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Epatite c, in Piemonte stanziati 5,6 mln di euro per il 2021/22

“L’Organizzazione mondiale della sanità prevede di eliminare l’epatite C entro il 2030. Ciò significa diagnosticare almeno il 90% dei pazienti eleggibili. In considerazione dell’obiettivo che si è posta l’Oms, in Italia è stato emanato un Decreto-legge che permetterà di far arrivare in Piemonte, nei prossimi due anni, 5,6 milioni di euro. In dettaglio, 2,3 milioni nel primo anno e 3,3 milioni di euro nel secondo“.
Lo ha affermato il Dottor Cosimo Colletta, Referente Epatologia Centro COQ, Ospedale di Omegna, in occasione del corso di formazione ECM sulla gestione dei tossicodipendenti con epatite C, organizzato dal provider Letscom E3 con il contributo non condizionante di AbbVie.
Il corso, dal titolo ‘La rete dei servizi nella lotta all’HCV tra i pazienti in carico al Ser.D. – L’esperienza della ASL Verbano Cusio Ossola’, rientra nell’ambito di ‘Hand – Hepatitis in Addiction Network Delivery’, il progetto di networking a livello nazionale patrocinato da quattro società scientifiche (SIMIT, FeDerSer.D., SIPaD e SITD) che dal 2019 coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i Centri di cura per l’HCV afferenti a diverse città italiane.
Il Dottor Colletta ha fornito la ricetta per utilizzare al meglio i fondi destinati alla regione Piemonte, spiegando che “l’obiettivo è ridurre l’incidenza.
Dobbiamo dunque indirizzare le risorse allo screening ma, allo stesso tempo, differenziare i percorsi di diagnosi e cura. Tra l’altro, il Decreto prevede lo stanziamento di questi fondi per lo screening verso tre differenti categorie: i nati tra il 1969 ed il 1989, tra cui anche gli stranieri temporaneamente presenti (Stp), i Ser.D. e la popolazione carceraria”.
Colletta ha poi sottolineato la necessità di differenziare i percorsi di diagnostica e cura. Il medico ha informato che “per la prima coorte, cioè quella ’69-89′, indubbiamente una parte delle risorse andrà riservata alle attività di chiamata attiva. Ogni incontro che poi questi soggetti avranno con la struttura sanitaria, dal Pronto soccorso al Day hospital fino ad una visita ambulatoriale, dovrà diventare un’occasione per eseguire lo screening.
Per i Ser.D. e le carceri, invece, bisognerà privilegiare l’esecuzione di test rapidi, proprio per evitare quello che in questi anni è accaduto: attualmente lo screening in questi centri è infatti limitato al 25% dei soggetti afferenti. In regione Piemonte ci sono infatti 13.000 soggetti afferenti ai Ser.D. ma, purtroppo, solo il 25% è stato testato. Infine, una parte di questi contributi sicuramente dovrà essere concentrata su campagne di informazione, da realizzare attraverso opuscoli e social media, proprio per concentrarsi sull’importanza dello screening e della diagnosi precoce”.
Ha partecipato al corso anche il Dottor Angelo Bove, Dirigente Medico, SOC Ser.D. – ASL VCO, che si è soffermato sui test rapidi, definendoli una vera e propria “carta vincente perché- ha detto- noi li utilizziamo dallo scorso mese di aprile e abbiamo visto praticamente raddoppiare lo screening. Se pensiamo che nel 2020, con il dosaggio degli anti HCV e la conferma HCV RNA ne abbiamo testati il 38%, per un totale di 327 pazienti, quest’anno, dopo quattro mesi di utilizzo dei test rapidi, abbiamo già testato 177 pazienti, una percentuale molto alta che ci indica che stiamo percorrendo la strada vincente”.
