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Cia e Confagricoltura: l’incremento del costo dei concimi cambia l’agricoltura

Volano i prezzi dei concimi a causa della mancanza di materie prime, ed è allarme per gli agricoltori: per i costi attuali, bisognerà rivedere le pratiche agronomiche.

A raccogliere le segnalazioni degli imprenditori sono Cia e Confagricoltura Alessandria, che rilevano l’aumento dei costi dell’energia, degli imballaggi e delle materie prime che freneranno l’economia, ripercuotendosi sulle tasche dei consumatori e minacciando la competitività dei settori produttivi. Si arriva ad un incremento dei costi dei fertilizzanti fino al 50% in più.

Alcune imprese produttrice hanno annunciato tagli; alla chiusura di alcuni stabilimenti nel Regno Unito, si è aggiunto l’annuncio del taglio del 40% della produzione in Europa da parte di uno dei principali produttori a livello mondiale di ammoniaca – da cui si ricavano i fertilizzanti – e primo operatore italiano del settore. In Italia, il mercato dei fertilizzanti vale circa un miliardo di euro. Oltre al costo aumentato, quindi, si va incontro anche ad un problema di reperibilità.

Un esempio concreto: negli ultimi due mesi per trasportare i prodotti ortofrutticoli di prima, IV e V gamma da un’azienda Confagricoltura, dalla Piana del Sele fino ai mercati del Nord Italia e in Germania i costi di trasporto sono cresciuti del 20%, del 30% per gli imballaggi in cartone e del 40% per le buste d’insalata.

Dichiara il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli di Brondello: “Occorre tendere all’autosufficienza, valorizzando il settore agricolo anche nel suo ruolo di produttore di energia verde. In particolare il biometano è una grande opportunità per contribuire alla transizione energetica ed alla decarbonizzazione, diminuendo le importazioni di metano per le aziende agricole e utilizzando la rete gas come vettore di energia rinnovabile”.

Aggiunge il presidente provinciale Cia Alessandria Gian Piero Ameglio: “I prezzi del grano sono aumentati e a ruota anche quelli di concimi e trattamenti. Alcuni agricoltori dovranno rivedere le concimazioni autunnali e ridurre quelle primaverili, ma fare a meno del tutto dei fertilizzanti è praticamente impossibile. Si fa ricorso, per quanto possibile, al letame e ai liquami aziendali per chi fa zootecnia, e i coltivatori dovranno cogliere il momento migliore per la distribuzione. I prezzi alti portano speculazione, e a rimetterci sono gli agricoltori”.
Le aziende, inoltre, non sono esenti dal “caro bollette”, dall’aumento dei costi energetici e il gasolio agricolo negli ultimi due mesi ha avuto un rincaro del 25%.




Agricoltura, più risorse per i danni dei selvatici

Il fondo per il risarcimento dei danni prodotti dai selvatici alle colture agricole verrà incrementato di 875 mila euro; potrà quindi contare nel 2019 su 1,875 milioni di euro.

Un altro milione di euro verrà utilizzato per accrescere le risorse per i sistemi informatici del settore, il Siap, in modo da velocizzare l’attuazione del Psr (Programma sviluppo rurale). Lo ha comunicato l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa nella seduta odierna sull’assestamento di bilancio della prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti. Gli incrementi sui due capitoli non prevedono oneri aggiuntivi, ma sono stati realizzati riequilibrando le spese del settore.

L’assessore Protopapa ha parlato dei danni provocati dai selvatici come di una vera emergenza: “Un problema che peggiora col passare del tempo, con situazioni drammatiche, difficili da prevedere in queste dimensioni, non solo per le colture, ma anche per gli incidenti stradali”. I danni alle colture rendicontati ammontano a 8,2 milioni fino al 2018, la loro copertura totale è prevista nel bilancio pluriennale 2019-2021.

Chiarimenti e richieste di dati sul fenomeno sono venuti da molti consiglieri:  Angelo Dago (Lega) ha chiesto il dato complessivo sui danni dei selvatici di competenza dei diversi assessorati. Riva Vercellotti (Fi) ha chiesto il dato storico dei rimborsi negli ultimi 10 anni, “anche legandolo alle minori risorse destinate alle province per il contenimento dei selvatici”. Impegni per il contenimento dei selvatici sono stati chiesti da Sarah Disabato (M5s), che ha sottolineato come aumentino i costi dei risarcimenti mentre non vengono finanziati i capitoli per la prevenzione. Sul contenimento l’assessore ha garantito impegno e risorse. Chiarimenti sul tema sono stati richiesti anche da Alberto Avetta (Pd).

