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Nuova ordinanza: ok alla consultazione di giornali e al gioco con le carte

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha firmato una ordinanza che reintroduce, a partire dall’11 luglio, la possibilità di consultazione di giornali e quotidiani all’interno di bar ed esercizi pubblici. Si potrà riprendere anche a giocare a carte nei circoli ricreativi.

L’ordinanza è stata emanata alla luce dei pareri favorevoli del Settore Prevenzione dell’Assessorato regionale alla Sanità e degli esperti dei gruppi di lavoro tecnico-scientifici che ne hanno valutato la compatibilità con l’attuale situazione epidemiologica, che anche nell’ultimo Report 8 della Fase 2 trasmesso dal Ministero della Salute indica in Piemonte un basso livello di rischio e zero allerte.

Tutte le attività andranno svolte nel rispetto delle apposite Linee guida approvate dalla Giunta regionale.

In particolare, per giocare a carte sarà obbligatorio indossare la mascherina, igienizzare frequentemente le mani e le superfici utilizzate, rispettando il distanziamento fisico di almeno un metro tra i giocatori delle stesso tavolo e tra tavoli adiacenti. Auspicabile, anche se non obbligatorio, l’utilizzo dei guanti monouso.

Per la lettura dei giornali si affida al gestore del locale l’obbligo di assicurare prima e dopo la manipolazione della copia la sanificazione delle mani degli utenti, che dovranno indossare obbligatoriamente la mascherina. Al gestore viene anche raccomandato di mettere a disposizione più copie della medesima testata e di rimuoverle a fine giornata.

 




Nel primo semestre fatturato aziende crolla del -19,7%. La provincia in maggiore sofferenza è Biella

Fatturato in caduta libera (-19,7%) per le aziende italiane (spa e srl) nel primo semestre dell’anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro. Il dato emerge dall’Osservatorio sui Bilanci delle SRL 2018 e stime 2020 del Consiglio e della Fondazione Nazionali dei Commercialisti che ha misurato l’impatto dell’emergenza COVID-19 ed il relativo lockdown sul fatturato delle società di capitali nei primi sei mesi dell’anno.

Nell’analisi sono considerate circa 830 mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di eurol’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici. L’Osservatorio sui bilanci dei commercialisti elabora i dati presenti nella banca dati AIDA di Bureau van Dijk.

In Piemonte la provincia in maggior sofferenza è Biella (-24,5%). Questi i dati delle altre province piemontesi: Torino (-22%), Vercelli(-22%), Novara(-23,3%), Cuneo(-20,2%), Asti(-21%), Alessandria(-21,3%) e Verbano-Cusio-Ossola(-23,5%).

 

Tra le province ad accusare maggiormente gli effetti della pandemia, Potenza (-29,1%), Arezzo (-27,2%), Fermo (-26,3%), Chieti (-25,8%) e Prato (-25,3%) con performance peggiori del dato nazionale, mentre resistono meglio Siracusa (-13,7%), Cagliari (-13,8%), Roma (-16,1%), Genova (-16,5%) e Trieste (16,7%).

 

Tabella Prime 10 province per perdita di fatturato

Province VAR VAR %
1 Potenza -1.345.023 -29,1%
2 Arezzo -2.130.648 -27,2%
3 Fermo -599.902 -26,3%
4 Chieti -1.899.450 -25,8%
5 Prato -1.175.646 -25,3%
6 Pordenone -1.668.595 -25,3%
7 Pesaro e Urbino -1.499.230 -25,0%
8 Lecco -1.852.282 -24,8%
9 Terni -691.224 -24,7%
10 Biella -765.987 -24,5%

 

 

 

A livello di macroarea la maggior sofferenza si avverte nel Nord-Est (-21,3%), mentre  le isole (-17,6%) fanno registrare la minor perdita in termini di variazione percentuale.  Nel dettaglio emerge come nel solo mese di aprile, unico mese ad essere sottoposto interamente agli effetti della fase 1 del lockdown, la perdita di fatturato calcolata sulla base delle simulazioni descritte è pari a 93 miliardi di euro (-39,1%).

