1

Le “scottature” da sole nuocciono anche alle viti. Asti Agricoltura propone alcuni rimedi

L’annata 2021 sarà per sempre ricordata come la stagione più ricca e variegata di eventi atmosferici nefasti per tutto il comparto agricolo.

Durante questo anno si sono infatti manifestate tutte le calamità maggiormente compromettenti per il settore primario. Prima l’inverno con temperature sopra la media stagionale, poi la primavera con centinaia di ettari di frutteti colpiti da gelate, trombe d’aria, temporali violenti. Infine l’estate con la siccità e danni notevoli alle colture in campo e gli incendi boschivi.

Tra le colture più a rischio c’è sicuramente la vite, che ha visto perdere parecchi germogli in seguito alle gelate del 7 e 8 aprile per poi subire il colpo di grazia in occasione della grandinata di inizio luglio a maturazione quasi completata. Ora il problema che maggiormente sta affliggendo i viticoltori è il sole cocente che sta surriscaldando a dismisura i vigneti causando vere e proporre scottature sugli acini e la disidratazione del grappolo.

Questo comporta un conseguente elevato aumento delle gradazioni zuccherine.
Proprio per contenere tali effetti, tra le pratiche di gestione del vigneto successive alla potatura invernale, quella della defogliazione è una delle operazioni più indicate. Infatti, secondo ricerche internazionali è emerso che la rimozione precoce delle foglie fa sviluppare sull’epidermide degli acini alcuni composti fotoprotettivi, come risposta di adattamento alle condizioni climatiche più calde riducendo così l’incidenza delle scottature solari.

Per contrastare questo problema è possibile anche ricorrere all’uso della caolinite (già oggetto di sperimentazioni effettuate in passato dall’Australian Grape and Wine Authority) – afferma Enrico Masenga, tecnico specialistico di Asti Agricolturauna sostanza in grado di assorbire i raggi UV, per evitare “scottature” all’uva. Il tutto senza che rimanga alcun residuo sulle uve. Tutto ciò per evitare anche un ulteriore innalzamento della gradazione alcolica che negli ultimi anni sta raggiungendo valori troppo elevati”.
Secondo la sperimentazione, queste polveri permetterebbero di preservare le uve dai colpi di calore (sia per diversi giorni consecutivi a 35° C, sia per una giornata intera sopra i 40° C), ed anche di accelerarne la maturazione.

Inoltre, in fase di impianto di nuovi vigneti, che solitamente vengono realizzati in direzione sud-est, per evitare questo problema è consigliabile variare di alcuni gradi l’esposizione al sole delle barbatelle. “Una variazione di pochi gradi di inclinazione potrebbe contribuire ad evitare i raggi solari serali, contenendo quindi il surriscaldamento dei grappoli d’uva”, conclude Masenga.

Chiediamo alle istituzioni una maggiore attenzione e sostegno economico verso la ricerca e la sperimentazione di questi prodotti innovativi in grado di salvaguardare la vite e tutto il comparto agricolo in generale”, dichiara Mariagrazia Baravalle, direttore di Asti Agricoltura. “La sede astigiana di Confagricoltura, da sempre impegnata nella formazione in campo di figure professionali agricole, ha in programma l’organizzazione di corsi specifici sulle tecniche di prevenzione dei danni causati da cambiamenti climatici”.




Confagricoltura: positivo l’impegno della Regione per l’agriturismo

È avviato a soluzione il problema della mancata erogazione del contributo a fondo perduto per le aziende agrituristiche che esercitano l’attività di ristorazione che sono rimaste bloccate durante il lockdown dei mesi scorsi.

Nel corso di un incontro che si è svolto ieri nel palazzo della Giunta regionale a Torino, presente per Confagricoltura Piemonte  il segretario regionale di Agriturist Paolo Bertolotto, il governatore Alberto Cirio, l’assessore al turismo Vittoria Poggio e l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa, hanno confermato l’impegno dell’amministrazione per superare le difficoltà tecniche e burocratiche che hanno finora impedito la concessione del contributo.

Le aziende agrituristiche piemontesi che effettuano ristorazione – precisa Confagricoltura – sono all’incirca un migliaio, mentre in totale le attività, comprese quelle che si dedicano anche all’ accoglienza con pernottamento, sono poco meno di 1300.

