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CCIAA Torino: Settore casa e arredamento, con Wayfair opportunità in Germania e UK

Wayfair, l’e-commerce leader mondiale nell’arredamento e nella decorazione per la casa, ricerca aziende italiane per i mercati Germania e il Regno Unito: anche per le aziende piemontesi si tratta di un’occasione importante promossa dalla Camera di commercio di Torino attraverso un incontro dedicato, in programma on line mercoledì 17 marzo.

 

In Piemonte contiamo quasi 2.400 imprese attive nella produzione di articoli di arredamento ed è l’Europa il principale mercato di sbocco per le nostre aziende di produzione di mobili– spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Per questo esploriamo e proponiamo soluzioni attraverso tutti i possibili canali di vendita, anche l’e-commerce, perché chi cerca il Made in Italy di qualità possa trovare le nostre aziende pronte a rispondere. Una vetrina come Wayfair rappresenta un’importante occasione di visibilità senza particolari costi di ingresso”.

 

Il webinar, organizzato dalla Camera di commercio di Torino attraverso la rete Enterprise Europe Network, nell’ambito delle attività del Consorzio ALPS, ha l’obiettivo di presentare i vantaggi della piattaforma e le modalità di utilizzo da parte delle aziende italiane, che attraverso Wayfair possono avvalersi di una vetrina internazionale di grande prestigio.

                                                                                                          

Con un fatturato di oltre 13 miliardi di dollari negli ultimi 12 mesi, Wayfair domina nei settori mobili e arredo, home-decor, articoli per la casa e per il giardino e rappresenta una delle realtà leader tra le piattaforme e-commerce, con tassi di crescita che superano il 25% annuo a livello globale e ancora più alti per il mercato europeo.

 

La piattaforma, che cerca proprio in questi mesi nuovi fornitori italiani, si basa su un modello dropship: i partner devono solo caricare il proprio catalogo sul sito, Wayfair si occuperà del marketing, della spedizione, dei resi e dei contatti con i clienti, senza commissioni o costi fissi. Come spiega Martin Reiter, Vice President & Head of Europe: “Investiamo nelle nostre partnership, unendo l’esperienza sui prodotti fornita dalle aziende partner con la nostra consolidata conoscenza del mondo online, la logistica, il marketing e il servizio clienti”.

 

L’opportunità, focalizzata sui mercati Germania e Regno Unito, è rivolta ad aziende di alta qualità operanti nei settori mobili, arredo-giardino, illuminotecnica, elettrodomestici e decorazione per la casa, arredo bagno, materassi, fai da te, piastrelle, pavimenti.

 

In Piemonte sono presenti quasi 2.400 imprese che lavorano nell’ambito dell’arredamento, tra mobili, tessile per la casa, elettrodomestici, sanitari, rubinetteria, pavimenti, infissi e apparecchiature per l’illuminazione.

 

Per quanto riguarda la sola produzione di mobili, il Piemonte esporta all’estero merce per quasi 93 milioni di euro. I principali paesi di destinazione sono la Francia con il 35,8% dell’export (33,2 milioni di euro), seguita da Svizzera con l’8% e Russia (6,3%). Germania e Regno Unito, al centro del progetto Wayfair, ad oggi valgono rispettivamente il 3,8% e il 4,4% dell’export piemontese di mobili.

 

L’iscrizione al webinar è gratuita

 




CCIAA Torino: L’anno della pandemia si conclude con una stabilità del tessuto imprenditoriale

Presentati questa mattina in Camera di commercio i dati della natimortalità imprenditoriale torinese nel 2020, un’analisi puntuale che prende in esame le iscrizioni e le cessazioni di attività registrate nel corso dell’anno.

 

Il 2020 si configura come un anno di sostanziale paralisi della dinamicità imprenditoriale, con un forte calo sia delle aperture sia delle chiusure di impresa, queste ultime mitigate dalle misure di sostegno introdotte nel corso dell’anno a livello nazionale e regionale – commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio Torino – Anche se nel 2020 il tasso di crescita è risultato positivo (+0,16%), dovremo attendere i dati 2021 per poter quantificare con maggiore precisione gli effetti reali della crisi sanitaria sul complesso del tessuto imprenditoriale”.

 

 

Le imprese torinesi

 

Con 219.700 imprese registrate a fine 2020 e un aumento di +187 unità il tessuto imprenditoriale torinese rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2019: il tasso di crescita si attesta a +0,16%, simile rispetto al 2019, in linea con il trend evidenziato a livello nazionale (+0,32%), ma in controtendenza rispetto al dato regionale (-0,23%).

 

Analizzando la dinamica di iscrizioni e cessazioni, si rilevano per entrambe le voci valori ai minimi storici da inizio millennio: risultano infatti 11.919 le nuove iscrizioni e 11.558 le cessazioni. Per dare un raffronto nel 2007 raggiunsero il picco rispettivamente con 19.524 aperture e 16.467 chiusure.

 

Da un lato l’incertezza economica ha frenato l’avvio di nuove attività, dall’altro le azioni di sostegno, fra cui le misure fiscali, i contributi a fondo perduto e i ristori, hanno rallentato o forse solo ritardato le chiusure.

 

Occorre rilevare, tuttavia, che da anni il tessuto imprenditoriale torinese assiste ad una lenta erosione, per nulla legata all’attuale crisi sanitaria: dal 2011 ad oggi si sono perse circa 18.000 imprese, pari al -7,5% dello stock complessivo, soprattutto nella categoria delle micro imprese (meno di 10 addetti).

 

  

Tasso di sopravvivenza

 

Prendendo in considerazione le imprese attive, il tasso di sopravvivenza medio a tre anni (imprese iscritte nel 2017) risulta del 70,7%, in aumento rispetto al passato, a seguito del contesto economico particolare. Tra le imprese subalpine nate nel 2011, a tre anni dall’iscrizione, ne sopravviveva poco più del 61%.

 

 

Revisione dei codici ATECO

Tutti i macrosettori economici hanno registrato nel 2020 una frenata dei flussi di iscrizioni e cessazioni. I nuovi scenari della “Covid-economy” hanno però anche prodotto un incremento delle procedure di revisione dei codici ATECO attribuiti a ciascuna impresa in fase di registrazione.

In particolare, la distinzione fra attività “non essenziali” ed “essenziali” adottata durante il primo lockdown ha spinto questa dinamica, che al suo interno ha poi incluso diverse casistiche: dalle imprese che per continuare ad operare hanno scelto di diversificare la propria produzione in direzione di attività “essenziali” a quelle che, in precedenza incluse nell’insieme delle “imprese non classificate”, hanno ricodificato la loro attività economica.