 

Tabella Simulazioni fatturato primo semestre 2020 società di capitali e variazioni annuali

MACROAREE 2020 2019 VAR VAR %
NORD-EST 253.583.863 322.064.990 -68.481.127 -21,3%
NORD-OVEST 488.347.999 606.833.534 -118.485.535 -19,5%
CENTRO 279.567.872 342.009.069 -62.441.197 -18,3%
MERIDIONE 84.934.829 107.846.051 -22.911.221 -21,2%
ISOLE 33.653.748 40.840.551 -7.186.803 -17,6%
ITALIA 1.140.088.310 1.419.594.194 -279.505.884 -19,7%

 

Le differenze territoriali riflettono la diversa struttura produttiva territoriale, soprattutto la differente composizione del peso del fatturato proveniente dalle attività industriali e del commercio che esprimono il peso maggiore in termini di fatturato delle società di capitali italiane e che risultano essere anche le attività più interessate dal lockdown. In particolare, il fatturato delle società di capitali dell’industria e di quelle del commercio, complessivamente prese, pesa per il 69% sul fatturato totale. Inoltre, nel corso della fase 1 del lockdown, il fatturato delle società appartenenti ai settori chiusi per decreto è stato pari a 41,2% per l’industria e 43,9% per il commercio, con molti sottosettori con valori anche pari al 100% (ad esempio l’intero comparto automobilistico).

 

“Quella che emerge dalle nostre simulazioni sulla perdita di fatturato delle società di capitali italiane nel primo semestre dell’anno – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani –  è una cifra impressionante che non può non destare enorme preoccupazione per il destino delle imprese italiane”.

 

“Adesso – aggiunge Miani – è urgente intervenire per spingere la ripresa, sia con interventi di alleggerimento della pressione finanziaria sulle imprese, a partire dal versante fiscale, sia con interventi che rafforzino il clima di sicurezza generale e quello più specifico nei settori produttivi. Non ci sembra appropriato l’eventuale intervento sull’Iva, oneroso per il bilancio pubblico ma molto poco stimolante per la ripresa di consumi e investimenti, mentre molto importanti appaiono gli interventi di stimolazione produttiva come l’ecobonus al 110%, a patto però che vengano lanciati velocemente in un quadro regolatorio il più chiaro e trasparente possibile”.

 

Oltre a ciò, secondo Miani “sarà fondamentale disegnare nel medio periodo una riforma fiscale che completando il riequilibrio ormai interrotto tra la tassazione sul lavoro e quella sui consumi, riduca la pressione fiscale sul ceto medio e sui giovani, così da favorire sia un accrescimento del reddito spendibile da parte delle famiglie con figli, che hanno una più elevata propensione al consumo, sia incentivando la propensione a lavorare delle fasce più deboli e l’emersione del nero”.




Consiglio regionale: istituita la Commissione Autonomia

Il Piemonte istituisce la Commissione permanente Autonomia, per trattare i provvedimenti appunto relativi ad autonomia differenziata, affari istituzionali, federalismo ed Enti locali. Con il voto a maggioranza dell’Assemblea, ai sensi del capo decimo dello Statuto (necessario per modificare il regolamento interno) è stata approvata nel pomeriggio del 7 luglio la proposta di deliberazione, primo firmatario il presidente del Consiglio Stefano Allasia.

Con l’approvazione di emendamenti presentati da Riccardo Lanzo (Lega) tra le competenze è stata inserita pure la Comunità di lavoro Regio insubrica e frontalierato.

“Sono fiero del risultato raggiunto, la costituzione della Commissione autonomia è un traguardo storico per il Piemonte – ha dichiarato Allasia -. Ringrazio tutta l’assemblea legislativa, la maggioranza ma anche le minoranze per il senso di responsabilità dimostrato. La nostra regione si appresta ad affrontare una sfida di maturità e serietà: il percorso non sarà semplice, ma sono certo che servirà a garantire migliori condizioni di efficienza e benessere a tutti i piemontesi, nel segno del principio di sussidiarietà”.

Nello specifico, la Commissione si occuperà dell’analisi e del monitoraggio del percorso di riconoscimento di particolari forme di autonomia di cui all’articolo 116 della Costituzione e della valutazione delle ricadute gestionali delle funzioni nelle materie oggetto di autonomia differenziata. Avrà otto componenti.

Nel dibattito che ha preceduto la votazione, Marco Grimaldi (Luv) si è detto contrario a istituire la Commissione Autonomia, ritenendola “inutile e dannosa; la Giunta dimostra di non gestire i poteri ordinari e ne chiede di straordinari”. Secondo Raffaele Gallo (Pd) “la scelta migliore sarebbe stata una Commissione non permanente”, mentre per Carlo Riva Vercellotti (Fi) “questa Commissione deve diventare fondamentale anche nei rapporti con le autonomie locali e in generale con i Comuni, grandi e piccoli”.

