1

Buone notizie per gli imputati assolti con sentenza irrevocabile: via libera al rimborso delle spese legali

Lo stabiliva la Legge di Bilancio del 30.12.2020, n°178, rimasta inapplicata per mancanza del decreto ministeriale.

Solo qualche giorno fa pubblicato su Gazzetta Ufficiale n. 15 del 20-1-2022  indica le modalità di presentazione e specifica i requisiti.

Così potrà presentare la richiesta solo chi è stato assolto dopo il primo gennaio 2021, con la formula perché il fatto non sussiste, perché non ha commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato.

Mentre rimane escluso l’ assolto solo parzialmente (cioè condannato per alcuni capi di imputazione),  per estinzione del reato o depenalizzazione.

Ragionevolmente rimangono fuori gli imputati ammessi  al gratuito patrocinio e quelli che hanno diritto ad altri rimborsi (dall’amministrazione di appartenenza L. 135/97,  o dal querelante).

I termini di presentazione

La domanda dovrà essere presentata personalmente dall’imputato assolto mediante piattaforma informatica (accesso al sito giustizia.it mediante Spid di secondo livello) entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in corso alla data di irrevocabilità della sentenza di assoluzione. Per le sole sentenze divenute irrevocabili nell’anno 2021, le istanze potranno essere presentate a partire dal 1° marzo 2022 e fino al 30 giugno 2022 .

Il contenuto 

Il richiedente, con autocertificazione (dpr 445/2000),  dovrà ovviamente indicare le proprie generalità, codice fiscale, giudice che ha pronunciato la sentenza, con indicazione dei relativi numeri di registro (generale, Gip/Gup o dibattimento), la formula di assoluzione,  l’attestazione che per nessuna imputazione vi è stata sentenza di condanna o di estinzione per prescrizione o amnistia, totale spese legali pagate, attestazione che il pagamento è avvenuto con bonifico a seguito di parcella vidimata dal consiglio dell’ordine, la durata del processo oggetto della sentenza di assoluzione divenuta irrevocabile, il grado di giudizio nel quale è stata emessa la sentenza; il totale delle spese legali per le quali è chiesto il rimborso;

Le attestazioni 

Inoltre si dovrà attestare che:

l’importo di cui si chiede il rimborso è stato versato al professionista legale tramite bonifico, inoltre che la parcella era stata vidimata dal Consiglio dell’Ordine;  ancora che l’imputato non ha beneficiato del patrocinio a spese dello Stato, e che l’imputato non ha ottenuto nel medesimo procedimento la condanna del querelante alla rifusione delle spese di lite, ed infine che l’imputato non ha diritto al rimborso delle spese legali dall’ente di appartenenza  (legge 23 maggio 1997, n. 135).

Altra cosa – che francamente si capisce di meno – è  la  precisazione del reddito imponibile dell’anno precedente a quello del passaggio in giudicato della sentenza di assoluzione; forse perché si privilegeranno i rimborsi alle fasce più deboli, ma c’è un difetto di collegamento con i criteri di precedenza di cui si dirà più tardi.

Dovranno infine essere indicate le coordinate del conto corrente bancario o postale dove il richiedente intende ricevere il rimborso ed in ultimo  l’indirizzo di posta elettronica certificata o semplice, per tutte le eventuali comunicazioni.

Gli allegati

Ed ancora impegnativa appare l’allegazione necessaria:

  1. la copia del documento di identità, in corso di validità, dell’imputato assolto, se persona diversa dal richiedente;
  2. la documentazione attestante la rappresentanza legale dell’imputato assolto, se persona diversa dal richiedente;
  3. la copia conforme della sentenza di assoluzione con attestazione del passaggio in giudicato;
  4. la copia conforme dell’atto con il quale il PM ha esercitato l’azione penale;
  5. nomina del difensore;
  6. le fatture emesse dal legale, con indicazione della causale e della  quietanza del pagamento ricevuto;
  7. il parere di congruità del competente Consiglio dell’Ordine degli avvocati;
  8. la prova del bonifico;
  9. il reddito dichiarato ai sensi del comma 3, lettera n). 5.

