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L’allarme di Stefania Baiolini Presidente estetisti di Confartigianato Imprese Piemonte

Incredulità e rabbia da parte di Confartigianato Estetisti di fronte all’esclusione delle imprese di estetica dall’allegato 24 al DPCM del 3 novembre 2020 che elenca le attività di servizi alla persona consentite nelle zone cosiddette “rosse”.

“Si tratta – dichiara la Presidente Estetisti di Confartigianato Imprese Piemonte – di un provvedimento gravemente penalizzante nei confronti delle imprese del settore che sin dalla riapertura del 18 maggio hanno applicato con la massima diligenza le linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni, intensificando le già rigide misure previste sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti. Chiediamo di leggere e conoscere le motivazioni che hanno portato il Governo a questa decisione: parrucchieri aperti perché?, attività di estetica chiuse perché?. E magari potremmo condividere. Ma senza spiegazioni, no!”.

Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, in questi settori in Piemonte si registrano 2.500 centri estetici artigiani che offrono servizi e trattamenti estetici grazie anche ai circa 4.500 addetti.

Si stima, inoltre, che un terzo dei centri estetici del Piemonte non riuscirà a riaprire dopo questo secondo lockdown.

“Reduci da un periodo di chiusura prolungata che ha costretto molte aziende ad abbassare per sempre le saracinesche, i centri estetici di Confartigianato- spiega Baiolini – hanno riaccolto la propria clientela con la professionalità di sempre, offrendo quella sicurezza che durante il lockdown primaverile è stata messa a rischio dal dilagante fenomeno degli operatori abusivi. La chiusura delle attività imposta con DPCM dell’11 marzo 2020, aveva infatti già provocato, oltre all’evidente danno economico per le imprese del settore, un disagio crescente tra i cittadini, privati della possibilità di fruire di quei servizi di cura della persona utili al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico al quale tanta importanza viene attribuita dalla comunità scientifica.”

Un settore sempre sotto attacco degli irregolari; secondo un recente calcolo sempre di Confartigianato, si stima come in Piemonte “colpiscono” direttamente il 20% delle imprese regolari.
Ed è soprattutto in questo periodo che nel settore del benessere e della cura della persona è allarme per il proliferare abusivi e irregolari che offrono “servizi itineranti e a domicilio” per trattamenti estetici.

“Questa situazione aveva provocato una prevedibile impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori che già esercitavano l’attività in forma abusiva -continua Baiolini – in assenza delle prescrizioni di legge sia sul piano formativo che igienico-sanitario e che, in quel frangente, hanno rappresentato ancor più di sempre un serio rischio per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola.”

L’appello di Confartigianato Estetisti al Governo è quindi quello di sanare velocemente questa pericolosa criticità autorizzando – così come previsto per i saloni di acconciatura – lo svolgimento dell’attività di estetica anche nelle zone definite “rosse”, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore e dello stesso Paese.




“Mettiti in Proprio”, workshop di Confartigianato Cuneo per aspiranti imprenditori

Come si apre la Partita IVA, quali sono i costi e qual è l’iter burocratico. E poi, come realizzare un business plan e come si imposta gestione bancaria di una start-up. E ancora, le agevolazioni per l’autoimprenditoria e i requisiti professionali che devono essere verificati e certificati per avviare un’attività.

Di questo si parlerà nel corso del workshop “Mettiti in Proprio” organizzato da Confartigianato Cuneo e rivolto a chi desidera avviare un’attività imprenditoriale.
Organizzato “in presenza” sarà possibile partecipare alla sessione di Alba, mercoledì 2 marzo 2022 (Via Vivaro, 19) oppure a quella di Saluzzo, giovedì 3 marzo 2022 (Via Vittime di Brescia, 3). Orario: 18.00-19.15.

“Ci sono diverse forme e modalità di fare impresa, ognuna di esse ha una propria normativa di riferimento e un proprio iter burocratico. – spiegano da Confartigianato Cuneo – Occorre valutare la tipologia di impresa che si vuole costituire e l’attività che si intende svolgere, poiché norme regionali e nazionali impongono che l’aspirante imprenditore abbia requisiti specifici per esercitare il mestiere prescelto”.

Confartigianato Cuneo è l’organizzazione di riferimento dell’artigianato e delle PMI in provincia di Cuneo, il partner ideale per chi vuole “fare impresa”. Con 19 uffici sul territorio provinciale offre consulenze, servizi, agevolazioni e risparmi agli imprenditori e alle loro famiglie.




