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Tredici Regioni europee scelgono il Piemonte per guidare team di ricerca sull’idrogeno

Tredici regioni europee hanno scelto il Piemonte per guidare il team europeo che studia l’idrogeno come combustibile a impatto zero nel campo del trasporto su treno. Alcune regioni di Francia, Scozia, Norvegia e Spagna hanno deciso di affidare alla Regione Piemonte il ruolo di «capofila» della piattaforma tematica europea che studia i campi di applicazione di questo nuovo combustibile per il treno.

La notizia è stata comunicata questa mattina in Giunta dall’Assessore all’Ambiente e Innovazione, Matteo Marnati:

«Un grande riconoscimento a coronamento di un lavoro iniziato tre mesi fa. Il Piemonte si è dimostrato autorevole e credibile per la rete di rapporti che ha saputo creare con Bruxelles. Poche Regioni hanno il nostro know-how su questo fronte, tant’è vero che siamo il primo produttore europeo di motori a idrogeno che vengono prodotti dalla Alstom di Savigliano e che sono venduti alla Germania dove soltanto da pochi mesi circolano i primi treni per il trasporto commerciale, e ultimamente anche per le persone».

La Regione Piemonte è dunque «working group coordinator» delle cosiddette «Valli dell’idrogeno» per il trasporto su treno. Il team di ricercatori dell’Universita degli studi di Torino, del Politecnico e del Polo d’innovazione Clever, ha l’obiettivo – fissato dall’Ue – di sfruttare l’idrogeno non solo come carburante per la mobilità, ma di creare una vera e propria economia «neutrale» dal punto di vista climatico, entro il 2050.

A pesare sulla scelta delle regioni è stato fondamentale il parere della Regione Auvergne-Rhône-Alpes con la quale sarà sviluppato il progetto sul versante italo-francese. Il presidente Laurent Wauquiez in visita a Torino lo scorso 24 settembre, si era infatti detto favorevole al gemellaggio col Piemonte per studiare i campi di applicazione di questo carburante verde. In quella circostanza era stato siglato anche un patto fra le due Regioni per ridurre il riscaldamento globale sulle Alpi puntando a progetti di mobilità ed energia pulita.

Tra gli scienziati che fanno parte del gruppo di lavoro piemontese c’è il chimico Marcello Baricco, professore ordinario dell’Università di Torino che fa parte della commissione europea «Joint Undertaking Initiative Fuel Cells Hydrogen». Nella squadra piemontese anche Massimo Santarelli, professore di ingegneria energetica del Politecnico di Torino.

Oltre alla regione Rhône Alpes Region (Fr) e alla Regione Emilia Romagna (It) hanno espresso parere favorevole a favore del Piemonte la Grand Est Region (Fr), Aragon Region (Sp), Normandie Region (Fr), Bourgogne Franche-Comté Region (Fr), Occitanie Region (Fr), Ciudad Real (Sp), Région Nouvelle-Aquitaine (Fr), Région Bretagne (Fr), Vestland County Council (Norvegia), Scotland Europa (Scozia), Région Centre Val de Loire (Fr).




Il CSI firma un importante accordo di collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente

Il CSI Piemonte ha firmato un importante accordo di collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente per il controllo e la prevenzione dell’inquinamento ambientale.

Il CSI metterà a disposizione di 5 Paesi europei il Sistema delle Conoscenze Ambientali, la piattaforma informatica realizzata nel 2015 per la Regione Piemonte.

L’accordo prevede l’avvio di un progetto, della durata di 18 mesi, per fornire ai tecnici ministeriali di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia attività di formazione, assistenza tecnica e supporto metodologico per l’utilizzo e la personalizzazione della soluzione software del CSI.

