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Marsiaj: “Pronti a collaborare con Sindaco Lo Russo per proporre al Governo una piattaforma programmatica sull’automotive”

“È ottima l’iniziativa annunciata oggi dal Sindaco di Torino Stefano Lo Russo di inviare al premier Draghi un documento condiviso con la Regione e gli attori del territorio che illustri la necessità di una piattaforma programmatica di interventi sul settore automotive. Noi siamo pronti a collaborare.

Da tempo sostengo che l’Italia deve dotarsi con urgenza di una politica industriale per il settore dell’auto e per quello più ampio della mobilità, come peraltro sta avvenendo nei principali Paesi europei: la Francia, la Germania e la Spagna.

Già oggi il rincaro di gas ed elettricità e la mancanza di alcune materie prime e di microchip stanno creando grandi problemi al settore, proprio mentre affronta una rivoluzione epocale dovuta alla transizione ecologica, così come prospettata dalle misure contenute nel pacchetto “Fit for 55” della Commissione Europea.

Nei prossimi anni, a causa del cambiamento tecnologico richiesto per la costruzione di auto elettriche, rischiamo di assistere alla chiusura di moltissime imprese italiane della componentistica auto, con la perdita stimata dai principali istituti europei di circa 70mila posti di lavoro.

Nella Legge Finanziaria, invece, non sono nemmeno più previsti incentivi all’acquisto di auto elettriche, che darebbero almeno una boccata d’ossigeno a un mercato in forte calo da molti mesi in tutto il nostro Continente. A ciò si aggiunge l’incognita sul piano industriale di Stellantis che sarà presentato il prossimo 1° marzo.

L’Italia ha le capacità industriali per continuare a mantenere un ruolo di guida nella mobilità futura. Ma occorre agire in fretta e in modo organico, creando una partnership virtuosa tra pubblico e privato”.




Consegnati i premi di Studio Torta per le migliori tesi di laurea magistrale sulla proprietà industriale

La sede dell’Unione Industriali di Torino ha ospitato la IX edizione del “Premio Studio Torta” dedicato alle tesi di laurea magistrale sull’argomento della proprietà industriale.
Inaugurato nel 2013 e ideato dallo Studio Torta, tra le principali realtà a livello nazionale e internazionale nella consulenza in materia di proprietà industriale e intellettuale, il Premio nasce per promuovere una cultura sul tema, valorizzando i giovani talenti delle università italiane e i loro lavori accademici.

Quest’anno hanno partecipato laureati provenienti da università di diverse città italiane (Milano, Torino, Verona, Teramo) con tesi relative a diritto d’autore, marchi, brevetti e nuove forme di comunicazione.

“Il livello delle tesi cresce di anno in anno – sottolinea Luigi Boggio, Presidente onorario di Studio Torta – confermando la graduale affermazione della cultura della proprietà industriale negli atenei italiani e la maggiore attenzione dei laureandi e laureati verso queste tematiche.
L’altro elemento significativo che emerge dall’edizione di quest’anno è la nutrita partecipazione di studentesse al contest, tre delle quali sono state anche premiate, a testimonianza del crescente interesse delle giovani donne verso il tema della tutela della proprietà industriale”.

A premiare i vincitori del contest Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali di Torino. Per Studio Torta, oltre al Presidente onorario Luigi Boggio, sono intervenuti il presidente Mauro Eccetto e Rinaldo Plebani membro della commissione di esame.

“Siamo orgogliosi di ospitare la cerimonia di premiazione del Premio Studio Torta – dichiara Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali Torino.
Il nostro territorio è ricco di giovani eccellenti, ad altissima specializzazione, che costituiscono la nostra più importante risorsa. Come Presidente dell’Unione Industriali, ripeto spesso che noi imprenditori abbiamo la responsabilità di valorizzare questi talenti, creando – insieme alle Istituzioni e agli Atenei – le condizioni affinché scelgano di restare a Torino e contribuire alla crescita della nostra area.

Stiamo vivendo anni complessi e importanti: le decisioni che abbiamo davanti segneranno il nostro futuro e non possiamo farci trovare impreparati. Solo così potremo consegnare a queste ragazze e ragazzi un territorio e un Paese competitivo, che offra loro tutte le occasioni che meritano”.

I premiati di questa edizione:
1° premio: Dott. Ludovico Bossi, Università di Torino, per una tesi dal titolo: “L’equa remunerazione di autori e artisti (interpreti o esecutori) nei contratti di sfruttamento delle opere dell’ingegno”.
2° premio: Dott.ssa Margherita Rudian, Università di Trento, per una tesi dal titolo: “Il disegno industriale e la moda tra disciplina dei disegni e modelli e normativa sul diritto d’autore”.
3° premio ex aequo: Dott.ssa Federica Cuccorese, Università Bocconi di Milano, per una tesi dal titolo: “Know-how e informazioni commerciali riservate. Dimensioni di tutela industriale e penale a confronto”.
3° premio ex aequo: Dott.ssa Emma L. F. Gracis, Università Bocconi di Milano, per una tesi dal titolo: “Profili concorrenziali delle nuove forme di comunicazione pubblicitaria sui social network”.
Come negli anni precedenti, una selezione delle tesi è disponibile all’interno della sezione dedicata sul sito di Studio Torta.

