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Turismo post-covid, Confindustria Piemonte: nuove risorse UE e come investirle

Prosegue il percorso intrapreso a luglio scorso con la presentazione del Position paper di indirizzo strategico dell’industria del turismo in Piemonte, frutto del lavoro del gruppo di ricerca che aveva individuato quattro filoni tematici – la Domanda che evolve e le Strategie; I Costi, gli Investimenti e le Risorse; le Norme; la Comunicazione.

L’appuntamento di oggi – Turismo: nuove risorse UE e competitività del territorio – promosso da Confindustria Piemonte, Federturismo, Intesa Sanpaolo, Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte, approfondisce l’aspetto delle risorse UE per investimenti e progetti coerenti con le linee strategiche prioritarie dell’Unione Europea, con particolare focus sulle relazioni tra politiche di sviluppo territoriale e industria del turismo.
Cinque i punti sostanziali emersi dai lavori:

​A fronte dell’attuale situazione di emergenza, è essenziale definire strategie di medio-lungo termine
La trasversalità della filiera

Le risorse sono disponibili: occorre mettere in campo una progettualità innovativa per destinare gli investimenti in modo efficace

Il tema della comunicazione resta fondamentale, ma resta ancora molto lavoro da fare
L’interazione dei tre sistemi – istituzioni, imprese e banche – crea un valore aggiunto imprescindibile

«Se a luglio il settore era già stato messo duramente alla prova dall’emergenza sanitaria – ha commentato in apertura dei lavori il Presidente della Commissione Industria del Turismo di Confindustria Piemonte Federico De Giuli – oggi con le nuove restrizioni alle attività imposte dal governo le difficoltà sono ancora più drammatiche, così come la necessità immediata di risorse per la sopravvivenza delle imprese. Superata questa fase, però, occorrerà cambiare passo e rivoluzionare la logica della distribuzione dei fondi, mirando a progetti che siano centrati sugli assi strategici dettati dall’Europa, Green Deal e digitale. Auspichiamo si imponga un concetto di industria del turismo intesa come filiera, dall’accommodation alla formazione manageriale, dalla digitalizzazione ai trasporti.

Dobbiamo quindi ragionare su due orizzonti temporali: nel breve termine, i prossimi due anni, la priorità è il superamento dell’emergenza; nel frattempo, bisogna elaborare strategie di medio-lungo termine, trasformando servizi e organizzazione in funzione di un mercato che sarà sicuramente diverso. Massima attenzione poi a non perdere le opportunità di traino dei grandi eventi, ATP Finals e Olimpiadi Milano-Cortina 2026».

«Il turismo sarà di gran lunga il comparto economico più colpito dagli effetti della pandemia, per questo la sua ricostruzione deve essere in cima alla lista delle nostre priorità – ha dichiarato la Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – A chiusura del 2020 si prevede che il settore turistico subirà una perdita in termini economici di 65 miliardi di euro, pertanto, sono necessarie forme di ristoro e occorre pensare alla filiera del turismo nel suo complesso, con nuove importanti misure e con l’aiuto dell’Ue.

Tra Recovery fund, Mes e Sure l’Europa ha messo a disposizione dei Paesi oltre mille miliardi e solo per l’Italia ne sono in arrivo 270. È inoltre di questi giorni l’erogazione da parte della Commissione europea di 10 miliardi al nostro Paese a sostegno della cassa integrazione. È quindi di cruciale importanza progettare bene l’utilizzo del Recovery fund scongiurando il rischio che ne beneficino solo alcuni settori.»

«La Regione ha stanziato 40 milioni per il comparto turistico attenuando in questo modo gli effetti delle chiusure che hanno colpito il settore in maniera drammatica – ha evidenziato l’Assessore Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte Vittoria Poggio – Siamo ben consapevoli che questo è soltanto il primo passo a cui ne seguiranno altri con la programmazione del piano di riconversione delle attività, che ha l’obiettivo di far atterrare in nuovi fondi europei a partire dal 2021».

«Il turismo è un prodotto economico a tutti gli effetti – ha sottolineato il Presidente della Camera di commercio di Alessandria-Asti, Gian Paolo Coscia – Lo è da tempo su scala italiana, lo sta diventando anche per il Piemonte, ove produce un indotto di oltre 7 miliardi di euro, con una tendenza in costante crescita. L’opportunità di risorse europee per il settore turistico, oggetto del convegno di oggi, non può e non deve essere mancata soprattutto in questa fase emergenziale.

Cerchiamo di evitare ogni tentazione assistenzialistica e cogliamo l’opportunità delle risorse per rilanciare dalla base la competitività delle imprese turistiche piemontesi in un turismo cambiato forse per sempre. Digitalizzazione in primis, ma anche attenzione ai temi della sostenibilità, della sicurezza. Su questi temi, le Camere di commercio sono pronte a fare la loro parte».

Teresio Testa, Direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo: “Quando in piena emergenza Covid-19 Intesa Sanpaolo ha avviato le misure straordinarie a sostegno dell’economia, sul settore turistico-ricettivo ha subito concentrato un’attenzione particolare condividendone l’urgenza con tutte le principali associazioni di categoria e organizzazioni imprenditoriali del segmento.

