solo i maestri di sci). Quest’ultimo atto dovrebbe portare a superare la somma totale di 150 milioni di euro di ristori erogati.

La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, potrà poi definire nel dettaglio le quote di riparto e i criteri di individuazione tra i beneficiari (con i relativi codici Ateco). Tra questi, la collocazione in Comuni montani, l’altimetria e la densità di popolazione e le sedi delle attività economiche.

Eventuali somme eccedenti potranno essere destinate al finanziamento di ulteriori nuove categorie economiche individuate dalla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare.




Regione Piemonte: Contributi per i finanziamenti, le principali novità

Riattivata la misura che consente a imprese e lavoratori autonomi di ottenere rimborsi su finanziamenti già ottenuti

Dal 19 gennaio 2021 è nuovamente attivo il bando “Emergenza Covid – 19. Contributi a fondo perduto finalizzati a sostenere le MPMI ed i lavoratori autonomi piemontesi nell’attivazione di operazioni finanziarie connesse ad esigenze di liquidità

Sarà quindi nuovamente possibile presentare le domande di accesso all’agevolazione, a fronte dei finanziamenti bancari connessi ad esigenze di liquidità ottenuti nel periodo compreso tra il 17 marzo e il 31 dicembre 2020.
Le domande vanno presentate accedendo a questo link.

La dotazione del bando, con riferimento alle  pmi, è stata incrementata di 10.9 milioni di euro e sono state disposte alcune modifiche al fine di allineare lo strumento di sostegno alle misure nazionali.

In particolare è ora previsto che i finanziamenti ammissibili siano di durata massima di 120 mesi e potranno accedere alla misura di sostegno anche le imprese che abbiano ottenuto un prestito fino a 500 mila.
Per tutti, sia imprese che lavoratori autonomi, rimane il limite massimo di contributo concedibile, che non può in ogni caso superare i 7500 euro.




Consiglio regionale: Ddl ristori Rsa, la Commissione licenzia il provvedimento

Aiuti alle Rsa in difficoltà economica per il Covid, in arrivo oltre 44,5 milioni: la Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, ha licenziato per l’Aula il disegno di legge 128, “Misure urgenti per la continuità delle prestazioni residenziali di carattere sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale per anziani, persone con disabilità, minori, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche”. Voto favorevole della maggioranza, astenuti i partiti di opposizione e voto contrario di Luv.

Il provvedimento, presentato per la Giunta regionale dall’assessore al Welfare Chiara Caucino, stanzia circa 44,5 milioni di euro per ristori alle Rsa. Si tratta, in particolare, di 30 milioni per integrare le maggiori spese sostenute dalle strutture sostenute per sanificare gli ambienti, acquistare Dpi, pagare il personale, smaltire i rifiuti speciali, mettere in sicurezza gli ospiti e gli operatori e migliorare la qualità dell’assistenza; 10,1 milioni ai titolari di autorizzazione al funzionamento non convenzionati con il Sistema sociosanitario regionale delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali; 1,5 milioni per i fornitori accreditati di prestazioni domiciliari sociali e sanitarie e 3 milioni complessivi (uno, rispettivamente, per gli anni 2021, 2022 e 2023) per esentare dall’Irap le Aziende pubbliche di servizi alla persona.

Sono previste inoltre altre agevolazioni, tra cui l’accesso al Fondo di garanzia sui finanziamenti a tasso fisso e variabile per Rsa e strutture sociosanitarie autorizzate e accreditate dal Servizio sanitario regionale.

Nel corso della discussione l’assessore Caucino ha accolto questa mattina due emendamenti proposti per il Pd dalla prima firmataria Monica Canalis, entrambi approvati all’unanimità, per prevedere lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per i fornitori accreditati di prestazioni domiciliari sociali e sanitarie e per consentire l’accesso al Fondo di garanzia anche per i finanziamenti ai tassi variabili. Per la maggioranza Matteo Gagliasso (Lega) ha espresso soddisfazione nei confronti della Giunta per avere accolto l’emendamento, dal momento che “sposa una battaglia sulla domiciliarità che vogliamo portare avanti per il bene del Piemonte”. Sono stati respinti, invece, due emendamenti proposti da Luv.

