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Chiara Appendino incontra Linarello,  primo comandante del Corpo di Polizia Metropolitana

Dal 1 luglio con la nomina del comandante Massimo Linarello è stato istituito il Corpo di Polizia Locale della Città Metropolitana di Torino per svolgere attività di vigilanza nell’ambito delle funzioni proprie o delegate dalla Regione Piemonte in materia di tutela e valorizzazione dell’ambiente, tutela e gestione della fauna nonché di controllo del trasporto privato sulla viabilità metropolitana.

Rappresenta per l’amministrazione metropolitana un importante traguardo sia in termini di organizzazione che di riconoscimento e valorizzazione delle professionalità degli agenti che finora hanno svolto un fondamentale ruolo di controllo del territorio.

Incontrando il comandante Linarello, la Sindaca Metropolitana Chiara Appendino ha voluto sottolineare come il nostro Ente possa finalmente vantare di avere un corpo di Polizia Locale.

“L’istituzione della, Polizia Metropolitana rientra a pieno titolo nel percorso di riorganizzazione dell’Ente avviata nel 2018 per rispondere sempre più efficacemente alle sfide di un Ente di area vasta con un territorio così articolato. Abbiamo deciso di rafforzare il coordinamento degli agenti metropolitani e delle centinaia di volontari che ogni giorno svolgono la loro preziosa attività di controllo del territorio”.

Appendino ha augurato buon lavoro al comandante, agli agenti ed ai volontari “che in questi anni non facili hanno prestato il loro servizio con impegno ed abnegazione, nella certezza che il neo costituito corpo saprà dare un importante valore aggiunto alla funzione della Città metropolitana di tutela del nostro territorio.”

Aggiunge il vicesindaco metropolitano Marco Marocco quanto fosse importante l’assunzione di un comandante di significativa esperienza: “questo passaggio non può che rappresentare l’inizio di una nuova corso che vedrà un accresciuto riconoscimento delle capacità degli agenti che facevano capo ai singoli Dipartimenti. Ora faranno riferimento ad un Comandante che abbiamo selezionato accuratamente e che siamo convinti che saprà guidarli verso obiettivi di crescita professionale e risultati sul territorio”.

Massimo Linarello vanta un’esperienza ventennale nella polizia locale, dalla città di Valenza a quella di Perugia, per finire con Ciriè e quella di Borgaro Torinese: “sono orgoglioso di aver superato la selezione per diventare il primo comandante del corpo della Polizia Metropolitana torinese. E’ un onore per me ricoprire questo ruolo così prestigioso e farò il possibile per valorizzare il personale che mi è stato affidato. Il territorio è vasto ma attraverso l’organizzazione e la pianificazione delle strategie di miglioramento delle attività a noi affidate cercherò di portare la mia esperienza al servizio di questa grande comunità territoriale”.




Sarà virtuale ma ugualmente sentita la festa del Piemonte al Colle dell’Assietta

In tempi di emergenza Covid-19 sarà forzatamente virtuale la cinquantaduesima edizione della Festa del Piemonte al Colle dell’Assietta, con un commosso pensiero per le vittime e i malati e con la solidarietà a tutti coloro che combattono contro la malattia.

Domenica 19 luglio la giornata che ricorda la battaglia del 1747 e che è da sempre patrocinata dalla Provincia di Torino – oggi Città Metropolitana – sarà celebrata con la trasmissione di video, realizzati nei giorni precedenti e diffusi sui canali Facebook e Youtube del Comitato organizzatore.

Anche se la Festa si svolge all’aperto, sarebbe stato francamente difficile garantire il distanziamento sociale tra le migliaia di persone che ogni anno partecipano alla Messa al campo e alla rievocazione della battaglia.

Quella del 2020 doveva essere un’edizione speciale, nell’anno in cui si celebra il cinquantenario dall’istituzione della Regione Piemonte, con il coinvolgimento dei figuranti del Coordinamento Rievocazioni Storiche del 1600 e 1700, supportati da gruppi storici provenienti da altre nazioni europee.

Sarà per l’anno prossimo, perché la Battaglia dell’Assietta è un evento radicato nella memoria collettiva dei piemontesi. È un’occasione per affermare l’identità piemontese, tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, la lingua e le tradizioni subalpine. All’Assietta l’orgoglio di essere nati o di essere diventati piemontesi non è mai scaturito da complessi di superiorità o di inferiorità verso altri popoli, altre regioni, altre nazioni e altre culture.