Tra i primi interventi, l’istituzione di un plafond dedicato per la liquidità e l’incremento della moratoria fino a 24 mesi, in linea con le aspettative di ripresa più lunghe del settore e con l’obiettivo di mettere in sicurezza le imprese. Non appena è stato possibile, abbiamo esteso la moratoria anche ai clienti di UBI Banca, quindi a circa 20.000 ulteriori operatori.

In questi mesi il Gruppo ha erogato al settore oltre 3 miliardi di credito ed ha perfezionato quasi 37.000 richieste di moratoria sui finanziamenti per un ammontare del debito residuo di circa 4,8 miliardi di euro”.
Come rilevato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, la crescita del settore turistico piemontese negli ultimi 15 anni è stata evidente. Dal pre-Olimpiadi invernali di Torino 2006 le presenze turistiche in Piemonte sono aumentate del 46%, un tasso di crescita doppio rispetto alla media italiana.

Nel 2020 la pandemia di Covid-19 ha causato una brusca frenata alla filiera, già in leggero rallentamento dall’anno precedente. Il danno si presenta rilevante per l’economia turistica piemontese. Tuttavia il Piemonte, anche in questo contesto, ha potuto far leva su alcune caratteristiche che hanno consentito alla regione di non essere tra le più impattate in Italia.

In primo luogo una destagionalizzazione marcata delle presenze, soprattutto per quanto riguarda gli italiani, grazie ad un territorio ricco e variegato, sostenuto dall’ampio patrimonio artistico ed enogastronomico. In secondo luogo il turismo di prossimità molto sviluppato che, in questo momento in cui gli spostamenti devono essere ridotti al minimo, non può essere che un vantaggio.

Il Piemonte è la prima regione italiana per turismo intraregionale e, considerando i territori italiani e stranieri confinanti, si arriva al 47% delle presenze. Occorrerà però vincere le nuove sfide che il contesto pone con evidente accelerazione: migliorare il marketing digitale e rivisitare l’offerta turistica in chiave di sostenibilità, riqualificando anche le strutture.

 

 

 

 

 




Confindustria Piemonte incontra i parlamentari

Si è tenuto oggi, in videoconferenza, l’incontro tra Confindustria Piemonte e i parlamentari nazionali ed europei eletti in Piemonte. Tre gli ambiti principali delle proposte avanzate dagli industriali per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR: contenuti per il Piano Transizione 4.0 e capitale umano, ITS e istanze in tema di lavoro, Infrastrutture e Corridoi Europei.

«Il nostro Piemonte è una delle regioni più importanti del Paese – ha dichiarato Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemontee può esprimere eccellenze in termini di prodotti, processi, servizi, e anche grandi capacità imprenditoriali, come ha dimostrato la reazione al fermo delle attività. Gli assi prioritari su cui agire per consolidare la ripartenza appena avviata sono chiari: trasformazione 4.0 dell’industria, sostenuta da competenze specializzate; politiche a supporto della produttività del lavoro e infine infrastrutture, materiali e immateriali, efficienti. Il Piano su cui stiamo lavorando insieme ai nostri parlamentari ci offre gli strumenti necessari a rafforzare la competitività e lo sviluppo del territorio, dobbiamo saper cogliere questa opportunità con un’azione concertata tra tutti gli attori».

SISTEMA PRODUTTIVO

Primo tema chiave per la ripartenza e lo sviluppo del sistema produttivo è il sostegno all’industria in ottica di trasformazione digitale: accanto ai progetti già attivi come DIH Piemonte e CIM4.0, altre iniziative tra cui il Manufacturing Technology and Competence Center e l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale necessitano di essere consolidate. Agenda Digitale, completamento del Piano BUL regionale e sviluppo della tecnologia 5G evidenziano un oggettivo deficit di sviluppo per il Piemonte, mentre particolare attenzione va posta al sostegno alle filiere regionali di specializzazione intelligente (S3). Per quanto riguarda i Poli di Innovazione, occorre proseguire l’esperienza positiva dei cluster anche nella programmazione 2021-2027. Capitolo misure di sostegno alle imprese, PMI in particolare, è urgente avviare e monitorare il confronto a regia nazionale per la predisposizione del prossimo Accordo di Partenariato. In ottica di Transizione verde, infine, attuare interventi per perseguire la sostenibilità e la tutela ambientale nei processi industriali.

ITS E LAVORO

Fondamentale mettere in campo azioni per il consolidamento e la crescita del sistema ITS e definire ambiti formativi coerenti fra ITS e Università riducendo dispersione, abbandono e mismatch domanda/offerta di lavoro tecnico. Si avanzano inoltre alcune osservazioni alle misure in materia di lavoro contenute nelle Linee Guida del PNRR: riduzione del costo del lavoro attraverso la diminuzione dei contributi sociali a carico del datore; aumento della produttività del lavoro attraverso incentivi fiscali al welfare contrattuale e promozione della contrattazione decentrata; promozione di percorsi di digitalizzazione nei luoghi di lavoro; promozione della flessibilità oraria; riforma degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro.

