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Recovery Plan. Confartigianto imprese: Un’occasione che non deve essere sprecata

Anche il nostro tessuto imprenditoriale necessita di un vaccino per sconfiggere le malattie croniche che bloccano il sistema di micro e piccole imprese del nostro Paese e del Piemonte (costituito da 117mila circa imprese artigiane). Le riforme, per le quali il recovery plan è il nostro libro dei sogni, rappresentano il vaccino per colmare i ritardi dell’Italia accumulati negli anni, ancora prima della crisi sanitaria, ancora in corso”.

Ad affermarlo Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte che aggiunge: “nel frattempo però bisogna anche gestire l’emergenza e per farlo servono provvedimenti straordinari: ci preoccupano le scadenze fiscali e quelle dei crediti. La moratoria che scade il 30 aprile va rinnovata per evitare che le imprese, alla riapertura, si ritrovino strangolate da adempimenti fiscali e mutui. Chiediamo, in sintesi, un biennio fiscale bianco. Ma per pensare seriamente ad una ripartenza occorre avviare delle riforme profonde del nostro sistema che rimane quello con un fisco troppo alto, un’inadeguata digitalizzazione della PA, una giustizia lenta, una burocrazia asfissiante.”

 

“Per garantire una vitale accelerazione della crescita dell’economia italiana -afferma Felici-vanno migliorate le condizioni di competitività delle imprese, anche attraverso una maggiore efficienza dei servizi erogati dalla Pubblica amministrazione. Una sfida non da poco, considerato il momento storico.”

 

In un sondaggio effettuato da Confartigianato Imprese  emerge che il 15% delle piccole e medie imprese del Piemonte ha perso il 50% del fatturato ed il 32% è a rischio operativo. Ecco perché non si può sbagliare la misura dei prossimi interventi.

 

Non si può dimenticare però che l’Italia, secondo la comparazione internazionale del rapporto Doing Business 2020 della Banca Mondiale (2020), è al 58° posto nel mondo e terzultima nell’UE a 27, per facilità di fare impresa. E tutto questo ben prima della pandemia.

 

“Molteplici sono i ritardi da colmare nel nostro Paese – continua Felici –  in primis: fisco, burocrazia e giustizia, ma anche la svolta digitale, le opere pubbliche, i tempi di svolgimento degli appalti, l’emergenza occupazionale per giovani e donne sono obiettivi imprescindibili se si vorrà avviare una vera ripresa dopo la pandemia. Ricordiamoci che in tredici indicatori su venti esaminati nel confronto internazionale, l’Italia è agli ultimi tre posti tra i 27 paesi dell’Unione europea”.

 

“Per questo insistiamo  -riprende Felici – che il Recovery Plan deve tener conto delle esigenze delle piccole e medie imprese italiane che restano la spina dorsale del nostro sistema produttivo. Troppe volte in passato abbiamo assistito al varo di leggi, provvedimenti e strategie di investimento pensate solo per i grandi. Se si applicheranno le logiche utilizzate in passato, avremo sprecato un’occasione unica e irripetibile”.

«Chiediamo inoltre  – conclude Felici – di rendere stabili gli incentivi per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici, la proroga a tutto il 2023 del superbonus 110%, la valorizzazione degli appalti a km0, incentivi per collaborazione tra enti di ricerca pubblici e micro e piccole imprese e per favorire le reti di imprese impegnate in attività di economia circolare e di transizione ecologica».




Stop scuole, Confartigianato Cuneo: “Non si dimentichino imprese artigiane”

Un’economia senza la tutela della salute sarebbe inevitabilmente senza futuro. Condividiamo quindi, come Associazione imprenditoriale, i timori della Regione Piemonte per la recrudescenza sul nostro territorio dei contagi da Covid 19 e la scelta di mettere in campo tutte le misure necessarie per frenare la diffusione del virus.

Comprendiamo però, anche le criticità organizzative che emergono per migliaia di piccole imprese, le quali oltre ai problemi economici scaturiti dalla pesante crisi emergenziale, devono aggiungere la difficile conciliazione tra lavoro e famiglia».

Questo il commento di Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo a seguito della notizia di un nuovo possibile stop per due settimane alle lezioni in presenza nelle scuole cuneesi.

La pandemia in questi ultimi giorni ha ripreso a mordere, portandosi dietro nuove preoccupazioni e la necessità di rimettere in campo misure drastiche di contenimento della diffusione del virus. Tra queste, il ritorno alla DAD (didattica a distanza) per le scuole, che purtroppo, soprattutto per le imprese artigiane, genera problematiche gestionali non facilmente superabili.

«Per molte famiglie con figli in età scolare – sottolinea Crosetto – la didattica a distanza significa dover ricalibrare i ritmi lavoro- famiglia degli adulti, magari optando per un’alternanza in modalità “smartworking”. Per la maggior parte delle nostre imprese artigiane, questa scelta diventa ulteriormente complessa. I lavori manuali, dai servizi alla persona fino all’edilizia, richiedono la presenza fisica dei lavoratori e quindi per la gestione dei figli in caso di DAD, si profilano ulteriori sacrifici anche di tipo economico. Anche a questo proposito, Confartigianato Cuneo, tramite i suoi livelli regionali e nazionali di Sistema, sta sollecitando presso le sedi competenti l’erogazione tempestiva di adeguati ristori che possano alleviare alle imprese i disagi profondi causati dal perdurare dell’emergenza sanitaria».