 

 




Marsiaj (UI Torino): “Approvazione progetto Area Crisi Complessa, traguardo importante per progettualità torinese”

“Con l’approvazione del Progetto di riconversione e riqualificazione industriale da parte del Mise, siamo giunti a un traguardo istituzionale importante, il coronamento di un percorso di forte progettualità per la nostra Città iniziato nel 2019.

È un passo determinante, che aspettiamo da tempo: l’Unione Industriale ha partecipato a questo processo dalla cabina di regia, lavorando fianco a fianco con gli altri attori del territorio – Regione Piemonte, Città di Torino, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Camera di Commercio di Torino, TNE, CIM 4.0, Distretto Aerospaziale DAP, Api Torino – in uno straordinario esempio di collaborazione tra pubblico e privato, per cui ringraziamo tutti.

I bandi per i progetti d’investimento avranno l’obiettivo di consolidare la crescita delle imprese e creare nuova occupazione per la nostra area, che più di altre ha sofferto la crisi acuita dalla pandemia.

Accanto a questi, iniziative strutturali come il nuovo Centro nazionale per la mobilità sostenibile e le analoghe azioni per la Cittadella dell’Aerospazio combineranno ricerca applicata, trasferimento tecnologico e formazione per l’intera filiera.

Si tratta di una progettazione strategica che tiene conto della vocazione manifatturiera del nostro territorio e la interpreta alla luce delle grandi trasformazioni di questo momento storico.

In questo scenario, l’Unione Industriale è fortemente e direttamente impegnata perché il coinvolgimento e le ricadute sulle aziende siano rapide, effettive e consistenti”.




Inaugurato oggi il centro per i vaccini dell’Unione industriali di Torino

È stato inaugurato stamattina il Centro che l’Unione Industriale di Torino mette a disposizione in Via Vela 17 per la vaccinazione dei dipendenti delle Aziende Associate.

Erano presenti Andrea Tronzano e Fabrizio Ricca, assessori della Regione Piemonte, Marco Pironti, assessore della Città di Torino, il capitano Luigi Filippo Visone, comandante della Compagnia Carabinieri Torino San Carlo, Antonio Rinaudo, commissario dell’Area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, Carlo Picco, direttore generale Asl Città di Torino, Luigi Del Vento, vicepresidente della Croce Rossa Torino, Fabio Marchi, presidente di Humanitas Torino, Cristina Tumiatti, presidente del Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, Massimiliano Cipolletta e Marco Lavazza, vicepresidenti dell’Unione Industriale di Torino e Angelo Cappetti, direttore dell’Unione Industriale di Torino.

L’obiettivo dell’iniziativa è dare un supporto alla campagna vaccinale della Regione Piemonte mettendo a disposizione delle imprese del territorio le sale del Centro Congressi, solitamente dedicate agli eventi.
Sono oltre 700 le aziende che hanno aderito all’iniziativa, per un totale di circa 30mila persone da vaccinare.

Le inoculazioni verranno effettuate dal personale sanitario e medico della Clinica Fornaca, una delle tre strutture Humanitas di Torino.
A regime, si arriverà a circa 800 somministrazioni al giorno e la struttura resterà aperta dalle 8 alle 20 per 7 giorni la settimana.

Il centro è stato allestito secondo le indicazioni dell’ASL TO1 Città di Torino e con il supporto operativo del Gruppo Sanità dell’Unione Industriale, nel rigoroso rispetto dei protocolli sanitari e di sicurezza stabiliti dalla Regione Piemonte.

“L’Unione Industriale di Torino – ha dichiarato il Presidente Giorgio Marsiaj – si è messa a disposizione delle Aziende Associate e dei loro dipendenti per contribuire a uscire più rapidamente possibile dalla crisi pandemica. Come ha affermato di recente il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, solo con il prosieguo della campagna vaccinale ci potrà essere un’accelerazione della ripresa economica”.




Infrastrutture “al palo”, Unione industriali Torino: nel 2020 avanzano solo il 31% dei progetti nel Nord Italia

Nel 2020 su 68 progetti infrastrutturali monitorati in tutto il Nord Italia, 23 risultano completamente fermi (pari al 34%); 24 invece (35%) hanno avuto un avanzamento inferiore ai programmi e solamente 21 (31%) hanno soddisfatto le aspettative.