A parere di Sean Sacco (M5s) “durante l’emergenza Covid più volte il Piemonte ha chiesto l’ausilio romano per intervenire. Spero che questa Commissione dia più coraggio all’amministrazione Cirio, senza aspettare Roma per togliere le castagne dal fuoco”.

Nelle dichiarazioni di voto, Alberto Preioni (Lega) ha sottolineato la soddisfazione “per chi come noi ha una lunga storia politica di autonomismo”. Per Silvio Magliano, “una Commissione speciale sarebbe stata più opportuna, con una maggior capacità di lavoro, esaurendosi a fine legislatura”.




Green Deal 2030: solo il 45% delle impree agricole avanzate ha avviato un percorso di investimenti

La Commissione Europea con le strategie del Green Deal sull’economia circolare, la biodiversità e “farm to fork” ha recentemente presentato il proprio progetto per l’agricoltura del futuro.

È su questi binari tracciati che si disegneranno le prossime politiche per il settore primario le quali, nelle intenzioni di Bruxelles, disporranno nel periodo 2021-2027 di 402 miliardi di euro (compresi i 45 in dote al nuovo strumento di rilancio economico Next Generation EU), dei quali 348 a favore della nuova PAC.

La parola d’ordine è quindi sostenibilità. Ma le imprese agricole italiane sono pronte a farsi interpreti dei nuovi indirizzi green europei?

Per rispondere a questa domanda, nell’ambito dell’iniziativa AgriCOMMUNITY, Nomisma – con la collaborazione di Edagricole – ha realizzato un’indagine diretta, che ha coinvolto all’inizio del 2020 oltre 1.000 imprese agricole italiane avanzate (con una SAU media di 63 ettari). Ecco cosa emerge.

Gli orientamenti europei per un’agricoltura sostenibile prevedono significativi obiettivi di riduzione d’impiego degli input chimici (agrofarmaci e fertilizzanti) entro il 2030, con un parallelo incentivo alla crescita dei sistemi di produzioni biologica, che dovrebbero coinvolgere almeno il 25% della superficie agricola.

Poco meno di un quarto delle imprese avanzate del campione AgriCOMMUNITY ha adottato il sistema di coltivazione biologica, con un’incidenza sulla propria superficie agricola pari al 18%, alcuni punti percentuali al di sopra della media nazionale (15%). Analogamente il 24% delle imprese adotta sistemi di produzione integrata (con un peso sulla superficie agricola pari al 18%). Anche in questo caso sono realtà attente alla sostenibilità, ma non menzionate nei documenti della Commissione.

Sebbene sia prevista una contrazione dell’uso degli input chimici, in una logica di salvaguardia della produttività dell’impresa e quindi della sua competitività, l’utilizzo dei mezzi tecnici – non solo fertilizzanti e agrofarmaci, ma anche mangimi e sementi certificate – è ritenuto importante da un ampio numero di imprese del campione, sempre superiore ai due terzi.

Un possibile percorso per conciliare le due esigenze può essere offerto da un uso più razionale dei mezzi tecnici, che può essere conseguito, nelle intenzioni della Commissione, grazie ad una maggiore diffusione delle tecnologie dell’agricoltura 4.0. Tuttavia un’adozione del precision farming su vasta scala sembra ancora molto lontana.

Appena il 24% delle imprese agricole avanzate intervistate dispone di un parco macchine con un’età media inferiore ai dieci anni e solo un ristretto numero di esse possiede macchine con sistemi di guida assistita/semi-automatica/GPS integrato (13%), di applicazione a dosaggio variabile (6%) o altre tecnologie come centraline meteo o sensori (rispettivamente 11% e 4%.).

Su questo fronte è necessario un forte slancio in avanti, ottenibile attraverso investimenti diretti delle imprese, grazie al supporto del mondo del contoterzismo, il quale può fornire risposte a quella parte del tessuto produttivo di più piccole dimensioni, per le quali l’acquisto di queste tecnologie non sarebbe economicamente giustificato.