Grazie alla conferma dell’impegno della Regione, che abbiamo sollecitato con spirito costruttivo nelle scorse settimane – commenta Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontesi sono poste le basi per giungere a una soluzione positiva della vertenza che dovrebbe far sì che entro l’estate, ci auguriamo, tutte le aziende agrituristiche che effettuano ristorazione possano ottenere il bonus previsto dal Riparti-Piemonte. È un sostegno che apprezziamo, non soltanto sotto il profilo economico, ma anche dal punto di vista dell’attenzione che la Regione dimostra verso un comparto importante che contribuisce in modo rilevante allo sviluppo dell’agricoltura, turismo e dell’economia del territorio”.

 




Psr, le indicazioni di Confagricoltura alla Regione Piemonte

Il 31 dicembre di quest’anno si chiuderà il periodo di programmazione 2014-2020 per quanto riguarda la politica agricola comunitaria – Pac.

Il regolamento di transizione della Pac  – spiega Confagricoltura in una nota – è di durata massima biennale e si basa sul principio dell’utilizzo delle regole attualmente in vigore; avvalendosi delle nuove risorse che verranno messe a disposizione dall’Unione europea entrerà in vigore il 1° gennaio 2021 e le autorità regionali dovranno gestire contemporaneamente vecchia e nuova dotazione finanziaria.

In questo contesto – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiaè indispensabile attivare tutte le procedure per poter spendere in tempi rapidi tutte risorse già impegnate, facendo tesoro dell’esperienza maturata per la futura programmazione, evitando le complicazioni che hanno rallentato l’esecuzione dei progetti, nell’interesse delle imprese e del territorio. Il Psr che si sta chiudendo, ereditato dalla precedente amministrazione regionale, presenta molte criticità che abbiamo sempre evidenziato: la Giunta Cirio – aggiunge Allasia – deve dimostrare di voler correggere la precedente impostazione, tenendo presente che la pandemia ci impone di concentrare gli sforzi sugli aspetti più legati all’innovazione e alla digitalizzazione”.

Confagricoltura Piemonte ha inviato un documento all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa evidenziando gli aspetti che hanno prodotto risultati apprezzabili e le criticità rilevate, conseguenti alla non ottimale calibrazione di alcune misure del Psr, per cui gli interventi o gli impegni previsti non sempre si sono dimostrati allineati con le effettive esigenze delle imprese, del mercato e del territorio.

Confagricoltura, entrando nello specifico, ricorda che nell’ambito delle misure agroambientali i primi ridotti per i comparti cerealicolo e risicolo hanno spinto gli agricoltori ad aderire a interventi facoltativi aggiuntivi di difficile applicazione.

Un altro intervento da rivedere, evidenziato dall’organizzazione degli imprenditori agricoli, è quello della pesante discriminazione in capo alle aziende di medie e medio-grandi dimensioni, che nella maggior parte dei casi non hanno potuto beneficiare degli aiuti, riducendo la loro capacità di investire e perdendo competitività, pur contribuendo in modo sostanziale alla produzione lorda vendibile del settore agricolo piemontese.

A livello generale Confagricoltura ha sollevato il problema della complessità dei bandi per l’erogazione dei contributi, che portano a un appesantimento elevato dal punto di vista burocratico amministrativo e alla richiesta di troppi documenti già in fase di predisposizione dei progetti. Tutto ciò comporta un rallentamento della capacità di spesa, altro punto dolente evidenziato da Confagricoltura, che si riflette negativamente sulla competitività delle imprese.

Per quanto riguarda l’avanzamento della spesa pubblica effettivamente sostenuta il Piemonte, pur collocandosi in buona posizione tra le regioni italiane, al 30 settembre di quest’anno (dati Agea) aveva speso poco meno del 55% delle somme a disposizione (su circa 1 miliardo e 190 milioni totali per il settennio 2014-2020): la provincia di Bolzano è prima in graduatoria con una capacità di spesa del 72%, seguita dal Veneto con il 64%. Altre regioni sono in posizione decisamente più critica: la Puglia e le Marche hanno speso soltanto il 35% delle risorse a disposizione, la Liguria il 43%, la Lombardia il 47%. Complessivamente a livello nazionale la capacità di spesa ha superato di poco il 50% (50,34%).

Occorrerà un grande impegno da parte di tutti – sottolinea il presidente di Confagricoltura Piemontea maggior ragione in questo periodo di pandemia, per riuscire a spendere in modo proficuo tutte le risorse a disposizione”.

