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Confagricoltura Alessandria: G20 agricoltura. Le attività dell’Organizzazione sindacale

L’evoluzione dell’agricoltura e l’innovazione per affrontare le sfide della sostenibilità e della competitività. Sono questi i temi caratterizzanti la presenza di Confagricoltura a Firenze, in occasione del G20 dell’Agricoltura, nello stand allestito nella centrale Piazza della Repubblica.

Uno spazio espositivo che intende raccontare questa evoluzione e gli strumenti a disposizione delle imprese agricole italiane. Uno spaccato dell’agricoltura 4.0, fortemente voluta da Confagricoltura quale elemento fondamentale per il miglioramento delle performance del settore primario in termini di processi produttivi, rispetto dell’ambiente, risparmio energetico, qualità dei prodotti.

Da oggi a sabato, tutto il giorno, è possibile provare il simulatore della guida satellitare di un trattore insieme a TopCon; conoscere le prerogative dei droni utilizzati per le analisi georeferenziata dei campi, ma anche scoprire l’universo dell’alveare insieme alla FAI, la Federazione Apicoltori Italiani, o tuffarsi nella storia attraverso una selezione delle opere di Samuele Colosi dedicate al mondo contadino.
Lo stand ospita anche il materiale illustrativo delle iniziative che Confagricoltura sta portando avanti a livello nazionale e sui territori, in collaborazione con numerosi partner, nella convinzione che la sostenibilità sia una sfida da affrontare insieme.
Quindi la formazione, con Enapra e i corsi dedicati all’agricoltura innovativa, presentata da Luca Brondelli di Brondello, presidente nazionale dell’ente e presidente di Confagricoltura Alessandria.
Non manca il verde curato dai vivaisti di Pistoia.
La presenza di Confagricoltura si arricchisce poi con le conferenze organizzate nello spazio di Agrinsieme, nella stessa piazza, dedicate ai cambiamenti climatici e all’agricoltura sociale. Con Confagricoltura ci saranno esponenti dell’Accademia dei Georgofili, della Regione Toscana, della Croce Rossa Italiana.

Da oggi, infine, sul sito, vi è uno spazio web cliccabile dall’homepage, interamente dedicato ai temi e ai protagonisti del G20 Agricoltura e in particolare alle attività e agli interventi della Confederazione.




Consiglio UE, Giansanti (Confagricoltura): per l’agricoltura risorse finanziarie adeguate

L’emergenza sanitaria ha dimostrato con assoluta chiarezza che la sovranità alimentare è un’esigenza strategica. Di conseguenza, le risorse finanziarie da destinare nei prossimi anni all’agricoltura devono essere almeno consolidate sui livelli attuali”.

E’ la presa di posizione del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in vista della riunione del Consiglio europeo in programma venerdì 19 giugno.

Nel corso dell’incontro i capi di Stato e di governo dell’Unione discuteranno sulle proposte della Commissione relative al programma di rilancio economico “Next Generation EU” e al quadro finanziario per il periodo 2021-2027.

“Per quanto riguarda, in particolare, il bilancio agricolo – aggiunge Giansanti – la Commissione in carica ha migliorato il progetto dell’Esecutivo guidato da Juncker. Ne prendiamo atto, ma occorre fare di più perché in termini reali resta un taglio di 34 miliardi di euro nei confronti dell’attuale dotazione”.

Confagricoltura evidenzia che, sulla base del progetto in discussione, gli aiuti diretti della PAC subirebbero un taglio di poco inferiore al 10% in termini reali. Per lo sviluppo rurale, la riduzione sarebbe di sette punti percentuali. Lascia anche perplessi che al settore agricolo siano destinati solo 15 miliardi su un totale di 750 che si prevede di mobilitare per il rilancio economico.

“Ribadiamo la nostra opposizione agli strumenti di penalizzazione delle imprese di maggiore dimensione, dalla degressività al plafonamento degli aiuti diretti – sottolinea il presidente di Confagricoltura -. Se l’Europa vuole centrare l’obiettivo di una maggiore sostenibilità dei processi produttivi, deve salvaguardare l’efficienza delle imprese in grado di investire e attuare le innovazioni tecnologiche richieste”.

