Dario Gallina

E’ on line  un portale che racconta la storia della creatività e del marketing torinesi attraverso l’archivio dei marchi depositati negli anni presso la Camera di commercio di Torino.

Tutti i verbali sono oggi consultabili grazie ad un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012 e realizzato in collaborazione con Ismel.

Da lunedì 2 novembre una mostra presso l’Accademia Albertina espone i lavori di studenti che hanno rielaborato alcuni marchi storici del settore tessile.

1.500 metri quadri, 16 km di corridoi, centinaia di scaffali: questa la dimensione del capannone di cemento che nelle campagne di Ciriè ospita l’archivio storico della Camera di commercio di Torino.

Qui sono ordinati migliaia di fascicoli che, dalla fine dell’Ottocento, raccontano le storie di grandi realtà economiche e di piccole aziende di famiglia del torinese. Tra i documenti sono conservati anche i verbali dei marchi registrati a Torino fin dal 1926: si tratta di manoscritti e stampati, che, pur ingialliti, raccontano la storia economica e culturale di Torino e testimoniano l’evoluzione dei gusti e delle esigenze del mercato del tempo.

 

Da oggi, dopo un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012, nell’ambito dell’attività del Punto Impresa Digitale, questo immenso patrimonio storico è consultabile liberamente sul sito www.matosto.it

 

MaToSto® – acronimo di Marchi Torinesi nella Storia – è la banca dati digitale che la Camera di commercio di Torino ha creato per mettere a disposizione del pubblico i verbali delle domande di registrazione di marchi nazionali ed internazionali custoditi nel nostro archivio – ha dichiarato il Presidente dell’ente camerale Dario Gallina. – Si tratta di un patrimonio di straordinaria importanza e non solo da un punto di vista culturale: esistono infatti marchi storici anche molto celebri, che attualmente sono “liberi”, ovvero non rinnovati e non utilizzati da almeno cinque anni, che possono essere riportati in vita per nuove iniziative imprenditoriali“.

 

Il sito

Contiene ad oggi la digitalizzazione di oltre 35.000 verbali depositati dal 1926 alla fine degli Anni Sessanta: mancano solo quelli degli anni 1941 e 1942 andati perduti nell’incendio di Palazzo Morozzo, ex sede della Camera di commercio, avvenuto durante il bombardamento di Torino dell’8 dicembre 1942.

I verbali di MaToSto® descrivono 20.466 marchi verbali, 14.045 marchi figurativi e 4.682 estensioni internazionali.

 

L’unicità della banca dati consiste proprio nei documenti che propone: compaiono, infatti, tutte le domande di registrazione presentate dalle grandi aziende del territorio (tra cui Fiat, GFT, Cinzano, Martini e Rossi, Schiapparelli, Venchi, ecc.), ma anche quelle di piccole realtà artigianali o familiari. Non mancano le registrazioni delle grandi aziende straniere (del cinema, della cosmesi, del settore meccanico e di quello agroalimentare, ma non solo!) che, prima di portare in Italia i rispettivi prodotti, ne registravano i famosi marchi. I depositi pervenivano all’ente in forma autonoma o per lo più proposti dai principali studi di consulenza in Proprietà intellettuale torinesi, che ancora oggi sono leader in Italia.

 

Tra le domande depositate compaiono anche quelle che non hanno visto il rilascio o quelle che, pur rilasciate, spesso per questioni politiche sono state successivamente ritirate dai loro titolari.

 

Sono anche presenti tutte le domande di estensione internazionale dei marchi, cresciute esponenzialmente nel tempo a testimonianza della sempre maggiore apertura del nostro territorio verso i mercati esteri: i marchi internazionali infatti passano dal 10% del totale fino al 1968 al 64% negli anni successivi.

 

Sono infine presenti tutte le immagini, i loghi, le scritte, le scelte grafiche e stilistiche, le icone femminili o infantili, i claim pubblicitari dell’epoca, tutte testimonianze del gusto e della cultura di quegli anni.

 

Nella consapevolezza dell’importanza di queste testimonianze, MaToSto® da banca dati è diventata un progetto, condiviso con ISMEL (Istituto per la memoria e la cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali), che da un lato coinvolge i giovani studenti in un percorso di formazione in materia di beni culturali e che dall’altro si rivolge al mondo imprenditoriale, per promuovere nuovi utilizzi dei marchi storici.

 

Come afferma Giovanni Ferrero, Presidente ISMEL: “MATOSTO®, un archivio storico di marchi d’impresa e di prodotto, diventa digitale e si offre alla consultazione del pubblico; i suoi contenuti stimolano originali forme di didattica partecipata, fino a diventare gioco digitale e sostegno del made in Italy attraverso la loro reinterpretazione in chiave moderna da parte di studenti e docenti dei nostri Atenei. Una collaborazione con la Camera di commercio di Torino di cui ISMEL, istituto nato per dare nuova vita alla memoria e alla cultura del lavoro, è particolarmente fiero“.

 

La mostra

Apre lunedì 2 novembre presso l’Accademia Albertina l’esposizione dei 57 lavori realizzati dagli studenti della classe di Tecniche Grafiche Speciali del professor Stefano W. Pasquini. Nel corso di un semestre gli studenti hanno analizzato l’estetica di una serie di marchi, legati perlopiù al comparto tessile, dal 1926 ai primi anni ’30, di aziende che nel corso degli anni hanno perso la loro operatività. In un’operazione a metà tra il nostalgico e il tecnologico, gli allievi del corso di Tecniche Grafiche Speciali hanno voluto pensare a una contemporaneizzazione di questi marchi, catapultandoli negli ambiti a loro familiari: quello della grafica, dell’arte contemporanea, della fotografia e della pubblicità.

 

Paola Gribaudo, Presidente della Accademia Albertina così commenta il lavoro svolto dai ragazzi: “Questa collaborazione con la Camera di commercio di Torino è importante non solo per gli studenti, che hanno la possibilità di avvicinarsi a sfaccettature del mondo del lavoro che probabilmente non conoscevano, ma anche per tutti noi, che tramite la riscoperta di questi marchi storici abbiamo la possibilità di fermarci a riflettere sulla storia e sulla creatività dell’industria e dell’artigianato del paese”.

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