Confagricoltura nel documento inviato alla Regione interviene anche sull’allocazione delle risorse finanziarie che verranno assegnate al Piemonte per il periodo transitorio e formula alcune considerazioni di carattere generale, partendo dalla revisione critica delle misure inserite nell’attuale Psr per escludere quelle con scarse, basse o nulle adesioni.

Inoltre – spiega Enrico Allasia – sollecitiamo  la definizione di bandi che possano meglio intercettare l’interesse del mondo agricolo e più coerenti con le esigenze delle imprese e del mercato, la semplificazione e lo snellimento degli aspetti burocratici amministrativi, l’accelerazione dell’iter dei bandi, il miglioramento del coordinamento e l’omogeneizzazione degli interventi previsti dal programma piemontese con quelli delle regioni confinanti, per garantire un livello uniforme di competitività e concorrenza per gli agricoltori. Chiediamo altresì – aggiunge Allasia –l’individuazione di misure specifiche per sostenere gli allevatori nell’adozione di tecniche e sistemi di gestione aziendale che vadano oltre i requisiti minimi del benessere animale e il potenziamento delle misure destinate a favorire l’adesione a sistemi volontari di certificazione della qualità dei processi e delle produzioni”.

 




Paola Sacco eletta al vertice di Confagricoltura Alessandria

Paola Sacco è la nuova presidente di Confagricoltura Alessandria. Dopo 9 anni e 3 mandati, per Luca Brondelli di Brondello è arrivato il momento di lasciare le redini dell’associazione provinciale degli imprenditori agricoli, a norma dallo Statuto, per dedicarsi totalmente all’incarico nazionale quale componente della Giunta confederale.

“E’ un’emozione e un onore rappresentare tutte le aziende agricole di Confagricoltura ed è allo stesso tempo una responsabilità che voglio prendermi” ha commentato Paola Sacco non appena acclamata.

La nuova Presidente dell’organizzazione degli agricoltori provinciali, la prima donna ad essere eletta al vertice, ha sempre partecipato attivamente alla vita associativa. Dapprima nell’ANGA (l’associazione dei giovani di Confagricoltura), in un secondo tempo tra le socie fondatrici e le dirigenti di Confagricoltura Donna provinciale, regionale e nazionale, per diventare infine tra il 2016 e il 2019 presidente di Zona di Tortona. Attualmente Sacco è anche presidente di Confagricoltura Donna Piemonte e vice presidente di APSOV.

Laureata in Scienze Agrarie a Torino, è sposata con due figli, abita a Tortona, conduce col marito e la figlia circa 270 ettari tra Tortona, Pontecurone e Rivanazzano Terme, nei quali coltiva prevalentemente colture da seme, mais e pomodoro da industria.

Il passaggio di consegne si è tenuto questa mattina, lunedì 30 maggio, presso il Castello di Piovera ad Alluvioni – Piovera, durante l’Assemblea generale elettiva di Confagricoltura Alessandria, nel corso della quale, dopo la lettura e l’approvazione dei bilanci, sono state elette tutte le cariche sociali per il quadriennio 2022-2025. Affiancheranno Paola Sacco come vice presidenti Maurizio Montobbio, Lorenzo Morandi e Giacomo Pedrola.

La parte pubblica della mattinata ha visto numerosi interventi delle autorità presenti in sala, dopo la relazione del presidente uscente Luca Brondelli, il quale ha parlato della presenza crescente di donne quali figure apicali in Confagricoltura, della nuova percezione mondiale del settore agricolo che si sta diffondendo nell’ultimo periodo, dell’emergenza Peste Suina Africana, del Programma di Sviluppo Rurale piemontese e della necessità di coraggio nelle scelte di prospettiva dei politici.

Fulcro della mattina l’intervento del dott. Cesare Tabacchini, componente dello staff di Presidenza di Confagricoltura, il quale ha relazionato su “La nuova Politica Agricola Comunitaria e la sicurezza alimentare”, fornendo interessanti spunti di interpretazione dell’attuale situazione economica globale.