Tra le cause, oltre alla pandemia, si riscontra il mancato finanziamento di molti progetti, come nel caso delle ferrovie di adduzione ai Tunnel svizzeri del Gottardo e del Loetchberg; la burocrazia legata alle procedure e ai processi decisionali, per esempio nelle opere di accessibilità ferroviaria e stradale a Malpensa; e il persistere di veti e indecisioni politiche su diversi progetti, come la Gronda di Genova e il collegamento stradale Vigevano-Malpensa.

Sono invece proseguite secondo le aspettative le opere dove è stato forte il commitment politico come il tunnel ferroviario del Brennero e le tratte di alta velocità Brescia-Verona e Verona-Padova.

Sono alcune delle principali evidenze contenute nell’Osservatorio Territoriale Infrastrutture Nord (OTI Nord), giunto alla 20° edizione. Quest’anno l’Osservatorio, grazie all’adesione – per la prima volta – di tutte le Confindustrie del Nord Italia, amplia il monitoraggio sullo stato di avanzamento dei progetti infrastrutturali strategici di questa parte del Paese, proponendo soluzioni per affrontare le criticità esistenti.

Ad Assolombarda, Confindustria Genova e Unione Industriale di Torino – promotori dell’analisi – si aggiungono Confindustria Emilia-Romagna, Confindustria Friuli Venezia Giulia, Confindustria Liguria, Confindustria Lombardia, Confindustria Piemonte, Confindustria Trento, Assoimprenditori Alto Adige e Confindustria Veneto, dando al progetto un respiro nazionale.

I risultati di OTI Nord sono stati presentati questa mattina nel corso dell’evento “Il futuro delle infrastrutture per un’Europa più vicina”, trasmesso in live streaming su “Genio & Impresa”, webmagazine di Assolombarda. L’appuntamento è stato anche l’occasione per rimarcare il ruolo delle infrastrutture per il rilancio economico del Paese e per portare all’attenzione del Governo la necessità di fare scelte strategiche per la competitività del Nord.

Al dibattito hanno preso parte Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda; Giorgio Marsiaj, Presidente Unione Industriale di Torino; Enrico Carraro, Presidente Confindustria Veneto; Giovanni Mondini, Presidente Confindustria Genova. Tra gli altri relatori: Umberto Lebruto, Amministratore Delegato FS Sistemi Urbani; Vittorio Biondi, Direttore Politiche Industriali e Competitività del Territorio Assolombarda; Armando Brunini, Amministratore Delegato SEA Aeroporti di Milano; Marco Bucci, Commissario straordinario per la Ricostruzione e Sindaco di Genova; Matteo Gasparato, Presidente UIR – Unione degli Interporti Riuniti; Guido Ottolenghi, Presidente Comitato Tecnico Logistica e Trasporti, Confindustria; Mario Virano, Direttore Generale TELT.

“Non dovrebbero mai capitare drammi come quello della funivia Stresa-Mottarone. L’investimento nelle infrastrutture deve essere una priorità per lo sviluppo del territorio che, per essere realmente vivibile, competitivo e attrattivo, deve puntare ad essere sempre più sicuro e connesso. In questo scenario, il Nord Italia, al centro della grande manifattura europea, gioca un ruolo fondamentale di traino – ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. L’obiettivo deve essere quello di rafforzare, attraverso un sistema infrastrutturale integrato, i collegamenti tra Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto ed Emilia-Romagna che, insieme, rappresentano un grande “rettangolo produttivo nel cuore dell’Europa”. Una piattaforma unica di rilancio del Paese.

È dunque fondamentale valorizzare la grande occasione del PNRR, dimostrando capacità di esecuzione rispetto alle opere strategiche e contrastando la burocrazia per realizzarle. Da questo punto di vista, un primo importante banco di prova riguarderà le infrastrutture previste per le Olimpiadi di Milano-Cortina, una straordinaria opportunità di crescita e di innovazione per i nostri territori. Infine, per promuovere un Paese davvero integrato, propongo di costruire un monitoraggio di sistema anche per le infrastrutture digitali, che sono condizione essenziale per lo sviluppo”.

“L’Osservatorio è nato vent’anni fa per divulgare i programmi, le strategie, i progetti e le priorità relativi alle infrastrutture – ha sottolineato Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino -. Lo scopo è da sempre sensibilizzare e stimolare i soggetti politici ed economici, affinché i programmi vengano pianificati e gli interventi realizzati con adeguate risorse, con procedure trasparenti e nel rispetto dei tempi previsti e delle esigenze dei territori interessati.