Secondo il Dottor Bove “sarebbe importante potenziare i servizi territoriali anche dal punto di vista della diagnosi e del trattamento. Indirizzarsi, cioè, verso lo schema del ‘Test and treat’: testare il paziente all’interno dello stesso sistema e arrivare al trattamento in poche ore. Questo vuol dire che avremo una compliance sicuramente molto più elevata da parte dei pazienti, che non saranno più ‘inviati’ ai vari servizi”.
Secondo il Dottor Bove “questi finanziamenti arrivano al momento giusto ma- ha tenuto a precisare- devono anche essere distribuiti ai vari servizi, perchè questo potrebbe permettere di implementare una serie di funzioni all’interno dei nostri stessi servizi, come quello del dosaggio dell’HCV RNA direttamente, poter contare su personale dedicato e, infine, aumentare il numero dei centri prescrittori”.
Il Dottor Bove ha poi reso noto che “i pazienti che nel 2020 hanno afferito alla nostra struttura sono stati circa 870, di cui 329 positivi per HCV RNA, dunque circa il 38% dei nostri pazienti. Una percentuale che correla con i dati nazionali, dove le percentuali oscillano tra il 40 ed il 60%”.
Il Dirigente Medico, SOC Ser.D. – ASL VCO si è infine soffermato sui trattamenti ed ha sottolineato che “stanno funzionando molto bene, perchè abbiamo quasi il 100% di pazienti guariti, ossia su 80 pazienti trattati solo due sono risultati ‘drop out’, hanno cioè abbandonato il trattamento. Dunque, i farmaci di seconda generazione sono davvero la carta vincente per l’eradicazione dell’epatite C”.
Il Dottor Colletta ha proseguito spiegando che “per quanto riguarda il Piemonte, si stima che almeno il 60/70% dei trattamenti siano stati effettivamente già svolti. Tuttavia, nel 2020, in termini di farmaci antivirali abbiamo avuto una flessione della spesa pro capite del 70% rispetto al 2019. E questo soltanto in parte deve essere ricondotto alla riduzione del costo medio di questi farmaci ma purtroppo gran parte è addebitabile alla riduzione di trattamenti avviati. L’impatto della pandemia da Covid-19 ha determinato da un lato la riconversione dei reparti ospedalieri, dall’altro una maggiore difficoltà di individuare pazienti che, per lo più, sono asintomatici.
Il Dottor Colletta ha infine precisato che “negli ultimi sei anni presso il nostro Centro qui ad Omegna sono stati trattati 1.500 pazienti, con risultati eccellenti, il 98% dei quali ha conseguito l’eradicazione dell’infezione. Negli ultimi tre mesi abbiamo inoltre assistito ad un recupero, ad un aumento dei trattamenti richiesti, grazie soprattutto a questi progetti locali che hanno consentito di implementare, attraverso test rapidi, l’attività di screening. Su questo dato si basa la nostra convinzione di partecipare attivamente al progetto nazionale per l’eliminazione dell’epatite C. La platea degli eleggibili in Piemonte è di 1 milione e centomila soggetti e sarà dunque molto importante stratificare le risorse”, ha concluso.



