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Il Piemonte scommette sull’idrogeno

“Il Piemonte scommette sull’idrogeno per contribuire alla crescita delle imprese, per lo sviluppo della ricerca e per il rilancio dell’economia, in chiave di sostenibilità ambientale. Oggi il Piemonte rappresenta in questo settore tecnologico la regione italiana con l’offerta più completa di spazi, dotazioni ed intelligence a servizio delle imprese nazionali ed è un territorio di eccellenza di livello europeo: le sue imprese e i suoi centri di ricerca sono in grado di rispondere alle nuove sfide sulle tecnologie dell’idrogeno lanciate dai mercati internazionali.

Il Piemonte è una regione leader in Europa nel comparto manifatturiero con imprese teste di filiera nell’automotive, nell’aerospazio, nei settori ferroviario, chimica ed energia. Questo tessuto industriale alimenta filiere di eccellenza che coinvolgono piccole e medie imprese ad alto contenuto tecnologico a scala regionale, nazionale e internazionale. Una regione che si qualifica come un motore industriale nazionale. Siamo pronti e preparati per la grande sfida dell’idrogeno”.

Così l’assessore regionale all’Ambiente, Ricerca e Innovazione, Matteo Marnati, nel corso della presentazione a centri di ricerca, aziende e associazioni, che sostengono l’iniziativa, del position paper proposto da Regione Piemonte e Città di Torino, per ospitare il Centro Nazionale di Alta Tecnologia, elaborato da Environment Park.

“La Città di Torino ha istituito a inizio 2020 un tavolo di lavoro specifico sull’idrogeno e le tecnologie emergenti ad esso collegate, denominato “Torino Circolare”. Obiettivi dell’iniziativa sono valorizzare gli attori della filiera della mobilità sostenibile cittadina e coordinare gli sforzi per far avanzare, in maniera coesa e inclusiva per il territorio, la ricerca e l’innovazione su questa nuova frontiera tecnologica – dichiara l’Assessore per l’Innovazione e la Smart City della Città di Torino, Marco Pironti – Siamo molto contenti di veder convergere il nostro lavoro nella proposta istituzionale allargata guidata dalla Regione Piemonte. In questo modo il nostro territorio potrà assumere un ruolo strategico rispetto al Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno”

Una regione, dunque, nella quale è presente un ecosistema di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico di rilevanza europea; una rete di competenze gestite dai centri di ricerca pubblici del territorio che dialogano con imprese locali, nazionali e internazionali e, parallelamente, un sistema di imprese manifatturiere attive nel campo dell’idrogeno, concentrate in diverse filiere.

Una candidatura, o più tecnicamente una manifestazione di interesse spontanea, sostenuta dal sistema della ricerca e del trasferimento tecnologico – Politecnico di Torino, Università di Torino e Università del Piemonte Orientale , IIT (Istituto Italiano di tecnologia) e Environment Park-  e da moltissime aziende:  Acea Pinerolese Industriale; Alstom Ferroviaria; Avio, Avio Aero; Cim 4.0; Fpt Industrial brand di Cnh Industrial; Gtt – Gruppo Torinese Trasporti; Comau;  Iren; Italgas, Leonardo, Marelli Europe; Novamont; Giacomini; Memc Electronic Materials; Punch Torino; Sagat; Smat – Società Metropolitana Acque Torino; Solvay Specialty Polymers Italy, Thales Alenia Space Italia e Toyota Motor Italia. E a queste, altre se ne aggiungeranno.

A supportarla anche Dap – Distretto Aerospaziale Piemonte, Unioncamere Piemonte, Confindustria Piemonte, Confartigianato Imprese Piemonte, Confapi Piemonte, Cna Piemonte, Sindacato Artigiani CasArtigiani, Amma (Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate) e Anfia.

La “candidatura” sarà inviata al Governo nei prossimi giorni.

 




Coronavirus: a rischio quasi 19 miliardi di valore aggiunto. Ecco la mappa degli effeti negativi sui territori

Una riduzione del valore aggiunto dell’Italia di quasi 19 miliardi di euro su base annua, pari al -1,2% rispetto al 2019.

