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Da Confartigianato Cuneo e Imperia un appello alle Istituzioni:
“Il maltempo, ultimo flagello per le imprese dei nostri territori

In 24 ore di pioggia torrenziale si è consumato un disastro incalcolabile mettendo in ginocchio i territori della Granda e della provincia di Imperia, già in forte difficoltà per l’emergenza sanitaria di questo periodo. Centinaia di imprese, dopo il lockdown e la lenta ripresa, si ritrovano ora a fare i conti con l’ennesimo disastro ambientale dovuto alle forti precipitazioni di ieri.

Collegamenti interrotti, paesi isolati, ponti crollati e lo sconforto di avere davanti un futuro sempre più incerto. Le precipitazioni hanno danneggiato pesantemente non soltanto i collegamenti, ma le abitazioni e le strutture delle piccole imprese delle vallate cuneesi e del Ponente Ligure, compresi gli uffici di Garessio della stessa Confartigianato.

«Abbiamo bisogno di un intervento immediato da parte delle Istituzioni – dichiarano Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, e Enrico Meini, presidente di Confartigianato Imperia – Di fronte a questo ennesimo flagello non possiamo attendere i tempi della burocrazia. È necessario che si metta mano con urgenza ad una programmazione di interventi a sostegno dei nostri territori e del loro mondo produttivo. Dopo un cataclisma di questa portata che va a sommarsi ad altre precedenti criticità, tante nostre imprese rischiano di dover definitivamente “gettare la spugna”».




Torino. Sul territorio metropolitano riaperte le strade

Il deciso decrescere della criticità meteo idrologica siglato dal bollettino di allerta di oggi, 4 ottobre, che resta ancora giallo per le zone della Val Chiusella e della Pianura settentrionale e verde per tutte le altre del territorio metropolitano, ha consentito di riaprire e pulire alcune della strade che il servizio di Viabilità della Città metropolitana ha dovuto chiudere ieri.

Sono state riaperte già ieri la Sp. 40 fra Foglizzo e San Benigno, la Sp. 66 chiusa a Brosso per una frana,  chiusa stanotte e riaperta in giornata la Sp. 89 a Torrazza per allagamenti in provincia di Vercelli; nella giornata di oggi sono state riaperte anche la Sp. 56 (chiusa ieri fra fra Strambino e l’incrocio con la Sp. 78) dove però nei prossimi giorni verranno eseguiti lavori di ripristino delle banchine e del rilevato, la Sp. 69.

“Abbiamo passato ore di preoccupazione segnate da lutti e danni che hanno colpito molte province piemontesi” commenta il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco, che ha la delega alla protezione civile. “Ringrazio i cantonieri del dipartimento di viabilità della Città metropolitana di Torino i volontari, e i Sindaci che, come sempre, hanno fatto molto più del loro dovere per monitorare e risolvere le situazioni più critiche”.




Alluvione in Piemonte, pesanti danni per l’agricoltura

Fortunatamente il peggio dovrebbe essere passato: le previsioni indicano ancora qualche pioggia debole sul Piemonte per domani pomeriggio, ma senza gravi rischi.

In queste ore è in corso il conto dei danni per l’ultima ondata di maltempo, che tra ieri sera (venerdì) e questa mattina ha flagellato la nostra regione con una violenza inaudita.

Ponti crollati – quello che collega Romagnano a Gattinara è letteralmente collassato – paesi, campi e strade allagati, frane in montagna e in collina. La Protezione Civile della Regione segnala l’allerta per le dighe Ceppi Morelli (Verbano Cusio Ossola), Sessera (Biella) e Gurzia (Torino). In preallerta quelle di Piastra (Cuneo), San Nicolao (Biella), Rinasco (Vercelli) Melezet e Vistrorio (Torino). Purtroppo si segnalano anche dispersi: nel primo pomeriggio sono già 11.

Eccezionale l’entità delle precipitazioni: nelle ultime 24 ore la stazione meteo di Sambughetto (Verbania) ha registrato 630 mm di pioggia, quella di Limone Piemonte (CN) 580 mm, superando così il record storico di pioggia sull’intera regione dal 1958.

Tra le zone più colpite il Cuneese e la Valsesia. Esondati il Tanaro, il Sesia e, in mattinata, anche la Dora Baltea a Ivrea e Banchette, allagando abitazioni e attività produttive.

