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Agricoltura sociale: quinta edizione del bando di Confagricoltura e Onlus Senior. In palio 120.000 euro

Al via la quinta edizione del bando nazionale “Coltiviamo Agricoltura Sociale”, indetto da Confagricoltura con la Onlus Senior – L’Età della Saggezza, insieme, per il secondo anno consecutivo, a Reale Foundation (la fondazione corporate di Reale Group), in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata.

Il bando mette in palio tre premi da 40.000 Euro ciascuno, a copertura totale dei costi, per altrettanti progetti innovativi di Agricoltura Sociale: due premi sono erogati dalla ONLUS Senior – L’Età della Saggezza e uno da Reale Foundation.

A testimoniare l’importanza che i proponenti ripongono nella formazione in questo settore, ai tre progetti selezionati sarà assegnata una borsa di studio per la frequenza alla 6° edizione del Master di Agricoltura Sociale all’Università di Roma Tor Vergata.

La borsa di studio può essere utilizzata dal vincitore o da una persona che lui stesso indicherà a patto che sia direttamente collegata al progetto o all’organizzazione vincente.

Nei primi quattro anni il bando ha raccolto centinaia di proposte progettuali, a conferma della crescita del comparto e della capacità di dare risposte concrete a esigenze reali, dialogando attivamente con interlocutori pubblici e privati.

I progetti vincitori, seguiti direttamente da Confagricoltura e da Onlus Senior sin dalle prime edizioni, hanno assunto nel tempo contorni di stabilità e continuità operativa, avvalorando gli obiettivi del concorso.

Al bando possono partecipare imprenditori agricoli e cooperative sociali o associazioni di più soggetti, a patto che il capofila sia uno delle prime due categorie, con progetti dedicati a minori e giovani in condizione di disagio sociale, anziani, disabili, immigrati che godano dello stato di rifugiato o richiedenti asilo.

Le proposte devono riguardare una o più delle seguenti aree: l’inserimento socio- lavorativo di persone con disabilità o svantaggiate e di minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale; le prestazioni e le attività sociali di servizio per le comunità locali che utilizzino le risorse dell’agricoltura per sviluppare le capacità delle persone; i servizi a supporto delle terapie mediche, psicologiche riabilitative; l’educazione ambientale e alimentare, la salvaguardia della biodiversità, la conoscenza del territorio mediante le fattorie sociali e didattiche.

Un’equilibrata presenza di genere nell’individuazione del target e nella realizzazione delle attività sarà valutata positivamente, così come la collaborazione con i servizi socio-sanitari e con gli enti pubblici competenti per territorio.

La scadenza per la presentazione dei progetti è fissata al 15 ottobre 2020.

Sulla piattaforma  sarà poi possibile conoscere nel dettaglio tutti i progetti partecipanti. Per la selezione dei vincitori sono previste due fasi distinte: una votazione online e una valutazione di merito.

I 30 progetti che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze accederanno alla fase di valutazione da parte di una Commissione di Esperti.

Il Bando mira a promuovere tutte le idee innovative di Agricoltura Sociale dando spazio alla società civile coinvolgendola nella votazione. Resta ferma l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo per i tre progetti più votati che andrà a sommarsi alla valutazione di merito espressa dalla Commissione di Esperti.

I vincitori saranno decretati dalla giuria entro la fine di dicembre 2020. I tre progetti dovranno essere realizzati entro fine ottobre 2021.

Tutte le informazioni e i dettagli relativi al bando sono disponibili sul sito

Sempre in questo ambito Reale Group e Confagricoltura hanno concretizzato anche un altro progetto, AGRIcoltura100, che vuole promuovere il ruolo dell’agricoltura nella crescita sostenibile e nel percorso di rilancio del Paese, premiando le imprese che hanno adottato soluzioni o promosso iniziative per migliorare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica loro e della comunità in cui operano.

 




Si è svolta l’assemblea di Confagricoltura Piemonte

Si è svolta, giovedì 25 giugno a Crescentino (VC) nell’Agriturismo Greppi, l’Assemblea di Confagricoltura Piemonte.

Dopo l’approvazione del bilancio e la relazione del presidente Enrico Allasia, si sono registrati gli interventi dei delegati, incentrati sulle iniziative da adottare per uscire dalla situazione di crisi generata dalla pandemia di Covid-19.

L’assemblea si è svolta nel pieno rispetto delle normative di sicurezza, imposte dal periodo.