Altri cambiamenti di codice, infine, volti a “sanare” attribuzioni di codifiche non più attinenti all’attività effettivamente svolta dalle imprese, sono stati connessi all’elargizione dei contributi previsti prima con il DL Rilancio e poi con i Decreti Ristori successivi, che di fatto ampliavano la platea di attività beneficiarie di ristori e contributi a fondo perduto.

In sintesi, nel 2020 l’anagrafe camerale torinese ha gestito 1.390 richieste di variazione del codice ATECO sia di attività prevalente, sia secondaria, a fronte delle circa 210 e 135 pratiche rispettivamente del 2019 e 2018. Questi cambiamenti hanno inevitabilmente avuto una ripercussione nei numeri definitivi di imprese presenti in ogni settore.

 

Settori di attività economica 2020

Servizi prevalentemente orientati alle imprese (+1,0%; il 26%)

Quello dei servizi alle imprese è il primo settore per numerosità, con 57.213 attività e una crescita della consistenza del +1,0% rispetto al 2019.

In aumento nel 2020 attività di supporto per le funzioni d’ufficio e imprese di pulizia e altre attività come la disinfestazione. In crescita anche le attività professionali, scientifiche e tecniche, i servizi di informazione e comunicazione, con la produzione di software e i servizi di elaborazione dati e hosting, oltre alle attività finanziarie e assicurative.

Stabili le attività immobiliari e le imprese dei trasporti e del magazzinaggio, con una crescita soprattutto dei servizi postali e delle attività di corriere.

 

Commercio (-0,6%, il 24,5%)

Il commercio è il secondo settore per numero di imprese, calato complessivamente del -0,6%: la diminuzione è da imputarsi al commercio al dettaglio, che rappresenta oltre il 51% del settore e che ha subito una contrazione del -1,4%, dovuta soprattutto alla riduzione del commercio in sede fissa. Anche il commercio ambulante ha registrato un calo (-0,6%), mentre si registra un exploit delle attività di e-commerce (+13,6%).

Poche le categorie in crescita: i minimercati, le farmacie, i negozi di computer e quelli di articoli di seconda mano; nell’alimentare, la vendita di frutta e verdura.

In calo l’abbigliamento, le edicole, le cartolerie, i negozi di articoli sportivi, le ferramenta, i negozi di mobili e di utensili per la casa.

 

Costruzioni (+1,2%, il 15%)

Per la prima volta nel corso degli ultimi 10 anni il settore delle costruzioni fa registrare un incremento della consistenza delle imprese registrate, pari al +1,2% rispetto al 2019 (+383 unità) e chiude l’anno con uno stock di 32.879 imprese. Su questo andamento ha sicuramente inciso il cosiddetto superbonus, misura volta a favorire la ripresa dei lavori di efficientamento energetico e di messa in sicurezza degli edifici.

 

Industria (-1,4%; il 9,3%)

Le imprese registrate, pari a 20.365 unità, sono scese dell’1,4% nel corso dell’anno, riducendosi di 293 imprese rispetto al 2019 (quando la contrazione era stata pari al -1,8%). I settori che hanno subito la maggiore contrazione sono la meccanica, l’industria alimentare e delle bevande, la lavorazione del legno e fabbricazione di mobili, e la produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Stabili le imprese dei mezzi di trasporto, settore che è stato sostenuto nell’anno dall’ecobonus e dagli incentivi approvati nella seconda metà del 2020.

In aumento, infine, la riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature, e la produzione di articoli in gomma e materie plastiche che, in particolare, ha registrato un incremento di attività di fabbricazione di “altri articoli in materie plastiche”, probabilmente connesso alla produzione di DPI.

 

Istruzione, Sanità e Servizi pubblici, sociali e personali (+1,7%; il 7,4%)

Con 16.356 imprese si registra una crescita del +1,7%, con un incremento di tutte le categorie, anche grazie alla “trasformazione” di realtà precedentemente operative non in forma imprenditoriale. L’istruzione rileva l’incremento più alto ma salgono anche le attività culturali, associative e di divertimento. Fra le attività di assistenza sanitaria si amplia il numero degli studi medici specialistici e degli altri servizi di assistenza sanitaria tra cui le attività di fisioterapia e quelle paramediche. Nei servizi di assistenza sociale, crescono le strutture di assistenza residenziale per anziani e disabili. Diminuiscono alcune delle attività più colpite dalla crisi: lavanderie, parrucchieri e barbieri e centri per il benessere fisico, mentre continuano ad aumentare i centri estetici, gli studi di tatuaggi e piercing e i servizi di cura degli animali da compagnia.

 

Servizi di alloggio e ristorazione (+0,5%; il 7,1%)

Il settore si compone di imprese che, nel periodo dell’emergenza sanitaria, hanno dovuto differenziare l’erogazione dei servizi (ad esempio il take away e il delivery per bar e ristoranti), o che sono state costrette a “congelare” l’attività imprenditoriale (alberghi, b&b, ecc.). Nel complesso, tuttavia, le imprese registrate a fine 2020 sono 15.689, cresciute del +0,5%. In particolare, fra le attività dei servizi di ristorazione e somministrazione, che rappresentano oltre il 94% delle attività e sono aumentate nel complesso dello 0,4%, restano stabili i take away (+0,3%) e cresce la ristorazione ambulante (+6,3%).

 

Agricoltura (-1,5%; il 5,3%)

Il settore agricolo, che già negli anni passati rilevava una scarsa dinamicità, nel 2020 ha subito un ulteriore rallentamento, scendendo a 11.690 unità, rispetto alle 11.868 del 2019.

 

 

Categorie di imprese

 

Le imprese artigiane

Alla fine del 2020, sono 58.580 le imprese artigiane registrate, il 26,7% dell’intero tessuto imprenditoriale provinciale (erano il 29% nel 2011). Il tasso di crescita è pari al +0,04%. Nonostante la tenuta dell’ultimo anno, nell’ultimo decennio le imprese artigiane sono calate di oltre 9.500 unità.

 

Le imprese femminili

Nel 2020, sono 48.997 le imprese femminili registrate nel territorio torinese, il 22% del tessuto imprenditoriale totale. Il tasso di crescita resta leggermente negativo, pari a -0,47%. Se il commercio registra un calo del numero di imprese femminili, crescono invece sia i servizi alle imprese, sia i servizi alla persona. Guardando alle posizioni imprenditoriali, quasi 6 imprenditrici torinesi su 10 sono “over 50”, mentre solo il 4,4% risulta avere meno di 30 anni. Rispetto al 2019, cresce la componente delle imprenditrici straniere, in media più giovani.