INFRASTRUTTURE 

Strumento di competitività di territori e imprese per assicurare quantità e qualità negli «scambi», le infrastrutture necessitano di una visione a lungo termine e priorità a investimenti in grado di garantire una mobilità, di persone e merci, sicura, veloce, moderna e connessa. Obiettivi prioritari rimangono, per il settore ferroviario, il completamento del disegno europeo TEN-T delle linee AV in Italia; per la logistica, lo sviluppo della retroportualità piemontese e la Digitalizzazione del sistema delle merci attraverso la Piattaforma Logistica Nazionale digitale; manutenzione e sicurezza per la rete stradale e autostradale, con un’attenzione particolare alla ricostruzione nei luoghi investiti dai recenti eventi alluvionali.

 

 




Mondo automotive ha bisogno di trasformarsi. Marco Gay interviene all’evento @VTM

Il mercato dell’automotive ha bisogno di trasformarsi. Customer centricity, digitalizzazione dei processi produttivi, il passaggio da trasporto a mobilità, fino ad arrivare al modello MaaS (Mobility as a Service), la necessità di nuove strutture e infrastrutture: sono tutte opportunità che il mondo automotive oggi deve poter rendere concrete.

Serve un approccio comune, un piano che unisca il mondo della produzione al sostegno alla visione strategica del pubblico, che deve saper indirizzare i prossimi investimenti su un settore così decisivo per il nostro Paese. Il Piemonte – che nel comparto esprime 19 miliardi di fatturato, con oltre 60.000 addetti – e l’Italia intera sono in grado di sostenere questo cambiamento.

Questi i temi al centro dell’intervento del Presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay in apertura della tavola rotonda “The future of the Automotive sector: opportunities and risks. Vehicle manufacturers’ view” nell’ambito di @VTM – A New Scenario as a Driving Force, evento di  avvicinamento all’edizione 2021 della business convention VTM (Vehicle and Transportation Technology Innovation Meetings).

Il Recovery Plan attualmente al vaglio del governo – conclude Gay –  deve contenere una larga parte di intenzione verso questo mondo che è centrale per lo sviluppo economico perché parte dalla manifattura. Siamo pronti ad accogliere e vincere questa sfida perché ne abbiamo tutte le caratteristiche.

 
 
 



Confindustria Piemonte: turismo post-covid, le strategie per ritartire

Il settore dei viaggi e del turismo è senza dubbio tra quelli che più hanno risentito della pandemia: ora il comparto si ritrova a dover ripartire dopo due mesi di “sospensione” in cui però, si è avviato un processo di riprogettazione: sarà necessariamente un nuovo turismo quello che vedremo prendere forma nel prossimo periodo e che evolverà ancora.

Questo il filo conduttore del Position paper di indirizzo strategico dell’industria del turismo in Piemonte, frutto del lavoro del gruppo di ricerca, promosso da Confindustria Piemonte e coordinato dal Presidente della Commissione Industria del Turismo Federico De Giuli, che ha riunito tecnici, esperti di settore e destinazione turistica regionale, intervenuti ai lavori del webinar svoltosi oggi, insieme all’Assessore Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte Vittoria Poggio, con le conclusioni di Marina Lalli, Presidente di Federturismo.

Qual era la situazione pre-Covid? Nel 2018, con un consuntivo di oltre 15milioni di pernottamenti e 5milioni e 200mila arrivi, il Piemonte si posizionava a metà classifica fra le regioni italiane, alla guida del gruppo di centro dopo Veneto, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Lazio ed Emilia-Romagna.

La crescita dei movimenti turistici negli ultimi dieci anni aveva registrato una crescita pari a 30,25% dei pernottamenti e 36,44% di arrivi, se pur vi fossero aree del territorio regionale con velocità, caratteristiche e capacità di attrarre turisti molto differenti fra loro. I mesi estivi si confermavano i più importanti per il turismo regionale, attraendo oltre il 60% dei flussi.

Partendo da questi dati, il paper vuole rispondere a un duplice obiettivo: scattare un’istantanea del turismo nel nostro territorio nell’emergenza sanitaria in atto e successivamente disegnare percorsi di rilancio e riposizionamento strategico del settore e della “Destinazione Piemonte” con visione di medio/lungo periodo.

La Regione è stata coinvolta nel progetto e anzi principalmente a essa, oltre che agli operatori turistici, si rivolgono molti dei temi e contributi espressi nella proposta. Ciò che si immagina di offrire è uno o più scenari possibili per indirizzare ed organizzare la ripartenza, ma anche nuovi spunti per reimpostare l’offerta, di prodotti e destinazioni.

Il lavoro degli esperti si è focalizzato su quattro filoni tematici – la Domanda che evolve e le Strategie; I Costi, gli Investimenti e le Risorse; le Norme; la Comunicazione – e ha individuato alcuni nuovi trend di scenario, tra cui:

competizione tra territori e destinazioni turistiche, al posto della tradizionale dimensione soggettiva di mercato;
nuova targettizzazione del mercato e, almeno per un periodo, crescita del turismo di prossimità;
importanza crescente di una narrazione promozionale fondata sulla sicurezza e sull’esperienza offerta al turista;
poche e non tradizionali risorse economiche da utilizzarsi per gli investimenti in sviluppo.