Confartigianato Cuneo: ecco come fare la richiesta indennità 600 € mese di marzo 2020

Di seguito viene specificato come fare la richiesta di indennità di 600 euro nel mese di marzo 2020

La richiesta del “bonus”

  • può essere effettuata direttamente da te, tramite il “PIN” dell’INPS, da te personalmente richiesto

oppure

Dopo aver compilato il nostro modulo on-line riceverai una e-mail di presa in carico della richiesta.

Le richieste saranno evase secondo l’ordine cronologico di invio.

* * * * *

A chi spetta il “bonus”?

Il bonus spetta a:

  • liberi professionisti titolari di partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 iscritti in Gestione Separata;
  • soci lavoratori, coadiuvanti e familiari iscritti all’INPS;
  • lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla data del 23 febbraio 2020;
  • lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni Speciali dei Lavoratori Autonomi;
  • lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali;
  • operai agricoli a tempo determinato;
  • lavoratori iscritti all’ENPALS.

Scarica altre domande/risposte sul “bonus” (PDF)




Artigiani e fase3: ripartire ma non a tutti i costi

A un mese circa dalla fine del lockdown, che ha riguardato la quasi totalità delle attività produttive dell’artigianato, che hanno riaperto secondo il calendario previsto dai vari provvedimenti in materia, Confartigianato Torino ha voluto “misurare la febbre” delle imprese artigiane attraverso un questionario che è stato sottoposto a un campione di associati.

L’obiettivo è stato quello di valutare lo stato di salute del comparto artigiano sopravvissuto a una crisi sanitaria, sociale ed economica senza uguali che si è abbattuta su un tessuto produttivo già fragile e provato da un decennio di crisi.

 

Il sondaggio di Confartigianato Torino si è rivolto alle micro e piccole imprese artigiane associate: il 43,4% è titolare di un’impresa con al massimo cinque addetti mentre il 38,6% è un’impresa individuale.

 

L’esito del sondaggio ci restituisce una fotografia a tinte fosche del mondo dell’artigianato, caratterizzato da pessimismo per i mesi a venire.

 

La maggioranza del campione (56,6%) non ha fatto richiesta di finanziamenti, mentre del restante campione che ha richiesto finanziamenti: il 60,5% ha avuto esito positivo, il 10,5% è in attesa dell’erogazione e il 23,7% deve essere ancora processato.

 

Sul tema relativo allo strumento di sostegno più importante in questa fase, la quasi totalità del campione (81,7%) ha indicato i contributi a fondo perduto, il 9,8% il credito d’imposta su spese attività e contenimento Covid-19.

 

“E’ significativo che la maggioranza del campione non abbia chiesto finanziamenti per ripartire: gli artigiani non vogliono riprendere l’attività con un debito che prima o poi devono ripianare. Ed è altrettanto significativo che la maggioranza degli artigiani interpellati abbia segnalato quale misura più importante di sostegno i contributi a fondo perduto. Le imprese artigiane si sono poi dovute confrontare con procedure burocratiche e lungaggini per l’erogazione dei finanziamenti che hanno scoraggiato le richieste. Ripartire sì, ma non a tutti i costi. Alcuni hanno preferito fermarsi. Anche se secondo me il peggio deve ancora venire. Temo che in autunno il numero delle serrande abbassate aumenteranno, se il fatturato non riprenderà a salire”: questo il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino.

 

Alla domanda relativa alla valutazione sulla difficoltà del percorso operativo di accesso alle misure di sostegno messe in atto per le imprese, la maggioranza (80%) ha indicato un livello medio-alto di difficoltà.

 

“I nostri artigiani si ritrovano a doversi misurare con vincoli burocratici, lungaggini e difficoltà di accesso alle misure di sostegno. I percorsi di sostegno dovrebbero essere veloci e immediati, quasi automatici – riprende De Santis – Le nostre imprese sono allo stremo. Se vogliamo ripartire, dobbiamo sostenerle ma velocità e semplificazione sono fondamentali: ben venga la digitalizzazione delle procedure ma tenendo conto delle tecnologie a disposizione delle micro e piccole imprese.  Diversamente, non ci rimarrà che contare le imprese sopravvissute alla pandemia”.