Confartigianato Torino: Blocco dei licenziamenti e ammortizzatori sociali

“In attesa di sapere se ci sarà la proroga relativa al blocco dei licenziamenti dobbiamo iniziare a ragionare sul futuro delle nostre imprese per gestire la fase in cui, terminato il blocco dei licenziamenti, nelle aziende in grave difficoltà e con rapporti di lavoro compromessi si passerà dall’ammortizzatore al licenziamento. È necessario, comunque, uscire prima possibile dallo stallo tra chi invoca lo sblocco automatico dei licenziamenti e chi invece vuole tutele senza limite di tempo.” E’ il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino sulla possibile proroga relativa al blocco dei licenziamenti.

 

Mentre è ferma a metà ottobre l’erogazione della cassa integrazione per gli artigiani, anche se è prevista a giorni l’erogazione del restante mese di ottobre, novembre e dicembre, è incerto il numero degli esuberi nel settore artigiano. Guardando il quadro dell’erogazione della cassa integrazione degli artigiani di marzo e aprile scorso si evince che sono stati effettuati 54.272 bonifici  a marzo (per un importo di 18.768.900,68 euro) e 62.398 bonifici ad aprile (per un importo di 36.910.812,77 euro), mentre a luglio i bonifici sono stati 21.712, più che dimezzati rispetto a marzo, (per un importo di 4.497.224,79 euro), ad agosto sono ancora scesi a 9.920 (per un importo di 3.459.120,52 euro) infine a settembre si è ancora scesi a 8.577 (per un importo di 2.571.310,10 euro).

 

Oltre a questi dati che ci indicano una flessione rilevante del numero di lavoratori  in cassa integrazione nei mesi di marzo e aprile (periodo di lockdown totale) confrontati con i bonifici effettuati nel periodo di luglio e agosto (periodo in cui i lavoratori hanno usufruito delle ferie), per scendere ancora a settembre e ottobre (ultimi dati disponibili), i dati interni di Confartigianato Torino dicono di una crisi a macchia di leopardo con aziende che, pur in questa situazione difficile, cercano personale qualificato. In particolare, il settore dell’edilizia e tutta la filiera collegata come installatori, serramentisti, ecc., spinta in questo periodo dal bonus facciata con detrazione al 90%, ecobonus, sismabonus etc.

 

“Partiamo proprio da questa fotografia – prosegue De Santis – per attrezzarci ad agevolare ed accompagnare la ripartenza soprattutto se sarà differenziata tra settore e settore. Se l’ammortizzatore è stato provvidenziale nella fase acuta della crisi a preservare le professionalità aziendali ed il reddito dei lavoratori – aggiunge De Santis – quando finirà il blocco dei licenziamenti si dovrà gestire il passaggio, complesso, in cui le aziende in difficoltà apriranno le procedure di crisi e i conseguenti esuberi potranno diventare licenziamenti. Anche in questo caso è necessario garantire ai singoli lavoratori un sostegno al reddito ma ancora più urgente sarà garantire un reimpiego il più possibile immediato per valorizzare professionalità e competenze e per impedire problematiche gravi di coesione sociale.”

 




Meccanizzazione agricola in Piemonte: Arproma e Confartigianato incontrano il Governatore Cirio

250 imprese, che danno lavoro a oltre 5.500 addetti. Un fatturato di diverse centinaia di milioni di euro, di cui oltre il 50% realizzato sui mercati esteri.

Numeri importanti, che collocano il settore della meccanizzazione agricola piemontese ai vertici nazionali, contribuendo a portare il nostro Paese al secondo posto mondiale, dopo gli Stati Uniti.

In Piemonte, il comparto, nonostante le conseguenze economiche della crisi pandemica, durante lo scorso anno ha retto, facendo registrare anche una crescita di immatricolazioni: +24,6% per trattrici, +37,7 per mietitrebbiatrici, +40,7% per trattrici con pianale, +2,5% per rimorchi e +30,1% per sollevatori telescopici. Dati in netta controtendenza con le medie nazionali che hanno fatto mediamente segnare valori negativi.

«Si tratta – spiega Luca Crosetto, presidente di ARPROMA (Associazione Revisori e Produttori Macchine Agricole), nonché di Confartigianato Cuneo – di un comparto importante, composto per la quasi totalità da piccole e medie imprese, che genera un indotto ragguardevole. Un settore che da anni punta su innovazione, qualità, sicurezza, sostenibilità, design».

Per evidenziare il rilievo del settore nel panorama regionale, e per ragionare su come migliorare ulteriormente il dialogo tra Istituzioni e mondo delle imprese, APROMA e Confartigianato Cuneo hanno recentemente incontrato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’Assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il Consigliere regionale Paolo Demarchi.

Tra i temi all’ordine del giorno le misure per affrontare la crisi, il rilancio dell’economia attraverso incentivi e misure strutturali, la promozione di prodotti e territorio per valorizzare e far conoscere il “made in Piemonte” in tutto il mondo, l’attivazione di progetti integrati di filiera che mettano in rete settore agricolo con piccole e medie imprese.

«Ringraziamo il Presidente Cirio, l’Assessore Protopapa e i rappresentanti dell’Ente regionale – commenta Crosetto – per l’attenzione e la disponibilità accordataci. Alla Regione Piemonte chiediamo di far sedere al tavolo di progettazione del prossimo Programma di Sviluppo Rurale 2021-2027 non solo le organizzazioni agricole, ma tutte quelle di categoria che, sotto vari aspetti, hanno un rapporto di lavoro con il mondo rurale. Solo così si può ottenere un Piano di interventi a 360 gradi.

