Acea Pinerolese industriale a fianco degli Special Olympics

Tra gli innumerevoli risultati raggiunti in vari ambiti (energetici, ambientali e di economia circolare), Acea Pinerolese ha annoverato il prestigioso incarico di stazione appaltante degli Special Olympics Torino 2025.

L’azienda, come già avvenuto per alcune Fondazioni ITS, è stata coinvolta direttamente nell’organizzazione e ha supportato la Fondazione Special Olympics 2025, nel ruolo di stazione appaltante qualificata esterna. I professionisti e le figure altamente qualificate del Settore Appalti di Acea Pinerolese Industriale hanno seguito tutte le procedure di affidamento della Fondazione: dalle gare per le cerimonie di apertura e chiusura degli Special Olympics, ai servizi di trasporto per atleti e accompagnatori, ai servizi di catering, per citarne solo alcuni. Dalla pubblicazione del bando di gara fino a tutte le procedure di affidamento, il team appalti ha seguito tutte le fasi ed espletato tutte le formalità delle gare, offrendo un servizio chiavi in mano al Comitato organizzatore locale.

L’azienda dispone infatti dei più elevati requisiti e si posiziona al massimo livello delle qualificazioni per la gestione delle gare di appalto, una valutazione ottenuta grazie all’aver seguito procedure d’appalto ad alta complessità e per importi molto elevati.

Siamo orgogliosi di aver contribuito alla buona riuscita nella preparazione degli Special Olympics Torino 2025, ha dichiarato Francesco Carcioffo Amministratore Delegato di Acea Pinerolese Industriale SpA. – un grande evento del quale condividiamo fortemente e fattivamente i valori di inclusione e solidarietà che sono altresì al centro del nostro operato per esempio attraverso le nostre progettualità nell’ambito delle comunità energetiche rinnovabili solidaliAbbiamo supportato gli organizzatori, mettendo a disposizione – ha aggiunto Carcioffo – le nostre competenze specialistiche nel seguire procedure d’appalto ai massimi livelli, un servizio che l’azienda intende rivolgere ora ai piccoli Comuni e ai privati che non dispongono delle qualifiche necessarie per diventare stazione appaltante.”

 

Ai tradizionali servizi della multiutility Acea Pinerolese si aggiunge quindi, il Servizio Consulenza Appalti, in grado di supportare i Comuni e i privati a 360 gradi nelle procedure di affidamento dalla pubblicazione del bando sino all’aggiudicazione, mettendo a disposizione le competenze delle risorse interne.

“Gli Special Olympics World Winter Games Torino 2025 sono stati un’esperienza davvero straordinaria. – ha dichiarato Patrizia Sandretto Re Rebaudengo Presidente LOC Special Olympics World Winter Games Turin 2025 – Questo grande evento di sport inclusivo ha coinvolto 1500 atleti con disabilità intellettiva, provenienti da oltre 100 Paesi, coinvolgendoci nel progetto di una società aperta ed equa, capace di promuovere il diritto di tutti allo sport e al benessere. La risposta del nostro territorio è stata altrettanto straordinaria: nel mio ruolo di Presidente del Comitato organizzatore locale voglio esprimere la mia gratitudine a tutti coloro – singoli, organizzazioni e imprese – che hanno saputo interpretare i valori di Special Olympics con generosità, impegno e competenza umana e professionale”.

 




L’impatto sociale delle chiusure aziendali: il caso studio di Lear e TE in Piemonte

È stata presentata a Torino, nella sede della FIOM Cgil, la ricerca “Valutazione dell’impatto sociale determinato dalla possibile chiusura di due stabilimenti sul territorio piemontese”.

Un lavoro di analisi innovativo, fortemente voluto da CGIL e FIOM, finanziato dalla Camera di commercio di Torino nell’ambito di Torino Social Impact e realizzata dal CeVIS – Centro di Competenze per la Misurazione e Valutazione dell’Impatto Sociale.

Lo studio si concentra sulle potenziali conseguenze della chiusura degli impianti industriali di LEAR Corporation e TE Connectivity, analizzando gli impatti negativi su dipendenti, indotto e territorio e dimostrando come la valutazione d’impatto sociale potrebbe divenire uno strumento utile non solo per la valutazione ex post, ma anche ex ante, per l’allocazione delle risorse e delle scelte strategiche di sviluppo territoriale.

La ricerca è stata svolta con una metodologia integrata che combina ricerca desk, questionari rivolti a dipendenti ed ex dipendenti e interviste con i principali stakeholder.