“Nel pomeriggio i Capi di Stato europei discuteranno di grano. Ciò significa che prima la pandemia e adesso la guerra in Ucraina hanno dimostrato che l’alimentazione rappresenta un punto focale degli assetti mondiali. Solamente un sistema agricolo vitale, efficiente e competitivo può consentire di tutelare l’ambiente e le risorse naturali. Sostenibilità ambientale e sostenibilità economica devono quindi andare avanti in parallelo. Se salta la sicurezza alimentare salta la coesione sociale” ha affermato Tabacchini, che ha continuato: “Permangono forti critiche alla riforma della PAC portate avanti per molto tempo da Confagricoltura e oggi riconosciute da molti osservatori. Una riforma improntata solo su aspetti prettamente di tutela ambientale, che non tenga conto delle implicazioni economiche e produttive, non è sostenibile e porta con sé il fondatissimo rischio di mettere in crisi l’agricoltura europea e mondiale con sconvolgimenti sociali. E’ richiesta a questo punto a più voci una riforma che tenga conto di ciò, anche se oggi diventa di complicata realizzazione, perché prevede una modifica di norme di legge stabilite e sancite che può partire solo su iniziativa della Commissione Europea”.




Approvati i programmi operativi per il settore ortofrutta

Con determinazione dirigenziale del Settore valorizzazione del sistema agroalimentare e tutela della qualità, l’Assessorato all’Agricoltura, cibo, caccia e pesca della Regione Piemonte ha approvato i programmi operativi delle nove organizzazioni dei produttori ortofrutticoli.

Per il corrente anno, la spesa ammessa è di circa 19 milioni di euro, mentre l’aiuto complessivo si attesta sui 10 milioni di euro. Attualmente le organizzazioni di mercato dei produttori ortofrutticoli rappresentano 3 mila produttori ortofrutticoli operanti in Piemonte su oltre 16 mila ettari su di una superficie di 55.830 ettari coltivati.

“I fondi che verranno messi a disposizione potranno essere utilizzati per la pianificazione delle produzioni, per la stima ed il monitoraggio del consumi, per il miglioramento della qualità dei prodotti freschi e trasformati nonché per l’incremento del loro valore commerciale – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, che aggiunge: “Inoltre, sarà possibile finanziare azioni finalizzate alla promozione dei prodotti freschi e trasformati come anche l’attuazione di specifici programmi volti al rispetto dell’ambiente a cui si aggiunge l’importante aspetto della prevenzione e la gestione delle crisi di settore”.

In specifico gli interventi dei produttori piemontesi si concentreranno su alcune azioni concrete:

  • messa a dimora di nuovi impianti frutticoli a carattere pluriennale;
  • miglioramento degli impianti ci conservazione e di confezionamento nei magazzini;
  • attuazione di tecniche di coltivazione per il miglioramento della qualità dei prodotti (potatura e dirado manuale);
  • attuazione di tecniche di coltivazione rispettose dell’ambiente (utilizzo di tecniche di confusione e utilizzo di insetti utili);
  • ritiri dal mercato con destinazione prevalente alla distribuzione gratuita;
  • personale per l’assistenza tecnica in magazzino (tecnici per la conservazione e per l’applicazione di sistemi di qualità) e per migliorare la commercializzazione dei prodotti (tecnici di marketing).



Confagricoltura Piemonte: “Le imprese aspettano ancora gli aiuti, ma lo Stato chiede i contributi entro il 16 luglio”

Gli effetti del Covid-19, già pesanti finora, purtroppo si faranno ancora sentire a lungo, soprattutto a partire dall’autunno. Confagricoltura Piemonte, che rappresenta le imprese del settore primario che non hanno mai cessato la loro attività nel lockdown per assicurare il sostegno alimentare ai cittadini, torna a chiedere interventi per fronteggiare l’emergenza economica generata dal Coronavirus.

Finora abbiamo assistito a una serie di misure tampone – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  ma adesso è necessario intervenire con un piano strategico per uscire dall’emergenza. La prima scadenza che abbiamo di fronte è quella del 16 luglio, data entro la quale gli imprenditori agricoli e i coltivatori diretti dovranno versare la prima rata dei contributi obbligatori per Inps e Inail. Premesso che da una prima verifica dei dati disponibili nel cassetto previdenziale degli autonomi in agricoltura molti conteggi risultano errati, è chiaro che saranno tante le imprese che non riusciranno a rispettare la scadenza, essendo ancora in attesa degli aiuti promessi e non ancora erogati dal governo. Per questo ci aspettiamo che il governo annulli la scadenza, compensando il pagamento di quanto dovuto con i contributi annunciati e non ancora erogati. Inoltre ribadiamo che per quest’anno occorre uno sgravio contributivo totale: questo vale per tutti i comparti produttivi e in particolare per quelli che non hanno ancora ricevuto nessun tipo di sostegno, per esempio l’ortofrutta”.