Da parte nostra, ARPROMA e Confartigianato, confermano fin d’ora la piena disponibilità nel mettere a fattor comune conoscenze tecniche e capacità progettuali per strutturare al meglio i piani di intervento».
«Inoltre, – aggiunge ancora Crosetto – servirà sempre maggiore formazione per i costruttori, gli utilizzatori e quanti si occupano dei controlli sulla sicurezza delle macchine agricole. Anche in questo caso attraverso un confronto continuo, conciliando le esigenze di tutti nel rispetto delle norme che, in gran parte, arriveranno, sempre di più, da disposizioni dell’Unione Europea».

E proprio sul tema europeo, durante il confronto con il Presidente Cirio – in passato Eurodeputato – Crosetto ha avuto modo di condividere alcune riflessioni, grazie alla sua posizione di vicepresidente europeo di SMEunited (Associazione europea dell’artigianato e delle PMI).

«Il nostro Paese – conclude Crosetto – si pone agli ultimi posti per utilizzo dei Fondi Strutturali europei. Nonostante in questi anni ci sia stato grande impegno da parte degli Europarlamentari italiani e di Enti preposti nel sostenere le ragioni dell’artigianato e delle PMI a livello comunitario, i risultati non sono tuttora soddisfacenti. Occorre una maggiore presa di coscienza della situazione da parte governativa, andando ad accelerare gli interventi necessari per un fattivo riequilibrio del nostro percorso di sviluppo con quello degli altri paesi membri della Ue».




Confartigianato Imprese Cuneo raccoglie l’appello dei sindaci del Monregalese

Scarso entusiasmo per la ripartenza dello sci ormai imminente e forte preoccupazione per un comparto, quello del turismo invernale, che da troppo tempo è in sofferenza con il concreto rischio di non poter più garantire la sopravvivenza di imprese e associazioni operanti nell’indotto.

Questi gli stati d’animo espressi dai dodici sindaci e rappresentanti dei comuni monregalesi afferenti al “sistema montagna”, i quali si sono collegati da remoto con i vertici di Confartigianato Imprese Cuneo per un confronto sulle problematiche economico-sociali dovute al lungo periodo di chiusura forzata, che ha coinvolto la stagione sciistica 2020-2021.

Obiettivo dell’iniziativa, organizzata dall’Associazione cuneese, il raccogliere le istanze dei vari territori legati all’economia della neve in un documento da presentare alle massime istituzioni locali per ottenere risposte tempestive ed efficaci.

Hanno partecipato al dibattito i rappresentati dei Comuni di Frabosa Soprana, Frabosa Sottana , Mondovi, Montaldo di Mondovi, Niella Tanaro, Pamparato, Roburent, Roccaforte Mondovi, San Michele Mondovi, Torre di Mondovi, Vicoforte, Viola.

Per l’Associazione cuneese sono intervenuti Luca Crosetto, presidente territoriale, Giorgio Felici, vicepresidente vicario e presidente regionale, Joseph Meineri, direttore generale, e i presidenti, Paolo Manera della zona di Mondovì e Sergio Rizzo della zona di Ceva.

Tra le criticità emerse, i pesanti danni economici generati da una stagione invernale più che dimezzata, l’ampliarsi delle difficoltà per le imprese che lavorano non soltanto nei centri montani, ma anche nei comuni limitrofi che indirettamente usufruiscono del turismo della neve, l’assenza quasi totale dei flussi turistici liguri a causa dello stop al trasferimento interregionale, la parametrazione dei ristori non solo sull’ultimo anno, piuttosto scarso di precipitazioni, ma sul decennio precedente, l’assenza di una progettualità di manutenzione del territorio per renderlo pronto ad una futura ripartenza.

«Tra i compiti della nostra Associazione – spiega il presidente Crosetto – vi è il mantenere accesi i riflettori sulle problematiche del territorio e delle sue imprese artigiane. Stiamo vivendo un periodo molto difficile non soltanto dal punto di vista sanitario, ma anche e soprattutto dal versante economico.

Dai dati emersi dalla piattaforma elettronica del nostro servizio di fatturazione alle aziende, nell’ultimo anno si evince un calo di fatturato di circa 30 milioni di euro. Una flessione molto dolorosa per un’economia che si basa prevalentemente sulle piccole e medie imprese. Abbiamo bisogno di instaurare massima collaborazione con le istituzioni locali, in particolare con i sindaci, che rappresentano le sentinelle del territorio, per individuare tutte quelle azioni utili a dare ossigeno a chi lavora e produce. Dalle parole dei primi cittadini intervenuti a questo incontro sono emerse criticità importanti di cui la nostra Associazione si farà portavoce al più presto presso gli organi competenti».

«Sono tanti gli asset sui quali si può agire – sottolinea il vicepresidente Felici – per dare sostegno alle imprese in difficoltà. Insieme ai comuni, ad esempio, si possono ideare progettualità per quei finanziamenti a fondo perduto stanziati dal governo proprio a favore dell’imprenditoria locale. Non dobbiamo inoltre dimenticare che a breve si dovranno compilare i programmi per l’utilizzo dei fondi europei e, a questo proposito, chiediamo ai sindaci di verificare che siano canalizzati prevalentemente verso l’economia reale, che è rappresentata per la maggior parte da piccole e piccolissime imprese e sono per una piccola percentuale da grandi aziende».