La ricerca ha analizzato gli effetti della chiusura di due stabilimenti industriali in Piemonte, esaminando le conseguenze per gli stakeholder interni – dipendenti e famiglie – e per quelli esterni, come l’indotto, il mercato del lavoro, le istituzioni e la comunità. Basandosi sulla teoria del cambiamento, lo studio ha approfondito le dinamiche di impatto sociale e le possibili strategie per affrontarle.

Per i lavoratori coinvolti e le loro famiglie, sono emerse cinque principali aree di impatto: status e capacità economica, salute psicofisica, capitale relazionale e coesione sociale, fiducia, autoconsapevolezza e autodeterminazione. La perdita del lavoro ha generato difficoltà economiche immediate e prospettive incerte per il futuro, con ricadute dirette sulla salute psicologica e sul benessere familiare. Inoltre, la chiusura degli stabilimenti ha inciso negativamente sulla coesione sociale, indebolendo reti di supporto e fiducia nel sistema produttivo e nelle istituzioni.

Per quanto riguarda gli stakeholder esterni, le interviste hanno evidenziato un quadro complesso, in cui emergono sfide ma anche potenziali opportunità. Da un lato, la chiusura degli stabilimenti ha avuto ripercussioni significative sull’indotto locale e sulle dinamiche del mercato del lavoro, con un aumento della pressione sui servizi di supporto all’occupazione e sulle istituzioni locali. Dall’altro, si delineano margini di intervento per sviluppare strategie di mitigazione più efficaci, come percorsi di riqualificazione professionale, incentivi alla riconversione produttiva e modelli di governance più proattivi nella gestione delle crisi industriali.

I risultati dello studio mettono in luce l’urgenza di un cambio di paradigma nella gestione delle crisi industriali: anziché agire in fase emergenziale, occorre sviluppare un approccio preventivo, basato sul dialogo tra aziende, istituzioni e comunità, per minimizzare gli impatti negativi e favorire una transizione più sostenibile per lavoratori e territori.

Le crisi di LEAR e TE hanno dimostrato, ancora una volta, quanto gli effetti generati su lavoratrici e lavoratori coinvolti, siano la concausa di azioni e reazioni di attori diversi, che si muovono all’interno di un territorio – dichiara Federico Bellono, Segretario Generale della CGIL Torino, che conclude – questa ricerca, che analizza l’impatto sociale, è una sperimentazione che può diventare uno degli strumenti dell’azione sindacale”.

Come spiegato da Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino: “L’ente camerale ha accolto lo stimolo della Cgil, attraverso il Comitato imprenditorialità sociale, a sperimentare la valutazione degli impatti sul tema delle dismissioni industriali in atto sul nostro territorio. Nell’ambito di Torino Social Impact è stato quindi attivato il CeVIS, che ha sviluppato un modello unico in Italia per questa indagine: si tratta di un metodo di valutazione degli impatti negativi, che può essere anche replicato su casi simili. L’iniziativa è unica anche per le dinamiche istituzionali e collaborative che hanno permesso di realizzarla, a testimonianza di un dialogo aperto a fronte di processi così delicati, che impattano sui lavoratori, sull’indotto e sul territorio”.

“Attraverso un metodo innovativo di ricerca abbiamo costruito un modello puntato a misurare l’impatto negativo della chiusura di uno stabilimento industriale. I dati – commenta Marella Caramazza, a cui è affidata la direzione strategica del CeVIS – hanno messo in luce come la chiusura di uno stabilimento produca non solo un danno economico, psicologico ed esistenziale delle persone coinvolte, ma soprattutto una crescente sfiducia rispetto alla possibilità di rimettersi in gioco e riavviare un circuito positivo di crescita e sviluppo. La conseguenza è un depauperamento delle risorse del sistema.”




Coltivato 2025 racconterà a Torino l’agricoltura

L’acqua è una risorsa preziosa e necessaria per l’attività agricola. In un contesto di scarsità e di competizione per il suo uso, diventa fondamentale identificare metodologie e strumenti che permettano di aumentarne l’efficienza di utilizzo, sviluppando indicatori per quantificare i benefici che essa può fornire, in termini di produzione di cibo, energia e risvolti positivi sociali, ambientali ed economici”. Sono le parole di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte a pochi giorni dall’apertura di Coltivato, il Festival Internazionale dell’Agricoltura, giunto alla sua seconda edizione e organizzato nei giorni in cui ricorre la Giornata Mondiale dell’Acqua.