«Il mondo del turismo è duramente messo alla prova da questa emergenza sanitaria, le imprese sono in difficoltà e bisogna essere capaci di traguardare la contingenza e avere fiducia che al più presto ci siano le condizioni per tornare a viaggiare, ha evidenziato Federico De Giuli, Presidente della Commissione Industria del Turismo di Confindustria Piemonte. Se da un lato c’è bisogno di interventi finanziari urgenti che permettano di non disperdere il patrimonio di imprese e professionalità, dall’altra dobbiamo prepararci a una stagione competitiva e appassionante.

La domanda che abbiamo posto ai ricercatori – continua De Giuli – è di anticiparci alcune possibili tendenze della domanda turistica post-Covid, così da ottimizzare gli investimenti pubblici e privati sul prodotto e sulla sua comunicazione. Il Lavoro è pieno di spunti utili che mettono in evidenza come il territorio piemontese abbia le caratteristiche ottimali per rispondere alle nuove esigenze e che superata la crisi, se avremo il coraggio di innovare, si apriranno importanti opportunità per il settore turistico».

L’Assessore Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte Vittoria Poggio ha commentato: “Nessuno avrebbe mai potuto aspettarsi l’attuale, improvviso e imprevedibile scenario mondiale disegnato dalla presente emergenza sanitaria, la quale ha poi scatenato, con il più classico degli effetti domino, una susseguente e drammatica emergenza economica e sociale.

Una situazione che ha inevitabilmente stravolto completamente i piani e gli indirizzi programmatici dell’amministrazione regionale in tema di turismo, un settore fondamentale e altamente attrattivo per la nostra regione, nonché in costante crescita e capace di produrre importanti ricadute in altri comparti come quelli della cultura e del commercio, il quale sta patendo fortemente e più di altri gli effetti della pandemia.

Il nostro piano strategico di mandato prevedeva infatti l’ambizioso ma realistico incremento del Pil turistico regionale dal 7.4% al 10%, mentre ora si ipotizza per l’immediato futuro una sua drastica e drammatica caduta, da cui si evincono le fin troppo ovvie e inevitabili conseguenze sul tessuto economico e sociale del nostro territorio.

Pur consci dell’estrema confusione emergente a livello mondiale, della difficoltà di questa nuova sfida e della necessità di una risposta adeguata e soprattutto corale, che veda operare in sinergia tutte le istituzioni politiche, economiche e sanitarie mondiali, viepiù in tema di turismo e di flussi turistici nazionali e internazionali, l’amministrazione regionale, di concerto con i vari enti e rappresentanti turistici piemontesi, ha elaborato un fitto, variegato e straordinario programma di sostegno e di rilancio del turismo regionale, il cosiddetto “Riparti Turismo”, il quale sta proprio ora entrando nel vivo e, grazie alla sua cospicua dote finanziaria, comincia a mostrare i primi risultati positivi.

Da questo tavolo di lavoro sono quindi emersi provvedimenti come il Voucher 3×1, che sembra avere un buon successo e piacere molto ai turisti, il Bonus Turismo, che sostiene la ripresa del settore alberghiero ed extralberghiero, una nuova Campagna di promozione e marketing turistico -‘Bellezza singolare’, ‘Gusto singolare’, ‘Libertà singolare’, ‘Spirito singolare’-, per il rilancio dell’intera offerta regionale, declinata per prodotti, target e mercati, e il potenziamento dei Consorzi, delle ATL e delle Proloco presenti sul territorio.

Tutte misure studiate per dare una risposta efficace e concreta all’intera filiera turistica, in quanto la nostra regione vive di turismo e questo piano deve e vuole essere un rilancio dell’immagine e del brand Piemonte, capace di attrarre un numero crescente di turisti grazie ai suoi stupendi e variegati territori, e alle sue bellezze storico-artistiche, architettoniche e naturalistico-paesaggistiche”.

«II turismo alimenta una catena del valore lunghissima – ha dichiarato infine la Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – e le ricadute, con l’emergenza sanitaria, si sono fatte sentire anche in tanti altri comparti ad esso collegati. Per uscire da questo vicolo cieco ci metteremo diversi anni, ma dobbiamo pensare che quello che prenderà forma nel prossimo periodo sarà un nuovo turismo, un cambiamento inevitabile che la pandemia ha solo bruscamente accelerato. L’offerta di prodotti omogenei in diversi territori, il digitale, la formazione, l’attenzione a nuovi stili di vita che mettano al centro il benessere e la sicurezza della persona sono temi cruciali sui quali è diventato indispensabile investire e riprogettare».

 




Corridoi europei, le proposte di Confindustria Lombardia e Confindustria Piemonte

Nell’interscambio Italia-Francia, l’intermodalità è relegata a una quota del tutto marginale, in netto contrasto con la situazione degli altri valichi alpini: 6,7% la quota modale ferrovia dei valichi con la Francia (Frejus-Ventimiglia) contro il 69,9% dei valichi con la Svizzera (Gottardo-Sempione) e il 29,7% con l’Austria (Brennero-Tarvisio).