Confagricoltura, Giansanti: per l’emergenza Covid l’Unione europea deve fare di più

Via libera, ieri a Bruxelles, a una proposta di regolamento che consente agli Stati membri di utilizzare, per la gestione dell’emergenza Coronavirus, le risorse finanziarie non ancora impegnate nell’ambito del Fondo europeo per lo sviluppo rurale.

“Prendiamo atto della decisione, ma la nostra posizione non cambia. La risposta della UE per limitare le conseguenze economiche della pandemia sul settore agricolo resta vistosamente inadeguata – commenta il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Ringraziamo il Parlamento europeo per il lavoro svolto al fine di migliorare il progetto iniziale della Commissione, ma dobbiamo rilevare che le risorse finanziarie restano invariate. Non sono stati mobilitati fondi aggiuntivi. All’atto pratico, è stata data agli Stati membri la facoltà di modificare la destinazione di fondi già messi a disposizione dall’Unione”.

Stando alle cifre diffuse dall’Europarlamento, in Italia potranno essere nel complesso riassegnati circa 420 milioni di euro. Una somma insufficiente, basti ricordare – per esempio – che solo per gli aiuti al reddito degli agricoltori gli Stati Uniti hanno disposto uno stanziamento straordinario di 16 miliardi di dollari.

C’è poi un altro aspetto da sottolineare. Non potranno, di fatto, beneficiare del nuovo regolamento varato a Bruxelles le imprese agricole localizzate nelle regioni che hanno impegnato puntualmente i fondi per lo sviluppo rurale. E, quindi, non ci sono risorse finanziarie da rimodulare. E’ una situazione che lascia perplessi, perché sarebbe penalizzata l’efficienza amministrativa.

“Da parte nostra, continueremo a premere sulle Istituzioni dell’Unione per aumentare i fondi della Ue per l’emergenza Coronavirus che restano fermi a circa 80 milioni di euro” – conclude Giansanti.

Nonostante la fine del lockdown, la riapertura delle frontiere e del canale HoReCa, l’impatto economico della pandemia continuerà a farsi sentire almeno fino alla fine dell’anno. Ecco perché va rafforzata l’azione in chiave europea in termini di risorse e strumenti. Il ricorso agli aiuti pubblici differenziati a livello nazionale, se prolungato nel tempo, contrasta con i principi del mercato unico.




Confagricoltura Piemonte: Un Patto per il Sistema Italia

Confagricoltura è pronta a scrivere insieme al governo un Patto per il Sistema Italia. Lo ha dichiarato venerdì scorso il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla riunione degli Stati Generali dell’Economia a Villa Pamphilj a Roma, dedicata al settore agroalimentare.

Le risorse messe a disposizione dall’Europa sono fondamentali per avviare un profondo cambiamento dell’economia in chiave di competitività, ma in questo momento servono anche interventi mirati. Per tornare a crescere, rilanciare la produttività che ristagna da oltre un decennio, occorre migliorare le infrastrutture, diffondere la digitalizzazione e le innovazioni tecnologiche, valorizzare la ricerca e la formazione come fattori chiave per lo sviluppo.

La ripresa economica richiede un immediato intervento per stimolare la domanda. Confagricoltura ha proposto al governo una riduzione delle aliquote IVA sui prodotti agricoli e del cuneo fiscale sul lavoro allo scopo di rilanciare i consumi.

La semplificazione burocratica merita una sottolineatura a parte. In un Paese che vuole essere all’avanguardia, i ritardi nella stesura di un decreto attuativo o di una circolare ministeriale bloccano l’erogazione di provvedimenti attesi da migliaia di cittadini e imprese in difficoltà. Ci auguriamo che il decreto sulla semplificazione annunciato dal governo consenta di fare reali e sostanziali passi in avanti verso l’efficienza amministrativa a tutti i livelli. Per quanto riguarda il settore agroalimentare – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura – l’emergenza sanitaria ha indicato che l’Italia e l’Europa devono accrescere la sovranità alimentare: il 10% in più di produzione lorda vendibile dell’agricoltura significherebbe una maggiore produzione di 20 miliardi ed esportazioni agroalimentari che possono crescere di 15 miliardi.

Una svolta in chiave competitiva per il nostro settore, che necessita anche di accordi internazionali in grado di tutelare e valorizzare il Made in Italy. “La filiera agroalimentare può dare un significativo contributo alla ripresa economica duratura e sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale e dell’efficienza energetica – ha concluso Giansanti – Per questo ribadiamo la necessità di un progetto di strategia da costruire insieme al premier Conte e i ministri competenti”.