LA BATTAGLIA DELL’ASSIETTA, UNA LUMINOSA E FEROCE PAGINA DI STORIA

La battaglia del Colle dell’Assietta del 19 luglio 1747 fece seguito a una lunghissima serie di schermaglie tra francesi e piemontesi. Nei giorni precedenti lo scontro i piemontesi collocarono una serie di trinceramenti nel piano dell’Assietta, visibili dal contrafforte fra il Colle del Sestriere e la Testa del Gran Serin, che divide la Val Chisone dalla Valle di Susa.

I piemontesi affidarono il comando al tenente generale Giovanni Cacherano, conte di Bricherasio, che, oltre alle truppe piemontesi regolari, poté contare sull’apporto delle milizie valdesi del Pinerolese e dell’alta Val Chisone, mentre quattro battaglioni austriaci, guidati dal generale Colloredo, arrivarono a rinforzo delle posizioni.

Le postazioni piemontesi erano disposte a semicerchio su di una cresta ristretta e si appoggiavano alla Testa dell’Assietta e alla Testa del Gran Serin. L’assalto dei francesi fu lungo e spietato, ma, grazie all’eroica Compagnia Granatieri del 1° battaglione delle Guardie, poi rinforzata dalla Compagnia Granatieri del Reggimento provinciale di Casale, i francesi furono fermati. I transalpini, dopo aver rimpiazzato i combattenti in prima linea con truppe fresche, continuarono nell’assalto, ma i granatieri piemontesi, anche se erano privi di munizioni, li attaccarono facendone strage.

Al tramonto, l’esercito francese, ormai esausto, si ritirò dal campo di battaglia, lasciandosi dietro 5.300 soldati, 439 ufficiali, tra cui due generali, cinque brigadieri e nove colonnelli, mentre i piemontesi persero solo sette ufficiali e 185 soldati e gli austriaci due ufficiali e 25 soldati.




Consiglio regionale: approvato l’Omnibus

Approvato a maggioranza (contrari i partiti di opposizione) il disegno di legge Omnibus. Voto favorevole in giornata anche per una ventina di emendamenti, proposti in gran parte dalla Giunta.

“Queste lunghe giornate di dibattito sono state un grande esercizio di democrazia – ha spiegato il presidente del Consiglio Stefano Allasia -.

l mio auspicio per il futuro è che il confronto continui nel segno del dialogo tra maggioranza e opposizioni. Desidero manifestare anche un sentito ringraziamento a tutto il personale del Consiglio per l’impegno, la disponibilità e la professionalità dimostrati durante tutto l’iter che ha portato all’approvazione di questo complesso provvedimento, lavorando in parte in presenza e in parte in videoconferenza”.

Il provvedimento interviene su Sanità e Welfare, Attività estrattive, Agricoltura e Caccia, Attività contrattuale, Ambiente e Beni culturali, Commercio, Personale, Turismo.

Tra i più significativi emendamenti approvati in giornata, quello che modifica la disposizione che definisce il Csi “ente di diritto pubblico” trasformandolo in “ente di diritto privato in controllo pubblico” e quello che al fine di favorire l’adeguamento alle misure di distanziamento sociale in tempi di emergenza Covid-19, prevede che ”i Comuni e le gestioni associate concedano a titolo gratuito, fino al 31 ottobre 2020, un ampliamento delle superfici demaniali già concesse ai sensi della legge regionale 2/2008, per il posizionamento di strutture amovibili, quali dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni”.

Le dichiarazioni di voto

Polo Bongioanni (Fdi)

Ringrazio il presidente Allasia per la lucidità con cui ha operato anche nei momenti conflittuali di questa trattativa. E il presidente Alberto Cirio che ha riportato il dialogo. Ora dobbiamo guardare a un progetto di più ampio respiro per lo sviluppo del nostro Piemonte: bisogna accedere ai fondi europei che ci permettano guardare alla Francia e alla Liguria per lo sviluppo di un’Euroregione economica.