Criteri di priorità

Si darà priorità ai rimborsi per  processi  definiti in Cassazione, o davanti al giudice di secondo grado, infine quelli davanti al giudice di primo grado e, quindi, ai processi durati di più di 8 anni, 5 anni e per un periodo inferiore ai 5 anni

Conclusioni

Le modalità descritte fanno pensare che sarà necessario che i ricorrenti si rivolgano ad un avvocato.

E’ piuttosto difficile immaginare che un privato cittadino riesca a fare fronte a tutti gli adempimenti senza l’aiuto di un legale.

Osservazioni critiche

L’importo massimo di euro 10.500 appare più che altro simbolico.

Del tutto insoddisfacente, tenuto conto delle tabelle professionali forensi, soprattutto con riferimento ai processi che addirittura hanno avuto bisogno di arrivare in Cassazione prima di ottenere l’assoluzione o, ancor peggio, a quelli risolti a seguito di rinvio dopo annullamento della corte di cassazione.

Appare comunque un riconoscimento importante, perché finalmente passa il principio che l’azione penale deve essere esercitata con fondatezza e che, in mancanza, sarà lo Stato ad assumersene, almeno parzialmente, la responsabilità

 

 


 




Aiuti di Stato: la Commissione approva un sostegno pubblico di 3,2 miliardi di €

La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, un importante progetto di comune interesse europeo (“IPCEI”), notificato congiuntamente da Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia e Svezia per sostenere la ricerca e l’innovazione nel settore prioritario comune europeo delle batterie.

I sette Stati membri erogheranno nei prossimi anni finanziamenti fino a circa 3,2 miliardi di € a favore di tale progetto che ci si aspetta possa mobilitare 5 miliardi di € supplementari di investimenti privati. Il completamento del progetto nel suo insieme è previsto per il 2031 (con un calendario diverso per i singoli sottoprogetti).

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva designata per “Un’Europa pronta per l’era digitale” e Commissaria responsabile per la Concorrenza, ha dichiarato: “La produzione di batterie in Europa riveste un interesse strategico per l’economia e la società dato il suo potenziale in termini di mobilità pulita e di energia, creazione di posti di lavoro, sostenibilità e competitività. I nostri importanti progetti di comune interesse favoriscono la cooperazione tra autorità pubbliche e industrie di diversi Stati membri per la realizzazione congiunta di ambiziosi progetti di innovazione con ricadute positive per i settori industriali e le regioni. L’aiuto approvato garantirà che questo importante progetto possa essere realizzato senza falsare indebitamente la concorrenza.”

Maroš Šefčovič, Vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, ha dichiarato: “I nostri sforzi per dare impulso all’innovazione nell’ambito dell’European Battery Alliance si stanno traducendo nella creazione di forti partenariati industriali. Grazie agli intensi sforzi prodigati da sette Stati membri, dall’industria e dalla Commissione, si sta creando il primo grande ecosistema paneuropeo delle batterie, con progetti all’avanguardia in tutti i segmenti di questa strategica catena del valore. Abbiamo trovato la ricetta giusta per la nostra politica industriale del 21° secolo: una forte cooperazione all’interno del settore industriale, un’azione concertata volta ad accelerare l’innovazione dai “laboratori al mercato”, la combinazione di strumenti finanziari provenienti sia dal settore pubblico che da quello privato e un quadro normativo proiettato verso il futuro per sostenere un’economia europea più forte e basata sulla conoscenza”.

Il progetto coinvolgerà 17 partecipanti diretti, per lo più soggetti del settore industriale, comprese le piccole e medie imprese (PMI), alcuni dei quali con attività in più di uno Stato membro. I partecipanti diretti collaboreranno strettamente tra loro e con oltre 70 partner esterni, quali piccole e medie imprese (PMI) e organismi pubblici di ricerca di tutta Europa.

