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Domenico Massimino confermato vice presidente nazionale di Confartigianato Imprese

Confermata la rappresentanza cuneese ai vertici di Confartigianato Imprese con Domenico Massimino che ottiene per il secondo mandato il ruolo di vice presidente nazionale e con Luca Crosetto, nominato componente effettivo nella Giunta nazionale. A loro va ad aggiungersi un altro cuneese, Giorgio Felici, che partecipa all’esecutivo in quanto presidente di Confartigianato Piemonte.

L’elezione è avvenuta nell’ambito dell’Assemblea Generale dell’Associazione che ha indicato quale presidente per il prossimo quadriennio Marco Granelli, di Parma, titolare di un’impresa nel settore delle costruzioni e da lungo tempo impegnato nell’attività associativa con diversi incarichi di vertice.

Granelli sarà affiancato, dai vice presidenti, oltre a Domenico Massimino, Eugenio Massetti (Vicario) e Filippo Ribisi. Nella squadra del nuovo Presidente entra anche Vincenzo Mamoli il quale, a seguito delle dimissioni di Cesare Fumagalli, assume l’incarico di Segretario Generale.

«È un riconoscimento importante per il territorio piemontese e per la nostra provincia di Cuneo – commenta il presidente Crosetto – che va a sottolineare l’impegno sempre profuso dalla nostra Associazione nel fare rete con i vari livelli del Sistema nazionale affiancando e sostenendo lo sviluppo delle PMI. Stiamo vivendo un periodo di grave crisi economica e sanitaria, dalla quale potremo uscire soltanto con uno sforzo eccezionale di responsabilità da parte di tutti. Occorre uno scatto di coraggio, con il quale osare di più nel formulare richieste e proposte idonee ad una ripresa rapida e concreta della produzione e dei consumi. Dobbiamo fare leva sul valore espresso dagli artigiani e dalle piccole imprese che rappresentano il 98% delle aziende italiane. A fronte del nostro impegno di rappresentanza e di servizio al fianco degli imprenditori chiediamo però a chi guida il Paese altrettanto impegno deciso e concreto nel costruire un contesto favorevole alle potenzialità imprenditoriali dei nostri territori, puntando su competenze, innovazione, sostenibilità, fattori indispensabili per irrobustire il tessuto produttivo e migliorarne la capacità competitiva».




Confartigianato Imprese Cuneo si confronta con i Parlamentari della Granda

I cambiamenti in ambito socio economico legati alla Pandemia, l’utilizzo “ragionato” dei Fondi europei e la necessità di dare un valido sostegno al rilancio dell’artigianato e delle PMI, ma anche necessità più specifiche del territorio cuneese, quali il superamento delle sue gravi carenze infrastrutturali (Valico del Tenda, Colle della Maddalena, Traforo di Armo Cantarana), il sostegno agli ambiti più fragili della provincia, montagna e vallate, a rischio desertificazione, l’individuazione di strategie economiche per le imprese locali in forte difficoltà a causa del lockdown.

Questi i principali argomenti che verranno affrontati nell’incontro organizzato da Confartigianato Imprese Cuneo dal titolo “Il futuro nelle nostre mani: tra azione e responsabilità” al quale sono stati invitati tutti i Parlamentari eletti in provincia di Cuneo.

L’appuntamento, che si svolgerà sabato 5 dicembre a partire dalle ore 10,30 sulla piattaforma web de La stampa.it, sarà moderato da Massimo Mathis, caporedattore de La Stampa – Cuneo e vedrà la partecipazione di Luca Crosetto, presidente territoriale di Confartigianato Imprese Cuneo.

«In questo momento di grande incertezza – spiega il presidente Crosetto – le realtà istituzionali e produttive che agiscono sul territorio hanno il dovere di interrogarsi sul futuro, mettendo in campo le migliori forze e progettualità per individuare nuovi percorsi di sviluppo. Abbiamo un tessuto imprenditoriale ormai affranto per le limitazioni operative dovute alla pandemia, un territorio che, già fortemente penalizzato dalle carenze infrastrutturali, ha subito recentemente un ennesimo colpo con l’alluvione, vedendo così amplificato il suo isolamento.

Anche alla luce di quanto si sta dibattendo in sede europea, la nostra terra con le sue imprese volenterose e sempre pronte a rimboccarsi le maniche, merita più attenzione e più impegno nella ricerca di quelle risorse necessarie a rendere fluidi i percorsi di ripartenza: una viabilità efficiente, un sistema economico più agile e meno burocratico, una politica attenta al sostegno della piccola e media impresa che rappresenta da sempre il vero motore dell’economia nazionale».

Per seguire la diretta dell’evento è possibile registrarsi all’indirizzo web:




Confartigianato Cuneo: Nasce Bra Città Slow

Il progetto Bra Città Slow nasce dalla volontà,  da parte dell’Amministrazione Comunale, dell’ASCOM di Bra e dei Comitati di Via, con il successivo coinvolgimento di Confartigianato Cuneo – Zona di Bra,  di avviare un’attività di promozione – anche attraverso un’azione innovativa di Digital Marketing – che comprende tutto il commercio cittadino: una nuova identità comunicativa in grado di far emergere i valori aggiunti, le peculiarità e le caratteristiche di Bra, in quanto città attrattiva per le sue bellezze, il suo commercio e i suoi eventi.

Stanno vedendo la luce, proprio nel mese di novembre, i nuovi asset di comunicazione dedicati e che rappresentano l’espressione del progetto stesso, con un portale online creato su misura, completamente orientato al commercio e alla promozione delle diverse eccellenze della città di Bra.

Verrà messa a disposizione degli utenti una passeggiata digitale tra le eccellenze della città, per scoprire le sue attività commerciali, la sua storia, i suoi monumenti, gli eventi, le curiosità locali e molto altro. Protagoniste saranno anche le nuove azioni di comunicazione sui social network, dove, in un unico contenitore condiviso, verranno messi in primo piano i commercianti della città. Una base di partenza per ulteriori innovazioni nelle prossime settimane che daranno nuovo impulso al commercio cittadino.