E’ questa la stima degli effetti sull’economia dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, in uno scenario nel quale la situazione attuale dovesse protrarsi fino alla fine del mese di aprile.

L’analisi effettuata da Unioncamere, in collaborazione con il Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, sulla base dei dati al 2 marzo scorso, segnala che, ovviamente, l’impatto sarà più consistente nelle tre regioni maggiormente colpite dall’emergenza (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), nelle quali le possibili riduzioni della ricchezza prodotta sarebbero pari o di poco superiori al 2%.

Le Camere di commercio italiane sono pronte a fare la loro parte per sostenere imprese e territori. L’Unioncamere ha appena costituito una “task force” composta da presidenti di Camere di commercio di diverse aree del Paese che dovrà monitorare la situazione, individuare le misure più idonee e, al più presto, mettere in campo le azioni più urgenti per sostenere le imprese dei settori più colpiti.

Nei soli undici comuni della zona Rossa, secondo lo studio, il perdurare delle attuali limitazioni fino alla fine del mese di marzo provocherebbe la perdita di 238 milioni di euro di fatturato e quasi 140 milioni di valore aggiunto.

Nel caso in cui, invece, l’emergenza sanitaria dovesse proseguire, nella portata attuale, fino a fine giugno – stima Unioncamere – gli effetti negativi sull’economia italiana per il 2020 potrebbero salire a 37 miliardi di euro, con una riduzione del valore aggiunto del -2,3%. Una flessione che in Lombardia arriverebbe al -3,9% della ricchezza prodotta a livello regionale, in Veneto al -4,4% e in Emilia Romagna al -4,3%.

Secondo l’analisi, il forte impatto del diffondersi del virus sul turismo in tutte le regioni del Paese rischia di bruciare quasi 4 miliardi di valore aggiunto (-6,3% su base annua) per il calo delle presenze annunciato fino a fine aprile; la perdita di valore aggiunto potrebbe raggiungere i 7,7 miliardi di euro (-12,2%) nel caso l’emergenza attuale andasse avanti ma solo fino a giugno, salvando così le presenze attese nella stagione estiva.

Gli effetti del Covid-19 si potrebbero far sentire anche sulle nostre esportazioni: oltre il 10% delle vendite italiane all’estero, infatti, è diretto proprio verso quei Paesi che, allo stato attuale, hanno imposto maggiori restrizioni alla circolazione delle persone.




Consiglio regionale: Cinque milioni restituiti alla Regione

L’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità il proprio rendiconto 2020.

“Continua la gestione nel segno dell’oculatezza del Consiglio regionale – ha spiegato nell’illustrazione il presidente Stefano Allasia -. Infatti vengono restituiti 5 milioni di euro alla Giunta regionale su un avanzo disponibile di 8. Con il rimanente  investiamo anche per lo snellimento delle varie attività attraverso la dematerializzazione nelle procedure, il rifacimento del sistema di voto, il potenziamento dei servizi wi-fi e per contribuire ai lavori straordinari per il mantenimento degli immobili del Consiglio”.

Il rendiconto  è relativo ad un bilancio con entrate pari a circa 49 milioni. Da segnalare che il Consiglio regionale paga mediamente in 23 giorni i propri fornitori e, quindi, con una settimana di anticipo rispetto la termine ordinario di 30 giorni.




Il presidente della Regione Cirio ha emanato due nuove ordinanze

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha emanato oggi due nuove ordinanze.

La numero 39 sostituisce integralmente la numero 36 del 3 aprile scorso e stabilisce che, con decorrenza immediata fino a lunedì 13 aprile:

– è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita, salvo che per quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute, e di effettuare ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza;.

– sono vietati gli assembramenti di più di due persone in luogo pubblico, dove deve comunque essere garantita la distanza di un metro.

– è assolutamente vietata la mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus.

– i soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) devono contattare il proprio medico curante e non lasciare la propria residenza o dimora abituale e di limitare al massimo i contatti.