Dopo intense discussioni tecniche, durate tre mesi, tra la Commissione e i soggetti interessati, il progetto è stato formalmente notificato alla Commissione nell’ottobre 2019 ai fini della sua approvazione ai sensi delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato. Dopo la notifica, la Commissione ha completato la sua valutazione e ha adottato rapidamente una decisione per garantire un’attuazione del progetto sollecita e senza intoppi.

 

Il progetto

La transizione verso la neutralità climatica, anche attraverso una mobilità pulita e a basse emissioni, offrirà notevoli opportunità per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo tecnologico. La domanda di batterie dovrebbe crescere molto rapidamente negli anni a venire. Le politiche lungimiranti in materia di ricerca, sviluppo e innovazione avranno un ruolo fondamentale per consentire all’Europa e ai suoi Stati membri di trarre il massimo vantaggio da questa transizione. Alla fine del 2017 la Commissione aveva varato la “European Battery Alliance” con gli Stati membri e i rappresentanti dell’industria interessati e nel maggio 2018 aveva adottato un piano d’azione strategico per le batterie.

Il progetto di oggi, che si iscrive in questa serie di iniziative, sostiene lo sviluppo di tecnologie altamente innovative e sostenibili per le batterie agli ioni di litio (elettrolita liquido e stato solido) che hanno una durata maggiore, tempi di ricarica più brevi oltre ad essere più sicure ed ecologiche di quelle attualmente disponibili. Il progetto comporta attività di ricerca ambiziose e rischiose per realizzare innovazioni che vadano oltre lo Stato dell’arte in tutta la catena del valore delle batterie, dall’estrazione e lavorazione delle materie prime, alla produzione di sostanze chimiche avanzate, alla progettazione di celle e moduli di batterie e alla loro integrazione nei sistemi intelligenti, al riciclaggio e alla ridestinazione delle batterie usate.

Le innovazioni mireranno inoltre specificamente a migliorare la sostenibilità ambientale in tutti i segmenti della catena del valore delle batterie, con l’obiettivo di ridurre l’impronta di CO2 e i rifiuti generati nei differenti processi di produzione e di mettere a punto processi di smantellamento, riciclaggio e raffinamento sostenibili e rispettosi dell’ambiente, in linea con i principi dell’economia circolare.

Più nello specifico, i partecipanti al progetto e i loro partner concentreranno il loro lavoro su quattro settori:

(1)  Materie prime e materiali avanzati: il progetto mira a definire processi innovativi sostenibili per l’estrazione, la concentrazione, la raffinazione e la purificazione dei minerali al fine di generare materie prime di elevata purezza. Per quanto riguarda i materiali avanzati (come catodi, anodi e elettroliti), il progetto si propone di migliorare i materiali esistenti, o di crearne di nuovi, da utilizzare in celle di batterie innovative.

(2)  Celle e moduli: il progetto mira a sviluppare celle e moduli innovativi con l’obiettivo di garantire la sicurezza e le prestazioni necessarie sia per le applicazioni automobilistiche sia per quelle di altro tipo (ad es., accumulatori stazionari di energia, utensili elettrici, ecc.).

(3)  Sistemi di batterie: il progetto ha l’obiettivo di sviluppare sistemi innovativi di batterie, compresi software e algoritmi per la gestione delle batterie e metodi di prova innovativi.

(4)  Ridestinazione, riciclaggio e raffinazione: il progetto ha l’obiettivo di mettere a punto processi sicuri e innovativi per la raccolta, lo smantellamento, la ridestinazione, il riciclaggio e la raffinazione dei materiali riciclati.

 

Valutazione della Commissione

Quadro relativo ai progetti di comune interesse europeo (IPCEI)

La Commissione ha valutato il progetto proposto ai sensi delle norme in materia di aiuti di Stato dell’UE, più in particolare ai sensi della Comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI). Nei casi in cui non possano concretizzarsi iniziative private a sostegno dell’innovazione a causa del considerevole rischio che questo tipo di progetti implica, la comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo permette agli Stati membri di superare tali lacune di mercato e di promuovere la realizzazione di progetti innovativi.