 

I danni all’agricoltura

Il nostro primo pensiero va alle famiglie dei dispersi, con la speranza che vengano ritrovati sani e salvi. Il bilancio per l’agricoltura è pesante e anche questa volta – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontee dimostra in modo inequivocabile che, aldilà del cambiamento climatico in atto, occorre investire in modo deciso sulla prevenzione, per evitare che si ripetano fenomeni di questo genere”.

In tutta la regione – rilevano i tecnici di Confagricoltura Piemonte – si segnalano prati e campi allagati, con i danni più significativi per la soia, in buona parte ancora da trebbiare, il mais e soprattutto il riso, in pieno periodo di raccolta. Danni per i vigneti e frutteti anche in collina, a causa di frane e smottamenti.

Nel Cuneese i problemi principali si segnalano in Alta Val Tanaro, con gravissimi danni a Garessio, mentre ad Alba si è in apprensione perché il livello del Tanaro continua a salire.

Nell’Astigiano il Tanaro è già esondato nei campi più bassi nella zona di Castello d’Annone allagando seminativi e orti, mentre si è ancora in attesa della piena.

Nel Casalese, a Terranova, è esondata la Sesia, sommergendo le risaie in pieno periodo di trebbiatura. La popolazione è stata evacuata e la piena continua a salire.

Nel Basso Novarese si registra l’esondazione del torrente Arbogna, affluente dell’Agogna, a Garbagna Novarese.

Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara-VCO riferisce di come ci sia moltissima acqua nelle risaie prossime alla raccolta, con danni ancora da valutare.  “Le risaie – dichiara Paola Battioli – hanno svolto una funzione essenziale per limitare il disastro, contenendo ciò  che poteva essere un danno molto più grave per i centri abitati”.

A Granozzo con Monticello è esondato il torrente Agogna, allagando la strada provinciale 6 e le risaie.

Nei prossimi giorni, quando l’acqua si sarà ritirata si potranno valutare i danni, che al momento si prospettano comunque importanti – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemontesoprattutto nella nostra regione, dove il territorio è particolarmente fragile. Servono programmi di manutenzione dei corsi d’acqua per mettere in sicurezza intere aree, prevenendo dissesti idrogeologici che ogni anno causano vittime e danni ingenti alle imprese e all’agricoltura”.

 

 

 




Le congratulazioni di Confagricoltura Asti a Gian Paolo Coscia

 è nata la nuova Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Alessandria e Asti. Presso la sede dell’Associazione Cultura e Sviluppo in Alessandria si è svolta la seduta di insediamento del nuovo Consiglio, composto da 33 membri in rappresentanza delle categorie economiche delle due province: si è così concluso l’iter previsto dalla legge di riforma delle Camere del 2016.

A guidare questo neonato ente sarà Gian Paolo Coscia, ex presidente di Confagricoltura Alessandria e Piemonte, attualmente alla guida di Unioncamere Piemonte, eletto ieri mattina per acclamazione. L’accorpamento è iniziato concretamente nel febbraio del 2018, pronto a concludersi a settembre dello stesso anno, poi ritardato da ricorsi e sentenze a livello nazionale e infine accelerato nella conclusione con il decreto legge della vigilia di Ferragosto.

Il nuovo ente avrà al centro l’area vasta del territorio geo-economico del Piemonte sud-orientale e fonde quindi insieme la Camera di Commercio di Alessandria, nata nel 1862, forte di una storia di oltre un secolo e mezzo, e la Camera di Commercio di Asti nata nel 1935, ottantacinque anni fa.

Esprimiamo le più vive congratulazioni a Gian Paolo Coscia per il meritato riconoscimento – affermano i vertici di Confagricoltura Asticon la convinzione che la sua dedizione ed esperienza contribuiranno allo sviluppo e al rilancio del tessuto economico astigiano, con particolare attenzione al settore agricolo da cui proviene“.




In Piemonte allerta arancione

Il Centro funzionale della Regione Piemonte ha confermato oggi il bollettino  di  allerta arancione (codice 2, moderata criticità) per quanto riguarda il territorio della Città metropolitana per le valli ChiusellaOrcoLanzoSangonebassa Val di Susa, Pianura settentrionale; in allerta gialla (codice 1, ordinaria attenzione) pianura e colline torinesipianura cuneeseAlta Val SusaVal ChisonePellicePo. Sono in allerta arancione anche i bacini di altre province: quelli del Varaita, Maira, Stura, Toce, Tanaro, Belbo, Bormida e Scrivia.