Covid, in Piemonte terapie intensive in aumento

“Sono 651 i posti letto di terapia intensiva al momento presenti in Piemonte e oltre un centinaio verrà attivato al più tardi entro un anno”. Lo ha dichiarato il coordinatore dell’Area sanitaria dell’Unità di crisi Emilpaolo Manno nel corso della seduta della Commissione Sanità dedicata a un approfondimento sull’argomento.

“Alle 327 terapie intensive ‘storiche’ – ha spiegato Manno – si sono in questi mesi aggiunti 164 posti letto quiescenti che non derivano da riconversioni ma dalla quota letti prevista nel Piano Arcuri (che ne prevede complessivamente 299) e da letti allestiti e non occupati nei vari ospedali, nonché da 160 posti letto funzionali predisposti e finanziati con fondi regionali. Un numero che dovrebbe permettere di affrontare con relativa tranquillità la quarta ondata di pandemia, dal momento che al 31 marzo 2020 (prima ondata) i posti occupati erano 459, al 22 novembre 2020 (seconda ondata) 414 e al 22 marzo 2021 (terza ondata) 364”.

“Dei pazienti Covid attualmente ricoverati in degenza ordinaria – ha aggiunto – il 67% non è vaccinato o ha ricevuto una sola dose, mentre il 33% ha ricevuto la vaccinazione completa; di quelli in terapia intensiva, invece, il 70% non è vaccinato o ha una sola dose e il 30% lo è, ma si tratta di pazienti con patologie pregresse”.

Ai componenti del gruppo Pd Manno ha risposto che “si auspica, con la quarta ondata, di non creare nuovi Covid Hospital ma s’intende tutelare le attività ad alta specializzazione di ogni Azienda per non bloccare ulteriormente le liste d’attesa”.

Al capogruppo di Luv ha espresso la necessità di “prestare attenzione alle fasce più giovani della popolazione per cercare di evitare il più possibile che vengano ricoverati in ospedale”.

Al presidente della Commissione (Lega) e al M5s ha spiegato che “la disponibilità di terapie intensive consentirà, anche dopo la pandemia, di fare un’analisi dei bisogni regionali e potrà consentire, sugli esempi israeliano e svedese, di mantenere posti perfettamente funzionali da attivare celermente in caso di bisogno”.

La Commissione ha poi iniziato l’esame delle Proposte di legge su prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare, presentate rispettivamente dai gruppi Pd e Moderati.

Su proposta dei primi firmatari si è stabilito di procedere alla costituzione di un gruppo di lavoro – presieduto dal presidente della Commissione e a cui prenderà parte anche l’Assessorato alla Sanità – per affrontare i nodi critici rilevati da associazioni ed enti interessati nel corso delle consultazioni on line che consenta di arrivare a un testo condiviso da tutte le forze politiche.




Regione Piemonte: 9759 persone vaccinate contro il Covid

Sono 9.759 le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate oggi all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 18). A 4.145 è stata somministrata la seconda dose.

 

Tra i vaccinati di oggi, in particolare, sono 995 i 12-15enni, 3.380 i 16-29enni, 1.672 i trentenni, 1.340 i quarantenni, 1.209 i cinquantenni, 463 i sessantenni, 156 i settantenni, 92 gli estremamente vulnerabili e 64 gli over80.

 

Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 5.334.002 dosi (di cui 2.388.589 come seconde), corrispondenti al 93,2% di 5.723.980 finora disponibili per il Piemonte.

 




Pandemia, De Santis: “Green Pass? Bene ma non a nostre spese. Siamo lavoratori non vigilantes”

“Artigiani e piccoli imprenditori hanno pagato un drammatico prezzo alla pandemia. Lunghi periodi di chiusure totali, riaperture a singhiozzo, investimenti per dotarsi di plexiglass e garantire i distanziamenti.

Ora che, grazie alla campagna vaccinale, sembravamo aver conquistato una quasi-normalità, ecco la doccia fredda della nuova crescita dei contagi, della diffusione di varianti e dell’ipotesi di nuove restrizioni. Il nostro settore non sopravvivrebbe a una quarta ondata.

L’idea di introdurre l’obbligo della “certificazione verde” per poter accedere ad alcune attività e servizi non ci trova aprioristicamente contrari. Purché prevalga il buon senso e non si scarichi il costo su artigiani, esercenti ed imprenditori. Noi siamo lavoratori, non vigilantes. Non ci si chieda di trasformarci anche in controllori dei nostri clienti e non ci si minacci con sanzioni.

E magari si distingua tra chi prende il gelato in una gelateria e chi si accalca in un grande evento. Ricordiamoci i recenti festeggiamenti dopo la vittoria agli europei con assembramenti e mancanza di controlli. Inoltre, prima di introdurre l’obbligo del green pass, bisognerebbe almeno garantire che sia facilmente scaricabile da tutti senza intoppi burocratico-digitali. Ma poi non potrebbe essere sufficiente il certificato rilasciato dopo la seconda dose del vaccino?