Confagricoltura Piemonte evidenzia che la crisi economica, che ha colpito duramente imprese e lavoratori, sta spingendo i consumatori a privilegiare i prodotti alimentari a basso prezzo, favorendo l’incremento delle importazioni: questo sta avvenendo nel comparto della carne, dei prodotti lattiero caseari e anche dell’ortofrutta. “Se non si varerà con urgenza un piano strategico in autunno le conseguenze saranno pesantissime – sostiene Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemonteperché con la fine della cassa integrazione e le imprese già provate dalla crisi, aumenteranno a dismisura le situazioni di difficoltà, con il rischio di tensioni sociali difficili da gestire”.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia precisa che “non si tratta di una richiesta soltanto per il mondo agricolo, ma per il Paese: dobbiamo puntare al rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture materiali e immateriali, quali quelle digitali, avviare un programma di semplificazioni per incentivare gli investimenti; garantire incentivi all’occupazione, con uno sgravio sui contributi, proseguendo anche sugli obiettivi di riduzione del cuneo fiscale, rilanciare il sistema Paese a livello culturale ed enogastronomico – conclude Allasia – per attrarre nuovamente turisti nazionali ed esteri, facendo leva sul piano di promozione del made in Italy”.

 

 




Confagricoltura Piemonte alla Regione: “Investiamo sui giovani e sulla sicurezza delle produzioni”

Le nuove risorse europee che si renderanno presto disponibili per l’agricoltura dovranno essere indirizzate prioritariamente al consolidamento degli impegni per l’adozione di buone pratiche per la tutela dell’ambiente, per le produzioni integrate e biologiche e per lo sviluppo di imprese condotte dai giovani”.

Sono queste le richieste che il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha avanzato all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa nella riunione del comparto agricolo che si è svolta questa mattina in video conferenza con gli uffici regionali, convocata per affrontare il tema della gestione dello sviluppo rurale per il periodo transitorio 2021-2022.

Al momento è ancora aperta la discussione, nell’ambito della Conferenza Stato – Regioni, sulla suddivisione delle risorse tra i piani di sviluppo rurali regionali e sulle quote percentuali di cofinanziamento: in base alle previsioni il Piemonte, dovrebbe poter contare, per il biennio 2021-2022, su almeno 300 milioni di euro  (spesa pubblica).

Confagricoltura ricorda che i nuovi impegni che potranno essere assunti a partire da quest’anno potranno estendersi fino a tre anni, mentre le misure a favore dell’agricoltura e dell’ambiente, tra le quali per esempio le buone pratiche per la riduzione dell’impiego di fitofarmaci e fertilizzanti e per la diffusione dell’agricoltura integrata e biologica, o per il benessere animale, potrebbero avere una durata temporale anche superiore.

È ora indispensabile – sottolinea Enrico Allasia – che la Regione predisponga un piano di interventi puntuale, sulla base delle indicazioni che sono emerse dall’incontro odierno, per far sì che il mondo agricolo sia pronto a sfruttare al meglio le risorse europee per lo sviluppo rurale e quelle previste dallo strumento europeo per la ripresa e la resilienza Next Generation”.

L’agricoltura, che ha continuato a lavorare a pieno ritmo anche durante la pandemia, ha la necessità di continuare il proprio processo di rinnovamento e di crescita. “Nella nostra regione – evidenzia il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro –  operano 42.150 imprese agricole che sono pronte a fare la loro parte nel contrasto ai cambiamenti climatici, gestione risorse idriche, tutela della biodiversità e del benessere animale, nell’interesse del territorio e dei cittadini. Alla Regione chiediamo di accompagnare questo processo con azioni mirate per il rafforzamento filiere corte, la diffusione dell’agricoltura di precisione e della digitalizzazione, il miglioramento della sicurezza sul lavoro, sullo sviluppo di energie rinnovabili e della bioeconomia”.

 

 

 

 

 




Saggezza ed esperienza: questi i valori dei Pensionati di Confagricoltura

La saggezza e l’esperienza degli anziani sono preziose risorse per le giovani generazioni”: è questo il messaggio principale che è stato espresso nella giornata di domenica 22 ottobre durante l’incontro Anpa l’associazione nazionale dei Pensionati della Confagricoltura che quest’anno ha fatto tappa nell’Astigiano, presso il ristorante “Da Mariuccia” a Tigliole.