 

Le imprese straniere

La presenza imprenditoriale straniera sul territorio torinese restituisce ancora una volta un risultato in crescita: a fine 2020 sono 27.980 le imprese straniere registrate, con un tasso di crescita pari al +4,9% (era +4,6% nel 2019). Si tratta di una realtà imprenditoriale meno strutturata rispetto all’intero tessuto economico provinciale: infatti, solo il 9,1% delle imprese straniere è organizzato in forma di società di capitale (a fronte del 21,4% del dato complessivo) e ben l’82,5% è un’impresa individuale (circa il 53,0% nel totale). A livello settoriale, gli stranieri sono maggiormente presenti nel comparto delle costruzioni (31,1%); seguono il commercio e i servizi prevalentemente orientati alle imprese.

 

Le imprese giovanili

Sono 20.820 le imprese giovanili registrate nel 2020, pari al 9,5% delle imprese totali torinesi, in calo di 207 unità rispetto al 2019. Il settore di attività in cui la presenza giovanile è più marcata è il commercio (26,4%), seguito dai servizi prevalentemente orientati alle imprese (22,7%) e dalle costruzioni (15,7%).

L’analisi delle variazioni di consistenza rispetto all’anno precedente mostra in sofferenza pressoché tutti settori, ad eccezione dei servizi prevalentemente orientati alle imprese, che registrano un +3,2%, e i servizi alle persone, che salgono del +1,6%. Il 27,4% delle imprese “under 35” è rappresentata da stranieri, dato in crescita rispetto al 2019 del +2,1%, mentre cala il peso della componente femminile (il 26,6%, -3,3%).

 

 

Il settore Nuove Imprese della Camera di commercio di Torino

Per chi sta valutando l’idea di aprire un’attività o di mettersi in proprio, la Camera di commercio di Torino fornisce supporto gratuito nella fase che conduce dall’idea al progetto, con informazioni su adempimenti amministrativi e burocratici, requisiti professionali, costi fissi connessi all’impresa e finanziamenti. In corso in queste settimane anche il progetto Futurae destinato a immigrati (extra UE) che intendono avviare una nuova impresa in Italia.

 

 

 

Open data

I dati relativi alla natimortalità imprenditoriale sono disponibili sul portale della Regione Piemonte dati.piemonte.it punto di accesso al patrimonio informativo pubblico del sistema regionale.

La Camera di commercio di Torino, infatti, per valorizzare e rendere disponibile l’ampio patrimonio di informazioni in suo possesso, ha aderito alla piattaforma regionale Yucca Smart Data Platform per la gestione dei propri dataset in formato aperto.

I dati sono disponibili liberamente per tutti gli enti, ma anche per giornalisti, ricercatori, studenti e cittadini interessati ad effettuare studi ed elaborazioni.

Il portale, oggi completamente rinnovato, consente anche di rappresentare le informazioni mediante grafici, utilizzando le potenzialità della Data Visualization (DATAVIZ) e dello storytelling.

 






CCIAA Torino: 2021 riparte la palestra digitale

Per chi vuole aggiornarsi, per chi è in cerca di lavoro, per chi vuole introdurre in azienda nuove soluzioni: la Camera di commercio di Torino offre da gennaio fino all’estate una serie di appuntamenti formativi gratuiti, una vera e propria palestra, con lezioni programmate ogni 15 giorni in pausa pranzo, per “allenarsi” ad utilizzare le nuove tecnologie e migliorare le proprie competenze su internet.

I corsi, in modalità webinar, sono aperti a tutti, imprenditori, dipendenti, collaboratori, lavoratori e privati.

 

Si tratta di una modalità formativa molto efficace: incontri veloci ed estremamente pratici, con esempi concreti subito applicabili – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Nel 2020 hanno partecipato ai webinar organizzati dal nostro Punto Impresa Digitale oltre 2.600 persone e il grado di soddisfazione si è sempre rivelato molto alto. Chi si mette in gioco sulle nuove tecnologie può applicare immediatamente i consigli e le soluzioni proposte, trovando nuovi sbocchi per la propria attività o migliorando le proprie competenze e il proprio curriculum”.

 

Si parte on line il 13 gennaio e si prosegue fino all’estate con una serie di appuntamenti che affronteranno i temi di maggiore interesse: i social network, le vendite on line, le sponsorizzazione e gli adv, il posizionamento sui motori di ricerca, e così via.

 

La formazione proposta si inserisce nel progetto Eccellenze in Digitale realizzato da Unioncamere nazionale e supportato da Google, con l’obiettivo di aiutare le imprese italiane a far crescere le competenze dei propri lavoratori. In questo periodo di incertezza e di prolungata emergenza, le opportunità formative rivestono un’importanza ancora maggiore: consentono infatti di sperimentare o consolidare nuovi sbocchi di vendita on line, di impiegare al meglio il tempo in caso di forzate chiusure o di rallentamento dell’attività e in generale di porre le basi per un’immediata ripartenza appena possibile.

 

Tutte le informazioni sul progetto Eccellenze in digitale sono disponibili sul sito della Camera di commercio Per conoscere le storie delle imprese che hanno già seguito la formazione e che testimoniano la loro positiva esperienza basta seguire sui social l’hashtag #faccedainnovazione o andare sul sito

 

 




CCIAA Torino: L’impatto della recessione da Covid sul patrimonio netto

La Camera di commercio di Torino ha voluto approfondire che cosa potrà avvenire con l’ultima redazione dei bilanci annuali delle società di capitale piemontesi. Lo ha fatto con un’indagine realizzata grazie alla collaborazione del suo Comitato Torino Finanza e il supporto tecnico di InfoCamere.

 

Proprio sui bilanci dell’esercizio 2020 si scaricheranno, infatti, tutti gli effetti della recessione: in particolare, la caduta dei risultati, nella misura in cui eroderà il patrimonio netto, potrebbe richiedere la ricapitalizzazione delle imprese con precedente capitalizzazione sottile o con perdite molto alte.