Dell’argomento, il presidente degli imprenditori agricoli piemontesi ne parlerà proprio sabato 22 marzo, dalle ore 10:15, al Circolo dei Lettori di Torino, in una tavola rotonda aperta agli addetti del mestiere e al pubblico, curioso di conoscere quali piani intende adottare l’agricoltura, per continuare a produrre cibo sano e preservare l’ambiente, a fronte dei cambiamenti climatici sempre più evidenti e insistenti.

 

Ringraziamo Maria Lodovica Gullino e Antonio Pascale: Confagricoltura Piemonte sarà lieta di fornire uno spaccato di un’agricoltura che non è astratta e ideale ma intrisa di concretezza e di scienza, orientata verso lo sviluppo di quelle strategie che consentono al settore di affrontare i problemi con resilienza e resistenza” conclude Allasia.




Il Brasile riapre le porte alle susine italiane

Le susine italiane, Prunus domestica e Prunus salicina, tornano in Brasile. Il ministero per l’Agricoltura ha comunicato la ripartenza dell’export verso il Paese sudamericano dal 21 febbraio scorso interrompendo, così, il blocco imposto dal 2013 per paura della diffusione della Lobesia botrana. Uno stop di natura preventiva più che legato ad una reale diffusione della malattia proveniente dalla pianta della vite. Una buona notizia per il Piemonte, seconda regione produttrice dopo l’Emilia-Romagna, con oltre 1.270 ettari coltivati a susino (circa il 70% nel distretto saluzzese) e circa 450 aziende produttrici (dati 2023).

 

Del 15% di produzione italiana di susine che finiva sui mercati extra UE prima del 2013, il mercato brasiliano rappresentava oltre il 40% e adesso tornano ad aprirsi delle opportunità interessanti per le nostre aziende del territorio provinciale e regionale, particolarmente vocati a questa coltivazione – commenta soddisfatto Michele Ponsopresidente della Federazione Nazionale di Prodotto – Frutticoltura di Confagricoltura –. Certo i risultati non saranno immediati; in questi anni, infatti, il Paese sud-americano ha fatto fronte alla mancanza di prodotti italiano acquistando da altre nazioni, dobbiamo quindi ricostruire con pazienza e determinazione un mercato potenzialmente molto interessante”.

 

Confagricoltura si è particolarmente spesa negli anni, portando avanti un dialogo serrato con l’ambasciata italiana in Brasile. Fino ad arrivare, nel luglio 2024, alla visita di una delegazione del ministero per l’Agricoltura del Paese presso alcuni frutteti dell’Emilia-Romagna e del Piemonte.

 

Il 27 settembre dell’anno scorso, con il Ministero all’Agricoltura, il Ministero degli esteri e il Servizio Fitosanitario Nazionale, è stato raggiunto l’accordo di Systems Approach per autorizzare l’accesso al mercato brasiliano delle susine e ripristinare così il flusso commerciale. “Un importante risultato diplomatico, che abbiamo portato avanti insieme al ministero italiano”, aggiunge Michele Ponso.

 

Il ritorno nel mercato brasiliano è una boccata d’ossigeno per i produttori italiani, i quali stanno facendo i conti con un mercato europeo abbastanza asfittico e con una concorrenza, in particolare spagnola, molto agguerrita.

 

L’anno scorso l’Italia ha prodotto 1.720.448 quintali di susine, segnando una crescita rispetto al 2023 (1.653.141 quintali). Sono calate (-6%), invece, le superfici impiegate dai 12.694 ettari di due anni fa a 11.919 dell’anno scorso.

 




Imprese femminili: sono 93.905 nel 2024, il 22,4% del totale

Sono 93.905 le imprese femminili registrateª in Piemonte a fine 2024, il 22,4% del totale del tessuto produttivo regionale. Sulla base delle risultanze del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, il 2024 segna una nuova flessione della compagine di imprese guidate da donne, diminuita di 785 unità rispetto al 2023, per una contrazione dello 0,8%. Nonostante il progressivo ridimensionamento vissuto nell’ultimo decennio, che è stato comunque meno intenso rispetto a quello sofferto dalla componente non femminile, il mondo piemontese dell’impresa in rosa ha fatto passi avanti sul fronte del rafforzamento della struttura imprenditoriale e, rispetto al passato, appare sempre più orientato verso le attività dei servizi diversi dal commercio.