Le piogge si intensificheranno sul territorio metropolitano oggi pomeriggio, venerdì 2 ottobre, fino alla mattinata di sabato 3, per intensificarsi nuovamente nel pomeriggio di domenica 4 ottobre.

Sono possibili esondazioni in tutte le zone interessate dall’allerta arancione, locali allagamenti; così come sono possibili su tutto il territorio frane e fenomeni di versante.

La Città metropolitana monitora la situazione in h24 ed è pronta ad aprire la sala operativa. Il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco, con delega alla protezione civile, ha inviato ieri una lettera ai Sindaci del territorio invitando a prendere tutte le precauzioni possibili per la tutela della sicurezza dei cittadini e per il monitoraggio delle criticità, attivando se necessario i Centri operativi comunali (Coc), i presidi territoriali, il  volontariato di protezione civile.

Nel complesso, la situazione impone ai cittadini la massima prudenza: la Protezione civile metropolitana invita a:

  • limitare i trasferimenti al minimo necessario
  • evitare i sottopassi;
  • togliere le auto dai parcheggi sotterranei e parcheggiarle al sicuro prima dell’intensificarsi delle piogge
  • analogamente non sostare nei locali sotterranei e togliere ciò che va riposto all’asciutto quando non piove
  • i cittadini nelle zone a più alto rischio sono invitati a seguire i media per tenersi aggiornati sull’evoluzione della situazione e a seguire le indicazioni dei loro Sindaci, ai quali vanno comunicate le eventuali criticità



I malgari simbolo di resistenza di tutto il settore agricolo, ma chiedono più attenzione

Un segno di vicinanza diretta al mondo dell’agricoltura di montagna e, in generale, alle importanti economie che le Terre Alte cuneesi sono in grado di generare.

È questo lo spirito con cui anche quest’anno si è svolto “Caluma el Vache”, evento organizzato da Confagricoltura Cuneo per celebrare la discesa dei malgari dagli alpeggi.

L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, si è tenuta a Prazzo, mercoledì 30 settembre, in concomitanza con la discesa a valle dei capi dell’azienda di Andrea Lando che dalla frazione Campiglione hanno raggiunto Prazzo Inferiore, punto di carico degli animali.

Nel pieno rispetto delle indicazioni previste dai protocolli anti contagio da Covid-19, all’evento hanno partecipato i rappresentanti della Confagricoltura provinciale, guidati dal presidente Enrico Allasia e dal direttore Roberto Abellonio, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, il consigliere regionale Paolo Demarchi, e il presidente dell’ATL del Cuneese, Mauro Bernardi.

“La pandemia tutt’ora in corso ci ha costretti ad optare per una versione ‘smart’ dell’evento che, rispetto agli scorsi anni, non ha visto la partecipazione di decine di malgari, appassionati e curiosi che assistevano al rientro dei capi a valle, approfittandone per trascorrere qualche ora di convivialità in un clima di festa – ha dichiarato il presidente Enrico Allasia –.

Non abbiamo, tuttavia, voluto rinunciare a questo appuntamento trasformandolo, eccezionalmente, in un simbolo di resistenza di tutto il settore agricolo al particolare momento vissuto dal nostro Paese e da tutto il mondo. Confidiamo tuttavia di poter tornare già dal prossimo anno alla consueta formula adottata nelle prime due edizioni”.

“Abbiamo voluto far sentire la nostra vicinanza agli oltre 350 allevatori che ogni anno si trasferiscono con i loro capi sugli alpeggi della provincia di Cuneo e ora, terminati i duri mesi di lavoro trascorsi in alta quota, sono pronti al rientro in pianura – ha sottolineato il direttore Roberto Abellonio –.