Raffaele Gallo (Pd)

È stato un percorso difficile e tortuoso. Poi abbiamo cercato di rimettere la politica al centro e di tornare al rispetto del ruolo delle opposizioni. Per noi le risposte del Ddl, in ogni caso sono in gran parte sbagliate. Perciò voteremo contro questo collegato, che è stato trasformato in Omnibus.

Paolo Ruzzola (Fi)

Questo documento si inserisce nella nostra idea di sviluppo della Regione, in coerenza con il programma presentato agli elettori. Dalle cave agli usi civici, alla promozione del commercio, dalla caccia all’agricoltura, abbiamo provato a creare le condizioni per una ripartenza economica del Piemonte.

Alberto Preioni (Lega)

Siamo convinti della nostra azione amministrativa e la rivendichiamo con forza. Siamo contenti per la sburocratizzazione e l’avvicinamento alla semplificazione che con questo Omnibus abbiamo portato a termine. Siamo felici di dare risposte al mondo del lavoro, che mai come oggi ne ha bisogno. Abbiamo fatto anche sintesi con le minoranze e c’è stato un lavoro di mediazione, pure quando abbiamo allineato la legge regionale della caccia alle norme nazionali. Ci sono maggiori competenze per Arpa e diverse misure utili: quanto al gioco legale, siamo decisi a confrontarci in Commissione sul tema.

Sean Sacco (M5s)

Questo provvedimento è nato male, perché conteneva tante previsioni che non dovevano stare in un collegato. Per questo abbiamo presentato 1.500 emendamenti. Dalla caccia al gioco d’azzardo, abbiamo tentato di salvare il salvabile e ridurre il danno. Non siamo soddisfatti né nel merito, né nel metodo adottato.

Marco Grimaldi (Luv)

Dopo una terribile pandemia e un periodo difficile per tutti, questa maggioranza ci ha tenuto settimane in Consiglio a parlare di allodole e di gioco d’azzardo. Le opposizioni lavorando in modo unitario hanno dimostrato che siete battibili.

 




Ecco le nuove Linee guida per la riapertura in sicurezza dei rifugi alpini ed escursionistici

La Giunta regionale ha approvato, su proposta degli assessori alla Sanità Luigi Icardi e alla Montagna Fabio Carosso , le nuove Linee guida per la riapertura in sicurezza dei rifugi alpini ed escursionistici , che superano quelle nazionali in virtù delle specifiche esigenze di un territorio di media e alta montagna come il Piemonte.

 

«Tuteliamo uno dei principali attori economici e culturali delle nostre montagne – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – . Dal rifugio simbolo Capanna Margherita, con i suoi 4.554 il più alto d’Europa, sono molti i rifugi che senza la nostra regolamentazione non avrebbero potuto aprire o garantire un servizio adeguato».

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«Le disposizioni nazionali non tenevano conto della specificità dei rifugi d’alta quota e non ne garantivano l’operatività – sottolinea il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso – . Per un territorio come il nostro i rifugi rappresentano un punto di riferimento fondamentale, non solo a livello turistico ma come garanzia di sicurezza. Attività di ristoro, ma anche e soprattutto un luogo in cui dare soccorso e riparo a chi è in situazione di pericolo. Con queste linee guida la Regione ha voluto sancire un principio culturale: i rifugi sono un vero e proprio “presidio della montagna”». 

 

In Piemonte , lungo i suoi oltre 1.000 chilometri di Alpi 15.000 chilometri di sentieri , sono presenti più di 200 rifugi escursionistici e alpini che garantiscono 6.000 posti letto centinaia di posti di lavoro , ma soprattutto rendono vive e praticabili le nostre montagne.

 

La riapertura dei rifugi era consentita a partire dal 1 giugno. Tra gli aspetti più critici che le nuove linee guida regionali superano, rispetto alle disposizioni nazionali, c’è l’ eliminazione dell’obbligo di uso del sacco a pelo (carico aggiuntivo di difficile gestione per chi affronta lunghe traversate o escursioni ad alta quota). ll gestore dovrà garantire set monouso per lenzuola e coprifedera o biancheria lavabile a 90°C , e la sanificazione di coperte, piumini e ciabatte . Solo nel caso in cui ciò non sia possibile, sarà richiesto l’uso del sacco a pelo e di federa e ciabatte personali da specificare preventivamente al momento della prenotazione.