«Sono oltre un migliaio – conclude il direttore Meineri – le imprese artigiane che operano nei dodici comuni monregalesi presenti nella nostra call conference. Di questi, più della metà sono nostri associati e sappiamo quanto per loro sia “eroico” in questo periodo proseguire l’attività con questi continui stop and go dovuti alla pandemia.

Come Associazione in questo ultimo anno abbiamo attivato tutti i supporti necessari per attrarre finanziamenti a loro favore e abbiamo messo in campo alcune importanti iniziative promozionali, pur con le dovute limitazioni, come il progetto “Creatori d’Eccellenza”, attraverso il quale stiamo lanciando per il 2021 un forte messaggio green con le “Passeggiate gourmet” che unisce artigianato, turismo outdoor e ambiente.

Ma possiamo fare ancora di più lavorando in stretta sinergia con i comuni. Attraverso i finanziamenti a fondo perduto per le piccole imprese, messi in campo per i prossimi tre anni, potremmo ragionare insieme su varie tematiche, tra le quali il marketing digitale, l’accoglienza e la riqualificazione dei rifiuti, su quest’ultima magari creando dei tavoli comuni per evitare che si impongano nuovi balzelli alle imprese. La nostra Associazione è a completa disposizione delle istituzioni locali per offrire loro quei supporti di accompagnamento e di progettualità finalizzati a garantire il futuro alla nostra terra e alle sue imprese».




Lo sguardo di Confartigianato Imprese Cuneo verso la ripartenza

Bisogna essere popolo, sentirsi comunità. Solo in questo modo ci si può aiutare a vicenda e programmare un futuro sostenibile». Schietto e vibrante l’intervento introduttivo del prof. Roberto Zucchetti, docente di Economia dei Trasporti presso l’Università Bocconi di Milano, nel terzo incontro di approfondimento sull’economia locale e sulla sua ripartenza, dal titolo “Il Futuro nelle nostre mani: le sfide del territorio”, organizzato da Confartigianato Imprese Cuneo in collaborazione con il quotidiano La Stampa.

Divulgato in streaming sulla piattaforma de La Stampa.it, l’appuntamento ha visto la partecipazione di Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo; Giorgio Felici, vice presidente vicario e presidente di Confartigianato Piemonte; Joseph Meineri, direttore generale dell’Associazione cuneese. In rappresentanza delle Istituzioni sono intervenuti Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte; Federico Borgna, presidente della Provincia di Cuneo e sindaco del capoluogo; Mauro Gola, presidente della Camera di commercio di Cuneo e di Confindustria Cuneo; Gianna Gancia, europarlamentare. Ha moderato il dibattito Massimo Mathis, caporedattore della redazione cuneese de La Stampa.
L’avvio dei lavori è stato affidato al direttore generale Meineri, il quale ha sottolineato l’importanza della responsabilità sociale da parte di tutte le realtà operative sul territorio: istituzioni, associazioni, imprese e cittadini, e la necessità che questo valore non rimanga solamente una voce, ma prenda corpo in azioni concrete che diano sviluppo e sostenibilità all’economia e all’ambiente.

Partendo dalla frase attribuita all’economista francese del XIX secolo Frederic Bastiat “Dove non passano le merci, passeranno gli eserciti” ha proseguito il prof. Zucchetti sottolineando l’importanza della rete infrastrutturale e dei corridoi trans europei come strumenti di pace e sviluppo. «Non dimentichiamo – ha detto – che attraverso le strade passano anche cultura e idee. La nostra è un’economia di trasformazione manifatturiera, quindi abbiamo bisogno di importare per poi esportare. Il Piemonte è la quarta regione italiana per l’export, di conseguenza necessita di collegamenti moderni e plurimodali che ne favoriscano gli scambi. In tal senso diventa di importanza strategica, ad esempio, la galleria della Torino-Lione così come un concreto rilancio dell’intera industria ferroviaria che affianca le politiche di tutela ambientale: meno costi, meno consumi, meno inquinamento».

A seguire, concreto e puntuale il confronto con i rappresentanti delle Istituzioni, aperto dal presidente Crosetto. «Questo – ha spiegato – è il terzo di un trittico di appuntamenti che come Confartigianato Cuneo abbiamo voluto organizzare per confrontarci direttamente con tutti i rappresentanti del nostro territorio in ambiti istituzionali. Interpretando il pensiero di tutte le imprese del territorio cuneese che stanno vivendo un momento di grande incertezza, domandiamo ai nostri ospiti di ragionare su nuove strategie da mettere in atto per ripartire al più presto con vigore».

A rafforzare il tema dell’emergenza infrastrutturale nella Granda è intervenuto Mauro Gola, presidente della Camera di commercio di Cuneo. «Le infrastrutture sono essenziali – ha sottolineato – per garantire efficienza e sostenibilità. Non è possibile avere uno slancio verso il futuro senza i necessari supporti. L’isolamento cronico di cui soffriamo da troppo tempo, sta mettendo a dura prova anche la proverbiale vivacità imprenditoriale del Cuneese: nello scorso anno la Granda ha perso oltre 600 imprese, un indicatore che suona come un grave campanello d’allarme. Occorre ragionare in un’ottica più ampia. Le nostre infrastrutture sono datate ed è quindi necessario un intervento strutturale e coordinato. Il Recovery Fund è l’ultimo treno che possiamo cogliere, ma dovremo gestire bene le priorità, guardando alle nuove generazioni».