La riunione annuale dell’ANPA è da sempre un’occasione ricca di significato e un importante confronto su tematiche interessanti per tutti coloro che vivono e sono coinvolti in agricoltura, di qualunque età”, ha affermato il direttore Confagricoltura della di Asti Mariagrazia Baravalle che ha coordinato e moderato l’intero dibattito. “Siamo contenti che questi incontri siano ripresi dopo la sosta forzata a causa del Covid e siamo altrettanto felici che quest’anno l’incontro sia qui nell’Astigiano”, ha detto il presidente dell’Anpa di Asti Franco Matta.

Il convegno ha visto la presenza di numerose autorità appartenenti sia al mondo confederale che politici locali come il sindaco di San Damiano Davide Migliasso, nella veste anche di consigliere provinciale con delega ad Agricoltura Caccia e Pesca.

Ringrazio di cuore tutto lo staff della Confagricoltura di Asti per l’organizzazione della giornata”, ha affermato Angelo Santori Segretario nazionale Anpa, in collegamento da remoto. “Si parla spesso di anziani e di terza età, ma non sempre si riesce a comprendere a fondo gli innumerevoli problemi che affliggono questa categoria, soprattutto per quanto riguarda le fasce non più autosufficienti. Eppure gli anziani sono dispensatori di amore e pilastri insostituibili del welfare familiare. La politica dovrebbe impegnarsi di più in tal senso”. “La vostra è una generazione che ha molto da dire ma che parla poco e che ha dimostrato con i fatti di avere a cuore questo territorio. Siete per me e per tutti un esempio per i giovani agricoltori e a voi va un sentito ringraziamento per tutto ciò che avete fatto e che state ancora facendo”, ha dichiarato Gabriele Baldi, presidente della Confagricoltura di Asti. E se Ernesto Balma, presidente di Anpa Piemonte sostiene che “è necessario cedere il testimone ma al tempo stesso dare consigli ai giovani per aiutarli a crescere”, Luca Brondelli di Brondello, membro di giunta di Confagricoltura afferma che, “è importante avere radici solide e quelle radici sono rappresentate da voi pensionati che ci ricordate più con l’esempio che con le parole che cosa vuol dire l’attaccamento all’Organizzazione”.

Successivamente l’incontro è entrato nel vivo con gli interventi dei due relatori: Roberta Evangelisti, di “Nutrilamente”, consulente alimentare,  ha affrontato l’argomento “Mangiare sano: che cosa significa” e ha parlato di quanto sia importante nutrirci di cibi semplici utilizzando materie prime che ci crescono intorno: “viviamo in un territorio con prodotti ricchi di alimenti nutritivi che ci permettono di mantenere in equilibrio in nostro sistema psicofisico, rispettando al tempo stesso l’equilibrio dell’ambiente circostante”, ha affermato Evangelisti.

Sandro Marenco, esperto di comunicazione e “social prof” si è invece occupato del tema “Generazioni a confronto sui social”. Marenco ha evidenziato, con esempi molto chiari, come le persone anziane possano rappresentare una risorsa per il mondo dei social network. Anche coloro che non sono iscritti a queste piattaforme.

Le conclusioni del convegno sono state affidate a Antonio Zampedri, vicepresidente nazionale Anpa: “Gli anziani sono uno “strumento” di cui la società può disporre per  educare le nuove generazioni. E’ necessario che avvenga un patto fra generazioni affinché la saggezza degli anziani possa essere di aiuto all’intraprendenza dei giovani. Tuttavia gli anziani non vanno lasciati soli. Ci sono tante persone che vivono nella più completa solitudine e avrebbero solo bisogno della compagnia di qualcuno. Non disperdiamo questo patrimonio autentico”.

Al termine del convegno è seguito il consueto pranzo sociale, a base di prodotti tipici astigiani, che è stato allietato da piacevole musica con la splendida voce della cantante Sonia De Castelli.

 




Contro il parassita del riso arrivano 197mila euro

Via libera a contributi per 197mila euro finalizzati alla lotta al parassita del riso: la terza Commissione (presidente Claudio Leone) ha espresso parere preventivo favorevole all’unanimità all’atto deliberativo della Giunta regionale per la concessione nel 2020 di contributi a favore delle aziende agricole per le perdite di produzione e per i costi aggiuntivi sostenuti a seguito di interventi di controllo di infestazioni parassitarie da nematode gallligeno del riso.