A parere dell’Organizzazione agricola va anche messa da parte la cosiddetta ‘convergenza esterna’, perché penalizzerebbe in misura particolare l’agricoltura italiana, che esprime il più alto valore aggiunto a livello europeo. Il divario tra gli importi degli aiuti diretti a livello nazionale è pienamente giustificato dalla diversità dei costi di produzione, a partire da quello del lavoro.




Coronavirus, Confagricoltura: bene l’impegno per l’agroalimentare, ma serve un piano per la ripresa oltre l’emergenza

Apprezziamo l’impegno della ministra Bellanova nell’individuare misure a sostegno del settore agricolo, nonché della ristorazione, che con l’entrata in vigore dell’ultimo DPCM sono in forte crisi. Domenica abbiamo immediatamente chiesto al Governo un intervento per un segmento prioritario per l’economia nazionale”.

Così il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli alla notizia della definizione di un pacchetto di misure di ristoro per gli operatori delle filiere maggiormente colpite dal DPCM.

La sospensione delle attività inciderà per circa 2,7 miliardi di euro di minori consumi.

“L’agricoltura – precisa Brondelli – pagherà un conto salato per le mancate vendite alla ristorazione.  A soffrire sono diversi settori, in particolare quello vitivinicolo, che non si è ancora ripreso dal lockdown di primavera, ma con esso anche i comparti del pesce, dell’olio, della carne e dell’ortofrutta, compresa la IV gamma”.

Molti di questi prodotti, cosiddetti ‘premium’, sono fortemente rappresentativi del migliore Made in Italy agroalimentare e non sono presenti nella grande distribuzione, pertanto gli agricoltori non hanno la possibilità di allocare la merce in questo mese di chiusure anticipate di bar e ristoranti.

Il 30% del fatturato di vino, pasta, prodotti da forno, carni suine e avicole deriva dalle vendite al canale Ho.Re.Ca.. Si sale al 40% per la carne bovina e al 70% per i derivati dell’uovo.

“Gli imprenditori agricoli – prosegue Brondelli – sono anche preoccupati per le conseguenze di questo stop sul fronte dell’esposizione finanziaria. Ci aspettiamo che le promesse del Governo abbiano un seguito efficace e veloce, anche perché speriamo che questo sia l’ultimo sforzo chiesto alle imprese”.

“Lo ribadiamo con forza: dobbiamo andare oltre l’emergenza, con un piano per la ripresa – conclude il Presidente di Confagricoltura Alessandria – capace di garantire un futuro al tessuto economico e sociale del Paese”.




Annata agraria 2021 – 2022: la presentazione dei dati al Circolo del Design

L’annata agraria 2022, secondo il bilancio tracciato da Confagricoltura Piemonte in occasione della tradizionale conferenza stampa di fine campagna, sarà ricordata principalmente per lo straordinario andamento climatico, caratterizzato da una perdurante assenza di piogge che ha sottoposto a un pesante stress e tutte le coltivazioni, causando una sensibile riduzione della produzione di mais, prative e foraggere. Hanno tenuto meglio le produzioni cerealicole invernali, quali grano e orzo; leggermente in calo, ma non in modo significativo, i raccolti di frutta, nocciole e uva, che hanno fatto registrare livelli qualitativi buoni, con punte di eccellenza.

Gli effetti del cambiamento climatico – dice Federico Spanna Settore fitosanitario Regione Piemonte –   mai come quest’anno si sono manifestati sul territorio padano, ed in particolare su quello piemontese, con grande intensità e persistenza. Siccità estrema e temperature elevate sono i due elementi che hanno dominato uno scenario meteorologico che ha ben pochi riscontri nel passato e che non accenna a rientrare in parametri più ordinari neanche nella stagione autunnale”.

Le quotazioni di quasi tutte le produzioni agricole, in particolare dei cereali e del riso, hanno fatto registrare aumenti significativi, ma nel contempo i rincari dei costi dei mezzi tecnici e dell’energia, quali corrente elettrica, gas e carburanti, sono stati particolarmente pesanti.