In termini di tecnologie, l’attenzione va posta anche sull’adozione di sistemi irrigui a risparmio idrico, presenti nel 64% delle imprese agricole avanzate e fra queste solo per il 30% con sistemi a risparmio idrico (Irrigazione localizzata e micro-irrigazione superficiale, subirrigazione, ecc.). Un altro fronte riguarda quello delle energie rinnovabili, fortemente sostenute dalla Commissione, che sono presenti in circa un terzo delle imprese del campione AgriCOMMUNITY, ed in gran parte fanno riferimento al fotovoltaico.

“Il quadro che emerge dalla nostra indagine mostra che per perseguire gli obiettivi europei le imprese agricole dovranno agire sulla leva degli investimenti”, spiega Ersilia Di Tullio, coordinatrice scientifica di AgriCOMMUNITY.

“Tuttavia, anche in un campione avanzato, solo il 56% si dichiara intenzionata ad investire nei prossimi anni, soprattutto in macchine e tecnologie al 34% delle preferenze – prosegue Di Tullio – mentre una parte rilevante pari al 29% delle imprese, pur volendo intraprendere questo percorso, non è in condizioni di farlo. A queste si aggiunge una quota del 15% imprese che si dichiara non interessata ad un progetto di investimento”.

In questo scenario è comprensibile come appena il 40% delle imprese abbia in corso un prestito bancario e la partnership con gli istituti di credito riguardi le imprese di maggiori dimensioni e più performanti. Un comportamento simile emerge anche nei confronti dei servizi assicurativi a testimonianza di come nell’agricoltura italiana, anche avanzata come nel campione AgriCOMMUNITY, siano ancora presenti imprese traiettorie di sviluppo molto diverse.

“Nella sfida del Green Deal europeo gli agricoltori dovranno assumere un ruolo centrale, da protagonisti – osserva Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo – Come abbiamo più volte sottolineato, infatti, c’è il rischio che di fronte a nuovi vincoli produttivi, come la riduzione di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi, il piano in chiave ambientale lanciato dalla Commissione Ue sia male interpretato e visto come una penalizzazione, anziché un’opportunità.

Per questo l’esecutivo dovrà incentivare finanziariamente gli agricoltori a adottare pratiche ecologiche più rispettose dell’ecosistema e a investire maggiormente nelle tecnologie digitali. Un po’ come è successo per le produzioni biologiche, che a livello comunitario hanno funzionato anche grazie agli incentivi erogati, sia nella fase di transizione dal convenzionale al bio, sia nel mantenimento e nella loro diffusione mettendo al bando la chimica”.

 

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Csi, un Odg lo conferma consorzio pubblico

Approvato l’ordine del giorno “Riconoscimento a livello internazionale di tecnologia e know how del Csi”, primo firmatario Marco Grimaldi (Luv), con le modifiche concordate con la Giunta regionale.

Era uno degli atti d’indirizzo collegati al disegno di legge 83 “Misure urgenti di adeguamento della legislazione regionale (collegato)”.

L’Odg approvato impegna la Giunta regionale “a rilanciare il Csi come consorzio pubblico ed ente strumentale della Regione Piemonte per salvaguardare una eccellenza di tecnologia e know-how riconosciuti a livello internazionale”.

In precedenza era stato approvato un emendamentio all’Omnibus che modifica la disposizione che definiva il Csi “ente di diritto pubblico” trasformandolo in “ente di diritto privato in controllo pubblico”

Gli altri 58 documenti collegati, oltre a quello ritirato di Valter Marin (Lega), sempre con primo firmatario Grimaldi, sono stati tutti respinti.




Unioncamere Piemonte: il Covid aggrava le criticità del manufatturiero piemontese

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 194ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.

A causa dell’emergenza Covid-19 la rilevazione è stata posticipata ed è stata condotta nei mesi di maggio e giugno con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2020, ha coinvolto 1.859 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 93.848 addetti e un valore pari a circa 51,9 miliardi di euro di fatturato.

Dalla’indagine emerge come, nel periodo gennaio-marzo 2020, la produzione industriale piemontese abbia registrato un crollo del -5,7% sull’analogo periodo dell’anno precedente. L’indicatore in questi ultimi anni aveva già evidenziato un graduale indebolimento (-0,5% in media d’anno 2019, +1,0% nel 2018, +3,6% nel 2017), la pandemia di Covid-19, sebbene iniziata solo a metà del trimestre in esame, ha aggravato ulteriormente le criticità presenti, impattando in maniera violenta sul comparto manifatturiero regionale.