Il nuovo percorso intrapreso, che si propone come una vera organizzazione comunitaria, ha inizio infatti dalla condivisione dei principali elementi di caratterizzazione della città con i commercianti braidesi stessi. Attraverso diversi incontri si è arrivati a definire quello che oggi è considerato l’emblema del progetto comunicativo e del nuovo portale: il brand “Bra Città Slow”. Un concetto che punta racchiudere i tanti elementi e le molteplici caratteristiche del territorio.

Promuovere questa identità di città slow significa sposare concretamente il concetto di una città che ama il buon vivere, il buon mangiare. Significa proporsi come comunità che ama la buona qualità della vita e che, anche nell’accoglienza commerciale e turistica, desidera trasmettere questa passione in ogni momento.

La piattaforma www.bracittaslow.it consentirà non solo di scoprire la città di Bra ma permetterà agli utenti di entrare virtualmente nei negozi ed effettuare acquisti on line con diverse modalità. Uno strumento innovativo a supporto dei negozi di vicinato che lottano per adeguarsi alle modalità di comunicazione proposte con successo dai giganti dell’e-commerce e dalla grande distribuzione, fino ad ora senza troppa fortuna. 

L’obiettivo è quello di portare nuova linfa ai piccoli esercizi e alle micro-imprese commerciali facendo leva sulle innovazioni digital, creando un luogo digitale, aggregrato per mettere a valore le relazioni con i clienti.

Dichiarano Gianni Fogliato, Sindaco e Biagio Conterno, assessore al commercio della città di Bra: “Si tratta di un progetto innovativo, partito mesi fa, ma che oggi dimostra di avere ancora più valenza. Ci si rende ormai conto di quale importanza abbia una comunicazione digitale comune, in una fase in cui tutte le città rischiano di non riuscire a raccontarsi e a far emergere le proprie peculiarità. Una realtà come quella di Bra ha molto da dire anche in questo periodo storico, e vogliamo che, attraverso questi canali, si crei una rinnovata e continua narrazione. Un modo per tenerci uniti ai tanti visitatori, che già erano presenti e che speriamo possano presto tornare nella nostra città e riportare l’attenzione che merita un territorio così ricco di bellezze.”

Dichiara Luigi Barbero, direttore Confcommercio Ascom Bra: “Questo è un percorso che, come sarà evidente dal portale, coinvolge i commercianti braidesi in prima persona e li rende protagonisti. Ci siamo sentiti, fin dal principio, tutti parte di un progetto comune, che prende avvio adesso ma che ha l’obiettivo di diventare un modello continuativo. La sfida è comunicare Bra come un unico centro commerciale naturale: ogni realtà avrà la propria dimensione e la propria unicità all’interno dei canali, ma lavoreremo fianco a fianco per sviluppare questa cornice comune che diventerà un punto di riferimento per crescere insieme. Riteniamo sia un valore aggiunto e un esempio virtuoso in un periodo in cui le attività commerciali stanno vivendo sfide e difficoltà davvero complesse. Questo è il momento per rilanciare e investire sul futuro.”

Dichiar Joseph Meineri, direttore Confartigianato Cuneo: “Abbiamo aderito con slancio all’iniziativa, con la consapevolezza che mai come in questi momenti sia importante “fare rete” e mettere a fattor comune capacità progettuali, conoscenza delle categorie e delle specificità del tessuto economico locale per sviluppare progetti sinergici e contribuire così al sostegno e allo sviluppo del territorio. Forti di pregresse esperienze tra cui il portale, di carattere provinciale, “scelgoartigiano.it”, siamo convinti che le nuove tecnologie possano offrire grandi possibilità anche alle piccole e medie imprese e alle aziende artigiane. Siamo certi che il nuovo strumento rivolto agli esercizi braidesi possa quindi rappresentare un’ulteriore opportunità per affrontare la situazione di contingenza e guardare con ottimismo al futuro. Il nostro obiettivo sarà proprio quella di accompagnare le imprese nell’utilizzo consapevole e sostenibile di questi nuovi strumenti. Più che azzeccata, poi, la volontà di coniugare le eccellenze dell’artigianato e del commercio locali con le peculiarità turistiche di Bra: un ulteriore modo per rafforzare l’importare legame che deve esistere tra imprese e mondo del turismo”.




Confartigianato Imprese Cuneo ha presentato il suo Bilancio Sociale

I cambiamenti legati alla pandemia in ambito socio economico, le difficoltà oggettive di dare risposte ad un’emergenza dalla doppia faccia, sanitaria e produttiva, l’utilizzo del Mes e l’accesso al Recovery Fund per dare futuro al Paese. Queste le principali tematiche che hanno fatto da contorno all’evento di presentazione del Bilancio Sociale 2019 di Confartigianato Imprese Cuneo.

Un appuntamento fortemente voluto da Confartigianato Cuneo in questo periodo delicato per sottolineare la volontà di guardare avanti con positività, insieme al tessuto imprenditoriale cuneese, illustrando numeri, attività e peculiarità del settore. 

L’incontro svoltosi in streaming sulla piattaforma del quotidiano La Stampa, ha ospitato tra i relatori Enrico Letta, già presidente del Consiglio e attualmente direttore della Scuola di Affari internazionali dell’Istituto di Studi Politici di Parigi; Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo e vice presidente di SME United; Domenico Massimino, vicepresidente nazionale di Confartigianato Imprese; Cesare Fumagalli, direttore generale di Confartigianato nazionale; Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Imprese Cuneo; Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC e Teresio Testa, direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo.