“La recessione non ha riguardato tutte le società di capitale nello stesso modo. Non ha quasi toccato il settore agroalimentare, ma ha fortemente interessato i settori della moda, del commercio, del turismo, dei servizi, della cultura e dello sport –commenta Dario Gallina, Presidente dell’ente camerale – Proprio perché è stata una recessione non omogenea e con forti differenze, l’impatto sui patrimoni aziendali del Covid non può essere stimato a livello macro. Con questa indagine, sui singoli bilanci, però, si può simulare l’ordine di grandezza della sotto-patrimonializzazione e quindi del capitale fresco necessario nel 2021. Inoltre lo studio testa l’efficacia di provvedimenti mitigatori, alcuni dei quali già presenti nelle possibilità concesse dalla normativa agli amministratori di società. Ma diciamo anche al Governo – continua il Presidente Gallina – che il vuoto di capitale potenzialmente risultante dagli effetti economici della pandemia si può mitigare con la riduzione dell’ammortamento e la rivalutazione dei cespiti dell’impresa in difficoltà, e soprattutto con fondi mirati e non a pioggia, sulle società che possono risollevarsi. Aldilà di deboli azioni immediate, seppur utili, occorre sicuramente affrontare il problema della dimensione aziendale con politiche a favore delle aggregazioni e per investimenti di “finanza alternativa” al sistema bancario che in Italia trova da sempre moltissime difficoltà”.

“Si tratta di un problema molto serio che il Governo non potrà trascurare – evidenzia Vladimiro Rambaldi, Presidente del Comitato Torino Finanza – infatti i numeri già preoccupanti messi in risalto dalla simulazione riguardano la sola regione Piemonte e le sole società di capitali, obbligate a depositare i bilanci utilizzati per l’effettuazione della stima. Ma il tessuto imprenditoriale piemontese è composto solo al 21,2% di imprese di capitale: ne consegue che il restante 78,8% di imprese, società di persone senza obbligo di deposito del bilancio, non viene conteggiato in questa indagine. La stima del totale generale delle imprese a rischio è da capogiro. Occorre agire subito e con decisione, mettendo in campo nuove misure atte a facilitare la ricostituzione del capitale e la coperture delle perdite al di là di quelle già approvate”.

 

Lo studio

Per realizzare lo studio sono stati estratti 43.005 bilanci depositati nel 2020 (esercizio 2019) da società di capitale con sede legale in Piemonte e con un patrimonio netto finale positivo, escludendo quindi quelle imprese che già ad inizio del 2020 potevano avere seri problemi di continuità e magari erano già coinvolte in percorsi di gestione della crisi.

Tale campione aveva un valore della produzione pari a 121 miliardi (90% del Pil), aveva prodotto utili netti per 5,65 miliardi di euro, aveva 73 miliardi di patrimonio netto e 82 miliardi di debiti totali. Inoltre, pagando costi di lavoro per 20,4 miliardi aveva un’occupazione implicita (stimata) di 500-550 mila unità di lavoro equivalenti a tempo pieno.

Per stimare l’impatto della recessione nel 2020 si è realizzata una simulazione basata su queste ipotesi:

–     – utile netto prima dell’aggiustamento del 2020 supposto pari a quello del 2019

–     – aggiustamento Covid: ad ogni società è stato sottratto un valore della produzione pari a una media del 24%, ma con punte fino all’80% sulla base dell’Ateco di appartenenza e delle variazioni subite dal fatturato nei primi sei mesi, secondo le stime ISTAT di perdita di produzione, aggiustate per il secondo semestre 2020 con le proiezioni delle locali associazioni di categoria

–     – le spese per la produzione come lavoro sono variate nella stessa direzione del fatturato, con un coefficiente di elasticità di 0,48 (stimato econometricamente sul campione)

–     – le spese per la produzione come consumi sono variate nella stessa direzione del fatturato, con un coefficiente di elasticità di 0,67 (stimato econometricamente sul campione).

Lo studio ha quindi realizzato principalmente due simulazioni:

    – la prima per valutare il caso dell’impatto pieno (senza mitigazioni) della recessione da COVID sul patrimonio

    – la seconda per valutare il caso dell’impatto mitigato, essenzialmente, da una riduzione ammessa degli ammortamenti (almeno del 50%) e da una rivalutazione dei cespiti (almeno del 15%) e, infine, dall’incasso dei “bonus ristori”.

Tutte le simulazioni hanno tenuto conto degli effetti fiscali, ossia della tassazione sostitutiva delle rivalutazioni dei cespiti e dell’impatto fiscale della variazione di reddito operativo nel 2020 post effetti pandemici rispetto al 2019.

I principali risultati

1)     Nella simulazione del caso base, il 34% delle società con patrimonio netto positivo (a fine 2019), quindi 14.593, rischia nel 2020 perdite superiori a 1/3 del patrimonio netto per complessivi 5,2 miliardi, con un fabbisogno minimo di nuovo capitale equivalente ad almeno 1,75 miliardi.

Le imprese che potrebbero perdere tutto il patrimonio netto, da ricostituire integralmente, sarebbero 8.003. Questa sarebbe la quota più grave e fragile. Le loro perdite sommerebbero 2,9 miliardi e il fabbisogno minimo di capitale sarebbe di 1,6 miliardi nel 2021.

Nel secondo caso, qualora i cespiti fossero (per ipotesi di simulazione del caso con mitigazione) rivalutati del 15% e gli ammortamenti ridotti del 50%, considerando anche i grant (bonus o ristori) sinteticamente assegnati in via di simulazioni, la situazione migliorerebbe, senza tuttavia risolvere il problema. Residuerebbero infatti 11.427 società (27% del totale) nella categoria di quelle che perderebbero oltre 1/3 del patrimonio netto al 31.12.2019. Tali società perderebbero complessivamente 3,5 miliardi e richiederebbero 1,16 miliardi per essere ricapitalizzate.

 

Questo sembra essere il fabbisogno minimo di capitale per una normalizzazione della continuità finanziaria delle imprese nel 2021. Sarebbero in gravi condizioni, perdendo il 100% e oltre del netto del 2019, le 6.249 società (pari al 15% del campione), con perdite totali, nonostante gli interventi mitigatori, di 2 miliardi.

 

Facendo salire al 75% la riduzione dell’ammortamento e al 30% il valore della rivalutazione dei cespiti, in ogni caso, il fabbisogno di nuovo capitale resterebbe intorno a 1 miliardo, e le imprese colpite resterebbero nell’ordine del 23% del totale (9.937).

Per questa ragione, appare importante facilitare nuovi essenziali rapporti di capitale, che dovrebbero interessare fino a un quarto delle imprese del Piemonte, particolarmente nell’ottica di evitare crisi aziendali, che, anche per le conseguenze sull’occupazione, renderebbero più complessa e lenta la ripresa nel 2021. Le possibili soluzioni, avanzate dagli esperti interpellati dal Comitato Torino Finanza sono almeno cinque.