– le persone addette all’assistenza di minori, anziani, ammalati o diversamente abili (baby sitter e badanti) possono svolgere la propria attività;

– chi svolge mansioni di collaborazione domestica (colf) può esercitare la propria attività solo in presenza di esigenze comprovate e indifferibili;

– dall’8 aprile il personale addetto alla vendita negli esercizi commerciali è obbligato ad utilizzare mascherine e guanti monouso;

– è possibile il commercio al dettaglio di articoli di cartoleria e forniture per ufficio all’interno di attività di vendita di generi alimentari o altre attività commerciali non soggette a chiusura, mentre per quelle chiuse il commercio dei suddetti articoli può essere effettuato via internet, televisione, corrispondenza, radio e telefono;

– le strutture sanitarie attuano un monitoraggio clinico degli operatori sanitari con rilevazione della temperatura corporea prima del turno di lavoro.

– è sospesa l’attività degli uffici pubblici regionali, provinciali e comunali, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali ed indifferibili

– sono sospese le attività commerciali al dettaglio, ad esclusione di quelle che vendono generi alimentari e di prima necessità negli esercizi commerciali di vicinato, nella media e grande distribuzione e nei centri commerciali;

– sono confermate le consegne a domicilio per tutti i settori merceologici purché nel rispetto dell’osservanza delle norme igienico-sanitarie, della disciplina del settore commercio e della normativa fiscale;

– l’accesso alle attività commerciali è limitato ad un solo componente del nucleo familiare, salvo comprovati motivi di assistenza che richiedano l’accompagnamento di altra persona;

– i mercati settimanali sono consentiti esclusivamente garantendo specifiche modalità di accesso scaglionato per evitare assembramenti anche attraverso l ‘utilizzo di transenne e comunque sempre alla presenza della polizia locale che deve limitame l’accesso ad un singolo componente per nucleo familiare, salvo comprovati motivi che richiedano l’accompagnamento;

– sono vietate la sosta e l’assembramento presso i distributori automatici cosiddetti “h24” di bevande e alimenti confezionati;

– gli esercenti devono bloccare le slot machine, i monitor e i televisori per impedire la permanenza degli avventori per motivi di gioco all’interno dei locali;

– rimangono aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie e i tabaccai, garantendo in ogni caso la distanza di sicurezza interpersoale di un metro;

– sono sospese le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti) diverse da quelle individuate nell’allegato 2 del Dpcm dell’11 marzo 2020 e le attività artigianali di servizio (ad eccezione dei servizi di pubblica utilità o indifferibili e di quelli necessari al funzionamento delle unità produttive rimaste in attività);

– sono garantiti i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi secondo modalità che favoriscano la prenotazione con appuntamenti;

– è garantita l’attività di gestione dei rifiuti

– sono sospese e attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie);

– sono consentiti i servizi di mensa e del catering continuativo su base contrattuale, i servizi resi nell’ambito di strutture pubbliche e private, istituti penitenziari, strutture sanitarie e sociosanitarie e di sostegno alle fasce fragili della popolazione-

– è consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e di protezione personale sia per l’attività di confezionamento che di trasporto;

– sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri e elle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade limitatamente alla vendita di prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali.

– restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.

– sono chiusi gli studi professionali, salvo l’utilizzo del lavoro agile, con esclusione dello svolgimento delle attività indifferibili ed urgenti o sottoposte a termini perentori di scadenza ivi effettuate, ad esclusione degli studi medici e/o sanitari e di psicologia;

– è fermata l’attività nei cantieri, fatti salvi quelli relativi alla realizzazione e manutenzione di strutture sanitarie e di protezione civile, alla manutenzione della rete stradale, autostradale, ferroviaria, del trasporto pubblico locale, nonchè quelli relativi alla realizzazione, manutenzione e funzionamento degli altri servizi essenziali o per motivi di urgenza o sicurezza.