Le quasi 94mila imprese registrate in Piemonte rappresentano il 7,2% delle realtà imprenditoriali guidate da donne presenti in Italia. Il Piemonte resta, anche nel 2024, la sesta regione per numerosità assoluta di aziende “in rosa”, con un tasso di femminilizzazione del tessuto produttivo regionale (22,4%) in linea con quello medio nazionale (22,2%).


“Questi dati ci offrono una fotografia chiara delle sfide e delle opportunità che l’imprenditoria femminile vive in Piemonte. La lieve flessione nel numero totale di imprese ci impone una riflessione sulle politiche di sostegno da mettere in atto. Tuttavia, i segnali di crescita qualitativa, come l’aumento delle società di capitali e l’internazionalizzazione, dimostrano che le imprenditrici piemontesi sono pronte a cogliere le opportunità del mercato. Occorre però rafforzare il nostro impegno, unitamente agli attori del territorio, per creare un ambiente favorevole all’insediamento di nuove imprese femminile e al rafforzamento di quelle esistenti. Solo sostenendo la transizione verso modelli aziendali più strutturati, favorendo l’accesso al credito e all’innovazione e promuovendo concretamente la parità di genere potremo dimostrare che l’imprenditoria femminile è una risorsa fondamentale anche per lo sviluppo economico della nostra regione” commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

La fotografia scattata per il 2024 mostra come l’universo femminile dell’imprenditoria piemontese abbia caratteristiche specifiche. In primo luogo è più internazionalizzato della componente non femminile: il 13,3% è guidato da donne straniere, a fronte del 12,7% delle attività non femminili; in secondo luogo, è più giovane: il 10,2% ha alla guida donne con meno di 35 anni, contro l’8,3% della componente non femminile. La presenza artigiana è, invece, minorepoco più di un’impresa su cinque è artigiana, a fronte di una quota che sfiora il 30% per la restante parte del sistema produttivo. Minore è anche la dimensione media delle imprese: il 97,0% delle aziende guidate da donne ha meno di 10 addetti, contro il 94,7% delle attività non femminili.

In valore assoluto, i settori prevalenti sono quelli del commercio all’ingrosso e al dettaglio (23,8%), le altre attività dei servizi (12,5%), l’agricoltura (12,3%) e il turismo (9,7%). Valutando parallelamente il tasso di femminilizzazione per settore, si conferma anche per il 2024 l’importante specializzazione femminile delle altre attività dei servizi (circa il 57,6% delle imprese è amministrato da donne), delle attività di alloggio e ristorazione (31,0%) e di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (30,9%).

Il confronto con il 2023 segnala come continuino a crescere le imprese a conduzione femminile che svolgono attività professionali, scientifiche e tecniche (+3,6%) e attività finanziarie e assicurative (+1,8%), cui si contrappongono, invece, importanti nuove contrazioni nella numerosità delle realtà imprenditoriali del commercio (-2,8%), dell’agricoltura (-2,9%) e delle attività manifatturiere (-1,4%).

L’analisi per forma giuridica conferma, rispetto al totale del tessuto produttivo regionale, una maggiore concentrazione di ditte individuali, che rappresentano il 66,1% delle realtà guidate da donne, con un tasso di femminilizzazione del 26,5%.

Minore è, invece, la presenza di società di persone e di capitale, che costituiscono rispettivamente il 16,0% e il 16,3% dell’universo piemontese di imprese femminili e hanno un’incidenza relativa sul totale delle aziende piemontesi inferiore alla media.

Qualcosa nel mondo delle donne che fanno impresa in Piemonte sta, però, cambiando. È in continua crescita, infatti, la propensione delle imprenditrici a far ricorso a modelli aziendali più strutturati (le società di capitale femminili sono aumentate del +3,0% nel 2024, e la quota di oggi è superiore di circa 5 punti percentuale a quella del 2014).

  

L’analisi territoriale rivela come l’incidenza dell’imprenditoria femminile sia superiore alla media regionale nelle province di Alessandria (23,2%), Verbano C.O. (23,0%), Novara (23,0%) e Vercelli (22,7%). Asti (22,5%), Torino (22,2%) e Cuneo (22,1%) registrano una quota rosa prossima alla media regionale; Biella, invece, la concentrazione minore (21,4%).




Confartigianato Imprese Cuneo, seminario: Recupero rifiuti da costruzione e demolizione : cosa cambia?

Il settore edile ha un nuovo regolamento che disciplina l’End of Waste, ovvero la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione.

Il D.M. 127/2024 “Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione, altri rifiuti inerti di origine minerale”, sostituisce il D.M. 152/2022 e prevede la revisione dei criteri per la cessazione della qualifica dei rifiuti e l’ampliamento delle possibilità di utilizzo dei materiali riciclati.