Con l’ampliamento dell’Osservatorio a tutto il Nord Italia, il progetto assume un respiro nazionale. È un passo molto importante nella direzione di creare un sistema competitivo e sostenibile di tutte le infrastrutture della mobilità, collegando in modo efficiente tra di loro e con il resto dell’Europa aree strategiche per l’economia italiana. Completare le infrastrutture – non solo fisiche, ma anche digitali – utili a connettere il Nord con il resto del Paese e con l’Europa è una responsabilità inderogabile. Penso, ad esempio, alla urgente necessità di ultimare la progettazione della tratta nazionale della Tav, di cui ancora in questi ultimi giorni si sta discutendo. L’obiettivo è aumentare la produttività delle imprese e del nostro Paese in generale”.

«OTI Nord è la naturale evoluzione del progetto OTI Nord Ovest – ha commentato Enrico Carraro, Presidente Confindustria Veneto – Confindustria Veneto, insieme alle altre Confindustrie Regionali del Nord Est, ha voluto esserci perché riteniamo che sia fondamentale, in una logica di sistema, considerare il Nord del Paese come area privilegiata di interconnessione con l’Europa per innescare processi virtuosi di mobilità sostenibile e di sviluppo della logistica. Attraverso le nostre regioni passano infatti diversi corridoi europei che garantiscono i collegamenti est-ovest e nord-sud, favorendo l’integrazione di relazioni e filiere produttive rilevanti per tutta Europa e garantendo gli indispensabili flussi di merci, materie prime, componentistica, necessarie a tutto il sistema paese e a tutta l’Unione Europea.»

“Nel nostro Paese i tempi che intercorrono tra la progettazione di un’opera e la sua realizzazione sono estremamente lunghi – ha sottolineato Giovanni Mondini, Presidente Confindustria Genova -. Terzo Valico ferroviario e Gronda di Ponente, le due principali opere infrastrutturali attese dal nostro territorio e, in generale, da tutto il nord ovest, sono state concepite quando i traffici su gomma e via ferro, sia di merci che di persone, erano ben inferiori agli attuali.

La fine lavori del Terzo Valico è slittata al 2024; della Gronda di Ponente, invece, non sono stati ancora aperti i cantieri. Il nodo metropolitano genovese e in particolare la rete autostradale ligure – già fortemente “stressati” dall’agosto del 2018 a seguito del crollo del ponte Morandi, sull’autostrada A10 Genova-Ventimiglia, e dal crollo di un viadotto sull’autostrada A6 Savona-Torino, avvenuto il 24 novembre 2019 – sono stati interessati nel corso del 2020 da importanti lavori di manutenzione che ne hanno fortemente limitato la capacità e percorribilità.

Urgenti e indifferibili interventi sui viadotti gravemente ammalorati e nelle gallerie ritenute non rispondenti agli standard europei hanno determinato nell’estate scorsa chiusure giornaliere e notturne della rete, nonché gravi limitazioni per massa e sagoma imposte dai concessionari autostradali con conseguenti congestionamenti sia della rete autostradale che di quella ordinaria, sulla quale si è inevitabilmente riversato il traffico sia leggero che pesante”.

“Il Rapporto OTI Nord è un formidabile strumento di ragionamento sullo stato delle infrastrutture e sulla loro programmazione – ha osservato Guido Ottolenghi, Presidente Comitato Tecnico Logistica e Trasporti di Confindustria –. Il sistema produttivo italiano, e i milioni di famiglie che ne traggono sostentamento, ha bisogno di un’ottima logistica per approvvigionarsi e per inviare le merci prodotte ai mercati di destinazione.

Per questo serve ammodernare strade e ferrovie, interporti e aeroporti, snodi ferroviari e porti marittimi. Lo stato di avanzamento dei progetti già adottati è modesto e, inoltre, servirebbe elaborarne di nuovi. Per progredire occorre dialogo tra decisori politici e ceto produttivo, molta e costante buona volontà e migliori regole di attuazione. Infatti, molti ritardi sono dovuti proprio a complessità a livello amministrativo e giudiziario. Il PNRR si ripropone di affrontare alcuni di questi temi, ma non tutti, quindi occorre mantenere viva la visione complessiva del sistema infrastrutturale e logistico”.

Come si legge nell’OTI Nord, rimane drammatica la mobilità del trasporto merci – e in particolare dei trasporti eccezionali – sulla rete stradale esistente. La mancata programmazione delle chiusure di tratte stradali e autostradali ai mezzi pesanti per i necessari lavori di ammodernamento e manutenzione ha paralizzato e continua a paralizzare la circolazione in Liguria.

Ne derivano conseguenze pesanti, come l’aumento, anche di un terzo, dei costi dei trasporti e della logistica da e per i porti liguri e l’incremento, di circa sei volte, del tempo impiegato dai trasporti eccezionali in partenza da Genova per raggiungere il Terzo Valico, vista l’inutilizzabilità della strada statale dei Giovi. Anche nelle altre Regioni non è garantita la continuità degli itinerari stradali, in particolare laddove limitazioni al transito su ponti e viadotti impediscono la possibilità di passare da una Regione all’altra e di raggiungere i porti di partenza dei manufatti eccezionali come quelli di Marghera e Ravenna.