Alle autorità regionali presenti abbiamo, altresì, ribadito che fare agricoltura in montagna significa fare i conti con numerose difficoltà e abbiamo rimarcato loro la necessità di compiere uno sforzo maggiore per garantire a chi lavora in alta quota gli adeguati sostegni per ammodernare le strutture aziendali, pianificando anche una serie di interventi concreti per il miglioramento del sistema viario e il potenziamento della rete internet, aspetto quest’ultimo sempre più cruciale per abitare e fare impresa quassù. Mai come quest’anno, forse, le nostre montagne sono riuscite ad esprimere il meglio della loro vocazione turistica, ma occorre ricordare che la loro tutela e valorizzazione passa anche dal lavoro instancabile e costante di chi, come gli allevatori, ci vive per mesi impegnandosi in lavori di manutenzione del territorio”.

In una stagione che da un punto di vista climatico non ha riservato particolari problemi, tra gli allevatori desta sempre maggiore preoccupazione, infine, la presenza in aumento dei lupi, con casi sempre più frequenti di attacchi alle mandrie e alle greggi. “Su questo fronte, purtroppo, continuiamo a lanciare appelli alle istituzioni senza ricevere ascolto, ma anno dopo anno il problema si aggrava con numeri di lupi in costante crescita, decisamente fuori controllo, e perdite ingenti per gli allevatori in termini di danni diretti (capi predati) e indiretti (costi e mancata produzione). Servono interventi urgenti e concreti per il contenimento, altrimenti ad estinguersi saranno gli allevatori”, ha concluso Enrico Allasia.




Università, aumentano gli iscritti malgrado il Covid

Nonostante la pandemia con il nuovo anno accademico sono incrementati gli iscritti agli atenei piemontesi che seguiranno i corsi secondo la prevista modalità mista di partecipazione, in parte in presenza in parte a distanza.

A sottolinearlo è l’assessore regionale all’istruzione e diritto allo studio universitario, che ha illustrato in sesta Commissione le materie di sua competenza nell’ambito del Documento di economia e finanza regionale 2021-2023.

È stato messo in luce come fra gli obiettivi dell’assessorato ci sia quello di ridurre al massimo il rischio di contagio da Covid-19, il che comporta anche la necessità di riorganizzare gli spazi, in particolare nelle residenze universitarie al fine di assegnare stanze solo singole.

A fronte quindi del ridotto numero di posti letto si sta valutando la possibilità di attivare convenzioni con strutture che sopperiscano a questa necessità. Si intende inoltre offrire sostegno agli studenti in situazione di disagio a seguito dell’emergenza e confermare la più ampia copertura possibile delle borse di studio agli studenti meritevoli ma privi di mezzi, nonché rafforzare l’internazionalizzazione del sistema universitario regionale e promuovere una collaborazione crescente fra atenei, poli di innovazione, piattaforme e parchi tecnologici.

Per quanto riguarda il diritto allo studio l’assessore ha spiegato che lo sforzo maggiore si concentrerà sull’obiettivo di mantenere i livelli di qualità attuale dei vari servizi in un contesto di risorse regionali decrescenti.

La volontà è quella di rendere effettivo il diritto allo studio riducendo il tasso di abbandono, confermare la più ampia copertura dei voucher per il diritto allo studio e di borse di studio, ottimizzando l’uso delle risorse a questo scopo. Nell’ambito dell’edilizia scolastica si adotteranno criteri di selezione degli interventi meritevoli di contribuzione che vadano a premiare la razionalizzazione della rete delle strutture scolastiche, l’economicità e l’ecosostenibilità ambientale delle soluzioni (ristrutturazioni o nuove costruzioni) al fine di ampliare sempre più la quota del patrimonio d’edilizia scolastico sicuro e a norma.

Sono poi intervenuti alcuni consiglieri di M5s, Pd e Lega per chiedere chiarimenti su mense scolastiche, utilizzo dei voucher per acquisto di cancelleria, tirocini, borse di studio ed edilizia scolastica.

È infine stato dato parere preventivo favorevole sulla proposta di delibera della Giunta regionale in merito all’“Approvazione dei criteri per la realizzazione e la promozione di azioni volte a garantire e migliorare i livelli di qualità dell’offerta formativa ed educativa nelle istituzioni scolastiche del Piemonte”.

Il documento contempla quattro categorie di progetti, ovvero attività finalizzate a migliorare la qualità dell’offerta formativa ed educativa e progetti di sperimentazione organizzativa, didattica ed educativa, iniziative di interesse generale regionale, interventi per la prevenzione e il contrasto del bullismo e cyberbullismo e iniziative per l’acquisizione e l’uso della Lis.