Su questo tema Confartigianato Imprese Cuneo organizza un seminario informativo gratuito rivolto a tutti gli impianti di recupero rifiuti da costruzione e demolizione.

L’incontro si terrà giovedì 13 marzo 2025, alle ore 17.00, presso la Sala Consiglio di Confartigianato Cuneo (ingresso: Via XXVIII Aprile, 24).

PROGRAMMA

Ore 17.00 – inizio lavori

Procedure amministrative e adempimenti ex DM 127/2024 (end of waste inerti)

Dott. Luciano Fantino, Dirigente del Settore Tutela Territorio della Provincia di Cuneo

Aspetti tecnici e procedure gestionali del nuovo Regolamento. Conformità ambientale e tecnica. Ruolo di controllo di Arpa

Dott. Marco Massimino, Incarico di Funzione rifiuti e amianto – Dipartimento Arpa Cuneo

Conformità e idoneità degli aggregati riciclati, Possibili impieghi e relative norme tecniche, Marcatura CE.

P.I. Diego Cavallo, Ispettore qualificato ai sensi del Reg. UE N. 305/2011 (Mandato M125 aggregati) – Cismondi srl, laboratorio prove materiali da costruzione, Organismo di Certificazione

Ore 18.00 – Quesiti

Si ricorda che gli impianti che effettuano operazioni di recupero in possesso di un’autorizzazione in procedura semplificata, Autorizzazione Unica Ambientale, caso per caso o impianti mobili, devono mettersi in regola entro il 25 marzo 2025, presentando domanda di adeguamento.

Un’occasione importante per le aziende del settore, che potranno ricevere chiarimenti direttamente dagli esperti e prepararsi al meglio per le nuove regole!

La partecipazione al seminario è gratuita, è consigliata l’iscrizione per motivi organizzativi: https://bit.ly/41r2j3V




Orientamento: edizione da record per “Wooooow”, sempre più aziende all’iniziativa del Gruppo Giovani Imprenditori di Cnvv 

Edizione da record per  “Wooooow – io e il mio futuro”, l’evento dedicato all’orientamento post-diploma organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) con il patrocinio del Comune di Novara e grazie alla collaborazione di imprese, scuole e istituzioni delle province di Novara e di Vercelli, che si è svolto il 27 e 28 febbraio 2025 al palasport “Dal Lago” di Novara e a cui hanno partecipato 22 aziende e un migliaio di studenti e studentesse delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado.
«Siamo decisamente soddisfatti di questa edizione – commenta il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Cnvv, Marco Brugo Ceriotti – che per la prima volta ha dovuto chiudere prima del termine, per esaurimento degli slot disponibili, le iscrizioni delle aziende partecipanti: Alleanza Assicurazioni, Baglioni, Barberi Rubinetterie industriali, Birla Carbon Italy, Cavanna, Comoli Ferrari, Diana, Diasorin Italia, Elecnor, Esseco, Giacomini, Loro Piana, Marazzato Soluzioni Ambientali, Memc Electronic Materials, Miazzo & Partners, Officine Rigamonti, Sarpom, Riso Ceriotti, Rubinetterie Ritmonio, Sim Immobiliare, Tk e Tosi F.lli Group. Le ringraziamo sinceramente per la loro disponibilità, insieme ai rappresentanti delle Forze armate e della sicurezza, alla Fondazione Banco BPM e agli sponsor tecnici Adverteaser (concept e grafica), Shape the Light (service audio e video), Radio Azzurra e L’Opinionista News (media partner), Bagnato Immobiliare, Chicco Caffè, IVR, La Valsesiana e R.M. Manfredi. Grazie a tutti loro e al patrocinio del Comune di Novara, che ci ha concesso gratuitamente il palasport, si è trattato anche del primo “Wooooow” in grado di sostenersi autonomamente dal punto di vista economico».
Durante le due mattinate, sul parterre del palasport sono intervenuti vari speaker provenienti dalle aziende e dal mondo della formazione, che hanno illustrato le opportunità professionali e di studio da loro offerte, al fine di ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e a illustrare le competenze più richieste dal sistema produttivo.
«Grazie a questo format – prosegue Brugo Ceriotti – “Wooooow” si conferma l’evento più importante per l’orientamento scolastico e lavorativo. La nostra mission è quella di mettere a disposizione dei ragazzi tutti gli strumenti utili affinché possano fare la scelta migliore per il loro futuro, con l’auspicio che tale scelta possa permettere loro di rimanere sul nostro territorio, e i feedback ricevuti ci indicano che siamo sulla giusta strada. Decisamente gradita è stata anche una novità di questa edizione, che ha premiato con tre iPad per ogni giornata chi ha risposto correttamente ad alcune domande relative alle presentazioni delle imprese. Nelle sessioni dedicate alle opportunità formative del territorio abbiamo ospitato, oltre a quelli degli enti formativi regionali, Obiettivo Orientamento Piemonte e ITS Academy, gli interventi di Università del Piemonte Orientale, Fondazione Academy, Istituto Secoli, Hub Rete di Novara di Invitalia e molte testimonianze di giovani di recente assunzione, che hanno raccontato la loro esperienza professionale all’interno delle imprese. Ringrazio tutti gli enti che hanno reso possibile anche questa edizione: Regione Piemonte, Province di Novara e di Vercelli, Comune di Novara, Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte e tutte le scuole, la cui partecipazione è sempre fondamentale per la buona riuscita dell’iniziativa».
«Tutte le registrazioni – conclude Brugo Ceriotti – sono disponibili sulle nostre piattaforme social e su Youtube, mentre tutti i contatti degli HR delle aziende partecipanti sono reperibili su wooooowpiemonte.com.
Siamo davvero orgogliosi di avere dato vita, 12 anni fa, a un progetto che ha una valenza regionale e che mette a disposizione dei giovani delle province di Novara e di Vercelli opportunità concrete sul loro territorio. Ringrazio tutti i componenti del Gruppo Giovani Imprenditori di Cnvv che hanno partecipato attivamente alla realizzazione dell’edizione 2025 di “Wooooow”, per me particolarmente emozionate in quanto l’ultima al comando di questa squadra fortissima: senza il lavoro di tutto il Gruppo, non saremmo mai riusciti a realizzare questo incredibile progetto».