 

I possibili rimedi tecnici

Come evidenziato nella simulazione, gli strumenti potenzialmente più efficaci nel sostenere gli equilibri economici e patrimoniali delle imprese sono rappresentati dalla possibilità di non iscrivere fino al 100% degli ammortamenti e la rivalutazione dei cespiti dell’impresa.

Inoltre, sarebbe opportuno introdurre delle forme di esclusione delle responsabilità civili e penali di amministratori, nonché sindaci e revisori, nel caso di fallimento dell’impresa a causa della pandemia, nei casi in cui gli amministratori hanno continuato l’attività perseguendo il fine di salvaguardia della continuazione dell’attività.

 

Oltre a questa raccomandazione, dal tavolo di lavoro che ha sviluppato questa iniziativa sono state proposte, in prima battuta, una serie di misure volte ad aiutare ulteriormente le imprese in difficoltà, quali:

      —  sospensione a tutto il 2021 dell’articolo 2447 e 2482-ter del codice civile relativamente agli obblighi di ricostituzione del capitale e sospensione della causa di  scioglimento dell’impresa

      introduzione di forme di incentivazione per le imprese per la ricapitalizzazione delle stesse, ad esempio defiscalizzando gli utili reinvestiti

      –  previsione di contributi a fondo perduto non più a pioggia, spettanti indiscriminatamente in base al solo requisito del calo del fatturato ma, in considerazione del costo per la collettività di simili misure, mirati alle sole imprese con possibilità di risollevarsi se aiutate adeguatamente, attraverso l’introduzione di requisiti inerenti lo stato di salute dell’impresa ante pandemia da Covid-19.

Per informazioni:




CCIAA Torino: Storie di alternanza: due scuole torinesi premiate a livello nazionale

Sono stati resi noti questa mattina i vincitori della VI sessione nazionale del Premio “Storie di Alternanza”, promosso da Unioncamere nazionale e da 56 Camere di commercio italiane, con l’obiettivo di valorizzare e dare visibilità ai video racconti delle esperienze realizzate dagli studenti e dai tutor degli Istituti di istruzione secondaria, nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento.

Dopo aver superato la selezione torinese, l’Istituto Avogadro è approdato alla finale nazionale, classificandosi al terzo posto della sessione “Istituti tecnici e professionali” con il video “OSM Guinea Bissau”: “Gli studenti hanno realizzato un progetto che ha consentito lo sviluppo di competenze tecniche e l’acquisizione di conoscenze pratiche come la metodologia agile, l’adozione di piattaforme di condivisione come open street map e i principi di project management. Le competenze acquisite sono state utilizzate dagli studenti per la realizzazione di un progetto innovativo e di estrema utilità per l’Associazione no profit Abala Lite, che lo adotterà in un villaggio della Guinea Bissau”. Per questo progetto hanno vinto il terzo premio nazionale di 1.000 € per l’acquisto di strumenti e attrezzature, da utilizzare per la progettazione e la realizzazione di percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento e formazione.

La commissione di valutazione nazionale ha anche deciso di premiare con la menzione speciale di Tutor aziendale “d’eccellenza” Carlo Petrini, tutor del progetto “Prospettive” del Liceo Madre Mazzarello. Questa la motivazione: “La passione, la capacità motivazionale e di coinvolgimento di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, hanno rappresentato un elemento centrale di questo progetto di storie alternanza, che ha consentito agli studenti di guardare al futuro con una “visione di orizzonti più ampi e significativi”.

 

Questo premio, sia locale sia nazionale, sottolinea l’importanza che il sistema delle Camere di commercio dà all’ottima formazione degli Istituti tecnici e professionali e in particolare oggi all’Istituto Avogadro, che attraverso un video racconto, ha comunicato il proprio progetto, pianificato con capacità tecnologica ed innovativa – ha sottolineato Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Ringrazio poi Carlo Petrini che ha voluto partecipare come tutor del liceo torinese Madre Mazzarello di Torino e si è rivelato davvero un “Tutor d’eccellenza”, consapevole di dover supportare la creatività degli studenti per renderli consapevoli di quanto possono valere con la loro passione per il futuro.”

 

Ottimi risultati anche per altri Istituti piemontesi: nella categoria Istituti tecnici e professionali, il primo posto è andato all’I.T.I. “G. Omar” di Novara, con “Chimica indossabile e cerotti intelligenti”, mentre nella categoria Licei è arrivato al secondo posto il Liceo “V. Beccaria Govone” di Cuneo con il video “Tra sapori e sviluppo: da classicista a direttore marketing”. Sempre l’I.T.I. “G. Omar” di Novara conquista la menzione speciale nell’ambito “STEM” con il video “Chimica supramolecolare una soluzione per l’ambiente”. (Vedi comunicato su www.unioncamere.gov.it.)

 

L’edizione torinese del Premio

L’edizione di quest’anno del premio si è svolta solo nel secondo semestre dell’anno, a causa dell’emergenza sanitaria anche per l’introduzione della didattica a distanza che ha influito in modo rilevante sulla maggior parte dei progetti presentati. È stato ampio il coinvolgimento dei docenti, degli studenti e delle imprese nelle varie iniziative di alternanza, finalizzate a creare un circolo virtuoso per sostenere nei giovani l’acquisizione e il rafforzamento delle competenze trasversali da spendere poi anche nel mondo del lavoro. Gli elaborati pervenuti per l’edizione locale alla Camera di commercio di Torino da licei e istituti professionali e tecnici sono stati undici.

Per l’edizione locale la posizione in graduatoria e il relativo importo del premio (che prevede 1.200 € in buoni acquisto per il primo classificato, 800 € euro per il secondo e 500 € per il terzo), saranno comunicati nel corso di una futura cerimonia di premiazione on line.

Per la categoria licei sono risultati vincitori (in ordine alfabetico):

  1. Liceo Einstein con il video-racconto “Ai confini della realtà”, per la buona struttura narrativa e il buon montaggio. Gli studenti hanno affrontato esperienze differenziate con un unico obiettivo, acquisendo consapevolezza sull’utilità del progetto svolto e delle competenze acquisite
  2. Liceo Germana Erba con il video-racconto “Un palcoscenico per quattro promesse”, premiato perché nel racconto è ben evidenziata l’alternanza tra l’esperienza scolastica e l’impegno durante le rappresentazioni teatrali
  3. Liceo Madre Mazzarello con il video-racconto “Mazzarello Road: competenze in gioco”, video a cui la Commissione ha riconosciuto l’originalità sia nella costruzione del video sia nella soluzione trovata per spiegare un argomento complicato come l’economia ai bambini delle scuole primarie.