Rapporto Bankitalia, Confagricoltura: “Servono credito e liquidità per far ripartire l’agricoltura piemontese”

Il crollo dei ricavi, la forte diminuzione dell’occupazione, il blocco della catena dell’Horeca con il conseguente sconvolgimento dei consumi alimentari e il drastico calo delle esportazioni di vini e formaggi evidenziano una situazione di crisi diffusa che il nostro Paese non viveva da oltre un decennio”.

È questo il commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, al rapporto sull’economia piemontese presentato questa mattina dalla Banca d‘Italia.

In base ai dati contenuti nel rapporto – fa rilevare Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – l’agricoltura della nostra regione, con 50.525 imprese agricole (-1,9% rispetto al 2019), contribuisce al Pil regionale per l’1,7%, con un valore aggiunto di 2,093 miliardi di euro. “Considerando anche l’industria alimentare e la ristorazione – afferma Ercole Zuccaro – il Pil che contribuisce a sviluppare il settore primario piemontese supera il 15% del totale”.

Per Enrico Allasia il rapporto di Bankitalia sottolinea l’esigenza, per famiglie e imprese, di una maggior esigenza credito e liquidità “che in questa particolare congiuntura economica deve essere sostenuta dal sistema bancario con l’obiettivo di valorizzare le imprese sane, le quali sono motivate a realizzare investimenti per garantire possibilità di sviluppo, reddito e occupazione. In questo contesto – conclude Allasia – l‘agricoltura è pronta a fare la propria parte, con un impegno forte per sostenere il territorio e l’economia locale, valorizzando le specialità che il Piemonte sa produrre”.

 




Consiglio UE, Giansanti (Confagricoltura): per l’agricoltura risorse finanziarie adeguate

L’emergenza sanitaria ha dimostrato con assoluta chiarezza che la sovranità alimentare è un’esigenza strategica. Di conseguenza, le risorse finanziarie da destinare nei prossimi anni all’agricoltura devono essere almeno consolidate sui livelli attuali”.

E’ la presa di posizione del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in vista della riunione del Consiglio europeo in programma venerdì 19 giugno.

Nel corso dell’incontro i capi di Stato e di governo dell’Unione discuteranno sulle proposte della Commissione relative al programma di rilancio economico “Next Generation EU” e al quadro finanziario per il periodo 2021-2027.

“Per quanto riguarda, in particolare, il bilancio agricolo – aggiunge Giansanti – la Commissione in carica ha migliorato il progetto dell’Esecutivo guidato da Juncker. Ne prendiamo atto, ma occorre fare di più perché in termini reali resta un taglio di 34 miliardi di euro nei confronti dell’attuale dotazione”.

Confagricoltura evidenzia che, sulla base del progetto in discussione, gli aiuti diretti della PAC subirebbero un taglio di poco inferiore al 10% in termini reali. Per lo sviluppo rurale, la riduzione sarebbe di sette punti percentuali. Lascia anche perplessi che al settore agricolo siano destinati solo 15 miliardi su un totale di 750 che si prevede di mobilitare per il rilancio economico.

“Ribadiamo la nostra opposizione agli strumenti di penalizzazione delle imprese di maggiore dimensione, dalla degressività al plafonamento degli aiuti diretti – sottolinea il presidente di Confagricoltura -. Se l’Europa vuole centrare l’obiettivo di una maggiore sostenibilità dei processi produttivi, deve salvaguardare l’efficienza delle imprese in grado di investire e attuare le innovazioni tecnologiche richieste”.

A parere dell’Organizzazione agricola va anche messa da parte la cosiddetta ‘convergenza esterna’, perché penalizzerebbe in misura particolare l’agricoltura italiana, che esprime il più alto valore aggiunto a livello europeo. Il divario tra gli importi degli aiuti diretti a livello nazionale è pienamente giustificato dalla diversità dei costi di produzione, a partire da quello del lavoro.




Confagricoltura: positivo l’impegno della Regione per l’agriturismo

È avviato a soluzione il problema della mancata erogazione del contributo a fondo perduto per le aziende agrituristiche che esercitano l’attività di ristorazione che sono rimaste bloccate durante il lockdown dei mesi scorsi.