Domenico Ravetti (Pd) ha espresso all’assessore il consenso del suo gruppo alle sue proposte d’assestamento in agricoltura: “Non abbiamo rilievi da fare, è una impostazione utile per affrontare i diversi problemi”.

Ivano Martinetti (M5s) ha chiesto sostegno per le enoteche regionali, penalizzate in assestamento.

L’assessore ha spiegato che il calo delle risorse (-50 mila euro) rientra nel riequilibrio dell’assestamento. La minore assegnazione di fondi alle enoteche può essere in parte compensata dalle risorse messe a disposizione sulla misura 16.4 del PSR, che è in avanzata fase di istruttoria, sulla quale sono stati presentati 32 progetti per un massimo di 100.000€ per progetto stesso.

Nel dibattito sono anche intervenuti Sean Sacco (M5s) e  Riccardo Lanzo (Lega).




Rapporto Bankitalia, Confagricoltura: “Servono credito e liquidità per far ripartire l’agricoltura piemontese”

Il crollo dei ricavi, la forte diminuzione dell’occupazione, il blocco della catena dell’Horeca con il conseguente sconvolgimento dei consumi alimentari e il drastico calo delle esportazioni di vini e formaggi evidenziano una situazione di crisi diffusa che il nostro Paese non viveva da oltre un decennio”.

È questo il commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, al rapporto sull’economia piemontese presentato questa mattina dalla Banca d‘Italia.

In base ai dati contenuti nel rapporto – fa rilevare Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – l’agricoltura della nostra regione, con 50.525 imprese agricole (-1,9% rispetto al 2019), contribuisce al Pil regionale per l’1,7%, con un valore aggiunto di 2,093 miliardi di euro. “Considerando anche l’industria alimentare e la ristorazione – afferma Ercole Zuccaro – il Pil che contribuisce a sviluppare il settore primario piemontese supera il 15% del totale”.

Per Enrico Allasia il rapporto di Bankitalia sottolinea l’esigenza, per famiglie e imprese, di una maggior esigenza credito e liquidità “che in questa particolare congiuntura economica deve essere sostenuta dal sistema bancario con l’obiettivo di valorizzare le imprese sane, le quali sono motivate a realizzare investimenti per garantire possibilità di sviluppo, reddito e occupazione. In questo contesto – conclude Allasia – l‘agricoltura è pronta a fare la propria parte, con un impegno forte per sostenere il territorio e l’economia locale, valorizzando le specialità che il Piemonte sa produrre”.

 




Confagricoltura Piemonte chiede alla Regione di sostenere le attività agrituristiche

In Piemonte sono attive 1.316 aziende agrituristiche (5,6% della quota nazionale), delle quali 914 con alloggio. Le aziende con ristorazione sono 793 (60 % del totale); quelle che offrono un servizio di degustazione (tipo enoturismo, per esempio) sono 687 (52 % del totale).

Sono 1.013 (il 77% del totale) quelle che svolgono altre attività legate all’agriturismo: fattoria didattica, ippoturismo, attività ludiche – educative, agri-asilo. “Queste attività in primavera, in particolare nel periodo pasquale e in occasione del ponte del 1° maggio hanno subito danni rilevanti – spiega il presidente regionale di Confagricoltura Enrico Allasiae ora per loro si prospetta di nuovo un periodo estremamente complicato”.

In vista delle nuove restrizioni adottate dal Governo Confagricoltura Piemonte ha chiesto alla Regione di consentire le consegne di pasti a domicilio da parte degli agriturismi. “La competente Direzione della Regione – dichiara Enrico Allasia – ci ha assicurato che verrà adottato un provvedimento per venire incontro alla nostra richiesta”.