 

“Pur nella comprensione dell’estrema difficoltà generalizzata che sortisce inevitabili risvolti nelle  scelte politiche – continua De Santis- non possiamo negare l’inconsistenza di alcuni provvedimenti che non si stanno traducendo in vero sostegno, soprattutto nel ritardo e nello slittamento temporale tra la necessità di fare presto, più volte manifestata, e l’effettiva attivazione di misure concrete di aiuto. Tale inadeguatezza e tali ritardi rischiano di minare definitivamente la possibilità di sopravvivenza delle imprese, vanificando qualsiasi modalità di ripartenza”.

 

Nella fase di riapertura le imprese artigiane hanno dovuto sostenere anche i costi relativi alla messa in sicurezza e alla sanificazione che deve essere effettuata in modo accurato e costante:

il 72,7 %del campione per la messa in atto delle misure di contenimento Covid ha sostenuto fino a 500 euro di costi, il 22,1% da 500 a 1.500 e il 3,9% da 1.500 a 3.000.

 

“Dall’inizio della pandemia le imprese artigiane del nostro territorio stanno vivendo situazioni di enorme difficoltà-continua De Santis-senza certezze sul futuro lavorativo, per molte di loro si sono bloccati i pagamenti con conseguenze sulla mancanza di liquidità per fronteggiare la riapertura dell’attività e sostenere le spese relative alla sicurezza sanitaria. Per gli artigiani i nodi da sciogliere sono diversi: senza risorse, per le nostre imprese diventa difficile sostenere i costi per la sicurezza.  Sappiamo bene che le imprese dovranno affrontare un periodo difficile per la loro sopravvivenza, anche, in considerazione delle norme che devono applicare”.

 

Sul tema lavoro emerge un quadro di pessimismo e preoccupazione. La metà del campione prevede una diminuzione delle commesse per i prossimi mesi a venire, il 24% ritiene che rimarranno costanti, mentre il 20% non sa ancora fare previsioni.

 

In merito alla diminuzione del personale: la maggioranza del campione (59,4%) ritiene di non dover licenziare il personale, il 17,4% prevede una riduzione del personale, mentre il 23% non sa ancora rispondere.

 

Per quanto riguarda il calo del fatturato per il trimestre marzo, aprile e maggio 2020 rispetto allo stesso trimestre 2019: il 29,6 del campione ha registrato un calo del 50%, il 25,9% fino al 30% e il 24,7% ha registrato un calo del 75%. 

 

Sugli investimenti da effettuarsi nei prossimi dodici mesi la maggioranza del campione (64,6%) non ha in programma di effettuarne, mentre il 6,1% prevede di fare investimenti per ampliamenti e il 4,9% per sostituzione. Il 24,4% non sa.

 

“C’è bisogno di agire bene e in fretta per evitare che alla pandemia si aggiunga una catastrofe economica-incalza De Santis-Le misure prese dal Governo rappresentano un primo passo, ma devono uscire dalla dichiarazione di intenti e divenire rapidamente azioni concrete. Il mondo delle pmi è allo stremo, non può più aspettare. La lentezza ha annullato l’efficacia di molti dei provvedimenti realizzati finora. Ci auguriamo serva da lezione per non ripetere lo stesso errore anche con il Decreto Rilancio.”

Per Confartigianato per corrispondere alle aspettative delle micro e piccole imprese occorre rafforzare l’efficacia del Dl Rilancio con una serie di interventi: l’aumento delle risorse stanziate per il Fondo Centrale di Garanzia; il rafforzamento degli ammortizzatori sociali; la rapida attuazione dello strumento dei contributi a fondo perduto, evitando che le tortuosità burocratiche ne rallentino l’erogazione, con l’incremento dell’attuale stanziamento e l’aumento delle percentuali di ristoro in relazione ai cali di fatturato.

Sul fronte fiscale si chiede la rateizzazione in 12 mesi dei versamenti tributari e contributivi sospesi fino al 16 settembre, anzi osiamo chiedere proprio perché necessario ora non solo la riduzione delle tasse in modo generalizzato, ma anche l’azzeramento di alcune di queste relative al periodo di chiusura totale. In materia di lavoro, è indispensabile eliminare i vincoli e le limitazioni agli strumenti di buona flessibilità, in particolare i contratti a termine, per i quali chiede di abolire il contributo addizionale previsto per ciascun rinnovo e l’obbligo di indicare la causale. In relazione all’aspetto fiscale del lavoro dipendente la richiesta di Confartigianato è quella di intervenire in modo deciso sul cuneo fiscale a vantaggio degli stessi lavoratori dipendenti ma anche delle stesse imprese datori di lavoro.