È intervenuta per dichiarazioni di voto Sara Zambaia (Lega) che ha sottolineato l’impegno profuso dalla Giunta e dai consiglieri di maggioranza e di opposizione per licenziare “un provvedimento assai atteso dalle Rsa in un momento davvero difficile”.

Prima dell’approvazione finale il Disegno di legge ha effettuato un passaggio in Commissione Bilancio, in cui sono state esaminate la norma finanziaria e l’emendamento a favore degli operatori dell’assistenza domiciliare.

Al termine è proseguita la discussione generale sulla Proposta di legge 82, “Misure di sostegno per gli anziani vittime di delitti contro il patrimonio”, del primo firmatario Raffaele Gallo (Pd) e del Disegno di legge 127, “Sviluppo delle forme associative della Medicina generale”, presentato per la Giunta regionale dall’assessore Luigi Icardi. Entrambi verranno analizzati nelle prossime sedute.




Previsti 30 milioni per i ristori alle Rsa

Per aiutare le Rsa in difficoltà la Regione ha “previsto una cifra di 30 milioni di ristoro per i maggiori costi per il Covid, che otteniamo dal risparmio (involontario) di fondi non erogati alle strutture per l’integrazione delle rette, a causa della diminuzione del numero di ospiti. Sono cifre già a bilancio: 19,5 milioni per il 2020 e 10,5 milioni per l’anno 2021, quindi non andremo a gravare sul bilancio regionale”. Lo ha affermato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi in quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco.

Durante la seduta ordinaria l’assessore ha illustrato la situazione economica e finanziaria in relazione ai due disegni di legge di sostegno alle strutture residenziali e di sviluppo delle forme associative di medicina generale.

“Nel 2020 – ha proseguito – a causa dell’emergenza Covid abbiamo visto un’importante riduzione degli accessi alle strutture, in alcuni casi il 35-40% di letti vuoti. Abbiamo raccolto l’appello di un settore in crisi anche per l’aggravio di costi, con il rischio fallimento per molte residenze”.

Il gruppo Pd, per voce dei consiglieri Raffaele Gallo, Monica Canalis, Daniele Valle e Domenico Rossi ha chiesto chiarimenti sulla modalità di erogazione dei fondi “visto che stiamo attingendo a dei Lea, quindi somme previste per le famiglie, che invece giriamo alle strutture. Rischiamo dei rilievi da parte della Corte dei Conti”.

In particolare Canalis ha richiesto dati certi sugli effettivi risparmi dai convenzionamenti, “una cifra che sarà definita a fine gennaio alla chiusura dell’ultimo trimestre 2020”, ha spiegato Icardi.

Per il capogruppo Luv, Marco Grimaldi, “andrebbe fatta un’analisi sui bilanci delle grandi multinazionali che non hanno certo bisogno dei nostri ristori. Dovremmo inserire nella legge dei criteri di equità”.

Nella seconda parte della seduta, con l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano è stato fatto un approfondimento sui capitoli di bilancio coinvolti dai due disegni di legge. Critiche le opposizioni sullo spostamento di 10 milioni di euro dal trasporto pubblico locale. Fondi che si conta di reintrodurre entro l’anno grazie a rinegoziazione dei mutui e possibili nuovi fondi statali, senza depotenziare il servizio, né soprattutto impattare sul rientro a scuola perché è stato finanziato dai prefetti, secondo l’assessore.

Ad inizio mattinata si è svolta l’audizione delle organizzazioni sindacali, che hanno chiesto di sospendere il percorso di approvazione del disegno di legge sullo sviluppo delle forme associative di medicina generale (Ddl 127).

I sindacati, intervenuti con i rappresentanti territoriali di welfare e sanità (Danila Botta Cgil, Luca Caretti Cisl e Francesco Lo Grasso Uil), hanno motivato rilevando che il tema del provvedimento – l’implementazione della medicina di gruppo e della rete dei medici di medicina generale – dovrebbe collocarsi all’interno di una profonda revisione della rete territoriale dei servizi, che anche la pandemia ha dimostrato essere deficitaria.
Questo è quanto emerso anche attraverso le domande poste agli auditi dal presidente Stecco e dai consiglieri Monica Canalis, Domenico Rossi e Daniele Valle (Pd), Sarah Di Sabato (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).