Il CSI lavora da tempo su questi temi e ha già esportato le sue soluzioni anche all’estero, come ad esempio in Croazia, dove, grazie a un gemellaggio amministrativo finanziato dall’Unione Europea, ha già messo a disposizione il Sistema delle Conoscenze Ambientali, che, in applicazione della Direttiva Seveso, oggi permette alla Pubblica Amministrazione croata di sapere quali sono le aziende più a rischio per lavorazioni e produzione, e come sono attrezzate per rispondere a eventuali stati di emergenza che possano mettere a rischio la collettività.

Il Sistema delle Conoscenze Ambientali è una soluzione che permette di migliorare la pianificazione ambientale, gestendo una serie di informazioni relative ad esempio a siti contaminati, aziende sottoposte alla Direttiva Seveso o derivazioni idriche presenti sul territorio.

Consente di dematerializzare i documenti e unificare i dati a disposizione per avere una conoscenza completa del territorio, offrendo diversi livelli di accessibilità e visibilità delle informazioni a vantaggio di pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini. Permette infine di effettuare ricerche su base alfanumerica per arrivare alla localizzazione geografica dei dati, capendo ad esempio dove sono localizzate sul territorio le aziende che nelle loro produzioni presentano un rilascio di materiale inquinante superiore a una certa soglia.

Un modello estremamente flessibile, quindi, al punto che il Ministero dell’Ambiente italiano, partner del gemellaggio amministrativo in Croazia, ha voluto promuovere in altri 5 Paesi balcanici (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia), sotto l’egida del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.

“L’Accordo di collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente – spiega Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI Piemonte – dimostra quanto il CSI sia un soggetto altamente innovativo e di riferimento capace di trasferire anche all’estero le proprie esperienze e competenze. In linea con il nostro Piano di Attività 2019 vogliamo intensificare queste attività per una crescita del Consorzio anche sul mercato internazionale, dove si prevedono ulteriori interessanti progettualità da sviluppare attraverso la ricerca di alleanze e partnership con soggetti pubblici e privati”.




Un bando per condomini a risparmio energetico

Condomini con maggior risparmio energetico. Per migliorare la situazione in Piemonte, arriva un bando dalla Regione che aiuterà anche economicamente chi vorrà rendere i propri appartamenti meno dispersivi. Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati che nel corso della seduta pomeridiana della prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, ha evidenziato i punti più importanti dell’assestamento al Bilancio.

Ci sarà anche un bando riservato, ai Comuni in forma singola o associata e agli Enti gestori delle aree protette, per il rinnovo delle flotte dei mezzi a disposizione dell’amministrazione.

Previsti inoltre stanziamenti per i Comuni sede d’impianto di discarica o inceneritori e per gli accordi di programma per attività di recupero e servizio idrico ambientale in Val Bormida e per attività di bonifica amianto di Balangero.

Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri del M5s Giorgio Bertola e Sean Sacco e del Pd Domenico Rossi, per chiedere alla Giunta chiarimenti relativamente a un possibile nuovo progetto per finanziare i consorzi e consenta di raggiungere gli obbiettivi fissati in ambito di raccolta differenziata, a interventi per la rimozione di manufatti pubblici e privati di amianto e all’eco bonus per la sostituzione dei veicoli inquinanti.

L’assessore ha risposto che sulla raccolta differenziata si procederà in fase di bilancio preventivo, che sull’amianto la Giunta ha in cantiere un Piano strategico straordinario della durata di cinque anni che coinvolgerà l’intera regione e che, a differenza di quanto previsto dal precedente esecutivo, l’eco bonus non sarà riservato solo alle attività lavorative ma esteso ai privati cittadini.




Rifiuti, verso una modifica della legge

La Giunta regionale intende modificare la legge regionale 1 sulla gestione dei rifiuti. Lo ha annunciato oggi l’assessore all’ambiente Matteo Marnati, illustrandone lo stato di attuazione su richiesta di Sarah Disabato (M5s) in quinta Commissione, presieduta da Angelo Dago.