 




Inaugurato il primo Hub vaccinale di Confartigianato Imprese Cuneo

Aprire il primo Hub vaccinale di Confartigianato in provincia di Cuneo è un risultato importante che va a sottolineare la capacità della nostra Associazione di fare squadra e di centrare tempestivamente gli obiettivi prefissati per uscire dall’emergenza sanitaria.

Un grazie particolare va dunque alla nostra struttura, coordinata dal direttore Meineri, a Medart (Società di Medicina del Lavoro collegata a Confartigianato Cuneo) che ci ha supportati dal punto di vista tecnico, alle Istituzioni, all’ASL Cn1. Si tratta di un primo passo strategico a favore delle imprese e della loro sicurezza sul lavoro, al quale ne seguiranno a breve altri, affinchè si possa nel più breve tempo possibile porre un freno definitivo alla diffusione del Covid».

Questo in sintesi, l’intervento di Luca Crosetto presidente di Confartigianato Imprese Cuneo durante la conferenza stampa di apertura del nuovo Hub vaccinale inaugurato oggi (giovedì 3 giugno) nella sede provinciale dell’Associazione. Erano presenti: Luigi Genesio Icardi assessore regionale alla Sanità, Federico Borgna sindaco di Cuneo e presidente della Provincia, Paolo Demarchi consigliere regionale, Giorgio Felici vice presidente di Confartigianato Imprese Cuneo e presidente di Confartigianato Piemonte, Luca Serale assessore comunale alle Attività Produttive, Salvo Brugaletta direttore generale uscente ASL CN1, accompagnato dal suo successore Giuseppe Guerra, attualmente commissario straordinario per l’emergenza Covid.

Nel corso dell’incontro, moderato dal direttore generale di Confartigianato Imprese Cuneo Joseph Meineri, sono emersi alcuni dati significativi che vanno a sottolineare la “potenza di fuoco” delle vaccinazioni impostata nelle ultime settimane sul territorio cuneese.
«La campagna vaccinale – ha evidenziato l’assessore regionale Icardi – sta andando molto bene grazie alla collaborazione di tutti. Nella Granda siamo quasi al 50% di somministrazione della prima dose e i dati sui contagi e ricoveri sono in netto calo. Anche la mortalità sta diminuendo drasticamente. Speriamo che la quarta ondata, se ci sarà, sia meno incisiva».

All’insegna di un cauto ottimismo anche la dichiarazione del direttore generale Asl Cn1 Brugaletta. «La Regione ha messo in piedi una vera e propria macchina da guerra: ci siamo proposti di arrivare all’indennità di gregge entro agosto, ma è possibile che potremmo anticipare i tempi».

«Il nostro primo invito alla campagna vaccinale – ha aggiunto il direttore Meineri – ha avuto oltre 3.500 adesioni. Oggi la risposta delle aziende è intorno alle mille unità, ma prevediamo a breve un significativo incremento. Le nostre vaccinazioni saranno quotidiane, naturalmente e si protrarranno fino alla pausa di metà agosto».

I locali per la somministrazione dei vaccini sono collocati nell’ala del palazzo di Confartigianato che si affaccia sul corso IV Novembre. Potranno vaccinarsi tutti gli associati, titolari e dipendenti, e i loro familiari, previa iscrizione.




Inaugurato oggi il centro per i vaccini dell’Unione industriali di Torino

È stato inaugurato stamattina il Centro che l’Unione Industriale di Torino mette a disposizione in Via Vela 17 per la vaccinazione dei dipendenti delle Aziende Associate.

Erano presenti Andrea Tronzano e Fabrizio Ricca, assessori della Regione Piemonte, Marco Pironti, assessore della Città di Torino, il capitano Luigi Filippo Visone, comandante della Compagnia Carabinieri Torino San Carlo, Antonio Rinaudo, commissario dell’Area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, Carlo Picco, direttore generale Asl Città di Torino, Luigi Del Vento, vicepresidente della Croce Rossa Torino, Fabio Marchi, presidente di Humanitas Torino, Cristina Tumiatti, presidente del Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, Massimiliano Cipolletta e Marco Lavazza, vicepresidenti dell’Unione Industriale di Torino e Angelo Cappetti, direttore dell’Unione Industriale di Torino.