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali si sollecita un ulteriore stanziamento di risorse per il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’artigianato al fine di soddisfare le domande pervenute.

In ogni caso si sottolinea quanto sia fondamentale la velocità dei provvedimenti non solo a livello legislativo, ma attuativo altrimenti si rischia di progettare e legiferare su un paese allo stremo e desertificato delle piccole e piccolissime imprese artigiane che da sempre ne sono il tessuto trainante..

 




Lo sguardo di Confartigianato Imprese Cuneo verso la ripartenza

Bisogna essere popolo, sentirsi comunità. Solo in questo modo ci si può aiutare a vicenda e programmare un futuro sostenibile». Schietto e vibrante l’intervento introduttivo del prof. Roberto Zucchetti, docente di Economia dei Trasporti presso l’Università Bocconi di Milano, nel terzo incontro di approfondimento sull’economia locale e sulla sua ripartenza, dal titolo “Il Futuro nelle nostre mani: le sfide del territorio”, organizzato da Confartigianato Imprese Cuneo in collaborazione con il quotidiano La Stampa.

Divulgato in streaming sulla piattaforma de La Stampa.it, l’appuntamento ha visto la partecipazione di Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo; Giorgio Felici, vice presidente vicario e presidente di Confartigianato Piemonte; Joseph Meineri, direttore generale dell’Associazione cuneese. In rappresentanza delle Istituzioni sono intervenuti Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte; Federico Borgna, presidente della Provincia di Cuneo e sindaco del capoluogo; Mauro Gola, presidente della Camera di commercio di Cuneo e di Confindustria Cuneo; Gianna Gancia, europarlamentare. Ha moderato il dibattito Massimo Mathis, caporedattore della redazione cuneese de La Stampa.
L’avvio dei lavori è stato affidato al direttore generale Meineri, il quale ha sottolineato l’importanza della responsabilità sociale da parte di tutte le realtà operative sul territorio: istituzioni, associazioni, imprese e cittadini, e la necessità che questo valore non rimanga solamente una voce, ma prenda corpo in azioni concrete che diano sviluppo e sostenibilità all’economia e all’ambiente.

Partendo dalla frase attribuita all’economista francese del XIX secolo Frederic Bastiat “Dove non passano le merci, passeranno gli eserciti” ha proseguito il prof. Zucchetti sottolineando l’importanza della rete infrastrutturale e dei corridoi trans europei come strumenti di pace e sviluppo. «Non dimentichiamo – ha detto – che attraverso le strade passano anche cultura e idee. La nostra è un’economia di trasformazione manifatturiera, quindi abbiamo bisogno di importare per poi esportare. Il Piemonte è la quarta regione italiana per l’export, di conseguenza necessita di collegamenti moderni e plurimodali che ne favoriscano gli scambi. In tal senso diventa di importanza strategica, ad esempio, la galleria della Torino-Lione così come un concreto rilancio dell’intera industria ferroviaria che affianca le politiche di tutela ambientale: meno costi, meno consumi, meno inquinamento».

A seguire, concreto e puntuale il confronto con i rappresentanti delle Istituzioni, aperto dal presidente Crosetto. «Questo – ha spiegato – è il terzo di un trittico di appuntamenti che come Confartigianato Cuneo abbiamo voluto organizzare per confrontarci direttamente con tutti i rappresentanti del nostro territorio in ambiti istituzionali. Interpretando il pensiero di tutte le imprese del territorio cuneese che stanno vivendo un momento di grande incertezza, domandiamo ai nostri ospiti di ragionare su nuove strategie da mettere in atto per ripartire al più presto con vigore».

A rafforzare il tema dell’emergenza infrastrutturale nella Granda è intervenuto Mauro Gola, presidente della Camera di commercio di Cuneo. «Le infrastrutture sono essenziali – ha sottolineato – per garantire efficienza e sostenibilità. Non è possibile avere uno slancio verso il futuro senza i necessari supporti. L’isolamento cronico di cui soffriamo da troppo tempo, sta mettendo a dura prova anche la proverbiale vivacità imprenditoriale del Cuneese: nello scorso anno la Granda ha perso oltre 600 imprese, un indicatore che suona come un grave campanello d’allarme. Occorre ragionare in un’ottica più ampia. Le nostre infrastrutture sono datate ed è quindi necessario un intervento strutturale e coordinato. Il Recovery Fund è l’ultimo treno che possiamo cogliere, ma dovremo gestire bene le priorità, guardando alle nuove generazioni».