Nel corso di un incontro che si è svolto ieri nel palazzo della Giunta regionale a Torino, presente per Confagricoltura Piemonte  il segretario regionale di Agriturist Paolo Bertolotto, il governatore Alberto Cirio, l’assessore al turismo Vittoria Poggio e l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa, hanno confermato l’impegno dell’amministrazione per superare le difficoltà tecniche e burocratiche che hanno finora impedito la concessione del contributo.

Le aziende agrituristiche piemontesi che effettuano ristorazione – precisa Confagricoltura – sono all’incirca un migliaio, mentre in totale le attività, comprese quelle che si dedicano anche all’ accoglienza con pernottamento, sono poco meno di 1300.

Grazie alla conferma dell’impegno della Regione, che abbiamo sollecitato con spirito costruttivo nelle scorse settimane – commenta Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontesi sono poste le basi per giungere a una soluzione positiva della vertenza che dovrebbe far sì che entro l’estate, ci auguriamo, tutte le aziende agrituristiche che effettuano ristorazione possano ottenere il bonus previsto dal Riparti-Piemonte. È un sostegno che apprezziamo, non soltanto sotto il profilo economico, ma anche dal punto di vista dell’attenzione che la Regione dimostra verso un comparto importante che contribuisce in modo rilevante allo sviluppo dell’agricoltura, turismo e dell’economia del territorio”.

 




Nel 2020 l’export agroalimentare nella UE partito bene, ma rallentato dalla pandemia

Senza l’emergenza Covid l’export del ‘made in Italy’ agroalimentare verso i Paesi UE sarebbe aumentato in modo rilevante nel 2020. E’ quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Confagricoltura che evidenzia un aumento del 4% nel mese di gennaio e del 10% in febbraio. Crescita, purtroppo, annullata da un -10% registrato in marzo, quando la pandemia si è diffusa in tutta l’Europa, con le conseguenti restrizioni agli spostamenti delle persone e alla chiusura delle attività di ristorazione, caffetteria e ospitalità turistica.

Prendendo in considerazione i prodotti agricoli e dell’industria alimentare più esportati verso i Paesi dell’Unione Europea, il rapporto del Centro studi di Confagricoltura indica sensibili differenze per prodotto e per mese nel primo trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Emblematico il caso dell’olio d’oliva, che scende del 6% a gennaio, del 16% a febbraio per riguadagnare il 2,4% a marzo. Per formaggi e latticini dal +6,6% di gennaio si passa al +7,7 di febbraio, per arrivare un -16% in marzo.

Sono evidenti, in termini di export, le conseguenze dell’emergenza Coronavirus soprattutto per le limitazioni agli spostamenti internazionali delle persone, fra cui la manodopera agricola stagionale, indispensabile per la raccolta dei prodotti, le restrizioni alle attività del settore Ho.Re.Ca, le modifiche della domanda di prodotti agroalimentari conseguenti ai provvedimenti di lockdown.

Nel mese di marzo infatti, quando gli effetti della pandemia CoViD-19 si sono estesi a un maggior numero di Paesi UE, su 15 categorie di prodotti ben 10 hanno segnato un andamento negativo del valore dell’export rispetto a marzo 2019 e, di queste, 8 presentano decrementi superiori al 10%, con il massimo di -47% per i fiori e le piante (tabella 5c). Ma, evidenzia lo studio, non tutti i settori produttivi hanno risentito nello stesso modo della pandemia: hanno tenuto, ad esempio, riso e cereali (+9,6% a gennaio, + 24,1% a febbraio e +13,3% a marzo) e salumi (+ 12,1%, +14,6 e +9,2).

Il trimestre gennaio-marzo (tabella 6) si chiude con una crescita del valore dell’export di solo un milione di euro (4.859 contro 4.858 milioni), con 7 settori produttivi in crescita, 4 con variazioni (negative o positive) inferiori allo 0,5%, 4 in sensibile flessione. Fra questi ultimi, mette in evidenza il rapporto di Confagricoltura, è particolarmente rilevante la crisi dell’esportazione dei prodotti florovivaistici, che segna -15% a causa del quasi dimezzamento registrato in marzo (-47%).

Questi dati, conclude il rapporto dell’ufficio studi di Confagricoltura, pur consentendo alcune prime valutazioni dell’effetto della pandemia di Coronavirus sul settore agroalimentare, non permettono di individuare, nemmeno per i prossimi mesi, chiari segnali di tendenza, perché siamo di fronte ad un contesto incerto e in costante cambiamento.




Confagricoltura, “Il Bonus Piemonte non sta arrivando agli agriturismi”

Alla base dell’anomalia che sta impedendo a centinaia di aziende di accedere al contributo c’è il codice ATECO prevalente che contraddistingue questa tipologia di attività.