L’obiettivo dell’iniziativa è dare un supporto alla campagna vaccinale della Regione Piemonte mettendo a disposizione delle imprese del territorio le sale del Centro Congressi, solitamente dedicate agli eventi.
Sono oltre 700 le aziende che hanno aderito all’iniziativa, per un totale di circa 30mila persone da vaccinare.

Le inoculazioni verranno effettuate dal personale sanitario e medico della Clinica Fornaca, una delle tre strutture Humanitas di Torino.
A regime, si arriverà a circa 800 somministrazioni al giorno e la struttura resterà aperta dalle 8 alle 20 per 7 giorni la settimana.

Il centro è stato allestito secondo le indicazioni dell’ASL TO1 Città di Torino e con il supporto operativo del Gruppo Sanità dell’Unione Industriale, nel rigoroso rispetto dei protocolli sanitari e di sicurezza stabiliti dalla Regione Piemonte.

“L’Unione Industriale di Torino – ha dichiarato il Presidente Giorgio Marsiaj – si è messa a disposizione delle Aziende Associate e dei loro dipendenti per contribuire a uscire più rapidamente possibile dalla crisi pandemica. Come ha affermato di recente il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, solo con il prosieguo della campagna vaccinale ci potrà essere un’accelerazione della ripresa economica”.




Vaccini in azienda Pronto l’hub di Confindustria ad Asti

Sarà inaugurato il prossimo 3 giugno il punto straordinario di vaccinazione nei luoghi di lavoro allestito da ELA srl su iniziativa dell’Unione Industriale della provincia di Asti.

Per cercare di andare incontro alle numerose imprese che vogliono sostenere la campagna di immunizzazione, ma non hanno la possibilità di allestire un hub interno ai locali aziendali, l’associazione Confindustriale astigiana si è fatta promotrice di una Convenzione con ELA srl, struttura sanitaria con sede in Asti che opera nel settore della medicina del lavoro ed in possesso dei requisiti per la vaccinazione.

“Tante aziende ci hanno interpellato per vaccinare dipendenti e famigliari: il percorso che abbiamo individuato crediamo possa essere un valido strumento per sostenere e contribuire a velocizzare il piano vaccinale della Regione Piemonte”, commenta Andrea Amalberto, Presidente dell’Unione Industriale astigiana e titolare di ELA srl.

“Anche se indubbiamente il sistema sanitario pubblico astigiano si sta dimostrando impeccabile nella gestione della somministrazione dei vaccini con performance di altissimo livello, il mondo industriale ha ritenuto di dover fornire il proprio contributo alla vaccinazione dei propri dipendenti e famigliari; il nostro hub eviterà costi di allestimento alle aziende e garantirà un’alta qualità del servizio e velocità nella somministrazione che potrà arrivare a 200/300 vaccini al giorno, ovviamente compatibilmente con la disponibilità di vaccini che ci saranno forniti dal S.S.N.”, continua il Presidente Amalberto.

“Questa modalità scelta dall’Unione Industriale punta alla ricerca della formula più efficiente dal punto di vista organizzativo e sanitario, nonché a circoscrivere le responsabilità in capo all’azienda” ha evidenziato il direttore dell’Unione Industriale, Maurizio Spandonaro.
In sostanza la Convenzione consente ad ogni singola azienda associata di appaltare la vaccinazione anti Covid alla struttura sanitaria privata avente gli specifici requisiti richiesti dalla regione Piemonte, assumendone i costi, eccetto quello per i vaccini, ma esonerandosi da qualsiasi onere e responsabilità.

Nella convenzione si prevede che ELA srl, oltre a tutta l’attrezzatura sanitaria e al personale medico, paramedico e amministrativo necessario, metta a disposizione delle aziende interessate il proprio Punto vaccinale ubicato in Strada Toasso ad Asti.