Per quanto riguarda le opere di potenziamento dei grandi assi stradali, che consentirebbero di garantire itinerari merci sicuri, si evidenzia un grave ritardo. Delle 15 opere monitorate, solamente il 20% (quindi 3 opere) sono proseguite secondo le aspettative, mentre il rimanente 80% ha visto avanzamenti inferiori alle attese o è rimasto fermo. In particolare, sono rimasti fermi i potenziamenti autostradali connessi al nodo politico non ancora sciolto della revoca o meno delle concessioni autostradali come, ad esempio, la Gronda di Ponente di Genova e i potenziamenti autostradali lungo la A13 e la A14.

Inoltre, risultano in sofferenza i nodi infrastrutturali delle città metropolitane del Nord. Sulle 26 opere monitorate, 22 (l’84%) non hanno avuto avanzamenti oppure hanno avuto avanzamenti inferiori a quelli previsti. In particolare, è rimasto fermo il 33% dei progetti di linee metropolitane, il 40% dei nodi ferroviari, il 50% dei nodi viari.

Anche le opere afferenti alle reti TEN-T, che permettono all’Italia sia di rimanere agganciata ai grandi flussi europei sia di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità previsti dal Green Deal Europeo (ovvero trasferire il 75% delle merci trasportate su ferrovia), vanno avanti a rilento. Delle 15 opere riguardanti i grandi assi ferroviari, 6 sono avanzate secondo le aspettative (il 40%), mentre 7 (il 47%) sono rimaste sostanzialmente ferme e le altre hanno avuto avanzamenti inferiori alle attese. In particolare, se sono andate avanti le opere lungo il Corridoio Mediterraneo, Baltico-Adriatico e Scandinavo-Mediterraneo, hanno subito ritardi quelle poste lungo il Corridoio Reno-Alpi così come la ferrovia del Ponente Ligure e il corridoio plurimodale Tirreno Brennero (TI.BRE). Analogamente è ferma la realizzazione del Passante di Bologna, della Bretella Campogalliano Sassuolo e della Cispadana.

Infine, tra le priorità condivise dai promotori di OTI Nord, c’è il completamento di alcune opere strategiche per il territorio, che si sarebbero dovute concludere tra la fine di quest’anno e il prossimo. Dalle opere di connessione ai valichi svizzeri lungo il Corridoio Reno-Alpi al nodo stradale di San Benigno, dal nodo ferroviario di Genova al completamento del servizio ferroviario metropolitano di Torino; dal potenziamento stradale tra Rho-Monza, la variante stradale Varesina e il prolungamento della metropolitana 1 a Monza; alla nuova strada Magenta-Abbiategrasso-Vigevano per quanto riguarda le connessioni all’aeroporto di Malpensa. Oltre al potenziamento del terminal intermodale di Milano Smistamento; alle opere di potenziamento infrastrutturale del porto di La Spezia, alla Pedemontana Veneta.




Unione industriali Torino: Smart working, il “prima” e il “dopo” la pandemia

Tra le imprese torinesi il tasso di diffusione dello smart working è passato dal 17,5% nel 2019 al 86% nel 2020 e dovrebbe attestarsi al 50,4% una volta superata l’attuale fase legata alla pandemia da Covid-19.

È quanto emerge dalla ricerca “Lo smart working nelle imprese torinesi”, curata dell’Area Lavoro e Welfare dell’Unione Industriale di Torino, alla quale hanno contribuito circa 300 aziende, che danno lavoro a quasi 50mila dipendenti.

Il dato complessivo sulla diffusione dello smart working manifesta, già prima della pandemia, una forte dispersione per settore di attività. Da questa prospettiva, le imprese con oltre 100 dipendenti possono essere considerate precorritrici nell’adozione del lavoro agile, con un tasso di diffusione del 29%, a fronte rispettivamente di un 9% osservato nelle aziende tra 25 e 100 addetti e un 14% in quelle più piccole. Tra settori, invece, c’è una convergenza maggiore, con una forchetta che va dal 21% dei servizi al 16% dell’industria manifatturiera.

Per quanto riguarda il rapporto tra il numero di lavoratori in smart working sul totale dei dipendenti considerati, prima della pandemia Torino si attestava mediamente al 6,7% (16,8% i servizi, 5% l’industria). Nel manifatturiero torinese, dunque, il lavoro agile era un fenomeno ancora limitato.