Tenendo conto delle caratteristiche strutturali dei rifugi d’alta quota è stato, inoltre, ridotto a un metro il distanziamento per i pernottamenti .

 

Per sostenere la riapertura dei rifugi e l’adeguamento alle misure di sicurezza anti Covid-19, la Regione ha destinato un contributo a fondo perduto di 2 mila euro per ogni struttura nell’ambito del piano “Riparti Piemonte” .

Le nuove Linee guida regionali rappresentano un supporto in più e sono frutto di un importante confronto con chi rappresenta il mondo dei rifugi.

 

«Il Club Alpino Italiano – dichiara Giacomo Benedetti, presidente Commissione Centrale Rifugi CAI – esprime grande soddisfazione per questo provvedimento e ringrazia la Regione Piemonte, il suo Presidente e gli Assessori competenti per la grande sensibilità dimostrata e per il lavoro svolto. Il confronto con il CAI è stato intenso, proficuo e costruttivo ed ha consentito di ottenere un risultato che evidenzia ed esalta l’importantissimo ed irrinunciabile ruolo di “presidio del territorio” svolto dal rifugio alpino».

«Ritengo opportuno – continua Bruno Vallepiano, presidente Associazione Grande Traversata delle Alpi (GTA) – segnalare grande soddisfazione e un personale ringraziamento al Presidente e agli Assessori per l’impegno nel risolvere alcune problematiche essenziali di strutture ricettive inserite in un territorio meraviglioso, ma fragile». 

«Il protocollo per i rifugi alpini ed escursionisti – rimarca Guido Rocci, presidente Agrap – Associazione dei Rifugisti del Piemonte – è il frutto più recente della collaborazione costruttiva che si è instaurata in questi ultimi mesi critici. La Regione Piemonte si può annoverare tra quelle che, con un atto di responsabilità, ha deciso di dialogare con la rappresentanza di categoria per risolvere, nel modo più naturale ed istituzionale, le lacune e criticità risultanti dalle linee guida nazionali».

«L’apertura della Capanna Regina Margherita, il rifugio più alto d’Europa a 4.554 metri sulla punta Gnifetti, avverrà – dichiara il gestore Giuliano Masoni – soprattutto grazie alla Regione Piemonte che, pur non azzerando le limitazioni legate all’attuale emergenza Covid, introduce parametri tali da permettere l’avvio della stagione. È soprattutto importante evidenziare come, per la prima volta, un rifugio non sia considerato solamente una attività commerciale bensì un “presidio di montagna”, evidenziandone  l’indispensabile ruolo anche nell’ambito della sicurezza e del presidio territoriale».

«Accogliamo positivamente – commenta Lido Riba, presidente Uncem Piemonte – l’azione per consentire ai rifugi di lavorare efficacemente in questa estate di flussi che aumentano e che devono vedere gli operatori professionali di montagna protagonisti e capaci di accogliere escursionisti non solo dall’Italia».




Network internazionali. Adesione della città di Torino alla rete Eccar

Il processo di internazionalizzazione della Città di Torino è favorito dall’adesione a numerose reti e associazioni internazionali attraverso le quali è stato possibile sviluppare contatti per collaborazioni e progetti, partecipare a scambi di buone prassi ed individuare occasioni di promozione delle risorse.

Le reti internazionali permettono, infatti, di istituire proficui rapporti di collaborazione tra soggetti omogenei e sono un efficace strumento per il raggiungimento di obiettivi comuni.

 

Tra le principali Reti internazionali alle quali la Città partecipa ricordiamo B.J.C.E.M. Associazione Internazionale per la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo; Pépinières Européennes pour Jeunes Artistes; Associazione delle Città Sedi di Esposizioni Internazionali; Associazione Europea dei Festival; Platform; UNESCO Creative Cities Network e Cities For Sports.

La Città, su proposta dell’Assessore Marco Giusta, intende inoltre aderire alla  rete ECCAR-EuropeanCoalition of Cities AgainstRacism.