«Il Bilancio Sociale significa per Confartigianato Cuneo un modo per guardarsi “dentro” – ha dichiarato il presidente Crosetto – ed offre quindi uno spaccato più che mai esauriente di quello che rappresenta per i suoi Associati, per il territorio e per il benessere collettivo. Si tratta di un documento prezioso, attraverso il quale viene narrato un nuovo capitolo della storia imprenditoriale della nostra provincia di Cuneo, evidenziando l’importanza che riveste nell’ambito produttivo quel “valore artigiano” da sempre promosso e sostenuto dalla nostra Associazione».

Dopo l’introduzione, il direttore Meineri ha illustrato il Bilancio Sociale 2019 di Confartigianato Imprese Cuneo, evidenziando i punti di forza dell’Associazione che la collocano al secondo posto a livello nazionale.

«La presentazione del Bilancio Sociale – ha spiegato è un momento di grande trasparenza dell’operato della nostra Associazione, la quale attraverso informazioni e dati illustra il suo percorso di un anno di attività. Nel 2019 tre sono stati gli asset su cui abbiamo concentrato il nostro impegno: innovazione, sostenibilità ed eccellenza. Per ognuno abbiamo fornito alle imprese risposte concrete, dal nuovo portale impresadigitale.eu per la fatturazione elettronica, ai processi di mantenimento e gestione sostenibili, fino al viaggio nelle peculiarità gastronomiche con il progetto “creatori d’eccellenza”. Al centro di ogni nostro lavoro c’è sempre stato il “valore artigiano”, quel fattore distintivo che rende i prodotti delle nostre aziende unici ed irripetibili».

A seguire, si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Il futuro nelle nostre mani, tra sostenibilità e ripartenza” moderata da Paolo Griseri, vicedirettore del quotidiano La Stampa. Il dibattito è partito dal senso generale di incertezza nel quale l’umanità si sta muovendo di fronte alla grave emergenza sanitaria e dai nuovi modi di interpretare la quotidianità che potrebbero trasformarsi in opportunità per una ripartenza futura.

«Indubbiamente stiamo vivendo un periodo di sospensione – ha commentato Letta – che però non deve trasformarsi in inerzia. Dobbiamo usare questo tempo per prepararci alla ripartenza che avverrà presumibilmente con l’arrivo del vaccino anti Covid e sarà rapida. Il nostro Paese a livello internazionale ha oggi un’opportunità “unica” ed “irripetibile”, che arriva dopo lunghi anni di crisi e contenimento delle spese a causa del suo pesante debito pubblico. In questi ultimi decenni non ha potuto fare grossi investimenti strutturali e di ammodernamento delle sue strutture principali a causa dei vari vincoli di stabilità. Ora, con la situazione di emergenza tutto questo è cambiato e quindi, se si metteranno in campo delle buone progettualità, con i fondi europei, penso ad esempio al Mes rivisto nelle sue finalità, si potrà dare impulso ad opere moderne ed innovative, ricalibrando così il ruolo del nostro Paese nell’ambito Ue». 

Letta si è poi anche espresso riguardo alle recenti elezioni negli Stati Uniti. «La nomina a presidente di Joe Biden per l’Italia e l’Europa non può che essere una buona notizia. Trump ha sempre avuto nei confronti del vecchio continente, ed in particolare del nostro Paese, un atteggiamento di sfida. Dunque non c’è mai stato quel feeling necessario a fare scelte condivise. Ora con Biden questo percorso sarà più facile e sono certo che anche con i paesi asiatici, tipo la Cina, si potranno aprire dialoghi costruttivi di più ampia collaborazione». 

E su come potranno gli imprenditori artigiani cogliere le opportunità di questa fase di transizione verso nuove modalità operative e di mercato, è intervenuto il segretario generale di Confartigianato nazionale Fumagalli.

«In questo periodo i gravi problemi generati dalla pandemia – ha sottolineato – cercano soluzioni a tempi brevi, ma per dare sostegno alle imprese bisogna superare il carpe diem e guardare al domani. Pur avvertendo la straordinarietà dell’oggi, dobbiamo impegnarci a valorizzare i punti di forza del Sistema italiano rimuovendone le criticità. Non dimentichiamo che l’impresa diffusa sul territorio è una grande forza del nostro Paese e proprio in questo periodo sta dando una grande prova di resilienza. D’altra parte, la sostenibilità sociale e ambientale scaturisce proprio dall’essere parte attiva del territorio su cui si opera e le PMI ne sono una ottima dimostrazione. Ben vengano quindi le nuove misure del Governo per il rilancio del settore Costruzioni: bonus facciate, Ecobonus e Sismabonus rappresentano nuovi sistemi per dare sviluppo contestuale al territorio e alle imprese artigiane. Il tutto con l’obiettivo di ottenere un buon livello di benessere collettivo». 

Agganciandosi al tema dello sviluppo del settore edile ed immobiliare, ha preso la parola il vicepresidente nazionale di Confartigianato Massimino. 

«Abbiamo apprezzato le recenti misure messe in campo dal Governo – ha sottolineato – che vanno ad attutire le difficoltà delle nostre imprese a causa della recrudescenza della pandemia. Tuttavia, riteniamo necessario che ci sia un impegno maggiore nella programmazione del futuro. I provvedimenti coraggiosi dell’Ecobonus 110% , sicuramente utili a far ripartire il Paese, soffrono di limiti temporali che dovrebbero essere superati, tenendo conto del fatto che la nuova emergenza contagi sta rallentando i lavori e che i fabbricati possono accedere al provvedimento solo se perfettamente in regola con le misure catastali dei comuni. Questo richiede tempi lunghi di accertamento ponendo un freno agli interventi. Sarebbe necessaria quindi una proroga almeno fino al 2023/2024. Naturalmente, a sostenere questa importante misura c’è poi il sistema bancario e finanziario che oggi svolge un ruolo strategico nella cessione del credito e con il quale è importante collaborare».