La situazione è cambiata radicalmente nel 2020, anche se nell’industria l’adozione dello smart working continua a essere più limitata per la forte presenza di personale produttivo.
Con l’obiettivo di ridurre il rischio di contagio sui luoghi di lavoro e nei trasporti pubblici, l’utilizzo del cosiddetto “lavoro agile di emergenza (o semplificato)” è cresciuto in modo esponenziale, arrivando a interessare a Torino l’86% delle imprese intervistate. L’emergenza sanitaria ha fortemente diminuito le differenze tra classi dimensionali e settori, anche se grandi aziende e servizi hanno evidenziato una diffusione dello strumento quasi totale (ricompreso tra il 94 ed il 98%).

L’indagine ha anche esaminato le prospettive post pandemiche, ipotizzando uno scenario in cui i cambiamenti obbligati da questo difficile periodo provocheranno un processo in qualche modo irreversibile. Più nel dettaglio, il 50,4% delle imprese intervistate ha dichiarato che lo smart working sarà adottato anche nel prossimo futuro. Si allarga il differenziale tra terziario (59%) e industria (47%). L’estensione è legata anche alla dimensione aziendale, con le realtà più grandi (sopra i 100 dipendenti) che prevedono una diffusione del 69%. Le PMI immaginano una presenza del lavoro agile più limitata (38% nelle aziende sotto i 25 dipendenti e 47% in quelle tra 25 e 100), ma comunque a livelli molto più elevati (in media 3/5 volte maggiori) di quanto sperimentato prima del Coronavirus.

La ricerca sullo Smart Working nelle aziende torinesi fa parte di una più ampia indagine sul lavoro, ancora in corso, che tocca diversi temi sulla gestione delle risorse umane: dalla analisi retributiva all’organizzazione del lavoro, dal welfare alle politiche di ingresso per i giovani.

I risultati complessivi verranno resi noti a luglio.
“L’utilizzo dello smart working – ha dichiarato Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino – è un fenomeno ormai irreversibile, soprattutto per le grandi aziende, che hanno aperto la strada. È un ottimo strumento, ma che non va adottato solo perché ormai ‘tutti lo fanno’. Occorre prima effettuare un’attenta analisi dell’organizzazione aziendale, valutando bene quali aree e quali ruoli possano essere coinvolti”.




Confindustria Piemonte e Unione industriale di Torino: La Tav deve accelerare

La TAV non è un tema che riguarda solo Torino e il Piemonte, ma una questione di rilevanza nazionale ed europea. Le notizie relative ai nuovi scontri sul cantiere di San Didero che hanno trovato eco oltre la cronaca locale dimostrano quanto sia importante non abbassare la guardia, perché quanto sta succedendo è inaccettabile.

Anche se ora il Paese è impegnato a superare la pandemia, è fondamentale mantenere alta l’attenzione delle istituzioni su un’opera che, dopo anni di crisi, ha un ruolo chiave nella ripresa e nel processo di sviluppo, grazie alle sue ricadute economiche e occupazionali».

Così i Presidenti di Confindustria Piemonte Marco Gay e dell’Unione Industriale di Torino Giorgio Marsiaj tornano a ribadire la rilevanza dell’opera e condannano nuovamente ogni forma di protesta violenta.




Unione Industriali Torino: bando 50 Borse di Studio Lauree Magistrali STEM

L’Unione Industriale di Torino mette in palio 50 borse di studio del valore di € 3.000 ciascuna, per un investimento complessivo di € 150.000, destinate a giovani che, per l’anno accademico 2020/2021, intendano proseguire il loro percorso di studio in Lauree Magistrali con indirizzo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) presso gli Atenei torinesi.

Il bando è promosso con il supporto di FINSAA (Associazione per il Finanziamento degli Studi in Amministrazione Aziendale) e in collaborazione con Politecnico e Università degli Studi di Torino, Fondazione Agnelli ed EDISU-Piemonte.

Particolare attenzione è dedicata all’educazione alla solidarietà: ai vincitori, infatti, durante il periodo di validità della borsa, sarà richiesto di effettuare 80 ore di volontariato educativo a favore di studenti più giovani con difficoltà scolastiche presso i Doposcuola o le Scuole Superiori di I o di I Grado.

“Come avevo annunciato poco prima della mia elezione a Presidente dell’Unione Industriale di Torino – dichiara Giorgio Marsiaj – il sostegno ai giovani e alla loro formazione rappresenta uno degli obiettivi del mio impegno per il futuro della nostra Città. L’iniziativa si inserisce nella lunga tradizione di stretta collaborazione tra mondo produttivo e Atenei torinesi. Il nostro impegno risponde a necessità essenziali per la competitività del nostro territorio. Le aziende ricercano sempre più sul mercato del lavoro conoscenze e competenze tecniche e scientifiche, per soddisfare le esigenze di innovazione nel campo digitale, delle tecnologie 4.0, dei nuovi materiali. Purtroppo l’Italia è indietro rispetto ai suoi competitor europei: nel nostro Paese si laureano in discipline STEM, cioè tecnico-scientifiche, solo l’1,4 % dei giovani tra i 20 e i 29 anni, mentre in Germania la percentuale raggiunge il 3,6 % e in Gran Bretagna il 3,8 %.