Per quanto riguarda gli aiuti all’agriturismo il Decreto Ristori pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 ottobre scorso prevede un contributo a fondo perduto per coloro che sono titolari di Partita Iva attiva alla data del 25 ottobre 2020 e che svolgono come attività prevalente una di quelle contenute nell’elenco allegato al Decreto stesso. Confagricoltura Piemonte ricorda che sono interessate, per esempio, le attività di agriturismo (alloggio o ristorazione) e altre legate all’intrattenimento, lo sport, il turismo. Il contributo spetta a condizione che i ricavi di aprile 2020 siano inferiori ai 2/3 dei ricavi di aprile 2019 (questo requisito non è necessario per coloro che hanno iniziato l’attività dopo il 1° gennaio 2019).

Per quanto riguarda la procedura, sono previste due modalità: coloro che hanno già beneficiato del contributo previsto dal precedente Decreto Rilancio non dovranno fare nulla, in quanto l’aiuto verrà accreditato dall’Agenzia delle Entrate direttamente sul conto corrente già comunicato; gli altri soggetti invece dovranno presentare una specifica istanza in via telematica, entro il termine che verrà stabilito con un prossimo provvedimento. L’importo del contributo si calcola applicando un apposito coefficiente legato al codice attività ATECO (per gli agriturismi con alloggio è pari al 150% – per quelli con ristorazione al 200%) all’importo spettante secondo le norme del Decreto Rilancio.

Il Decreto Rilancio cancella anche la seconda rata IMU 2020, in scadenza al 16 dicembre, con riferimento agli immobili e relative pertinenze in cui si esercitano le attività agrituristiche e di affittacamere, bed and breakfast, case vacanze. Per beneficiare dell’agevolazione, è necessario che i proprietari degli immobili siano anche direttamente gestori delle attività che vi vengono esercitate.

Per i datori di lavoro privati dell’agriturismo con alloggio e ristorazione sono sospesi i termini relativi ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria dovuti per la competenza del mese di novembre 2020. Tali pagamenti saranno effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 16 marzo 2021 o mediante rateizzazione fino a un massimo di quattro rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata entro il 16 marzo 2021.

 

 

 




In chiusura della Campagna Agraria 2021/2022 Confagricoltura fa il punto sui dati dell’annata

Le condizioni atmosferiche hanno condizionato pesantemente l’andamento delle colture ma il sistema agrario provinciale ha tenuto. Asti Agricoltura: “Chiediamo interventi rapidi per la valorizzazione delle nostre produzioni”

 

Siccità estrema e temperature elevate: sono i due elementi che hanno dominato lo scenario meteorologico di quest’anno con gravi conseguenze sulle colture. È quanto è emerso lunedì mattina a Torino, presso il Circolo del Design, durante la conferenza stampa del bilancio dell’annata agraria 2021-2022, organizzata da Confagricoltura Piemonte. Ospite d’eccezione, il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, collegato in videoconferenza.

L’annata agraria 2021/2022, che si concluderà nella giornata di domani, sarà ricordata principalmente per lo straordinario andamento climatico, caratterizzato da una perdurante assenza di piogge che ha sottoposto a un pesante stress tutte le coltivazioni, causando una sensibile riduzione della produzione di mais, prative e foraggere. Hanno tenuto meglio le produzioni cerealicole invernali, quali grano e orzo; leggermente in calo, ma non in modo significativo, i raccolti di frutta, nocciole e uva, che hanno fatto registrare livelli qualitativi buoni, con punte di eccellenza.

Il comparto agricolo sta vivendo un periodo di forte difficoltà – ha affermato il presidente Giansanti – dopo aver superato la pandemia da Covid, ha dovuto subire le conseguenze del conflitto russo ucraino che ha portato ad un incremento vertiginoso dei prezzi. E’ nostro compito sensibilizzare le istituzioni ad una politica sempre più orientata verso le imprese, trasmettendo al Governo il valore territoriale dell’agricoltura, per fare in modo di aumentare produttività e competitività“.

Gli effetti del cambiamento climatico – afferma Federico Spanna del Settore Fitosanitario Regione Piemonte –   mai come quest’anno si sono manifestati sul territorio padano, ed in particolare su quello piemontese, con grande intensità e persistenza. Siccità estrema e temperature elevate sono i due elementi che hanno dominato uno scenario meteorologico che ha ben pochi riscontri nel passato e che non accenna a rientrare in parametri più ordinari neanche nella stagione autunnale”.

Il bilancio complessivo – ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteè positivo, ma il futuro è incerto per quanto riguarda la tenuta dei prezzi agricoli all’origine. L’aumento dei costi energetici preoccupa le imprese, soprattutto quelle zootecniche, che a fronte dei rincari dei mangimi e dei foraggi e di un modesto aumento del valore delle produzioni di carne e latte non riescono più a far quadrare i conti”.