Sempre sulla carenza dei collegamenti ha poi parlato il vice presidente vicario Felici. «Il popolo romano costruiva strade con un’ottica espansionistica, noi oggi non stiamo neppure costruendo collegamenti interni, come possiamo programmare reti internazionali? La perdita dell’export delle imprese artigiane, secondo l’Ufficio studi di Confartigianato Piemonte sfiora il 50% e non è soltanto per l’emergenza sanitaria. La mancanza di tratte autostradali veloci sta penalizzando fortemente la nostra economia, così come la carenza di infrastrutture digitali. Inoltre, per sostenere le imprese bisognerebbe creare un tavolo strategico del credito insieme agli istituti bancari e, come già avviene con il PSR per il mondo agricolo, istituire un <Piano di Sviluppo Artigianale> per il comparto degli artigiani e delle PMI».

Sulle prospettive per il rilancio del territorio, ed in particolare sui Fondi europei, si è espresso il governatore piemontese Cirio. «Nella vita non si va avanti solo con i consigli, ci vogliono anche le risorse. Quando queste arrivano però bisogna saperle investire in modo adeguato. Il Recovery Plan è una sorta di Piano Marshall che potrebbe dare un concreto avvio alla ripartenza del nostro Paese. Al momento però ci sono ancora molte incertezze: chi se ne occuperà? Come Regioni vorremmo avere una parte attiva poiché, vivendo sui territori, ne comprendiamo al meglio le esigenze. Per quanto riguarda le infrastrutture, mi sono posto come obiettivo di vedere chiusa la partita della Asti-Cuneo entro la fine del mio mandato. Riguardo ai danni dell’alluvione, per il momento sono arrivati soltanto 15 milioni di euro che sono stati prontamente distribuiti ai comuni danneggiati. Si attendono per il nuovo anno ulteriori risorse. Intanto come Regione Piemonte abbiamo avviato anche la procedura per il Fondo di Emergenza Europeo. Infine, sul tunnel del Tenda la situazione non può sbloccarsi senza la nomina di un commissario, incarico che vedrei bene assegnato al presidente della Provincia Federico Borgna».

Un’investitura da remoto che il sindaco/presidente Borgna ha accolto all’istante: «Sono disponibile e pronto ad impegnarmi per accelerare i tempi. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che un intervento strutturale del valico richiederà alcuni anni di lavori e forse sarà opportuno rivedere anche il progetto. Sulle difficoltà all’economia create da questo 2020, credo sia opportuno valutarle in un’ottica differente. Indubbiamente viviamo una crisi epocale, ma da tutto questo dobbiamo imparare qualcosa. Il 2020 è stato un anno da crashtest e ha messo a nudo le molteplici fragilità del nostro territorio. Si è aperto per il Paese un esercizio pedagogico attraverso il quale bisognerà programmare meglio gli interventi e utilizzare in modo equilibrato le risorse che arriveranno. Non sarà facile, ma abbiamo il potenziale per potercela fare».

E ancora sulle difficoltà di collegamento della provincia di Cuneo si è espressa l’europarlamentare Gancia. «Da ex presidente della Provincia di Cuneo ricordo che il finanziamento del tunnel del Tenda era già stato stanziato prima dell’avvento del Governo Monti. Mi auguro che queste risorse oggi siano ancora utilizzabili. Invece, per quanto concerne l’Asti-Cuneo, si sono allungati i tempi nel controllare le opere accessorie, perdendo di vista la tratta primaria. È davvero desolante vedere un’opera così essenziale per un territorio, ancora bloccata per la mancanza di una sola firma utile all’avvio dell’ultimo lotto. Infine, riguardo al Tenda, esiste un interlocutore transfrontaliero, la CIG (Conferenza Intergovernativa Italia-Francia), con la quale la Politica dovrebbe dialogare più attivamente in un’ottica di macro aree».

In chiusura, il presidente Crosetto ha richiamato l’attenzione nuovamente sulle imprese cuneesi e sulla necessità di fornire loro delle risposte concrete per il rilancio dell’economia. «Come ho già avuto modo di affermare – ha concluso – pur nel pieno rispetto delle regole emergenziali del periodo, il mondo delle PMI ha bisogno di guardare avanti e programmare un futuro. Le imprese cuneesi, come sempre, sono pronte a rimettersi in gioco. La Confartigianato è altrettanto pronta ad affiancarle e supportarle nelle fasi complesse della gestione di una ripartenza. Abbiamo però tutti quanti bisogno di nuove certezze e ci auguriamo che con il nuovo anno queste possano arrivare al più presto. Colgo l’occasione per augurare serene festività a tutti nel segno di una rinnovata fiducia nel domani».