Di fronte ai ritardi nell’accorpamento dei consorzi di gestione dei rifiuti in una struttura di area vasta, previsto dalla norma regionale, l’assessore ha dichiarato la sua volontà di modificarla, introducendo “la scelta da parte dei consorzi se accorparsi o no, per venire incontro alle difficoltà espresse da diversi sindaci. È necessario introdurre criteri per premiare il consorzio che raggiunge gli obbiettivi e commissariare quello che non li raggiunge”. L’assessore ha anche ipotizzato la presentazione della nuova proposta entro un mese.

Contrarie le minoranze: Alberto Avetta (Pd) ha ricordato che la legge vigente “è il frutto di un lungo e complesso confronto, è difficile trovare modalità tecniche che la migliorino senza ignorare il lavoro di tanti mesi”.

Per Sean Sacco (M5S)” rivedere la legge è una sconfitta, l’area vasta permette una visione omogenea della gestione dei rifiuti e di generalizzare le buone pratiche”. Contro si sono espressi anche Giorgio Bertola (M5s) e i consiglieri Pd Diego Sarno e Monica Canalis.

La maggioranza ha confermato il sostegno all’assessore Marnati. Per Claudio Leone (Lega) bisogna accettare le critiche che vengono dai sindaci: “La scelta dell’assessore è quella giusta. La norma nazionale lascia aperture, non obbliga agli accorpamenti”.

Per Paolo Ruzzola (Fi) “se ci sono tante resistenze ci sarà un motivo. Non sono state ascoltate le periferie, se si fosse fatto si sarebbe riscontrata la contrarietà dei sindaci a rendere obbligatorio l’accorpamento nell’area vasta”.  Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha chiesto il coinvolgimento delle Province nella gestione dei rifiuti.

In precedenza era stato audito in Commissione il direttore generale dell’Arpa Angelo Robotto sullo stato dell’aria in Piemonte. Nella sua relazione ha evidenziato che il livello di inquinamento è in costante calo, ma su 12 sostanze esaminate, 5 sono ancora sopra il livello di guardia: benzo(a)pirene, biossido di azoto, PM2.5, PM10 e ozono.

Robotto ha sottolineato come gli agenti inquinanti derivino dal traffico veicolare, dall’industria, dall’agricoltura e dal riscaldamento, in particolare da quello a legna, i cui prodotti arrivano fino a Torino, come riscontrato dai rilevamenti: “Perché l’inquinamento rientri nei limiti fissati dall’Unione europea entro il 2030 occorre attuare tutti gli interventi previsti dal piano regionale di qualità dell’aria”.

Successivamente l’assessore Marnati ha illustrato lo stato di attuazione di quel piano. Nel dibattito sono intervenuti Marco Grimaldi (Luv), Disabato, Riva Vercellotti, Andrea Cane (Lega).




Negozi nemici del clima: Legambiente fa appello a commercianti, Comuni e Regione

Che sia una strategia di marketing vincente è tutto da dimostrare ma non ci sono invece dubbi sullo spreco energetico che ne deriva.

Il fenomeno delle porte dei negozi aperte tutto l’anno, estate e inverno, con i condizionatori o il riscaldamento in funzione, appare quanto di più in contrasto con le politiche di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni di gas climalteranti.

“Uno spreco energetico assurdo che deve terminare –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. E’ inconcepibile che dopo mesi di mobilitazione globale, sempre più pressante e incisiva dal basso che vede protagonisti in primis i giovani, tantissimi negozi continuino a scegliere di tenere le porte aperte credendo che questo inviti più clienti ad entrare all’interno del negozio. Vista la coscienza ecologista crescente potrebbe semmai essere vero l’opposto!”.

Oltre alle motivazioni di carattere ambientale Legambiente ricorda che spesso sono i dipendenti degli stessi esercizi commerciali a lamentare un disagio, durante il loro lavoro, per le condizioni di confort termico degli ambienti destinati alla vendita. Come nel caso dell’outlet di Vicolungo, le porte dei negozi rimangono infatti aperte su precisa indicazione della proprietà con conseguente scambio termico tra l’ambiente interno e esterno.