Stesso andamento ma con risultati meno pesanti anche per la provincia di Asti, territorio in cui i seminativi e tutte le colture foraggere hanno sofferto parecchio gli effetti della siccità, ma dove, stante la maggiore diffusione di vite (14.165 ettari) e nocciolo (6.105 ettari), che hanno parzialmente resistito alle condizioni meteo sfavorevoli, gli effetti sono stati complessivamente meno devastanti. Per quanto riguarda la vite si è registrato un calo della produzione rispetto all’anno scorso a causa della siccità che ha influito in modo sensibile sulla maturazione delle uve, anche se la qualità è rimasta soddisfacente. Anche per quanto concerne il comparto corilicolo c’è stata una produzione di qualità, con poco “cimiciato” e con una pezzatura solo leggermente inferiore alla norma.

Crisi totale invece per quanto riguarda il settore zootecnico che ha sofferto maggiormente il vertiginoso incremento dei prezzi derivanti dallo scoppio del conflitto russo ucraino. Dall’aumento del prezzo dei cereali – alla base di tutti i mangimi animali – deriva un innalzamento dei costi di alimentazione che si attestavano già su valori elevati. Ne consegue quindi una perdita netta per ogni capo allevato e una forte difficoltà da parte delle aziende a sostenere i costi di allevamento. Su questo punto l’Assessore  all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa, intervenuto a chiusura della conferenza stampa ha tenuto a precisare: “Abbiamo avviato un percorso di valorizzazione della carne piemontese che passerà attraverso precisi e rigorosi impegni da parte della GDO e la ristorazione”.

Il dato a livello regionale che preoccupa maggiormente è la vertiginosa riduzione delle imprese agricole: negli ultimi cinque anni infatti si è registrata una contrazione delle attività di circa il 13%, passando da 46.667 unità del 2018 a 40.866 di quest’anno; anche in provincia di Asti, solo nell’ultimo anno, si sono perse 197 aziende! Crescono invece in Piemonte gli addetti agricoli, che a giugno di quest’anno erano 81mila, con un netto incremento rispetto ai 63mila medi del 2021, in controtendenza rispetto al dato nazionale che vede gli occupati del settore primario in diminuzione.

Con il miglioramento delle produzioni, l’innovazione tecnologica e la ricerca di nuovi mercati – affermano il presidente e il direttore della Confagricoltura di Asti, Gabriele Baldi e Mariagrazia Baravallele imprese agricole piemontesi si stanno impegnando ogni giorno per contrastare questa congiuntura sfavorevole. Alla politica chiediamo interventi rapidi, procedure snelle e un contributo coordinato per la valorizzazione delle nostre produzioni, per consentirci di superare la crisi nell’interesse dell’agricoltura e del territorio”.




L’Epa riabilita il glifosate. Confagricoltura: “Investire in ricerca”

Confagricoltura Piemonte interviene sul recente pronunciamento dell’EpaUnited States Environmental Protection Agency.

L’agenzia ha concluso che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni”.

È questo il verdetto emesso dall’Epa, a proposito del glifosate, un erbicida – informa Confagricoltura – che è utilizzato da numerose imprese agricole e che da anni è al centro di diatribe mediatiche e giudiziarie a proposito di una presunta cancerogenicità della sostanza.

Nell’agosto dell’anno scorso l’Epa aveva già sottolineato come procurare allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza attiva sarebbe stato “in contraddizione con la valutazione scientifica dell’agenzia” e sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”.

La valutazione è stata condivisa, negli anni, dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), dalla Bfr (l’Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca) e più recentemente dalle autorità canadesi per la salute (Health Canada).

La valutazione dell’Epa statunitense – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiaconferma quanto sostenuto da tempo, sulla base della scienza e non del pregiudizio, da Confagricoltura: riteniamo importante continuare a utilizzare questa sostanza non solo dal punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché il gligosate è utilizzato particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa, apportando benefici importanti all’ambiente, a partire dalla diminuzione di emissioni di anidride carbonica-.