ARPROMA e Regione Piemonte: sinergia per l’innovazione e la crescita della meccanizzazione agricola

Il grande percorso di collaborazione con la Regione Piemonte, funzionale allo studio e sviluppo di misure a supporto del comparto della meccanizzazione agricola, è stato al centro dei lavori dell’assemblea di ARPROMA, Associazione Revisori e Produttori Macchine Agricole, svoltasi lo scorso 1° marzo a Cuneo.

Durante l’assise, il presidente Luca Crosetto (anche presidente della Camera di Commercio di Cuneo, nonché di Confartigianato Cuneo) ha dialogato con l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Paolo Bongioanni, andando a delineare lo scenario nel quale stanno operando le imprese del settore e descrivendo le opportunità messe a disposizione delle aziende attraverso le misure del CSR – Complemento regionale per lo sviluppo rurale 2023-2027, oltre che bandi e contributi.

«In questa assemblea – commenta il presidente Crosetto – abbiamo fatto il punto sulle attività svolte nel 2024, un anno di impegno e crescita per il settore della produzione di macchine agricole in Piemonte. La nostra attenzione si è concentrata su temi cruciali come innovazione, sostenibilità e sicurezza sul lavoro, con un forte investimento nelle collaborazioni con il mondo della formazione. Vogliamo avvicinare le esigenze delle nostre aziende agli istituti che stanno formando i giovani, con l’obiettivo di facilitare l’inserimento di nuove competenze nel comparto. Fondamentale in questo percorso è il dialogo costante con la Regione Piemonte, con cui condividiamo strategie e programmazione per sostenere un settore costituito per il 95% da piccole e medie imprese. Queste realtà investono quotidianamente nella formazione, nella qualità e nella sicurezza, ma soprattutto credono nel territorio e vogliono continuare a crescere per rafforzare l’intera economia regionale».

«Questo momento – ha aggiunto l’assessore Bongioanni – ha rappresentato un’importante occasione di confronto sul legame tra la meccanizzazione agricola e il comparto primario della provincia di Cuneo. Voglio esprimere il mio apprezzamento per il lavoro di ARPROMA, che con il suo impegno porta le esigenze del settore ai tavoli regionali, contribuendo a definire in modo mirato le strategie di intervento. Grazie a questa collaborazione, stiamo sviluppando percorsi formativi dedicati agli ispettori, affinché abbiano una conoscenza approfondita delle macchine agricole prima di intervenire nei processi di verifica e nell’elaborazione dei bandi. Inoltre, ARPROMA è stata inserita nel tavolo di monitoraggio, un passaggio fondamentale per garantire un confronto costante con la Regione prima della stesura dei bandi, così da indirizzare al meglio le risorse disponibili».