Il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, ha scritto alla Regione per segnalare alcune criticità legate alla concessione del Bonus Piemonte alle attività agrituristiche. In base alle istruzioni operative e alle FAQ comunicate dalla Regione Piemonte, infatti, sarebbero esclusi dal beneficio del sostegno gli agriturismi poiché il loro codice Ateco (56.10.12), pur essendo ricompreso tra quelli oggetto del contributo, non è un codice prevalente o primario come invece richiesto per poter accedere al bonus di 2.500 euro a fondo perduto.

Ciò dipende dal fatto che quella agrituristica è un’attività connessa a quella agricola che deve rimanere prevalente, come stabilito dalle “Nuove disposizioni in materia di agriturismo”. Quindi il codice Ateco della ristorazione agrituristica, come d’altronde anche quello del pernottamento agrituristico (55.20.52), non potrà mai essere prevalente o primario. Infatti, gli uffici dell’organizzazione agricola hanno appurato che circa 800 aziende agrituristiche piemontesi non riceveranno le Pec per poter richiedere il bonus.

“Stante questa situazione – dichiara Enrico Allasia – chiediamo di individuare una soluzione in grado di eliminare questa anomalia che penalizza ingiustamente il settore agrituristico già fortemente colpito dalla crisi generata dal Covid-19. Al fine di superare il problema del codice, si potrebbe desumere la tipologia di attività agrituristica dagli specifici dati, aggiornati e precisi, contenuti nell’applicativo Relazione sulle attività agricole e agrituristiche presente su Siap (Sistema Informativo Agricolo Piemontese), banca dati certificata della Regione Piemonte”.

ll Bonus Piemonte è il contributo a fondo perduto pari a 131 milioni di euro predisposto dalla Regione per sostenere le imprese colpite dal lockdown per l’emergenza Coronavirus ed è uno dei pilastri di Riparti Piemonte, il Piano da oltre 800 milioni di euro a sostegno della ripartenza nella Fase 2




Vino, Confagricoltura chiede decisioni rapide

Confagricoltura, che ha partecipato  alla videoconferenza organizzata dalla Regione Piemonte per discutere sulle misure da adottare per far fronte alle difficoltà che si sono create in seguito alla pandemia che negli ultimi due mesi ha di fatto ha bloccato le esportazioni e le vendite nel canale dei pubblici esercizi e della ristorazione, sottolinea l’importanza di intervenire con un piano di azioni coordinate, dalla distillazione di crisi alla vendemmia verde, fino alla promozione, per salvaguardare le specificità di un territorio che produce oltre il 90% dei vini a denominazione di origine controllata e controllata e garantita.

Nel corso della videoconferenza la Regione ha illustrato le proposte del Ministero delle Politiche agricole, che puntano ad attivare bandi a livello nazionale per la distillazione di crisi, ma soltanto per i vini da tavola, e per la riduzione delle rese di uva in vista della prossima vendemmia, destinando a queste iniziative risorse per 150 milioni di euro.

Si tratta di uno stanziamento insufficiente per la gravità del momento – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – che ben difficilmente riuscirà a tonificare il mercato“.

L’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il vice presidente Fabio Carosso hanno annunciato che la Regione interverrà con un contributo finanziario aggiuntivo di circa 4 milioni di euro, da destinare sia all’incremento del contributo nazionale sulla distillazione, destinato ai vini doc e docg a condizione che l’operazione sia praticabile, sia attivando una misura strutturale per favorire lo stoccaggio dei vini da invecchiamento.

Alla Regione – conclude Allasia – abbiamo ancora ribadito la necessità di intervenire sul Ministero perché si possa arrivare a decisioni rapide, in quanto i viticoltori hanno bisogno di poter programmare l’eventuale vendemmia verde e anche la distillazione di crisi. Ciò che dobbiamo impegnarci, tutti insieme, a far comprendere al Ministero, è che la nostra viticoltura è particolarmente onerosa. Solo per fare un esempio: per coltivare un ettaro (10.000 m²) di vigneto in Piemonte occorrono mediamente 600 ore di lavoro all’anno, mentre in altre realtà di pianura e completamente meccanizzate, le ore di lavoro scendono a 90 e, in alcuni casi, addirittura sotto le 50 per ettaro. È perciò indispensabile tener conto di questa specificità, per evitare che la nostra viticoltura venga penalizzata”.