Per poter beneficiare di un sostegno ai sensi della comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo, un progetto deve: i) contribuire agli obiettivi strategici dell’UE; ii) coinvolgere più di uno Stato membro; iii) comportare finanziamenti privati da parte dei beneficiari; iv) avere ricadute positive in tutta l’UE e v) essere altamente ambizioso in termini di ricerca e innovazione, ovvero andare al di là di quello che è generalmente riconosciuto come lo “stato dell’arte” nel settore interessato.

Valutazione dell’IPCEI sulle batterie

La Commissione ha constatato che il progetto di comune interesse europeo sulle batterie è conforme a tutte le condizioni previste dalla sua comunicazione.

In particolare, la Commissione rileva che:

  • la catena del valore delle batterie riveste un’importanza strategica per il futuro dell’Europa, in particolare per quanto riguarda la mobilità pulita e a basse emissioni;
  • il progetto in questione ha un ambito di applicazione ampio che copre l’intera catena del valore delle batterie. Si tratta di un progetto molto ambizioso in quanto mira a sviluppare tecnologie e processi che non sono attualmente disponibili e consentirà di migliorare notevolmente l’efficienza e l’impatto ambientale. Il progetto comporta inoltre significativi rischi tecnologici e finanziari che potrebbero causare fallimenti o ritardi. Il sostegno pubblico è pertanto necessario per incentivare le imprese a realizzare gli investimenti;
  • i risultati del progetto saranno ampiamente condivisi dalle imprese partecipanti che beneficiano del sostegno pubblico con la comunità scientifica e l’industria europee, in un ambito che andrà ben al di là di quello delle imprese partecipanti. Di conseguenza, si avranno ricadute positive in tutta Europa. In ultima analisi, tutte queste attività contribuiranno allo sviluppo di un ecosistema nel settore delle batterie a livello dell’UE;
  • l’attuazione del progetto sarà monitorata tramite una struttura di governance dedicata composta da rappresentanti delle autorità pubbliche dei sette Stati membri partecipanti e dei partecipanti diretti. Anche la Commissione parteciperà alle riunioni della struttura di governance. Ogni anno sarà organizzata una conferenza pubblica aperta a tutti i portatori di interessi allo scopo di presentare i principali risultati delle attività dei partecipanti.

La Commissione ha constatato inoltre che l’aiuto alle singole imprese è necessario, proporzionato e non falsa indebitamente la concorrenza.

Su tale base, la Commissione ha concluso che l’importante progetto di comune interesse europeo nel settore delle batterie, notificato congiuntamente da Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia e Svezia è conforme alle disposizioni dell’UE in materia di aiuti di Stato.

Si tratta del secondo importante progetto di comune interesse europeo nel settore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione approvato dalla Commissione dall’adozione delle norme pertinenti nel 2014, dopo l’IPCEI nel settore della microelettronica approvato nel dicembre 2018.

 

Beneficiari e importi del finanziamento

Il progetto coinvolgerà 17 partecipanti diretti provenienti dai sette Stati membri, alcuni dei quali saranno attivi in più di uno Stato membro. Il progetto nel suo insieme dovrebbe essere completato entro il 2031 (ma per ciascuno dei singoli sottoprogetti è previsto un calendario specifico).

I partecipanti diretti potrebbero ricevere finanziamenti fino a circa a 3,2 miliardi di €. Più nello specifico, il Belgio ha chiesto l’autorizzazione a concedere finanziamenti per circa 80 milioni di €; la Finlandia per circa 30 milioni di €; la Francia per circa 960 milioni di €; la Germania per circa 1,25 miliardi di €; l’Italia per circa 570 milioni di €; la Polonia per circa 240 milioni di € e la Svezia per circa 50 milioni di €. Tuttavia, una quota significativa degli utili aggiuntivi realizzati dai partecipanti sarà condivisa con i contribuenti mediante un meccanismo di recupero. In altri termini, se i progetti si riveleranno efficaci, generando entrate nette supplementari al di là delle proiezioni, le imprese restituiranno ai rispettivi Stati membri una parte del denaro dei contribuenti ricevuto.