Provenzano, CNA Piemonte: “Riaperture in sicurezza quanto prima e contributo d’onore”

Noi da settimane rilanciamo la proposta del Contributo d’onore per le piccole attività: un contributo pubblico regionale, senza banche, senza interessi né garanzie da restituire nei prossimi dieci anni appena ci saranno le condizioni, spiega il segretario regionale di CNA Piemonte Filippo Provenzano.

 

“Serve un sostegno concreto, un atto di fiducia per non fare chiudere le  attività. Parrucchieri, estetiste, pasticcerie, gastronomie, operatori della ristorazione, sartorie, sale cinematografiche: per chi lavora a incasso giornaliero quasi due mesi di stop sono insostenibili e ulteriori rinvii sono insopportabili”, conclude Provenzano.




Tari, De Santis (Confartigianato TO): “Gli artigiani si aspettavano qualcosa in più”

Dall’amministrazione comunale ci aspettavamo qualcosa in più.  Le agevolazioni sulla Tari sono un segnale positivo ma non sufficiente. Ci sono categorie che hanno pagato un prezzo molto salato per il lockdown.

I parrucchieri, ad esempio, sono stati i primi a chiudere e gli ultimi ad aprire. Alcuni settori, come la moda, hanno visto saltare un’intera stagione. Tutte le imprese artigiane stanno stentando a ripartire, e devono fare i conti con un trimestre perso.

Davvero le casse comunali non potevano reggere la cancellazione della Tari? Davvero sui rifiuti non si poteva fare qualcosa di meglio che non una semplice riduzione? Un contentino, sperando che in Consiglio comunale si possa migliore il provvedimento”.

 




Felici:”L’artigianato piemontese nutre ancora preoccupazioni sulla possibilità di una piena ripresa”

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte pubblica il compendio dati del primo semestre 2021 riguardante gli indicatori principali che caratterizzano il trend del comparto artigiano piemontese.

Dalle indagini congiunturali trimestrali realizzate da Confartigianato Imprese Piemonte nell’ultimo trimestre 2020 e nei primi tre del 2021 emerge il perdurare di un certo pessimismo, dovuto alla situazione di preoccupazione e disagio conseguenti alla pandemia da Covid–19 il cui impatto sull’economia, oltre che sulla sanità, non può ancora dirsi superato.

“L’artigianato piemontese –commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte– nutre ancora preoccupazioni in ordine alla possibilità di una totale ripresa. La chiave per la ripartenza è ora legata all’impiego corretto delle ingenti risorse del Recovery Fund e di riforme strutturali degli ammortizzatori sociali, del mercato del lavoro e della burocrazia che tengano conto delle piccole e medie imprese, che costituiscono il 98 per cento del tessuto produttivo del nostro Paese”.

“Il credito –continua Felici– si conferma strategico per le micro e piccole imprese. Infatti a livello territoriale, in merito al costo del credito, nel primo trimestre 2021 il tasso d’interesse pagato dalle imprese in Italia è del 3,51%. Le imprese del Mezzogiorno pagano un tasso di interesse del 4,77%, 126 punti base sopra il 3,33% del Centro-Nord. Nel dettaglio regionale i tassi più alti si rilevano in Calabria (6,54%, + 303 punti base), Molise (5,67%, + 216 punti), Sardegna (5,24%, + 173 punti), Sicilia (5,11% + 160 punti). Credito relativamente meno costoso in Trentino-Alto Adige (2,92%, – 59 punti sotto la media), Lombardia (3,10%, -41 punti), Veneto (3,13%, – 38 punti).  In Piemonte il valore è 3,41%, – 42 punti”.

In base ai dati dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 30 giugno 2021, le imprese artigiane piemontesi ammontavano a 117.315; secondo le previsioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte nel secondo semestre dell’anno 2021 è stimabile una piccola riduzione di imprese molto contenuta pari a 20 unità produttive.

Dal monitoraggio dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, aggiornato al 31 agosto 2021, risulta che gli apprendisti, rispetto ai 20.116 del 2020 sono 16.833, confermando, dopo i quattro anni di crescita (dal 2016 al 2019), una sensibile riduzione, imputabile in gran parte alla situazione pandemica, che ha ridotto le opportunità occupazionali anche per gli apprendisti.