 

Il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia, ha commentato:

Il Piemonte sta vivendo un’altra crisi, del tutto imprevista e nuova. Le imprese hanno fatto del loro meglio per adattarsi, riconvertirsi o modificare le proprie produzioni. Spesso con grande creatività e inventiva. Ma ora spetta all’intero mondo istituzionale dare una risposta concreta e ampia ai vari settori che, purtroppo, continuano a soffrire: dal turismo al commercio, dall’industria all’artigianato e all’agricoltura.

Le aspettative degli imprenditori per il secondo trimestre sono ancora improntate al pessimismo, per le chiusure del mese di aprile: non abbiamo più tempo, dobbiamo adottare soluzioni efficaci che permettano ai nostri imprenditori di traghettare le proprie aziende al di là di questa emergenza. E penso al ruolo importante del credito, della cassa integrazione, del sostegno all’export. Sfruttiamo con lungimiranza le risorse che l’Europa ci mette a disposizione: guardiamo con coraggio all’innovazione e alla trasformazione digitale, veri passepartout dello sviluppo economico”.

Teresio Testa, Direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo ha dichiarato: “In questa situazione imprevedibile e sotto molti aspetti drammatica abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile per contenere l’onda d’urto. Basti pensare che nei mesi di marzo e aprile la banca ha processato oltre 600mila pratiche di credito, rispetto ad un milione di pratiche all’anno lavorate precedentemente all’emergenza provocata dal Covid-19. Questo grazie alla digitalizzazione e al lavoro di task force che hanno affiancato le nostre filiali sul territorio.

Ricordo i passaggi chiave: la moratoria immediata, già a febbraio, per mutui e prestiti, la conversione delle linee di credito per dare liquidità e consentire i pagamenti di fornitori e stipendi, i finanziamenti aggiuntivi agevolati, i plafond dedicati ai settori più colpiti come il turismo e l’artigianato, i prestiti fino a 25.000 euro con preammortamento a due anni – ad oggi solo in Piemonte 10.000 erogazioni già sul conto corrente dei clienti -, i prestiti con garanzia Sace ed infine l’anticipo della cassa integrazione in deroga, una misura, secondo noi, di alta responsabilità sociale. L’emergenza non è finita e i dati parlano chiaro, ma finalmente possiamo ora lavorare con la prospettiva della ripartenza.

In Piemonte abbiamo donato 1,7 milioni di euro al sistema sanitario e nei primi sei mesi dell’anno abbiamo messo a disposizione 2 miliardi alle piccole e medie aziende. Con questo abbiamo voluto dire che per questa Regione abbiamo cuore e gambe. Adesso bisogna unire capacità e intelletti per plasmarne il futuro. Per le pmi della filiera stiamo lavorando ad accordi specifici con le imprese champion, a livello istituzionale stiamo partecipando attivamente al dialogo con mondo imprenditoriale, università e amministrazioni pubbliche, e che sono convinto darà i suoi frutti”.

“L’economia italiana – ha affermato Fabrizio Simonini, Regional Manager Nord Ovest UniCredit – ha subito un arresto improvviso a causa della crisi epidemiologica che si è abbattuta sul Paese. Fin da subito, abbiamo studiato tutte le modalità di supporto agli imprenditori che hanno visto la propria attività bloccata dalle disposizioni governative. Da inizio crisi abbiamo erogato più di un miliardo di euro a circa 47 mila aziende italiane che hanno presentato le richieste per un finanziamento fino a 25 mila euro con garanzia dello Stato, sulla base del decreto liquidità.

In Piemonte, solo per portare alcuni esempi, abbiamo supportato la ripresa dell’attività di realtà importanti come Venchi, storica azienda produttrice di cioccolato e gelato di altissima qualità, il Gruppo Cellino, che conta 9 impianti produttivi e circa 500 dipendenti nel settore dell’acciaio e alluminio in provincia di Torino, Eutourist, azienda specializzata nella settore della ristorazione collettiva.