Per la categoria Istituti tecnici e professionali sono risultati vincitori (in ordine alfabetico):

  1. Istituto Avogadro con il video-racconto “OSM Guinea Bissau”, perché il progetto presenta obiettivi ben definiti e in linea con il percorso formativo degli studenti, dove emergono le competenze sia tecniche che trasversali
  2. Istituto Gobetti Marchesini Casale Arduino con il video racconto “Una formula vincente”, perché si tratta di un progetto altamente formativo grazie alla multidisciplinarietà e il video, ben progettato e sceneggiato, mette in evidenza il ruolo partecipativo di studenti, tutor interni e tutor esterni
  3. Istituto Plana con il video racconto PCTOWEB”, dove si segnala in particolare la capacità di andare oltre il lockdown, trasformando, a causa della pandemia, l’esperienza di alternanza in “Alternanza 4.0”.

 




Camera di commercio di Torino: solidarietà nei confronti di Stampa e Repubblica 

Il Presidente Dario Gallina, il Segretario Generale Guido Bolatto e tutto il Consiglio della Camera di commercio di Torino, nel condannare la violenza del gesto compiuto questa mattina, esprimono la più completa solidarietà nei confronti dei giornalisti e di tutti i lavoratori delle testate di Stampa e Repubblica.

In un momento così complesso per il territorio, la libertà di stampa è un valore sempre più imprescindibile: è dunque responsabilità di tutti, istituzioni e cittadini, ribadirne l’importanza e schierarsi in sua difesa, di fronte a qualunque genere di attacco o intimidazione.




CCIAA Torino: Al via il progetto Futurae per lo sviluppo di nuove imprese migranti

Contribuire alla nascita e alla crescita di nuova imprenditoria migrante: questo l’obiettivo del progetto Futurae, ideato a livello nazionale e realizzato sul territorio dalla Camera di commercio di Torino.

 

Per un immigrato l’avvio di impresa è uno strumento doppiamente vantaggioso: da un lato rappresenta una modalità per contribuire alla crescita economica del paese ospitante, dall’altro è l’occasione per integrarsi nella società sfruttando e valorizzando le proprie competenze e capacità professionali – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina. L’imprenditoria straniera in provincia di Torino è cresciuta negli ultimi 10 anni del 25% e, anche in questo periodo non facile, continua a registrare tassi di crescita positivi. Il progetto Futurae, quindi, ci permette di valorizzare e far crescere questa ricchezza, anche facendo rete con tutti gli attori interessati al tema dell’integrazione economica dei migranti, tra cui enti territoriali, associazioni datoriali e di categoria, sindacati, terzo settore”.

 

Il progetto

Finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Migratorie 2018 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Futurae è promosso da Unioncamere e realizzato da 18 Camere di commercio, tra cui quella di Torino. Si propone, attraverso un percorso di sostegno e accompagnamento finalizzato all’avvio di impresa, di realizzare le condizioni favorevoli alla creazione e allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali costituite da migranti, contribuendo alla crescita occupazionale e supportando l’integrazione dei cittadini di paesi terzi regolarmente già presenti in Italia.

 

Chi può accedere

Possono partecipare al progetto persone con background migratorio, comprese le seconde generazioni, senza limiti di età, anche occupate, regolarmente presenti in Italia e motivate ad avviare un’attività imprenditoriale. I partecipanti selezionati riceveranno gratuitamente servizi qualificati di orientamento, formazione, assistenza e mentoring per acquisire le competenze tecniche necessarie per avviare con successo la propria impresa.

 

I servizi offerti

Il progetto Futurae propone agli aspiranti imprenditori un’ampia gamma di servizi gratuiti via via più specialistici.

 

Si parte da un colloquio informativo individuale e da un incontro di orientamento per capire i passi necessari per avviare un’impresa e le motivazioni e le competenze necessarie. A seguire, per sviluppare l’idea imprenditoriale e redigere un progetto concreto, è previsto un corso di formazione di 56 ore, tenuto fa esperti in business plan, indagini di mercato e marketing. Successivamente sono previsti incontri individuali, per un totale di 24 ore, per la valutazione del business plan, della sua sostenibilità e fattibilità economico-finanziaria. Al termine si propongono ulteriori incontri individuali per l’assistenza alla costituzione della neo impresa (procedure burocratiche, iter per costituire l’impresa, tempistiche di apertura, ecc). Infine, per i primi 6 mesi dalla costituzione, è previsto l’affiancamento di mentori che potranno suggerire strategie di crescita e canali di finanziamento.

Il prossimo 24 novembre è previsto un seminario webinar di orientamento per illustrare finalità e fasi del progetto e per proporre una riflessione guidata sul significato dell’essere imprenditore. Tutte le info su www.to.camcom.it/futurae

 

L’imprenditoria straniera sul territorio torinese

Torino si colloca terza fra le province italiane per numero di imprese straniere dopo Roma e Milano. A fine settembre 2020 nel torinese si contavano 27.615 imprese straniere, il 4,4% di quelle presenti sul territorio nazionale. Per la quasi totalità sono nate nel nuovo millennio (il 96%) e sono a partecipazione straniera esclusiva (il 96%). Quasi il 20% è costituito da imprese giovanili.

 

In crescita di oltre il 25% nell’ultimo decennio, le imprese straniere torinesi nei primi 9 mesi di quest’anno hanno registrato un aumento del +3,48% (mentre le altre imprese sono in calo, con un -0,40%). Nonostante il periodo di grande difficoltà, le imprese straniere crescono in tutti i settori, in particolare nei servizi alla persona (+8,9%) e alle imprese (+5,3%) oltre alle costruzioni (+4,4%), il primo settore per presenza di imprese straniere.

 

Al registro imprese della Camera di commercio di Torino sono registrate 37.431 posizioni imprenditoriali (cariche rivestite da persone nate all’estero), una testimonianza significativa della presenza straniera nel tessuto economico torinese. Anch’esse risultano in crescita, del +2,9% negli ultimi nove mesi e del +19,8% nell’ultimo decennio.