Con questo bando – continua il Presidente – ci poniamo l’obiettivo di trasmettere ai giovani un concreto incoraggiamento verso scelte universitarie nelle quali i nostri Atenei offrono percorsi di eccellenza e che sono a forte ricaduta occupazionale. Offriremo ai ragazzi anche l’opportunità di frequentare le attività del nostro Gruppo Giovani Imprenditori, per avvicinarli ai temi e alle attitudini dell’imprenditorialità. Non solo: una volta laureati, i curricula dei giovani borsisti verranno segnalati alle nostre aziende. Questa azione è volta a favorire lo sviluppo dell’area torinese, favorendo la permanenza di giovani laureati STEM sul nostro territorio. In questi momenti così difficili – conclude Giorgio Marsiaj – la condizione posta a chi otterrà la borsa di studio di dedicare ore al volontariato educativo vuole essere un’esortazione alla responsabilità sociale. Un modo di partecipare allo sviluppo del nostro territorio”.

La richiesta per le borse di studio dovrà pervenire entro Venerdì 29 Gennaio 2021 all’indirizzo: borsestudio.stem@ui.torino.it. Per partecipare, sarà possibile consultare il bando di concorso, sull’home page del sito dell’Unione Industriale di Torino www.ui.torino.it.

 




Il Mise seleziona i progetti di Piccola Industria Confindustria e dell’Unione Industriale di Torino

Il Programma Gestione Emergenze (PGE) di Piccola Industria Confindustria, insieme con il progetto “Pit-Stop Early Warning Europe” dell’Unione Industriale di Torino sono stati selezionati dal Ministero per lo Sviluppo Economico per rappresentare l’Italia alla 14° edizione degli European Enterprise Promotion Awards (EEPA2020), il Premio europeo per la promozione d’impresa.

I due progetti, entrambi targati Confindustria, sono stati scelti tra tutti come i più efficaci per la promozione dell’imprenditorialità in Italia e per l’importante servizio che offrono alle imprese.

Gli EEPA sono un’iniziativa della Commissione Europea volta a promuovere l’imprenditorialità e le PMI a livello nazionale, regionale e locale in Europa.

L’obiettivo del premio è mostrare e condividere le best practice, promuovere un’azione di sensibilizzazione sul valore aggiunto dell’imprenditorialità responsabile e creare una maggiore consapevolezza del ruolo che gli imprenditori svolgono nella società. Possono partecipare alla competizione i progetti di tutti i paesi dell’UE, nonché di Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia settentrionale, Serbia, Turchia, Armenia, Moldavia, Ucraina, Islanda e Regno Unito. Dal 2006, oltre 4.000 progetti hanno partecipato ai premi e insieme hanno sostenuto la creazione di oltre 10.000 nuove aziende.

La Commissione europea e la Giuria del premio dovranno ora selezionare la short list dei vincitori in vista della Cerimonia di premiazione che si terrà in occasione della SME Assembly 2020 in programma a Berlino il prossimo 16 e 17 novembre 2020, all’interno della Settimana Europea delle PMI.

Il PGE è il programma nazionale di Confindustria – sotto la guida di Piccola Industria – responsabile della pianificazione, del coordinamento e del controllo delle attività di supporto alle imprese e alla popolazione in caso di emergenza, assistenza post emergenza, promozione della prevenzione e della resilienza. È stato in prima linea in occasione dell’emergenza Covid-19, del terremoto del Centro Italia nel 2016 e di quello in Emilia nel 2102.

L’attività, che può contare su un team di circa 140 referenti, del territorio e di categoria, sempre in rete, viene svolta in stretto rapporto con le associazioni di Confindustria, anche all’estero, e con il Dipartimento della Protezione Civile – con il quale nel 2016 è stato stipulato uno specifico protocollo d’intesa.

Il Programma Gestione Emergenze è stato scelto dal MISE proprio per il suo carattere innovativo dato dalla sinergia con il Dipartimento della Protezione Civile e dal coordinamento strutturato e capillare tra aziende e istituzioni nazionali e locali con cui interviene con efficacia nei suoi diversi ambiti di azione.

“Si tratta di un risultato che riempie di orgoglio e rappresenta un riconoscimento per tutti coloro che, con passione e dedizione, hanno collaborato e collaborano alla riuscita del PGE, un modello di eccellenza nella partnership pubblico-privato che auspichiamo possa arrivare a Berlino tra i vincitori” ha commentato il Presidente Piccola Industria Confindustria, Carlo Robiglio.