Le iniziative a sostegno del territorio non sono finite qui. Abbiamo anche scelto di anticipare alla Regione Piemonte una donazione di 500 mila euro, frutto dei fondi che verranno raccolti nel corso dell’anno tramite UniCredit Card Flexia Classic Etica, e affiancato la Croce Rossa di Torino e Cuneo con una donazione di oltre 35 mila euro per l’acquisto di mascherine, materiale sanitario e dispositivi medici. In definitiva, abbiamo garantito un supporto a realtà imprenditoriali, enti e associazioni piemontesi, per non lasciarle sole ad affrontare la crisi”.

Il calo della produzione industriale si associa all’andamento negativo evidenziato da tutti gli altri principali indicatori. Gli ordinativi frenano del 5,9% sul mercato interno e del 2,6% sul mercato estero. La flessione del fatturato totale si attesta al 4,8%, la componente estera cala del 2,9%. Il grado di utilizzo degli impianti scende di 10 punti rispetto all’analogo periodo del 2019.

 

A livello settoriale, fatta eccezione per il comparto alimentare, che ha mostrato una sostanziale stabilità (+0,1%) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, tutti i principali comparti della manifattura regionale hanno evidenziato cali significati.

Il settore più colpito è stato quello della meccanica, la produzione di questo comparto è crollata dell’11,6%. Decisamente negativo anche il risultato dell’industria dei metalli (-8,4%). Non sono andati molto meglio il comparto dei mezzi di trasporto, che ha registrato una contrazione della produzione del 7,4% e la filiera tessile (-6,4%). L’industria del legno e del mobile (-4,1%) ha segnato una contrazione inferiore alla media regionale, così come il settore dell’elettricità e dell’elettronica (-2,8%) e quello della chimica/plastica (-1,1%).

 

Focalizzando l’attenzione sui mezzi di trasporto, settore cardine della manifatturiera regionale, va evidenziato come il calo complessivo sia dovuto a un crollo della produzione di autovetture, pari al 25,6%, nonché a una contrazione a doppia cifra dell’aerospazio (-15,9%).

Il fermo delle attività produttive non ha guardato alla dimensione aziendale. Nel I trimestre 2020 tutte le classi dimensionali hanno infatti mostrato un calo della produzione, che è risultato più accentuato per le micro (0-9 addetti; -7,7%) e le grandi imprese (oltre 250 addetti; -8,3%). Le piccole realtà (10-49 addetti) hanno registrato una contrazione produttiva del 3,0% rispetto al I trimestre 2019 e le medie aziende (50-249 addetti) un calo del 4,0%.

Il segno meno ha caratterizzato la produzione industriale del tessuto manifatturiero di tutte le province piemontesi.

La battuta d’arresto più pesante ha riguardato, in questi primi tre mesi del 2020, le aziende del Verbano Cusio Ossola (-9,6%). Il capoluogo regionale non si è discostato di molto, segnando una flessione del 6,5% rispetto all’analogo periodo del 2019. Un calo in linea con quello medio piemontese è stato registrato a Novara (-5,7%). La produzione manifatturiera è diminuita rispettivamente del 5,0% e del 4,7% a Biella e a Vercelli. Flessioni leggermente più contenute, grazie alla tenuta dell’industria alimentare, sono state invece segnate nei territori del sud del Piemonte. Alessandria ha evidenziato una riduzione della produzione del 4,2%, Asti un calo del 4,1% e Cuneo del 2,7%.




Unioncamere: La manifattura in Piemonte al tempo del Covid-19. I risultati del I trimestre 2020

Unioncamere Piemonte – nell’ambito della collaborazione con Intesa Sanpaolo e UniCredit – diffonderà i risultati dell’indagine congiunturale sull’industria piemontese nel I trimestre 2020 durante una conferenza stampa che si terrà su piattaforma Google Meet, in videoconferenza:

Martedì 30 giugno 2020, h. 11.30

Link per accedere: https://meet.google.com/ptc-aktv-evc

È possibile accedere anche via telefono: +39 02 3046 1817 (PIN: 873174945)

Dopo i saluti del Presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia, la responsabile dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte Sarah Bovini analizzerà la performance congiunturale del periodo gennaio-marzo 2020 e farà un approfondimento sull’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla manifattura piemontese.

Commenteranno i dati Teresio Testa, Direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo e Fabrizio Simonini, Regional Manager Nord Ovest UniCredit.