 

 




Il centro congressi dell’Unione industriale Torino si trasforma in Hub per vaccini

A supporto della campagna vaccinale della Regione Piemonte, l’Unione Industriale di Torino mette a disposizione il suo Centro Congressi in via Vela 17 per la vaccinazione dei dipendenti delle Aziende Associate.

Le sale solitamente dedicate agli eventi verranno allestite, secondo le indicazioni dell’ASL TO1 Città di Torino e con il supporto operativo del Gruppo Sanità dell’Unione Industriale, nel rigoroso rispetto dei protocolli sanitari e di sicurezza stabiliti dalla Regione Piemonte.
La struttura sarà operativa non appena saranno disponibili i vaccini e resterà aperta, a regime, dalle 8 alle 20 per 7 giorni la settimana.

Per le inoculazioni saranno montati 8 box e verranno predisposte le opportune aree pre e post vaccinali. Sono previste fino a 800 somministrazioni al giorno.
L’adesione all’iniziativa da parte dei dipendenti delle Aziende Associate è, ovviamente, volontaria. A oggi sono oltre 700 le imprese che si sono pre iscritte, per un totale potenziale di circa 30mila persone da vaccinare.

“Vogliamo dare un segnale molto forte di vicinanza alle nostre imprese, ai loro dipendenti e a tutto il territorio. L’Unione Industriale di Torino – ha dichiarato il Presidente Giorgio Marsiaj – in un periodo così difficile sente il dovere sociale di fare ogni sforzo economico ed organizzativo per aiutare la comunità a ripartire prima possibile. Completare la campagna vaccinale è il primo passo, assolutamente necessario, per la ripresa economica. L’hub per i vaccini nel nostro Centro Congressi sta nascendo in linea con i principi del piano nazionale: tempestività, efficacia e capillarità. Voglio ringraziare in modo particolare le Autorità Sanitarie regionali e cittadine, il nostro Gruppo Sanità e il nostro Servizio Sicurezza. Stanno fornendo un esempio virtuoso di come pubblico e privato possano collaborare per il bene di tutti. La fiducia che ci hanno dimostrato più di 700 aziende ci onora e dimostra una volta di più che solo uniti si può tornare a crescere”.

 




Vaccini, test sierologici per verificarne l’efficacia

Test sierologici per verificare l’efficacia dei vaccini. Vengono eseguiti sul personale sanitario, ma anche i cittadini possono farli a tariffe contenute. Lo hanno spiegato i direttori generali della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle, del San Luigi di Orbassano, Claudio Baccon e del Mauriziano Maurizio Dall’Acqua, in un’audizione del gruppo di lavoro sulla gestione dell’emergenza sanitaria, presieduto da Daniele Valle.

A Domenico Rossi (Pd), che ha chiesto se le aziende sanitarie abbiano previsto test sierologici sul personale sanitario vaccinato, i direttori di Città della Salute e Mauriziano hanno appunto risposto affermativamente: “sono in corso degli studi per verificare la risposta immunologica al vaccino e capire se e quando sarà necessario sottoporsi a richiamo. Per i cittadini al momento il test può essere eseguito solo a pagamento, ma le aziende applicano tariffe basse per consentire a tutti di poter accedere alla prestazione”.

Sono stati anche elencati una serie di dati riferiti alle tre ondate. Nei presidi di Città della Salute, nella prima sono stati aperti progressivamente 17 reparti Covid con circa 200 posti letto, 19 nella seconda, 18 nella terza, con un tasso di occupazione che è andato dall’85 al 99 per cento.

Al San Luigi di Orbassano nella prima fase il 50 per cento dei posti letto è stato riconvertito in Covid e quelli in terapia intensiva sono passati in due settimane dagli 8 a regime a 24; il picco di posti letto occupati è stato di 250 su 380 complessivi nel mese di novembre. Situazione analoga al Mauriziano, dove nella prima fase l’intero blocco operatorio è stato trasformato in rianimazione e si è arrivati al 60 per cento di posti letto occupati da pazienti Covid.