Allo stesso tempo lo sviluppo di sistemi di trasporto e logistici sostenibili per l’ambiente e capaci di fornire alle imprese un servizio efficiente e di qualità per assecondarne la ripresa e supportare il mercato delle esportazioni/importazioni è quanto mai necessario. Il traffico merci tra Italia e Francia e con i Paesi limitrofi – Spagna, Belgio, Regno Unito – esiste ed è rilevante quanto a volumi attuali e a prospettive future ed è il secondo per importanza dopo quello con la Germania.

È ormai assodato che i limiti dell’attuale infrastruttura ferroviaria pregiudicano qualità e costi del servizio, rendendo poco appetibile il trasporto intermodale, mentre la nuova linea Torino-Lione, grazie alle caratteristiche peculiari dei corridoi TEN-T e a un notevole incremento delle tracce orario (dalle attuali 60 teoriche a 200 per il solo traffico merci) permetterà treni da 2.000ton, lunghezza 740m e sagoma P80-410 idonea per il trasporto di semirimorchi da 4,00m nonché una gestione ottimizzata delle circolazioni, rendendo competitivo il sistema ferroviario rispetto al tutto strada.

Da questi presupposti muove il gruppo di lavoro voluto dalle Confindustrie di Lombardia e Piemonte con Assologistica per proporre interventi, da qui alla data di attivazione del tunnel, mirati a rafforzare la competitività del trasporto ferroviario intermodale nelle relazioni Italia-Francia e porre già le condizioni per sfruttare al meglio la capacità della nuova linea quando sarà disponibile, nel 2030.

Le proposte:
Erogazione di un incentivo a sostegno del trasporto intermodale e trasbordato su ferro con le stesse caratteristiche del c.d. “Ferro-bonus”, ma con la peculiarità di applicarsi ai trasporti ferroviari che si svolgono sul transito in oggetto al fine di compensare i maggiori costi e oneri derivanti dall’inadeguatezza della linea e fino alla realizzazione del nuovo tunnel e relativo tracciato ferroviario;

Finanziamenti, anche attraverso il ricorso a fondi europei, per l’acquisto di locomotive interoperabili, tra l’Italia e la Francia, funzionali a ridurre i costi complessivi del trasporto e ridurre/ eliminare i disservizi derivanti dai perditempi correlati ai cambi di trazione. Gli investimenti in oggetto sono propedeutici alla piena funzionalità, all’atto dell’apertura, della nuova linea ferroviaria;

Finanziamenti di materiale rotabile, c.d. carri ultra bassi, in linea con la normativa europea sul rumore, per il trasporto di unità di carico, compresi semi-rimorchi che necessitano di particolari sagome in attesa della realizzazione della nuova linea. Essi permetterebbero sin da oggi l’acquisizione alla modalità ferroviaria della domanda di trasporto di molti clienti e sarebbero immediatamente utilizzabili, non necessitando di investimenti particolari per allestire nuovi terminali specializzati;

Finanziamenti, anche attraverso il ricorso a fondi europei, per la realizzazione dei nuovi terminali intermodali in previsione della nuova linea di valico. Si indicano le esigenze in Italia di Torino Orbassano, Novara, area di Milano (impianti di Milano Smistamento e Segrate); in Francia dell’area di Lione, Parigi.