Il “Pit-Stop Early Warning Europe” presentato dall’Unione Industriale di Torino, è stato selezionato dal MISE poiché riconosciuto come iniziativa di alto valore aggiunto non solo per le PMI del territorio di riferimento, ma anche facilmente replicabile in altre aree.

L’associazione è, infatti, l’unico partner italiano di un’ambiziosa iniziativa europea, co-finanziata dal programma COSME, che si prefigge di incrementare la competitività e consolidare la ripresa delle PMI piemontesi del settore della manifattura e dei servizi. Il Piemonte è la sola regione italiana di sperimentazione di un approccio e una metodologia a sostegno delle PMI vulnerabili che da anni all’estero sta riscuotendo molto successo: è ad esempio il caso della Danimarca, del Belgio e della Germania.

Sono state oltre 700 le PMI piemontesi coinvolte nel progetto, anche non associate a Confindustria, e 160 gli uomini d’azienda, tecnici, professionisti che si sono resi disponibili ad aiutare l’imprenditore a trovare i migliori percorsi di crescita.

“Sono lieto del brillante risultato conseguito dalla nostra Associazione che conferma nuovamente il nostro ruolo di guida e punto di riferimento per le imprese e la capacità dell’Unione Industriale di Torino e di tutta Confindustria di supportare le aziende nell’individuazione di nuovi percorsi e modelli di crescita” ha dichiarato il Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Giorgio Marsiaj.




Blue engineering firma primo treno elettrico turco, Gallina: puntare sul ferroviario piemontese

Da Torino ad Adapazarı, l’eccellenza italiana viaggia sui binari dell’innovazione ferroviaria turca. Sono, infatti, della torinese BLUE Engineering la progettazione e lo sviluppo del primo treno elettrico nazionale turco, inaugurato questa settimana alla presenza del Ministro dei Trasporti del Paese, Adil Karaismailoğlu, nel corso di una cerimonia cui avrebbe dovuto prendere parte anche il CEO di Blue Engineering, Mohamed Eid.

Il nuovo treno è stato ideato, progettato e sviluppato secondo le più recenti normative e specifiche tecniche di interoperabilità da un team di 40 ingegneri piemontesi, che ne ha poi seguito anche la fornitura internazionale della componentistica, supportando l’azienda produttrice nel processo di omologazione.

Il mezzo, che sarà realizzato in 1000 esemplari per un valore di mercato di oltre 5 miliardi di euro, rappresenta un concentrato di efficienza, innovazione, sicurezza, e sostenibilità ambientale, ed è stato studiato per assicurare la completa accessibilità per persone a mobilità ridotta.

Si tratta di un nuovo traguardo per la società italiana, che negli anni è stata protagonista di una crescita costante, distinguendosi per i progetti innovativi nei settori della mobilità: aerospazio, automobilistico e ferroviario, fino a diventare un riferimento globale per la progettazione visionaria e multidisciplinare nel settore di trasporti. Solo lo scorso anno, il colosso ferroviario asiatico CRRC li ha insigniti del riconoscimento di Centro di ricerca europeo del Gruppo.

“La nostra società è la prima azienda di ingegneria mondiale a progettare senza produrre”, ha commentato Mohamed Eid, CEO di Blue Engineering. “Una scelta vincente, che ci ha permesso di stringere accordi e partnership a livello globale, e che ci consente di portare l’eccellenza italiana e la filiera locale in tutto il mondo. In un momento di grande crisi come quello attuale, noi siamo in grado di valorizzare la forza innovatrice del nostro territorio a livello internazionale”.

“Il successo di BLUE Engineering – spiega Dario Gallina, presidente dell’Unione Industriale di Torino – riaccende le luci sul settore ferroviario. In questo momento di grande crisi e sofferenza economica è fondamentale puntare i riflettori sulle eccellenze locali e nazionali, promuovendo un settore che può dare un sostegno concreto alla ripresa economica”.

Il settore ferroviario piemontese può vantare la presenza di grandi player internazionali, specializzati nella produzione di treni e nella componentistica. Queste aziende e il loro indotto occupano poco meno di 7mila addetti, realizzando un fatturato annuo di circa 2,5 miliardi di euro, pari a due punti percentuali del PIL regionale piemontese.

“Lo scorso inverno la nostra Associazione – continua Gallina – ha promosso la realizzazione di un Tavolo di lavoro per stimolare un dibattito sul comparto, nei suoi aspetti industriali, di ricerca e innovazione, utilizzo dei fondi europei e di valorizzazione della filiera. Le nostre aziende si caratterizzano per innovazione e competenza e i nuovi treni turchi ne sono la dimostrazione. Per questo, la realizzazione di un distretto ferroviario torinese sarebbe uno strumento, ora quanto mai fondamentale, di sostegno, valorizzazione e rafforzamento della competitività, innovazione e internazionalizzazione delle nostre eccellenze”.