Omnibus, raggiunto un accordo tra maggioranza e opposizione

Raggiunto un accordo sulla discussione e votazione dell’Omnibus, collegato al Riparti Piemonte. Lo ha annunciato nel Consiglio regionale in videoconferenza lo stesso presidente della Giunta Alberto Cirio, che ha anche ringraziato il presidente del Consiglio Stefano Allasia, i capigruppo di maggioranza e opposizione, nonché gli assessori interessati, per il lavoro di mediazione svolto.

“I programmi vanno naturalmente realizzati di concerto con l’attività d’Aula, non con l’accordo di tutti, ma nel rispetto delle prerogative di chi governa e di chi rappresenta la minoranza. L’intesa si è trovata con un compromesso di metodo che ci permette di far tutti il nostro lavoro al meglio”, ha spiegato Cirio. Il presidente ha parlato di un metodo di lavoro condiviso, “che rispetti il ruolo delle opposizioni, ma anche quello della maggioranza che deve portare avanti il suo programma elettorale secondo il mandato degli elettori”.

L’assessore Maurizio Marrone ha precisato che “rispetto ai temi più divisivi si è giunti allo stralcio di otto specie cacciabili, si è ridotto l’orario di tiro notturno e altro. Si è ritirato l’emendamento sul gioco legale, pur ribadendo la volontà politica di rivedere questa norma con maggior approfondimento”. Marrone ha annunciato anche il ritiro dell’emendamento 13 su Arpa e un passaggio importante, quello che riguarda l’emergenza sanitaria Covid-19. “Si conferma l’indagine conoscitiva in quarta Commissione, ma con la disponibilità di delegare la direzione dei lavori a un esponente che sarà indicato dalla minoranza”.

Come conseguenza, gli oltre 5.700 emendamenti presentati dalle opposizioni dovrebbero essere man mano ritirati o si converrà una votazione rapida. In ogni caso, il Consiglio resta convocato martedì (solo pomeriggio), mercoledì e giovedì sino alle 20 e si ritiene che la votazione finale slitterà comunque alla settimana ancora successiva.

Martedì mattina è convocata in sede legislativa la terza Commissione. Si voterà direttamente per far diventare legge la possibilità di anticipare i saldi, visto il periodo eccezionale. Di fatto, è stato ritirato l’emendamento dell’omnibus che prevedeva “in casi straordinari legati a gravi eventi calamitosi per i quali è stato decretato lo stato di emergenza, la Giunta regionale, sentite le associazioni del settore commercio più rappresentative a livello regionale, può adottare provvedimenti di deroga” per i periodi delle vendite straordinarie. Il testo sarà ribaltato in un Disegno di legge.

Giorgio Bertola (M5s) ha ringraziato “Cirio e Marrone per l’opera di dialogo. È doveroso rendere pubblico quanto avvenuto nei colloqui di questi giorni. Il nostro compito come consiglieri di opposizione, oltre al controllo, è anche quello di portare qualcosa del nostro programma o quantomeno di riduzione di ciò che noi riteniamo negativo. Quindi abbiamo pensato di operare nel senso della riduzione del danno e in quest’ottica ritengo che la salvaguardia di ben otto specie dalla caccia, sia un buon risultato”. Più critico il capogruppo M5s Sean Sacco, intervenuto successivamente.

Il presidente del Pd Raffaele Gallo ha spiegato che “ci siamo confrontati, ma abbiamo vissuto una brutta pagina. Mi auguro che d’ora in poi si possa lavorare in modo normale, portando i provvedimenti in Commissione e facendo fare a ciascun partito la sua parte. Bene il ritiro degli emendamenti, bene l’avvio di un confronto in Commissione, sia sul tema del gioco, sia sul tema dell’attività venatoria. Il confronto sarà serrato, ma è così che deve essere”.

Per la maggioranza sono intervenuti i capigruppo Paolo Bongioanni (Fdi) e Paolo Ruzzola (Fi) esprimendo soddisfazione per il lavoro di regia e di mediazione svolto da Cirio. Critici Mario Giaccone (Monviso) e Marco Grimaldi (Luv) che ha sottolineato: “Ci sono tanti motivi per cui resta il dissenso. Per esempio decidere con le opposizioni un giorno in cui il provvedimento sarà votato non ha senso. È legittimo che per ottenere qualcosa si ritirino degli emendamenti, ma per quanto ci riguarda non siamo nemmeno soddisfatti della sottocommissione Sanità proposta dalla Lega”.

Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha a sua volta espresso soddisfazione per l’accordo trovato: “Sappiamo che abbiamo l’onere e l’onore di governare, ma anche che ci sono dei momenti nei quali vada trovata la sintesi con l’opposizione”.