Ad interpretare la voce autorevole del mondo bancario che opera sul nostro territorio e l’attenzione che questo pone nei confronti della sostenibilità, il direttore interregionale di Intesa Sanpaolo Testa 

«Il Gruppo Intesa Sanpaolo si è reso disponibile a finanziare con 50 miliardi di euro di nuovi crediti la realizzazione del green deal europeo nel nostro Paese. Fin dal 2015 ha aderito alla Ellen MacArthur Foundation, principale organizzazione che promuove il modello circolare e ha istituito un plafond dedicato alla circular economy di 5 miliardi di euro, allargato ora a 6 per poter includere la rete di UBI Banca. Le linee di credito supportano la transizione green delle aziende in modo più ampio, non solamente progetti di circular economy. In Piemonte ad oggi ne hanno beneficiato 15 progetti per un ammontare di oltre 15 milioni di euro. Proprio nel Cuneese abbiamo lavorato con imprese all’avanguardia, già pienamente coinvolte in questo fondamentale processo di cambiamento. Per accompagnare le PMI nell’acquisire maggiore consapevolezza e investire in progetti di sostenibilità, Intesa Sanpaolo ha inoltre creato un Circular Economy Lab, che agevola l’incontro tra domanda e offerta di soluzioni circolari. Va in una direzione analoga la grande opportunità offerta dall’Ecobonus per rinnovare in chiave sostenibile il nostro patrimonio edilizio a beneficio del risparmio energetico e dell’eredità che lasceremo alle generazioni future. La Banca continuerà a garantire piena operatività e supporto creditizio nonostante il peggioramento delle condizioni legate all’emergenza sanitaria, permettendo tra l’altro di richiedere i finanziamenti a distanza, senza doversi recare in filiale. Finanziamenti che da inizio anno, misure Covid comprese, hanno toccato la cifra di 2 miliardi di euro per il Piemonte, 300 milioni per il Cuneese, e certamente riusciremo a fare ancora di più unendo le forze con la rete UBI».

Sul tema del benessere diffuso come percorso di sviluppo di una territorialità collaborativa e proiettata al futuro si è espresso il presidente di Fondazione CRC Genta.

«Le Fondazioni bancarie pur non erogando direttamente risorse alle imprese, possono tuttavia creare le condizioni per far sì che esse crescano insieme al territorio. Uno degli obiettivi che si prefigge la nostra Fondazione è quella di creare i presupposti per un benessere diffuso che possa contribuire a migliorare la qualità di vita dell’intera comunità. Lavoriamo però affinché il nostro sostegno non diventi semplicemente una “mano di bianco” per apparire migliori, ma generi interventi strutturali che guardino al lungo periodo. Inoltre, proprio per affiancare lo sviluppo imprenditoriale che passa attraverso competenze di livello, abbiamo puntato molto sulla formazione a tutti i livelli, partendo dalla “città dei talenti” che permette di individuare e sviluppare la creatività dei bambini dai 7 ai 13 anni per evitare la dispersione scolastica fino alla formazione universitaria. Ci siamo impegnati nella riapertura del Politecnico a Mondovì e collaboriamo con l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. La provincia di Cuneo deve essere un territorio coeso, in grado di affrontare con maggiore forza anche le eventuali criticità. Prendiamo ad esempio la recente alluvione. In quel caso erano urgenti risorse immediatamente utilizzabili e su questo fronte siamo intervenuti. Ci vogliono poi progettualità efficaci per ottenere i finanziamenti europei. Anche in questo caso ci siamo proposti come partner di coprogettazione con tutti gli altri attori territoriali. È importante che nel momento in cui ci sarà lo “start” del rilancio la nostra provincia non si faccia trovare impreparata».

A chiudere la tavola rotonda le considerazioni del presidente Crosetto.

«In questo periodo abbiamo più che mai bisogno di fiducia e di guardare non soltanto al domani, ma al dopo domani con nuove progettualità. I tanti spunti emersi da questo incontro sono indubbiamente forieri di pensieri nuovi e costruttivi. La nostra Associazione ritiene fondamentale la coesione sul territorio e da sempre si impegna perché si possa lavorare “insieme” e “facendo rete”. In questi anni con le nostre iniziative abbiamo dimostrato di essere attivi, attenti alle esigenze del mondo produttivo che ci onoriamo di rappresentare, e pronti a cogliere tutte le opportunità che si profilano all’orizzonte per dare impulso alla crescita imprenditoriale, sociale e sostenibile del territorio cuneese. La sostenibilità è intrinsecamente resilienza, competitività e riduzione del rischio, un asset essenziale per uscire dalla crisi economica scatenata dalla pandemia. E a proposito di innovazione e sistemi digitali, sui quali abbiamo puntato, ad esempio con l’app “Scelgo Artigiano” per dare alle nostre imprese un’ulteriore apertura di mercato on line, permettetemi di fare un appunto riguardo ai grandi colossi del web. Oggi subiamo la concorrenza di realtà commerciali che operano su Internet senza pagare un euro di tasse nel nostro Paese. Gli sforzi delle nostre imprese per sopravvivere in questo momento sono pesanti, crediamo sarebbe doveroso che il Governo regolamentasse meglio questo tipo di concorrenza».




Decreto ristori, Confartigianato Piemonte: Necessari contributi adeguati, concreti e veloci

Ancora una volta non possiamo dire “buona la prima”. E’ stato necessario, infatti, stanziare altre risorse con il Decreto Ristori bis per andare in aiuto alle realtà che non possono lavorare e che con il Decreto Ristori non avrebbero ricevuto un euro dallo Stato. Per tutte queste attività e professioni è fondamentale avere la certezza di ristori adeguati, concreti e veloci”.

 

Questo il commento di Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, rispetto alla situazione che si è venuta a creare nel settore artigiano del Piemonte dopo il DPCM firmato dal Presidente del Consiglio e che, anche a seguito delle sollecitazioni di Confartigianato, ha portato al varo di un nuovo decreto Ristori (Decreto Ristori bis).