Al 30 giugno 2021 l’occupazione nell’artigianato in Piemonte si posiziona sulle 238.298 unità lavorative, di cui 130.717 autonomi e 107.581 dipendenti; nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita complessiva, nel periodo preso in esame, di 75.235 posti di lavoro.

Il miglioramento della situazione sanitaria, conseguente all’avvicinarsi dell’immunità di gregge dovuta al successo della campagna vaccinale, anche a causa della progressiva estensione del green pass, comincia a produrre effetti positivi sull’economia. Secondo le stime OCSE si prevede che l’economia italiana recuperi i livelli del 2019 entro la prima metà del 2022, dopo una crescita stimata per quest’anno al 5,9%, mentre il debito pubblico salirà quasi al 160% del PLI nel 2021.

“Un ulteriore elemento di criticità per le imprese –conclude Felici– è costituito dai ritardi nei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni. Infatti ben il 60,2% dei Comuni italiani non rispetta il termine di legge di 30 giorni per pagare le aziende fornitrici di beni e servizi.  Nel 2020 i debiti commerciali della PA verso i fornitori privati sono saliti a 58 miliardi, con un aumento di 4 miliardi rispetto al 2019. I debiti della Pubblica Amministrazione sull’economia nazionale pesano per 3,1 punti di PIL a fronte della media europea dell’1,7. I ritardi nei pagamenti peggiorano le condizioni dei piccoli imprenditori, che hanno già dovuto fronteggiare le difficoltà economiche derivanti dalla pandemia. Si auspica quindi che le riforme legate al PNRR contribuiscano anche ad accelerare i tempi di pagamento della PA, in modo da non superare il termine dei 30 giorni”.




Eccellenza artigiana, al via la revisione del marchio regionale

L’Eccellenza Artigiana è il riconoscimento attribuito dalla Regione Piemonte alle imprese dell’artigianato artistico, tradizionale e tipico che operano garantendo il rispetto della tradizione e la qualità del prodotto per i settori del manifatturiero e dell’alimentare.

Nel corso degli anni hanno ottenuto questo riconoscimento 2.588 aziende artigiane (984 per il comparto alimentare e 1.582 per quello manifatturiero) .

Dopo vent’anni dalla sua attuazione, si è ritenuta necessaria e opportuna una revisione del marchio per potenziarne in particolare la conoscenza da parte dei consumatori, affinché venga sempre di più percepito come sinonimo di prodotti certificati e di qualità. Tutto questo al fine di valorizzare le singole imprese che dimostrano di possedere i requisiti di eccellenza, di fornire un servizio ai cittadini per facilitare la scelta dei migliori fornitori e di costituire un insieme di imprese che, per l’elevata qualità dei processi e dei prodotti, dia lustro al territorio piemontese attraverso il suo comparto artigiano.

 

La revisione del marchio, voluta dalla Giunta regionale, è stata illustrata questa mattina in una conferenza stampa, convocata a Torino, presso il Palazzo della Regione Piemonte, dall’assessore regionale all’Artigianato, Andrea Tronzano e dal Comitato Coordinamento Confederazioni Artigiane Piemonte.

 

Tra le novità, la durata quinquennale del marchio, finalizzata ad una continua verifica dei requisiti; il marchio diventa un riconoscimento a tutto tondo, che tiene conto non solo del “saper fare”, ma anche del “sapersi presentare”; nuovi, inoltre, i criteri di valorizzazione, che tengono conto del miglioramento della gestione d’impresa, della tradizione e del legame coi territori, della formazione continua, della sostenibilità socio-ambientale e dell’apertura verso i mercati internazionali.

 

Finalmente prende avvio la revisione dell’Eccellenza Artigiana – ha dichiarato Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – dopo anni di richieste reiterate alla Regione di rivedere criteri, ambiti e contenuti dell’Eccellenza Artigiana, con questa nuova delibera voluta dall’assessore Tronzano si creano i presupposti per una rivisitazione dell’Eccellenza Artigiana, per renderla più aggiornata ai tempi attuali e per costruire le basi per un rilancio delle attività artigiane riconosciute eccellenti attraverso nuove forme di sostegno e promozione”.