Il bilancio complessivo – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteè positivo, ma il futuro è incerto per quanto riguarda la tenuta dei prezzi agricoli all’origine. L’aumento dei costi energetici preoccupa le imprese, soprattutto quelle zootecniche, che a fronte dei rincari dei mangimi e dei foraggi e di un modesto aumento del valore delle produzioni di carne e latte non riescono più a far quadrare i conti”.

Timori anche per i bilanci delle imprese frutticole, con i costi di produzione che superano i prezzi dei prodotti all’origine e gli oneri di frigoconservazione in continuo aumento.

Ancora in calo le imprese agricole, che negli ultimi cinque anni hanno fatto registrare una contrazione delle attività di circa il 13%, passando da 46.667 unità del 2018 a 40.866 di quest’anno; di conseguenza è aumentata la superficie media aziendale, che ora si assesta a 22,5 ettari.

Crescono invece gli addetti agricoli, che a giugno di quest’anno erano 81mila, con un netto incremento rispetto ai 63mila medi del 2021, in controtendenza rispetto al dato nazionale che vede gli occupati del settore primario in diminuzione. Stabile il numero dei giovani agricoltori: nel 2021 i giovani sotto i 41 anni di età rappresentavano il 13,7% del totale dei titolari delle imprese agricole, mentre quest’anno sono il 14% (6.041 aziende).

Continuano purtroppo a essere irrisolti i problemi dell’eccessiva proliferazione dei selvatici – aggiunge Enrico Allasia – ai quali si è aggiunta la peste suina africana: l’epidemia, fortunatamente confinata per il momento, preoccupa le imprese suinicole, che vedono il loro futuro incerto. Alle istituzioni chiediamo una presa di posizione forte, che ci rassicuri sull’effettiva volontà di contrastare l’abnorme diffusione dei cinghiali”.

La nuova politica agricola comunitaria, che impone vincoli ambientali sempre più stringenti, il conflitto russo ucraino, l’aumento dei costi produttivi e il peso degli oneri energetici in forte aumento, gli aumenti del costo del gasolio, dei fertilizzanti e delle materie prime mettono in difficoltà il settore primario piemontese, caratterizzato da produzioni di qualità che richiedono importanti apporti di manodopera.

Con il miglioramento delle produzioni, l’innovazione tecnologica e la ricerca di nuovi mercati – conclude Allasia – le imprese agricole piemontesi si stanno impegnando ogni giorno per contrastare questa congiuntura sfavorevole. Alla politica regionale chiediamo interventi rapidi, procedure snelle e un contributo coordinato per la valorizzazione delle nostre produzioni, per consentirci di superare la crisi nell’interesse dell’agricoltura e del territorio”.

 

L’agricoltura oggi si trova ad affrontare sfide molto serie per le quali servono strumenti nuovi – sottolinea Lella Bassignana Presidente AGRIPIEMONTEFORM, ente per la formazione professionale (che ha elaborato i dati dell’annata agraria) e direttore di Confagricoltura di Piemonte  – La popolazione del pianeta è in aumento, mentre la terra coltivabile diminuisce a causa della cementificazione e i cambiamenti climatici riducono le produttività e le rese.

Negli ultimi decenni le politiche europee hanno chiesto agli agricoltori di produrre di meno: oggi dobbiamo tornare a produrre di più: siamo il primo settore dell’economia del Paese e dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare con politiche che incentivino la produzione nel rispetto della salute del consumatore e dell’ambiente.

Il mondo agricolo ha bisogno di:

investire in ricerca (Enti di ricerca, Università, aziende) per varietà resistenti alla siccità e alle fitopatologie promuovendo nuove forme di miglioramento genetico;

avviare velocemente la fase operativa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per una rete idraulica in grado di rispondere ai cambiamenti climatici, per incrementare la percentuale di acqua piovana che oggi riusciamo a trattenere in bacini con funzioni di riserva idrica e limitare le perdite dei canali;

potenziare percorsi di formazione per la qualificazione e la specializzazione del personale e corsi di aggiornamento per dirigenti agricoli”.

Le Tecniche di Evoluzione Assistita, e in particolare l’editing del genoma – afferma nella sua relazione il Prof. Andrea MogliaDipartimento DISAFA Università di Torino offrono straordinarie opportunità per l’agricoltura italiana nell’ottica di sviluppare strategie di miglioramento genetico al servizio di una produzione sostenibile in un contesto di cambiamenti climatici”.