Questo parassita è soprattutto diffuso nel Sudest asiatico, in Sud Africa, Nord America e America Latina, mentre in precedenza non era mai stato segnalato in Europa.

“Tenuto conto della gravità dei danni provocati dal nematode, della sua possibile diffusione e del pericolo che esso rappresenta per l’economia risicola piemontese – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa – il Settore Fitosanitario e servizi tecnico scientifici, in collaborazione con l’Ente nazionale risi, ha tempestivamente attivato interventi di monitoraggio, eradicazione e contrasto alla diffusione di questo parassita”.

In Piemonte, è soprattutto nei Comuni di Buronzo (Vc), Mottalciata (Bi) e Gifflenga (Bi) dove sono stati riscontrati i principali focolai dell’infestazione.

Per il 2020 la Regione ha stanziato, come detto, la cifra di 197mila euro. Il principale sistema di lotta al parassita è la continua e prolungata sommersione delle risaie, con il divieto di coltivazione del riso per il tempo necessario all’eradicazione del nematode. I contributi – a seguito dei sopralluoghi del Settore fitosanitario regionale – vanno a coprire parte dei costi sostenuti dalle aziende per tale sommersione, per la gestione delle risaie così trattate e per la perdita di reddito derivante dalle mancate coltivazioni.

L’infestazione può provocare danni ingenti alle coltivazioni di riso: nel Sudest asiatico, per esempio, si riportano perdite comprese tra il 20 e l’80% del raccolto, a seconda del tipo di coltivazione, delle condizioni ambientali e della tipologia del suolo.

Nel dibattito, Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha sollecitato una maggiore velocità nei tempi di gestione delle pratiche e ha chiesto il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati per chiedere al Governo nazionale di definire il livello di tolleranza.

Sarah Disabato (M5s) ha chiesto informazioni sulle ricerche sinora effettuate nei Paesi d’origine del parassita, e sulla mappa delle aziende piemontesi coinvolte.

Sean Sacco (M5s) si è soffermato sulle modalità di semina del riso e sui sistemi di irrigazione.

Federico Perugini (Lega) ha richiamato le modalità di controllo per l’erogazione dei contributi.




Douja D’Or 2020, Confagricoltura Asti: apprezzamento per la decisione di coinvolgere il territorio provinciale

Confagricoltura Asti esprime grande soddisfazione per l’organizzazione dell’edizione 2020 della Douja d’Or, che nonostante tutti i problemi legati all’emergenza sanitaria ancora in corso, è stata comunque proposta anche quest’anno, in una nuova veste.

La nuova Douja d’Or, rinnovata nella formula, ampliata nel tempo e nello spazio rispetto alle precedenti edizioni (estesa a 4 week-end coinvolgendo Asti e tutto il Monferrato Astigiano) ha puntato su una nuova forma di comunicazione, in cui i temi principali sono: il Vino, il Cibo, la Cultura e il Monferrato.

Apprezziamo molto l’impegno da parte degli organizzatori che quest’anno, nonostante i problemi legati all’emergenza Covid, hanno deciso comunque di puntare su questa manifestazione, da sempre fortemente radicata nella cultura e nelle tradizioni locali”, afferma il direttore di Confagricoltura Asti Mariagrazia Baravalle.

Una Douja d’Or che non avrà solamente più Asti e i suoi palazzi storici come palcoscenico principale; l’atmosfera della kermesse si respirerà anche sul territorio provinciale, coinvolgendo le aziende vitivinicole, le imprese della ristorazione, dell’accoglienza e del turismo, che operano nel comprensorio, con l’obiettivo di rilanciare l’economia dell’intera filiera enoturistica e gastronomica astigiana e piemontese.

Come affermato dallo stesso presidente della Camera di Commercio di Asti, Erminio Renato Goria, “la Douja è una manifestazione che riguarda la nostra terra, il nostro saper fare e produrre. Obiettivi principali sono la valorizzazione dei prodotti del nostro territorio, la crescita e lo sviluppo della nostra provincia, a maggior ragione dopo i mesi di lock down”.

Confagricoltura Asti – conclude il direttore Baravalle – è fiduciosa del fatto che questa nuova formula che coinvolge tutto il territorio provinciale, possa portare ad una maggiore valorizzazione delle aree rurali, riscoprendo soprattutto l’importanza che l’agricoltura riveste nell’intera progettazione del turismo locale. Ci auguriamo, in caso di successo, che queste nuove iniziative possano essere riproposte negli anni a seguire”.