Un bonus di 600 euro per i forestali

Gli operai forestali regionali riceveranno un bonus una tantum di 600 euro lordi per compensare almeno in parte la riduzione del reddito subita a causa della sospensione o della riduzione dell’attività lavorativa legata all’emergenza pandemica.

Così ha stabilito la legge approvata oggi a maggioranza dalla prima Commissione riunita in sede legislativa e presieduta da Carlo Riva Vercellotti. Il provvedimento dispone modifiche alla legge regionale n.13/2020 “Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l’emergenza da Covid-19”.

L’assessore regionale al Personale, Marco Gabusi, ha spiegato che si è voluta predisporre questa misura di sostegno finanziario come già analogamente fatto per altre categorie di imprese e lavoratori danneggiati dalle misure anti-covid.

Durante il primo lockdown i cantieri forestali non sono infatti stati operativi e non è quindi stato possibile rinnovare il contratto ai lavoratori a tempo determinato, secondo i tempi e la durata consueti, con conseguente mancata retribuzione per i mesi di aprile, maggio e per parte di giugno. Nello stesso periodo i forestali a tempo indeterminato sono stati collocati in cassa integrazione con causale “covid”, che è retribuita in percentuale inferiore a quella ordinaria, con ulteriore riduzione del reddito. In totale a beneficiare della misura saranno oltre 400 persone.

Durante la discussione generale la consigliera Sarah Disabato (M5s) ha chiesto chiarimenti sulla copertura finanziaria del provvedimento e sui motivi per cui non si è deciso di intervenire in assestamento di bilancio. L’assessore ha spiegato che c’è stata la volontà di concordare l’iniziativa con i sindacati, con i quali la trattativa si è conclusa circa un mese fa. Inoltre, la legge non comporta maggiori spese per il bilancio regionale perché verrà finanziata con le risorse che, non essendo stati pagati gli stipendi dei forestali nei mesi di lockdown, sono disponibili sui capitoli di competenza.




Impianti sci, contributi anche per lavori in amministrazione diretta

Tra le spese ammissibili a contributo regionale per interventi di riqualificazione, potenziamento e valorizzazione degli impianti delle aree sciabili ci saranno anche quelle connesse a lavori e servizi in amministrazione diretta, per i quali cioè la società che effettua i lavori provvede direttamente alla loro esecuzione utilizzando il proprio personale.

Lo prevede la proposta di delibera della Giunta regionale che integra le delibere in materia 7-44 del 2019 e 58–5022 del 2017, su cui la sesta Commissione presieduta da Paolo Bongioanni ha espresso parere favorevole all’unanimità.

“L’amministrazione diretta è un sistema adatto a realizzare lavori e servizi di piccola entità, che non richiedono particolari mezzi d’opera né speciali attrezzature tecniche – ha spiegato l’assessore allo Sport Fabrizio Ricca – come i lavori di manutenzione o quelli per i quali il controllo va effettuato durante l’esecuzione, ad esempio le pavimentazioni stradali. Consente una realizzazione più economica degli interventi, evitando le spese connesse a logistica e trasporti da parte delle società fornitrici, e un maggior rendimento del contributo pubblico”.
I soggetti beneficiari che vorranno fare ricorso all’amministrazione diretta dovranno dimostrare l’economicità delle prestazioni rispetto alle condizioni di mercato.

Apprezzamento bipartisan da parte di maggioranza e minoranza: per Daniele Valle (Pd) “una proposta di buon senso che consente agli operatori di poter risparmiare sugli interventi e alla Regione di soddisfare più esigenze con lo stesso contributo”, mentre Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha parlato di “proposta auspicata dalle realtà piemontesi”.

La delibera prevede inoltre un vincolo di destinazione d’uso e di durata della proprietà per i beni mobili d’utilizzo pluriennale acquistati con contributo regionale, pena la revoca o la riduzione del contributo stesso in caso di mancato adempimento all’impegno assunto.




L’Unione industriale di Torino dona un’ambulanza alla pubblica assistenza di Sauze D’Oulx

Questa mattina il Presidente degli industriali torinesi, Giorgio Marsiaj, alla presenza di Silvio Marioni, Presidente imprese Gommaplastica, e Paolo Parato, Presidente imprese Chimiche dell’Unione Industriale di Torino, ha consegnato una nuova ambulanza all’associazione di volontari Pubblica Assistenza Sauze d’Oulx.