– sono chiuse le strutture ricettive, che possono però permanere in servizio per esigenze collegate alla gestione dell’emergenza (pernottamento di medici, isolamento di pazienti, quarantena, pernottamento di parenti etc);

– è vietato l’accesso a parchi, ville, aree gioco e giardini pubblici;

– è vietato svolgere all’aperto attività Iudica o ricreativa, nonché qualsivoglia attività motoria svolta, anche singolarmente, se non entro 200 metri dalla propria abitazione con obbligo di documentazione agli organi di controllo del luogo di residenza o domicilio;

– nel caso di uscita con l’animale di compagnia per le sue necessità fisiologiche, la persona è obbligata a rimanere nelle immediate vicinanze della residenza o domicilio, con obbligo di documentazione agli organi di controllo del luogo di residenza o domicilio;

– sono sospese gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina in luoghi pubblici o privati, nonché all’interno degli impianti sportivi le sedute di allenamento degli atleti professionisti e non professionisti;

– sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici, le palestre, le piscine, i centri sportivi, natatori, benessere, termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei LEA), culturali, centri sociali e centri ricreativi;

– sono chiusi i musei e degli altri istituti e luoghi della cultura;

– nei luoghi di culto seppur aperti sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri, e che l’accesso è consentito in forma contingentata e nel rispetto delle misure necessarie a garantire la sicurezza interpersonale di un metro;

– sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e Università per anziani, corsi professionali e attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza;

– sono possibili i corsi per i medici in formazione specialistica, i corsi di formazione specifica in medicina generale, le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie;

– sono sospesi i concorsi pubbliche e privati ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata su basi curriculari ovvero in modalità telematica (ad eccezione dei concorsi per il personale sanitario, degli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile).

– sono sospesi gli esami di idoneità di cui all’articolo 121 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, da espletarsi presso gli uffici periferici della motorizzazione civile aventi sede nei territori di cui al presente articolo. Con apposito provvedimento dirigenziale è disposta, in favore dei candidati che non hanno potuto sostenere le prove d’esame in ragione della sospensione, la proroga dei termini previsti dagli articoli 121 e 122 del decreto legislativo 3O aprile 1992, n. 285.

– sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale.

– siano adottata in tutti i casi possibili lo svolgimento di riunioni in collegamento da remoto.

Si raccomanda altresì che:

– per accedere alle attività commerciali al chiuso e all’aperto (mercati) dall’8 aprile i clienti siano provvisti di mascherine;

– si provveda alla rilevazione sistematica della temperatura corporea anche ai clienti presso i supermercati e le farmacie, oltre che ai dipendenti dei luoghi di lavoro, se aperti, e a tutti coloro che vengono intercettati dall’azione di verifica del rispetto dei divieti dalle Forze dell’Ordine e dalla Polizia locale;

– le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità garantiscano un accesso prioritario a medici, farmacisti, infermieri, operatori socio-sanitari, membri delle Forze dell’Ordine, della Protezione Civile, soccorritori e volontari muniti di tesserino di riconoscimento.

– che presso le attività produttive ia attuato il massimo utilizzo del lavoro agile, incentivate le ferie e i congedi retribuiti, sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione, siano assunti protocolli di sicurezza anti-contagio e strumenti di protezione individuale se non è possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro, siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro anche utilizzando gli ammortizzatori sociali, siano limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni, siano favorite intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.

All’ordinanza sono allegati una serie di chiarimenti.

L’ordinanza n.38 stabilisce invece che fino al 31 luglio 2020, salavo diverse future disposizioni, i servizi di taxi e autonoleggio possono essere utilizzato per la consegna a domicilio di beni, spesa e medicinali applicando le seguenti tariffe:

– al massimo euro 7,50 per il servizio di consegna nel raggio di 2,5 chilometri

– al massimo ad euro10 per il servizio di singola consegna con ricevimento e recapito nell’ambito del medesimo Comune

– al massimo euro 15 per il servizio di singola consegna con ricevimento e recapito nell’ambito di più Comuni. Non sono consentiti ulteriori indennizzi o sovrapprezzi.