“Facciamo appello -prosegue il presidente regionale di Legambiente- alle associazioni di categoria affinché avviino una campagna di sensibilizzazione rivolta agli esercenti finalizzata ad accrescere la consapevolezza a proposito dei comportamenti da adottare per contenere i consumi energetici prodotti dagli impianti termici di climatizzazione estiva ed invernale, importante fonte emissiva di CO2”.

La richiesta di Legambiente arriva nei giorni in cui la maggioranza in Consiglio Regionale ha bocciato l’ordine del giorno che proponeva, analogamente a quanto fatto da diverse istituzioni in tutta Italia, di dichiarare l’emergenza climatica e ambientale in Piemonte.

“Dopo la pessima pagina scritta nei giorni scorsi dai partiti di maggioranza in Consiglio Regionale che sono riusciti a negare l’emergenza climatica -conclude Dovana- mettiamo alla prova concreta la Giunta e il presidente Cirio con una proposta puntuale e concreta: la Regione, coerentemente con gli impegni derivanti dall’Accordo di Parigi, promuova un lavoro di coordinamento dei Comuni affinché approvino delibere ed ordinanze che impongano di mantenere chiuse le porte di ingresso degli esercizi commerciali verso l’esterno o verso altri locali non climatizzati, ad eccezione del tempo necessario all’entrata e all’uscita dei clienti e del personale”.




Coldiretti: tutelare Made in Piemonte da sfasamenti climatici

L‘innalzamento dei livelli del mare in Italia sta provocando, infatti, danne alle coltivazioni per la risalita dell’acqua salata, come si evince dal rapporto su oceani e ghiacci dell’Ipcc, il comitato scientifico dell’Onu che ha messo in guardia sul riscaldamento e sull’aumento del livello delle acque.

Il 2019 entra nella top ten degli anni più caldi con una tendenza al surriscaldamento. Eventi climatici violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi, sono ormai all’ordine del giorno.

In Piemonte si confermano i trend nazionali con un’estate caratterizzata da trombe d’aria, grandinate temperature inconsuete che sono passate da essere estremamente elevate a quasi fredde.

Proprio per questo decine di migliaia di agricoltori giovani e studenti scendono in piazza venerdì 27 settembre, in occasione del terzo sciopero mondiale per il clima, al Villaggio contadino di Bologna in uno spazio da 50mila metri quadrati nel cuore nella food valley italiana.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -.

Ci saremo, con i nostri giovani imprenditori, allo sciopero mondiale per il clima che si svolgerà nel contesto del Villaggio di Bologna dove Coldiretti Piemonte sarà presente, nella tre giorni, con oltre 2 mila partecipanti.

Certo, le nostre imprese sono sempre più chiamate ad interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – .

Ci saremo con i nostri giovani imprenditori, allo sciopero mondiale per il clima che si svolgerà nel contesto del Villaggio di Bologna dove Coldiretti Piemonte sarà presente, nella tre giorni, con oltre 2 mila partecipanti.

Certo le nostre imprese sono sempre più chiamate ad interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

L’agricoltura piemontese vanta 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc, una grande biodiversità che, grazie al lavoro dei nostri imprenditori, viene preservata come, d’altronde, vengono salvate dal rischio estinzione razze autoctone e prodotti cu di cui altrimenti non si avrebbe traccia.”

L’appuntamento è, quindi, per domani, venerdì 27 settembre, nel centro di Bologna, da piazza dell’Otto Agosto al Parco della Montagnola fino a piazza XX Settembre a partire dalle ore 9,00. Sarà presentato il Rapporto Coldiretti su “SOS Clima per l’agricoltura italiana”. Saranno anche al lavoro gli agrichef, i cuochi contadini, con le ricette green delle nonna e verrà illustrato il decalogo della spesa sostenibile con l’aiuto del tutor per fare acquisti nel grande mercato a chilometri zero degli agricoltori di Campagna Amica