L’emergenza Covid è anche emergenza usura

L’emergenza Covid-19 è stata un volano per il racket dell’usura. Attività chiuse, incassi mancati, spese che continuano a correre.

In questa situazione gli strozzini hanno trovato terreno fertile: lo ha confermato la relazione del Commissario nazionale antiracket, Annapaola Porzio, così come l’Osservatorio piemontese sui fenomeni di usura estorsione e sovra indebitamento, aveva denunciato sin dall’inizio.

Ecco perché anche l’Osservatorio regionale si sta attrezzando per un’azione sempre più incisiva ed efficace per contrastare questi fenomeni.

Il consigliere delegato all’osservatorio della Lega dichiara che la scarsa liquidità ha determinato un’emersione di situazioni “opache” nella quotidianità e nel mondo delle imprese. Tutto questo porta in auge il fenomeno dell’usura, sia per le famiglie, sia per le attività commerciali, mai come oggi messe sotto pressione dall’incertezza del domani. Il crimine organizzato, disponendo di liquidità derivante dai circuiti illeciti è ancora più forte e potenzialmente in grado di venire incontro alle necessità economiche nell’immediato. Il rischio, oggi più che mai, di cadere in questa trappola è determinato dal fatto che un tempo c’era la soggezione, la paura. Oggi non più.

Secondo il consigliere delegato del M5s, poi, la relazione annuale della Commissaria antiracket mostra dati preoccupanti. Se da un lato sono aumentate le denunce del pizzo e delle intimidazioni legate anche all’usura, dall’altra ci sono zone del nostro Paese dove persistono ben radicati questi fenomeni, sebbene non vengano riconosciuti dalla popolazione. Le mafie, soprattutto in periodi come questo, si propongono come sostegno alle famiglie in crisi, laddove persistono degrado ed emarginazione, per trasformarsi presto in un laccio soffocante. Per questo sono importantissime azioni come quelle sostenute dal nostro Osservatorio sull’usura, come la formazione per gli operatori degli sportello d’ascolto o la prevista istituzione di un fondo per le vittime di usura, per riportare alla normalità e restituire speranza ad un territorio oppresso dalle mafie.

 

 




Le congratulazioni di Confagricoltura Alessandria a Gian Paolo Coscia, neo presidente della nuova CCIAA di Alessandria-Asti

Oggi è nata la nuova Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Alessandria e Asti. Così si è concluso l’iter previsto dalla legge di riforma delle Camere del 2016.

L’accorpamento è iniziato concretamente nel febbraio del 2018, pronto a concludersi a settembre dello stesso anno, poi ritardato da ricorsi e sentenze a livello nazionale e infine accelerato nella conclusione con il decreto legge della vigilia di Ferragosto.

Il nuovo ente avrà al centro l’area vasta del territorio geo-economico del Piemonte sud-orientale. Salutiamo così la Camera di Commercio di Alessandria nata nel 1862 e forte di una storia di oltre un secolo e mezzo e la Camera di Commercio di Asti nata nel 1935, ottantacinque anni fa.

Stamattina presso la sede dell’Associazione Cultura e Sviluppo in Alessandria si è svolta la seduta di insediamento del nuovo Consiglio, composto di 33 membri in rappresentanza delle categorie economiche delle due province.

L’assemblea, completa di tutti i suoi 33 componenti, ha poi eletto Gian Paolo Coscia quale nuovo presidente per acclamazione.

All’assemblea erano presenti per Confagricoltura Alessandria il presidente Luca Brondelli e il direttore Cristina Bagnasco, che si sono congratulati con Coscia per il brillante risultato raggiunto: “La fiducia dimostrata dall’assemblea della Camera verso colui che è l’esponente di Confagricoltura è per noi un grande privilegio di cui non possiamo che essere orgogliosi. Auguriamo a Coscia e ai suoi collaboratori un proficuo lavoro, potendo contare su tutto il supporto necessario da parte nostra, come già avvenuto in questi anni”.

Coscia era stato nominato presidente della Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato di Alessandria il 10 ottobre 2013. Da marzo 2004 a giugno 2013 è stato Presidente di Confagricoltura Alessandria. Da giugno 2011 a giugno 2017 è stato Presidente di Confagricoltura Piemonte.