 

 




Bonifica di 500 siti inquinati con 6,8 milioni

“Grazie ai 6,8 milioni di euro destinati al Piemonte dal programma di bonifica ministeriale “siti orfani”, i circa 500 siti inquinati e contaminati dalle attività dell’uomo della nostra regione, potranno essere oggetto di procedimenti di bonifica da parte dei responsabili della contaminazione”. È quanto ha dichiarato l’assessore all’ambiente Matteo Marnati, rispondendo in aula all’interrogazione del consigliere dei Moderati Silvio Magliano che, nell’ambito dei question time, ha chiesto quali azioni la Regione stia mettendo in campo per tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare l’ambiente.

“Terminata la prima fase di segnalazione dei siti orfani da parte delle amministrazioni locali, la direzione regionale ha avviato approfondimenti con Province, Comuni e Arpa Piemonte per l’esame e la risoluzione di problematiche di natura tecnica e amministrativa – ha specificato Marnati – Nei prossimi mesi provvederemo a creare un elenco definitivo dei siti per poter chiedere l’assegnazione di risorse anche nell’ambito del Fondo di sviluppo  e Coesione 2021-2027 e del Piano Nazionale di ripresa e resilienza che prevede finanziamenti per Regioni e Province, da destinare a interventi di bonifica dei siti contaminati”.

“Si stringano i tempi nella stesura degli elenchi – questo l’appello del consigliere Magliano alla Giunta regionale -La salute dei piemontesi è l’assoluta priorità e non può attendere lungaggini burocratiche. Intervenire è fondamentale sia per tutelare la salute dei cittadini, sia per restituire le aree inquinate alla fruizione dei residenti”.

Circa il 47% dei siti censiti nell’Anagrafe regionale risulta essere sul territorio della Città Metropolitana di Torino, il 14% è in Provincia di Novara, il 13% in Provincia di Alessandria, il 6% nelle Province di Biella e di Vercelli, il 5% nelle Province di Asti, di Cuneo e del Verbano-Cusio-Ossola. Oltre il 50% delle cause di inquinamento riscontrate sul territorio regionale è riconducibile alla presenza di sostanze contaminanti attribuibili alla cattiva gestione di impianti e strutture;  le altre principali cause di inquinamento sono riconducibili alla presenza di sostanze inquinanti dovuta alla scorretta gestione di rifiuti (oltre il 20%), eventi accidentali (17%) e, in ultimo, sversamenti incidentali su suolo e acque (8%).

Durante il question time sono state discusse anche le interrogazioni di  Ivano Martinetti (M5S) su modifiche statutarie Finpiemonte Spa; di Domenico Rossi (Pd) su equità ristori RSA; di Alberto Avetta (Pd) su Pronto Soccorso Cuorgnè: quando saranno ricevuti i sindaci?; di Raffaele Gallo (Pd)  su strategie future dell’Amministrazione regionale in ordine a Finpiemonte; di Sarah Disabato (M5S) sul punto nascita del San Biagio di Domodossola: quale futuro in base ai programmi e ai progetti della Giunta Regionale del Piemonte; di Marco Grimaldi (Luv) su vaccinazione obbligatoria per il personale socio-sanitario; di Francesca Frediani (M4o) su Rifiuti speciali pericolosi area Salbertrand.




2 giugno, IoCiCredoPerché: ecco le video interviste

Ecco i video IoCiCredoPerché che sarà mandato in contemporanea da tutti i soggetti partner alle ore 12, realizzato dal Consiglio regionale, Regione Piemonte, Prefettura, Comune di Torino, Città metropolitana, Usr, Atenei, Esercito e Polo del 900 in occasione della festa del 2 giugno.

25 brevi interviste a persone comuni, (insegnanti, studenti, volontari, medici, rappresentanti delle forze dell’ordine, casalinghe, pensionati,vigili del fuoco e liberi professionisti) sul perché credere nella Repubblica e nei valori che essa racchiude.

 




Saipem e Garbo insieme per lo sviluppo di una nuova tecnologia per il riciclo delle plastiche

Saipem e Garbo, azienda chimica italiana, hanno sottoscritto un accordo per il supporto all’industrializzazione, lo sviluppo e la commercializzazione a livello globale di una nuova tecnologia per il riciclo delle plastiche.