ECCAR è un’iniziativa lanciata dall’UNESCO nel 2004 al fine di costituire un network di città interessate a condividere esperienze per migliorare le proprie politiche contro il razzismo, la discriminazione e la xenofobia. ECCAR è un network internazionale a cui aderiscono 134 membri di 23 stati: Regno Unito, Turchia, Germania, Grecia, Francia, Spagna, Moldavia, Svizzera, Italia, Macedonia, Russia, Irlanda, Lussemburgo, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Norvegia, Lettonia, Olanda, Bosnia ed Erzegovina, Ungheria.

“Sono contento di confermare questo impegno assunto a nome della Città in occasione dell’assemblea di ECCAR dello scorso anno. Si tratta – ha sottolineato l’assessore ai Diritti Marco Giusta – di un altro piccolo ma decisivo passo che si inserisce nella strategia della Città di Torino per combattere le discriminazioni razziste individuali e sistemiche.”




Semplificazione: salgono a 1.942 gli emendamenti. Non era mai successo nella storia del Consiglio regionale

Sono saliti a 1.942 – nel giro di una manciata di ore – gli emendamenti al provvedimento sulla semplificazione, ovvero il Disegno di legge 83, “Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2020”.

Un record nel record, se si pensa che già questa mattina in apertura di seduta, presieduta da Stefano Allasia, gli emendamenti depositati erano quasi 1.350, il numero più alto nei cinquant’anni di storia dell’Assemblea legislativa piemontese. Il gruppo Luv ne ha presentati un migliaio, circa ottocento il M5s e una novantina il Pd. Alcuni emendamenti sono poi della Giunta.

Nella seduta pomeridiana, dopo il respingimento da parte della maggioranza di una serie di questioni preliminari e pregiudiziali alla discussione del provvedimento, poste dalle forze di opposizione, l’esame dell’articolato è entrato nel vivo con la presentazione degli emendamenti all’articolo 1, proposti – oltre che dalla Giunta regionale – dal Pd (primo firmatario Maurizio Marello) e dal M5s (prima firmataria Francesca Frediani).

 




Le nuove ordinanze della Regione Piemonte

Ripartono le attività per bambini e ragazzi da 0 a 17 anni, teatri, cinema, sale concerti, terme e centri benessere, circoli culturali, centri sociali e sale gioco: questi in sintesi, i contenuti dellordinanza n.68 firmata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che sarà valida da lunedì 15 giugno fino a martedì 14 luglio e che riprende quanto contenuto nel decreto del presidente del Consiglio dell’11 giugno.

In particolare:

– sono consentite in Piemonte le attività ludiche, ricreative ed educative per i bambini e i ragazzi da 0 a 17 anni, in strutture chiuse o all’aria aperta e con l’ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza;

– riaprono i centri benessere e termali, i circoli culturali, i centri sociali e le sale gioco, scommesse e bingo;
– riaprono anche teatri, cinema e sale concerti, e gli spettacoli aperti al pubblico sono consentiti anche in altri spazi e all’aperto, mentre lo svolgimento delle manifestazioni pubbliche sono consentite solo in forma statica.

Queste attività devono essere svolte nel rispetto dei protocolli di sicurezza definiti dalla Regione Piemonte e dalle Linee guida per l’apertura delle attività economiche e produttive.

L’ordinanza stabilisce inoltre che le visite in residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e residenziali per anziani autosufficienti e non è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione.

Le medesime Linee guida contengono le disposizioni che devono essere osservate per le attività sportiva o motoria all’aperto, sportiva di base e motoria (in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, ovvero presso altre strutture ove si svolgono attività dirette al benessere dell’individuo attraverso l’esercizio fisico) e dei comprensori sciistici, l’apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, il commercio al dettaglio, i servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), il catering continuativo, i servizi alla persona, gli stabilimenti balneari, le strutture ricettive, la formazione professionale, i parchi tematici e di divertimento.

L’ordinanza mantiene l’obbligo di utilizzare idonee protezioni delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto, in tutte le aree pertinenziali al chiuso e all’aperto dei centri commerciali e delle grandi superfici di vendita (quali parcheggi, giardini, aree gioco, piazzali antistanti gli ingressi) ed in tutti i luoghi e le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza, fatto salvo per i bambini di età inferiore a sei anni, per i soggetti con forme di disabilità o con patologie non compatibili con l’uso continuativo dei dispositivi di protezione individuale. Possono essere utilizzate anche mascherine di comunità, monouso o lavabili, anche autoprodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e garantire comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso.