 

Confartigianato Piemonte sottolinea come dal primo Decreto siano rimaste fuori categorie come i Bus Operator e i Fotografi, solo per fare degli esempi, ma anche tutti quei mestieri artigiani che ruotano intorno alla produzione e servizi per la ristorazione e somministrazione, dalle pizzerie a taglio alle gastronomie, passando per rosticcerie e piadinerie, non ammesse ai contributi nonostante i vistosi e prolungati cali di fatturato, e quelle che gravitano nel turismo, negli eventi, nei convegni e nei congressi, di fatto senza mercato da 7/8 mesi. Senza dimenticare le imprese appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, per le quali la Confederazione ha chiesto di includere le imprese agroalimentari artigiane di prima trasformazione di prodotti agricoli (lavorazione carni e trasformazione dei prodotti caseari) che subiscono gravi danni economici a causa delle restrizioni imposte al settore della ristorazione.

 

Nel lockdown di marzo il codice Ateco dei fotografi non compariva tra quelli delle attività obbligate alla chiusura perché molti laboratori fotografici sono stati parificati agli ottici e, pertanto, considerate attività essenziali. In tale periodo, però, fra cerimonie annullate, matrimoni rinviati e divieti negli spostamenti se non per motivi di lavoro, di salute o per procurarsi beni di prima necessità, recarsi dai fotografi era improbabile e impossibile. Quindi senza obbligo di chiusura, i fotografi si sono trovati a poter tenere aperti i negozi ma a non avere, o raramente, clienti. E, proprio per il fatto che i loro codici Ateco non fossero contemplati dai DPCM, ha fatto sì che l’intero settore fosse escluso a priori dal Decreto Ristori.

 

Una situazione paradossale che si è ripetuta nuovamente, in questa seconda ondata di contagi e che rischia di aggravarsi.  – sottolinea Felici – La quasi totalità delle cerimonie e dei matrimoni sono stati nuovamente annullati o rimandati, o nella migliore delle ipotesi celebrati con un ridimensionamento tale tra ospiti e organizzazione che ha comunque portato ad una riduzione degli incarichi e dei guadagni da parte dei fotografi.”

 

“Già a maggio avevamo chiesto che fossero previste misure specifiche e concrete di aiuto per la categoria – afferma Felici -. Ora, a fronte del DL Ristori del 28 ottobre e il nuovo DPCM del 3 novembre, ci siamo trovati di nuovo a chiedere l’inserimento delle aziende di fotografia e comunicazione tra i beneficiari delle misure di sostegno economico previste per altri settori. Con il Decreto Ristori bis si sta andando nella direzione giusta ma vogliamo verificare insieme al Governo l’elenco dei codici Ateco delle attività che prenderanno gli indennizzi per evitare che ci siano, nuovamente, settori esclusi”.

“Per questo occorre uscire dalla logica dei codici ATECO – riprende Felici – sistema che ha dimostrato nei fatti di escludere intere categorie colpite tanto quanto, se non in misura maggiore, di quelle coinvolte. Insomma occorre ragionare non per codici Ateco ma con una logica di filiera”.

Il Governo deve pensare a provvedimenti che seguano la logica di aiutare coloro che possono dimostrare un calo del fatturato di una certa percentuale a prescindere dalla attività che viene svolta – riprende Felici – è infatti chiaro che la riduzione della socialità indotta dalle chiusure di certe attività come bar, locali, ristoranti e il divieto di tenere cerimonie e feste incidono sui bilanci di tutti”.

 

“Occorre dimostrare con chiarezza agli imprenditori che i loro sacrifici vengono ripagati con ristori immediati e proporzionati al danno-conclude Felici – Le parole d’ordine devono essere velocità e ‘zero burocrazia’. Insomma, gli imprenditori devono poter contare su risorse certe, erogate in tempi rapidi”.

 

 




Confartigianato Torino. DPCM: Serve un “Decreto Ombrello” che esca però dalla logica dei codici ATECO

Purtroppo ancora una volta ci preoccupa la “confusione” e la “nebbia” che avvolge i contenuti del nuovo DPCM (323 le pagine che compongono l’allegato di questo provvedimento)”.

Ad affermarlo Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino di fronte al plico del nuovo DPCM firmato dal Presidente del Consiglio.

“Quello che emerge -prosegue De Santis – è la volontà di legare territorialmente la gravità degli interventi alla gravità della situazione sanitaria. Questo principio rispetto ad un lockdown generalizzato come a primavera, davvero economicamente insostenibile per il Paese, è comprensibile se consideriamo che il debito pubblico è già arrivato al 160%”.

“Per fare questo -propone De Santis- è però fondamentale avere ristori certi, concreti e veloci, per tutte le attività e professioni che sono coinvolti dalle chiusure. Serve, alla luce di questo nuovo DPCM, un “Decreto Ristori BIS” che vada a ristorare le attività coinvolte; ma serve ancor più un decreto ombrello che esca dalla logica dei codici ATECO. Sistema che ha dimostrato nei fatti di escludere intere categorie colpite tanto quanto se non in misura maggiore di quelle coinvolte.

Penso a categorie come i Bus Operator e i Fotografi, solo per fare degli esempi, ma sono coinvolti tutti quei mestieri che ruotano intorno alla produzione e servizi per la ristorazione, per gli eventi ed il turismo che, almeno sino ad oggi, sono risultati essere esclusi da ogni aiuto ma di fatto senza mercato da 7/8 mesi. Il Governo deve pensare ad un provvedimento che vada nella logica di aiutare coloro che possono dimostrare un calo del fatturato di una certa percentuale a prescindere dalla attività che viene svolta. E’ infatti chiaro che la riduzione della socialità indotta dalle chiusure di certe attività come bar, locali, ristoranti e il divieto di tenere cerimonie e feste incidono sui bilanci di tutti”.