 

Si tratta nuovamente di un’imprenditoria mediamente giovane: il 6,7% degli imprenditori ha fra i 18 e i 29 anni e il 58,4% ha fra i 30 e i 49 anni (contro il 3,7% e il 32,8% degli italiani); la presenza femminile è cresciuta negli anni ma sempre con un peso analogo a quello della componente italiana (il 28% rispetto al 31% italiano).

 

Le prime due nazionalità – romena (il 23,3% del totale) e marocchina (il 15,1%) – insieme a Cina e Albania, rappresentano oltre il 50% della presenza imprenditoriale di origine immigrata. Nei nove mesi del 2020 la presenza romena e marocchina sono cresciute rispettivamente del +2,2% e +1,2%.

 




 Unioncamere-Google: con Eccellenze in digitale 2020-2021 formazione gratuita per lavoratori e imprese

Formare gratuitamente almeno 30mila persone in Italia, tra imprenditori, dipendenti, collaboratori e tirocinanti, sulle competenze digitali di base e sull’uso di strumenti sempre più essenziali per superare la seconda ondata di una pandemia che ha colpito con forza le aziende italiane. 

È l’obiettivo di Eccellenze in Digitale 2020-2021, la nuova edizione del progetto di Unioncamere supportato da Google, il cui obiettivo è aiutare le imprese italiane a far crescere le competenze dei propri lavoratori.

 

La Camera di commercio di Torino prende parte al progetto e comincia con un webinar di formazione che si terrà il 24 novembre dalle ore 12.30 alle 13.30, sul tema “Costruisci un nuovo DNA digitale: Google My Business ed altri strumenti utili per la tua impresa”. L’accesso è aperto a tutti i lavoratori delle imprese locali iscrivendosi qui  dopo essersi registrati al sito della Camera di commercio di Torino.

 

Soprattutto ora, in piena pandemia, la digitalizzazione ha modificato in modo considerevole la nostra vita, individuale ed economica. Per questo, dall’inizio dell’anno, il nostro Punto Impresa Digitale ha realizzato ben 54 webinar e ha coinvolto 1.660 imprenditori – sottolinea Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino – Con la nuova edizione di “Eccellenze in digitale” aggiungeremo altri 16 webinar, che andranno avanti fino a primavera. Sui social della Camera di commercio, in particolare su Instagram e Facebook, potete vedere le imprese che, con i corsi finora fatti, hanno ottenuto strumenti concreti e miglioramenti tangibili nella loro presenza on line. Ci auguriamo che molti altri, imprenditori e anche lavoratori, partecipino al nuovo “Eccellenze in digitale”, per dimostrare di sapere come si fa, anche con la nuova tecnologia, a superare questo lockdown”.

 

La formazione continuerà con altri webinar, sempre durante la pausa pranzo: aiuterà gli imprenditori a potenziare le competenze digitali dal proprio interno e fornirà ai lavoratori strumenti per accrescere o trasformare le proprie abilità, mantenendo o migliorando la propria situazione occupazionale.

  

Tutte le informazioni sul progetto Eccellenze in digitale sono disponibili sul sito della Camera di commercio  e sulle imprese che testimoniano la loro esperienza, si può guardare InstagramFacebook o il sito .

 

Grazie al finanziamento di un milione di euro da parte di Google.org, la nuova edizione del progetto prende il via dalla prossima settimana con webinar organizzati dai Punti Impresa Digitale delle Camere di commercio locali.

La crisi causata dal Covid-19 ha evidenziato l’importanza delle competenze digitali come una risorsa indispensabile per restare in contatto con i propri utenti e colleghi e per portare avanti la propria attività e il proprio lavoro. Da anni, Unioncamere e le Camere di commercio investono nello sviluppo di competenze che consentono alle micro, piccole e medie imprese di rimanere aggiornate: per questo già dal 2013 hanno avviato la partnership con Google per la sensibilizzazione, istruzione e potenziamento della presenza online delle imprese. 

È proprio partendo dal successo di queste esperienze che Google, come parte del suo nuovo programma di investimento Italia in Digitaleha deciso di rinnovare lo storico programma, portando l’attenzione sulla formazione dei lavoratori, sulle aree e sui settori più colpiti dalla crisi. Eccellenze in digitale 2020-21 servirà a raggiungere in particolare le aziende legate al turismo, alla ristorazione e alle filiere del made in Italy.

 

I prossimi appuntamenti di Eccellenze in Digitale a Torino

 

24/11/2020 Costruisci un nuovo DNA digitale: Google My Business ed altri strumenti utili per la tua impresa
04/12/2020 Crea la tua presenza online partendo da zero
16/12/2020 Cos’è la SEO? Migliora il tuo posizionamento online
13/01/2021 Costruire e rafforzare la propria comunicazione online
27/01/2021 I social per il business: scegliere strategie e strumenti in modo in modo utile e imparare ad usare i principali (Facebook e Instagram).
10/02/2021 I social per il business: imparare a scegliere e usare canali ulteriori ed emergenti (TikTok, Pinterest, LinkedIn, Twitter, YouTube).
24/02/2021 Sponsorizzare con attenzione alla localizzazione: strategie e strumenti di Grow Revenue e Paid geo-localizzato per le PMI sulle principali Ads platform
10/03/2021 Sponsorizzazioni e Adv: trovare utenti in modo localizzato con funzioni avanzate di geo- targeting
24/03/2021 Sponsorizzazioni e Adv sui Social: scegliere strumenti e strategie e imparare a usare i social minori.
07/04/2021 Sponsorizzazioni e Adv sui Social: strategie, strumenti, profilazione e geo-targeting della Facebook e Instagram Ads Platform
21/04/2021 Turismo, ospitalità e accoglienza: il digitale per la crisi
data da fissare Vendere online: Avviare, consolidare e rinnovare una strategia di ecommerce da zero
data da fissare Vendere online grazie: Market palce e oltre (strategie e strumenti per la vendita online tramite piattaforme di terze parti)
data da fissare Metodologie di Project Management consolidate al servizio delle PMI
data da fissare Rimanere sempre in contatto con i propri clienti: Tool di messaggistica e ChatBot
data da fissare Prendere decisioni, definire strategie efficaci e ottimizzare gli investimenti con l’uso dei dati: l’approccio Data Driven

 

 




Design Calling: al via il bando per le PMI di Torino e provincia

Prende avvio oggi, lunedì 2 novembre 2020 alle ore 12.00, il Bando Design Calling con il quale la Camera di commercio di Torino e il Circolo del Design intendono sostenere le micro, piccole e medie imprese di Torino e provincia nell’affrontare le spese relative alla consulenza di un progettista presente sulla piattaforma Ask to Design, lanciata lo scorso maggio con l’obiettivo di mettere direttamente in relazione progettisti e aziende.