“Nella prima ondata abbiamo dovuto affrontare molti problemi legati all’eccezionalità dell’evento sul piano logistico e organizzativo – hanno spiegato – a partire dall’individuazione di percorsi separati per pazienti Covid e non, la conversione di reparti ordinari in reparti Covid, la carenza di personale e di dispositivi di protezione individuale all’interno delle strutture”.

“Le ondate successive ci hanno trovati più preparati, grazie ad interventi strutturali e percorsi consolidati, procedure di sicurezza e Dpi, ma sono continuati i problemi nella gestione dei flussi dei pazienti. È stato inoltre possibile ridurre in misura inferiore l’attività chirurgica ordinaria. Il forte arresto dell’attività di screening fa invece prevedere un aumento dei casi di patologie oncologiche nel prossimo futuro”.

Alessandro Stecco (Lega), ha domandato se l’istituzione del Dirmei abbia avuto un ruolo dirimente nella   rimodulazione delle attività cliniche e delle reti assistenziali. I direttori hanno espresso un giudizio ampiamente positivo, per il lavoro di raccordo fatto tra le aziende sanitarie e la funzione di guida nella riconversione dei posti letto.

Su richiesta del presidente Valle, gli auditi hanno poi fatto il punto sull’avanzamento dei cantieri previsti dal piano Arcuri per aumentare i posti letto dei presidi ospedalieri.




Vaccini anti Covid, Confartigianato Cuneo pronta all’avvio di hub vaccinali per le aziende

Nelle nostre imprese il rischio contagi sta purtroppo frenando la ripartenza. Spesso dipendenti e lavoratori sono costretti alla quarantena perché c’è un positivo in famiglia, generando intoppi e ritardi sulla produzione aziendale.

C’è necessità di procedere rapidamente alla diffusione dei vaccini, destinando hub vaccinali anche per le imprese. A tal proposito, come Associazione stiamo ragionando per trovare dei punti vaccinali ad hoc e stiamo valutando con la nostra società di servizi Medart il reperimento di personale sanitario per le visite mediche e la somministrazione delle dosi di vaccino. Avremmo però bisogno di ragionare su tempistiche certe». Questo in sintesi l’intervento del presidente di Confartigianato imprese Cuneo Luca Crosetto durante un talk show realizzato dal quotidiano on line Targatocn, sul tema dell’allargamento delle vaccinazioni alle imprese e ai loro dipendenti e familiari.

Presenti al dibattito, oltre al presidente Crosetto, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, il direttore generale di Confartigianato Imprese Cuneo Joseph Meineri e il responsabile Prevenzione della Regione Piemonte Bartolomeo Griglio.

«La potenza di fuoco della vaccinazione in Piemonte sarebbe pronta, – ha spiegato l’assessore regionale Icardi – a rallentare il sistema al momento è la carenza delle dosi di vaccino. Contiamo entro fine maggio, con l’ok del commissario straordinario Figliuolo, di implementare i quantitativi e dare avvio quindi alle vaccinazioni anche a livello aziendale».
Sui dettagli operativi di una eventuale distribuzione dei vaccini all’interno delle imprese, ha parlato il responsabile della Prevenzione regionale Griglio.

«La vaccinazione diretta in azienda sarà in quelle con numero di lavoratori sufficientemente ampio e con medico competente e ambulatorio già presenti all’interno, in modo da favorire sia il sistema sanitario, sia l’impresa. Nelle piccole e medie imprese l’opportunità sarà fornita dalle associazioni di categoria, che potranno utilizzare gli hub già predisposti per i lavoratori di tutte le imprese che aderiscono; l’autorità pubblica avrà il compito di fornire le dosi e il personale sanitario».

«Delle nostre 9000 imprese associate – ha sottolineato ancora il direttore di Confartigianato Cuneo Meineri – oltre un 30% ha manifestato la volontà di mettersi a disposizione per le vaccinazioni. La maggior parte delle aziende inoltre, riconosce l’affidabilità degli hub della sanità piemontese ed è disponibile a collaborare nei modi e tempi necessari per tutelare al meglio i dipendenti. E’ un tema molto sentito, sul quale è importante collaborare in modo efficace».