Sempre sulla carenza dei collegamenti ha poi parlato il vice presidente vicario Felici. «Il popolo romano costruiva strade con un’ottica espansionistica, noi oggi non stiamo neppure costruendo collegamenti interni, come possiamo programmare reti internazionali? La perdita dell’export delle imprese artigiane, secondo l’Ufficio studi di Confartigianato Piemonte sfiora il 50% e non è soltanto per l’emergenza sanitaria. La mancanza di tratte autostradali veloci sta penalizzando fortemente la nostra economia, così come la carenza di infrastrutture digitali. Inoltre, per sostenere le imprese bisognerebbe creare un tavolo strategico del credito insieme agli istituti bancari e, come già avviene con il PSR per il mondo agricolo, istituire un <Piano di Sviluppo Artigianale> per il comparto degli artigiani e delle PMI».

Sulle prospettive per il rilancio del territorio, ed in particolare sui Fondi europei, si è espresso il governatore piemontese Cirio. «Nella vita non si va avanti solo con i consigli, ci vogliono anche le risorse. Quando queste arrivano però bisogna saperle investire in modo adeguato. Il Recovery Plan è una sorta di Piano Marshall che potrebbe dare un concreto avvio alla ripartenza del nostro Paese. Al momento però ci sono ancora molte incertezze: chi se ne occuperà? Come Regioni vorremmo avere una parte attiva poiché, vivendo sui territori, ne comprendiamo al meglio le esigenze. Per quanto riguarda le infrastrutture, mi sono posto come obiettivo di vedere chiusa la partita della Asti-Cuneo entro la fine del mio mandato. Riguardo ai danni dell’alluvione, per il momento sono arrivati soltanto 15 milioni di euro che sono stati prontamente distribuiti ai comuni danneggiati. Si attendono per il nuovo anno ulteriori risorse. Intanto come Regione Piemonte abbiamo avviato anche la procedura per il Fondo di Emergenza Europeo. Infine, sul tunnel del Tenda la situazione non può sbloccarsi senza la nomina di un commissario, incarico che vedrei bene assegnato al presidente della Provincia Federico Borgna».

Un’investitura da remoto che il sindaco/presidente Borgna ha accolto all’istante: «Sono disponibile e pronto ad impegnarmi per accelerare i tempi. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che un intervento strutturale del valico richiederà alcuni anni di lavori e forse sarà opportuno rivedere anche il progetto. Sulle difficoltà all’economia create da questo 2020, credo sia opportuno valutarle in un’ottica differente. Indubbiamente viviamo una crisi epocale, ma da tutto questo dobbiamo imparare qualcosa. Il 2020 è stato un anno da crashtest e ha messo a nudo le molteplici fragilità del nostro territorio. Si è aperto per il Paese un esercizio pedagogico attraverso il quale bisognerà programmare meglio gli interventi e utilizzare in modo equilibrato le risorse che arriveranno. Non sarà facile, ma abbiamo il potenziale per potercela fare».

E ancora sulle difficoltà di collegamento della provincia di Cuneo si è espressa l’europarlamentare Gancia. «Da ex presidente della Provincia di Cuneo ricordo che il finanziamento del tunnel del Tenda era già stato stanziato prima dell’avvento del Governo Monti. Mi auguro che queste risorse oggi siano ancora utilizzabili. Invece, per quanto concerne l’Asti-Cuneo, si sono allungati i tempi nel controllare le opere accessorie, perdendo di vista la tratta primaria. È davvero desolante vedere un’opera così essenziale per un territorio, ancora bloccata per la mancanza di una sola firma utile all’avvio dell’ultimo lotto. Infine, riguardo al Tenda, esiste un interlocutore transfrontaliero, la CIG (Conferenza Intergovernativa Italia-Francia), con la quale la Politica dovrebbe dialogare più attivamente in un’ottica di macro aree».

In chiusura, il presidente Crosetto ha richiamato l’attenzione nuovamente sulle imprese cuneesi e sulla necessità di fornire loro delle risposte concrete per il rilancio dell’economia. «Come ho già avuto modo di affermare – ha concluso – pur nel pieno rispetto delle regole emergenziali del periodo, il mondo delle PMI ha bisogno di guardare avanti e programmare un futuro. Le imprese cuneesi, come sempre, sono pronte a rimettersi in gioco. La Confartigianato è altrettanto pronta ad affiancarle e supportarle nelle fasi complesse della gestione di una ripartenza. Abbiamo però tutti quanti bisogno di nuove certezze e ci auguriamo che con il nuovo anno queste possano arrivare al più presto. Colgo l’occasione per augurare serene festività a tutti nel segno di una rinnovata fiducia nel domani».




L’appello di Felici: (Confartigianato Imprese Piemonte): evitare il Credit Crunch

Con l’entrata in vigore in Europa dal prossimo primo gennaio della nuova definizione di default, il cosiddetto ‘Credit Crunch’, si creeranno forti criticità economiche a milioni di famiglie e imprese, a meno che la regolamentazione non venga rivista alla luce della complessa situazione economia attuale fortemente segnata dal prolungarsi della pandemia.

 

I nuovi limiti previsti per il default sono: 1% di sconfinamento sulla singola linea di credito per più di 90 giorni, con franchigie di 100 euro per le esposizioni al dettaglio di famiglie e Pmi non superiori a un milione di euro e di 500 euro per le esposizioni superiori. In sostanza un artigiano con un affidamento di 10.000 euro che sconfinasse di 102 euro per più di 90 giorni dovrà essere classificato tra i ‘Non Performing Loans’.