“E positivo – conclude Dino De Santis – che le attività produttive siano salvaguardate dalla chiusura anche nelle zone a più alto rischio. E’ il riconoscimento che il lavoro svolto con la stesura dei protocolli nazionali e il rispetto delle regole da parte dei nostri imprenditori, abbiano messo in “sicurezza” i luoghi di lavoro, tutelando la salute dei dipendenti, delle famiglie e degli stessi artigiani che lavorano quotidianamente al servizio della collettività”.

 

 




L’allarme di Stefania Baiolini Presidente estetisti di Confartigianato Imprese Piemonte

Incredulità e rabbia da parte di Confartigianato Estetisti di fronte all’esclusione delle imprese di estetica dall’allegato 24 al DPCM del 3 novembre 2020 che elenca le attività di servizi alla persona consentite nelle zone cosiddette “rosse”.

“Si tratta – dichiara la Presidente Estetisti di Confartigianato Imprese Piemonte – di un provvedimento gravemente penalizzante nei confronti delle imprese del settore che sin dalla riapertura del 18 maggio hanno applicato con la massima diligenza le linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni, intensificando le già rigide misure previste sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti. Chiediamo di leggere e conoscere le motivazioni che hanno portato il Governo a questa decisione: parrucchieri aperti perché?, attività di estetica chiuse perché?. E magari potremmo condividere. Ma senza spiegazioni, no!”.

Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, in questi settori in Piemonte si registrano 2.500 centri estetici artigiani che offrono servizi e trattamenti estetici grazie anche ai circa 4.500 addetti.

Si stima, inoltre, che un terzo dei centri estetici del Piemonte non riuscirà a riaprire dopo questo secondo lockdown.

“Reduci da un periodo di chiusura prolungata che ha costretto molte aziende ad abbassare per sempre le saracinesche, i centri estetici di Confartigianato- spiega Baiolini – hanno riaccolto la propria clientela con la professionalità di sempre, offrendo quella sicurezza che durante il lockdown primaverile è stata messa a rischio dal dilagante fenomeno degli operatori abusivi. La chiusura delle attività imposta con DPCM dell’11 marzo 2020, aveva infatti già provocato, oltre all’evidente danno economico per le imprese del settore, un disagio crescente tra i cittadini, privati della possibilità di fruire di quei servizi di cura della persona utili al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico al quale tanta importanza viene attribuita dalla comunità scientifica.”

Un settore sempre sotto attacco degli irregolari; secondo un recente calcolo sempre di Confartigianato, si stima come in Piemonte “colpiscono” direttamente il 20% delle imprese regolari.
Ed è soprattutto in questo periodo che nel settore del benessere e della cura della persona è allarme per il proliferare abusivi e irregolari che offrono “servizi itineranti e a domicilio” per trattamenti estetici.

“Questa situazione aveva provocato una prevedibile impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori che già esercitavano l’attività in forma abusiva -continua Baiolini – in assenza delle prescrizioni di legge sia sul piano formativo che igienico-sanitario e che, in quel frangente, hanno rappresentato ancor più di sempre un serio rischio per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola.”

L’appello di Confartigianato Estetisti al Governo è quindi quello di sanare velocemente questa pericolosa criticità autorizzando – così come previsto per i saloni di acconciatura – lo svolgimento dell’attività di estetica anche nelle zone definite “rosse”, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore e dello stesso Paese.




Confronto tra Confartigianato Imprese Cuneo e i sindaci della Valle Tanaro

1994, 2016 ed ora 2020. Anni che richiamano a fenomeni alluvionali sempre più violenti, responsabili di danni e devastazioni del territorio e delle vallate cuneesi, una in particolare, la Valle Tanaro.

Vere e proprie bombe d’acqua che in poco più di 24 ore hanno generato ferite profonde non facilmente sanabili. Gravi problemi strutturali al sistema viario, numerosi danneggiamenti agli edifici, ma anche pesanti danni a tante piccole imprese che in quella zona mantengono vivo il tessuto economico e che ora si ritrovano a fare i conti con una difficile ricostruzione e un ancor più complesso rilancio produttivo.

Confartigianato Imprese Cuneo, proprio in virtù della sua mission che indica nella rappresentanza uno degli aspetti prioritari del suo impegno, ha voluto, seppure da remoto come lo impongono le misure di sicurezza attuali, incontrare i sindaci di quella parte della valle Tanaro per fare il punto sulla situazione attuale e sulle iniziative che si possono mettere in campo per dare un concreto sostegno alle imprese locali.

In collegamento sulla piattaforma Go to meeting la presidenza e la Giunta di Confartigianato Imprese Cuneo insieme ad alcuni dirigenti dell’Associazione, tra i quali Sergio Rizzo presidente Confartigianato – zona di Ceva e Davide Merlino rappresentante di Confartigianato in seno alla Fondazione CRC e Mauro Bernardi vice presidente di Confartigianato – zona di Cuneo e presidente ATL Cuneese.

Collegati in rappresentanza dell’Alta valle Tanaro, i sindaci di Garessio Ferruccio Fazio, di Ormea Giorgio Ferraris, di Bagnasco Giuseppe Carazzone, di Nucetto Enzo Dho e di Priola Luciano Sciandra.

Tra i temi affrontati le problematiche legate ai danni alluvionali ad imprese e viabilità, il prosieguo del progetto del traforo Armo Cantarana, e la necessità di reperire risorse per sostenere i lavori di ripristino delle strutture e per avviare un concreto rilancio economico.

Nel discorso introduttivo, il presidente di Confartigianato Imprese Cuneo Luca Crosetto ha posto l’accento sulla piena disponibilità dimostrata fin da subito dall’Associazione a sostenere le imprese di questa parte di territorio.

