La legge approvata ieri dal Consiglio regionale del Piemonte in merito alle concessioni idroelettriche e al loro rinnovo deve coinvolgere di più gli Enti locali.

La legge, come già Uncem aveva sottolineato nel Consiglio delle Autonomie locali, fissa pochi paletti rimandando le vere decisioni a provvedimenti attuativi, molti e complessi. Lavoreremo sicuramente ai tavoli tecnici previsti dalla Direzione regionale Ambiente e risorse idriche.

Di certo, il punto fermo è che i 60 milioni di euro l’anno circa che la Regione incassa come canoni delle concessioni, devono tornare ai territori montani. E gli Enti locali devono essere protagonisti e non spettatori nel meccanismo di rinnovo delle concessioni. Anche le ‘Comunità energetiche’ possono essere uno snodo importante per i territori.

Ma il nuovo modello di assegnazione e le premialità dei bandi devono avere come fulcro i territori montani, dove insistono gli invasi e dove l’acqua unita alla forza di gravità diventa ricchezza. Che oggi lascia poco, ma che in futuro, con i rinnovi, deve assicurare di più. Senza intaccare i ‘sovracanoni’ che già oggi arrivano ai territori.

Preserviamoli. Proteggiamo questa forma storica, dal 1953, di ‘pagamento dei servizi ecosistemici’. E i canoni regionali, tornino alla montagna. Così il Piemonte sarà la prima regione italiana veramente sussidiaria e con lo sguardo politico-istituzionale vincente verso la montagna”.

Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte
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