Il Gruppo di lavoro indirizza inoltre ai Gestori dell’Infrastruttura Nazionali ed alle Imprese Ferroviarie alcuni suggerimenti di carattere gestionale che nell’immediato possono migliorare le condizioni di operatività e quindi la qualità del servizio e sono altresì propedeutici a un migliore avvio all’apertura della nuova linea:
Specializzare le tracce ferroviarie per i treni con merce pericolosa, considerata l’impossibilità di coesistenza di attraversamento nel tunnel con altri treni al fine di evitare ritardi;
Effettuare una pianificazione delle tracce dei treni integrata con l’operatività dei terminali di arrivo e partenza al fine di sfruttare meglio la capacità della linea ed eliminare i ritardi nella messa a disposizione della merce;
Effettuare un monitoraggio proattivo dell’andamento dei treni anche svolgendo attività coordinate con le sale di controllo delle IF e i terminali di arrivo e partenza, per migliorare la qualità del servizio con riduzione dei ritardi, migliorare le informazioni, gestire gli avvisi ai clienti finali. Per questa attività si può ipotizzare un ruolo attivo del Corridoio Ferroviario delle Merci Mediterraneo, attraverso la creazione di un Centro di Monitoraggio del Traffico, oggetto di un primo progetto Pilota quest’anno.
“L’emergenza Covid-19 ha evidenziato il ruolo strategico del trasporto ferroviario delle merci come driver insostituibile per l’approvvigionamento di beni delle diverse filiere produttive. Investire su infrastrutture e trasporti significa investire sulla competitività delle imprese e sull’attrattività del territorio. Partiamo da qui per rilanciare il Nord Ovest, cuore dell’Europa industriale e della grande manifattura europea. Porre le basi sin da oggi, attraverso una serie di proposte operative che sono state condivise,  per rendere  realmente competitivo il trasporto ferroviario merci tra Italia e Francia, proposte coerenti e propedeutiche  alla  realizzazione della Torino-Lione, è una responsabilità inderogabile che dimostra una visione di lungo periodo, necessaria a ricostruire e consolidare filiere europee, dopo che la pandemia ci dimostrato la fragilità delle reti lunghe delle forniture industriali” ha dichiarato Mario Castaldo, Presidente Gruppo Trasporti Assolombarda e rappresentante di Confindustria Lombardia nel gruppo di lavoro che ha realizzato il documento.
“Territorio e infrastrutture sono un binomio nodale per lo sviluppo e la crescita delle aziende – commenta Marco Gay Presidente di Confindustria Piemonte – per questo è essenziale perseguire con responsabilità e determinazione la strategia e visione italiana ed europea di una rete infrastrutturale ferroviaria moderna, che renda il nostro territorio e il nostro Paese accessibile, sostenibile e competitivo. Fin dall’avvio della politica TEN-T Europea, Confindustria Piemonte ha sostenuto l’importanza del trasporto su ferro e l’intermodalità. Ricordo anche le opere di sostegno ai territori, previste per legge e i cui contenuti sono stati definiti da e con i Sindaci dei Comuni interessati e evidenziate alla Ministra De Micheli, chiedendone, insieme alla Regione Piemonte, l’immediato finanziamento e avvio dei lavori. La nuova linea dovrà poi essere integrata, oltre che dal completamento degli interventi infrastrutturali previsti nel piano investimenti del Contratto Programma MIT-RFI, anche dalla conclusione di talune opere stradali ormai paradigmatiche di lungaggini burocratiche per le quali citiamo, a solo titolo di esempio, l’Asti Cuneo, incompleta da qualche decennio”.
“Dallo studio congiunto di Confindustrie di Lombardia e Piemonte con Assologistica emerge in modo lampante come gli interventi infrastrutturali relativi al collegamento ferroviario Torino-Lione non siano sono essenziali ma davvero non più prorogabili, in primis per l’economia del nord-ovest e quindi dell’Italia intera”, commenta infine Eugenio Muzio, Presidente della Commissione Trasporto Intermodale di Assologistica.




SACE e Confindustria Piemonte con l’appuntamento “Il credito per ripartire: dinamiche ed esigenze del territorio”

La tappa di oggi, organizzata in collaborazione con Confindustria Piemonte, è il quarto appuntamento di un percorso che ha già toccato la Campania, il Veneto e l’Emilia Romagna e che, nei prossimi giorni, arriverà anche in Friuli Venezia Giulia, nel Lazio e in Sicilia.

Un confronto per un’auspicata ripartenza economica e le soluzioni che sono già disponibili per aziende e banche.

Questi i principali temi al centro della nuova iniziativa, lanciata recentemente da SACE in collaborazione con le associazioni confindustriali regionali, che ha riunito oggi in un webinar i Direttori Territoriali delle banche attive nella regione e i Presidenti delle Associazioni Confindustriali del Piemonte.

L’obiettivo è stato condividere le reciproche esperienze e individuare soluzioni concrete per far fronte al momento complesso che stanno affrontando le aziende e le loro filiere a causa degli impatti negativi del Covid-19 sulle attività economiche della regione.

Oltre a ciò, SACE ha presentato ai partecipanti i benefici di Garanzia Italia, lo strumento messo in campo con il Decreto “Liquidità” per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19.

“Quest’iniziativa – ha dichiarato Mario Bruni, Responsabile Mid Corporate di SACE – rappresenta un’ottima occasione di condivisione e confronto per individuare, assieme alle banche, alle aziende e alle istituzioni, delle linee guida comuni per andare tutti nella stessa direzione e affrontare l’attuale fase di ripartenza dell’economia italiana e piemontese. Le imprese di un territorio che, come il Piemonte, si impegna a guardare avanti e a pianificare il proprio futuro, possono trovare in Garanzia Italia uno strumento utile ed efficace per vincere le sfide del presente. Inoltre, con SACE, che conferma il proprio ruolo come motore dell’export italiano, le aziende piemontesi possono estendere i confini della loro crescita futura anche all’estero”.

Giancarlo Somà, coordinatore Area Credito di Confindustria Piemonte e responsabile servizio economico Unione Industriale di Torino, ha dichiarato:

”La condivisione tra sistema di rappresentanza delle imprese e operatori finanziari sull’efficacia degli strumenti messi a disposizione dal Decreto Liquidita è sicuramente un’opportunità, dettata anche dalla novità circa il ruolo della garanzia Sace, riconosciuta attraverso tale Decreto. È evidente che dal lato impresa, l’esigenza è quella di una celerità nell’erogazione dei finanziamenti e, dopo gli iniziali necessari aggiustamenti operativi e delle procedure, nelle ultime settimane si è concretamente vista una sensibile accelerazione”.

Dopo l’appuntamento di oggi, seguiranno i webinar per il Friuli Venezia Giulia (20 luglio), il Lazio (22 luglio) e la Sicilia (28 luglio).