Di particolare significato, nell’ambito dei lavori assembleari, il focus dedicato al mondo della formazione, rappresentato in particolare dal CNOS-FAP, ente con il quale proprio grazie alla sinergia con ARPROMA, alcuni anni è attivo il percorso triennale, unico in Piemonte, di “Riparatore delle macchine agricole”.

In questo contesto, proprio in virtù della rilevanza della formazione quale asset strategico per la crescita delle aziende, la tradizionale nomina del “Socio Onorario” è andata a Gianluca Dho, responsabile del centro CNOS-FAP di Savigliano, con la seguente motivazione: “Per l’impegno costante e la visione strategica dimostrata nello sviluppo della formazione professionale nel settore della meccanizzazione agricola. Grazie alla Sua determinazione, è stato possibile creare un percorso formativo riconosciuto a livello nazionale, favorendo la crescita di nuove competenze e il consolidamento della collaborazione tra formazione e imprese. Il Suo contributo ha rafforzato il legame tra ARPROMA e CNOS-FAP, promuovendo innovazione, qualificazione professionale e sviluppo del settore”.

Ricco il parterre degli ospiti intervenuti all’assemblea. Joseph Meineri, direttore di Confartigianato Imprese Cuneo, ha offerto una breve panoramica di contesto, alla luce degli aumenti energetici e delle prospettate politiche protezionistiche statunitensi. Andrea Coletti, presidente della Fondazione Ente Manifestazioni di Savigliano, ha colto l’occasione per lanciare suggestioni e prospettive dell’imminente Fiera MAG (Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano) in programma i prossimi 13 – 16 marzo. Giacomo Ballari, presidente Fondazione Agrion, ha ribadito l’importanza della strategica collaborazione con ARPROMA che ha permesso di mettere in collegamento imprese e tecnici.

I rappresentanti delle organizzazioni di rappresentanza dell’agricoltura – Enrico Allasia Presidente Confagricoltura, Claudio Conterno presidente CIA e Franco Parola, responsabile Ambiente e Territorio Coldiretti – hanno evidenziato l’indissolubile legame tra comparto primario e imprese della meccanizzazione, significando la volontà di proseguire i già virtuosi percorsi di collaborazione.

Presenti all’evento anche Luca Serale, vicesindaco della Città di Cuneo; Roberta Robbione, sindaca di Borgo San Dalmazzo; Danilo Rinaudo, presidente Confcommercio Cuneo; Claudio Sacchetto, consigliere regionale; Patrizia Mellano, segretario generale della CCIAA Cuneo; Daniela Caracciolo, dirigente settore “Strutture delle imprese agricole ed agroindustriali, energia rinnovabile e distretti del cibo” dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.




Pil: Confesercenti, consumi deludenti, ultimo trimestre sotto le attese

Consumi deludenti e pressione fiscale in crescita. I dati sulla spesa delle famiglie nel 2024 diffusi oggi dall’Istat appaiono decisamente sotto le attese: in termini reali l’aumento dei consumi si è fermato allo 0,4%, appena un decimo in più rispetto al 2023, nonostante la variazione dei prezzi, misurata dal relativo deflatore, sia scesa al contempo dal +5% al +1,4%. Il calo dell’inflazione ha dunque mancato di tradursi in un’accelerazione della spesa, confermando la grande prudenza che impronta oggi le scelte di consumo delle famiglie.

Così Confesercenti in una nota.

A seguito di tali andamenti, i consumi si sono ulteriormente ridotti in quota di Pil, scendendo al 56,7%, in calo di sei decimi di punto rispetto al 2023 e 1,2 punti in meno rispetto al livello del 57,9% su cui si era risaliti nel 2022.

Va altresì rilevato che il dato di consuntivo 2024 è rimasto al di sotto dell’incremento registrato nei primi nove mesi dell’anno (+0,7%), il che fa ritenere che nell’ultimo trimestre la spesa delle famiglie possa avere segnato una contrazione, lasciando così un’eredità negativa a un 2025 che si presenta sempre più difficile.

Preoccupa, in particolare, la divaricazione venutasi a creare fra dinamica dei consumi e crescita delle retribuzioni. Nel 2024 il valore reale di queste ultime è infatti aumentato dell’1,5%, ossia tre volte in più rispetto all’incremento della spesa.