Il progetto è partito la primavera scorsa, durante il lockdown. Le aziende dei gruppi della GommaPlastica e della Chimica dell’Unione Industriale di Torino avevano deciso di dare il proprio contributo alla comunità, donando un’ambulanza 4×4 all’associazione Pubblica Assistenza di Sauze d’Oulx, parte del Comitato ANPAS del Piemonte.

L’Alta Valle di Susa costituisce, infatti, una delle aree più critiche per numero e caratteristiche dei mezzi di soccorso sanitario. L’ambulanza – in grado di muoversi rapidamente nelle strade strette, ripide e sterrate di montagna – vuole essere un gesto concreto nei confronti di chi ha deciso di dedicare le proprie energie ad aiutare chi soffre, anche al termine della pandemia. In seguito, numerose altre imprese hanno deciso di unirsi alla donazione, attrezzando il veicolo con materiali di loro produzione e supportando il personale sanitario.

“In questi momenti di emergenza – ha commentato Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino – molte imprese associate hanno scelto di sostenere i nostri presidi sanitari attraverso importanti iniziative o riconvertendo le proprie linee produttive, con l’obiettivo di reagire prontamente e dare un forte contributo per la sicurezza di tutta la comunità. La pandemia ci ha imposto di ripensare al nostro modo di vivere e lavorare, richiamandoci al nostro senso di responsabilità. Ed è proprio con questo spirito che la nostra associazione e le sue aziende guardano al prossimo anno, percorrendo nuove strade per creare sviluppo e lavoro, da cui dipende il futuro del nostro territorio”.

“Oggi, con la consegna dell’autoambulanza, portiamo a compimento un’iniziativa di cui siamo particolarmente orgogliosi e che mostra il valore aggiunto dell’esperienza associativa. La scorsa primavera un associato ha condiviso un’idea che aveva in mente, quella di voler dare un segno di vicinanza al personale sanitario impegnato nella gestione dell’emergenza. Il giorno successivo esisteva già un progetto concreto in via di realizzazione, sostenuto dalla struttura e da una corale condivisione sui social: tanta partecipazione spontanea mi ha commosso. Questa è la vera natura dell’imprenditore, la capacità di raggiungere obiettivi straordinari lavorando in squadra”, ha aggiunto Paolo Parato, Presidente imprese Chimiche dell’Unione Industriale di Torino.

“Come imprenditori abbiamo la responsabilità di creare un impatto positivo sulla vita della nostra comunità. Con questo progetto abbiamo voluto intervenire direttamente, rispondendo a un’esigenza specifica che il territorio non riusciva a soddisfare. È la dimostrazione che oggi l’azione delle imprese – in special modo quelle appartenenti ai comparti della chimica e della gommaplastica – può dare un contributo determinante anche nel settore della sanità, messo a dura prova dall’emergenza causata dalla pandemia” ha concluso Silvio Marioni, Presidente imprese Gommaplastica dell’Unione Industriale di Torino.

L’iniziativa è stata supportata da una speciale campagna social, #Ambulanza4x4ValSusa. Protagonisti sono stati gli stessi imprenditori, che, in modo un po’ inusuale, nell’ultimo mese hanno raccontato tutte le tappe del percorso che si è concluso con la donazione di questa mattina.




Dalla Regione un contributo di 2000 euro ad ogni maestro di sci del Piemonte

La Regione Piemonte erogherà un contributo ai maestri di sci, come bonus per compensare i mancati incassi dei 15 giorni delle vacanze natalizie, che per molti di loro vogliono dire anche il 50% del fatturato annuale”: lo ha annunciato il presidente Alberto Cirio ai rappresentanti delle scuole di sci che questa mattina hanno manifestato davanti al Palazzo della Regione per testimoniare le difficoltà che la mancata partenza della stagione invernale, a causa delle misure di contenimento del Covid, sta provocando a un settore che rappresenta in Piemonte il primo prodotto turistico e una industria che dà lavoro a migliaia di persone.

Sono 3000 in Piemonte in maestri di sci iscritti all’albo. La misura della Regione prevede un bonus fino a 2000 euro per i circa 1500 impegnati nella professione a tempo pieno, ma anche un ristoro per chi la esercita in modo saltuario. Nei prossimi giorni verrà definita con la categoria il meccanismo tecnico di attribuzione, in modo da garantire la massima equità al provvedimento.