Questa vicenda – sostiene il presidente di Confagricoltura Piemonte – ci invita ad analizzare le questioni tenendo nella massima considerazione i pareri espressi dalla comunità scientifica internazionale, puntando a produzioni agricole sostenibili e di qualità, continuando a credere e a investire nella ricerca”.

È stata proprio la ricerca – ricorda Confagricoltura – la protagonista assoluta in agricoltura. Grazie alla ricerca la produttività è cresciuta con l’aumento della popolazione mondiale: dagli anni ’60 gli abitanti del pianeta sono passati da poco più di 3 miliardi a 7 miliardi e in parallelo la produzione cerealicola è cresciuta da circa 900 a quasi 2.400 milioni di tonnellate.

Nello stesso periodo la produzione di cereali è aumentata il 50% cento più velocemente
della popolazione mondiale, soprattutto con incrementi delle rese unitarie. “Nei prossimi
anni – sostiene Allasia – dovremo continuare a puntare sulla ricerca, perché avremo
bisogno di maggiore produzione agricola e dovremo gestire in maniera sostenibile le
risorse naturali dell’ecosistema”.

 




Sara Chialva nel Comitato per l’Imprenditoria Femminile della CCIAA di Torino

Sara Chialva, imprenditrice agricola di Pancalieri (Torino), alla guida dell’azienda di famiglia che da cinque generazioni ha dato vita a uno dei più importanti distretti italiani per la produzione di piante officinali e oli essenziali, tesoriere dell’Associazione Nazionale Giovani Agricoltori di Confagricoltura Torino, è stata nominata componente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Torino.

Sara Chialva, laurea specialistica con lode in culture moderne comparate, è anche segretario e socio fondatore dell’associazione produttori e distillatori di menta piperita di Pancalieri – Assomenta e componente dell’Associazione delle Dimore Storiche Italiane; conduce un’azienda che attua le linee guida delle buone pratiche agricole (GAP) dove produce menta piperita e camomilla romana certificata Kasher.

 

 




Giovanni Chiò è il nuovo presidente di Confagricoltura Novara – VCO

 L’assemblea di Confagricoltura Novara VCO che si è riunita on-line questa mattina (giovedì 18 febbraio 2021) ha eletto presidente per acclamazione Giovanni Chiò, imprenditore agricolo di San Pietro Mosezzo (No) che conduce con la famiglia la Cascina Motta.

Giovanni Chiò con i genitori e i fratelli ha avviato una svolta innovativa all’azienda, avviandola all’agricoltura di precisione e diversificando la coltivazione con le produzioni biologiche, prevalentemente risicole.

Il neo presidente subentra nell’incarico a Paola Battioli, che ha ricevuto i ringraziamenti di Confagricoltura per il costante impegno dimostrato nell’attività sindacale durante i suoi due mandati ai vertici dell’associazione di categoria.

Giovanni Chiò, 34 anni, è stato presidente dell’ANGA – Associazione dei Giovani Agricoltori di Confagricoltura Novara per poi rivestire la carica a livello regionale e per far parte, subito dopo, della compagine nazionale. Esperto risicoltore, ha sviluppato la propria attività anche in ambito professionale nel campo della consulenza sull’agricoltura di precisione.

Ad affiancarlo durante i prossimi quattro anni di mandato ci saranno i vicepresidenti Alessandro Ariatta, Giuseppe Ferraris e Claudio Melano, con i consiglieri Marco Castelli, Daniele Mainardi, Christian Massara, Cesare Mercalli e Cesare Rossino.

Ci impegneremo – ha dichiarato Giovanni Chiò – per sostenere le imprese che rappresentiamo, per stare al passo con i tempi impiegando energie e risorse per un’agricoltura di qualità che sappia generare reddito, nell’ambito di progetti di filiera sempre più orientati all’innovazione e all’export




Confagricoltura Piemonte: “Pacchetto giovani”, posticipata la scadenza al 24 aprile

Esprime soddisfazione Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte dopo aver appreso della proroga al 24 aprile prossimo per il Bando integrato SRD01 – investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole e SRE01 – Insediamento giovani agricoltori.

Il ricambio generazionale assume un ruolo prioritario nell’agenda politica comunitaria e Confagricoltura Piemonte si era subito mossa a tutela della categoria quando sono sorte le prime difficoltà nel rispettare le tempistiche imposte dai bandi.