 

Ci sono inoltre due altre componenti cruciali nella nuova definizione di default: il primo elemento è la ‘riduzione dell’obbligazione finanziaria’, che si applica per tutte le operazioni di rinegoziazione (moratorie) dei prestiti, di rifinanziamento o consolidamento relative a posizioni che siano in difficoltà finanziaria e per le quali il valore attuale dopo la rinegoziazione sia inferiore di più dell’1% rispetto al valore iniziale; in questi casi il credito deve essere segnalato in ‘Non Performing Loans’. Pertanto con tale regola, in questo particolare momento, molti crediti finirebbero in NPL, con ancor maggiore difficoltà e restrizioni operative per imprese e famiglie.

 

Il secondo elemento problematico è l’‘uniformità di applicazione della definizione di default’ che consiste nell’estensione del default da uno a più soggetti: per esempio, se una cointestazione è inserita in default, anche i singoli cointestatari dovranno esserlo, così come altre cointestazioni con soggetti terzi.

 

I quattro milioni di micro e piccole imprese italiane – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – che lottano tutti i giorni per continuare le attività non possono e non devono avere vincoli insostenibili. In Piemonte le imprese artigiane sono 117.500 ed occupano tra titolari e dipendenti oltre 250.000 persone. Queste regole sul credito forse sarebbero accettabili per economie in crescita e non possono essere applicate senza importanti correzioni in presenza della difficile situazione pandemica attuale. È piuttosto evidente la mancanza di sostegno alle piccole e piccolissime imprese, volontà che si intravede in quasi tutte le direttive europee che da dieci anni a questa parte i nostri governi sono pronti a recepire a piene mani”.

 

La tutela del tessuto delle piccole imprese – conclude Felici – deve essere una priorità per le nostre istituzioni, anche per quanto riguarda il credito. Avendo rinunciato ad ogni autonomia sul piano economico e monetario è quindi necessario un pronto intervento sull’Autorità Bancaria Europea (EBA) affinché  – in coerenza con le iniziative prese nella prima fase della pandemia e scadute lo scorso 30 settembre – sospenda almeno di un anno e riveda i provvedimenti in questione, anche per rendere pienamente attuabili le proroghe delle moratorie italiane”.

 

 

 




Confartigianato Cuneo interroga le Istituzioni su come cogliere le sfide del territorio

Sarà l’ultimo incontro, prima delle festività natalizie, a chiusura di un “trittico” di approfondimento sull’economia locale e le sue prospettive, quello organizzato da Confartigianato Imprese Cuneo, in collaborazione con il quotidiano La Stampa, che si svolgerà sabato 19 dicembre p.v., alle ore 10,30, sempre in streaming sulla piattaforma de La Stampa.it, dal titolo “Il Futuro nelle nostre mani: le sfide del territorio”.

Parteciperanno per Confartigianato Imprese Cuneo Luca Crosetto, presidente territoriale; Giorgio Felici, vice presidente vicario e presidente regionale; Joseph Meineri, direttore generale. In rappresentanza delle Istituzioni interverranno Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte; Federico Borgna, presidente della Provincia di Cuneo e sindaco del capoluogo; Mauro Gola, presidente della Camera di commercio di Cuneo e di Confindustria Cuneo; Gianna Gancia, europarlamentare.

Dopo l’introduzione del direttore Meineri, il dibattito si aprirà con una panoramica esaustiva sulla situazione infrastrutturale piemontese e sull’incidenza che questa comporta a livello economico da parte del prof. Roberto Zucchetti, docente di Economia dei Trasporti presso l’Università Bocconi di Milano.

Seguirà una tavola rotonda, moderata da Massimo Mathis, caporedattore de La Stampa di Cuneo, durante la quale verranno affrontate le problematiche più salienti legate al Cuneese e al suo futuro rilancio, con uno sguardo attento all’Europa e verso le giuste strategie per un positivo approccio al Recovery fund e ai bandi Ue.

«Dopo la presentazione del nostro Bilancio Sociale con la partecipazione di Enrico Letta e il confronto con i Parlamentari della Granda sui temi “caldi” del territorio cuneese – spiega il presidente Crosetto – in questo terzo incontro vogliamo ragionare con le Istituzioni sul futuro della nostra provincia e sul rilancio economico, che passano inevitabilmente anche attraverso risposte concrete sulle ben note carenze infrastrutturali.

Non possiamo immaginare una rinascita della nostra economia senza il recupero di quell’efficienza nei collegamenti che favorisce scambi ed export. Inoltre, in questo frangente risulta importantissimo il collegamento con l’Europa e con le dinamiche finanziarie che si stanno profilando all’orizzonte. Rispondere ai bandi con progetti adeguati significa cogliere importanti opportunità per far ricadere risorse sulla nostra terra. Nonostante le evidenti criticità strutturali, da una recente indagine de Il Sole 24 ore sulla qualità della vita, la provincia di Cuneo risulta la migliore a livello piemontese, e, per alcuni indicatori, addirittura ottiene posizioni di riguardo a livello nazionale. Uno sforzo encomiabile, visti i tanti handicap del momento, che la nostra comunità e le nostre imprese mettono in campo ogni giorno, sfidando difficoltà e ritardi. A questo proposito, vorrei ringraziare il presidente della CCIAA Gola, il prefetto di Cuneo Fabrizia Triolo e il presidente Borgna per aver dato vita ad un tavolo di monitoraggio sulle criticità di territorio e imprese, che diventa un punto di riferimento strategico per alimentare coesione e fiducia verso il futuro».