Consiglio regionale: Urp e biblioteca, riapertura parziale dei servizi dal 29 giugno

Dal 29 giugno l’Ufficio relazioni con il pubblico del Consiglio regionale, in via Arsenale 14/g, e la Biblioteca della Regione Piemonte ripristineranno una parte dei loro servizi aperti al pubblico nel pieno rispetto delle norme di sicurezza.

Saranno aperte tutte le attività di sportello dell’Urp, che sarà accessibile senza prenotazioni, un utente alla volta. Chi desidera avvalersi del servizio di supporto per la compilazione delle istanze da inoltrare al Corecom relative al procedimento di conciliazione delle controversie tra utenti e operatori di comunicazioni elettroniche potrà accedere allo sportello Urp previa misurazione della temperatura, presso la portineria di via Arsenale 14, poiché si tratta di un servizio che prevede la permanenza negli ambienti per almeno 15 minuti.

Sempre presso la sede dell’Urp sarà attivato uno sportello della Biblioteca che renderà disponibili i servizi di prestito e restituzione dei libri, compresi quelli del sistema bibliotecario dell’area metropolitana. La consegna dei libri potrà avvenire su prenotazione, via telefono al numero 011 5757371, oppure via email all’indirizzo , allo scopo di fissare data e orario per il ritiro presso l’Urp.

L’Urp osserverà i consueti orari di apertura: dal lunedì al giovedì 9-12.30 e 14-15.30, venerdì 9-12.30.




Consiglio regionale Piemonte: nomine con scadenze al 3 e al 9 luglio

Sono iniziate le procedure per le candidature relative alle nomine che l’Assemblea legislativa deve effettuare nel secondo semestre del 2020.

La data ultima per la presentazione delle candidature è stabilita per il 9 luglio.

  • Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese – A.N.A.Bo.Ra.Pi. – un rappresentante al Consiglio direttivo.
  • Associazione d’irrigazione Ovest Sesia – Consorzio d’irrigazione e Bonifica – un membro effettivo e un membro supplente al Collegio dei Revisori dei Conti.
  • Fondazione per la Ricerca l’Innovazione e lo Sviluppo Tecnologico dell’Agricoltura Piemontese – 3 componenti per il Consiglio di Amministrazione.
  • Centro Piemontese di Studi Africani – C.S.A. – un rappresentante nel Consiglio di Amministrazione.
  • Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino – un membro al Consiglio di Amministrazione – un componente effettivo per il Collegio dei Revisori dei Conti.
  • Associazione “Museo Nazionale dell’Automobile Avvocato Giovanni Agnelli ‘MAUTO’” – un membro al Consiglio di Amministrazione.
  • Ente ACLI Istruzione Professionale EN.A.I.P. – un sindaco effettivo e un sindaco supplente nel Collegio Sindacale.
  • Parco Nazionale del Gran Paradiso – un membro per il Collegio dei Revisori dei Conti.
  • Ente di Gestione dei Sacri Monti – un membro del Comitato Scientifico.
  • Ente Nazionale della Val Grande – un componente nel Collegio dei Revisori dei Conti.
  • Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta – un componente del Consiglio di Amministrazione.
  • Fondazione per l’Ambiente “Teobaldo Fenoglio” – ONLUS – un membro nel Collegio dei Revisori dei Conti.

Sono anche stati riaperti i termini fino al 3 luglio per

–  Commissione Tecnico Consultiva per la Tutela del Patrimonio Speleologico della Regione Piemonte – 3 rappresentanti.

Osservatorio piemontese di frutticoltura “Alberto Geisser” – un revisore per il Collegio dei Revisori.

Collegio convitto municipale Trevisio di Casale – un componente nel Consiglio di amministrazione – un revisore nel Collegio dei Revisori;

Fondazione D.O.T. – Donazione Organi e Trapianti ONLUS – un membro nel Consiglio di Amministrazione.

Fondazione “Educatorio della Provvidenza” – 2 membri del Consiglio di Amministrazione.

Sono mantenute valide le candidature già pervenute che, quindi, non dovranno essere ripresentate.

Modalità di candidatura, modulistica e contatti per informazioni sono disponibili all’indirizzo

https://bandi.cr.piemonte.it/web/comunicati-commissione-nomine