 




Confagricoltura Piemonte: per il riso nuovi pericoli da Vietnam e Cambogia

Il nuovo accordo commerciale tra Ue e Vietnam, che prevede l’importazione a dazio zero sul mercato europeo di 80 mila tonnellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico e l’esclusione del riso dal ripristino dei dazi sulle importazioni dalla Cambogia rischiano di creare gravi problemi alla nostra risicoltura”.

Giovanni Perinotti, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella e responsabile nazionale del comparto riso di Confagricoltura, prende posizione sulle decisioni comunitarie degli ultimi giorni che “non danno seguito alle richieste formulate in modo compatto, senza distinzioni, dal governo italiano, dalle regioni più interessate alla risicoltura e dalle organizzazioni agricole”.

Sull’argomento ha preso posizione ufficialmente Confagricoltura a livello nazionale. “La lista stilata dalla Commissione non include il riso –sottolinea il presidente confederale Massimiliano Giansantie l’esclusione è stata motivata con la clausola di salvaguardia già in vigore che, però, si applica solo alle importazioni di riso Indica lavorato dalla Cambogia. E’ inaccettabile fare riferimento a questioni di carattere economico, quando è in discussione il mancato rispetto dei diritti umani e del lavoro”.

L’Italia – ricorda Confagricoltura – è il principale produttore di riso in Europa: su un’area di 220.000 ettari operano 4mila aziende agricole che raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione UE, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.

 




Le imprese aspettano ancora gli aiuti, ma lo Stato chiede i contributi entro il 16 luglio

Gli effetti del Covid-19, già pesanti finora, purtroppo si faranno ancora sentire a lungo, soprattutto a partire dall’autunno. Confagricoltura Piemonte, che rappresenta le imprese del settore primario che non hanno mai cessato la loro attività nel lockdown per assicurare il sostegno alimentare ai cittadini, torna a chiedere interventi per fronteggiare l’emergenza economica generata dal Coronavirus.

“Finora abbiamo assistito a una serie di misure tampone – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – ma adesso è necessario intervenire con un piano strategico per uscire dall’emergenza.

La prima scadenza che abbiamo di fronte è quella del 16 luglio, data entro la quale gli imprenditori agricoli e i coltivatori diretti dovranno versare la prima rata dei contributi obbligatori per Inps e Inail.

Premesso che da una prima verifica dei dati disponibili nel cassetto previdenziale degli autonomi in agricoltura molti conteggi risultano errati, è chiaro che saranno tante le imprese che non riusciranno a rispettare la scadenza, essendo ancora in attesa degli aiuti promessi e non ancora erogati dal governo.

Per questo ci aspettiamo che il governo annulli la scadenza, compensando il pagamento di quanto dovuto con i contributi annunciati e non ancora erogati. Inoltre ribadiamo che per quest’anno occorre uno sgravio contributivo totale: questo vale per tutti i comparti produttivi e in particolare per quelli che non hanno ancora ricevuto nessun tipo di sostegno, per esempio l’ortofrutta”.

Confagricoltura Piemonte evidenzia che la crisi economica, che ha colpito duramente imprese e lavoratori, sta spingendo i consumatori a privilegiare i prodotti alimentari a basso prezzo, favorendo l’incremento delle importazioni: questo sta avvenendo nel comparto della carne, dei prodotti lattiero caseari e anche dell’ortofrutta.

“Se non si varerà con urgenza un piano strategico in autunno le conseguenze saranno pesantissime – sostiene Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemonte – perché con la fine della cassa integrazione e le imprese già provate dalla crisi, aumenteranno a dismisura le situazioni di difficoltà, con il rischio di tensioni sociali difficili da gestire”.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia precisa che “non si tratta di una richiesta soltanto per il mondo agricolo, ma per il Paese: dobbiamo puntare al rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture materiali e immateriali, quali quelle digitali, avviare un programma di semplificazioni per incentivare gli investimenti; garantire incentivi all’occupazione, con uno sgravio sui contributi, proseguendo anche sugli obiettivi di riduzione del cuneo fiscale, rilanciare il sistema Paese a livello culturale ed enogastronomico – conclude Allasia – per attrarre nuovamente turisti nazionali ed esteri, facendo leva sul piano di promozione del made in Italy”.