 

Questo inizio del nuovo percorso dell’Eccellenza Artigiana – ha dichiarato Fabrizio Actis, Presidente di CNA Piemonte – fortemente voluto dalla nuova Giunta della Regione Piemonte è il segnale di una nuova attenzione delle istituzioni verso il mondo delle piccole imprese ed in particolare di quelle connotate da contenuti artistici, tradizionali e innovativi, che esprimono al meglio la ricchezza e il valore delle produzioni artigiane piemontesi. Si tratta di realtà molto radicate nei territori, con un patrimonio di conoscenze e competenze uniche in Italia, che rappresentano altresì un’opportunità per i giovani da riscoprire anche in chiave occupazionale”.

 

Ringrazio per la fattiva collaborazione le associazioni di categoria – ha concluso l’assessore regionale Andrea Tronzanoche hanno lavorato per dare nuovi stimoli e nuovi imput a un settore che non a caso è una delle eccellenze in tutti i sensi del comparto produttivo piemontese. Se sapremo valorizzare al meglio tutte queste esperienze il Piemonte avrà un settore che potrà essere trainante dal punto di vista economico. La nostra versatilità e qualità deve rappresentare un punto di forza quanto mai unico e diventare un elemento di vantaggio competitivo”.

In allegato una scheda sull’Eccellenza Artigiana

Allegati

scheda_artigianato.odt
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Luca Crosetto confermato Presidente della Commissione 
politiche d’impresa di SMEunited

Luca Crosetto, marenese, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, è stato confermato alla carica di Presidente della Commissione Politiche d’impresa dal Board di SMEunited – Associazione europea dell’artigianato e delle PMI.

Un incarico particolarmente impegnativo e di grande responsabilità in un momento tanto difficile per le piccole imprese europee.

Ed è per questo che Crosetto, che è anche Vicepresidente di SMEunited, di cui Confartigianato è membro fondatore, ha sottolineato l’importanza di una stretta collaborazione tra le Organizzazioni che compongono l’organismo europeo.

Tra le priorità del suo piano di lavoro, Crosetto ha indicato la necessità di concentrarsi sui dossier della Commissione europea nel programma di attività 2020. A cominciare dalla Strategia per le Pmi che punta a presentare un piano di sviluppo e di sostegno per le micro e le PMI europee al fine di realizzare la transizione verso un’economia sostenibile e fare dell’Europa il primo continente che sviluppa azioni a sostegno delle PMI.

Crosetto ha osservato che la strategia, pubblicata il 10 marzo 2020, non tiene in considerazione le nuove esigenze delle piccole e medie imprese a seguito della diffusione dell’epidemia COVID19 e della crisi sociale ed economica. Secondo Crosetto, è quindi opportuno aggiornarla per far sì che possa ottenere realmente gli effetti desiderati.

Tra le altre urgenze, Crosetto ha indicato la direttiva sulla rendicontazione non finanziaria, sottolineando la necessità che tale informativa rimanga volontaria. Obbligare le PMI a rendicontare nel campo della sostenibilità ambientale e sociale aumenterebbe gli oneri amministrativi per le imprese. Lo stesso era accaduto col dossier Finanza sostenibile e Tassonomia, sul quale – ricorda Crosetto – «siamo riusciti a ottenere un ottimo risultato grazie alla collaborazione di tutti a beneficio delle imprese. SMEunited dovrà sostenere con forza questa posizione e impegnarsi a mantenere il carattere volontario di questa direttiva di fronte alle Istituzioni europee».

Centrale, inoltre, la creazione del Piano d’azione per l’applicazione del mercato unico che fa parte della strategia di sviluppo industriale della Commissione europea. «Soprattutto nel difficile contesto attuale, – commenta ancora Crosetto – le PMI debbano avere piena libertà nella prospettiva della libera circolazione delle merci, e per questo motivo è essenziale la conservazione e il rafforzamento del Mercato Unico».

Infine, molta importanza si attribuisce alla digitalizzazione delle PMI con l’obiettivo di garantire loro l’accesso e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

«A tal fine – ha detto Crosetto – dovrebbero essere ulteriormente rafforzati i Digital Innovation Hubs, tra i quali ricordo il nostro “hub” cuneese, realizzato in seno a Confartigianato Cuneo grazie alla collaborazione con il nostro Fablab, laboratorio di fabbricazione digitale aderente al circuito ufficiale della prestigiosa università MIT di Boston. Riteniamo che il programma Digital Europe (il primo programma europeo interamente dedicato alla digitalizzazione avviato dalla Commissione Europea per il budget UE 2021-2027) sia essenziale per raggiungere gli obiettivi sopra indicati».