La Commissione ha accertato che il totale degli importi massimi previsti degli aiuti è in linea con i costi ammissibili dei progetti previsti e i loro deficit di finanziamento.

I partecipanti diretti, gli Stati membri che li sostengono e i diversi ambiti del progetto sono i seguenti:

graph_IT

 

Contesto

Nel giugno 2014 la Commissione aveva adottato una comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo, che stabiliva i criteri in base ai quali gli Stati membri possono sostenere progetti transnazionali di importanza strategica per l’UE ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE). Tale quadro mira a incoraggiare gli Stati membri a sovvenzionare progetti che apportino un chiaro contributo alla crescita economica, all’occupazione e alla competitività in Europa.

Il quadro relativo agli importanti progetti di comune interesse europeo, che integra altre normative sugli aiuti di Stato, come il regolamento generale di esenzione per categoria e la disciplina sugli aiuti a favore di ricerca, sviluppo e innovazione, permette di sostenere progetti innovativi, garantendo al contempo la limitazione delle eventuali distorsioni di concorrenza.

Il quadro di valutazione degli aiuti di Stato indica che oltre il 96 % delle nuove misure di ricerca, sviluppo e innovazione, per le quali la spesa è stata comunicata per la prima volta, è stato concesso a norma del regolamento generale di esenzione per categoria e che potrebbe essere erogato più rapidamente. Le norme previste dal quadro relativo agli importanti progetti di comune interesse europeo sostengono gli investimenti a favore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione nonché gli investimenti per la prima applicazione industriale, a condizione che i progetti che ricevono il finanziamento siano altamente innovativi e non riguardino la produzione di massa o attività commerciali. Esse richiedono inoltre un’ampia diffusione e un impegno a far conoscere le nuove conoscenze in tutta l’UE e una dettagliata valutazione sotto il profilo della concorrenza al fine di ridurre al minimo eventuali distorsioni indebite.

La Commissione ritiene che le batterie rappresentino una catena del valore strategica, in cui l’UE deve accrescere investimenti e innovazione nell’ambito di una strategia di politica industriale rafforzata, volta a costruire una base industriale integrata, sostenibile e competitiva.Alla fine del 2017 la Commissione aveva varato la “European Battery Alliance” con gli Stati membri e i rappresentanti dell’industria interessati e nel maggio 2018 aveva adottato un piano d’azione strategico per le batterie.

 




Pagamenti e scambi di denaro digitali a distanza: strumenti a confronto

Inviare e ricevere denaro in pochi clic, servendosi magari del proprio smartphone o del tablet. L’emergenza sanitaria ha favorito la diffusione di strumenti di pagamento digitale a distanza come carte conto, Bancomat Pay e app per transazioni peer to peer. Ma le modalità non sono tutte uguali. L’ultimo studio di SOStariffe.it le ha poste a confronto, esaminandone costi, tetti di spesa, ma anche vantaggi e limiti

La pandemia, l’obbligo di quarantena a casa e la distanza sociale hanno imposto l’utilizzo di transazioni telematiche a distanza per garantire la sicurezza di tutti.
Mai come ora è boom dei pagamenti digitali, ma anche di scambio di denari tra privati: quali sono le modalità più convenienti e flessibili per inviare e ricevere soldi a distanza? L’ultimo osservatorio SOStariffe.it ha posto a confronto vantaggi e limiti di tre strumenti:

Bancomat Pay, carte conto e applicazioni per scambiare denaro.

Le rilevazioni sono state condotte a maggio 2020, tenendo conto delle principali condizioni rese note su siti e fogli informativi degli istituti di credito, in relazione ai prodotti esaminati.
Bancomat Pay: servizio low cost, ma solo per chi ha un conto corrente abbinato
Bancomat Pay è il servizio che, tramite l’app di mobile banking di alcuni istituti di credito, permette di effettuare scambio di denaro e pagamenti nei negozi convenzionati e verso le Pubbliche Amministrazioni che aderiscono al servizio.