 

È stata infatti iniziativa di Confagricoltura Piemonte chiedere alla Regione per gli imprenditori agricoli, giovani under 41, la possibilità di differenziare la scadenza del bando, evidenziando alcune criticità che si stanno via via risolvendo.

 

Apprezziamo il fatto che la Regione abbia accolto la nostra proposta di posticipare la scadenza dei bandi, fornendo alcuni doverosi chiarimenti a quanto evidenziato durante gli incontri tecnici” sottolinea Allasia. Si tratta di aiuti importanti per le nostre aziende: una maggiore presenza di giovani in agricoltura è fondamentale per la competitività e per la sostenibilità del sistema e per il contrasto allo spopolamento delle aree rurali e montane; quindi, l’accesso ai bandi deve essere facilitato, anche con una tempistica adeguata” conclude il presidente.

 

Le aziende under 41 mostrano una maggiore propensione all’innovazione, gestiscono aziende di dimensioni maggiori rispetto alla media e in una condizione economica migliore se confrontate con quelle condotte da agricoltori più anziani. I nostri giovani agricoltori, però, lamentano, rispetto ai colleghi europei, maggiori difficoltà in tema di accesso al credito e alla consulenza aziendale, oltre che una eccessiva burocrazia.




Confagricoltura Piemonte: dignità del lavoro per un’agricoltura etica  

Il Coronavirus non ferma le attività agricole. Tra poco meno di un mese inizierà la raccolta dei piccoli frutti. A seguire sarà la volta delle ciliegie, per passare poi alle albicocche e alle prime pesche.

In Piemonte, con il mese di giugno – spiega Confagricoltura – la campagna di raccolta della frutta entra nel vivo, coinvolgendo migliaia di lavoratori, fino allo scorso anno provenienti in gran parte dall’estero.

Il numero di operai agricoli in Piemonte, in totale, è passato dai 31.008 del 2008 ai 40.936 del 2017. Per quanto riguarda la cittadinanza degli operai agricoli, soltanto il 65,62% è italiana. I cittadini extracomunitari occupati a tempo determinato in agricoltura in Piemonte nel 2017, secondo i dati dell’Inps, sono stati 14.154 (per un totale di 1.030.931 giornate di lavoro). Per quanto l’ambito di occupazione, 11.260 sono stati occupati complessivamente in orticoltura, frutticoltura e viticoltura.

Quest’anno avremo maggiori problemi a trovare manodopera disponibile per le nostre campagne – chiarisce Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteanche per le disposizioni in materia di distanziamento sociale. In questo contesto di sentiamo impegnati ancor di più a intensificare gli sforzi per contrastare il lavoro irregolare, per trovare soluzioni di accoglienza dignitose e, in generale, per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori stranieri”.

Confagricoltura Piemonte ricorda che a novembre dell’anno scorso aveva presentato agli assessori regionali Protopapa (Agricoltura), Icardi (Sanità) e Caucino (Politiche sociali) un progetto denominato Agricoltura Etica.

In queste settimane a Saluzzo, per iniziativa degli enti locali del territorio, si sta sviluppando un’iniziativa che va nel solco della proposta di Confagricoltura. Il progetto prevede la locazione, in convenzione e con il contributo pubblico, di moduli abitativi da destinare ai lavoratori stranieri senza altra possibilità di alloggio nell’impresa agricola in cui sono assunti.

Ci piacerebbe che l’iniziativa si potesse sviluppare accogliendo la seconda fase del progetto che avevamo proposto alla Regione – dichiara il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccarodefinendo insieme una serie di buone pratiche volontarie che possano consentire alle imprese che le adotteranno di fregiarsi di un marchio di qualità, promuovendo le produzioni frutticole ottenute. Nella definizione del progetto – conclude Zuccaro – oltre agli attuali attori intendiamo coinvolgere le organizzazioni sindacali dei lavoratori e gli enti bilaterali agricoli, per rafforzare la promozione del rispetto della persona e della diffusione della cultura legalità e della sicurezza”.

In Piemonte – ricorda Confagricoltura – le aziende frutticole sono circa 8.000 per una superficie coltivata di circa 18.500 ettari. Il comparto genera un fatturato di oltre 500 milioni di euro su un totale nazionale di 4 miliardi. La maggior parte della frutticoltura (60%) si concentra nel Cuneese, seguita dal Torinese col 25%, dal Vercellese con il 10% e dalle restanti province con il 5%.