Il bonus per i maestri di sci è una delle misure del Bonus Montagna predisposto dalla Regione Piemonte a sostegno di tutto il comparto invernale e del suo indotto, che verrà presentato la prossima settimana.

“Lo sci non è solo sport, hobby e divertimento, è anche un mestiere dietro il quale ci sono tante famiglie, tanti posti di lavoro, attività di ristorazione e turistiche che non possono essere dimenticate – sottolineano il presidente Cirio e il vicepresidente Fabio Carosso con delega alla Montagna -. Se da una parte incalziamo il Governo perché i ristori devono essere certi e immediati, dall’altra abbiamo voluto fare la nostra parte. Abbiamo pronta una misura a sostegno di tutto il comparto che coinvolge i nostri maestri di sci e gli impianti, ma anche migliaia di attività economiche che sono la vita delle nostre montagne. Inoltre, c’è l’impegno di continuare a lavorare sulla possibilità di trovare una modalità in sicurezza per avere da gennaio piste e impianti operativi, perchè stiamo parlando del primo prodotto turistico del Piemonte”.

L’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio aggiunge che “i maestri di sci hanno giustamente richiamato l’attenzione di tutti su un problema vero e reale. La loro attività, con le chiusure imposte, sono fortemente compromesse. In questo periodo dell’anno si basa la metà del fatturato del loro anno. Per questo come Regione abbiamo deciso di sostenerle fortemente con un contributo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca: “Le montagne sono le spiagge del Piemonte. Il comparto invernale, con i suoi sport e il suo turismo, sono uno snodo strategico indispensabile per l’economia del nostro territorio. Per questo chiediamo che il Governo si impegni attivamente per garantire le migliaia di posti di lavoro che gli ruotano intorno”.

“La montagna da sempre è una parte importante dell’economia piemontese – aggiunge l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano -, pensiamo anche a tutte le botteghe artigiane e ai mille e più saperi e tradizioni che albergano nelle nostre vallate e che sono un patrimonio che va tutelato e tramandato”.




EBAP: stanziamento straordinario di  1 milione di euro per lavoratori e imprese 

L’Ente Bilaterale dell’Artigianato Piemontese (EBAP), in base alle intese delle Parti sociali –Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cgil, Cisl, Uil– ha stanziato complessivamente 1 milione di euro una tantum per la creazione di nuove prestazioni straordinarie a beneficio di imprese regolarmente iscritte all’EBAP e dei loro lavoratori dipendenti.

 

“Le nuove prestazioni – spiega Adelio Ferrari presidente EBAP – servono per sostenere le spese di acquisto di materiale informatico utile alla didattica scolastica od accademica a distanza, per integrazione ai congedi parentali e per il rimborso di diagnostica Covid-19”.

 

 

“Le tre nuove prestazioni – aggiunge Donato Spinazzola vice presidente EBAP – integrano le prestazioni bilaterali in essere e quelle del fondo di sanita integrativa artigiano (SanArti)”.

 

FSBA ha ricevuto venerdì scorso la dotazione economica di 448 milioni, ed ha distribuito tutte le risorse pertinenti agli Enti bilaterali che hanno il compito di provvedere direttamente ad erogare la prestazione di Cassa in deroga.

 

“L’avevamo detto – comunica Ferrari – in 48 ore come EBAP abbiamo erogato con 43.400 bonifici tutti gli 11,5 milioni di euro di nostra competenza, pervenuteci lunedì 30 novembre dal Fondo Nazionale. In tal modo sono state pagate tutte le integrazioni da marzo, completato il mese di giugno e pagati i mesi di luglio, agosto e settembre. Attendiamo ora di ricevere la seconda tranche della somma complessiva di 24 milioni, messa a disposizione dal decreto di ferragosto. In tal modo potremo provvedere a pagare le prestazioni per coprire il mese di ottobre”.

 

“L’EBAP– aggiunge Spinazzola – è pronto a fare completamente la propria parte, per sostenere aziende e lavoratori in questo difficile momento affrontando, con equilibrio ma anche con determinazione, la questione ancora aperta relativa al pagamento delle prestazioni di famiglia”.