Rinnovi cariche Confartigianato:
 tanti gli artigiani cuneesi nominati a livello regionale e nazionale

Si parla sempre più “cuneese” nelle sedi torinese e romana di Confartigianato. A seguito del recente rinnovo dei vari ruoli di rappresentanza dei gruppi di mestiere, sono sempre più numerosi i dirigenti artigiani della Granda, chiamati a interpretare le istanze delle categorie di appartenenza in ambito regionale e nazionale.

La scorsa settimana, nell’ambito del rinnovo della Presidenza nazionale che ha visto eletto l’emiliano Marco Granelli, Domenico Massimino (già presidente provinciale cuneese) è stato confermato alla carica di vicepresidente nazionale.

Per quanto concerne il mondo delle categorie, si conta un presidente, Anna Maria Sepertino (di Marene) per i Caseari, e un vicepresidente, Aldo Caranta (di Fossano) per il Trasporto Conto Terzi.

A questi si aggiungono 10 consiglieri:
Vincenzo Pallonetto (di Savigliano) – Panificatori;
Valerio Romana (di Cuneo) – Orafi;
Valerio Pagliero (di Savigliano) – Restauro;
Michele Quaglia (di Saluzzo) – Meccatronica;
Roberto Ganzinelli (di Mondovì) – Marmisti;
Dario Fissore (di Mondovì) – Bruciatoristi;
Ugo Arnulfo (di Dogliani) – Carpenteria Meccanica;
Sebastiano Dutto (di Cuneo) – Meccanica e subfornitura;
Daniela Biolatto (di Racconigi) – Abbigliamento;
Eraldo Abbate (di Alba) – Autobus Tour Operator.
A Claudio Piazza (di Alba), è stata infine conferita una delega particolare per il settore installazione impianti GPL-metano.
Ancora più evidente la presenza della Granda nel livello regionale che conta ben 37 dirigenti cuneesi a coprire le varie aree di categoria, oltre al presidente regionale nella persona di Giorgio Felici (anche vicepresidente provinciale).

Nei ruoli dirigenziali di Confartigianato Piemonte troviamo, quali Presidenti:

Anna Maria Sepertino – Caseari
Angela Astesano – Lavorazioni Carni
Vincenzo Pallonetto – Panificatori
Marco Michelis – Pastai
Valerio Romana – Orafi
Cesare Pagliero – Restauro
Loredana Porcelli – Carrozzieri
Claudio Piazza – Installatori Gpl
Michele Quaglia – Meccatronica
Enrico Frea – Acconciatori
Franco Forte – Odontotecnici
Elisa Reviglio – Grafici
Roberto Ganzinelli – Marmisti
Dario Fissore – Bruciatoristi
Gianfranco Castorello – Legno
Flavio Foglio – Mobilieri
Ugo Arnulfo – Carpenteria Meccanica
Sebastiano Dutto – Meccanica E Subfornitura
Daniela Biolatto – Abbigliamento
Eraldo Abbate – Ncc – Autobus E Tour Operator
Aldo Caranta – Trasporti

«A nome della nostra Associazione – dichiara Luca Crosetto, presidente territoriale di Confartigianato Cuneo (entrato in Giunta nazionale e vicepresidente europeo di SMEunited) – non posso che esprimere soddisfazione per una rappresentanza così consistente di nostri dirigenti artigiani ai massimi livelli associativi. È una chiara dimostrazione della capacità e dell’impegno dei tanti imprenditori del nostro territorio, i quali non soltanto dimostrano di fare alta qualità nei loro ambiti produttivi, ma mettono a disposizione del comparto con grande volontà l’esperienza maturata in tanti anni di lavoro e di impegno collettivo. Avere una voce “cuneese” autorevole e incisiva sui tavoli di confronto regionali e nazionali, significa dare valore aggiunto alla nostra terra e, di conseguenza, alle sue tante imprese artigiane che la rendono un esempio apprezzato nel mondo»




Confartigianato Imprese Cuneo ai Parlamentari della Granda:
“Basta avere pazienza, chiediamo interventi rapidi e concreti
”

La parola d’ordine è “rilancio del territorio” superando le difficoltà del momento e tracciando le linee guida per un nuovo percorso di sviluppo. Con queste premesse Confartigianato Imprese Cuneo, in modalità live sulla piattaforma de La Stampa.it, ha chiamato a raccolta i Parlamentari eletti in provincia di Cuneo per avviare con loro un’attenta disamina sulle vecchie e nuove problematiche che rischiano di far tracollare il mondo operoso della Granda, costituito per il 98% da piccole e medie imprese. All’invito hanno risposto i senatori Giorgio Maria Bergesio, Marco Perosino e Mino Taricco, e i deputati Monica Ciaburro e Flavio Gastaldi.

Guidati da Massimo Mathis, capo redattore de La Stampa di Cuneo, i vari interventi si sono succeduti a seguito delle sollecitazioni dai vertici dell’Associazione capeggiata dal presidente Luca Crosetto e dai due vice presidenti Giorgio Felici, vicario e presidente di Confartigianato Piemonte, e Daniela Balestra.