Il denaro viene prelevato dal proprio conto corrente, oppure dalla propria carta prepagata con IBAN. In media su ogni transazione realizzata con Bancomat Pay si applica una commissione che oscilla tra 0,13 e 0,70 euro. Ogni giorno, in media, si può fare acquisti fino a una soglia massima di 477 euro. Mentre invece il limite mensile medio è di 1346 euro. Superati i quali non sarà più possibile pagare con questo strumento.
Il pregio più evidente degli scambi di denaro in questa modalità è l’economicità.

Le transazioni infatti, sono spesso gratuite. Alcuni istituti di credito comprendono il servizio nel costo del conto corrente o della carta di debito. Altre banche invece, applicano una commissione per ogni transazione, a prescindere dalle condizioni contrattuali della carta di debito. Altro vantaggio è la comodità, si può ‘spostare’ denaro utilizzando il proprio numero di cellulare abbinato: dunque si invia e riceve da tutti i contatti della propria rubrica. O si aggiunge un nuovo numero al momento per effettuare la transazione.

Purtroppo non tutte le banche supportano il servizio. E ciò crea delle disparità nella possibilità di usufruirne. Si tratta di un servizio ancora nuovo e con scarsa diffusione sul territorio: sono circa 2000 i negozi convenzionati in Italia che accettano i pagamenti con Bancomat Pay, anche se restano fuori molte altre attività commerciali. Tuttavia può avvalersi di Bancomat Pay solo il cliente della banca che sia titolare di un conto corrente o una carta con IBAN e ciò costituisce un limite.

Carte conto: veloci e facili da gestire da dispositivi mobili. Ma vincolate al conto corrente
Le carte conto consentono di effettuare operazioni come accredito dello stipendio e bonifici. In genere sono associate a un IBAN. Per gestire i pagamenti però è sempre necessario attivare un conto di corrente con l’istituto che rilascia la carta. Consentono di effettuare transazioni con una commissione media di 0,16 euro. Il limite giornaliero medio di spesa è molto più elevato rispetto al Bancomat Pay: si arriva a 3500 euro al giorno. Mentre, nella maggior parte dei casi, non esiste un tetto mensile ai pagamenti.

Il pregio principale di questo strumento è che le transazioni sono quasi sempre gratuite, dunque comprese nel costo del conto corrente abbinato. Inoltre i trasferimenti di denaro avvengono all’istante sul conto corrente associato alla carta e inoltre, la carta e il conto si possono gestire da una sola app.
Si tratta tuttavia di una tessera elettronica che crea un forte vincolo rispetto al conto corrente: nei negozi si può pagare solo con la carta abbinata al conto. Inoltre, in molti casi si può beneficiare del trasferimento peer-to-peer soltanto tra utenti dello stesso istituto di credito. Tutti gli altri sono tagliati fuori.

App per lo scambio di denaro: agili ed economiche. Ma lente nel trasferire denaro
Le applicazioni che consentono di scambiare denaro sono utili per evitare la consegna a mano di contanti tra persone distanti, e non solo. Si possono utilizzare ad esempio per piccoli pagamenti tra amici o per dividere il conto in pizzeria (le cosiddette transazioni peer to peer) o ancora per fare una colletta per uno scopo comune.

Si tratta di uno strumento estremamente economico e flessibile. Il denaro, con pochi click, si trasferisce da un dispositivo a un altro (in genere tra smartphone o tablet). Il primo pregio da evidenziare è la mancanza di commissioni aggiuntive di qualsiasi tipo. Le transazioni sono del tutto gratuite. Non c’è limite giornaliero, né mensile ai pagamenti. Inoltre, per trasferire le somme non serve avere nessun vincolo con una banca. Non occorre dunque collegare l’applicazione a una carta di credito o ad un conto corrente, anche se è possibile farlo.

Purtroppo però resta ancora una modalità di pagamento poco diffusa. I negozi convenzionati sono ancora molto pochi. Inoltre diversi portali di e-commerce non accettano questo tipo di pagamento. Altro difetto: il servizio non è istantaneo. Nel caso ne sia stato abbinato un conto corrente all’app, per il trasferimento di denaro dall’applicazione al conto corrente sono necessari almeno uno o due giorni.