Coronavirus, il contagio continua a correre. Prime spie rosse al centro-sud

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 23-29 settembre, rispetto alla precedente, un ulteriore incremento nel trend dei nuovi casi (12.114 vs 10.907) a fronte di un lieve aumento dei casi testati (394.396 vs 385.324).

Dal punto di vista epidemiologico crescono i casi attualmente positivi (50.630 vs 45.489) e, sul fronte degli ospedali, i pazienti ricoverati con sintomi (3.048 vs 2.604) e in terapia intensiva (271 vs 239). Aumentano anche i decessi (137 vs 105).

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: +32 (+30,5%)
  • Terapia intensiva: +32 (+13,4%)
  • Ricoverati con sintomi: +444 (+17,1%)
  • Nuovi casi: +12.114 (+11,1%)
  • Casi attualmente positivi: +5.141 (+11,3%)
  • Casi testati +9.072 (+2,4%)
  • Tamponi totali: +20.344 (+3,2%)

«Nell’ultima settimana – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continua l’ascesa della curva dei nuovi casi, principalmente per l’incremento del rapporto positivi/casi testati, oltre che, in misura minore, dei casi testati. Si conferma inoltre la crescita costante dei pazienti ospedalizzati con sintomi e di quelli in terapia intensiva». Da metà luglio i nuovi casi settimanali sono aumentati da poco più di 1.400 ad oltre 12.000, con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 3,1% , mentre i casi attualmente positivi sono più che quadruplicati: da 12.482 a 50.630 .

«L’aumento del rapporto positivi/casi testati – continua il Presidente – se da un lato conferma una circolazione più sostenuta del virus, indipendentemente dal numero di tamponi effettuati, dall’altro lascia intravedere le prime criticità in alcune Regioni, rendendo indifferibile un potenziamento della capacità di testing». In particolare, nella settimana 23-29 settembre, a fronte di una media nazionale del 3,1%, svettano i valori di Liguria (6,4%) e Campania (5,4%) .

Sul versante delle ospedalizzazioni, si registra un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, che in poco più di 2 mesi sono aumentati rispettivamente da 732 a 3.048 e da 49 a 271 . «Se guardando al dato nazionale – puntualizza Cartabellotta – i numeri appaiono ancora bassi e non fanno registrare al momento particolari sovraccarichi dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti». In particolare al 29 settembre ben 6 Regioni, quasi tutte del Centro-Sud, registrano tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 5,5: Lazio (12,2), Liguria (10,6), Campania (7,8), Sardegna (7,4), Sicilia (6,2) e Puglia (5,6).

«Che la situazione nazionale sia sotto controllo – continua il Presidente – è documentato anche dalla composizione percentuale dei casi attualmente positivi che si mantiene costante dai primi di luglio. Mediamente il 93-94% dei contagiati sono in isolamento domiciliare perché asintomatici/oligosintomatici; il 5-6% sono ricoverati con sintomi e quelli in terapia intensiva sono lo 0,5%. Tuttavia, anche per questo indicatore le differenze regionali accendono ulteriori spie rosse». In alcune Regioni, infatti, la percentuale dei casi ospedalizzati è nettamente superiore alla media nazionale del 6,6% (figura 5): Sicilia (11,1%), Lazio (10,2%), Liguria (9,6%) Puglia (9,2%).

«Ormai da oltre 9 settimane consecutive – conclude Cartabellotta – i numeri confermano la crescita costante della curva epidemica e delle ospedalizzazioni: in assenza di variabili che portino ad una flessione della curva, bisogna prendere atto che il progressivo incremento dei casi attualmente positivi inizia a determinare dapprima segni di sofferenza del sistema di tracciamento da parte dei servizi territoriali e poi di sovraccarico ospedaliero, in particolare nelle Regioni del Centro-Sud.

Solo il potenziamento territoriale della gestione della pandemia permetterà di rallentare la risalita della curva epidemica: da un consistente rafforzamento del sistema di testing & tracing a misure adeguate di isolamento domiciliare per evitare contagi intra-familiari; da un’estensiva copertura della vaccinazione antinfluenzale (non solo delle categorie a rischio), al monitoraggio attivo dei pazienti in isolamento domiciliare».