E proprio alla presidenza di Confartigianato Imprese Cuneo è toccato introdurre i temi sui quali a turno si sono espressi gli ospiti. Dalle infrastrutture sia materiali che digitali, riguardo alle quali la Granda lamenta un ritardo ormai cronico, alle misure di sostegno finora insufficienti per dare ossigeno alle imprese locali pesantemente provate dal perdurare della pandemia, fino ad argomenti di più ampio respiro che potrebbero incidere indirettamente sul territorio cuneese, dai finanziamenti europei alla legge di Bilancio fino ad una ventilata “patrimoniale”.

Il presidente Crosetto ha aperto il dibattito puntando immediatamente i riflettori sulla ripartenza e sulla necessità che il Paese si doti di una chiara visione strategica per dare impulso all’economia. «Dobbiamo fare uno scatto in avanti – ha detto – e guardare al rilancio dei vari comparti economici. Basta parlare solo di Covid, cerchiamo invece di unire le forze e tracciare nuove progettualità che possano rilanciare il lavoro e la produzione delle nostre imprese. A tal proposito, recentemente in un confronto tra Istituzioni e Associazioni di categoria si è deciso di istituire un tavolo di monitoraggio di tutte le iniziative che verranno messe in campo per lo sviluppo del nostro territorio. È tempo di immaginare un futuro post pandemia per le nostre famiglie e le nostre imprese e su questo dobbiamo impegnarci in modo unanime».

Sono poi seguiti i commenti dei cinque parlamentari, i quali non hanno lesinato puntualizzazioni e critiche sulle lungaggini esasperanti di una politica in difficoltà a calibrare le sue scelte sulle concrete necessità dei territori, sia per l’incapacità di confronto costante con le Associazioni imprenditoriali, sia per il groviglio di una burocrazia che sta sempre di più frenando le decisioni.

Nel prosieguo dell’incontro, è intervenuto il vice presidente Felici, il quale ha sottolineato la situazione di drammatico isolamento in cui versa oggi la provincia di Cuneo anche a seguito del recente disastro alluvionale, evidenziando l’impoverimento del ceto medio che porta con sé un pesante decadimento dell’etica sociale e di quel “saper fare” che da sempre è un fiore all’occhiello della nostra terra.

«Oggi assistiamo – ha sottolineato – all’incapacità della politica di processare dati complessi. Ci si sofferma troppo sul valore singolo, senza valutarne gli effetti in un’ottica di andamento generale.

In questo modo non si riesce certo ad arrivare ad una visione reale dello stato di salute del Paese e di conseguenza si rimane ben lontani da una programmazione di iniziative efficaci per il rilancio economico. Nonostante tutto, da un recente dato del nostro Ufficio Studi regionale, è emerso che tra i nostri imprenditori negli ultimi mesi si è registrato un minor pessimismo nell’assumere personale. Un segnale che testimonia quanto sia ancora viva e vitale la loro volontà di resistere e andare avanti».

Terzo intervento di sprone alla discussione, quello della vice presidente Balestra, la quale ha richiamato l’attenzione su alcuni aspetti concreti che riguardano la gestione aziendale di tante imprese cuneesi: contributi a fondo perduto per le attività che più hanno sofferto le limitazioni di questo periodo, maggiori incentivi alle imprese costituite da giovani, magari con esoneri fiscali adeguati e maggiori tutele per il mondo imprenditoriale femminile che sta scontando più di altri il peso della gestione di famiglia e lavoro. «Se non si interverrà con urgenza, – ha spiegato – un terzo delle imprese “rosa” in Piemonte rischia di scomparire.

Il Governo deve comprendere il peso oneroso che le donne si portano appresso dall’inizio della pandemia e di conseguenza mettere in atto tutte quelle misure che possono alleviare le difficoltà del momento, ad esempio equiparare le donne imprenditrici alle lavoratrici subordinate. E guardando al futuro dei giovani, è necessario investire maggiormente sull’apprendistato e sull’alternanza scuola-lavoro, ottime palestre formative sia professionali che culturali, magari predisponendo ad hoc sgravi contributivi ed incentivi. Infine, uno sguardo al “Bonus casa”, un’importante opportunità per il comparto costruzioni che sta scontando troppi anni di crisi.

È necessario però che questa misura venga prorogata almeno fino al 2022/2023 affinché non sia a beneficio solamente delle grandi imprese, ma anche dei piccoli imprenditori che per accedervi dovranno rafforzarsi, creando reti d’impresa. Su questo aspetto la nostra Associazione si è già attivata con l’avvio di una piattaforma dedicata e con un servizio di accompagnamento alle imprese per l’espletamento della parte burocratica».

Dopo l’analisi dei vari temi in discussione, sui quali ogni esponente del Parlamento ha sottolineato la sua linea politica di indirizzo, unanime è stata l’adesione a collaborare insieme in modo costante e fattivo per accelerare la risoluzione dei problemi e attivare idee e progettualità per la ripartenza.

Ne è scaturito un impegno condiviso nella programmazione di un nuovo incontro entro il mese di febbraio 2021, durante il quale si farà il punto su quanto è stato fatto e sull’evoluzione economica di imprese e territorio cuneese.

In chiusura, il presidente Crosetto ha voluto richiamare l’attenzione ancora sul comparto artigiano che nella Granda rappresenta oltre ventimila imprese. «Tutti noi abbiamo una grande responsabilità nei confronti della nostra terra che deve essere tutelata e messa in condizione di generare benessere collettivo. La nostra è la voce di quel “valore artigiano” che ha sempre ispirato il lavoro e contribuito a far crescere la nostra economia. Mi auguro che questo possa essere Voi il “faro” al quale riferirvi per portare al territorio cuneese quel sostegno che oggi necessita».