“Abbiamo affiancato immediatamente come partner la Fondazione Specchio dei Tempi de la Stampa nella raccolta fondi per le imprese danneggiate. – ha sottolineato – Un segnale per comunicare vicinanza e solidarietà alle nostre imprese associate e una mano tesa per fornire aiuti immediati per una ripartenza”.

La parola è poi passata al direttore di Confartigianato Imprese cuneo Joseph Meineri, il quale ha presentato in modo sintetico il tessuto economico che insiste sull’Alta Val Tanaro. “Nei cinque comuni coinvolti in questo incontro – ha illustrato – operano ben 214 aziende artigiane che sommate alle altre 410 imprese commerciali, industriali e del terziario, arrivano a 624, un dato che dimostra quanto sia vivace e attivo il mondo produttivo di questa zona”.

A seguire gli interventi dei cinque sindaci ospiti dell’incontro, i quali hanno elencato le problematiche dei loro territori.

Ferruccio Fazio (Garessio): “Un ringraziamento doveroso va all’iniziativa di Specchio dei Tempi e al vostro importante contributo. Mi piacerebbe che questa iniziativa di solidarietà proseguisse anche per dare un sostegno alla riattivazione rapida di un’operatività efficiente per le imprese. Con l’abbattimento nei prossimi giorni del ponte Odasso che ostruisce, in caso di piena, il fluire del fiume Tanaro, ci troveremo con una Garessio tagliata a metà in un punto cruciale del paese dove hanno sede molte attività artigiane e commerciali. Dovremo quindi affittare una passerella pedonale per dare loro l’opportunità di essere raggiunte, ma il costo è di circa 80 mila euro”.

Giorgio Ferraris (Ormea): “Nel nostro comune i danni maggiori si riferiscono all’ambito imprenditoriale legato al turismo. A fronte di 1500 residenti, abbiamo più di un terzo di aziende legate al mondo dell’artigianato e dei servizi in ambito turistico. L’evento alluvionale ha creato danni ingenti a sentieri, percorsi, pista ciclabile e la famosa balconata di Ormea. A questo proposito, abbiamo anche lanciato anche una raccolta fondi perché sappiamo bene che per la viabilità ordinaria prima o poi i finanziamenti si trovano, mentre quella turistica spesso viene dimenticata. C’è poi, il progetto del traforo di Armo Cantarana: ha avuto gli avvalli necessari, ma mancano i finanziamenti. Certo, per la nostra viabilità che ora, dopo lo stop del Tenda, sta registrando un incremento di passaggi di molto superiore a prima, potrebbe offrire ai viaggiatori una nuova opportunità per raggiungere più agevolmente la Liguria”.

Giuseppe Carazzone (Bagnasco): “Il nostro territorio ha bisogno di una viabilità più fluida e di una connessione più efficiente. I danni provocati dalla recente alluvione hanno messo in difficoltà alcune importanti aziende che operano nel nostro territorio. In particolare, mi riferisco alla Fassa Bortolo, che dà lavoro a 40 persone, e che per la seconda volta ha avuto lo stabilimento allagato. Uno dei simboli di Bagnasco è il suo particolare ponte medioevale che ha un unico gemello in Francia. Bisognerebbe costruire a questo ponte una nuova arcata per evitare che si ripetano questi fenomeni di allagamento, ma come sempre mancano i fondi”.

Enzo Dho (Nucetto): “Per fortuna le nostre imprese non hanno subito gravi danni. Qualche problema si è verificato al campo sportivo, mentre tre famiglie sono rimaste senza abitazione. Bisognerebbe fare leva nei confronti delle istituzioni referenti per ottenere il miglioramento della viabilità statale”.

Luciano Sciandra (Priola): “I problemi per le nostre aziende artigiane sono stati tutto sommato contenuti. Però già in passato abbiamo verificato come i risarcimenti da parte dello Stato siano troppo bassi rispetto all’entità dei danni e le lungaggini burocratiche esasperanti. Occorre un’azione comune di tutte le associazioni e dei vari comuni per sostenere in modo concreto sia le attività artigiane che il miglioramento della viabilità. Inoltre bisognerebbe che venissero individuati criteri più congrui nella distribuzione dei fondi, in modo da dare alle imprese produttive un vero valore aggiunto”.

Dopo i sindaci, l’intervento del vice presidente vicario di Confartigianato Imprese Cuneo e presidente regionale Giorgio Felici, il quale ha sottolineato come negli incontri con i vertici della Regione Piemonte si sia più volte posto l’accento sulla necessità che tutto il territorio cuneese possa usufruire di infrastrutture digitali efficienti, visto che attualmente oltre la metà della Granda ancora non accede ad una connessione veloce.

Sull’importanza di fare rete e di lavorare insieme per raggiungere risultati positivi per le imprese, le famiglie e il territorio è intervenuta la vice presidente di Confartigianato Imprese Cuneo Daniela Balestra, la quale ha sottolineato come l’Associazione con questo incontro abbia voluto dare un segnale tangibile di attenzione alle imprese della zona, non soltanto attraverso iniziative di sostegno, ma con un vero e proprio servizio di accompagnamento nel percorso di rilancio e di sviluppo.

E sul binomio artigianato e turismo si è soffermato il presidente dell’ATL Cuneese Mauro Bernardi, sottolineando il grave clima di incertezza in cui si sta muovendo il settore turistico a causa dell’emergenza sanitaria. “Nel solo periodo autunnale sono state cancellate 90 fiere ed eventi previsti a livello locale – ha detto – Un danno pesante anche per l’indotto comprendente le numerose imprese artigianali che da sempre rivestono un fondamentale ruolo di supporto alla promozione di un territorio”.