 




Marco Gay nuovo presidente di Confindustria Piemonte

Il Consiglio di Presidenza elettivo di Confindustria Piemonte tenutosi, martedì 7 luglio, ha eletto Marco Gay nuovo Presidente degli industriali piemontesi per il quadriennio 2020-2024.

La votazione si è svolta a seguito delle consultazioni da parte dei tre componenti della Commissione di Designazione con i Presidenti delle Associazioni Territoriali e dopo aver raccolto la candidatura unica di Gay. Alla nomina hanno preso parte i Presidenti delle territoriali, di Ance Piemonte, Giovani Imprenditori e Piccola Industria.

Gay, 44 anni, torinese, con oltre 20 anni di esperienza imprenditoriale nel settore digitale e dell’innovazione, ha già una profonda conoscenza degli ambienti associativi: è stato Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte e di Confindustria e ricopre tuttora le cariche di Presidente di Anitec-Assinform (imprese ICT e dell’Elettronica di Consumo) e di Vicepresidente di Confindustria Digitale. Dal 2017 è amministratore delegato di Digital Magics, incubatore di startup.

«Ho iniziato il mio percorso in Associazione alla guida dei giovani imprenditori di Confindustria Piemonte nel 2011 – ha commentato il neo-presidente Gay – e ora sono orgoglioso di poter guidare gli imprenditori della mia regione, mettendo a disposizione competenze e volontà per far ripartire il nostro territorio. So che saranno quattro anni molto impegnativi, i segni lasciati dalla pandemia sul tessuto economico sono tangibili e purtroppo non ancora tutti evidenti, ma sono convinto che le nostre aziende hanno la volontà e tutte le caratteristiche per vincere la sfida. Proseguirò l’ottimo lavoro svolto dal Presidente Ravanelli e ci concentreremo in particolare sulla politica industriale e sui suoi pilastri come digitalizzazione, Europa e internazionalizzazione, sostenibilità, formazione e infrastrutture».

Gay succede a Fabio Ravanelli, che ha voluto accogliere il Consiglio elettivo negli stabilimenti novaresi della sua azienda, la Mirato S.p.A. Nel porgere il suo saluto, Ravanelli ha ricordato i momenti cruciali della sua presidenza: «Prima fra tutte, la mobilitazione delle imprese a favore della TAV Torino-Lione, che ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e a rinsaldare il valore delle infrastrutture come condizione necessaria per lo sviluppo. E poi l’innovazione digitale e la transizione al 4.0 delle nostre imprese (con la creazione del Digital Innovation Hub Piemonte, primo in Italia) un passaggio ancora non completato, ma così centrale per rimanere e competere sul mercato. Ultimo punto, ma solo in ordine di tempo, la gestione dell’emergenza Covid e quanto fatto per mediare tra istituzioni e aziende, lato economico e lato sicurezza al momento della riapertura. Senz’altro c’è ancora molto da lavorare sulla capacità del territorio di attrarre investimenti – ha concluso Ravanelli – una sfida fondamentale su cui Confindustria potrà dare un contributo fattivo. A Marco Gay il mio augurio di buon lavoro per il futuro del Piemonte».




Giovani imprenditori: due piemontesi nel consiglio nazionale

La Presidente della Federazione Regionale dei Gruppi Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, Giorgia Garola, si congratula con i G.I. piemontesi Andrea Marangione e Luigi Giordano per gli incarichi assunti nel corso del Consiglio Nazionale G.I. che ha eletto Riccardo Di Stefano quale Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria per il triennio 2020-2023.

Andrea Marangione

Andrea Marangione, torinese, 34 anni, CEO di Maider NCG, entrerà a far parte della squadra di Riccardo Di Stefano in qualità di suo Vice Presidente nazionale G.I..

Luigi Giordano

Luigi Giordano, cuneese, 31 anni, Consigliere del CDA e Direttore Generale di Giordano & C. Spa, è stato eletto componente effettivo del Consiglio Centrale dei Giovani Imprenditori di Confindustria.

 




Torino-Lione, Balistreri: basta proteste, non possiamo permetterci di perdere altro tempo

Ancora una volta, con il riavvio dei lavori nel cantiere TAV in Val Susa, dobbiamo leggere di proteste e presidi che puntuali si ripresentano, come se ancora non bastassero accordi internazionali e decreti che dichiarano l’opera di pubblica utilità. Lavori già rallentati da anni di contestazioni, ostacoli burocratici e in ultimo anche il blocco legato all’emergenza sanitaria e che ora devono assolutamente proseguire per recuperare il tempo perso.

Come abbiamo sempre sostenuto, la Torino-Lione non solo è un tassello fondamentale in un piano di rilancio dell’economia orientato verso modelli di sviluppo avanzati e competitivi, ma risponde anche alle ambizioni di quella transizione ecologica racchiusa nello European Green Deal, creando le condizioni concrete per riequilibrare la quota modale del trasporto merci.

Quello che serve ora è senza dubbio una netta accelerazione dei lavori per arrivare al completamento della rete centrale transeuropea che dovrebbe essere realizzata entro il 2030. Come evidenziato dal recente rapporto della Corte dei conti Europea, è probabile che per lungaggini burocratiche e inefficienze registreremo un ritardo per arrivare alla piena capacità della linea e beneficiare di quegli effetti di rete che tutti attediamo e di cui il Paese ha bisogno. Per questo non possiamo permetterci di perdere altro tempo.