L’utilizzo delle protezioni si aggiunge alle altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio, come il distanziamento fisico e l’igiene costante e accurata della mani, che restano invariate e prioritarie.

Restano il divieto per ogni forma di assembramento in luoghi pubblici o privati e per la presenza di accompagnatori nelle sale di attesa dei Pronto soccorso (salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto).

L’accesso ai luoghi di culto deve avvenire nel rispetto dei protocolli firmati dal Governo con le varie confessioni religiose.

Il mancato rispetto delle misure previste dall’ordinanza è sanzionato secondo quanto previsto dall’articolo 4, comma 1, del decreto legge 25 marzo 2020 n. 19, convertito con legge 22 maggio 2020 n.35.

 

 




Torino, città dei Motori: “Da turismo motoristico scossa positiva all’economia”

“Il Piano nazionale del turismo motoristico, se istituzioni e privati ci crederanno, darà una scossa importante alla ripresa del comparto turistico del nostro Paese dopo lo choc del Covid 19, grazie alla forza dei brand italiani, all’offerta di accoglienza e al buon vivere che si respira dei nostri Comuni, alla sinergia con le aziende e tutti gli stakeholders del Made in Italy legato ai motori”.

Così Luigi Zironi, sindaco di Maranello e presidente di Città dei Motori, in conclusione della videoconferenza che si è tenuta stamani, venerdì 5 giugno, degli assessori al Turismo e dei rappresentanti delle categorie produttive dei 28 Comuni soci della rete Anci.

Dopo la tavola rotonda virtuale del 22 maggio con i direttori dei musei automobilistici e delle due ruote, oggi il presidente Zironi e il segretario generale Danilo Moriero hanno illustrato, nelle linee generali, il Piano nazionale del turismo motoristico, già portato all’attenzione del Mibact, seconda tappa per arrivare – ha sottolineato il presidente di ‘Città dei Motori’ – “ad una agenda condivisa per il rilancio di un settore che ha forte appeal in tutto il mondo. Puntiamo alla convocazione in autunno degli Stati generali del turismo motoristico, che pongano le basi di una Giornata nazionale dell’orgoglio motoristico nella primavera 2021, da ripetere ogni anno, finalizzata alla ripresa dei flussi turistici nazionali, e appena possibile internazionali, verso l’Italia e i Comuni soci”.

Tra gli obiettivi del Piano, e al centro dei numerosi interventi di stamani, anche la definizione del “prodotto turismo motoristico”, grazie al processo di ascolto attivato con categorie produttive, associazioni, attori privati e comunità; realizzazione e promozione del calendario nazionale di eventi e manifestazioni regionali e locali; accordi con reti e ‘Strade’ delle tipicità enogastronomiche; formazione specifica per chi si occupa di accoglienza nel settore motoristico.

Alla videoconferenza di stamani hanno partecipato, tra gli altri, Gianni Berrino, assessore al Turismo della Regione Liguria, Federico Ignesti (sindaco Scarperia e San Piero), Giovanni Gargano (sindaco Castelfranco Emilia), Alessandro Puccinelli (vicesindaco e assessore Turismo Pontedera), Simone Maccaferri (vicesindaco Cento), Alessandra Dini (vicesindaco Noale), gli assessori al Turismo Maria Elena Mililli (Maranello), Silvia Benzoni (Mandello del Lario), Francesca Capuozzo (Castelfranco Emilia), Sara Sartori (Noale), Simona Silano (Pratola Serra) Birgit Brugger (Ospedaletti) Michele Barile (Termoli), Elisabetta Bergamasco (assessorato Turismo e attività produttive di Torino. Numerosi anche i rappresentanti delle categorie produttive e del commercio; tra gli altri, Camera di Commercio, Confersercenti e Confcommercio della provincia di Pisa e l’Associazione albergatori di Modena; da Varano de’ Melegari (Parma) sono intervenuti Vittorio Brambilla (Dg Scuderia De Adamich) Gianfranco Beltrami (direttore marketing Dallara automobili) e Alberto Manfredi (responsabile commerciale Autodromo R.Paletti).