A conclusione dell’incontro, il presidente Crosetto ha proposto ai cinque sindaci di sottoscrivere un documento da inviare al Prefetto e al Presidente della Provincia nel quale si sollecita la costituzione di un gruppo di lavoro che riprenda alcune tematiche importanti per la Valle Tanaro: miglioramento della viabilità e avvio dei lavori per il traforo di Armo Cantarana, banda larga, interventi urgenti per favorire la ripresa turistica, ripristino delle strade bianche.

“Con questa iniziativa – spiega – intendiamo tutelare con forza tutte le 624 imprese che vivono e lavorano in questa parte della nostra provincia. Soltanto lavorando insieme e facendo fronte comune potremo dare alle nostre aziende un futuro di sviluppo”.




Acconciatori ed Estetisti: “Il nostro lavoro in sicurezza è essenziale per il benessere delle persone”

Nel timore di nuove chiusure programmate, generate dalla recrudescenza dei contagi da Covid 19, acconciatori ed estetisti, rappresentanti due categorie già pesantemente colpite dal precedente lockdown del marzo scorso, richiamano l’attenzione sul loro ruolo essenziale di “dispensatori” di benessere alle persone, sensazione più che mai necessaria in questo frangente di criticità sanitaria.

«Non vorremmo che nella programmazione di nuove chiusure a causa della grave emergenza sanitaria, si considerasse “superfluo” il nostro lavoro. – puntualizza Enrico Frea, rappresentante provinciale e regionale degli Acconciatori di Confartigianato Cuneo e membro della Camera Italiana della Cosmesi – Migliorare l’aspetto fisico significa appagare l’anima attraverso i sensi e per questo non può essere considerato un atto superfluo. Sentirsi in ordine, e quindi in pace con se stessi, diventa un importante sostegno al proprio equilibrio psicologico, anche se si è costretti tra le mura domestiche. Dopo la prima ondata della pandemia, ognuno di noi ha investito tempo e denaro nell’attrezzarsi per rispettare pienamente le regole di sicurezza ed oggi opera con massima attenzione, tutelando sia il cliente che i lavoratori».

Una voce, quella del comparto dei “Servizi alla Persona” che rappresenta un tassello importante a livello imprenditoriale nel nostro territorio. Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, in Piemonte si contano 12.449 imprese artigiane operanti nei settori acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici, con circa 22 mila addetti. In provincia di Cuneo questa realtà imprenditoriale è rappresentata da oltre 1.200 aziende.

«Dando per scontato che la salute è il nostro bene più prezioso e va in ogni modo tutelata, – aggiunge Luca Crosetto, presidente di Confartigianato imprese Cuneo – le nostre imprese che operano nel comparto dei servizi alla persona nei mesi scorsi si sono scrupolosamente attrezzate per garantire sicurezza ed igiene alla clientela e in questo momento di grave incertezza rappresentano un supporto importante al benessere collettivo. Auspichiamo quindi che nelle prossime strategie di contenimento del contagio, non si vadano a colpire nuovamente le imprese che in modo responsabile si sono attenute alle regole».




Felici: “Trattano artigiani e commercianti come untori. Si sono dimostrati incapaci, e ora se la prendono con pasticceri e gelatai”

Con il consueto paternalismo il Presidente Conte ci ha avvisato che se faremo tutti i bravi sarà un sereno Natale.

Non facciamoci illusioni. Dpcm dopo Dpcm ci stiamo avviando verso un nuovo lockdown che con l’avvicinarsi del Natale segnerà la morte certa per tante attività artigiane e commerciali e non basteranno le misure di compensazione promesse né il contentino di poter tenere aperte alcune attività nel fine settimana.

Non eravamo ancora riusciti a risollevare la testa dalle restrizioni di questa primavera, che le misure annunciate quest’oggi dal Presidente Conte segnano un’ulteriore mazzata per tutti noi. Siamo consapevoli della gravità della situazione sanitaria ma non possiamo accettare di essere gli unici capri espiatori.

Nei Dpcm non vediamo solo manifestarsi l’anima anti-imprenditoriale dei giallo-rossi, che ignorano cosa significhi alzarsi la mattina per aprire bottega, ma c’è la chiara volontà di additate ristoratori, pasticceri, baristi e gelatai come degli irresponsabili untori. Non sono stati in grado, nei quattro mesi di tregua che il Covid ci ha concesso, di potenziare il traporto pubblico locale.

Non sono stati in grado di organizzare la scuola con orari di lezione differenziati per evitare assembramenti all’entrata e all’uscita. Non sono stati in grado di far partire tutti i cantieri necessari per avere più posti letto ospedalieri. Non sono stati in grado di garantire una massiccia campagna di vaccinazioni anti-influenzali.

Non sono stati in grado a giugno, di prendere dieci influencer e 10 rapper per spiegare ai giovani nelle località di vacanza perché si deve usare la mascherina. Essendo stati incapaci di fare tutto questo, ora colpiscono commercio, ristorazione e artigianato. E che dire dei tanti lavoratori della filiera degli eventi legati anche alla cerimonie di matrimoni (dove si stima una perdita del 70% del fatturato) e di quelli del comparto della cultura? Lo stop a concerti e teatri vuol dire lasciare a casa non solo artisti e operatori culturali ma tanti artigiani.

Non riesco a capire perché quegli imprenditori che in questi mesi hanno rispettato e fatto rispettare ai loro clienti le misure di contenimento (mascherine e distanziamento), debbano ora pagare il prezzo della situazione. E magari anche subire anche la beffa della scorsa Pasqua, quando le pasticcerie artigianali stavano chiuse mentre si vendevano colombe e uova nei supermercati. Sarà così anche per il panettone?

Intanto, i nostri artigiani sono ancora in attesa della cassa integrazione, la cui erogazione si è fermata al mese di giugno per mancanza di liquidità, e sono ancora in attesa dell’estensione del bonus Piemonte a molti codici Ateco che sono stati esclusi. Ma, come diceva mia mamma, se faremo i bravi, a Natale saremo ricompensati”.