Usa, inizia l’era Biden. Confagricoltura Alessandria: è il momento del dialogo

C’è la possibilità di rilanciare un dialogo costruttivo sulle relazioni commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti d’America, superando definitivamente la stagione dei dazi e delle misure di ritorsione”.

Così il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli, a proposito dell’insediamento ufficiale di Joe Biden alla Casa Bianca, che continua: “Un primo positivo segnale potrebbe arrivare, ci auguriamo in tempi brevi, con un accordo sulla vicenda degli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing, che ha determinato l’imposizione di dazi doganali anche sul settore agroalimentare assolutamente estraneo alla vicenda”.
Al riguardo, Confagricoltura Alessandria ricorda che dall’ottobre 2019 sono sottoposte a un dazio aggiuntivo del 25% le esportazioni italiane di formaggi, agrumi, salumi e liquori destinate al mercato Usa, per un valore complessivo di circa 500 milioni di euro.

“Dovrebbe anche ripartire la discussione per definire una soluzione condivisa in materia di tassazione sui servizi digitali, per la quale – rileva il presidente di Confagricoltura Alessandria Brondelli – l’amministrazione Usa uscente ha minacciato l’imposizione di dazi sulle importazioni da alcuni Stati membri della UE, Italia compresa”.
In generale, le prime dichiarazioni rilasciate dal presidente Biden e dai suoi collaboratori fanno ritenere possibile il rilancio del sistema multilaterale di gestione degli scambi commerciali e una riforma del WTO (Organizzazione mondiale del commercio).

“I contrasti tra UE e Stati Uniti – afferma Brondelli – hanno finora impedito la nomina del nuovo Direttore generale del WTO e la mancata designazione dei rappresentanti statunitensi sta bloccando da tempo l’attività dell’organo di appello per la risoluzione delle controversie. L’Organizzazione è di fatto paralizzata. Per il Made in Italy agroalimentare, quello statunitense è il primo mercato di sbocco fuori dalla UE. Trainate dai vini, le vendite sfiorano nel complesso i 5 miliardi di euro l’anno”.

Oltre il 12% dell’export agroalimentare dell’Unione è destinato al mercato Usa, mentre le importazioni di settore incidono per l’8% sul totale dell’export di settore statunitense. Gli ultimi dati della Commissione UE indicano che l’interscambio commerciale bilaterale è sensibilmente diminuito, circa 1,2 miliardi di euro da gennaio ad agosto dello scorso anno sullo stesso periodo del 2019. “Il rilancio della cooperazione è quindi nell’interesse comune” conclude Brondelli.




Bandi strategici per l’agricoltura, Confagricoltura Piemonte: “Necessaria una sospensione”

Il 23 gennaio scorso, su sollecitazioni di Confagricoltura Piemonte e di altre Organizzazioni agricole, la Regione Piemonte con il Settore Agricoltura, ha convocato un incontro tecnico, in videoconferenza, per fornire alcuni chiarimenti in merito ai bandi dello Sviluppo rurale 2023 – 2027, riservati ai giovani agricoltori e ai piani di miglioramento per il settore primario.

In primo luogo, il bando aperto l’11 dicembre 2023 senza una consultazione preventiva del testo, ha richiesto, fin da subito, più interventi sulle funzionalità dell’applicativo fino alla prima decade di gennaio” evidenzia il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia una volta raccolte specifiche informazioni dai tecnici delle sedi territoriali piemontesi.

 

Nonostante ci siano stati forniti alcuni chiarimenti in uno specifico incontro tecnico, due aspetti rimangono problematici e da superare con soluzioni diverse da quelle prospettate dagli uffici assessorili” sottolinea Allasia.

Il primo è legato all’insediamento del giovane nei tre mesi successivi alla presentazione della domanda di sostegno. La procedura individuata, diversa da quella che è stata adottata nelle programmazioni precedenti, non prevede più la costituzione di un fascicolo temporaneo in cui inserire terreni e allevamenti provenienti dall’azienda cedente o dalle aziende cedenti. Pertanto, il giovane che si insedia nei 90 giorni successivi, presenta una domanda di sostegno priva o quasi della produzione standard e ciò comporta l’impossibilità di acquisire i 3 punti di priorità relativi al principio di selezione P05 – Dimensione economica dell’operazione, discriminando di fatto il suo progetto rispetto agli altri in quanto acquisirà una posizione in graduatoria più bassa e quindi, con ogni probabilità, non finanziabile.