 




Il Piemonte riapre in salute

In apertura di una video conferenza stampa il presidente Alberto Cirio ha dichiarato che “il Piemonte è in salute e riapre al resto dell’Italia.

La Festa della Repubblica assume quindi un duplice significato: festeggiamo i valori della democrazia e della libertà, quest’ultima compressa negli ultimi mesi a causa dell’emergenza sanitaria.

“I parametri del monitoraggio di oggi sono estremamente buoni, confermano la fase discendente e sono la fotografia di un Piemonte in salute in grado di affrontare senza timori la riapertura dei confini regionali da mercoledì prossimo – ha evidenziato Cirio – Inoltre, testimoniano il grande lavoro svolto: oggi in tre giorni siamo in grado di isolare la persona dopo la manifestazione dei primi sintomi di infezione, l’indicatore Rt è a 0.5 quando la soglia è 1, i posti occupati in terapia intensiva sono il 12% quando il massimo è 30%, i contagiati sono il 23% quando non si deve superare il 40%. Anche sulla presenza di focolai siamo in discesa”.




Festa della Repubblica, ecco il programma in Piemonte

In occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, Giunta e Consiglio regionale, Prefettura, Comune di Torino, Città metropolitana, Ufficio scolastico regionale e i tre Atenei Piemontesi (Università degli studi di Torino, Politecnico e Università del Piemonte Orientale) hanno scelto di organizzare e condividere una serie di iniziative sotto il cappello di un’unica frase “Io Ci Credo Perché”, per ribadire come i valori della Repubblica e della Costituzione possano accomunare istituzioni e cittadini.

Il Consiglio e la Giunta regionale, per meglio rappresentare gli aspetti più importanti del  vivere civile e dello stare assieme, per ricordare le migliori energie messe in campo nei momenti di difficoltà, l’unità e la coesione nazionale, hanno deciso che a celebrare la giornata del 2 giugno fossero proprio le persone comuni attraverso le loro parole e le loro riflessioni.

Due sono i video realizzati per l’occasione e che saranno pubblicati in contemporanea, su tutti i siti istituzionali e dei soggetti partner della giornata, alle 12 e alle 14 del 2 giugno: il cortometraggio “IoCICredoPerchè”, 25 interviste in cui insegnanti, studenti, volontari, medici, rappresentanti delle forze dell’ordine, casalinghe, pensionati, vigili del fuoco e liberi professionisti raccontano perché credono nella Repubblica e nei valori che essa racchiude.

“Vignettisti e bambini raccontano la Costituzione” è invece il titolo del secondo video in cui grandi firme del fumetto e dell’illustrazione come Dino Aloi, Massimiliano Frezzato, Gianni Audisio, Gianni Chiostri,  Lido Contemori e Milko Dalla Battista, affiancano i bambini dei Consigli Comunali dei Ragazzi del Piemonte, nel commento agli articoli della Costituzione che più toccano da vicino la loro vita (scuola, famiglia, salute, paesaggio, lavoro, cultura). Tutte le opere inedite realizzate per l’occasione dagli artisti,  saranno donate al Consiglio regionale,  per essere poi esposte e rese visibili al pubblico a Palazzo Lascaris.

“Mai come in questo momento della nostra vita abbiamo avuto la possibilità di capire quanto siano preziosi e non scontati i valori fondanti della nostra Democrazia, come la Libertà – sottolinea Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte – Valori per cui altri Italiani prima di noi hanno donato la propria vita. Mai come oggi sappiamo di essere fortunati a vivere in un Paese che è una Repubblica. E mai come oggi il 2 Giugno è un giorno attuale da celebrare con unità. Perché solo insieme potremo ripartire davvero”.

“Io ci credo perché la nostra Carta costituzione non è solo insieme di regole giuridiche, ma anche l’insieme di regole di vita senza tempo e senza età – dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale del Piemonte –  Sono trascorsi 74 anni dalla proclamazione della Repubblica, in quel 2 giugno il popolo italiano, in tutte le sue componenti: uomini, donne, benestanti e nullatenenti, furono chiamati ad esprimere la propria scelta, quale segnale di partecipazione civile, di responsabilizzazione e di coinvolgimento per determinare il destino del Paese. Quel giorno per la prima volta i cittadini diventarono protagonisti del loro futuro”.

 

Programma Festa Repubblica