 

«5mila euro ad azienda: questa la proposta che mettiamo in campo affinché le nostre PMI sperimentino soluzioni di crescita e di innovazione attraverso il design – commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino –. Oltre ai voucher, il progetto Ask to Design mette a disposizione delle imprese una gallery di oltre 80 professionisti eccellenti, attivi sul territorio e immediatamente disponibili, un coaching personalizzato per una migliore definizione dei progetti da realizzare e numerose occasioni di formazione, per rendere concretamente il design un elemento centrale nelle strategie aziendali delle nostre PMI».

 

«La missione del Circolo del Design è diffondere la cultura del progetto – spiegano il Presidente del Circolo del Design, Maurizio Bazzano e il Direttore, Sara Fortunati. Di fianco a un calendario di attività culturali, portiamo avanti il nostro intento con azioni concrete che ci consentono di essere incisivi sullo sviluppo del design del territorio e di contribuire a valorizzarne i singoli attori. La collaborazione con Camera di commercio, che ha visto prima la nascita di Ask to Design e poi il lancio del bando Design Calling, ci danno modo di proseguire su questa strada, tracciando nuovi percorsi e coinvolgendo sempre più interlocutori. Ci auguriamo che da questa iniziativa nascano delle collaborazioni inedite volte a creare nuove e proficue relazioni tra aziende e professionisti».

 

Il design, infatti, con il suo mix di competenze e creatività, può rivelarsi particolarmente utile per produrre innovazione all’interno delle imprese: può migliorarne la comunicazione verso i clienti, portare a compimento l’idea di un nuovo prodotto, progettare un nuovo servizio, rendere più funzionali e piacevoli i propri spazi, sviluppare piattaforme digitali di dialogo e vendita. Obiettivo del bando è dunque quello di fornire un supporto concreto sia ai designer sia alle aziende, creando una solida rete di professionisti sul territorio. In una situazione come quella che stiamo vivendo, infatti, l’apporto del design e la figura del progettista all’interno della definizione della strategia aziendale diventano rilevanti, anche per far fronte alle nuove emergenze e alla difficile congiuntura che stiamo vivendo.

 

Il bando, destinato alle PMI con sede a Torino e provincia, prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto finalizzati a sostenere investimenti e spese dedicati alla consulenza di un designer o di uno studio di progettazione coinvolti tramite una Call to Design, o richiesta di progetto, pubblicata sulla piattaforma Ask to Design.

 

Le risorse complessivamente stanziate a disposizione dei soggetti beneficiari ammontano a 100.000 euro, mentre il singolo voucher ha un valore di 5.000 euro, di cui 3.300 euro sono a copertura del 100% delle spese sostenute e ritenute ammissibili, e 1.700 euro sono valorizzati da un’attività coaching ad hoc da parte di un team a cura del Circolo del Design e dedicato ai vincitori del bando. Non sono previsti tetti massimi o minimi dell’investimento, fermo restando che la copertura massima delle spese sostenute dall’azienda e ritenute ammissibili non può superare i 3.300 euro.

 

La data ultima per accedere al bando Design Calling è domenica 29 novembre alle ore 18.00, mentre la selezione delle aziende idonee a ricevere il voucher sarà resa nota martedì 1 dicembre entro le ore 18.00. I successivi step prevedono la presentazione del percorso alle aziende partecipanti venerdì 4 dicembre alle ore 16.00 in modalità remota, il self-assessment e la formazione il 18 dicembre 2020, a cui seguirà l’incontro per il coaching dal 7 al 20 gennaio 2021. Questo periodo coinciderà, inoltre, con la selezione da parte delle aziende di un designer o studio per l’affidamento del lavoro. Le PMI coinvolte avranno poi tempo fino al 7 maggio 2021 per presentare le fatture ricevute dai designer e le quietanze, mentre i voucher saranno erogati entro il 30 giugno 2021 da parte del Circolo del Design.

 

 

 

 

 

 




Calderini riconfermato Presidente del Comitato per l’imprenditorialità sociale

Si è insediato ieri pomeriggio il CIS – Comitato per l’imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino, il cui Presidente, Mario Calderini, è stato riconfermato dalla Giunta camerale.

Il professor Calderini, infatti, ha lavorato fin da subito con il Comitato per creare e sostenere Torino Social Impact, l’ecosistema per l’imprenditorialità e gli investimenti a impatto sociale della città.

Con la riunione di ieri, il Comitato ha ribadito quanto già definito nel suo primo mandato, ovvero il piano strategico di Torino Social Impact, che si sviluppa in azioni di rafforzamento e di promozione dell’ecosistema e che ha già portato a risultati importanti. Torino sta diventando infatti un modello a livello internazionale, grazie all’esperienza della piattaforma di condivisione ed alla proliferazione di iniziative e progetti per l’economia sociale, che anche nei documenti europei sta conquistando un ruolo centrale per l’uscita dalla crisi.

Il 2021 vedrà impegnato il CIS a consolidare la posizione raggiunta nello scenario nazionale ed internazionale: Torino ospiterà a maggio il prossimo summit mondiale sull’impact investing, mentre a novembre il summit internazionale di Ashoka, la più grande rete al mondo di imprenditori per l’innovazione sociale, che crea alleanze trasversali capaci di cambiare interi sistemi e che seleziona, mette in rete e forma oltre 3.500 imprenditori sociali, attivi in diversi settori e nel mondo.

Sempre nella riunione di ieri, il CIS ha dichiarato di proseguire i proprio impegno su alcuni filoni progettuali:

–      la Borsa sociale, un prototipo di mercato organizzato, dedicato interamente all’impatto sociale

–      il Centro di misurazione dell’impatto sociale, che ha realizzato il primo corso universitario sulla valutazione dell’impatto e si propone per l’immediato futuro di creare una struttura per gestire le richieste di misurazione che arrivano dal territorio

–      Tech4good, un sistema di concrete soluzioni tecnologiche per il terzo settore.

Infine, il 2021 sarà per Torino l’anno dell’impact economy, grazie al lavoro congiunto di tutti gli attori di Torino Social Impact.

Fanno parte del Comitato i rappresentanti dell’Università degli Studi di Torino, del Politecnico di Torino, del terzo settore dell’area metropolitana torinese, come le centrali cooperative di Confcooperative Piemonte Nord e di Lega Coop Piemonte, del Centro Servizi Volontariato e del mondo del lavoro e sindacale.