Lo scollamento fra dinamiche delle retribuzioni e dei consumi appare d’altronde collegato al consistente aumento della pressione fiscale, che nel 2024 è passata in quota di Pil dal 45,6 al 46,8% (+1,3 punti). Nel dettaglio, la quota delle imposte dirette sul Pil è passata dal 15,1% al 15,7%, mentre per le imposte indirette l‘aumento è stato dal 13,7 al 14,1%. Aumenti che hanno interamente assorbito la manovra sul cuneo fiscale, che ha consentito di contenere allo 0,2% l’aumento dei contributi.

Alla luce di questi dati, ci sembra urgente riprendere il percorso della riforma fiscale, ed evitare che il fiscal drag continui a mordere il recupero del potere d’acquisto dovuto ai rinnovi contrattuali.




ISTAT: Unimpresa, crescita troppo lenta, pressione fiscale continua ad aumentare

L’aumento della pressione fiscale al 42,6% del pil è un campanello d’allarme che non può essere ignorato: significa che le aziende versano più tasse ma non vedono un ritorno concreto in termini di incentivi, credito agevolato o riduzione del cuneo fiscale. Per le pmi, già alle prese con costi dell’energia elevati, burocrazia soffocante e difficoltà di accesso al credito, questa situazione è insostenibile».

Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat relativi al 2024. «Bisogna invertire la rotta, sostenendo gli investimenti e rilanciando la competitività del sistema produttivo. Il governo deve intervenire con una strategia chiara per alleggerire il peso fiscale sulle imprese, rendere più semplice l’accesso ai finanziamenti e ridurre il costo del lavoro. Senza misure concrete, il rischio è che le nostre aziende continuino a operare in una condizione di stagnazione, con un impatto negativo sull’occupazione e sulla crescita del Paese. Le pmi rappresentano il cuore dell’economia italiana e devono essere messe nelle condizioni di lavorare, investire e crescere, non di resistere con fatica» aggiunge Ferrara.

 

I dati diffusi dall’Istat relativi al 2024 delineano un quadro macroeconomico caratterizzato da una crescita economica debole ma con un miglioramento nei conti pubblici, in particolare sul fronte del deficit, mentre la pressione fiscale è aumentata sensibilmente. Il pil è cresciuto dello 0,7%, un valore inferiore alla stima dell’1% contenuta nel Piano strutturale di bilancio del Governo, confermando un rallentamento rispetto agli anni precedenti, con un 2023 fermo alla stessa variazione e un 2022 più dinamico con un +4,8%.

La crescita è stata sostenuta da un incremento dello 0,6% nei consumi e dello 0,5% negli investimenti fissi lordi, mentre la variazione delle scorte ha inciso negativamente per -0,1%. Sul fronte estero, le esportazioni hanno registrato un +0,4% a fronte di un calo delle importazioni dello 0,7%, con un contributo netto positivo alla crescita. A livello settoriale, il valore aggiunto ha mostrato andamenti disomogenei. L’agricoltura ha registrato una crescita del 2,0%, il comparto delle costruzioni si è espanso dell’1,2% e i servizi hanno segnato un +0,6%, mentre l’industria in senso stretto ha subito una contrazione dello 0,1%, evidenziando le difficoltà del settore manifatturiero. Questi dati confermano una dinamica in cui i servizi restano il principale motore dell’economia, mentre la componente industriale fatica a trovare uno slancio.

Dal punto di vista delle finanze pubbliche, il 2024 si è chiuso con un deficit pari al 3,4% del pil, un valore inferiore al 3,8% previsto dal governo e in forte riduzione rispetto al 7,2% del 2023, segnalando un significativo aggiustamento dei conti pubblici. Il debito pubblico ha raggiunto il 135,3% del pil, in aumento rispetto al 134,6% del 2023 ma inferiore alla stima governativa del 135,8%. Il saldo primario ha segnato un miglioramento sostanziale, tornando positivo con un avanzo dello 0,4% del pil dopo il -3,6% registrato l’anno precedente, segnale di una gestione più rigorosa della spesa pubblica al netto degli interessi sul debito. Un aspetto critico riguarda l’incremento della pressione fiscale, salita al 42,6% del pil rispetto al 41,4% dell’anno precedente, con un aumento di oltre un punto percentuale. Il dato suggerisce un maggiore carico sui redditi di famiglie e imprese, potenzialmente riducendo la capacità di spesa e di investimento, con possibili ripercussioni negative sulla crescita economica nel medio termine. L’aumento potrebbe essere legato alla riduzione di alcune misure di sostegno fiscale come il superbonus e ad altri provvedimenti che hanno ampliato la base imponibile.