Confindustria Piemonte ed Emercency insieme per incrementare presidio nelle RSA

Offrire ulteriori strumenti di gestione logistica delle strutture socio-assistenziali di tipo residenziale e portare un contributo professionalizzante al personale su protocolli e procedure a tutela della propria salute e di quella degli ospiti: questi gli obiettivi del protocollo siglato tra Regione Piemonte, Confindustria Piemonte ed EMERGENCY, in vigore fino al termine dello stato di emergenza COVID-19 decretato dal Governo al 31 luglio 2020.

La collaborazione nasce da un’iniziativa della Regione Piemonte che ha deciso di avvalersi dell’esperienza di EMERGENCY, dallo scorso marzo già attiva in Lombardia nella gestione del Covid-19 con un progetto a supporto delle strutture di accoglienza per senza fissa dimora, rifugiati, minori stranieri non accompagnati e anziani e ha trovato l’appoggio fattivo di Confindustria Piemonte che sosterrà i costi formazione attraverso un contributo di 30.000 euro.

Il team di Emergency – composto da personale sanitario e logistico – avrà il compito di offrire una consulenza specializzata sulle modalità di igienizzazione e prevenzione, gestione del flusso sporco-pulito e misure di compartimentazione; valutare con le singole strutture eventuali misure mitigatrici e soluzioni ad hoc; identificare le zone di isolamento; formare gli operatori sulla gestione e sanificazione degli ambienti, norme igieniche, osservazione attiva degli ospiti in termini di rilevamento dei sintomi, misurazione della temperatura ed eventuale collocamento in isolamento.

Il supporto sarà attivato su richiesta degli enti gestori, le cui strutture sono inserite in una lista stilata da Regione in collaborazione con Confindustria Piemonte, con un’indicazione di priorità di intervento. Le criticità riscontrate, le soluzioni proposte e i successivi passi previsti per la struttura saranno poi oggetto di un report che Emergency condividerà con la Regione.

«Ringraziamo Confindustria Piemonte per il contributo ed il team di Emergency per la disponibilità ad aiutare le Rsa della nostra regione – ha dichiarato Luigi Genesio Icardi, Assessore regionale alla Sanità che ha aggiunto – Siamo convinti che questa collaborazione sia particolarmente utile ora nella fase dell’emergenza, ma possa esserlo anche nell’immediato futuro. Soprattutto riteniamo che sia fondamentale la collaborazione integrata tra la sanità pubblica, quella privata e il mondo del volontariato, ognuno per la propria parte di competenza e di esperienza. Nel caso di Emergency si tratta di un’esperienza maturata in tanti anni sul campo, in contesti difficili e complessi come quelli che stiamo affrontando oggi nel nostro Paese”.

«Il settore sanitario tutto, pubblico e privato, sta affrontando in prima linea una guerra senza precedenti – ha dichiarato Fabio Ravanelli, Presidente di Confindustria Piemonte – In un contesto così delicato le residenze per anziani rappresentano la componente più fragile ed esposta. Per questo riteniamo ci sia bisogno del massimo sostegno possibile: supporto operativo, organizzativo e finanziario. In Piemonte operano oltre 700 RSA che si prendono cura di circa 50.000 persone, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Questo accordo con Emergency offrirà un ulteriore strumento alle nostre strutture, che potranno così acquisire competenze specifiche per affrontare l’attuale fase acuta e per garantire agli ospiti il miglior benessere e protezione possibili».

«Siamo orgogliosi di poter condividere con la Regione Piemonte i nostri protocolli e l’esperienza maturata in questi mesi e durante l’epidemia di Ebola in Sierra Leone – dichiara Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY – Speriamo possano contribuire per creare quel circolo virtuoso necessario alla salute di ogni individuo in questo momento così complicato.  Il lavoro di EMERGENCY si è sempre basato sul principio del diritto alla cura, per tutti, nessuno escluso. Garantire le giuste misure di sicurezza in tutti quei luoghi ad alto rischio di contagio – come le strutture di accoglienza per senza fissa dimora, rifugiati, minori stranieri non accompagnati e anziani – significa rendere concreto questo diritto anche per i più deboli della nostra società che rischiano di essere lasciati indietro».

«In un momento così delicato in cui le nostre strutture stanno affrontando un’emergenza sanitaria di proporzioni storiche – conclude Paolo Spolaore, Vice Presidente di Confindustria Piemonte Sanità – questo accordo potrà generare un supporto efficace per continuare a contrastare e limitare la diffusione del contagio. Potersi avvalere dell’esperienza e delle competenze di una realtà come quella di Emergency non potrà che arricchire le nostre capacità di assistenza, che saranno bagaglio prezioso anche in futuro, quando l’emergenza Covid-19 sarà, speriamo presto, alle nostre spalle. Ringrazio le aziende associate che con il loro contributo supportano questa iniziativa di formazione, risorsa fondamentale di professionalità, ancor più in un settore così delicato come la cura e tutela dei più deboli».