Si tratta di ChemPET, una tecnologia di depolimerizzazione di cui Garbo è proprietaria, che consente di convertire i rifiuti plastici di polietilene tereftalato, comunemente noto come PET, in nuovo PET di alta qualità e, quindi, di alto valore per l’industria chimica e alimentare. L’accordo prevede, inoltre, la collaborazione tra Saipem e Garbo per la realizzazione su scala industriale del primo impianto di riciclo chimico della plastica in Italia, localizzato a Cerano in provincia di Novara.

ChemPET si basa su una tecnologia a riciclo chimico che, a differenza di quello meccanico, permette di riciclare tipologie di plastica per cui oggi non esistono soluzioni alternative (come, ad esempio, le plastiche colorate) e produce materiale di maggiore qualità che, a differenza del processo meccanico, non perde le proprie proprietà man mano che si ricicla. ChemPET, inoltre, consente una maggiore semplicità del processo e della gestione di sottoprodotti e non prevede l’utilizzo di sostanze infiammabili o pericolose. Rappresenta, dunque, una soluzione alla crescita di domanda prevista per il riciclo di materiali plastici e di PET in particolare, anche alla luce di normative sempre più stringenti.

Oggi il PET è, infatti, utilizzato principalmente per la produzione di bottiglie e packaging. Fabrizio Botta, Chief Commercial Officer di Saipem, ha commentato: “Questo accordo è in linea con la strategia Saipem nei segmenti industriali low carbon e ci consente di arricchire il nostro portafoglio di tecnologie e soluzioni disponibili per l’economia circolare e la chimica sostenibile”. Guido Fragiacomo, CEO di Garbo, ha dichiarato: “Questo accordo permette a ChemPET di consolidare la leadership tecnologica in ambito crPET tramite l’immediata industrializzazione delle 2 unità da 22,5 kTA di Cerano ed il licensing della tecnologia su scala globale”.




Agrinsieme: contributi agricoli obbligatori, la tardiva emanazione del DM ha creato notevoli disagi per pagamento prima rata 2020

In prossimità della scadenza del 16 luglio 2020, termine ultimo per il pagamento della prima rata dei contributi agricoli obbligatori a carico di coltivatori diretti, coloni, mezzadri e imprenditori agricoli professionali dovuti per l’anno 2020, moltissimi operatori lamentano forti disagi legati all’espletamento delle pratiche; tali problematiche sono dovute, in particolare, ai ritardi nell’emanazione del decreto ministeriale recante i criteri per la definizione dei contributi obbligatori, che hanno fatto conseguentemente slittare la predisposizione sul portale INPS dei modelli F24 con causale LAA (lavoratori agricoli autonomi) per i pagamenti”.

Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisceCia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che ha scritto alle istituzioni competenti per chiedere una proroga del termine suddetto.

“La ristrettezza delle tempistiche – spiega il presidente di Confagricoltura Alessandria e componente della Giunta nazionale di Confagricoltura, Luca Brondelli di Brondello – unita a diverse problematiche di carattere tecnico, quali interruzioni di servizio del sistema, sta creando non poche difficoltà nei processi legati al controllo e alla stampa del modello necessario alla predisposizione della prima rata dei contributi LAA entro il termine del 16 luglio”.

“Da più parti del Paese, inoltre, ci giungono segnalazioni di ulteriori difficoltà legate alla stampa dei documenti necessari e al conseguente invio al pagamento entro il termine indicato, a causa dell’enorme afflusso di utenti all’interno del portale, anch’esso dovuto ai ritardi nell’emanazione del decreto ministeriale” aggiunge Brondelli.

“Alla luce di quanto esposto, riteniamo di grande importanza accordare una congrua proroga così da permettere alle nostre sedi di effettuare gli adempimenti previdenziali e contributivi previsti senza dover gravare in modo oneroso sulle aziende; nell’impossibilità di arrivare a una soluzione di questo tipo, chiediamo in subordine di non applicare sanzioni in caso di ritardo nei pagamenti” conclude il presidente di Confagricoltura Alessandria Brondelli.