 

L’altro elemento molto critico è, invece, costituito dal fatto che, contrariamente a quanto avveniva in passato, la cessione dell’azienda tra famigliari nella misura del 30% al giovane (il 70% rimane al cedente per evitare eccessivo frazionamento) si applica esclusivamente nel caso in cui avvenga tra padre e figlio ed è invece impedito con gli altri gradi di parentela.

Si tratta di un limite che, in numerosi casi, impedisce la costituzione di nuove aziende da parte dei giovani” precisa il presidente della Federazione degli imprenditori agricoli piemontesi che prosegue sottolineando come un altro limite molto restrittivo sia quello che impedisce, per un’erronea interpretazione, di accedere ai sostegni previsti dagli interventi strutturali agli allevamenti in soccida.

Anche su questo aspetto vogliamo un chiarimento” afferma Allasia che conclude invitando la Regione a verificare se sia possibile sospendere temporaneamente il bando in attesa che, tramite apposite riunioni con le Organizzazioni agricole, si riescano a ridefinire in modo diverso questi aspetti, essenziali per la buona riuscita del bando, tenendo anche conto che sarebbe quanto mai opportuno prevedere una congrua proroga dell’attuale scadenza, fissata al 14 marzo prossimo.




La Regione Piemonte sostiene il comparto agricolo piemontese

La Regione Piemonte sostiene il comparto agricolo piemontese tramite l’Agenzia Piemonte Lavoro e i suoi Centri per l’impiego.

Con il portale web sarà dato supporto alle aziende nella ricerca di candidati disponibili a svolgere attività stagionali urgenti, quali la raccolta di fragole, asparagi e primizie, le operazioni di primavera nelle vigne e l’avvio delle colture estive, in un quadro di assoluta trasparenza e legalità.

Possono candidarsi disoccupati, inoccupati e quanti intendono integrare il proprio reddito. Chi percepisce l’indennità di disoccupazione Naspi o il reddito di cittadinanza potrà mantenere il proprio status e non subirà decurtazioni nei limiti e nelle modalità previste dalla legge.

L’assessore al Lavoro Elena Chiorino la considera “un’iniziativa particolarmente significativa, assolutamente in linea con quanto vado sostenendo da settimane, cioè che per salvare i nostri raccolti occorre puntare prima di tutto sui tanti italiani e piemontesi che hanno perso il lavoro e che sarebbero ben disponibili a reinventarsi in questo settore e anche sui tanti i beneficiari del reddito di cittadinanza che, al momento, non hanno ancora trovato sbocco occupazionale”.

Per l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa “è uno strumento utile per questa emergenza ma pratico anche per la futura gestione del lavoro in agricoltura, che permetterà di trovare e offrire lavoro superando molti ostacoli burocratici. L’obiettivo è presentare opportunità lavorative e al tempo stesso rispondere alle richieste urgenti di manodopera pervenute dalle aziende agricole piemontesi”.




PSR, contributi per la lavorazione e la vendita dei prodotti agricoli per contrastare i danni del Covid-19

Entro il 30 settembre 2020 si potranno presentare le domande per ottenere contributi per il bando della misura 4.1.1 del Psr del Piemonte riservato al sostegno delle imprese agricole colpite dai danni della pandemia di Covd-19 che intendano realizzare interventi per lo stoccaggio e per la vendita diretta delle produzioni.

I beneficiari sono gli imprenditori agricoli singoli.

Il sostegno prevede un contributo in conto capitale pari al 40% della spesa ammessa, con un massimo di 40.000 euro. La spesa minima ammessa è di 20.000 euro; quella massima di 100.000 euro.

Gli interventi ammessi a contributo devono essere indirizzati a sostenere prioritariamente la realizzazione di investimenti finalizzati a stoccaggio, lavorazione e vendita di prodotti atti all’alimentazione umana.

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