“In attesa di sapere se ci sarà la proroga relativa al blocco dei licenziamenti dobbiamo iniziare a ragionare sul futuro delle nostre imprese per gestire la fase in cui, terminato il blocco dei licenziamenti, nelle aziende in grave difficoltà e con rapporti di lavoro compromessi si passerà dall’ammortizzatore al licenziamento. È necessario, comunque, uscire prima possibile dallo stallo tra chi invoca lo sblocco automatico dei licenziamenti e chi invece vuole tutele senza limite di tempo.” E’ il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino sulla possibile proroga relativa al blocco dei licenziamenti.

 

Mentre è ferma a metà ottobre l’erogazione della cassa integrazione per gli artigiani, anche se è prevista a giorni l’erogazione del restante mese di ottobre, novembre e dicembre, è incerto il numero degli esuberi nel settore artigiano. Guardando il quadro dell’erogazione della cassa integrazione degli artigiani di marzo e aprile scorso si evince che sono stati effettuati 54.272 bonifici  a marzo (per un importo di 18.768.900,68 euro) e 62.398 bonifici ad aprile (per un importo di 36.910.812,77 euro), mentre a luglio i bonifici sono stati 21.712, più che dimezzati rispetto a marzo, (per un importo di 4.497.224,79 euro), ad agosto sono ancora scesi a 9.920 (per un importo di 3.459.120,52 euro) infine a settembre si è ancora scesi a 8.577 (per un importo di 2.571.310,10 euro).

 

Oltre a questi dati che ci indicano una flessione rilevante del numero di lavoratori  in cassa integrazione nei mesi di marzo e aprile (periodo di lockdown totale) confrontati con i bonifici effettuati nel periodo di luglio e agosto (periodo in cui i lavoratori hanno usufruito delle ferie), per scendere ancora a settembre e ottobre (ultimi dati disponibili), i dati interni di Confartigianato Torino dicono di una crisi a macchia di leopardo con aziende che, pur in questa situazione difficile, cercano personale qualificato. In particolare, il settore dell’edilizia e tutta la filiera collegata come installatori, serramentisti, ecc., spinta in questo periodo dal bonus facciata con detrazione al 90%, ecobonus, sismabonus etc.

 

“Partiamo proprio da questa fotografia – prosegue De Santis – per attrezzarci ad agevolare ed accompagnare la ripartenza soprattutto se sarà differenziata tra settore e settore. Se l’ammortizzatore è stato provvidenziale nella fase acuta della crisi a preservare le professionalità aziendali ed il reddito dei lavoratori – aggiunge De Santis – quando finirà il blocco dei licenziamenti si dovrà gestire il passaggio, complesso, in cui le aziende in difficoltà apriranno le procedure di crisi e i conseguenti esuberi potranno diventare licenziamenti. Anche in questo caso è necessario garantire ai singoli lavoratori un sostegno al reddito ma ancora più urgente sarà garantire un reimpiego il più possibile immediato per valorizzare professionalità e competenze e per impedire problematiche gravi di coesione sociale.”

 

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