DL Flussi, Confagricoltura Piemonte: numeri insufficienti per il territorio piemontese  

Sono complessivamente 82.705 gli ingressi di lavoratori previsti dal nuovo Decreto flussi, di cui 44.000 per il lavoro stagionale e di questi 22.000 sono riservati alle Associazioni datoriali di categoria: una quota che sembra essere insufficiente per non rischiare di compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi”. Lo ha affermato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte commentando i risultati del clickday di ieri e facendo il punto sulla carenza di manodopera in agricoltura.

 

Dall’analisi dell’annata agraria 2022, possiamo presumere che il contingente assegnato al settore primario in Piemonte non potrà soddisfare le richieste delle campagne: da 67 mila operai agricoli censiti nel 2021, di cui una significativa parte è rappresentata dagli stagionali, siamo passati ai quasi 81 mila necessari lo scorso anno e non si esclude un ulteriore incrementoin controtendenza rispetto al dato nazionale che vede diminuire gli occupati del settore primario” ha proseguito il presidente che ha espresso apprezzamento per la possibilità di programmare, in prospettiva triennale, le necessità di manodopera stagionale aumentando le quote d’ingresso legali per i lavoratori stranieri, e anche per le modalità di assunzione semplificate.

 

Tuttavia, Allasia evidenzia con altrettanta fermezza che mancheranno ancora lavoratori extracomunitari per le operazioni tardo primaverili ed estive e quindi l’insoddisfazione del territorio piemontese che fa delle eccellenze agroalimentari il fiore all’occhiello dell’economia regionale.

In Regione sono presenti diversi prodotti di nicchia – ha concluso Allasia – che permettono alle aziende agricole di trovare spazio all’interno di economie redditizie e sostenibili: si pensi, quale esempio per tutti, la coltivazione dei piccoli frutti che negli ultimi anni ha interessato sempre più terreni e di conseguenza, un aumento della manodopera anche specializzata. È per questo motivo che necessitiamo di più operatori anche concentrati in particolari periodi dell’annoAuspichiamo quindi che venga emanato al più presto un nuovo decreto flussi per integrare la quota di lavoratori da qui a ottobre e che venga mantenuta la formula del silenzio/assenso, secondo cui se in 30 giorni non c’è diniego da parte delle amministrazioni, la richiesta deve intendersi accolta”.




Torino. Emergenza cinghiali, per Marocco e Azzarà occorrono norme chiare

Il problema della presenza degli ungulati in zone rurali e ora anche urbane è da troppo tempo irrisolto e, oltre a mietere vittime sulle strade e a provocare danni economici all’agricoltura, mette in difficoltà le Città Metropolitane e le Province.

Il contenimento della fauna selvatica è infatti regolato da leggi nazionali e regionali che poi affidano a Province e Città Metropolitane la programmazione e l’attuazione”: lo sottolinea il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, commentando la notizia dell’abbattimento di alcuni cinghiali nel parco Mario Moderni di Roma.

“Non sono un cacciatore e nemmeno un animalista, – precisa Marocco – ma sono un amministratore pubblico. Qualcuno si deve occupare del problema a livello normativo e sopratutto finanziario, decidendo qual è la scala dei valori da prediligere e contemperando gli interessi e le sensibilità. In questo stallo istituzionale, oltre al dolore per l’abbattimento dei cinghiali, ma soprattutto per le troppe vittime della strada, la mia solidarietà va ai dipendenti della Città Metropolitana di Roma, che hanno applicato le norme con lealtà istituzionale e professionalità”.

Secondo Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora, “il legislatore nazionale e quello regionale devono decidere quali priorità perseguire, quali e quante risorse destinare al contenimento della specie e con quali modalità le Città Metropolitane e le Province devono operare. Agricoltori e utenti della strada hanno il diritto di ricevere risposte rapide, efficaci e basate su una valutazione scientifica dei metodi migliori per ristabilire l’equilibrio naturale in termini di popolazione di ungulati presente sul territorio”.